«Potrei essere confinato in un guscio di noce e stimarmi re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni.»
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alla fermata del bus una donna altissima e squadrata, indossa una minigonna e una maglietta attillata tutta trasparente, con una voce profonda mi ha detto, ciao amore mio come stai, è l’una di notte e sto tornando dal lavoro, un turno stremante, l’ho ignorata ma dopo dieci metri ho pensato che avrei potuto risponderle, sono stanco
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ho finito di leggere chiudo la porta e urlo e alla fine il mio giudizio non è positivo. comprendo lo stile di nori e le motivazioni che lo hanno portato a scrivere un libro che non sembra un libro perché parla delle poesie di baldini che erano poesie senza sembrare poesie, ma a parte che non capisco perché continui a chiamarlo romanzo quando non c’è alcun accenno di narrativa, l’ho trovato confusionario e ripetitivo, uno stile colloquiale che sembra un insieme di bozze e appunti, e magari è così, magari è proprio questo il suo stile, però, oltre a essere lontano dalla mia idea di libro e soprattutto di romanzo, il risultato finale è un’accozzaglia ingarbugliata, poco lineare, fuori fuoco. al tempo stesso, poiché è un libro fatto principalmente di digressioni (e mi ripeto, di ripetizioni), tra le tantissime citazioni sono comunque riuscito a trovare qualcosa di interessante che è riuscito a scuotermi. nori stesso si chiede se un libro non sia soltanto ciò che ti lascia addosso, per questo sono rimasto quasi sospeso nel cercare di capire il mio giudizio finale, perché qualcosa mi è rimasto addosso di chiudo la porta e urlo, però mi basta fare un passo indietro per fare mie quelle cose e giudicare il libro per quello che è
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non so quanto mi stia piacendo chiudo la porta e urlo, nori per i miei gusti ha uno strano modo di scrivere, quasi colloquiale, si ripete, a volte dice banalità, però certe volte mi scatena reazioni emotive forti e travolgenti, sono indeciso, mi chiedo, anche se non sono uno scrittore e anche se scrivo scemenze se anche io qualche volta scateno qualcosa in chi mi legge, significano questo i cuori, mi chiedo, oppure chi legge senza lasciare tracce di sé, mi chiedo se leggermi ha scatenato qualcosa, qualsiasi cosa, nel frattempo pubblico una citazione del romanzo su instagram e mi risponde un’amica, mi scrive, ti voglio tanto bene e sei sempre uno spunto sano e aperto, sei intellettuale ma sai anche di casa, sei tanto bello robbè, ma proprio tanto - a me ha colpito perché è stato tutto improvviso, così le ho risposto, non so cosa dire mi lasci senza parole, lei mi ha scritto, peccato perché mi piacciono tanto le tue parole - secondo strike, che tracce lascio, chissà
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Andare avanti, per me, nella mia vita, vuol dire ricominciare. Cioè io, quando faccio una cosa, come laurearmi, o scrivere un romanzo, o preparare una maratona, o imparare a suonare la tromba, mi fermo tante volte, per strada. Mi dico tante volte Non ce la faccio, impossibile che ce la faccia. E mi fermo. Poi dopo ricomincio, tante volte.
Chiudo la porta e urlo, Paolo Nori
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Era mattina, erano le tre quell'aria non aveva coscienza. Ti offrivi al primo fresco e perché? cani da guardia, ore, perché? perché te stesso? La ghiaia in strada si faceva chiara la fontana rideva tra i bossi intorno erano cose molto femmine disinvolte ad esistere. Passavi il filo spinato senza scarpe rientravi al convento.
Caino e le spine, Luciano Erba
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sono allibito, dopo la pubblicazione di questo post mi ha scritto una ragazza con cui ogni tanto mi sento su tumblr, una sorta di conoscente con la quale ci siamo tenuti compagnia, mi scrive che non mi faceva così stronzo e che le sono caduto un po', che se se non voglio vedere qualcuno non invento scuse ma lo dico chiaramente, ora, spero di non dover spiegare che questi post, e questo in particolare, riassumono situazioni più complesse, che riduco e semplifico, chiedo a questa ragazza perché mi giudica, per un post del genere tra l'altro, lei però si è alterata e ha chiuso ogni tentativo di confronto mandandomi a fanculo, mi dice che non ho capito un cazzo, che non mi stava criticando ("non ti facevo così stronzo, mi sei caduto un po'"), che non si può neanche più commentare, mi invita a mandarmi a fanculo a mia volta se la cosa non mi è piaciuta, mi augura un buona vita e tante cose belle, quando le rispondo per dirle che non voglio mandarla a fanculo, quando le dico dove secondo me mi ha giudicato, quando cerco di capire la sua reazione eccessiva, tumblr mi avvisa che non posso mandare messaggi al contatto perché mi ha bloccato, così, bloccato, una conoscenza piacevole finita a caso, sinceramente non capisco, sono allibito
l'unica donna rimasta tra quelle che ho conosciuto nel mio breve soggiorno nelle app di incontri mi ha scritto per uscire, la prima sera le ho detto che avevo un impegno, che falso, la seconda sera, il giorno dopo, le ho risposto: magari un'altra volta :) con tanto di sorrisino, paio stronzo in realtà mi ha fatto intendere cosa vorrebbe da un nostro prossimo incontro, e a me, ecco, non va. in realtà forse è arrivato il momento di parlarne anche alla psicologa della mia libido completamente sparita. non mi piace nessuna, non desidero nessuna, non ho pensieri sessuali da boh, non so neanche quanto tempo, non ho erezioni improvvise e tutte le mie erezioni sono tristi, provocate giusto per masturbarmi per conciliare il sonno o alleviare la pressione sulla prostata. mentre mi masturbo penso a ricordi confusi, momenti che ho vissuto con donne ma vecchi di anni, così da non provare malinconia. ma anche in queste fantasie le donne mi appaiono lontane dal mio desiderio, quasi come figure astratte e asessuate. quando mi capita di vedere una bella donna non provo alcun tipo di attrazione sessuale e se mi capita di pensarci insieme ci vedo mentre chiacchieriamo di noi e passiamo del tempo insieme. è finita così anche con S, la conoscente che mi ha invitato a uscire. dopo il mio rifiuto ci siamo ritrovati a parlare di letteratura, nei miei messaggi non c'era alcun tentativo di flirt, alcun tipo di secondo fine, lei però ha detto, questa conversazione ha preso una bella piega.
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mi è tornano in mente il famosissimo il discorso che david foster wallace ha tenuto durante una cerimonia di diplomi dal titolo, com'è l'acqua, lo incollo qua, Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”, il succo ovviamente è che una cosa così ovvia sia in realtà difficile da notare, uno non ci pensa mai, ecco a me è venuta in mente una cosa e chiedo, come va la vita?, perché uno ha sogni enormi per la propria vita, ha progetti in cantiere per il proprio futuro, uno pensa che la vita sia una cosa grandissima per cui bisogna prepararsi, però ho realizzato che la vita è già ora, la vita è una cosa più piccola di quello che pensiamo, la vita è ovunque e la stiamo scrivendo con ogni pensiero, ogni intenzione, ogni più piccola azione, anche quando andiamo a fare la spesa per organizzarci la settimana, pure quella è la vita, non me lo devo scordare
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ho telefonato a mia mamma, sempre perché se non la telefono io lei non mi si fila di striscio, è stato incredibile il repentino cambio di tono con cui è passata dal raccontarmi della festa dei vicini a cui ha partecipato all'intervento chirurgico che ieri mia zia ha subito, ogni telefonata che ci facciamo è così, non parliamo di noi ma lei ne approfitta per elencarmi tutti i mali che nuocciono lei, i nostri parenti, gli amici, gli amici di amici, i conoscenti, i passanti, le comparse, ci sono stati numerosi silenzi dove non sapevamo cosa dirci, lei mi ha chiesto di come va a lavoro, le ho detto che con l'arrivo del caldo abbiamo preso a lavorare seriamente, lei mi ha risposto che ogni lavoro ha i suoi lati negativi, sminuendo una mia risposta a una domanda che mi aveva posto lei, la cosa mi ha silenziosamente intristito e ammutolito ancora di più
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l'unica donna rimasta tra quelle che ho conosciuto nel mio breve soggiorno nelle app di incontri mi ha scritto per uscire, la prima sera le ho detto che avevo un impegno, che falso, la seconda sera, il giorno dopo, le ho risposto: magari un'altra volta :) con tanto di sorrisino, paio stronzo in realtà mi ha fatto intendere cosa vorrebbe da un nostro prossimo incontro, e a me, ecco, non va. in realtà forse è arrivato il momento di parlarne anche alla psicologa della mia libido completamente sparita. non mi piace nessuna, non desidero nessuna, non ho pensieri sessuali da boh, non so neanche quanto tempo, non ho erezioni improvvise e tutte le mie erezioni sono tristi, provocate giusto per masturbarmi per conciliare il sonno o alleviare la pressione sulla prostata. mentre mi masturbo penso a ricordi confusi, momenti che ho vissuto con donne ma vecchi di anni, così da non provare malinconia. ma anche in queste fantasie le donne mi appaiono lontane dal mio desiderio, quasi come figure astratte e asessuate. quando mi capita di vedere una bella donna non provo alcun tipo di attrazione sessuale e se mi capita di pensarci insieme ci vedo mentre chiacchieriamo di noi e passiamo del tempo insieme. è finita così anche con S, la conoscente che mi ha invitato a uscire. dopo il mio rifiuto ci siamo ritrovati a parlare di letteratura, nei miei messaggi non c'era alcun tentativo di flirt, alcun tipo di secondo fine, lei però ha detto, questa conversazione ha preso una bella piega.
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la selezione dei libri che ho sul comodino la dice lunga
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dialoghi romani
uomo in auto accostata con le quattro frecce urla verso il cruscotto dove si presume ci sia il vivavoce, MARTA NON TI PIACE MA QUESTA È LA REALTÀ QUESTA È LA REALTÀ MARTA
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adoro la psichiatra che mi segue, da più di un anno sa che a lavoro mi danno i turni di settimana in settimana ma ogni volta sembra se lo dimentichi, appena mi arrivano i turni le scrivo che nel giorno dell’appuntamento concordato tre settimane fa lavoro ed è un peccato perché avrei bisogno di parlarle il prima possibile, mi risponde con testuali parole, mi dispiace per l’appuntamento mancato se per lei va bene possiamo vederci giovedì 17 luglio alle ore 17 mi faccia sapere se per lei va bene (non è poi così lontana dal personaggio della psichiatra in il mio anno di riposo e oblio)
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Ma la cosa più incredibile era che mi voleva bene anche se mi conosceva. Nonostante me. Incredibile.
chiudo la porta e urlo, paolo nori
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a lavoro una ragazza tedesca che stava facendo l’addio al nubilato mi ha chiesto in un inglese stentato di poter scattare una fotografia insieme per depennare una voce dalla sua lista di cose da fare stasera

(mi chiedo quale fosse la voce dalla lista)
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è solo un momento
quando la mia ultima relazione è finita, a un certo punto di quel periodo iniziale di sofferenza sono andato nelle impostazioni del telefono e ho disattivato la lettera maiuscola automatica all'inizio di ogni frase, sono sempre stato attento ai testi che scrivo, ovunque, ma improvvisamente dentro di me si era rotto qualcosa, non riuscivo o non volevo più comunicare stando alle regole rigide della formalità, anche qui, scrivo di getto, sgrammaticato, perché penso che i pensieri abbiano questa forma e io avevo bisogno di essere più istintivo, pensavo fosse soltanto un momento passeggero ma dura da circa un anno e mezzo, non esisterà mai una mia forma definitiva, il problema però sorge quando la forma che ho assunto è lontana da quello che vorrei trasmettere di me stesso, sia agli altri che a me, in settimana ho recuperato con ritardo il film italiano con più incassi nel 2024, penso ma a chi voglio darla a bere forse sono solo illuso che guardare ogni tanto un film mi faccia sentire come quando un tempo ne guardavo quattrocento all'anno e il cinema lo studiavo pure, però non sono più così, un tempo scrivevo di cinema ora ho visto un film e ho provato a scriverci su anziché parlare soltanto di lavoro o di depressione ma non ci sono riuscito, all'inizio di questo periodo guardavo meno film ma pensavo che fosse solo un momento passeggero, senza sapere che stavo aprendo le porte a un cambiamento che mi avrebbe portato a essere una nuova persona, questa nuova persona non mi piace, e non solo perché perde in confronto a quello che ero un tempo, questa settimana ho finito di leggere un libro e per la prima volta da boh tre anni a questa parte non ne ho iniziato subito un altro, anche ora penso che è solo un momento, però mi viene in mente ciò che ho detto in seduta durante la settimana e che sto realizzando soltanto oggi, la dottoressa mi ha chiesto perché secondo me non sono mosso dell'entusiasmo di fare le cose, cose semplici, come uscire, andare a un concerto, oppure organizzarsi per fare serata, le ho letto il brano di baumgartner dove il protagonista continua a fare cose normalmente mentre cerca di ignorare il fatto che dentro si sente morto e che lo sa da tempo, ecco mi sento così, soltanto che io non riesco a fingere, lavoro per non finire sotto un ponte, perché so che potrebbe andare peggio di così, nel mio tempo libero sono a casa e a casa non faccio molto se non leggere o riposare o certe volte ho bisogno di non fare niente e guardare il vuoto, la mia amica S mi dice che è un peccato che una persona come me, dice lei, così carismatica e brillante e intelligente e divertente, si permetta di spegnersi così, sono tutte parole bellissime e io so che in passato sono stato così però gliele permetto di dirmele perché non mi sento più così (quindi non sono veri complimenti), sono spento, non guardo più film, non vado al cinema, non riesco più a sostenere una conversazione, riesco soltanto a parlare di lavoro, sto pensando di lasciare l'università perché non ho il coraggio di neanche di provarci, ma il punto è che neanche questa mia pessima forma è quella definitiva, lo so perché dopo sette (!) psicoterapie ho gli strumenti per capirlo, posso reagire, posso lavorare per fare un piccolo passo ogni giorno per cambiare, ma non so in che direzione, non so cosa mi piace, non so chi sono o chi vorrei diventare, sono stanco, la mia psicologa dice che sono molto coraggioso ma non sa quanta energia mi costi questo coraggio, ed è brutto vedere che nonostante tutta l'energia spesa per restare a galla sono arrivato a questo punto qui, non esiste un fondo, non posso migliorare se non lavoro per migliorare, niente è dato per scontato, però non riesco a trasmettere davvero ciò che provo, la stanchezza, la delusione, l'amarezza, la rabbia, la malinconia, la tristezza, la solitudine che provo, mi sento a un capolinea
alla domanda, posso davvero cambiare e sentirmi meglio con un lavoro diverso, degli amici, una vita più stimolante, magari una compagna matura accanto, la mia psicologa ha risposto sì, sorridendo, ha aggiunto che vede questa speranza per me, che lei ci spera, io però non ci riesco
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