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20lin.es è un piattaforma di social publishing che combina scrittura collettiva e lettura interattiva al fine di innovare il processo di creazione di un racconto. www.20lin.es
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twentylines · 11 years ago
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Da SCRIVERE a una piccola novità.
Cari 20liners, 
spero che il vostro fine settimana sia ricco di programmi e aspettative (o di relax, perché no).
Oggi vi scrivo per aggiornarvi sull'andamento della terza fase di SCRIVERE, il contest lanciato con Fabbri Publishing che sta raggiungendo un grande successo all'interno della nostra community di lettori e scrittori: sono più di 100 le storie collaborative di genere fantasy già apparse nella sezione apposita:  
http://it.20lines.com/special/scrivere3#stories
Ancora una volta, il modello del contest sta premiando la partecipazione della community, offrendo una nuova possibilità per portare i racconti dei 20liners direttamente in edicola.
Continuate quindi a inviarci i vostri racconti fantasy e soprattutto segnatevi una piccola novità: dalla prossima settimana il nostro appuntamento con le storie consigliate verrà spostato direttamente su 20lines, mentre sul blog continuerete a ricevere tutti gli aggiornamenti sulle nostre iniziative editoriali e sulle nuove opportunità che riusciremo ad offrirvi. 
A presto e buon fine settimana a tutti.
Il vostro affezionatissimo
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twentylines · 11 years ago
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SCRIVERE (di cose Fantasy): si ricomincia!
Cari 20liners, 
avete un bel racconto di genere fantasy nel cassetto?
Siete pronti a condividerlo con altri utenti e a vederlo pubblicato e distribuito in edicola?
Da oggi inizia la terza fase del contest "SCRIVERE" di Fabbri Publishing, dedicata ai racconti fantasy, nella quale potrete mettere in gioco la vostra creatività e le vostre doti nella scrittura, creando insieme ad altri 20liners fantastiche storie brevi per aiutare i lettori a sognare e a viaggiare nel mondo della fantasia, in poche righe.
Come?
Entrando nell'apposita sezione Special: http://it.20lines.com/special
dedicata a questa fase, avrete l'opportunità di pubblicare in concorso il vostro incipit o continuare quelli di altri utenti.
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Quanto tempo?
Avrete a disposizione 20 giorni, quanto necessario per sottoporre le vostre opere al giudizio dei lettori!
...e poi?
E poi incrociate le dita: i primi 10 racconti più apprezzati dalla community saranno poi pubblicati insieme al n. 20 della collana SCRIVERE, che potrete trovare in edicola il 16 Maggio!
Pronti per una nuova avventura (fantasy)?
In bocca al lupo
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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Arrivano i Classici!
Potrebbe sembrare un incitamento di tempi passati, e in parte è così: "arrivano i Classici" per 20lines vale come un altisonante "arrivano i nostri!" 
Abbiamo aperto un canale sulla nostra piattaforma per poter riportare, concentrare, divulgare e, per i più dormienti, riesumare alcuni frammenti di alta letteratura del passato.
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Manzoni, Carducci, Leopardi, Verga e molti altri nomi che ancora popolano i nostri ricordi, o il nostro presente (per chi ogni mattina si siede sui banchi delle scuole superiori) fanno capolino sulla nostra piattaforma con alcuni tra i loro più celebri poemi e racconti, ma anche con alcune storie, magari meno conosciute e per questo ancor più ricche di quel carico di piacere che è la scoperta di qualcosa di nuovo.
Dal link riportato di seguito, cari 20liners, potrete quindi approdare a questa nuova, piccola porzione di mondo letterario, per ascoltare l'eco dei tempi andati, le voci sepolte dal tempo ma mai ammutolite di alcuni tra i più importanti scrittori, poeti e letterati della storia.
20lines Classici: http://bit.ly/20linesClassici
Buona lettura, buona scoperta e buona letteratura,
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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L'intervista: 6 Domande per Antonio Nicaso
Ciao 20liners!
Oggi siamo a colloquio con Antonio Nicaso, giornalista, scrittore e autore, con Sergio Schiavone (comandante del RIS di Messina), del saggio "Cacciatori di Tracce", pubblicato da UTET.
Il libro in questione rappresenta un'analisi dell'affascinante mondo delle indagini scientifiche - dall'analisi del DNA alle indagini informatiche - e di come questi metodi cambino col progredire della tecnologia. Un saggio, che riteniamo particolarmente interessante per due ragioni: l'autorevolezza degli autori e il modo in cui l'analisi delle varie tecniche investigative si accompagna alla narrazione di famosi fatti di cronaca ad esse correlati.
20. Antonio, insieme al Tenente Colonnello Schiavone sei coautore di questo interessante libro sulla storia e la descrizione delle indagini scientifiche e della loro importanza sempre maggiore nella risoluzione dei delitti. Credi che si stia assistendo all’evoluzione della figura dell’investigatore? Un passaggio graduale da Poirot o Montalbano, ai detective di CSI o del RIS? Oppure sono due figure che si affiancano e che continueranno a coesistere?
A. Se esistessero davvero i Poirot o i Montalbano, tutto sarebbe più bello e più facile. Nonostante l’evoluzione delle tecniche e della strumentazione analitica, sia nella fiction sia nella realtà, l’attività di indagine non può prescindere dalla componente umana e professionale. Come ha scritto Gianni Santucci nella recensione del libro sul Corriere della Sera, «lo sbirro senza scienza fa poca strada; ma la scienza, senza la testa di un vero sbirro, serve a poco».
20. Nel libro descrivete le tecniche d’indagine attraverso fatti di cronaca giudiziaria, molti dei quali molto conosciuti. Tra quelli narrati nel libro, ce n’è qualcuno che ti ha colpito particolarmente?
A. Mi vengono in mente le indagini sulla strage di Capaci, il primo caso giudiziario in cui è stata applicata l’indagine del DNA in ambito forense. Grazie ai mozziconi di sigaretta lasciati per terra è stato possibile risalire a due dei componenti del gruppo che ha piazzato il micidiale ordigno. Comunque, negli ultimi 25 anni ho seguito con particolare interesse tutti i casi più eclatanti che hanno caratterizzato la cronaca nera in Canada e negli Stati Uniti. Uno dei casi più eclatanti è stato quello di O.J. Simpson, del quale ho seguito tutte le udienze.
20. Come spiegate in “Cacciatori di tracce”, l’evoluzione delle tecniche d’indagine è guidata anche dall’evoluzione dei crimini e degli strumenti utilizzati per commetterli. Ci può essere un vincitore nella gara tra lo scudo e la lancia? Ci sarà sempre spazio per il delitto perfetto?
A. Purtroppo, c’è spazio per il delitto perfetto. Lo confermano gli esperti del settore, come il tenente colonnello Schiavone, uno dei più bravi investigatori italiani in campo forense. Io mi occupo prevalentemente di criminalità organizzata, di globalizzazione delle mafie e purtroppo noto con dispiacere che i criminali viaggiano a velocità diverse, rispetto agli investigatori. Semplificando un concetto molto complesso, si potrebbe dire che le mafie si sono globalizzate, l’azione di contrasto ancora no e risente fortemente delle limiti rappresentati da legislazioni e giurisdizioni diverse, ma anche da competenze territoriali, ristrette e anguste nell’ottica della globalizzazione.
20. Hai firmato diversi libri d’indagine, specialmente sul tema delle organizzazioni criminali e spesso con co-autori della tua stessa caratura. Possiamo aspettarci, in futuro, un Antonio Nicaso autore di fiction?
A. (Ride). Mi piacerebbe, ma non so se la fiction sia nelle mie corde. Mi appassiona molto la ricerca d’archivio, la saggistica penso sia il genere più adatto per le mie caratteristiche. Ho cominciato a cimentarmi con soggetti cinematografici e televisivi per conto di network americani e canadesi. Magari, chissà un giorno…
20. Che genere di libri e di autori ami leggere?
A. Leggo tutto quello che posso su mafie italiane e straniere, con particolare interesse per Yakuza, Triadi, Cartelli messicani e mafia russa. Leggo in italiano, spagnolo, inglese, mi tengo continuamente aggiornato. Non disdegno comunque i romanzi. Mi piacciono molto quelli polizieschi.
20. Il prossimo libro che leggerai e il prossimo libro che ti piacerebbe scrivere.
A. Sono appena tornato da una breve vacanza al mare. Ho riletto due libri: La fattoria degli animali di Orwell e Il vecchio e il mare di Hemingway, entrambi nella versione originale. Oggi ho cominciato a leggere Se il Sud muore di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Quanto a me, tra qualche giorno consegnerò alla Random House il mio nuovo libro in inglese, scritto assieme a Peter Edward con il quale nel 1993 ho pubblicato Deadly Silence. Uscirà a febbraio del 2015. In italiano, invece, sto scrivendo un nuovo libro con Nicola Gratteri. È un lavoro molto impegnativo e che richiederà un po’ di tempo.
20. Grazie Antonio. Siamo sicuri che questa chiacchierata sarà di grande ispirazione per i lettori e gli scrittori di 20lines. Adesso, infatti, la penna passa a voi. L'invito è a scrivere un thriller avvincente sul #DelittoPerfetto e per farlo avete a disposizione due possibilità:
a) divertirvi a continuare "Tutta un'altra storia" l'intrigante incipit scritto per 20lines da Antonio Nicaso
b) scrivere il vostro thriller, seguendo le indicazioni che vi abbiamo messo a disposizione su 20lines
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Buona scrittura!
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twentylines · 11 years ago
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Che storie #17: Core, La ragazza del quadro, L'Ordine Religioso degli Spintonatori, #OnTheRoad
Cari 20liners,
buongiorno e benvenuti al nostro consueto appuntamento con le storie della settimana.
Oggi vi parleremo di tre racconti che si sono particolarmente distinti per originalità e stile.
Il primo di questi è Core, di Davide Rossetti.
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In questo racconto, i personaggi sono ottimamente caratterizzati e inseriti nel contesto della capitale; il vernacolo, un  profilo in linea con molti soggetti cinematografici di successo, mette in risalto lo spirito di una vita dura, inserita all'interno di un contesto criminale ma ricca di umanità nelle sue sfaccettature, nelle scelte e nei comportamenti del protagonista.
Er Cinese è il punto di accesso a questo mondo, che intrattiene e si fa scoprire riga dopo riga.
Il secondo racconto di oggi è La donna del quadro, di Giada Alberghini.
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In questa vicenda, le storie e gli affetti dei personaggi si intrecciano grazie all'arte, strumento di mediazione e punto di incontro tra le anime di figure che si originano nella vita reale, sotto forma di vicende passate, e vengono riproposte con trasparenza e immediatezza in un racconto che vuole raccontare, confidare e scoprire a sua volta uno stato d'animo, la ricerca di una delicatezza che non ha fine, che rende tutto un po' migliore. Consigliato per gli amanti dell'arte, e per gli amanti in generale.
Il terzo racconto è L'Ordine Religioso degli Spintonatori, di Claudia Rossini.
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Un racconto originale e diverso, che intrattiene con la sua imprevedibilità, i suoi riferimenti al mondo reale resi grotteschi in una cornice dove tutto è alterato, esacerbato, deriso. 
Riga per riga, scopriremo di riferimento in riferimento un mondo diverso, sconosciuto, dove gesti e azioni, decisioni e conversazioni sono lontane e a tratti incomprensibili per noi, eppure non ci lasciano distogliere lo sguardo, l'interesse per la scoperta di questa dimensione parallela.
Nel concludere l'articolo di oggi, riporto alla vostra attenzione la nostra iniziativa #OnTheRoad; l'afflusso delle vostre storie, che ricalcano i contenuti della Beat Generation e di una delle sue penne principali, Jack Kerouac, sta tracciando le tante strade possibili per ognuno di noi, ricordando una volta in più che gli orizzonti e gli interrogativi di quel movimento restano presenti nel nostro futuro, anche se coperti da un sottile velo di polvere...
Con la riscoperta di questa corrente artistica, mi congedo da voi augurandovi il miglior fine settimana possibile e una "buona strada" da percorrere.
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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#Scrivere: annunciamo i vincitori!
Cari 20liners,
questa settimana il post sarà sostituito da un lieto annuncio: i racconti e gli autori vincitori della seconda fase di Scrivere, dedicata al genere romantico!
Vi riporto di seguito la classifica, ricordandovi che potrete leggere in cartaceo i racconti il 14 Aprile, quando usciranno in allegato al n. 14 della collana SCRIVERE di Fabbri Publishing. 
Un'altra occasione per sognare, e per realizzare la propria ambizione...
1) Crudele come l'amore di Linda Lercari, Rita Maurizi, Rachel Stella Jelinek.
2) Ma l'amore cos'è? di Randa Elsheikh, Florinda Oliviero.
3) Runa di Beliar, Roberto Leone, Davide Occhipinti.
4) Il Cammino di Giulia C., Claudia Cavallaro.
5) Spagna y amor di Massimo Ferraris, Antonella Maggio, Paolo Albertin, Cleo Patra, Paola Roela.
6) L'amore tradotto di Costantino Dimitriades, Tullia Ranieri.
7) Rosa Vermiglio di Alessia Malachiti, Giuseppe Puppo, Annalisa Rizzi, Annarita Faggioni, Daniele Buzzurro, Anna Rita Foschini.
8) Profumo di vaniglia di Rainalda Torresini, Rita Maurizi.
9) Lettere d'amore di Miriam De Marco, Erika Cecchetto, Maurizio Spreghini.
10) Per puro caso di Elisa Napolitano, Carmen Losco Savino.
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twentylines · 11 years ago
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#LaGrandeBellezza: una riflessione, e il vostro contributo.
Cari 20liners, 
oggi vi proponiamo un breve post sul grande successo riscontrato da "La Grande Bellezza" agli Oscar.
Il film ha diviso critica e pubblico, "grandi e piccini", contrapponendo gli spettatori su posizioni diverse: chi in esso ha visto un affresco di un certo modo di essere italiani, chi invece non vi ha colto una analisi approfondita, ma solo un lontano richiamo ai grandi fasti del cinema felliniano. 
Si può ridurre il tutto solo a questo?
Noi abbiamo lanciato la nostra proposta, anche per osservare in che modo attraverso il medium 20lines venisse presentata questa grande bellezza, un patrimonio di risorse, un capitale umano e culturale, artistico e sociale in movimento, secondo alcuni verso una ripresa, secondo altri verso un inesorabile declino.
La storia, è la libera opinione di un autore, una risposta a una domanda, che inizia informalmente con "Secondo me, la grande bellezza è...".
Per alcuni potrebbe essere un monumento, per altri un paesaggio di quelli che ancora la penisola offre, o ancora un momento, un periodo della vita. 
Per me #LaGrandeBellezza" ad esempio è Lucio Dalla che canta Caruso, ad esempio, se posso lasciarvi un piccolo contributo per identificare questa grande bellezza che, come nel film di Sorrentino, rasenta il misticismo, evoca un cinema lontano nello stile ma vicino nel senso di vacuità che morde lo spettatore, assente davanti allo spettacolo di una Roma animata da una commistione di cinismo, decadenza e "cafonal".
Cosa penso? Penso che la grande bellezza sia sfuggente, e che debba essere inseguita, istante per affresco, momento per pittore, città per libro, fino a fermarsi, per ritrovarcisi immersi proprio quando meno ce lo si sarebbe potuto aspettare (a questo potrebbero riferirsi le tante inquadrature di una città eterna improvvisamente muta e svuotata da tutto, traffico compreso).
Come sempre, ho parlato e scritto troppo; vi segnalo un racconto in particolare, e vi invito a leggere su 20lines tutti gli altri contenuti, seguite #LaGrandeBellezza!
Universitari Spensierati, di Filippo Zanella: http://bit.ly/1l13ATR
Buona lettura...
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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Che storie #16: La Divina Bugia, Delitto al Carnevale di Venezia, "A Chiazza", Una promessa per Anna, La notte.
Cari 20liners,
buongiorno e ben ritrovati con la nostra rubrica sulle storie da leggere.
Storie brevi, da leggere tutte d'un fiato, ce ne sono sempre di più nella sezione Special grazie al contest Scrivere: avete avuto modo di apprezzare i tanti racconti romantici in concorso? L'afflusso di storie cresce giorno dopo giorno, non esitate a raccontare anche la vostra!
Oggi vi parlo di storie provenienti da un più ampio assortimento di generi, che si sono distinte per la qualità del contenuto, l'apprezzamento del pubblico, un messaggio chiaro e diretto per il lettore.
La prima di queste storie è La Divina Bugia, di Marika Paoletti.
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Una storia breve ma intensa, che rende con immediatezza le vicende della Grande Guerra, il dramma quotidiano, nell'epoca dei grandi scontri bellici, di un figlio, un marito, un compagno, un uomo, un ragazzo poco più che adolescente, costretto a lasciare la sua vita per recarsi al fronte, un luogo entrato nell'immaginario collettivo con una valenza ormai astratta, tanto quella dimensione ci suona lontana e incomprensibile, tanto la avvertiamo come parte di un mondo che la produzione culturale della seconda metà del '900 ha faticosamente affrontato in pellicole e romanzi carichi di rammarico.
"Niente di nuovo sul fronte occidentale", dunque, un nuovo racconto che ci parla di un fatto lontano nel tempo, sfumato dal fumo della guerra, toccandoci nel profondo.
Il racconto che segue è Delitto al Carnevale di Venezia, scritto da Marco Casagrande.
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Nel pieno del Carnevale veneziano, cresce un thriller imprevedibile e raggelante, dove la banalità di una lucida follia ci inquieta e allo stesso tempo ci tiene con gli occhi fissi sul testo, in attesa che il racconto mostri il suo colpo di scena, o il suo colpo mortale...
Come compiere un delitto perfetto? Non posso svelarvi nulla, ma leggete e scoprite voi stessi cosa si nasconde tra le righe di questo racconto!
La terza storia di oggi è "A Chiazza", di Mario Alfonzo.
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Non potendo conoscere a priori l'intento dell'autore, non sia del tutto in grado di stabilire, con la stessa fedeltà della tastiera che l'ha scritto, quale sia stata la prima grande motivazione per scrivere il racconto.
Quello che emerge, leggendo la storia, è una grande capacità di raccontare una terra enigmatica, costruita intorno a sé stessa, alla sua realtà così lontana dallo stereotipo del centro urbano; un inno alla cultura e alla lingua di un piccolo paese, immaginato da chi legge (e vi scrive) attorniato dal frinire dei grilli, mentre un sole secco e un silenzio soffuso si stagliano sullo sfondo di voci e personaggi nuovi, attentamente caratterizzati. Un bel racconto, che vi consiglio.
Proseguendo nell'articolo, arrivo a parlarvi della quarta storia di oggi, Una promessa per Anna, di Nanì. 
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Il dramma della guerra ritorna prepotentemente separando due amori: l'oceano che li allontana è solo quello dei mari, nella sua sconfinata distesa di blu cobalto, o vi sono altre voci, oltre a quelle delle maree, che parlano per i protagonisti, che narrano dei loro sentimenti, della loro sofferenza? Gli echi dello scontro bellico appaiono lontani, ma presenti, attraverso la carta delle lettere che un uomo innamorato ha scritto per la donna che ama.
Un finale incerto, tutto da scoprire fino all'ultima riga.
Infine, l'ultimo racconto che porto alla vostra attenzione è La notte, scritto da Mario Alfonzo.
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Nella penombra di una notte cittadina, una storia prende piede, con una narrazione che descrive il contesto in cui si muove il personaggio, facendo della descrizione esteriore una osservazione introspettiva.
Alcuni elementi, tips che emergono dalla rilettura: la cura cinematografica postmoderna per il dettaglio rappresentativo, una immaginaria inquadratura in prima persona, la calma serafica e ferma di ogni gesto, il lontano ricordo di un autore come Ferdinand Céline.
Un "viaggio al termine della notte"? Forse; sicuramente un racconto con cui accogliere l'arrivo delle stelle.
Con questo ultimo approfondimento, si chiude la nostra rubrica settimanale sulle storie segnalate. L'appuntamento è per la prossima settimana, con le sue novità e i contest in pieno svolgimento.
Come sempre, il vostro affezionatissimo.
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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#Secondafase: BigJump e Scrivere (e qualche storia per il fine settimana...)
Cari 20liners,
buongiorno a tutti voi e ben ritrovati al nostro consueto appuntamento del venerdì.
Come avrete potuto vedere, è iniziata la corsa della #secondafase: su BigJump è attiva la votazione, e per ognuno dei tre generi (thriller, rosa e storico) stanno prendendo forma le prime classifiche provvisorie; un elevato numero di romanzi in gara e una grande attenzione da parte degli utenti sembrano essere le migliori premesse per un concorso ricco di emozioni!
Nella sezione Special, sono sempre di più i racconti collaborativi di genere romantico che partecipano a Scrivere: anche qui, immancabilmente, la vostra attiva e costante partecipazione sta aiutando a far emergere tante nuove storie brevi, da leggere e scoprire copertina dopo copertina.
Volete maggiori informazioni? Desiderate scrivere il vostro racconto romantico e provare ad essere pubblicati in allegato alla collana SCRIVERE di Fabbri Publishing?
Non perdete l'occasione di partecipare al concorso, seguite questo link e scoprite il piacere di SCRIVERE: http://it.20lines.com/special/scrivere2
Al di fuori di questi due grandi contest, riguardo ai quali non mancheremo di tenervi costantemente aggiornati, cresce anche il numero di storie che quotidianamente inseriamo tra i consigliati.
Di seguito riporto alcune di queste, così che possiate concedervi un fine settimana all'insegna di un intrattenimento leggero e piacevole, riscoprendo anche il piacere della lettura!
Nicolò
P.s.:
La bambina con gli occhi da donna: http://bit.ly/1hzRseR
Una fiaba, "dicevano", tutta da scoprire, "dicevano"...
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Ma Belle: http://bit.ly/1fDLzpS
Una storia drammatica, si manifesta e si presenta intorno a lei, Michelle...
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The Siege of Ryndrol: http://bit.ly/1ji3uXK
Il nemico alle porte, la città sotto assedio, un destino tragico all'orizzonte...
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Il Signore degli zufoli: http://bit.ly/1gmxxdY
Il racconto di uno strumento lontano, lontano, dei tempi andati...
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twentylines · 11 years ago
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Realtà Aumentata, libri e fantasia
Cari 20liners, buon lunedì!
Ritorniamo a occuparci di innovazione e nuove frontiere per l’editoria parlando di un argomento che interessa da vicino gli addetti ai lavori nel settore delle nuove tecnologie e dei media: la Realtà Aumentata. La letteratura racconta che il termine sia stato utilizzato per la prima volta nel 1992 dal ricercatore Thomas Preston Caudell, ma è solo negli ultimi anni che questa tecnologia si è diffusa a livello globale con un grande impatto sulle attività umane. La Realtà Aumentata (AR) non è altro che quella forma di comunicazione che permette di accedere, attraverso particolari marcatori, a una serie contenuti multimediali (video, audio, oggetti 3D). 
La realtà aumentata, in ambito editoriale, può riuscire a colmare il divario tra i mondi fisici e virtuali e far superare i limiti dei supporti di stampa, giocando un ruolo essenziale nella tanto dibattuta transizione dal cartaceo al digitale. Non trovate che potrebbe rivelarsi molto interessante anche per i lettori, vista la possibilità di vivere un'esperienza di lettura a 360 gradi? Io credo di sì. 
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Tanti sono i prodotti editoriali sui cui la Realtà Aumentata potrebbe intervenire: riviste, libri ed enciclopedie per bambini, prodotti cross-mediali, libri per la didattica scolastica, testi universitari, manuali d’uso e guide turistiche. In Italia sono ancora isolati i casi di successo in questo campo, soprattutto se parliamo di libri. I lettori sembrano ancora particolarmente legati alla lettura su carta e molto spesso che legge anche in digitale lamenta la mancanza del piacere di una lettura "materiale": mi viene da dire che se la separazione tra "book" e "ebook"  risulta ancora chiaramente netta, l'utilizzo più massiccio dell'AR potrebbe contribuire a dare nuova vita alle pagine dei libri cartacei. 
 Il libro cartaceo, che rimane l’imprescindibile punto di partenza di ogni attività di lettura, diventa sede privilegiata di un’esperienza di “intrattenimento istruttivo” del tutto nuova. La realtà aumentata, infatti, dando vita a parole e immagini, è in grado di creare inedite modalità di lettura dinamica. 
Voi che ne pensate? Vi piacerebbe leggere, per esempio, un grande classico attraverso questo tipo di tecnologie? Il dibattito è aperto!
Alla prossima, 
Valentina 
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twentylines · 11 years ago
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Scrivere: si ricomincia!
Buongiorno cari 20liners,
e benvenuti al nostro consueto appuntamento del venerdì.
Oggi lanciamo a tutti gli effetti il secondo contest di Scrivere: si ricomincia quindi con i racconti da candidare in questa nuova fase, e stavolta si tratterà di racconti rosa.
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Non c'era giorno migliore per lanciare questa iniziativa, che, cito testualmente, prevede che a partire da oggi e per 20 giorni possiate scrivere racconti romantici insieme ad altri autori della community (sia iniziando voi nuove storie, sia continuando quelle già in corso).
Condividendo la vostra storia sui social network e su 20lines, mettendola in vista alla più ampia platea di lettori possibile, potrete ambire a classificare il vostro racconto tra i primi 10 della sezione; questi formeranno una speciale raccolta che verrà pubblicata in cartaceo e che potrete trovare in edicola il 14 Aprile, allegata al n. 14 della collana SCRIVERE!
Possiamo quindi dire che, proprio nelle ultime ore in cui è attiva l'iscrizione a BigJump (c'è tempo fino allo scoccare della mezzanotte per iscriversi e fare il grande salto, la votazione sarà aperta da Martedì 18 Febbraio) su 20lines si può continuare a sognare grazie alla partenza di un nuovo promettente contest.
Voi che ne pensate? Vi soddisfa questa nuova finestra sul mondo dell'editoria?
Alla prossima settimana, con tutti gli aggiornamenti sulla vostra piattaforma di scrittura e lettura preferita...
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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Il genere rosa, tra la conclusione di BigJump e la seconda fase di Scrivere.
Cari 20liners,
oggi è un passaggio molto "rosa" per il nostro blog.
Nessun riferimento diretto o indiretto alla lontana Festa della Donna, o alla letteratura femminista, vorrei essere chiaro da subito; presentiamo un semplice e meritato approfondimento, una panoramica, su un genere da sempre molto in vista sulla nostra piattaforma e molto apprezzato dai nostri utenti.
Su BigJump la sezione dedicata al romanzo rosa ha già raggiunto un elevato numero di candidature, e fino alla ormai vicinissima conclusione delle iscrizioni, domani sera alle 23:59:59, ne arriveranno probabilmente delle altre...!
Nel caso di un altro contest invece, Scrivere, abbiamo una importantissima novità da segnalarvi: si ricomincia!
Con grande entusiasmo, proprio dal 14, partirà una nuova fase di questo contest, e il genere nel quale inscrivere i vostri racconti sarà proprio quello rosa!
Siete contenti? Noi ci auguriamo di si...
Si tratta di un genere che è stato fino ad ora scelto spesso e volentieri da molti 20liners, uomini o donne, per raccontare molto spesso racconti d'amore a lieto fine, incentrati sulla nascita di nuove relazioni amorose, nate con dolcezza e sentimento.
Storicamente, si tratta di un genere tendenzialmente accostabile a diversi altri filoni e generi letterari, anche se tra tutti, suggerirei oggi quello storico; in letteratura, la struttura della ricostruzione storica si interseca non di rado con ricostruzioni di storie d'amore, che permettono di vivere con ancor più enfasi un'epoca lontana.
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Dai racconti caricati su 20lines, emerge tendenzialmente un uso del genere romantico in tre diverse modalità:
- la rappresentazione di una realtà, quella contemporanea, della quale si assaporano i lati migliori solo offrendone una lettura in chiave sentimentale, sfidando il malessere del momento e riscattando sé stessi nell'amore verso un/una compagno/a;
- la rappresentazione di un rapporto d'amore scritto dall'autore con una struttura improntata al realismo: un modo di presentare la crescita di una protagonista attraverso l'amore, e l'attribuzione a questa forma di esperienza di una funzione quasi catartica;
- la rappresentazione di una storia d'amore non idilliaca, privata del lieto fine a causa di un tradimento, o della prematura scomparsa di un personaggio, e per questo intrecciata indissolubilmente con il dramma.
Questi sono alcuni dei principali spunti offerti dalla lettura dei racconti, presenti su 20lines.
Sono tracce, ispirazioni, nuovi punti di vista su un genere diffusosi in epoca recente, affidato al piacere di lettori e lettrici appassionati delle "cose d'amore".
Quali sorprese ci riserveranno i romanzi rosa di BigJump? 
Quali le trame dei prossimi racconti in concorso per Scrivere?
Dal 14 (una data del tutto casuale...) inizieremo a scoprirlo...
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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L'intervista: 6 domande a Giuliana Altamura
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Cari 20liners,
buon inizio di una nuova settimana carica di novità.
Venerdì si concluderanno le iscrizioni a BigJump, il primo concorso per scrittori esordienti interamente digitale, nato dalla partnership tra 20lines, Amazon e Rizzoli. Per un contest che si chiude, un altro inizia, questo venerdì infatti inizierà il secondo contest Scrivere, in collaborazione con Fabbri Publishing e dedicato ai racconti d'amore.
Oggi però, siamo qui per parlare di un'autrice esordiente che abbiamo da poco accolto nella grande famiglia di 20lines, Giuliana Altamura che ha appena pubblicato con Marsilio il suo primo romanzo, “Corpi di Gloria”.
Già nel titolo incontriamo la protagonista, Gloria e delle sue amicizie, dei suoi amori e dei suoi turbamenti di giovane adolescente. Un libro che ha molto da dire, attraverso uno sguardo nuovo e originale.
Su 20lines si può scoprire una prima parte del romanzo, col quale interagire scrivendo, votando e condividendo le parti che vi piaceranno, per ora la parola passa a Giuliana...
20. Si potrebbe dire che i personaggi, nel tracciarsi delle loro vicende, incarnino le tensioni adolescenziali di una generazione colpevolmente "dimenticata"? In che modo la tua esperienza e la tua visione del quotidiano hanno portato alla definizione dei loro profili e delle loro storie
G. Più che di una generazione dimenticata, si dovrebbe parlare del tempo dimenticato che questa generazione abita. I miei personaggi – che non possono certo rappresentare un’intera generazione, ma ne incarnano comunque una tensione molto potente – vivono una sorta di eterno presente alla costante ricerca di emozioni, paura o amore non fa differenza, sviluppando però un brutale distacco da se stessi e dalle proprie azioni, tale da svuotare quello stesso tempo di ogni significato. È come se ci fosse un peso invisibile che sta lì sulla testa di Gloria e degli altri, il peso di questo non-senso, di cui loro non sono consapevoli e che li rende sempre in qualche modo innocenti, qualsiasi azione più o meno terribile compiano. Si tratta di una specie di riscatto – ed è quello che raccontano le loro storie – che a mio parere questa generazione sente perché ha tutto vicino, può avere tutto e tutto l'è concesso, tranne un disperato controllo sul mondo e di conseguenza su se stessi.
20. Nel romanzo sono presenti diversi riferimenti alla tua terra di origine, mentre un personaggio in particolare, Michael, incarna un mondo lontano; hai scritto infatti di lui che "viene dalla California". Una curiosità: riscontri punti in comune tra queste due terre? E se sì, in che modo dall'incontro tra i tuoi personaggi finiscono per incontrarsi anche luoghi e culture di provenienza?
G. Michael, nell’economia del racconto, rappresenta il futuro, il nuovo che irrompe con prepotenza, che chiama gli altri da fuori e li spinge nel mondo. La California vagheggiata nel romanzo ha più a che vedere con un sentimento, è richiamata dal torpore, dalle palme, dal sole accecante di Riva Marina, ma mantiene sempre – rispetto a lei – la qualità irraggiungibile del sogno. L’arrivo di Michael è un richiamo per gli altri a prendersi la responsabilità quanto meno di sognarlo quel senso.
20. La scelta di figure di questo genere, delle loro giovani età, permette di trattare forse con maggiore libertà i loro sentimenti: quale ruolo giocano in “Corpi di Gloria" e in generale nel tuo stile narrativo?
L’idea di scrivere di adolescenti è nata con l’intuizione iniziale del romanzo: volevo raccontare un Sud che fosse metafora stessa dell’adolescenza come tempo sospeso, un limbo, un’estate al termine della quale si abbandona il mare e si prende la propria strada nel mondo. Lo stile del romanzo è volutamente secco, impersonale, quasi cinematografico perché volevo permettere ai personaggi di muoversi liberamente nella fissità dello sfondo e alla fine è proprio una specie di accordo fra i loro movimenti e quel cielo quasi ineluttabile che li circonda a rendere il tutto evocativo e quasi poetico.
20. “Corpi di Gloria” è il tuo romanzo d’esordio, ti andrebbe di ripercorrere per noi il tuo approccio alla scrittura? Da dov’è partito e quali sono state le difficoltà maggiori?
G. Ho cominciato a scrivere sin da bambina, riempivo quaderni su quaderni. Scrivere è una necessità che ho sempre sentito, non credo sia qualcosa che si possa scegliere, deve nascere da un’urgenza. La difficoltà maggiore è il processo che questa urgenza innesca, una lotta all’ultimo sangue con se stessi, ma è anche il piacere più grande. Nei miei primi tentativi di romanzo poi, ho avuto una certa difficoltà a liberarmi delle molte letture iper-letterarie, dovute anche a ragioni di ricerca universitaria, che finivano con l’influenzare la mia prosa. La ricerca della propria voce non è mai semplice e passa sempre attraverso la fase dell’uccisione dei propri dei. Infine, ovviamente, ci sono le difficoltà legate all’arrivare alla pubblicazione.
20. In che rapporto vedi internet e la letteratura?
G. Il discorso è piuttosto complesso e difficile da esaurire in questa sede. Da una parte internet può offrire moltissimo alla letteratura, dare accessibilità a risorse insperate, creare luoghi di diffusione e discussione, incentivare l’amore per la lettura, creare aggregazione attorno a ottime iniziative come ad esempio la vostra. D’altra parte considero fondamentale l’importanza di un controllo sulla qualità di tutto ciò che viene proposto e pubblicato on-line, perché quanto detto prima non diventi controproducente. Con una formazione letteraria adeguata e il giudizio critico che ne deriva, internet non può che essere una meravigliosa risorsa per la letteratura, ma di certo non può essere internet a offrire una formazione letteraria adeguata.
20. Qual è il prossimo libro che leggerai e quale quello che vorresti scrivere?
G. Ho appena acquistato Conoscenza dagli abissi di Henri Michaux. Sul prossimo libro sto già riflettendo e posso solo dire che mi porterà ben lontano dall’assolata Riva Marina.
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twentylines · 11 years ago
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Che storie #15: Ribelli, Lucilla la stella marina che voleva volare, La favola di Nell e Apollo.
Cari 20liners, 
ben ritrovati al nostro consueto appuntamento settimanale.
Fuori continua a piovere, ormai da giorni, ma le nostre attività procedono come sempre (anche se raggiungere l'ufficio comincia ad essere alquanto tortuoso e complesso, senza una imbarcazione).
Vi segnalo per prima cosa che mancano ormai solo 6 giorni al termine ultimo per iscriversi a BigJump: la data fatidica è il 14 Febbraio, perciò se quel libro è ancora nel cassetto, ricordatevi che è ormai il momento di trattenere il respiro e fare il grande salto!
Oggi vi parlo di tre storie che si sono distinte nel corso della settimana; la prima è Ribelli, di Roberto Miccio.
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Dalle ombre della rete, su 20lines è apparso all'improvviso questo momento concitato di lotta per l'indipendenza, per la libertà.
La copertina e i toni lasciano pensare che questo racconto vada a collocarsi in quel filone letterario e cinematografico che ha dato grande risalto alle vicende indipendentiste irlandesi. 
Lo scalpitare dei cavalli della corona, il legame profondo che lega due uomini alla tradizione di resistenza della loro famiglia, ci permettono di immergerci con le nude mani in una lotta contro l'oppressore, condotta a denti stenti su fango e prati verdi. La prosa semplice e diretta ne agevola ulteriormente la lettura.
A farla da padrone però, nell'articolo di oggi, sono proprio le Fiabe, il nuovo genere che sta prendendo sempre più piede sulla nostra piattaforma.
La prima di cui vi voglio parlare è Lucilla, la stella marina che voleva volare, di Roberto Miccio.
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Un racconto che oserei definire "di tradizione", delicato nella prosa e soprattutto attentamente pensato per i più piccoli.
In questa fiaba, il ricevente, il bambino sotto le coperte, viene stimolato a sognare, proprio come ci è stato insegnato fin da piccoli, quando si raccontavano storie che avevano un legame con il mondo reale e con i nostri desideri più profondi, ma che, contrariamente alla realtà, rendevano tutto più dolce, meno spiegabile eppure ancor più comprensibile. Per sognare, scoprite insieme al fratellino, al cuginetto o a vostro figlio questa breve storia!
Infine, vi auguro un buon fine settimana salutandovi con un'altra fiaba, La favola di Nell e Apollo, di Costantino Dimitriades.
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Un racconto semplice, e per questo ancor più in tono con la delicatezza richiesta dalla fiaba: un asinello, la caduta e l'ascesa, una storia empatica con le vicende anche dei più grandi, che insegna a comprendere come dietro a tutto possa esserci un lieto fine. 
Anche in questo caso, una vicenda che va oltre il reale, aiutando chi legge (non solo i più piccoli) a sognare, ad alleviare le proprie giornate.
Torno alla mia scialuppa, a mercoledì!
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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BigJump: Chi ben comincia è a metà dell'opera
Ciao 20liners!
Ci sono ancora pochi giorni che ci separano dalla chiusura delle iscrizioni a BigJump: c’è tempo fino al prossimo 14 febbraio per completare e revisionare a dovere la propria candidatura, quindi attenzione!
Cliccate sul logo qui in basso per saperne di più…
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Insieme con BigJump, prosegue la preziosa collana di consigli utili per scrittori (e lettori) da parte degli editor di Rizzoli!
Questa settimana, Stefano Izzo ci regala il suo punto di vista sull'incipit, croce e delizia di tutti gli scrittori...
Chi ben comincia è a metà dell’opera
Sembra banale da dire, ma spesso le prime pagine di un libro sono quelle determinanti per la sua fortuna. O per il suo insuccesso. Oggi questo è più vero che mai: perché i lettori sono esigenti, hanno possibilità di scegliere tra infinite storie (non solo su carta, ma anche al cinema, in tv, nei videogames), e farsi premiare da loro è più difficile di quanto sia mai stato. Lo stesso vale per agenti letterari, editor e recensori: sulle loro scrivanie arrivano ogni giorno decine di nuove proposte, e spesso la decisione di soffermarsi sull’una o sull’altra è legata a una singola frase, a un’idea, a una scintilla nelle prime righe. Se quella scintilla manca, si passa al “candidato” successivo e così via. Come editor, lavoro spesso con gli autori per riscrivere, perfezionare o creare ex novo i loro incipit. È una sfida che non si può eludere, e una delle più essenziali. Ecco qualche consiglio:
Il primo passo Come mi disse un collega con trent’anni di esperienza alle spalle: “Le prime dieci righe di un libro sono le più importanti. Anzi, sono le prime tre. Anzi no, è la prima riga la più importante, quella che conta davvero”. Qualche precauzione, prima di cominciare: questa prima riga deve essere incisiva, avere una forte carica, ma non deve sembrare artificiosa, fuori registro, né occhieggiare troppo al lettore; insomma, attenzione a non strafare, perché non c’è niente di peggio di un libro che inizia con il botto e non sa mantenere le promesse. È fondamentale tenere a bada l’ansia da prestazione: è difficile che un buon incipit vi venga al primo colpo, spesso si tratta di arrivare in fondo al romanzo per poi ripartire da capo, forti della visione d’insieme maturata durante la stesura. Abbiate pazienza e aspettatela, quella frase, e non innamoratevi mai troppo di ciò che a prima vista può sembrarvi efficacissimo e magari, alla prova del nove – che poi è sempre l’impatto coi lettori –, dimostra di non esserlo. Ma soprattutto non dimenticate che questo è soltanto l’inizio. Il mondo è pieno di libri con prime frasi pazzesche, seguite da una marea di banalità.
Tre tecniche base per partire alla grande Iniziare con un momento che cambia tutto Essendo l’autore, tu sai già (dovresti assolutamente sapere) in che direzione evolverà la storia, ma i lettori non ne hanno idea. Perciò puoi scrivere un incipit che fa subito saltare in aria il banco. Per esempio, Lo straniero di Camus inizia con Meursault che riceve un telegramma: “Oggi la mamma è morta”. E, subito dopo: “O forse ieri, non so”. E in un colpo solo cattura l’attenzione dei lettori e li spiazza, ma comunica anche quel senso di confusione disarmante e di indolenza che caratterizza il protagonista; mette subito in campo una situazione scomoda per lui, segnalando un evento destinato in qualche misura a distinguere ciò che era da ciò che sarà da qui in poi.
Mettere in difficoltà il vostro protagonista Un personaggio al bivio è un personaggio verso il quale è più facile e più immediato provare empatia. Di fronte a un dilemma dalla soluzione complicata, a due o più alternative tra le quali sembra impossibile scegliere, noi lettori iniziamo a preoccuparci per lui e a domandarci cosa farà, e perché. Jeffrey Eugenides apre La trama del matrimonio, ambientato nei primi anni Ottanta, con Madeleine che si sveglia il giorno del sua laurea. È sottosopra per i postumi di una sbronza, i suoi genitori bussano alla porta, e lei pensa di sé che è “avvitata in questioni di cuore”. Scopriamo così che deve prendere una decisione impossibile: scappare con il seducente ma mentalmente instabile Leonard, o sistemarsi con il noioso e affidabile Mitchell che vorrebbe sposarla. In poche pagine siamo trasportati nel mondo di Madeleine e nella sua estrema necessità di operare una scelta, senza un indizio su quale sarà. Il mosaico però è già composto, e i tasselli mancanti sono quelli che paiono subito i più densi di significato. Noi lettori, a questo punto, non abbiamo scelta: dobbiamo continuare a leggere. Introdurre un personaggio unico e irresistibile.
Un modo formidabile per catturare l’attenzione dei lettori può essere quello di creare una personalità carismatica, alla quale sia inevitabile affezionarsi all’istante. È necessario attribuirgli un tratto molto forte: qualcosa di inusuale, divertente, disperato, romantico… La scelta è ampia. In ogni caso, qualcosa che lo renda unico. Meglio, poi, se questo personaggio parla in prima persona, per abbattere fin dalla prima riga qualunque barriera. Un esempio fulminante? Walter Siti inizia con Troppi paradisi: «Mi chiamo Walter Siti, come tutti. Campione di mediocrità. Le mie reazioni sono standard, la mia diversità è di massa. Più intelligente della media, ma di un’intelligenza che serve per evadere. Anche questa civetteria di mediocrità è mediocre, come i ragazzi di borgata che indossano a migliaia le T-shirts con su scritto “original”; notano la contraddizione e gli sembra spiritosa. Se non fossi medio troverei l’angolatura per criticare questo mondo, e inventerei qualcosa che lo cambia».
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twentylines · 11 years ago
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Il Ricordo: #GiornatadellaMemoria
Cari 20liners, 
un breve post per ricordare, e per sottolineare la grande affluenza di racconti attraverso i quali avete espresso le vostre sensazioni più profonde durante la Giornata della Memoria.
La Giornata, in senso stretto, è un momento istituzionale per ricordare, o per usare una forma ancor più celebre, per non dimenticare ciò che è stato.
Per non dimenticare però, le testimonianze ci insegnano che questo momento di ricordo deve essere interiorizzato, deve entrare nel profondo, nel nostro quotidiano. 
Noi abbiamo lanciato questa piccola iniziativa per rendere la Giornata della Memoria un momento condiviso, rendendo leggibile il pensiero e la riflessione delle tante coscienze che si accompagnano ormai sulla piattaforma.
Lascio ad ognuno la propria riflessione, sottolineando come dal mio punto di vista tutto ciò si possa combattere e prevenire giorno per giorno, nelle nostre menti, mantenendole libere da condizionamenti, consapevoli del contesto storico e sociale, attente verso ogni forma di degenerazione democratica e privazione dei diritti; mantenendole umane, e attente all'altro.
Eccezionalmente, non vi lascerò link particolari per raggiungere alcune di queste storie; ormai sapete bene che digitando anche solo "Giornata della memoria" nella ricerca potrete leggere voi stessi tutti i contenuti in merito: la mia idea è che non si possano fare né graduatorie né selezioni su un tema così delicato, e che la coscienza collettiva si ricostruisca intraprendendo il viaggio, racconto per racconto, in alcune tra le più drammatiche vicende della storia dell'umanità.
A venerdì
Nicolò
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twentylines · 11 years ago
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L'intervista: 6 domande a Sara Loffredi
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Buongiorno 20liners!
Oggi scambiamo quattro chiacchiere con Sara Loffredi, giovane scrittrice esordiente con il proprio romanzo "La felicità sta in un altro posto", edito da Rizzoli.
L'opera prima di Sara è un romanzo d'ambientazione storica che prende le mosse dal terremoto di Messina e Reggio del 1908 per raccontare le drammatiche vicende vissuta dalla protagonista, Caterina, dal collegio di Reggio Calabria, dov'era stata allevata, fino ai bassifondi della Napoli d'inizio novecento.
Questo libro ha colpito molto noi di 20lines per la facilità con la quale si fa leggere e la cura riposta nello stile e dei personaggi, ma sopratutto, questo romanzo è piaciuto ai lettori di Finzioni e ConAltriMezzi che ne hanno fatto un'attenta critica.
Da parte nostra, preferiamo lasciarvi in compagnia dell'intervista all'autrice e dell'incipit inedito derivato dal romanzo, che trovate online su 20lines!
20. Sara, in “La felicità sta in un altro posto” la voce narrante è della protagonista, Caterina, che esprime anche dei giudizi severi sui comportamenti propri e altrui. C’è dunque una morale a guidare la protagonista, a dispetto dell’apparente leggerezza con la quale prende le sue decisioni? se sì, qual è?
S. Mi colpisce che nelle scelte di Caterina sia stata vista una “leggerezza” perché in realtà sono scelte molto pesanti, sofferte. Certamente non guidate dalla razionalità, anche considerando i fatti in cui si trova coinvolta: dopo il terremoto che rade al suolo Reggio, dopo l’arrivo a Napoli sulla nave dei feriti, Caterina si abbandona a una passività fatalista. Questo però è dovuto esclusivamente al momento tragico che sta vivendo, non a una sua leggerezza. Quando infatti arriva a toccare il fondo, nel bordello delle Tre vecchierelle, riemerge in lei il vero carattere e tutto inizia a cambiare solo ed esclusivamente grazie alla sua volontà. La morale in senso classico è un concetto inconcepibile per Caterina in quel determinato momento della sua vita; dentro di lei sopravvive però, marchiata a fuoco, la distinzione (certo infantile, soggettiva) tra il bene e il male, che la porta a perpetuare un senso di colpa antico, condizionante per ogni scelta che pone in essere.
20. Nella struttura del romanzo, i fatti narrati dalla protagonista si alternano a una serie di lettere a firma di Ferdinando, personaggio importante nella narrazione. Queste, pur partendo lontano nel tempo e nello spazio, convergono con il filone principale per creare il quadro finale del romanzo. Tale soluzione è figlia di una scelta tecnico-editoriale, o fa parte degli elementi primari del romanzo?
S. Quando ho consegnato la versione definitiva all’editore le lettere già c’erano, dunque non è stata una scelta puramente tecnico-editoriale. È vero però che sono state l’ultima parte che ho scritto, quando mi sono resa conto che, del personaggio di Ferdinando, doveva emergere anche un aspetto interiore di travaglio che non compariva appieno nel racconto dei suoi comportamenti esterni. Le sue scelte, fondamentali per Caterina, dovevano essere maggiormente spiegate, per essere comprese. Da qui l’idea di far parlare Ferdinando in prima persona attraverso le lettere.
20. Si ha l’impressione che le donne siano le uniche capaci di penetrare la corazza che Caterina si è costruita per sopravvivere, mentre gli uomini non riescono a superare il distacco che la stessa gli frappone: credi che questa sia la conseguenza inevitabile di una vita difficile e tormentata come quella della protagonista?
S. Caterina nel libro non fa che cercare una madre, un punto di riferimento che le permetta di prendere coscienza di ogni aspetto di sé, anche quelli meno limpidi. Spesso le donne che incontra la aiutano in questo percorso, le fanno da specchio, mentre agli uomini questo è negato. Non è una scelta volontariamente femminista, è solo che per Caterina, data la sua infanzia, dato il suo passato, funziona così.
20. Abbiamo letto volentieri questo tuo romanzo d’esordio, dal risultato secondo noi pregevole. Ti andrebbe di dare qualche consiglio agli altri scrittori emergenti di 20lines?
S. Il consiglio più importante che ho ricevuto e che mi sento di dare è quello di scrivere ricordando che non si scrive per se stessi, ma per raccontare una storia a qualcuno che la leggerà. La tentazione di ogni scrittore agli inizi è quella di parlare di sé, della propria vita. Moltissime “opere prime” sono costruite con un personaggio principale che ha gli stessi pregi e difetti dello scrittore, che vive negli ambienti che lui conosce, che ha amici simili ai suoi, che fa lo stesso mestiere o quello che l’autore avrebbe desiderato fare. Il rischio di questi romanzi è che siano autoreferenziali, perché nascono spesso dalla necessità univoca dello scrittore di esprimere il proprio mondo. Questo è legittimo ma deve coniugarsi, secondo me, con la volontà forte di cercare un “dialogo” con chi legge, un contatto. Si scrive per comunicare, per creare un ponte, un legame con i lettori del libro: questo va sempre tenuto a mente.
20. Qual è il posto più strano in cui ti è capitato di scrivere?
S. Le idee posso “buttarle giù” ovunque, mi è capitato di appuntarle su un fazzoletto di carta in metropolitana o su un tovagliolo del bar, se non ho carta con me. Per la fase di scrittura vera e propria, invece, ho bisogno di un posto tranquillo e silenzioso. Considerando però che ho un bambino di un anno questo non è sempre semplicissimo da trovare!
20. Quali, infine, il prossimo libro che leggerai e il prossimo libro che ti piacerebbe scrivere?
S. In questo momento sto leggendo “La vita davanti a sé” di Romain Gary. Il prossimo che mi aspetta sul comodino è “Felici i felici” di Yasmina Reza. Il libro che avrei sempre desiderato scrivere è “Trilogia della città di K” di Agota Kristof: un capolavoro, per come è costruito.
Il mio prossimo libro per ora è solo una suggestione, un’ambientazione anni ‘50, alcune immagini ed elementi di trama ma niente di definito. Vedremo…
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