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thedirectorscutblog · 9 years
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L’attesa.
Quando ne vale la pena.
Sono passati circa tre mesi dalla prima pubblicazione del trailer di L’attesa, opera prima del già citato (articoli precedenti)  Piero Messina, e io l’avrò visto forse una dozzina di volte. Ma finalmente “l’attesa” è finita e sono andata al cinema.
Se siete parte di quel pubblico attento, sensibile e riflessivo, questo film è per voi. E vi conquisterà. “L’attesa” è un dialogo perfetto tra parola e immagine, o potrei meglio dire: silenzio e immagine. Le lunghe inquadrature, giustificate come strumento per la scoperta degli immensi spazi che evidenziano un’assenza dolorosa, sono accompagnate da un dialogo minimo che si dispiega per tutta la durata del film. E se è vero che "Il silenzio è la forma più alta della parola”, nel taciturno percorso che la madre Anna (Juliette Binoche) e  la fidanzata di Giuseppe, Jeanne (Lou De Läage) affrontano insieme, di messaggi concreti e dolorosamente veri ce ne sono tanti. Gli sceneggiatori, Giacomo Bendotti, Ilaria Macchia, Andrea Paolo Massara e lo stesso Messina, hanno molto abilmente interpretato dialoghi per nulla semplici nella loro natura, riuscendo a restituirci una forma mai scontata del messaggio.
L’attenzione ad ogni dettaglio è sicuramente un’altra arma vincente del regista che non lascia al caso la presenza di ogni singolo oggetto presente nella narrazione diegetica, e si concentra oltretutto su quello che non è visibile, rendendolo presente a modo suo e da cui si evince uno stile proprio che, pur sicuramente influenzato da Sorrentino, se ne distacca, manifestando una coraggiosa identità personale del regista.
Il film, già premiato al Festival del cinema di Venezia, è uno dei nove film italiani candidati all’Oscar.
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thedirectorscutblog · 9 years
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72ESIMA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA bene bene, male male.
Ieri mercoledì 2 settembre, è ufficialmente iniziata la72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e qualcuno ha già tirato le somme riguardo al parere del pubblico.
[Il festival si terrà al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre]
Ad iniziare maluccio pare sia stato “Everest”, girato tra Nepal, le colline dell'Everest, Alpi italiane, gli studios di Cinecittà a Roma e i Pinewood Studios nel Regno Unito e distribuito da Universal in tutto il mondo, il film racconta di due tragiche spedizioni che videro la morte di molti dei loro componenti nel 1996, quando una bufera sorprese questi a volte improvvisati scalatori, uccidendone ben otto.
Il cast stellare (Jason Clarke, Josh Brolin, John Hawkes, Robin Wright,  Michael Kelly, Sam Worthington, Keira Knightley, Emily Watson, Jake Gyllenhaal) prometteva bene ma, ahimè, non ha convinto la sala, che pare, non si sia espressa né con applausi né con fischi.
Che tutto questo freddo abbia congelato anche il pubblico? Brutta beffa per il regista Baltasar Kormákur.
Per fortuna che a “riscaldare” l’ambiente sia stato il bel visino (eufemismo) di Elisa Sednauoi che sorridente e femminile, fasciata in rosso, ha aperto il famoso red carpet come madrina di quest’anno.
La Sednauoi, pochi lo sanno, oltre ad essere bellissima, parla cinque lingue, è una modella e attrice affermata, ritratta da Karl Lagerfeld per la sua versione del Calendario Pirelli nel 2011. Sposata con il gallerista Alex Dellal e madre di un bambino di due anni, Elisa ha persino avuto come padrino di battesimo … Christian Louboutin!
Tra le notizie all’insegna del “sì” anche l’omaggio al grande regista Wes Craven, scomparso pochi giorni fa. Stampa e pubblico potranno assistere, gratuitamente, alla proiezione di Nightmare, un classico horror che ha fatto la storia del cinema, oltre che quella del genere.
Mentre, decisamente “no” è la presentazione de “Il decalogo di Vasco” film di Fabio Masi su e con il cantante che si presenta come un vero e proprio ritratto di Vasco Rossi - attore a sua insaputa. Il rock è cheap e il red carpet chic, binomio che proprio non ci piace.
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thedirectorscutblog · 9 years
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Si riparte da Messina.
Benvenuto Agosto! Caldo che non ci da un attimo di tregua e insipidi film d’azione in sala, eccolo qui il mese all’insegna del “voglio morì”. Così, sotto il condizionatore acceso h24, torno a scrivere dopo una medio-lunga pausa, e lo faccio rallegrando l’animo dei cinefili con una bella novità in vista per Settembre.
Eh sì, la Biennale di Venezia 2015 ospiterà quattro attesissimi lungometraggi italiani. Ed è proprio di “attese” che voglio parlare… A concorrere per il Leone D’Oro accanto a Bellocchio, Guadagnino e Gaudino apparirà il giovane Piero Messina, regista de “L’attesa” che vanta nel suo cast le francesi Juliette Binoche e Lou de Laâge.
L’esordiente, già assistente di Paolo Sorrentino per This must be the place e La grande bellezza, racconta la storia di Anna e Jeanne, che isolate in una villa dell’entroterra siciliano, aspettano l'arrivo di Giuseppe, figlio della prima e fidanzato della seconda. La loro attesa si trasformerà pian piano in un misterioso atto di amore e di fides. Il film è intriso infatti di una fiducia laica e una fede religiosa che evolveranno sotto i vostri occhi, nel pugno del racconto.
Comunque pochi, pochissimi sanno che Piero Messina (Caltagirone, 30 aprile 1981) vanta già una carriera invidiabile. Che sia stato al fianco di un grande regista premio Oscar l’ho detto, ma quel che non ho aggiunto è che dopo gli studi al Dams e al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha esordito come regista con il cortometraggio “Stidda ca curri", vincitore del "50° Taormina Film Fest” (2004), nel 2009 il suo corto "La Porta" era in concorso al Festival di Rotterdam. Nel 2011”Terra” veniva presentato in concorso al 65° Festival di Cannes  e l'anno successivo "La prima legge di Newton" vinceva la menzione speciale al Festival Internazionale del Film di Roma. Lo stesso cortometraggio era poi in cinquina per i Nastri D'argento e per il Globo D'oro. Nel 2014 nell'ambito del progetto di Giorgio Armani “Films of City Frames” ha realizzato un corto ispirato al romanzo di Louis Fernand Celine “Viaggio al termine della notte” con protagonista Paolo Sorrentino, con immagini inedite de “La grande bellezza”, e prodotto da Rai Cinema.
Messina è decisamente un regista da cui aspettarsi tanto.
“Nell’attesa”… ecco il trailer del film.
https://www.youtube.com/watch?v=h7znDwG4Ei8
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thedirectorscutblog · 9 years
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Trallallero trallallà, finalmente oggi è uscito l’atteso e discusso “Tale of Tales” di Matteo Garrone, e sinceramente non so se raccontarvi le mie impressioni sul film o quello che ho patito in sala a partire dagli allegri sgranocchiatori di patatine alle mie spalle che hanno esordito, leggendo i titoli di testa, con: “Matteo Garrone… è italiano, mah, sarà famoso … forse”. Anyway… meglio concentrarsi sul film. Eviterò il racconto del racconto dei racconti arrivando direttamente al sodo. Garrone si imbatte nella scelta di un fantasy-horror italiano, devo dire, veramente originale. Non amo questo genere di film ma sono rimasta stregata dalla maestria con cui il regista ha saputo plasmare a ‘mondo incantato’ diversi paesaggi italiani, dalla puglia alla toscana e già per questo, dico, tanto di cappello. In quanto alla storia, l’intreccio della narrazione abbraccia racconti differenti che ci mostrano le mille sfaccettature dell’essere umano, nella sua magnifica bellezza e nella sua spregevole meschinità. Tanto grottesco nella scelta delle sequenze di uccisioni e smembramenti di corpi (ricordiamo che è pur sempre Garrone… “quello” di Gomorra) tanto limpido e chiaro nei colori. Anche le musiche vanno a braccetto con le immagini, costruendo un tappeto sonoro che accompagna bene lo spettatore nella storia. Il cast è stellare e ho trovato molto divertente l’accostamento di attori come Salma Hayek e Massimo Ceccherini. Creavano una sorta di contrasto… stupefacente. L’universo di Tale of Tales è poi un teatro di ossessioni carnali e terrene, come la bellezza, la giovinezza, il sesso, la maternità, e nella cupa favola tutti finiscono per essere bestie e mostri, tutti allo stesso modo, rivelando la fragilità dell’uomo, la sua limitata sapienza e il labirinto dei rapporti che lo rende talvolta misero e miserabile. Il film è costruito bene, studiato nei dettagli, anche se si è parlato di un budget limitato che non ha permesso al regista ritocchi e rifiniture, gli attori sono bravi, il racconto c’è… ma devo ammettere di essere uscita dalla sala con un unico, solo pensiero. “Ok Mattè.. emmò?” La storia manca di un finale incisivo, i racconti si raccordano tra loro solo grazie ad un’ultima breve e fragilotta scena che, sì, li riprende tutti insieme, ma a parte questo, pecca di quel fattore determinante che ti fa tornare a casa riflettendo, in auto, quasi che fai il tragitto e non te ne rendi conto. Insomma ci siamo capiti. Quindi, at the end of the end, non lo so. Mica m’ha convinto troppo.
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thedirectorscutblog · 9 years
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Dieci cose da sapere sulla 68esima edizione del Festival di Cannes
Inizia ufficialmente oggi, mercoledì 13 maggio e si concluderà il giorno 24, il Festival sulla splendida costa azzurra francese. Eccovi dieci imperdibili news sul programma di quest’anno.
1 I film saranno 19, di cui cinque francesi. L’italia si difende con tre pellicole dei maestri Garrone, Moretti e Sorrentino, che porteranno rispettivamente in gara i film Tale of Tales, Mia Madre e Youth - La giovinezza.
2 Che sarà un Festival improntato al femminile (finalmente direi!) lo avevamo già capito dalla locandina. A fare da “madrina” a questa edizione sarà Ingrid Bergman, che Cannes ha voluto omaggiate per la sua incredibile bravura e bellezza. Inoltre, il primo film sarà La Tete Haute di Emmanuelle Bercot, la seconda donna della storia ad aprire il Festival, e  vedremo la guiness woman Isabelle Huppert, con ben tre film. Debutterà alla regia con "Una storia d'amore e di tenebra” anche Natalie Portman, presentando fuori concorso un adattamento dal best seller autobiografico di Amoz Oz. Da oltreoceano sfileranno sul red carpet Jane Fonda, Cate Blanchett, Charlize Theron (rasata a zero per "Mad Max:Fury Road”)
3 Un presidente non basta, per questo ne hanno mandati due! I terribili fratelli del cinema americano, Joel ed Ethan Coen, noti per il loro capolavoro, “Il grande Lebowski” , decreteranno le assegnazioni delle palme luccicanti. Habitué del festival con più di nove film presentati sulla Croisette, si sentiranno (a modo loro) un po’ a casa, ma faranno sicuramente la storia di questo meraviglioso Festival.
4 Ancora una volta una donna, protagonista dell’omaggio che unisce il cinema alla musica è  Amy Winehouse, scomparsa precocemente nel 2011, malinconica protagonista di “Amy”, documentario di Asif Kapadia, già ampiamente criticato dalla famiglia della cantante. Verrà proiettato nella sezione di mezzanotte e c'è da scommettere che non mancheranno le polemiche.
5 Non può mancare lo scandalo dell’edizione, e quest’anno ad accaparrarsi il titolo è “Love”, di Gaspar Noé, che racconta una liaison a tre, protagonista il semi sconosciuto Karl Glusman. Aggiungiamo la proiezione in 3D, una locandina accattivante… et voilà! Buonini, comunque non è prevista distribuzione italiana, per ora.
6 Dopo il grande successo del selfie hollywoodiano degli oscar 2014, ci saremmo aspettati il bis! E invece no. Il direttore del Festival Thierry Frémaux ha storto il suo naso alla francese e ha detto no, assolutamente no agli scatti con il cellulare, perché, a detta sua, le star non sono mai state così brutte come nei loro ridicoli autoscatti. Che antipaticone!
7 Attesa come una vera e propria diva anche l’emergente Adèle Exarchopoulos, già compagna di set (e di vittoria) di Lèa Seydoux in “La vita di Adèle”, Palma d’oro 2013, che ha poi vinto la coppa Chopard come rivelazione femminile del 2014. La vedremo diretta da Elie Wajeman in "Les Anarchistes”.
8 Chi vincerà? I favoriti si sa, ci sono sempre. Questa volta tutti puntano su "The lobster", definito un film fanta-choc, firmato dal regista Yorgos Lanthimos, maestro della new wave greca, con cast stellare: Colin Farrel, Léa Seydoux, Rachel Weisz.
9 Louis Garrel fidanzata ed ex: ovviamente non donne qualsiasi. Stiamo parlando di Laetitia Casta e la “vecchia” fiamma Golshifteh Farahani. Con chi verrà a portare in concorso Mon Roi e alla Semaine de la critique il suo primo film da regista Les deux amis? Sono scelte difficile. A cominciare dal fatto che la Golshifteh è la protagonista di Les deux amis, e mica si può lasciarla a casa. O no?
10 La critichetta c’è. Anche quest’anno c’è! A cominciare dalla bella bionda Sienna Miller, sistemata in postazione giuria. Di certo ha azzeccato parecchi film, tra cui il premiato American Sniper, ma siamo proprio sicuri che quello sia il posto giusto per lei? Forse, e dico forse… sarebbe piaciuta di più a passeggiare avanti e indietro sul tappeto rosso, anche fino a consumarlo, quello poco importa.
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thedirectorscutblog · 9 years
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Franklyn. #Emilia
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thedirectorscutblog · 9 years
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“ BASTA POCO” Illusioni, felicità e Dino Zoff. [ANTEPRIMA DEL FILM]
Quanto costa la felicità?
Questa domanda deve essersela posta il regista del film “Basta Poco”, Andrea Muzzi (nelle nostre sale dal 30 aprile) che nella sua opera prima, ci racconta una storia di bugie e illusioni…
 https://www.youtube.com/watch?v=YMhBKha5DWU
 Ti senti solo? Hai bisogno di qualcuno che ti faccia sentire più bella? Sei omosessuale e non hai il coraggio di dirlo ai tuoi genitori? Ci pensa l’agenzia “FELICI&CONTENTI”.
E di solito, “felici e contenti” è il fortunato “slogan” di coda delle favole, con cui le mamme e i papà di tutto il mondo hanno sempre chiuso, tra uno sbadiglio e l’altro, rivisitazioni di fiabe ricostruite con l’aiuto di qualche ricordo e un po’ di fantasia. Andrea Muzzi decide invece di non aspettare, aprendo il film con una promessa di felicità senza eguali. Peccato che questo, come lui stesso ci ha raccontato all’anteprima del film svoltasi a Roma il 21 aprile, sia un film che non parli di felicità, ma di sognatori troppo cresciuti e miraggi.
La commedia toscana, si pone con una grazia quasi ormai dimenticata, e decide di non invadere lo spettatore ma di accompagnarlo fino alla fine del film tenendolo per mano.
Dotato di una semplicità favolistica, il film tratta argomenti che nella società di oggi sono spesso affrontati con cattiveria, come l’asocialità diffusa e la sensazione di doverci sentire sempre sulla cresta dell’onda, con i nostri post su facebook e i nostri tweet.
Inoltre, la straordinaria partecipazione del campione Dino Zoff, farà adorare la pellicola anche da quegli uomini un po’ “allergici” alle serate passate al cinema.
Non voglio anticiparvi niente…
Se volete prendervi una piccola pausa dalla vostra quotidianità, attraverso una risata “consapevole”, ve lo consiglio.
Insomma, tutti al cinema!
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thedirectorscutblog · 9 years
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Quattro giorni al Nordic FF.
Si è conclusa domenica 19 la quarta edizione del Nordic Film Festival presso La Casa del Cinema di Villa Borghese e un leggero soffio di malinconia appannerà questo articolo (vi avverto).
Ho cercato di essere presente ogni giorno ad almeno una proiezione, a partire da giovedì 16 con la rassegna di “Visual Filmmaking/Video Art” a cura del Circolo Scandinavo, presentata dal Direttore Ingo Arnason. In sala era presente la giovane regista Elina Oikari, con cui ho piacevolmente avuto modo di discutere a proposito dei suoi due cortometraggi: “Pellèas et mèlisande” 2011 (16’) e “Missing Tapes from a Highway Set”  2012 (16’), entrambi onirici, rigati da una malinconia struggente che, almeno per me, l’hanno resa una splendida rappresentante dell’immaginario finlandese. Elina, che durante le proiezioni è rimasta fuori dalla sala perché “essere presente la fa sentire in ansia”, mi ha spiegato come voglia evolvere il suo percorso verso uno stile più astratto e meno narrativo dei film presentati al festival di quest’anno, e che spera di tornare a farci visita con dei lavori che rappresentino la sua crescita.
Venerdì è toccato all’atteso western “The Salvation”, scritto e diretto dal regista Kristian Levring: un film dall’aria cupa e noir, in perfetta sintonia con il tema di quest’anno (il genere crime appunto) che racconta la storia del colono Jon, (Mads Mikkelsen) un uomo a cui viene uccisa la moglie e il figlio di soli dieci anni da un delinquente appena uscito di galera, fratello del famigerato capobanda Delarue. Jon vendica la sua famiglia e lo uccide, scatenando la furia della banda e specialmente del fratello che adesso vuole vedere l’uomo morire davanti ai suoi occhi a tutti i costi. Accanto alla drammatica presenza di Mikkelsen anche la bella e tenebrosa Eva Green. La pellicola è stata presentata, fuori corso, durante la 67a edizione del festival di Cannes, e nonostante io non sia una grande appassionata del genere, consiglio a molti di vedere questa storia che vi terrà a lungo con il fiato sospeso.
Sabato 18 ho scelto di vedere “Stockholm Stories”, primo lungometraggio della regista Karin Fahlnén che ce lo ha presentato di persona.
Il film, il titolo stesso lo dice, racconta la vita di cinque persone che vivono a Stoccolma, le cui strade si incrociano producendo una serie di avvenimenti a catena che strappano facilmente un sorriso allo spettatore, persino attraverso la difficile strada del sottotitolo, che spesso complica l’assimilazione (chiamiamola così) della storia per il giusto verso.
La Fahlnén ha raccontato la difficoltà che stava dietro alla costruzione delle singole personalità che fanno da protagoniste nel racconto e soprattutto l’incastro di motivazioni secondo cui queste persone si sarebbero dovute incontrare. A noi italiani, a me, a primo impatto la storia è parsa un po’ banale: parlare di persone che si incontrano e basta poteva essere scontato. Questo in sala l’abbiamo pensato in parecchi prima di scoprire che a Stoccolma, il 50% degli appartamenti presenti in città sono abitati da persone singole, e che la solitudine è uno dei più grandi problemi presenti nel paese, motivo di angoscia e depressione. È stato bello vedere Karin illuminarsi, rivelandoci il suo entusiasmo nello scoprire una città come Roma, dove in ogni angolo si possono trovare centinaia di persone che si scambiano chiacchiere, si conoscono o semplicemente si parlano anche solo per cinque minuti. Stockholm Stories ti permette al contrario di immergerti in un’altra realtà e di capire come sia poco scontata la continua connessione che si ricrea di giorno in giorno tra le persone e di come spesso, in alcuni posti come la Svezia, c’è chi proprio non aspetta altro di poter dire “piacere di conoscerti!”. Un film genuino, divertente e tanto originale.
 Cambiando completamente genere, domenica ho assistito alla prima proiezione italiana di “NOKAS”, film ambientato nella città norvegese di Stavanger, dove undici uomini armati decidono nel 2004 di rapinanare appunto il “Nokas” (Norwegian Cash Service). Secondo i piani la rapina doveva durare solo 8 minuti. Per via di difficoltà durante la rapina, si arriva al confronto tra i rapinatori e i poliziotti. La storia si conclude con l’uccisione del poliziotto Arne Sigve Klungland e con la fuga dei rapinatori con una somma di 57,4 milioni di corone (circa otto milioni di euro). La tragedia è stata il più grande avvenimento drammatico accaduto in Norvegia fino al 22 luglio del 2011 con gli attentati di Oslo e Utøya. La toccante pellicola è stata introdotta dallo sceneggiatore Christopher Grøndahl che ci ha raccontato dettagliatamente il suo lavoro di ricerca avvenuto prima della stesura del film, dei suoi viaggi nelle carceri dove sono detenuti i reali rapinatori della banca e del suo incontro con tutte le persone che sono state poi trasposte cinematograficamente nella storia. Durante questo duro lavoro, sia lo sceneggiatore che il regista, si sono resi conto dell’estrema difficoltà che risiedeva nello sradicare la storia da una sorta di denuncia nei confronti dell’impreparazione delle forze operative di polizia, con il conseguente taglio di diverse scene che riguardavano questo argomento. Col senno di poi però, c’è stato un forte pentimento nell’abnegazione di questi dettagli, poiché come ha raccontato Grøndahl, problematiche simili si sono presentate anche ad Utøya. Il film mantiene comunque un alto livello di conformità con la realtà e conserva a mio avviso un timbro di contestazione. Mi auguro che presto verrà avviata la distribuzione di questo film in Italia così che anche gli italiani possano capire che le mancanze, l’incoerenza e l’imprecisione possono piantare le proprie radici in ogni paese, non solo nel nostro (come ci fanno credere).
Le sale sono state spesso affollate e gli eventi sono stati piacevolmente stracolmi, ma mi auguro che l’anno prossimo questo festival riesca ad ampliarsi ancora di più perché lo merita davvero, quindi preparatevi per il 2016. Per chi invece non volesse attendere la prossima edizione, il festival continua alla cineteca di Bologna il 25 e il 26 aprile, dove potrete vedere (o rivedere) film come “The keeper of lost causes”, “Pioneer” (Sabato) e “The hour of the Lynx” (Domenica).
Su questo sito potrete leggere il programma dettagliato delle proiezioni:
http://www.cinetecadibologna.it/nordic/ev/programmazione
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thedirectorscutblog · 9 years
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NORDIC FILM FEST 2015 
E’ stata presentata il giorno 8 aprile a “La Casa del Cinema” di Villa Borghese, la quarta edizione del Nordic Film Festival, un festival del cinema tutto dedicato alla cultura nordica, organizzato dalle ambasciate di Norvegia, Svezia, Finlandia Danimarca e Islanda con il comune di Roma, la cui sigla originale è stata realizzata dagli studenti dello Ied (Istituto Europeo di Design).
Il programma prevede la proiezione complessiva di 14 film, con un totale di 50 ore di grande cinema nordico, immersi nella splendida cornice di Villa Borghese, tutti a ingresso libero.
 Il tema di quest’anno è il NOIR e si partirà giovedì 16 aprile con la Danimarca (paese protagonista di questa edizione) che presenterà il film “The keeper of lost causes” tratto dal libro best-seller e pluripremiato, dello scrittore Jussi Adler-Olsen -pubblicato in Italia con il titolo “La donna in gabbia”. Gli altri due film danesi che accompagneranno la prima pellicola sono il western “The Salvation” e “The Hour of the Lynx”.
Il giorno 16 sarà protagonista anche l’Islanda, con “Life in a Fishbowl” presentato da Inno Arnason, Direttore del Circolo Scandinavo, che introdurrà anche il secondo film scandinavo “The Horses and men”, previsto per domenica 19.
Venerdì 17 le proiezioni inizieranno alle ore 15 con “The reunion” (Svezia) di Anna Odell, vincitore del FIPRESCI come Miglior film Orizzonti e Settimana Internazionale della Critica, al Festival del cinema di Venezia nel 2013. Per poi proseguire alle 17 con un film Finlandese, “The Disciple” che sarà presentato dal produttore Mats Långbacka e che meglio calza sul tema del crime, scelto per quest’anno. In serata sarà la volta della Norvegia con “The Pioneer”, thriller diretto da Erik Skjoldbjærg. Dello stesso regista saranno presenti anche altri due film: “Un Nemico Del Popolo” e “NOKAS”.
I paesi protagonisti del giorno sabato18 saranno invece la Svezia, che ci presenterà un film dai toni comico-drammatici, e che inoltre rappresenterà la prima esperienza di lungometraggio della già nota regista Karin Fahlén, il titolo del film è “Stockholm Stories” e sarà introdotto dalla stessa regista prima della proiezione. Mentre alle ore 21 vedremo “They Have Escaped” (Finlandia) anch’esso presentato dal regista J-P Valkepää e la co-sceneggiatrice Pilvi Petlola Valkepää.
Infine, domenica 19, concluderanno il festival i film “The Grump” dalla Finlandia e “Gentlemen” (Svezia) presentato dal regista Mikael Marcimain, l’attrice Ruth Vega Fernandez e il produttore Johannes Åhlund, un grande film tratto dall’acclamato best-seller di Klas Östergren sulla vita improbabile dell’eccentrico Henry Morgan, che ha ricevuto tredici candidature agli Oscar svedesi.
Quest’anno il Festival ha voluto inoltre onorare due grandi protagoniste del cinema nordico, le splendide attrici Anita Ekberg e Ingrid Bergman (volto del manifesto di Cannes 2015). Domenica 19 aprile alle ore 21.00, il NORDIC FILM FEST omaggerà̀ la Ekberg, leggendaria attrice svedese de “La Dolce Vita” scomparsa l’undici gennaio 2015. Mentre è stata inaugurata il giorno 8 aprile una splendida mostra: “Ingrid Bergman: 100 anni dopo”, articolata in 2 sezioni: una con 30 immagini dell’attrice durante le estati degli anni ’50 presso Villa Bergman/Rossellini e l’altra con immagini che ritraggono l’attrice nei suoi 62 film.
Altre infomazioni sugli eventi in rassegna al Festival le potrete trovare qui: http://www.nordicfilmfestroma.com
Inoltre, io cercherò di seguire attentamente questa splendida edizione del NORDIC FILM FEST per descrivervi al meglio un importante evento romano che si proporrà come un vero e proprio “must” per tutti gli amanti del cinema. Non perdetemi d’occhio!
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thedirectorscutblog · 9 years
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HO UCCISO NAPOLEONE
Pasquetta di qua, pasquetta di là, ma che facciamo? Alla fine ho deciso di andare al cinema a vedere il nuovo film di Giorgia Farina: “Ho ucciso Napoleone” con la bellerrima e simpatica Micaela Ramazzotti. La storia, ambientata in una Roma di grattacieli alti che sembra quasi di stare a New York, è quella di Anita, intraprendente e impassibile lavoratrice dall’apparente curriculum perfetto. Ha solo un problema: è incinta. E nel giro di due giorni si ritrova madre e disoccupata. Infatti l’azienda per cui lei lavora, prima la promuove e poi la caccia via.
Ritrovatasi in mezzo ad una strada, anzi per meglio dire, in mezzo ad un parchetto (perché è lì che quasi tutto il film si svolge) si rimbocca le mani per mandare in rovina l’artefice della sua, di rovina, il padre di suo figlio, Paride – collega sposato già padre di due gemelle – con l’aiuto di un gruppetto di donne “particolari” e un collega col tipico profilo da disagiato sociale. La vendetta è servita, insomma, ma niente è come sembra e il film assicura colpi di scena interessanti.
Giorgia Farina, già nota ai festival di Toronto e Venezia per i suoi fortunati cortometraggi, torna sul grande schermo dopo il suo primo lungometraggio, commedia noir tutta rosa, “Amiche da morire”, per dirigere questa seconda commedia, cinica e stilizzata. Io aggiungerei fin troppo stilizzata. La narrazione appare infatti debole e superficiale a causa della quantità e della mancanza di spessore dei personaggi che sono quasi stereotipi vuoti di vite che non possono esistere realmente.  I discorsi sono banali e le battute circoscritte in una forma parodistica troppo elementare che incide sulla credibilità degli intrecci relazionali, penalizzando la cifra morale della storia stessa (non male).
D’altra parte, nonostante l’impeccabile interpretazione della Ramazzotti la renda una vera str**za coi fiocchi, devo dire che la preferivo più imbranata e meno chic. La Micaela di “Posti in piedi in paradiso” [di e con Carlo Verdone, 2012] cardiologa che misurava la pressione con gli auricolari del telefono e che si abbandonava ad un “ma vedi de annà a fanculo!” senza pari. Forse un po’ quella dottoressa svampita ci manca. A te no Micaè?
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thedirectorscutblog · 9 years
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Da oggi mi trovate anche qui. vivibene.org
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thedirectorscutblog · 9 years
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Il Roma web fest è il primo festival internazionale per web serie e fashion film in Italia.Ideato dal suo direttore artistico Janet De Nardis è il terzo web fest al mondo.
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thedirectorscutblog · 9 years
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Innovative Icelandic phenomenon Sigur Rós brings a provocative concept to the making of music videos. The band's new album, Valtari, features the work of over 12…
VISIONI NOTTURNE
Ho ripescato per voi un videoclip del 2012 diretto dalla regista israeliana Alma Har’el davvero degno di nota. Nel video, i protagonisti Shia LaBeouf e Denna Thomsen si intrecciano in un intricato viaggio che passa attraverso danze simboliche e un amore distruttivo, a tratti violento, droghe e dipendenze, con un finale malinconico non privo di un meraviglioso incanto. Dura otto minuti. Guardatelo tutto. 
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thedirectorscutblog · 9 years
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STILL ALICE, FINALLY JULIANNE.
#2 Ieri sera ho finalmente avuto modo di guardare Still Alice, film che ha visto la protagonista Julianne Moore aggiudicarsi un meritatissimo premio Oscar dopo le numerose candidature degli anni precedenti. Il film racconta appunto la storia di Alice, unameravigliosa donna perfettamente padrona di se stessa, del suo lavoro per il quale ha studiato sin da giovanissima e ha raccolto numerosi successi, di una famiglia bella, articolata come tutte le famiglie vere, ma sicuramente armoniosa. Successivamente a una serie di episodi preoccupanti, Alice decide di rivolgersi ad un medico che le diagnostica una rarissima forma di Alzheimer precoce ed ereditaria per i suoi figli. Da quel momento tutta la sua vita cambia e si trova a lottare contro la perdita della sua vita e della sua identità. Da parte sua la Moore ci restituisce un personaggio capace di modificarsi minuto per minuto, così che ci sembri quasi impossibile determinare una degenerazione netta nella mente di Alice che troviamo all’inizio del film abile, intelligente, e spigliata, e poi smarrita nella sua confusione, ingenua e quasi infantile a causa del declino delle sue facoltà cognitive. Coinvolgente e tristemente chiara la scena del ritrovamento del video nel pc, dove la stessa protagonista si ritrova ad ascoltare una “lei” ancora sana, ancora Alice. Se ne evidenzia così anche un contesto complicato ed elaborato, dove scopriamo un marito incapace di accompagnare passo passo la moglie nella malattia, e una figlia, che sembrava la meno propensa a relazionarsi con la madre, che la “cura” con la letteratura e il teatro. Una storia verissima, narrata in modo impercettibilmente filmico, e che ci da l’impressione della realtà, è il film che vi strapperà qualche lacrima. Assolutamente consigliato.
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thedirectorscutblog · 9 years
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Ecco, in anteprima, il nuovo video di Piotta, che anticipa il prossimo album 'Nemici' in uscita il 14 aprile. Il brano, realizzato assieme alla...
#1 La primissima recensione la voglio dedicare alla sezione Videoclip perché proprio oggi è uscito il il nuovo video di Piotta realizzato dal mio amico Tiziano Russo ( già regista per Negramaro; Dardust; Le Strisce e tanti altri).
Il video, complice la meravigliosa location “MAAM” - museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz a Roma - è un viaggio esplorativo all’interno della culla della street art romana e della Roma stessa trasversalmente alle parole del rapper. Attraverso un fluido piano-sequenza in pieno stile Birdman, Russo ci mostra un labirinto colorato e logoro abitato da figure aspre e occasionalmente kitsch che si fanno spettatori immobili al nostro passaggio. La colorazione calda e tenue dell’immagine sottolinea ancor di più la sua atmosfera deteriorata e familiare. Definirei 7 vizi Capitale un piccolo capolavoro. Bravo Tiziano! 
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thedirectorscutblog · 9 years
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First Of All
Ciao amici, finalmente e dico FINALMENTE tutti gli impegni da universitaria mi hanno abbandonata e ho il tempo di dedicarmi alle mie passioni, così una tra le prime cose che ho deciso di fare è aprire questo Blog sul cinema. 
• I post saranno divisi in tre sezioni principali: #Ftoday (o semplicemente #Ft) per i film in sala; #Fyesterday (#Fy) per vecchi film che ho deciso di recensire e #Vclip (#Vc) per i videoclip musicali che ritengo degni di nota. 
Non mi resta che iniziare! Baci. 
G.
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