Tumgik
vecchiodimerda · 1 day
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vecchiodimerda · 6 days
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Ottimo il Daflon, Signorina @2delia
Intendevo per le emorroidi.
8 maggio 2024
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Finalmente sta facendo bel tempo.
Alè 🥳
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vecchiodimerda · 6 days
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Lui qui, dinenz a san pretoni, l'è propri un Zuvnaster©®™ cara Signorina @2delia
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Dai che oggi è una splendida giornata. Due passi in centro come gli anziani, un caffè al bar, poi a casa, pranzo, pisolino (sempre come gli anziani) e alla fine serata samba, afro funk e affini se tutto va come deve andare. Comunque
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vecchiodimerda · 7 days
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Perfetto Signorina @2delia e con la tessera VdM fanno il 5% di sconto sul biglietto d'ingresso
Gentile Sig. @nicolacava
quando (di solito tra le 13.00 e le 14.00)
mi viene voglia di leggere i post che lei scrive nel suo fantasmagorico blog per trarne ispirazione e chiedere alle varie divinità da lei spesso citate la forza d'animo per affrontare la seconda parte della mia giornata lavorativa,
mi compaiono spesso delle ✨pubblicità meravigliose ✨
Tipo questa:
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😍😍 andiamo? 🤩🤩
2 ore e un quarto di puro divertimento 🎉🥳🥳✨
ME-RA-VI-GLIO-SO!!!!
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vecchiodimerda · 8 days
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Ciao Zio.bello il bolg. Quanto sei vecchio Zio. ?
Direi più nonno
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vecchiodimerda · 9 days
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Tessere VdM in arrivo !
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D’accordissimo.
Continuo a vedere tantissimi alla guida con il cellulare in mano. Sanzionare anche quelli.
Purtroppo noi italiani rispettiamo le regole solo se abbiamo paura delle punizioni.
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vecchiodimerda · 12 days
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Perfect !
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vecchiodimerda · 16 days
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vecchiodimerda · 16 days
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Maledetti Zuvnaster !!!
non ti conosco, ma ti voglio bene.
datti un abbraccione, zio!
Ma quale zio ???
Nonno, semmai.
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vecchiodimerda · 17 days
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il Biemmevè è per sempre
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https://creanavt.tumblr.com/archive
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vecchiodimerda · 22 days
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Et voilà, un bel raccontino dal tema adatto a noi VdM.
Buona lettura e poi una pisciatina e a nanna !
Mario Piangeva
Gli succedeva sempre, anzi no, non sempre ma molto spesso.
Il suo lavoro nell'agenzia di pompe funebri, prevedeva talvolta anche il dover lavare e poi vestire una salma, ed era in quella occasione che Mario piangeva.
Piangeva davvero tanto e doveva stare attento a non bagnare il morto con le lacrime che gli scendevano copiose.
Gli veniva da piangere ogni volta se si trattava di un bimbo o una bimba e la cosa era comprensibile ma gli capitava spesso anche con gli adulti e perfino con alcuni anziani che si sapeva avevano vissuto una vita lunga e piena.
Siccome piangeva facile, la Signora Rosanna, che era la titolare dell'agenzia, non lo faceva mai parlare con i parenti del morto.
Per il resto Mario era bravo nel suo lavoro, che si trattasse di vestire qualcuno per l'ultimo viaggio o guidare il carro funebre.
Era anche in grado di occuparsi dell'atto finale quando, nella camera mortuaria, dopo aver dato la possibilità a parenti e amici di stare vicino al proprio caro che riposava eternamente, si inchiodava il coperchio alla cassa, sigillandola.
Si, perché in quel momento se anche gli fosse venuto da piangere, ci sarebbe sicuramente stato qualcun altro ad attirare l'attenzione gridando disperato, o le cui lacrime avrebbero nascosto e superchiato quelle di Mario.
Mario abitava ancora con la vecchia madre che da brava pensionata passava le giornate davanti al televisore a guardare quei programmi osceni in cui dei cosiddetti giornalisti o conduttori televisivi, rincorrevano l'audience scavando nel dolore delle persone.
Mario odiava quei programmi e quando era a casa si rinchiudeva nella sua camera che era quella in cui stava fin da quando era un bambino e ascoltava la sua musica in cuffia, così da non udire le grida che provenivano dal televisore che la madre teneva a tutto volume, dato che non ci sentiva più molto.
Quel giorno sul tavolo metallico era sdraiata una giovane donna bionda i cui occhi erano chiusi e tumefatti. Sul petto la classica cicatrice a Y che indicava come fosse stata sottoposta ad autopsia. La pelle era bianca e gelida ma Mario non poteva sentirne la temperatura perché indossava i guanti come da manuale.
Iniziò a piangere immediatamente, come la vide distesa ma come sempre le lacrime non inficiarono il suo lavoro.
Lavorò bene e rapidamente insieme a Lauro che era il suo collega del quale si diceva che fosse l'amante della Signora Rosanna.
Lauro era un tipo alto e muscoloso, diversamente da Mario che era più basso e mingherlino e aveva fama di essere piuttosto irascibile e pronto a usare le mani ma era anche sufficientemente equilibrato per fare il lavoro che faceva.
Mario sapeva che la storia che i due avessero una tresca era vera, perché una sera che era dovuto tornare all'agenzia dove aveva dimenticato le chiavi del carro funebre che doveva riportare in garage, li aveva sorpresi nudi che chiavavano sulla scrivania dell'ufficio.
E siccome era un tipo molto riservato, li aveva lasciati fare e in silenzio e senza farsi accorgere, aveva girato i tacchi e se ne era andato a casa lasciando il carro funebre là dov'era.
Il giorno dopo la Signora Rosanna l'aveva ripreso per la dimenticanza ma in maniera molto blanda, specie quando lui le aveva fatto capire il motivo per cui non era tornato in ufficio a prendersi le chiavi del mezzo.
Vestirono la morta e si fermarono come al solito per un quarto d'ora a guardare e riguardare se l'avevano rivestita in modo corretto o se ci fossero errori o sbavature.
Come prima, durante tutto quel quarto d'ora Mario pianse e c'è da dire che la povera donna che giaceva inerte sul bancone meritava tutte le sue lacrime, nessuna esclusa.
Mario aveva evitato di ascoltare gli strepiti dei programmi preferiti dalla madre ma non aveva potuto evitare l'ascolto dei TG che avevano come notizia principale l'ennesimo femminicidio.
Il marito o compagno che fosse, aveva assassinato a coltellate la donna che Mario e Lauro avevano rivestito, in nome dell'amore che aveva giurato di provare per lei e per il loro figliolo, anche e specialmente dopo averla straziata e uccisa.
Mario piangeva e pensava che quel marito o compagno avrebbe potuto, se amava veramente quella donna, rivolgere esclusivamente contro sé stesso il coltello da cucina che aveva usato per assassinarla.
Se lo diceva sempre, ogni volta che aveva notizia di un femminicidio e anzi se lo diceva da tempo immemore, anche da quando quel vocabolo così di moda non si usava ma si parlava di omicidio o assassinio o altro.
Mentre Mario piangeva, Lauro era rimasto a osservare con un occhio la morta e con l'altro il collega piangente, mentre sentiva una grande incazzatura montargli dentro.
A un certo punto Lauro si era avvicinato a Mario che era arretrato fino con le spalle al muro e gli aveva gridato in faccia cosa cazzo avesse da piangere sempre ogni volta.
A Lauro il collega era sempre piaciuto poco e l'abitudine a quei pianti la riteneva non consona al lavoro che dovevano svolgere e aveva chiesto più volte alla Signora Rosanna, anche durante i loro incontri intimi, perché non lo avesse già licenziato.
La Signora Rosanna ogni volta aveva sorriso, anche l'ultima, quando era lì davanti a lui con il suo cazzo a portata di bocca e gli aveva detto di non essere nervoso, che in fondo Mario era un buon dipendente che era sempre pronto a qualsiasi orario e in qualsiasi giorno, feriale o festivo, poi glielo aveva succhiato in modo da ammansirlo.
Ma quella sera Lauro esplose letteralmente, urlando e sputando in faccia a Mario le sue recriminazioni che si era tenuto dentro fino ad allora.
Mario lo lasciò sfogare e quando il collega finalmente si zittì, si limitò a guardarlo negli occhi, senza dimostrare alcun timore.
Sapeva che Lauro non lo avrebbe colpito ma aveva solo bisogno di sfogarsi, un po' come quando la Signora Rosanna gli svuotava le palle gonfie.
Nel silenzio i due colleghi si guardarono a lungo negli occhi, ognuno respirando profondamente, senza dire una parola.
Poi gli occhi di Lauro divennero lucidi e si riempirono di lacrime, al contrario di quelli di Mario che si erano asciugati nel momento in cui la rabbia del collega era esplosa.
Mario guardò un po' esterrefatto quel pianto che non si sarebbe mai aspettato e dopo qualche istante estrasse dal taschino un pacchetto di fazzoletti di carta iniziato e li porse a Lauro che li prese con la mano che gli tremava.
Poi girò le spalle a Lauro e uscì dalla camera mortuaria per andare all'aperto, a respirare un po' d'aria fresca.
Fuori era ormai buio, non faceva freddo e il cielo era pieno di stelle del cazzo che brillavano alla faccia dei morti e delle lacrime che piangevano i vivi.
Avevano solo una macchina, le cui chiavi aveva Lauro in tasca, che avrebbe dovuto accompagnarlo a casa, sempre che la finisse di piangere come un agnellino.
Testa di cazzo di un Lauro, pensò Mario, adesso io torno a casa dove mi aspetta mia madre che a quest'ora starà guardando quella merda vivente di Bruno Vespa ma lui no.
Fortunato bastardo, a me una madre decrepita, mentre lui torna dalla Signora Rosanna che probabilmente lo sta aspettando nuda e con le gambe aperte.
Lauro arrivò asciugandosi gli occhi con i fazzoletti di Mario, dopo aver chiuso a chiave la porta della camera mortuaria e insieme salirono sul carro funebre.
Fu un viaggio breve, durante il quale Lauro non smise di piangere e senza alcuna parola tra loro, d'altronde che cosa mai si sarebbero potuti dire.
END
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vecchiodimerda · 22 days
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vecchiodimerda · 23 days
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Solo la teoria o anche la pratica, gentile Signorina @2delia ?
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vecchiodimerda · 23 days
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vecchiodimerda · 26 days
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Zuvnaster cosa fareste senza di noi VdM ?
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vecchiodimerda · 26 days
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vecchiodimerda · 29 days
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