Tumgik
valdis-d · 4 months
Text
La fine di una fase
1 Giugno 2024
Scrivevo il 19 Maggio 2021: "Nessuno rimane, tu chiacchieri, ma la percezione e il motivo per cui scrivo è che è un mondo che va sgretolandosi. Siamo solo in tre, vuol dire che non c’è più interesse a perseguire amicizie. Tutto sta cambiando."
In quel momento stavo finendo l'università, mancavano due mesi alla laurea. Stava per iniziare il periodo all'università, il periodo più nero da tanti anni a questa parte. All'epoca parlavo di come stavo notando che le amicizie finissero, finito lo studio, esattamente come era finito il liceo.
Oggi sono in una fase diversa. Sono passati tre anni, e sono nuovamente in un momento in cui, mi rendo conto, sto passando di fase. I miei colleghi Chi e Yo si sono dimessi, stanno per lasciare l'ufficio e si trasferiranno in Olanda. La sensazione che ho è simile, ancora percepisco la stessa tristezza. Tuttavia mi rendo anche conto che quella fase si era conclusa e ciò aveva fatto nascere un bel periodo dove lavoro, in cui mi sono creato un super ambiente che mi piace molto. Non so se continueranno questi legami che mi sono creato qui. Alcuni sicuramente. Però esattamente allo stesso modo, un periodo si è chiuso e un altro si aprirà.
Non ho la certezza di come andranno le cose, nella vita e in particolare negli ultimi anni ho sperimentato situazioni che direi agli estremi, fra Praga e New York sono riuscito a vivere situazioni agli opposti (anche se solo di recente ho avuto la sensazione di come mi sarebbe piaciuto viverla diversamente New York). Mi accontenterei di essere più vicino a casa, agli amici e agli "affetti" (come dicono i terroni), di avere Viki accanto con me, a cui voglio tantissimo bene, e di poter fare qualcosa che sia gratificante e soddisfacente. Spero tanto di non sentirmi male ancora.
L'altro giorno ho trovato una foto gift_for_you di FA03, e mi si è stretto il cuore. Poi oggi però abbiamo fatto un'ultima cena NYIT. Mi sono proprio dispiaciuto a vederli prendere commiato, comunque ho la sensazione e, in un mondo fantastico, mi piacerebbe che un bell'ambiente che si crea non si rompa mai, e che si possa continuare a vivere assieme, in allegria e amicizia. Finché ti rendi conto che quella situazione è contingente all'azienda, e con l'azienda muore.
Mi dispiace
0 notes
valdis-d · 7 months
Text
L'Offesa della RAL
11 Marzo 2024
Scrivo davvero di meno adesso. Potrebbe essere una cosa positiva, ma devo tenere ferma la concentrazione e fissare il momento, non solo godermelo. Il mio pessimismo mi dice che non sarà sempre così. Mi trovo in sala, sono venuto di qui perché faccio fatica ad addormentarmi, quindi mi sono messo a leggere. É l'1:19 e sto scrivendo sul divano. V. dorme in stanza, sono molto contento di stare con lei.
Faccio fatica ad addormentarmi. In queste settimane al lavoro sta andando malissimo. Non c'è nulla da fare, nessun progetto o quotazione; la mia capa è inesistente, non ho un piano di formazione, e sono lasciato a me stesso; non mi vogliono far lavorare un po' sul meccanico, quindi sono da solo e non faccio nulla. Ma la cosa che più mi dà fastidio è la RAL. Io prendo 30k, V. per esempio, più giovane di me e senza responsabilità, prende 42. C. Consoli, com la triennale, senza esperienza e senza troppe capacità, prende come o più di me. Non capisco.
È un'estrema frustrazione, è il totale non riconoscimento del mio lavoro, e i miei capi a cui non frega nulla. Questa cosa mi manda ai matti, e mi fa venire da vomitare ogni volta che vado in ufficio, tanto è vero che mi verrebbe da dimettermi senza un altro lavoro dietro. Sembra che la quantità di responsabilità sia inversamente proporzionale alla RAL sullo stipendio. Io che sono ingegnere, ho tre lauree, faccio quotazioni per 20 milioni, e mi smazzo sistemi su sistemi prendo molto meno di qualcuno che fa modellazione. Ma stiamo scherzando.
Che poi va detto, io sono davvero davvero contento se V. riceve quello stipendio. Ciò che mi dà fastidio è che qualcuno con questo ruolo lo riceva, e io niente. Sono stufo stufo stufo.
Non riesco a prendere sonno. Devo assolutamente parlarne con la psicologa.
Qualche tempo fa mi stavo facendo venire un esaurimento nel mandare applications e correre per i dottorati. Stavo pianificando corsi su corsi uno sopra l'altro, cercando applications nel frattempo e montandomi una cosa sull'altra. Questa storia comincia a farmi male, e mi sta mandando di nuovo in isteria.
Ho mandato due applications per il phd. Non ricordo se ne ho scritto qui, ma due anni fa ne avevo mandate tante, e in quasi tutte (meno una, meno il mio amato Poli) ero stato rimbalzato. Era stata una grande delusione, anche se riguardando indietro ora mi rendo conto che non avevo i requisiti all'epoca. Non che oggi ne abbia molti di più, com la puttana che non ci aiuta sull'articolo e nemmeno ci risponde. Aspetto quindi ricevere i rimbalzi anche questa volta.
Che delusione questo lavoro. Ma sarà sempre così?
0 notes
valdis-d · 9 months
Text
Shantaram
20 Dicembre 2023
Come scrivo meno ora che sono più sereno. Non è solo questo, è anche il fatto che praticamente vivo insieme a V., e quindi non ho il tempo di stare da solo per una mezz'ora, e scrivere qui. Mi preoccupa questa relazione. Mi piace tanto V., però ho paura di subire un cataclisma se mi dovesse lasciare. Ho fatto un sogno l'altro giorno, proprio in cui mi lasciava, ed era tremendo il modo in cui riuscivo solo a dire o no di nuovo. Temo per il mio equilibrio mentale, ciò che un rifiuto così può portare.
Le serate come questa, in cui sono da solo, mi guardo attorno e mi sento alla mercé di qualcosa altro, come se fossi da solo ad affrontare la mia mente. Quando non sono da solo, e di recente capita di rado, i problemi del mio cervello sono smorzati, attutiti, soffocati dal momento, dalla necessità immediata di avere la mente concentrata non su sé stessa. Ma quando sono da solo, la mente vaga e come un viaggio in Lovecraft raggiunge pensieri burrascosi, l'umore si ottenebra e lo spirito so chiude, come se si arricciasse.
In una serata come questo mercoledì, mi trovo a leggere Shantaram. Da storia di avventura di Lin a Bombay, negli ultimi capitoli si è trasformato in un tragico racconto di morte, della perdita di Prabaker e Abdullah, poi la perdita di Karla, e quella di Khader Khan e Khaled.
Questi nomi non dicono nulla, ma questo ultimo in particolare mi ha colpito, perché è il caso di un amico sincero, qualcuno per cui e su cui puoi contare che semplicemente sparisce, camminando nelle fredde montagne afghane perché impazzito dal dolore. Mi ha colpito perché è una morte di follia, una morte a prima vista evitabile, stupida, ma dove allo stesso tempo sei così impotente ed è così frustrante. Sulle montagne innevate dell'Afghanistan esattamente come le montagne della follia di Lovecraft. Un racconto tragico di ricerca di se stessi e di relazione con le perdite. Non so se l'autore avesse previsto tutto ciò, ma io mi ritrovo molto in questo libro. La mia esistenza e quella di Lin sono diversissime, ma in questi ultimi capitoli mi sento molto vicino al Lin in Afghanistan.
Non riesco ancora a parlare a V. di tutto questo, go troppa paura che mi lasci, che gli faccia schifo, o paura, o rassegnazione, o noia, o che desideri cercare qualcuno di più "normale".
Cercherò di scrivere ancora per Capodanno, ma rileggendo questo blog vedo come sono cambiato tanto in questi anni e sono contento di aver cominciato a scrivere.
0 notes
valdis-d · 11 months
Text
Fotografare il momento
2 Novembre 2023
Ho sentito una live di Rick DuFer qualche anno fa. Non la ricordo tutta, però parlava di come rimurginiamo nei momenti bui, e ci lasciamo andare nei momenti felici. Della necessità di fissare, ragionare e essere presenti anche nei momenti di gioia e soddisfazione, che ne avremo un beneficio in termini di consapevolezza, una volta che la parabola tornerà a scendere. Ebbene, questo post ha questo scopo, intendo fare una fotografia di questo scenario.
E' infatti la prima volta dalla fine dell'Erasmus, da Febbraio 2020 quindi, che mi sento sereno, spensierato. Almeno in alcuni momenti. Credo sia dovuto in buona parte almeno a V., a quanto mi piaccia e a come mi accetti per quello che sono. Certo, non sa ancora di tristezza, di rabbia e depressione. Però sa che faccio terapia, e mi accetta così. Questo è già una cosa ottima. Ovviamente non tutto è rosa e fiori: mi hanno rifiutato il paper, sono parzialmente insoddisfatto del mio lavoro (solo parzialmente però) e il rapporto coi miei genitori va molto, molto male.
Certo, perché non c'è mai stato penso un momento così basso. Mi verrebbero i crampi a scrivere il perché in maniera esaustiva. Con mio padre, non solo non riesco più a parlare, ma faccio addirittura fatica a stare nella stessa stanza. Mi dà fastidio tutto di lui, dai piagnistei, alle prepotenze, alle cazzate sparate senza minimamente accendere il cervello. Questo perché mi ricordo di 27 anni di bullismo perpetrato verso di me, mia sorella, mia mamma, etc. Altro che attitudine al comando, infatti ora che non è più il più grosso nella stanza, non solo non fa più paura a nessuno, ma fa venire anche rabbia. Mia madre invece ha sempre avuto la grande capacità di infilare la testa sotto la sabbia, non affrontare i problemi e, di recente, circoscrivere la causa dei problemi che abbiamo a me. Come se fossero ancora le stesse discussioni di quando eravamo piccolini. L'altro giorno, all'apice dell'ennesima litigata, è stata solo capace di dire "sei maleducato, stai esagerando". Io mi imbestialisco, perché non capire le cose nemmeno quando arrivano in fronte è solo da idioti. Che pena che mi fa.
Quindi, direi che in questo momento c'è questa dicotomia, questo dualismo, questa bicromia. Sto cercando di affrontare il discorso con la psicologa, per cercare di risolvere questo problema almeno con me stesso, perché sono conscio che con loro non c'è speranza. Sono vecchi e stupidi, e moriranno tali. Al tempo stesso, sono contento di aver finalmente trovato qualcuno che mi apprezza, che mi cerca e che per la quale io sono speciale. Fino a pochi mesi fa era totalmente estranea l'idea che io potessi piacere a qualcuno. E V. addirittura piaccio fisicamente.
Ma questa è una delle grandi paure: ho continuamente paura di perderla, che mi lasci, che desideri qualcun altro al mio posto esattamente come ha fatto con Alex. Di questo ho continuamente timore, pur rendendomi conto che è tutto nella mia testa. Perché si, le poche volte che sono da solo, senza lei, amici o colleghi, la tristezza mi riassale e mi sento perso, sperduto e abbandonato. Anche questa fragilità mi spaventa, ho timore di non riuscire a farcela. Devo lavorarci.
Però, almeno una volta da quasi quattro anni, finalmente sono più contento.
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Stoccarda
12 Ottobre 2023
Buona sera, non stavo scrivendo da un po'. Come diario è diventato un po' lacunoso, sporadico. Però ci sono delle novità interessanti e sto scrivendo dal computer dell'ufficio. First things first: ho passato l'esame di stato e mi trovo in viaggio di lavoro a Stoccarda, a visitare Felix ed E Tech: ho mangiato con il team CR, e bevuto una birra assieme.
Dall'ultima volta che ho scritto, tante cose sono cambiate. Anzi, una cosa è cambiata. Da quando ho scritto, ho continuato ad uscire con V, passavamo del tempo insieme, ricordo la passeggiata a Portofino, come mi batteva il cuore quando le ho preso la mano passeggiando, per la prima volta (e come il pene si dimenava, let's say). Ricordo in quelle due settimane le nostre faccie avvicinarsi febbrilmente e poi separarsi, sperando di essere gentleman. E poi, una sera a mezzanotte e mezza, che era appena iniziato il mio compleanno, sotto casa sua, l'ultimo avvicinarsi di volti esplode in un bacio passionale.
Ora stiamo insieme da quasi due mesi, stiamo cercando di conoscerci e - nonostante quelle due settimane passate da me prima del trasloco - sta andando tutto bene. Mi sono imposto di scrivere per registrare momenti buoni e brutti, belli e spiacevoli, di modo da avere coscienza di quello che succede. Sono contentissimo, ma riconosco vecchi spettri di quando avevo precedenti relazioni ora riapparire terribilmente in agguato anche in questa: la paranoia di essere lasciati, la paura che a lei cominci a piacere qualcun altro (esattamente come successo nel mio caso) e di essere rifiutato, e di quindi la costante incertezza e fragilità con cui comunque sia percepisco questa relazione; la paura di mal giudicare comportamenti, elementi discordanti, cose che non posso capire e di sovragiudicarli ingiustificatamente - in pratica paura di poca lucidità se interpreto un mio o suo gesto come negativo verso l'altro/a.
Sono contento però. V ha preso bene la notizia che facessi terapia, non mi ha giudicato, e di questo sono molto contento.
Volevo solo scrivere questi pensieri. Mi rendo conto che dovrei approfondire nei prossimi giorni (questi come tanti aspetti, ad es.: malattie veneree). Ma sono distrutto, e domani è una giornata super lunga.
Sono contento però.
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Avremo sempre Casablanca in Liguria + scazzo lacustre
Sabato 19 Agosto 2023
Un po' di cose sono successe dall'ultima volta che ho scritto. Certo, lo comincio a dire spesso ma non si può dir proprio che sto avendo una esistenza lineare, sfortunatamente o fortunatamente. Stai scrivendo dal lago, dove sei venuto dopo aver passato tre giorni da te in Liguria. Ci sono due cose di cui vorrei parlare oggi. Anzi, che vorrei registrare, affinché io possa rileggere un domani. Una al mare, una al lago.
Sono stato giù con V, la mia collega. Da quando avevo scritto, dopo una settimana circa si sono interrotti i lavori in R3 e abbiamo dovuto fermare anche noi. Dopo un'intensa battaglia dal sapore sindacale, è stato deciso per tutti di prendere qualche giorno di ferie in più, così sono sceso in Liguria e mi ha raggiunto la mia collega. Ora, non c'è stato un bacio ma è proprio l'unica cosa che è mancata. Tenersi per mano, abbracciarsi, accarezzarsi e farsi battute, tutto senza andare oltre perché " un minuto del mio divertimento non vale la tristezza di qualcun altro". Vero, ma che prezzo mi sta costando questo seppur carino detto? Mi sto torturando, senza contare che tutte le sere dormivo con l'uccello che mi toccava il mento, se così si può dire. Adesso sta decidendo se me p il suo fidanzato, e io sono a metà fra lo stupito e lo stupito. Mi piace molto, ma come siamo finiti in questo? Era solo un ballo insieme, cosa ci ha portato a questo? Sono in attesa, e non pensavo da tanti anni che qualcuno avrebbe voluto dividere questa cosa preziosa con me, che qualcuno volesse me come la cosa più preziosa, eppure ora c'è qualcuno che lo sta considerando. per 12 milioni di euro:) Cosa deciderà? Sarò io o lui? Sarebbe proprio difficile andare avanti, lavorandoci insieme, ma devo tenere in mente che questa è la maggior possibilità, perché è praticamente sposata e uno non cambia per il primo che passa. E' la più probabile delle probabilità, ma il mio cervello non lo vuole accettare. Devo cercare di tenere la barra a dritta e restare realistico. Ancora una volta mi trovo a combattere contro il mio inconscio, bambino maledetto.
Quindi sono venuto su col sorriso, sorriso che si è immediatamente spento quando sono arrivato al lago coi nostri amici inglesi certo, ma anche coi miei e mia zia. Qui, mi fa imbestialire come sembra che sia io l'adulto nella stanza e non qualcun altro. Che mi aspetto maturità dagli altri, da quelli con l'età con 70 anni per gamba, e invece vedo dei marmocchi maledetti. La strega che fa la stronza, in continuazione e infatti è sola come un cane. Quell'altro che si lagna dalla mattina alla sera per poi piagnucolare persino del fatto che la gente si lamenta di lui o che non lo si ascolta. Mia madre, che è buona a dire solo anche tu, ottusa senza voler affrontare il problema. Ogni vacanza al lago è sempre stata così e mi hanno stufato. Vogliono tornare un giorno prima? Obblighi quei due venuti dall'Inghilterra a chiudersi a Milano con una bambina di nemmeno due anni anziché qui nel verde? Perfetto, io me ne torno a casa mia e quelli si arrangiano, stronzi. Sono davvero stufo, queste cose vanno avanti da sempre e mi hanno stufato. Ne ho le palle piene, e come li vedo arrivare mi innervosisco.
Quindi questo, queste cose. Fra una settimana parto per l'Islanda. Dell'esito dell'esame di stato, ancora non ho indizi.
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Esame di stato - ricordati
31 Luglio 2023
Forse sto migliorando un po', quando ho aperto adesso Tumblr per scrivere, non ho aperto la modalità incognito del telefono. Sarà perché sto cominciando ad avere meno paura di tutte queste paturnie e temo meno che qualcuno le legga? Ho anche più facilità a dire che faccio terapia. Se tutto questo dovesse cambiare e tu dovessi effettivamente "guarire" ricordati sempre com'erano pericolosi i weekend, dove non potevi rimanere da solo, altrimenti i pensieri ti catturavano e ti deprimevi. Come non potevi uscire a fare una passeggiata da solo, altrimenti la depressione ti prendeva. Ricordati dei capodanni, delle vacanze estive, di come hai desiderato e tutt'ora desidereresti lavorare 7 giorni su 7. Di come hai paura alla sera a tornare a casa ad affrontare la solitudine. Stai scrivendo dal sagrato de Duomo e hai l'esame di stato fra quattro ore. Speriamo vada bene. Non per la carriera, quello non credo lo userò mai, più che altro per il mio personale equilibrio mentale, che rischia di esplodere. La mamma per fortuna sta meglio. Ha fatto l'operazione e non dovrà fare chemio.
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Percorso, ma inconcludente?
8 Luglio 2023
Il diario vuole essere anonimo, ma aperto a tutti. Di che strano feticcio stiamo parlando, il fatto di non volere che nessuno sappia ma voler lasciare la possibilità di leggere. Potevo fare tutto questo su un foglio drive, e invece eccoci qui. 
Ogni tanto rileggo vecchi post, e mi ritrovo nei momenti in cui li ho scritti, risento le emozioni e riprovo quelle sensazioni. Alcune sono sempre molto attuali, altre invece sono maturate o si sono estinte perché il momento contingente, o contesto se volete chiamarlo, che le produceva è passato allo stesso modo. Mi ricordo di New York per esempio. Alcune altre ancora invece le rileggo e mi accorgo che alcune cose che mi tormentavano oggi non ci sono più, e invece altre di cui ignoravo l’esistenza oggi mi prendono. L’ansia per il lavoro, per esempio. Che rivedo nei primi post e oggi non mi attanaglia COSI’ tanto, perché so che bene o male me la caverò. E’ la fortuna di aver studiato quello che ho studiato. Invece, nuove paure che prima.. Non è che non le avessi, ma non ci pensavo perché non le avevo definite. Ogni tanto abbiamo un malessere, ma non identifichiamo la causa, quindi pensare a qualcosa non ci tocca più di tanto. Ma quando riconosciamo il perché di rabbia, o tristezza, e magari non ci avevamo mai fatto caso, ecco che questa diventa una nuova paura, un nuovo motivo di ansia, e noi si acquisiamo consapevolezza ma ci sono sempre nuove cose. In generale però, è una cosa molto buona tutto questo, perché significa che c’è un percorso, che c’è una evoluzione. Che in alcuni momenti può essere devoluzione, beninteso. Però oggi ho più armi di cinque anni fa, più proiettili e soprattutto mi conosco di più, e questo è certamente importantissimo. Vuol dire che ne uscirò, o che potrò uscirne. 
Per esempio, il mio post di qualche settimana fa. Partiamo dai fatti: ho ricevuto un rifiuto da questa ragazza che mi piace tantissimo, V., e dalla quale mi accorgo di essere ricambiato, ma purtroppo succede essere in una situazione molto.. Definitiva diciamo.
Ora, le mie considerazioni. Da una parte, razionalmente, sono molto contento. Sono riuscito ad aprirmi con una persona, sono riuscito ad entrarci in confidenza, a interagirci, a parlarci e a spingere il rapporto in una direzione ben precisa. E poi, sono riuscito a chiederle di uscire, cosa che non avevo mai fatto se non in pochissimi casi nella mia vita. Ma soprattutto ero entrato in una situazione di loop negli ultimi anni in cui mi spaventava molto parlare con una ragazza, provarci, anche solo inviare messaggi e frecce spuntate, col mio subconscio che sperava, che cosa? Che si innamorasse perdutamente a sua volta dopo un caffè alla macchinetta? No bisogna interagirci, bisogna farla ridere e parlarci tanto prima. Oggi sono riuscito in questo, e soprattutto, sono riuscito a farmi ricambiare. Ricambiare. Poi è andata com’è andata, ma solo una persona che ha letto tutto questo, può capire perché sono comunque contento di questo. 
Almeno razionalmente. Perché si, noi tutti abbiamo una parte razionale e una emotiva, che ti tiene in ostaggio. L’inconscio se vuoi, che non controlliamo. 
Emotivamente, la sensazione che provo è quella che decide la seconda parte del titolo di questo post. Si, perché non è la prima volta che succede, e oggi ho 2* anni, mi rendo conto che una vita così è inconcludente. Vado avanti per inerzia e le mie giornate scorrono, senza le emozioni che vorrei. Penso a V., la immagino col suo ragazzo, li sogno, e mi rattristo, molto. Sono solo, non ho un punto fisso, non ho una compagna di squadra, una collega, una partner in crime, con cui sostenermi nella vita. Sono io e io devo affrontare tutto. E’ come avere un telaio su due colonne anziché su una. Anche se il carico è maggiore, perché sono due vite anziché una, sarà più facile sostenerlo per il singolo pilastro. Non me ne frega niente del sesso, anche se ormai è passato un po’. Io vorrei condividere la mia vita con qualcuno che mi supporti, e poter supportare a mia volta - anche se ora mi sorge la paura che forse, dico forse, dovrei nel caso stare attento a non riversare tutto quanto sull’altro, tutta la mia depressione e tristezza. Fermiamoci qui per il momento -. 
In questi casi, bisogna essere forti e cercare di respirare. V. la vedrò tutto i giorni al lavoro, e tutti i giorni avrò il chiodo fisso. Devo cercare di ricordarmi le cose razionali, devo cercare di pensare positivo e sostenermi. Andare avanti, respirando profondamente e a piccoli passi. La vita non sarà sempre inconcludente, bisogna cercare di superare le avversità parlandone, descrivendole e sperare che quei piccoli cambiamenti, impercettibili, avvengano permettendoci di superare le nostre paure. 
Questo è quello che è successo con questa esperienza. V. mi piace moltissimo perché sentivo di poter essere me stesso, non sentivo l’emarginazione e lo sguardo da weirdo che mi ha accompagnato tutta la vita, perché per tutta la vita mi sono sentito diverso dagli altri e sono stato messo in disparte. Esattamente come succedeva con C. dalla G. o A. dalla P. 
Troverò qualcuno disposto ad accettarmi, sia per quello che sono che come partner? Un’altra grande paura. 
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Intramezzo, fine giugno
26 Giugno 2023
Non mangi. Ho mal di stomaco. Non dormi, prendere la melatonina. Hai perso quattro chili in due settimane. Sono troppo stressato. 
Il lavoro è pesante, mia madre non sta bene, la ragazza russa ti sta rifiutando. 
Non sto bene, mi fa male lo stomaco. Devo cercare di ricordarmi le cose positive: il percorso è quello giusto, ti stai aprendo; la carriera è buona; partirai per un bel viaggio a fine agosto; sei sulla direzione giusta per migliorarti; anche altri sono nella tua stessa condizione; datti tempo. 
E altro cosette. 
Addio e arrivederci.
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Rifiuto Росси́я
15 Giugno 2023
Ciao blog, come stai? Io, male. Stasera Giovedì 15 Giugno male. Ci sono stati effettivamente degli sviluppi, almeno degli eventi, anche se la sostanza della mia vita che mi aspettavo non è arrivata come mi aspettavo l’ultima volta che ti ho scritto. Ho fatto un’altra trasferta a Catania, e quasi concluso il trasloco in Città Studi. Nel frattempo, temo di essermi invaghito di una ragazza, da cui il titolo del post. Lei per una settimana o giù di lì mi ha dato una speranza, e poi in questi ultimi giorni, che l’ho effettivamente invitata a uscire, mi ha allontanato. Lavoro con lei, ed è più fredda, più distaccata. Ha un ragazzo, anche simpatico, però vaffanculo. MI scrive più di rado, prima anche per scemenze, e mi cercava.
Scrivere qui mi fa bene. Perché quando sei da solo, i pensieri turbinano e volano, come un uragano. Quando scrivi invece, pensi al passo delle tue dita sulla tastiera, hai il tempo di vedere le cose con più calma e con un’altra prospettiva. Facciamo chiarezza, perché sono overall contento di questa situazione. Non prendetemi per matto: questo impasse fa cagare è ovvio, però come percorso storico è un bene! Io fino ad un anno fa non ero capace di farmi piacere qualcuno, e soprattutto non ero capace di approcciare qualcuno. Non ero capace a relazionarmi, e non ero capace a creare un ponte con una ragazza. Sentimentalmente intendo, non in termini di amicizia. Ora sto imparando, sto effettivamente uscendo dal guscio, finalmente. Mi sto aprendo. Certo, non è bello farlo a 27 anni, ma tanto tempo di depressione fa questo effetto qui, e la corazza non è corazza ma prigione. E’ la mia riscossa. Ed è un percorso lento, a piccoli passi. Forse è cominciato con la ragazza tedesca? Sicuramente sì! Ora con una russa? Certo diventa macchinoso se il target è una sola per paese straniero. Il mio problema è che non sono capace con qualcuno appena conosciuto, perché il mio inconscio mi blocca, mi ferma, non mi fa fare. A me piace una persona solo se ho avuto giorni per parlarci, se posso essere sicuro di poter essere me stesso, senza sentirmi diverso dagli altri.
Sono scoppiato in lacrimoni dallo psicologo quando ho realizzato questa cosa. E’ tutta la vita che mi sento diverso dagli altri, sono stato emarginato e mi hanno fatto sentire diverso di proposito, nel momento più fragile della mia esistenza. Per forza che ora mi piace solo qualcuno che non mi fa sentire così, che mi fa sentire sicuro. 
Il mal di pancia e il mal di gola hanno ripreso a farsi sentire oggi. Temo sia anche lo stress del lavoro, stare dietro al mio capo che sembra farsi di cocaina, tanto è pimpante e arzillo. Riconosco ancora la mia fragilità: il rifiuto di questa ragazza mi sta pesando, perché sempre mi sono pesati i rifiuti, e sempre gli ho temuti. 
Come è brutto vivere così. 
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Risvolto catanese
22 Maggio 2023
Ciao lettore. Rispetto a quando ho parlato l'ultima volta, ci sono state poche grasse novità. Ho avuto una promozione, e di questo sono contento, e sono stato dirottato sul progetto di Catania. Da qui, il titolo. Inoltre, ho dato la disdetta della casa di Sesto appena un'ora fa e con questa scusa, mi trasferirò a Città Studi. Non mi sono mai trovato a Sesto, e l'ho sempre vista bruttina. Altri hanno colto per me l'occasione, ma di questo sono contento.
Tumblr media
È la prima volta in tre anni (quasi ormai) di terapia, che mi sento dentro una fase di cambiamento. Di cambiamenti ne ho visti, beninteso, ma sempre a cose fatte. Nel senso, riguardando indietro ad altri periodi, mi accorgo di quanto sono cambiato, e di quanto abbia scoperto, affrontato e piano piano superato alcuni lati del mio carattere che mi spaventavano. Ma non mi accorgevo che a cose fatte, a passi fatti. Ho scoperto la mia paura del rifiuto, e piano piano ci sto lavorando. Ho scoperto il perfezionismo, figlio della precedente, e ci sto pian piano lavorando. Non dico che siano finiti, ma almeno un pochino, si sono attenuati. Alcuni problemi, come la rabbia esplosiva, è cessata quasi del tutto (quasi, Anna!). Questi altri ci sono ancora e magari sono nati gli incubi dei weekends, trascinati dai capodanni. Che poi, perché uno deve sempre fare qualcosa nei weekend?
Riprendendo il discorso, in questo momento mi sento in una fase di cambiamento. Mi sono reso conto che non ha senso provarci con ogni ragazza che passa SOLO perché il mio cervello idiota mi dice di farlo, SOLO perché mi dice che devo affrontare il problema, SOLO perché mi dice che se non mi do una mossa, non risolverò mai le cose. Mi capita che mi piace una ragazza alla settimana, che il cervello bambino metta su tutta una strategia, che puntualmente non funziona, sperando di intravedere dei segnali di essere piaciuti. Ma una ragazza non si innamora dopo due chiacchiere al caffè! Tu sai essere brillante cosimo, ma solo se non monti su tutta l'ambaradan, se ti rilassi, se eviti di stare attento ad ogni parola, sfumatura, se ti lasci andare. Immagina di parlare di storia, o di aerospazio, e lasciati andare con lo stesso entusiasmo. Come dice la psicologa, non nasce nulla se uno aspetta sotto al pero, perché qualcosa si creda solo se si spende tempo ed energie, ma bisogna anche avere pazienza, coltivare i rapporti e, se deve nascere qualcosa, nascerà da sé. Ti ricordi le ragazze da cui sei scappato a gambe levate? Ecco.
Alle volte vorrei parlare con il me idiota, averlo davanti e urlargli addosso tutto la rabbia che mi ha fatto provare. Da piccolo, dicevo che la timidezza era la cosa peggiore che potessi augurare a qualcuno. Ma non era timidezza, era tutto.. Tutto questo. Che va ben aldilà. Si certo, si riflette anche in timidezza se vuoi, però è più depressione. È il senso del rifiuto. Lo stesso rifiuto che mi ha portato a soffrire quando Ale, per l'ennesima volta, mi ha trattato di merda. Ma adesso basta, anche con lui. O cambierà o sarò io a cambiare con lui. Lui, e tutti gli altri uguali.
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Buon primo di Maggio!
1 Maggio 2023
Mi trovo a Roma, sto scrivendo dai Fori Imperiali. Che meraviglia ammirare così magnifiche opere umane, pensare ai cervelli che le hanno immaginate e le braccia che le hanno realizzate! Sedersi e provare a visualizzare i colonnati, i templi e le statue con le loro fondazioni e basamenti. Che cosa magnifica dev'essere stato ed è incredibile pensare che una tale concentrazione di manufatti è tutta qui in un'unica città!
Anche se una parte del motivo per cui mi trovo a Roma è certamente vedere le rovine, ce ne sono anche altri due. Primo, mi fa piacere che stia (in questi mesi) piano piano recuperando il rapporto con mia sorella. Anche se continuo a pensare che ci sia un'asimmetria, che mi rivedo in mio padre tentare di recuperarlo con me e questo mi rattrista. Si perché io non voglio recuperare il rapporto con mio padre, e non vorrei avere una riflessione anche col rapporto di e da parte di mia sorella. Non so se mi spiego. L'altro motivo è che mi sarebbe piaciuto rivedere la ragazza del mio ultimo post. Che invece è anche lei, esattamente come me, in gita fuori porta, non a Roma. Che sfiga e che coincidenza maledetta!
Rispetto al mio ultimo post, penso oggi (non so se l'ho mai scritto) che il motivo per cui non ho una ragazza sia solamente a causa delle mie paranoie. Non credo più, come un tempo, di avere un problema oggettivo, di essere effettivamente escluso dagli altri. Non so come spiegarlo a parole, l'ho detto alla psicologa un paio di settimane fa. Credo che se oggi io sono solo è solamente a causa della mia depressione.. Tutto quello che ho scritto nell'ultimo post rimane, ho sempre paura di espormi, sempre paura del giudizio degli altri. Però ora so che questa è l'unica ragione per cui sono solo. Non ci sono più paure come quando ero piccolo. Il problema sta tutto nella mia testa. Però non è irrisolvibile, penso.
Ancora mi spaventa vivere a Milano. perché vuol dire non avere la possibilità di ricrearmi un ambiente e non avere la scusa di essere da solo. Si perché se abitassi all'estero, in una città nuova, senza conoscere nessuno, avrei la scusa perfetta da dire a me stesso per giustificare dei sabato sera da solo. cosa che non succede a Milano. Però che accade invece se vado all'estero, da solo? Dovrei ricostruirmi un ambiente esattamente come fatto in passato, a Praga e a New York. Nella prima mi sono fatto trascinare, nella seconda, anche lì, mi ha salvato il coinquilino. Ma che fare se andassi all'estero e non ne avessi, di coinquilini?
Vorrei riaprire Tinder. Forse l'ho già parzialmente fatto. E se trovassi una ragazza, cosa potrei fare per non apparire totalmente dipendente da lei e spaventarla per questo? So che avrei paura anche di questo.
Penso alle volte di risolvere un problema e maturarne dieci, per ogni cosa risolta ne salta fuori subito un'altra. Che cavolo di problema ho?
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
La mia nuova casa per un Campari
8 Aprile 2023
Stavo rileggendo l'ultimo post del 2022, ormai più di tre mesi fa, in cui mi dicevo che un buon proposito per l'anno nuovo sarebbe stato quello di cercare di avere meno paura, di apprezzare di più le amicizie. Ad oggi, 8 Aprile, sto ancora cercando di seguire quel buon proposito, ma devo dire Che nulla di molto è cambiato. Ho ancora paura, ancora faccio fatica ad accettare le amicizie. Soprattutto, ancora mi sento solo. I weekend in particolare sono diventati un 'ossessione, esattamente come il capodanno, che mi deprime paurosamente se non riesco a fare niente. Sono proprio le serate da solo che sono pericolose, pericolose per la mia psiche e da qualche tempo a questa parte, per la mia pelle. Si, perché quando sono veramente, veramente giù, incido sul corpo questa solitudine.
Ho anche una novità gioiosa: ho una casetta tutta per me, e il titolo lascia molti indizi ad un lettore attento. Gioiosa, perché indubbiamente migliora il rapporto coi miei, limitando quella vicinanza che genera belligeranza. Però, al contrario, rischia di isolarmi ancora di più. Penso che tuttavia sia un passo necessario, un grande passo, per la crescita personale di qualcuno, soprattutto con la mia età.
E tuttavia, questi propositi sono sempre ricorrenti. Con la psicologa siamo arrivati al ragionamento che io posso effettivamente piacere a qualcuno, e sarebbe carino che il mio cervello lo dicesse al mio subconscio, facendomi effettivamente valutare la possibilità di piacere ad una ragazza. Ma è già successo, mi è capitato, ma in quei casi sono io che sono scappato a gambe levate! Ma loro non mi piacevano, che dovevo fare?
Eppure, io ho sempre questo problema. Temo di espormi, temo di espormi con chi mi piace provandoci, perché temo il loro rifiuto. Temo anche il giudizio di terzi, di mostrarmi provandoci con qualcuno. C'era una ragazza di Roma, conosciuta quando sono andato a trovare mia sorella, che era carina e pure single! Perfetta in altre parole. Eppure, non le.ho scritto, perché ho temuto il giudizio di mia sorella che mi avrebbe visto provarci. Ma è già successo con Claire, che cosa mi ferma? Il mio subconscio è spaventato, temo il rifiuto, e non concepisco la possibilità di poter piacere a qualcuno. Eppure può succedere, è successo, dovrei cercare di convincermi. Purtroppo il mio problema di solitudine è sempre quello. Quante paranoie che mi faccio.
Unica nota finale, rileggendo i post dopo questi ormai due anni e mezzo di testi, devo dire che è strano vedere come.i temi siano evoluti. Sarò davvero cambiato come dice la psicologa, migliorando e maturando me stesso un pochino?.
0 notes
valdis-d · 2 years
Text
Compleanni di fratelli e Gesù bambini
24 Dicembre 2022
Alle volte, oltre a riempire questo blog di momenti tristi, deprimenti, autolesionisti e macabramente auto-sadici, sarebbe carino inserire qualche momento in cui sono di buonumore. 
Il titolo dà il 24/12, ma quando scrivo è passata la mezzanotte. Come ogni anno, sono stato a cena da mio fratello, perché oltre ad essere la vigilia è anche il suo compleanno. Noi tante volte non apprezziamo i legami familiari, e io sono il primo che non lo ha mai fatto. Ma quando mi sono trovato a vivere da solo, all’estero, anche dall’altra parte della terra, questi momenti mi sono mancati. Questo perché alcune cose le diamo per scontate, le sopportiamo perché ci siamo nati e cresciuti dentro, ma quando vengono a mancare.. Bé è una parte grossa della tua rete di protezione mentale/psicologica che salta. E’ da qualche anno che ho cominciato ad apprezzare queste cene, in cui si parla del niente, si fanno i brindisi, e si vedono le persone che, comunque sia, alla fine sono gentili con te. Meglio ancora se non hai stabili rapporti con questi individui, perché non ti potranno deludere. 
In questi ultimi mesi con la psicologa sono sceso più a fondo nel mio problema di stabilire una relazione affettiva. Mi è capitato di tutto in effetti questo anno, di uscire con ragazze in cui poi si è dimostrato il nulla, di piacere a un po’ di queste (mi stupisco a scriverlo) ma di essere spaventato all’idea di un’intimità maggiore di così o che non mi piacessero, e di non essere in grado di espormi, di mettermi in discussione, di non farmi problemi e di provarci, in definitiva, con alcuna di quelle che mi piacevano. La psicologa ha trovato una definizione perfetta per questo: temo di essere giudicato aldilà delle mie capacità. Questo perché comunque io ho delle ottime capacità, ma più intellettuali, professionali e non sono bravo sul piano emotivo. La corazza con cui mi proteggevo, con cui mi proteggevo prima dai bulli e poi dal giudizio degli altri, negli anni è diventata una camicia di forza, che mi impedisce di stare bene. Faccio fatica adesso a “toglierla”, farmi dei problemi e provarci con qualcuno. L’altra sera alla seduta, all’idea, la visualizzazione di scrivere ad una ragazza che mi piace, Francesca, conosciuta in montagna, mi stava venendo il mal di stomaco. Come avevo fatto con Claire? Cosa mi aveva dato quella spinta? Non riesco a capire. 
Uno dei classici, inflazionati buoni e nuovi propositi che vorrei darmi è proprio questo, di cercare di espormi un po’ di più, cercare di non avere paura. Di essere anche meno solo, e lavorare su queste cose. Continuare ad apprezzare le amicizie, e non rattristarmi se il mio cervello mi dice che non riuscirò a vederli, che non sono sgarbi ma normalità. Però spero che questo periodo, che è diventato particolarmente nero negli ultimi anni, possa diventare uno di spensieratezza, come dovrebbe essere.  
0 notes
valdis-d · 2 years
Text
Esami, per l’ordine e per la mente
3 Dicembre 2022
Questa cosa è definitivamente diventata una specie di diario. Ho modificato tutti i post e aggiunto le date, come si fa con i veri diari di bordo da marinaretti. Mi rendo conto che mi trovo a scrivere solo nei momenti tristi, e non capita mai qui di vedere qualche momento felice. Ma questo perché non ho un momento decisamente più felice della norma da tanto tempo. Da qualche anno ormai, non ho un momento di emozione e batticuore. Provo a ritornare con la mente indietro, ma non c’è niente di ciò. Certo, ci sono stati attimi e giornate più serene, momenti allegri. Ma lo spettro nero della palla nera è sempre aleggiato. Come se stessi camminando in una piazza, su un lungo mare, e la situazione è calma, come direbbe S. i vibes sono buoni (che modo stupido di dire) e c’è anche allegria. Eppur, dietro un lampione o un albero, seminascosto come per farsi vedere da nessun’altro che da me, che mi fissa con sguardo vacuo, c’è questo me, adolescente o più giovane comunque, non magro ma consumato, non solo spento ma addirittura grigio e scuro in volto, che mi guarda e sembra mimarmi con il labiale “io sono comunque qui, dopo tornerai da me”. Dovrei disegnare questa metafora, quest’immagine. E non c’è stato momento, o serata allegra in cui io non sia tornato a casa e non abbia ripensato a tutto, che non sia ritornato nel fango. Come se queste occasioni fossero gli attimi in cui raggiungo la superficie per respirare, ma ho un sasso legato al piede, che impone la maggior parte del mio tempo sott’acqua. E fossero quelle le occasioni diverse, e la tristezza la normalità, e non il contrario. 
Oggi ho affrontato l’esame di stato. Pensavo fosse molto, molto più semplice. Siamo stati bocciati in metà. Io so che dovrei scusarmi, che ho fatto troppe cose insieme, che forse non avrei dovuto. Ma gli altri ce l’hanno fatta, perché io no? Gli altri, gli altri.. Io passo la mia vita a mettermi in confronto con gli altri, in una competizione in cui metto la mia depressione a gareggiare con i filtri di instagram. E’ razionalmente impossibile vincere, o nemmeno pareggiare. Questo esame rappresenta l’ennesima delusione. Io funziono così: incapace di riconoscere eventuali notevoli meriti, insensibile di fronte a eventuali possibili fallimenti. Ingigantisco, io vedo solo difetti e sconfitte. E sempre tutto è sotto esame, tutti sono sotto test. Niente è rilassante, e tutto deve essere perfetto. E nel mio intimo, anche inconsciamente, mi odio profondamente. 
Un po’ invidio mia sorella. Lei ha tante amiche con cui parla, tutti i giorni, dei suoi problemi. Anche intimi. Non so, e non ho memoria che lo sia, non so se sia sempre fortunata con le amicizie. Ma almeno lei ha la forza di aprirsi con qualcuno, di aprire la corazza. La mia corazza non si apre. Dico corazza ma in realtà è una camicia di forza, che mi impedisce di vivere serenamente. Serenità, anche quella na robba che continuo a lamentarmi di non avere. Non scopro il fianco comunque, non mi fido, ma vuol dire anche che non ho con chi stringere un legame. Io non ho nessuno. Io ho solo la terapia, in cui parlare dei miei problemi. Ho un amico che si fa sentire quando c’è da raccogliere i kiwi, ma che per dare confidenza non si è più mostrato. Un’amica che ho sempre paura di disturbare. Altri che vanno, altri che vengono e poi se ne vanno. Chi ridicolmente non trova un paio d’ore in cinque mesi per trovarsi, ma poi ti manda messaggi prestampati, scontatissimi, perché è evidente che ha paura che ti arrabbi. Ma lasciami andare no? 
Le serate così sono deleterie. Mi sdraio sul letto, chiudo gli occhi e l’oscurità mi prende. Mi alzo, cammino avanti e indietro, e penso. Penso tantissimo, il cervello non si riposa mai. Io penso troppo, perché non penso nemmeno cose belle. 
0 notes
valdis-d · 2 years
Text
Stagnazione prolungata?
26 Novembre 2022
Che c’è di nuovo?
Nulla. Ciao, sto scrivendo ancora. Rispetto quando ci siamo lasciati, non è cambiato nulla. Tutto è solo andato in.. Stagnazione. Avevo uno o due aspettative circa i nuovi ambienti che avrei frequentato da questo semestre in avanti, sia al lavoro che nel fare il tutor all’università, ma non è cambiato nulla. Anzi, ho solo ottenuto di avere un cervello molto più occupato di prima, e che mi manca il tempo mentale di gestire le cose. Dico tempo mentale perché è difficile mettersi lì ad affrontare qualcosa, trovare la testa per farlo. Meglio eh, meno tempo vuol dire meno pensieri e meno tristezza. Però anche no.
Ma queste sono quisquilie. Piuttosto, la mia lamentela nasce dal fatto che non sono riuscito a imprimere una svolta alla situazione in cui versavo, di piuttosto malessere. Mi sento molto solo, e molto da solo conduco la mia esistenza. Non che passo del tempo da solo, ma le contingenze per cui mi ritrovo a parlare con altri individui sono dettate da necessità più grosse di me, e non c’è un contatto ricercato. Per il resto, faccio le mie commissioni da me, vado al lavoro da me, ma non condivido il tempo con persone amiche. 
Io vorrei riprendere dei rapporti con amici. Vorrei poter andare da solo, abbracciarli e dirgli che vorrei passare più tempo assieme, divertirci, e sorridere di più, perché stare con loro mi toglie i pensieri brutti. Ma così le allontani le persone, non il contrario.
In realtà, soffro anche di una solitudine più esistenziale. Lo avrò già scritto purtroppo e mi ripeterò, ma mi trovo nella condizione in cui una parte del mio cervello non vuole intromissioni, non vuole invadenze e vuole una sana barriera e un lebensbraun per la mia sanità, perché non voglio essere giudicato aldilà delle mie capacità, come diceva la psicologa. Al tempo stesso però, mi sento un enorme vuoto e insoddisfazione, dovuto alla tremenda solitudine in cui mi trovo, per non avere qualcun altro con cui condividere un’intimità. Lo vorrei moltissimo, da tanto tempo, ma quando queste occasioni si sono presentate, gli ho chiuso la porta in faccia, e impedito loro di entrare. Come mai? Possibile mai che spendo una parte di sforzo e tempo a cercare di capire cosa vuole il mio cervello? 
E’ anche vero che seppur difficile e doloroso, comincio a pensare che devo smetterla di mettermi fretta e cambiare, e cercare di far venire le cose un po’ più spontanetamente. Alcune persone devono impegnarsi per far avvenire un cambiamento, cercando di risolvere il problema, ma forse nel mio caso devo operare nel modo opposto e cercare di prendere le cose con calma, perché il mio di problema l’ho già ammesso e già ho provato ad affrontarlo. Coscientemente almeno, la parte emozionale, il bambino spaventato che è in me ancora non sente ragioni. 
Temo che questo stallo esistenziale permanga negli anni, costringendomi alla depressione. Il sabato sera, per esempio, è esemplificativo: vorrei fare qualcosa, uscire a divertirmi, ma i miei amici sono impegnati coi loro partners/fidanzate/i, e non hanno tempo per me. Odio i sabato sera. Come odio le vacanze, le pasquette e, Iddio mi scampi, i capodanno! 
Ma in buona parte non dovrei nemmeno fare così! Anche coi problemi coi tuoi, con tuo padre che ha il covid e non è felice, e una parte di te se ne dispiace, e l’altra vuole punirlo, per tutto quello che ti ha fatto e che non ha fatto, per tutto il bullismo e l’insensibilità. Per tutto ciò che ha sbagliato che si merita. Come per la solitudine. Non c’è nulla di male nel non vedere qualcuno per un weekend, e succede tutto nella tua testa! Ma, vero che sia, in tutto, in parte o in nulla, questo è ciò che percepisci e ciò su cui dovresti ragionare. 
Questa solitudine ti rende più forte fuori, ma nessun film o canzone o trapper di 12 anni racconta tutta la verità, ovvero che tutto quello che aggiungi alla scorza per renderla più forte, lo stai prendendo dall’interno, dall’intimo dell’animo, che diventa inevitabilmente più molle, gracile e vulnerabile. 
Addio serenità 
0 notes
valdis-d · 2 years
Text
Responsabilità colpose dall’angolo oscuro del cervello
23 Ottobre 2022
Ciao, sto scrivendo di nuovo. 
E’ stata una settimana difficile. Il mio coinquilino di NYC mi ha scritto a caso che da lì ad una settimana sarebbe venuto a Mi a trovarmi, e io sono andato nel panico. Le due settimane prima di questa le ho vissute con ansia e apprensione, e l’ultima dopo in particolare con enorme fatica. Il mio coinquilino mi vuole un gran bene, ma non è capace di capire quanto è invasivo nei miei confronti, nel voler entrare a tutti i costi nella mia vita privata, quanto è inopportuno e quanto non sopporti più questo comportamento. Come a New York, che gli dicevo di non scrivere a mia sorella, e lui ridendo pensava scherzassi. Ha voluto conoscere i miei, ed ha ottenuto di venire a cena a casa. Comincio a odiarlo per questo comportamento, eppure ha passato la giornata fuori con mia sorella, hanno postato una foto e C. gli ha pure messo il mi piace. A entrambi. A me non lo ha mai messo. E’ tutta la vita che la gente a cui cerco di piacere mette le il like alle foto degli altri e non alle mie. Mettere il like è ovviamente una stronzata di per sé, spero non debba chiarirti il senso di questa frase. Infatti, è tutta la vita che mi sento diverso, escluso e lasciato da parte. Ma è mai possibile che queste persone, che si sono conosciute tramite me, riescono a stabilire un’intesa più solida fra loro, a farsi piacere da C., ed emarginare me al contempo? Se non avessi legami di sangue sarei già stato dimenticato, o addirittura lasciato fuori. Ma come è possibile? Ci pensavo l’altro giorno a casa di mio fratello, con tutti quei parenti, miei e non: ma se non ci fosse il legame di parentela, io avrei ancora un rapporto con queste persone? Mi cercherebbero ancora? Mi includerebbero alle feste di compleanno, o il mio carattere e personalità li spingerebbe ad escludermi?
E’ passato un attimo più di tempo da quelle considerazioni su mia sorella. Ho cercato di comportarmi meglio, di migliorare il rapporto, e allentando un attimo i legami, perché a quanto pare si sentiva giudicata e rinchiusa. Il risultato è essere ignorato, dato molto per scontato. Il miglioramento in questa relazione consiste per me a spostarmi su un piano di sfondo, senza troppi coinvolgimenti, e questo a costo mio di ingoiare commenti, opinioni e mettendo la maschera della persona serena. Alla fine di questa settimana ho avuto una specie di litigata. Non sono sicuro possa definirsi tale, ma è stato sicuramente qualcosa di spiacevole. Le ho detto di non vedere i miei amici il giorno dopo senza di me, perché mi dà fastidio che abbia più piacere a vedere loro che me. Dopo che è tornata dall’Olanda non ci siamo nemmeno parlati, eppure era così contenta di uscire con gli altri, col mio coinquilino e i miei amici conosciuti a New York. E’ andata fuori di matto, dicendo che era una cagata, che limitavo la sua libertà (o almeno il senso era quello) e che così allentano le persone. E credo che in parte possa anche servire da scusa. Ormai è così, lei odia i miei cambi d’umore, pensa che io voglia farla sentire inadeguata e questo lo odia, odia come mi comporto. Io sono responsabile delle sue tristezze e del clima tossico che c’è in casa. Ma come è possibile? Faccio fatica a comprendere cosa sto sbagliando, anche bendisponendomi, mettendomi in discussione, vorrei una comunicazione più franca, di modo da capire cosa stiamo sbagliando. Quindi, adesso in casa ho anche il suo giudizio, per come mi comporto, se sto male.. Dio quanto vorrei non doverci avere a che fare, così ci lasciamo in pace e ognuno per la sua strada. 
Questa settimana è stata difficile, mi ripeto. Essere tristi stanca, e io mi sento distrutto. Sapevo la trama come sarebbe andata, dall’inizio alla fine, e così è proceduta. Che le circostanze e le persone mi avrebbero obbligato a fare qualcosa che mi sentiva a disagio, passivamente indirettamente obbligandomi ad invitare E. e L. a cena a casa, a mettere su il teatrino e a mostrare il lato triste e nero, che a casa non riesco a trattenere. Il lavoro super trottante e pure il tutor al Poli si aggiungono, togliendomi energie ma anche impedendomi di distrarmi, di lasciarmi pensare. In più, l’esame di stato. Pensare per me fa male, perché i pensieri galoppano, vanno su cose triste e io mi rattristo a mia volta. 
Ogni volta che provo a risolvere un pezzetto di puzzle, un altro portone si apre. Adesso c’è anche questo. Con mia sorella non posso più essere franco, non posso più comportarmi con naturalezza e, se voglio migliorare il rapporto, devo nascondere come sono io. Il che vuol dire, che oltre a fuori, bisognerebbe alzare un nuovo livello di privacy, che mette un’altra barriera, tagliando (e quindi riducendo ancora) il cerchio magico in cui io mi trovo e in cui posso essere naturale. In cui non devo nascondere il fatto che non sono felice, che non sono sereno, etc. Perché le persone tristi non piacciono, e non possiamo condividere questo con nessuno. 
0 notes