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presso Aielli https://www.instagram.com/p/ByuQ84Iigt6/?igshid=m6kn5aw86lun
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Altair è una stella bianca di sequenza principaleavente magnitudine 0,77, che si trova a una distanza di circa 17 anni luce dalla Terra, nella costellazione dell'Aquila. È la stella più luminosa della costellazione nonché la dodicesima stella più brillante del cielo notturno; è inoltre una delle più vicine alla Terra. È anche uno dei vertici del Triangolo Estivo, essendo gli altri due Vega e Deneb. La sua vicinanza all'equatore celeste la rende osservabile da tutte le regioni popolate della Terra. Altair è degna di nota per la sua rotazione su sé stessa, molto rapida: misurando la larghezza delle sue linee spettrali, si è appurato che compie una rotazione completa su sé stessa in appena 8 ore e mezza. Per confronto, il Sole impiega circa 25 giorni per ruotare su sé stesso. Tale velocità di rotazione schiaccia la stella ai poli, rendendola uno sferoide oblato. Altair è anche una variabile Delta Scuti. OSSERVAZIONE Altair è individuabile nella parte nord-orientale della costellazione dell'Aquila nei pressi della Via Lattea boreale, qui oscurata al suo centro dalla Fenditura dell'Aquila. La sua magnitudine apparente di 0,77 la rende facilmente distinguibile al centro di un trio di stelle formato, oltre che da Altair, da Alshain e Tarazed. Le tre stelle sono quasi allineate a formare una linea inclinata lunga 4° 46'' a cui estremi giacciono Tarazed e Alshain; Tarazed dista 2° 40'' da Altair e quest'ultima 2° 42'' da Alshain. Altair è la stella nettamente più luminosa delle tre, avendo Tarazed magnitudine apparente 2,72 e Alshain 3,71. L'asterismo è reso suggestivo dai colori delle tre stelle dato che Altair è bianca, Tarazed arancio-oro e Alshain giallo chiaro. Altair forma, assieme a Vega e a Deneb, uno dei tre vertici del Triangolo estivo. La sua distanza angolare da Vega è di 34°, quella da Deneb di 38°, mentre Vega e Deneb distano fra loro 24°. Altair quindi rappresenta il vertice meridionale di un triangolo quasi isoscele che ha come base la linea che collega Deneb con Vega. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/BysoN5Kinjb/?igshid=182tfnwqx18k8
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presso Cerchio https://www.instagram.com/p/ByruvFwC8DX/?igshid=atz2uivcezwv
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Il Pioneer 10 (originariamente designata come Pioneer F) è una sonda spaziale statunitense, avente massa di 258 kg, che completò la prima missione verso Giove. In seguito divenne la prima sonda spaziale a superare la velocità di fuga dal sistema solare. La missione è stata sviluppata e diretta dall'Ames Research Center della NASA, mentre la TRW ha costruito il Pioneer 11, la sonda e sua gemella. Il Pioneer 10 è stato lanciato il 3 marzo 1972 da un Atlas-Centaur da Cape Canaveral in Florida. Tra il 15 luglio 1972 e il 15 febbraio 1973 è diventato il primo veicolo spaziale ad attraversare la fascia principale. Il 6 novembre 1973 cominciò a fotografare Giove da una distanza di 25 000 000 km e trasmise un totale di 500 immagini circa. Il massimo avvicinamento al pianeta avvenne il 4 dicembre 1973, a una distanza di 132.252 km. Durante la missione gli strumenti a bordo vennero usati per studiare la fascia degli asteroidi, l'ambiente gioviano, il vento solare, i raggi cosmici e, successivamente, i luoghi più lontani dell'eliosfera. Le comunicazioni radio con la sonda sono state perse il 23 gennaio 2003 a causa del calo di potenza elettrica alla sua radio trasmittente quando l'oggetto si trovava ad una distanza di 80 UA (pari a 12 miliardi di km) dalla Terra, circa il doppio della distanza media Sole - Plutone. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/ByqGsWbIQq7/?igshid=ecp2lpl7s0q4
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La protagonista dell’ultima fatica fotografica di Hubble è Ngc 7773, una galassia a spirale barrata ritenuta una delle più rappresentative nella sua categoria. Ngc 7773, nota anche come Leda 72681, Ugc 12820 e Iras 23496+3059, si trova ad una distanza di circa 357 milioni di anni luce dalla Terra, nella costellazione di Pegaso e fu scoperta da William Herschel nel 1790. Nell’immagine scattata da Hubble – spiega Global Science – è evidente la barra luminosa che congiunge i bracci, passando per il ‘cuore’ della galassia. In merito alla formazione delle barre, gli astronomi ritengono che siano strutture tardive nella vita di una galassia e che la loro origine sia connessa al momento in cui il materiale costitutivo delle stelle si fa largo verso il centro. Le barre sono scarsamente presenti nelle galassie a spirale più giovani e questo fattore le confermerebbe come segno distintivo di maturità galattica; nel contempo, esse sono considerate alla stregua di nursery stellari, dato che brillano intensamente della luce di nuovi e numerosi astri. La Via Lattea è considerata una galassia a spirale barrata come Ngc 7773; gli astronomi, studiando realtà come Ngc 7773 e simili, sperano di approfondire i meccanismi che hanno portato alla formazione e all’evoluzione della nostra galassia. Hubble, che ‘veleggia’ verso il trentesimo anno di attività, ha realizzato il ritratto con la fotocamera Wyfc 3 (Wide Field Camera 3); l’immagine deriva da un collage di scatti effettuati nell’ottico e nell’infrarosso con tre filtri differenti. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/BypGta9IHvi/?igshid=bxsz9bi59wri
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Venera 4 fu una sonda spaziale sovietica del programma per l'esplorazione del pianeta Venere. Essa fu lanciata il 12 giugno 1967 alle 2:40 ora di Greenwich, a bordo di un vettore Molniya dal cosmodromo di Baikonur, con la missione di effettuare studi diretti all'interno dell'atmosfera venusiana. La sonda pesava 1 106 kg, ed era composta di una strumentazione fissa e di una capsula-laboratorio da sganciare nell'atmosfera. Nella sonda si trovava un magnetometro, sensori di raggi cosmici, spettrometri per il rilevamento di idrogeno e ossigeno e trappole per particelle ionizzate elettricamente cariche (vento solare); nella capsula vi erano due termometri, un barometro, un altimetro radio, un misuratore di densità atmosferica, 11 analizzatori per gas e due radiotrasmittenti a onde corte. Il 18 ottobre 1967 la capsula fu sganciata nell'atmosfera venusiana: il modulo rispose correttamente durante l'ingresso, la frenata in caduta (per mezzo un paracadute), fino a che raggiunse un'altezza di 24,96 km. Da quel momento in poi, si considera che il piccolo laboratorio in caduta fosse irrimediabilmente danneggiato dai gas e dalla pressione. Il punto stimato d'impatto è vicino a 19° N, 38° E. Il Venera 4 fu la prima sonda capace di effettuare analisi dirette di un ambiente extraterrestre. Ne risultò una stratigrafia chimica dell'atmosfera venusiana, che sappiamo composta in gran parte di anidride carbonica con una piccola percentuale di azoto. Nonostante la capsula non fosse più in grado di funzionare al momento in cui toccò il suolo, rilevazioni mostrarono l'altissima temperatura del pianeta e che la densità dei gas era molto più alta di quanto ci si aspettava. (presso Aielli) https://www.instagram.com/p/BynkkaPoEDB/?igshid=7r11z9cve64f
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Lo Scudo (in latino Scutum, abbreviato in Sct) è una delle 88 costellazioni moderne. Nota anche come Scutum Sobiescii, dal nome del re ed eroe polacco Jan Sobieski, fu introdotta nel 1690 da Johannes Hevelius; è una delle poche costellazioni ad essere associata ad un personaggio storico, assieme alla Chioma di Berenice. CARATTERISTICHE Lo Scudo è una costellazione difficile da individuare, sia perché non contiene stelle luminose: la α Scuti, la più brillante, è infatti solo di magnitudine 4; inoltre appare immersa profondamente nella Via Lattea, che la "oscura" ulteriormente; la sua caratteristica più evidente infatti è la Nube dello Scudo, un grande addensamento di stelle che appare in una notte sufficientemente buia come una grande macchia chiara, circondata specialmente nel lato meridionale da grandi bande oscure. Un semplice binocolo consente di osservare dei campi stellari particolarmente ricchi, specialmente nella zona più settentrionale. Dall'emisfero boreale si osserva con facilità nelle notti d'estate, mostrandosi relativamente alta sull'orizzonte meridionale a nord del Sagittario e a sudovest dell'Aquila; la Nube dello Scudo è una caratteristica dominante nelle notti più limpide. Dall'emisfero australe è invece tipica delle notti invernali. (presso Aielli) https://www.instagram.com/p/BymlW6MIxQV/?igshid=1cn1t6hgozfut
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La Nebulosa Ostrica (NGC 1501, Oyster Nebula in inglese) è una nebulosa planetaria visibile nella costellazione della Giraffa, distante circa quattromila anni luce dal sistema solare. È stata scoperta da William Herschel nel 1787. La nebulosa ha la forma di un ellissoide di bassa eccentricità, dal quale protendono quattro lobi principali. È piuttosto sottile. Al suo centro, è presente una stella di classe WC4/OVI. (presso Europe/Rome) https://www.instagram.com/p/Byk-1PCIz46/?igshid=yvp449laks7s
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Febe (o Phoebe) è un satellite naturale di Saturno. Fu scoperto da William Henry Pickering il 17 marzo 1899 osservando fotografie scattate il 16 agosto 1898 da DeLisle Stewart, ad Arequipa in Perù. Fu il primo satellite ad essere scoperto fotograficamente. Il nome deriva da Febe, una Titanide della mitologia greca. È anche designato Saturno IX. Per più di 100 anni Phoebe fu la luna più esterna di Saturno conosciuta, fino alla scoperta di molte lune più piccole nel 2000. Febe è stato il primo obiettivo della sonda Cassini al suo arrivo, nel 2004, nel sistema di Saturno, ed è stato quindi ben studiato, fatto insolito considerato che è solo il nono satellite di Saturno per dimensioni. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/Byj9akDI-D2/?igshid=8tl8ap5jy2e
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Con Marte e Venere sempre più bassi sull’orizzonte occidentale, gli oggetti del cielo serale più interessanti saranno i giganti gasssosi Giove e Saturno. In particolare Giove si troverà all’opposizione il giorno 10 giugno. In tale situazione si verifica la massima visibilità del pianeta, osservabile per tutta la notte. Al tramontare del Sole Giove appare sull’orizzonte orientale e possiamo seguirlo in cielo fino all’alba. In questo periodo Giove raggiungerà anche la massima luminosità e la minima distanza dalla Terra per quest’anno. Anche per questo mese Giove rimane nella costellazione dell’Ofiuco. Sempre degni di nota i 4 satelliti galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto), che si mostrano come piccoli puntini bianchi che danzano da un lato all’altro del pianeta sulla linea dell’equatore creando spettacolari configurazioni. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/ByidKaQoBn3/?igshid=1fo5qw56twyeg
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Spirit (Mars Exploration Rover-A, MER-A, MER-2) è il primo dei due rover gemelli della NASA (l'altro è MER-B o MER-1 "Opportunity") giunti su Marte nel mese di gennaio 2004. Le specifiche del rover prevedevano che esso avrebbe funzionato per almeno novanta giorni. Tali specifiche sono state ampiamente superate e Spirit ha continuato a marciare sul suolo marziano per tutto il 2006. In data 4 gennaio 2010 il rover Spirit ha "festeggiato" i 6 anni di lavoro sulla superficie marziana, dimostrando un'incredibile resistenza alle intemperie climatiche che si verificano sul pianeta. Dal 22 marzo 2010 non si hanno più contatti con il rover. Il team della NASA è rimasto in ascolto per mesi di eventuali segnali che possano segnalare che il rover sia ancora attivo, fino al 25 maggio 2011, data in cui la missione è stata dichiarata ufficialmente conclusa. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/ByhXqAliilR/?igshid=1wno0cp487vw8
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La più grande tempesta del Sistema Solare si sta calmando. La grande macchia rossa di Giove si sta infatti progressivamente riducendo, come dimostra il video realizzato da Marco Vedovato, che lavora nel progetto internazionale Jupos, il più grande archivio digitale al mondo su Giove, che raccoglie più di 1 milione di dati, comprese immagini e disegni dei secoli passati, e fa parte dell’Unione Astrofili Italiani (Uai). La grande macchia rossa è un’enorme vortice anticiclonico di Giove, talmente grande da contenere, almeno fino agli anni ’70, tre pianeti delle dimensioni della Terra. Il suo diametro, però, si è progressivamente ridotto nel tempo,fino ad avere in questi giorni una dimensione analoga a quella del nostro pianeta, anche se un po’ più allungata. L’animazione di Vedovato, ricavata cucendo insieme le immagini scattate da numerosi astrofili negli ultimi tre mesi, conferma questa tendenza. “Da metà maggio, in pochi giorni la riduzione della grande macchia rossa è stata di 3.000 chilometri, pari a circa il 20% delle sue dimensioni”, ha spiegato Vedovato. In queste ultime settimane vistose quantità di gas rosso sono state proiettate lontano dalla grande macchia di Giove. “Un fenomeno - ha rilevato - che non avevamo mai visto prima e ben quantificato dal progetto Jupos”. Secondo gli astrofili la forma della macchia è, quindi, destinata a mutare radicalmente, passando da un ovale a un cerchio. Giove si sta, intanto, avvicinando alla minima distanza dalla Terra: il 10 giugno si troverà a meno di 641 milioni di chilometri e apparirà quattro volte più luminoso di Sirio, la stella più brillante del cielo. Secondo gli astrofili della Uai  basterà guardare verso Sud-Est intorno alla mezzanotte per trovarlo nella costellazione dell’Ofiuco. “Sarà un’ottima occasione - ha concluso Vedovato - per studiare da vicino la metamorfosi della più grande tempesta del Sistema Solare”. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/ByfwPkiII_n/?igshid=1fjvhyz6f3n9b
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NGC 5775 è una galassia a spirale, nella costellazione della Vergine, si trova ad una distanza di circa 85 milioni di anni luce. Pur avendo un'inclinazione che in prospettiva si allontana da noi gli astronomi ritengono vantaggioso questo fatto, in quanto facilita le osservazioni. L'esempio palese della prospettiva a favore degli studiosi, è che ha permesso di studiare le proprietà dell'alone di gas caldo, visibile quando la galassia viene osservata con le lunghezze d'onda dei raggi-x. Il 27 marzo 2012 è stata scoperta una supernova in questa galassia: di magnitudine apparente +18.00 al momento della scoperta, è stata generata da un'ipergigante LBV. (presso Aielli) https://www.instagram.com/p/BydNjyooqHk/?igshid=145ueko2gumsb
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La Nube di Rho Ophiuchi è una nube molecolare gigante composta in parte da idrogeno ionizzato luminoso e in gran parte da polveri oscure; deve il suo nome alla stella che domina la regione in cui si trova, ρ Ophiuchi, situata tre gradi a nord di Antares, nella costellazione dell'Ofiuco. Con una distanza media di appena 130 parsec (420 anni luce), è una delle regioni di formazione stellarepiù vicine in assoluto al sistema solare; appartiene allo stesso ambiente galattico dell'associazione Scorpius-Centaurus, dalle cui perturbazioni ha avuto origine la compressione iniziale che ha avviato al suo interno i processi di formazione stellare.Morfologicamente appare divisa in due nubi principali, indicate con le sigle LDN 1688, che costituisce il nucleo maggiore, e LDN 1689, di massa inferiore; ad entrambe le nubi sono connessi diversi filamenti nebulosi oscuri. Grazie alla sua vicinanza, questa nube costituisce un interessante campo di ricerca sull'evoluzione delle stelle di piccola massa e sulle nane brune, nonché un laboratorio per lo studio dei fenomeni di formazione stellare a catena. OSSERVAZIONE L'area di cielo in cui giace la nube è di facile individuazione: si trova infatti nei pressi del brillante gruppo di stelle azzurre che costituiscono la testa dello Scorpione: si tratta di un gruppo di stelle fisicamente legate tra loro, conosciuto come associazione Scorpius OB2, che costituisce la parte più settentrionale dell'associazione Scorpius-Centaurus, l'associazione OB più vicina al sistema solare. (presso Aielli) https://www.instagram.com/p/BycPxJEo83x/?igshid=1hep3r6tci7pr
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M 103 (conosciuto anche come NGC 581 o, talvolta, col soprannome di Ammasso Freccia) è un ammasso aperto visibile nella costellazione di Cassiopea. OSSERVAZIONE M103 si trova in una zona di cielo ricca di oggetti, grazie alla presenza della scia della Via Lattea, nel cuore della costellazione di Cassiopeia; si individua con estrema facilità, a meno di un grado a nord-est della stella δ Cassiopeiae, al punto che la luce di questa stella quasi lo oscura. Appare nello stesso campo visivo in un binocolo 10x50, il quale consente anche una prima parziale risoluzione. Un telescopio da 114mm si mostra di forma triangolare e dominato da alcune stelline di ottava grandezza; con strumenti superiori l'ammasso è completamente risolto. La sua declinazione è molto settentrionale: infatti quest'ammasso si presenta circumpolare da gran parte dell'emisfero boreale, come tutta l'Europa e in Nordamerica, fin quasi al��tropico del Cancro; dall'emisfero australe invece è possibile osservarla solo in prossimità dell'equatore. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra agosto e gennaio. (presso Aielli) https://www.instagram.com/p/Byard0citsl/?igshid=wtayfgkbwsf7
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Valerij Grigor'evič Korzun (5 marzo 1953) è un ex cosmonauta russo. Ha partecipato alla missione Expedition 5 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dove ne ha assunto il comando. Ha raggiunto la stazione a bordo dello Space Shuttle nella missione STS-111 e ha fatto il suo ritorno a terra con STS-113. Precedentemente aveva volato su Sojuz TM-24 ONORIFICENZE Medaglia per distinzione nel servizio militare di I Classe Onorificenze russe - Eroe della Federazione Russa «Per il coraggio e l'eroismo durante la ventiduesima spedizione di volo prolungato sul complesso di ricerca orbitale "Mir"» — 11 aprile 1997 Pilota-Cosmonauta della Federazione Russa«Per il coraggio e l'eroismo durante la ventiduesima spedizione di volo prolungato sul complesso di ricerca orbitale "Mir"» — 11 aprile 1997 Ordine al merito per la Patria di IV classe«Per il coraggio e la professionalità dimostrate durante l'esecuzione del volo spaziale sulla Stazione Spaziale Internazionale» — 4 febbraio 2004 Medaglia per i contributi alla conquista dello spazio«Per il suo contributo nel campo della ricerca, dello sviluppo e dell'utilizzo dello spazio, per i molti anni di lavoro diligente e per le attività sociali» — 12 aprile 2011 Medaglia per i servizi nel condurre il censimento della popolazione Onorificenze straniere - Commendatore dell'Ordine della Corona (Belgio)— 2011 Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)- NASA Space Flight Medal (Stati Uniti)- NASA Distinguished Public Service Medal (Stati Uniti) (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/ByZtw8CostV/?igshid=1fm1ha54li3yf
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Osservata con un dettaglio senza precedenti una potentissima eruzione stellare, quella della stella Hr 9024, distante 450 anni luce dalla Terra. L'eruzione è stata accompagnata da un intenso lampo di raggi X, seguito dall'espulsione di una gigantesca bolla di plasma (Cme o Coronal Mass Ejection). Il risultato, descritto sulla rivista Nature Astronomy, si deve al gruppo guidato da Costanza Argiroffi, dell'Università di Palermo e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).  La scoperta conferma che le bolle di plasma vengono prodotte anche in stelle attive e apre la possibilità di studiare in modo sistematico simili eventi in stelle diverse dal nostro Sole. "La tecnica che abbiamo utilizzato si basa sul monitoraggio delle velocità dei plasmi durante un brillamento", commenta Argiroffi.  I ricercatori hanno analizzato un brillamento avvenuto su questa stella grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Chandra, della Nasa: materiale caldissimo, dalla temperatura compresa fra 9 e 25 milioni di gradi, si è alzata e poi è ridisceso a una velocità compresa tra 400mila e 1,4 milioni di chilometri l'ora; dopo questo brillamento, si è sollevato del plasma più freddo, dalla temperatura di quasi 4 milioni di gradi.  I ricercatori hanno misurato anche la massa della bolla di plasma, pari a un milione di miliardi di tonnellate, circa diecimila volte maggiore di quelle più massicce prodotte dal Sole. La velocità osservata invece è minore rispetto alle previsioni. Ciò indica, secondo i ricercatori, che il campo magnetico nelle stelle attive è probabilmente meno efficiente nell'accelerare le bolle di plasma rispetto al campo magnetico solare. (presso Aielli) https://www.instagram.com/p/ByYMJKSIYq0/?igshid=vw5msmnk8sr5
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