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vitasemplice · 3 years
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vitasemplice · 3 years
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01/01/2021 ore 2,35
RIFLESSIONE
La giornata di, ormai, ieri è partita con malinconia e tristezza….mi manca la mia mamma….e le lacrime mi riempiono gli occhi. Poi il lavoro e i sorrisi a volte forzati, a volte spontanei ma mai falsi per fortuna. È sera, il lavoro finisce, si torna a casa dai miei uomini che mi attendono per festeggiare l’anno nuovo….la mia vita dove gli uomini predominano: ora, il sole ha cambiato casa ormai da 2 anni, manca ma è giusto così e sono felice per lui/loro; la luna che vive nella sua stanza…affascinante e misteriosa che quando si lascerà illuminare dal SOLE risplenderà in tutta la sua bellezza ma ora mostra quasi sempre il suo lato “oscuro”; la mia metà (è proprio la mia metà!), la mia roccia su cui potrò sempre contare perché ci sarà sempre lo so e lo amo con tutta me stessa; la mia storia che ha tanto bisogno di tenerezza che io non so dare forse per il mio carattere guerriero; e Dio mio amore profondo, Vita della mia anima, Motore della mia vita, Calore che cresce in me, Motivo della mia esistenza, Luce del mio cammino, Scopo della mia vita, Lacrima dei miei occhi, Gioia del mio cuore, Respiro del mio corpo, Acqua che disseta, Bellezza che riempie gli occhi, Pace che riempie il cuore, Speranza nella notte….Signore mio insegnami ad amare di più e di più e di più e di più finché il mio cuore diventi di carne come il Tuo e il Tuo Amore attraverso il mio cuore riempia i vuoti di questa povera umanità spaventata e oppressa da questa vita sbagliata e rapace, riempimi di Te perché possa portarti al mondo. Amen.
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vitasemplice · 4 years
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RIFLESSIONE COVID-19
09/05/2020
Quest’anno ci resterà nella memoria per molto tempo ed entrerà nella storia dell’umanità per il Covid 19 che ha mietuto e continua a mietere, tante vittime in tutto il mondo. Il “mio” anno inizia con l’attesa della chiamata per l’intervento di correzione dell’alluce valgo e del piede piatto che doveva essere fatto l’11 Marzo però arriva il Covid e tutto si paralizza per un momento per poi ripartire in modo completamente diverso: molti si ammalano mandando in tilt gli ospedali che si trasformano in brevissimo tempo in ricovero esclusivo di malati Covid “dimenticando” tutto il resto. La vita di tutti viene stravolta: le industrie si fermano, i negozi chiudono, serpeggia la paura del contagio perché le persone muoiono come mosche e gli ospedali arrancano. Anche la mia famiglia subisce i cambiamenti di vita e le nuove regole imposte dal governo per salvaguardare la nostra salute: una persona a famiglia per la spesa, l’uso obbligatorio delle mascherine per la protezione individuale ecc. però il cambiamento più importante avviene al lavoro: Adriano rimane a casa perché la fabbrica dove lavora chiude nel rispetto delle regole date dal governo, il mio intervento al piede viene sospeso e dall’11 di marzo mi ritrovo a lavorare in rianimazione. L’impatto è fortissimo, il primo giorno sono travolta da un turbinio di informazioni nuove, nuovo ambiente e nuovi colleghi troppo presi da questa situazione terribile per interessarsi ad una collega “nuova” ed impacciata, ma la giornata peggiore è stata il secondo giorno quando mi sono sentita profondamente inutile……non mi era mai successo in 30 di lavoro in ospedale……bella lezione di umiltà!!!!
Lavorando in rianimazione ho vissuto a stretto contatto con questo nemico invisibile che trasforma profondamente i suoi ospiti fino a renderli irriconoscibili, ho potuto vedere gli ultimi giorni di vita del nostro amato Don Adriano una delle prime vittime di questo terribile virus, ancora oggi mi sembra così incredibile che non sia più tra noi, ho visto una collega intubata e sospesa tra la vita e la morte, in questi giorni non è solo la stanchezza fisica ma sopratutto la stanchezza emotiva che segna maggiormente tutti quelli che convivono così a stretto contatto con i malati, è difficile “staccare” quando finisci il tuo turno perché ti restano in mente le immagini, i suoni (tutti i bip dei respiratori e delle pompe che tengono in vita le persone), gli sguardi attraverso le maschere dei colleghi e dei pazienti, le parole che “rubi” durante la giornata ai medici che stanno disperatamente cercando il modo migliore per combattere questo virus che cambia e si modifica in continuazione. Tutto questo lo porti dentro di te anche quando torni a casa e cerchi di vivere una vita normale cercando di far capire alle persone con le quali parli l’importanza del rispetto delle regole perché solo rispettandole possiamo pensare di uscire bene da questa storia senza però spaventare perché la vita deve continuare, perché la paura non ti fa più vivere, ma non è semplice rispondere alle domande di chi ti chiede: come va?, come siete messi in ospedale? E tu vorresti solo dimenticare per qualche ora nella protezione della tua casa.
Ma io sono fortunata perché tutti stiamo bene, nessun famigliare e nessun amico (a parte Don Adriano) ha dovuto sostenere questa terribile “lotta” mentre tante famiglie hanno perso i propri famigliari nel modo più inumano perché non hanno potuto nemmeno stare vicino ai propri cari che se ne sono andati senza poter dare l’ultimo saluto con accanto solo degli “astronauti”,  che anche se li accudiscono con tantissima dolcezza, non sono i loro cari.
E allora si fanno tanti pensieri e tante valutazioni, ci si chiede perché tutto questo, che senso possiamo dare a questa situazione, che bene possiamo trarne? Sembra incredibile poter pensare che in tutto questo male ci possa essere del bene ma la fede ci insegna che dalla morte può arrivare la vita: Gesù muore in croce per consegnarci la risurrezione alla nuova vita quindi è dovere dell’uomo e sopratutto del cristiano trovare in questa sofferenza, in questo dolore, il bene nascosto tra le difficoltà del momento e su questo provo a fare una riflessione.
La nostra società è sempre più spinta verso l’egocentrismo, il tutto deve avvenire tutto e subito e bisogna fare in fretta si corre, si corre, non ci si gode il presente ma si è proiettati sempre verso il domani, cose e persone vengono usate in funzione delle proprie necessità, del potere, del denaro……certo ci sono anche tante cose belle di altruismo e rispetto per l’uomo e la natura ma tutti siamo immersi in un vortice che ci trascina dal quale è difficile uscirne; poi arriva lui: il virus Covid-19 e il mondo si paralizza! La ripresa sarà lenta e difficile, in questi momenti di strade silenziose e vuote, di negozi chiusi e gente chiusa nelle proprie case isolata da parenti ed amici, a stretto contatto 24 su 24 con il coniuge e i figli, abbiamo il tempo e il modo di fermarci a pensare alla nostra vita, all’umanità, alla Terra e al modo che abbiamo di relazionarci con essi, ci viene dato modo di riscoprire il piacere di stare in famiglia senza avere niente da fare gustando la bellezza di stare insieme semplicemente, senza fretta ma escono anche i conflitti sopiti: tanto ci si vede poco, oggi però sempre insieme chiusi in poco spazio gomito a gomito……un occasione per ascoltarsi e cercare di capirsi……non sempre facile. Ci viene data l’opportunità di guardare negli occhi le persone imparando a riconoscerci da questi perché il resto è coperto dalla mascherina e ci accorgiamo che non li avevamo mai guardati veramente, che negli occhi possiamo leggere tante cose che non avevamo mai notato prima e che gli occhi sono veramente lo specchio dell’anima e non mentono.
18/05
Riapertura alla vita “normale” ma lui è sempre presente tra di noi come monito perché non ci dimentichiamo che non possiamo tornare alla vita di prima ma ci sono delle regole che dobbiamo rispettare: prima di tutto l’attenzione all’altro perché mi difendo dal contagio se difendo l’altro, questo dovrebbe aiutarci a spostare la nostra attenzione da noi stessi verso l’altra persona, spero vivamente che questo disastro ci faccia riflettere rendendoci consapevoli che non siamo onnipotenti ma siamo profondamente fragili, che non possiamo pensare solo a noi stessi ma abbiamo bisogno degli altri e che il nostro benessere deriva dal benessere di chi abbiamo intorno a noi.
Oggi riaprono anche le chiese e riprendono le funzioni con tutte le limitazioni e le precauzioni del caso, io non sono molto d’accordo perché alle funzioni partecipano sopratutto gli anziani che a volte non sanno gestire nel modo migliore la mascherina accrescendo così il pericolo del contagio e sono contenta che Don Angelo abbia suggerito alla comunità di “disertare” le funzioni ancora per un po’, è anche vero che manca tantissimo sopratutto l’Eucarestia però questa situazione ci ha dato l’opportunità di pensare a nuovi modi di fare Chiesa al di fuori delle mura fisiche della chiesa per entrare nelle case coinvolgendo anche chi in chiesa per pigrizia o altro, non ci andava da tempo. Questa potrebbe essere l’occasione per “uscire” dalla religione e “entrare” nella fede con nuovi percorsi sfruttando anche ciò che la tecnologia ci mette a disposizione: molto gradita ad esempio, è la Messa in diretta su Facebook che il nostro caro Don Angelo fa ogni domenica e il rosario ogni mercoledì sera per questo mese di maggio dei quali lo ringrazio tantissimo.
Lasciamoci illuminare dalla Luce di Cristo perché questo brutto momento sia un momento di Grazia che ricorderemo non come momento di morte ma come momento di rinascita ad una nuova consapevolezza dell’Amore di Dio, non sentendoci più dei ma figli di un Padre affettuoso che si prende cura di noi, imparando l’abbandono fiducioso alla Sua guida come quando da piccoli con la nostra mano nella mano di nostro padre ci lasciavamo condurre senza paura, senza fare domande sicuri che lui ci avrebbe protetto perché ci amava: “9 Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? 10 O se gli chiede un pesce, darà una serpe? 11 Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!…” (Mt 7; 9-11). Fidiamoci di Dio!
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Oltre le nubi il Sole!
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vitasemplice · 5 years
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il tempo
Ciao, è tantissimo tempo che non scrivo, pensavo di riuscire a scrivere i miei pensieri ma il tempo sembra non bastare mai, fugge velocemente e i giorni si susseguono uno dopo l’altro e siamo sempre di corsa, non ci si accorge che passano i mesi e gli anni e siamo sempre in rincorsa di qualcosa ma cosa rincorriamo? Siamo così impegnati a rincorrere che ci dimentichiamo di vivere il presente pensando di vivere il futuro archiviando il passato. Così non viviamo mai veramente e siamo sempre in affanno, allora dobbiamo imparare a fermarci e contemplare ciò che ogni giorno la vita ci offre per assaporarla pienamente, per vivere ogni minuto con intensità perché ogni minuto è unico ed irripetibile e noi non diamo abbastanza importanza a questi momenti che compongono la nostra vita, tendiamo sempre a dare importanza alle cose eclatanti o comunque a quelle cose che riteniamo più importanti trascurando ciò che ci sembra senza importanza ma se ci pensiamo nella nostra vita sono molto più numerosi i momenti “senza importanza” e sono quelli che ci fanno quello che siamo. Noi non abbiamo nessun potere sul tempo, ogni minuto, ogni giorno sono un dono che noi non sappiamo apprezzare veramente se non forse quando ci accorgiamo che il “tempo sta per scadere” ma allora forse è troppo tardi e ciò che è passato non torna. Dovremmo imparare a rallentare il passo, a “sprecare” tempo per gustare della bellezza che ci circonda, per assaporare la gioia di un incontro, di uno sguardo, di un sorriso, il piacere di ascoltare il creato e le creature, la sensazione di serenità che dà l’aiutare qualcuno senza fretta; dovremmo bandire dal nostro vocabolario la frase : “non ho tempo” perché il tempo non è nostro ma appartiene a Dio, Egli ci dà il tempo di fare cose e se ci fidiamo di ciò che Lui ci propone ci accorgiamo che si riescono a fare tante cose senza fretta, si riesce ad assolvere ai propri compiti, ad ascoltare, ad aiutare tutto senza stress, senza angosce e alla sera ripassando al giornata, si è sereni perché dentro di noi abbiamo la certezza di aver fatto tutto ciò che era giusto fare. Non dimentichiamo che sono le piccole cose che costituiscono atto per attimo la nostra storia, impariamo a viverle con intensità. Buona vita a presto.
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vitasemplice · 5 years
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Giona
Torno proprio ora dalla catechesi di Don Luciano, purtroppo mi sono persa la “prima puntata” mercoledì scorso. La catechesi di questa quaresima riguarda il profeta Giona e come sempre Don Luciano riesce ad affascinare con le sue parole spiegando in modo semplice argomenti complessi permettendo a profani delle scritture come me di imparare a conoscere un linguaggio e un simbolismo a volte incomprensibile. Giona e la balena, forse tutti conosciamo questo brano ma con la spiegazione che ho ricevuto stasera mi si è aperto un mondo nuovo, la Parola che ha chiamato Giona a mettersi in cammino è la stessa Parola che interpella anche noi ad uscire dal nostro nido, dalle nostre certezze e vincere le nostre paure mettendoci in cammino su strade diverse che ci conducono all’altro. Siamo abituati ad un Dio che nel tempo ci siamo un po’ costruiti su misura, abbiamo rinchiuso Dio nelle nostre belle chiese e seguiamo il nostro tran tran che ci fa sentire al sicuro ma Dio è Infinito e con la Sua Parola ci interpella nel profondo e ci invita a seguirlo e a portare la Sua Parola al mondo senza l’arroganza di decidere chi è degno e chi non lo è (Dio fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, fa piovere sui giusti e sugli ingiusti), Dio ci chiede di andare oltre ai nostri stereotipi perché Lui non fa differenze, tutto questo scatena dentro di noi la tempesta: sappiamo di dover ascoltare la Parola ma il timore di perdere la nostra tranquillità ci blocca e come Giona scendiamo verso il luogo più nascosto cercando di nasconderci da Dio che parla al nostro cuore sperando che “ci lasci in pace” sperando che la tempesta si plachi, Giona era disposto a morire pur di far placare la tempesta, Gesù durante la tempesta dorme (Mc 4, 35-41), non si preoccupa perché si fida del Padre mentre gli apostoli si spaventano e noi sicuramente assomigliamo di più agli apostoli. Oggi non si riesce più ad affascinare al Vangelo, non è più valido il linguaggio usato fino ad oggi, bisogna trovare parole nuove, lasciare un po’ perdere le tradizioni per tornare alla Tradizione, torniamo al Vangelo con la vita allora saremo credibili e la vita di Gesù tornerà ad affascinare l’uomo, apriamo la mente e il cuore alla Parola e lasciamo che trasformi il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. A presto
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vitasemplice · 5 years
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Ciao, finalmente il cartaceo è pronto, quindi potete trovare il tutto da Titti in cartoleria a Carenno a partire da martedì 19/3 dove potrete farne una copia. Adesso mi sto rilassando un po’, mi sono ritagliata un momento di tranquillità con la mia dolce metà e degli amici e qui, liberando la mente dai problemi e il corpo dalle fatiche quotidiane, posso assaporare tutto ciò che il Signore mi ha donato nella mia vita. Ripenso a ciò che ho vissuto, a tutti i problemi affrontati senza mai lasciarsi prendere dalla disperazione, tutte le gioie e le sofferenze incontrate e piano piano il puzzle della mia vita prende forma e si incomincia ad intravvedere il disegno....cosa vuole il Signore da me? Probabilmente solo che io mi fidi di Lui, dove mi porterà? Non lo so ma guardandomi alle spalle posso essere certa che dovunque mi porterà sarà proprio dove devo essere, non sarà una strada facile anzi a volte sarà una salita ripida e ci vorrà molto impegno ma ci sarà sempre la Sua Mano a prendere la mia mano ogni volta che la protenderò in cerca di un aiuto. Guardando la mia vita vedo chiaramente il Suo intervento al momento perfetto e nel modo più giusto e quindi cresce in me sempre più la fiducia nei Suoi confronti, per noi misere creature è veramente difficile fidarci di chi abbiamo accanto quindi ci è quasi impossibile fidarci di chi non vediamo e non possiamo toccare ma se riusciamo a superare questa difficoltà, ci si apre un mondo nuovo fatto d’Amore e di fiducia cieca verso questo Padre/Madre che, se glielo lasciamo fare, ci avvolge nel Suo abbraccio e in questo abbraccio ci si sente teneramente Amati così come si è, niente da dimostrare, non importa se non sei primo se non sei bello se non hai un titolo di studio.......ma solo amato nella mia interezza.....come un neonato che si addormenta sereno tra le braccia di sua madre sicuro che lei provvederà a tutto. Auguro a tutti di provare questa sensazione perché dopo averla provata resta per sempre nel cuore e ti dà il “coraggio” ci riprovarci e di abbandonarti ancora con fiducia alla Volontà del Signore, ogni volta diventa più facile e piano piano diventa un modo di vivere, allora niente più ti spaventa, niente ti fa più paura perché sai di non essere solo. A presto
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vitasemplice · 5 years
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Cosa c’è di più bello che fermarsi a tavola dopo cena con la propria famiglia e la TV spenta? A volte si sottovalutano le piccole cose, si dà poca importanza a quei momenti in libertà dove ognuno può esprimere i propri disagi, le proprie gioie e perché no “sparare” anche qualche scemenza che rilassa e fa scordare le fatiche di una giornata lavorativa. Quante cose si possono imparare sopratutto dai figli in questi momenti dove non si deve rivestirete un ruolo ma si può essere finalmente se stessi? Impariamo ad ascoltare non solo con le orecchie ma con tutti noi stessi, impariamo a leggere tra le righe e ci si aprirà un mondo che ci stupirà, apriamo il cuore all’accoglienza dell’altro perché è bello sentirsi accolti per ciò che si è, non cerchiamo di cambiare i nostri figli loro sono bellissimi proprio perché diversi da noi, hanno i loro sogni e i loro desideri che non per forza devono combaciare con i nostri.....non voglio dilungarmi troppo, io posso solo ringraziare Dio che mi sta insegnando con la vita e tutti i suoi perché ad accettare i miei ragazzi per quello che sono, imparando ad amarli così come Gesù ci ha insegnato.
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vitasemplice · 5 years
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Conclusione o.....
Eccomi ancora qui, gli scritti sul viaggio in Terra santa sono finiti, ora rivedrò il tutto e poi renderò disponibile il cartaceo per chi volesse tenerlo di ricordo, vi farò sapere dove lo lascio a disposizione per chi è interessato, pensavo da Titti o da Leo ma sentirò con loro e poi farò sapere. Che fine farà questo blog ancora non so bene, ho pensato di tenerlo “vivo” con esperienze di vita, vedremo lascio a Dio il tempo e il momento, a presto
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vitasemplice · 5 years
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...Grandi cose fa il Signore!....Sul Monte Tabor viene ricordata la Trasfigurazione di Gesù anche se nei Vangeli non viene mai menzionato il nome del monte, la Verità del Vangelo non dipende dalla verità del luogo ma è il Vangelo stesso che fa vero il luogo; dovunque si legga il Vangelo e si celebri l’Eucarestia è Betlemme e Gerusalemme, il non sapere il nome del luogo semplifica il pensiero  che è il Vangelo che rende santo il posto e contemporaneamente vera l’ora, è il Vangelo che rende vero il posto. I mussulmani hanno l’obbligo di andare una volta nella vita alla Mecca, noi cristiani non abbiamo l’obbligo di venire in questi luoghi perché leggendo il Vangelo che rende vero il luogo e l’ora diventiamo contemporanei di Gesù e di ciò che è successo. (Nell’antico testamento viene nominato il Monte Tabor più volte). Lorenzo ci dà un suggerimento di un sito, ognuno poi valuti se può essere utile oppure no: http://www.proclamarelaparola.it/vecchiosito/
La preghiera è questione di cuore, non contano tante parole, la vita del cristiano è una vita comoda perché Dio ci ha semplificato ogni cosa, non esiste sistema migliore di vivere del vivere il Vangelo, anche se Dio non ci fosse varrebbe la pena vivere la vita del Vangelo.
In questo luogo sono stati trovati disegni di culto Cananeo per i quali la montagna rappresentava il modo per avvicinarsi di più a Dio, in Galilea si sono trovati resti umani di 80000 anni fa e resti Cananei di 2000 anni prima di Cristo, sono stati trovati scritti di Origine padre della Chiesa, egli veniva dall’Egitto e ha vissuto a Cesarea, nel 250 d.C. già c’era la tradizione della Trasfigurazione qui sul Monte Tabor; sul monte hanno vissuto i crociati in un castello, poi arrivano i mussulmani che costruiscono nel 1300 una fortezza che poi distruggono loro stessi per non farla conquistare dai crociati, alla fine nel 1920 viene costruita questa chiesa che è contemporanea alla chiesa di Carenno. Celebriamo la S. Messa nella “cappella” sotto il grande altare consapevoli che è la nostra ultima Messa in Terra Santa, poi riprendiamo i pulmini che ci riaccompagnano al pullman e si fa ritorno a Nazaret per la cena.
Con l’esperienza del Tabor finisce fisicamente questo pellegrinaggio in questa terra bellissima e piena di contraddizioni, domani si torna al “nostro” mondo e lì dovremmo portare tutto ciò che qui abbiamo visto e vissuto. Un’emozione prende il cuore, emozione per i luoghi, per ciò che qui è incominciato, per ciò che è successo ma anche per le persone con le quali abbiamo condiviso questi momenti, tutto ha un senso, niente succede per niente, un augurio per tutti noi è che ciò che abbiamo vissuto insieme in questi giorni non rimanga solo un bel ricordo ma che resti vivo nel nostro cuore e nei nostri occhi così che possiamo da ora incominciare a vedere con occhi e cuore nuovi la nostra vita nel mondo.
Stasera, dopo cena, partecipiamo ad una bellissima adorazione del Santissimo nella Basilica dell’Annunciazione: quanta commozione!! Gesù aiutaci a portarTi sempre nel cuore, a lasciare che il nostro cuore viva di Te.
E domani si torna a casa, sveglia alle 4.30......
Venerdì 4/01/2019.....come detto sveglia alle 4.30, una frugale colazione in corridoio e poi via, si lascia questo meraviglioso villaggio ancora addormentato,  al buio e in silenzio facciamo il viaggio verso l’aeroporto di Tel Aviv, la tristezza assale un po’ tutti, oltre al sonno ovviamente, vediamo l’alba, il sole sorge, il cielo è azzurro e cresce la nostalgia: oltre a lasciare questa terra “magica” dobbiamo salutare Lorenzo che ormai è nostro amico, la sua parola pacata è entrata come una freccia acuminata nel cuore di ognuno di noi e lì ha depositato tanti semi d’amore. Eccoci arrivati in aeroporto, un abbraccio frettoloso a Lorenzo...la commozione sale, ci sottoponiamo con pazienza ai numerosi controlli per imbarcarci....ed ora vediamo scorrere sotto di noi l’immensa città di  Tel Aviv, abbiamo proprio lasciato questa terra, abbiamo lasciato qui un po’ di cuore e ci portiamo via tutte le emozioni che ci ha regalato, tra una ventina di minuti atterriamo ad Istambul per cambiare aereo........Finalmente saliamo sull’aereo che ci porterà a Milano, sono ormai le 16.30, siamo tutti stanchi e ognuno di noi non vede l’ora di rientrare a casa.
Ore 19.21, eccoci sul pullman direzione Carenno! L’ultima tratta aerea è stata alquanto turbolenta e si è “ballato” un po’. Arrivati a Malpensa abbiamo dovuto aspettare le valigie circa un’ora per problemi tecnici e la stanchezza incomincia a farsi sentire, ora però ci siamo rianimati, comodamente seduti sul pullman che ci riporta alle nostre case, riprendiamo a scherzare tra noi, il buon umore è tornato e così chiudiamo questa splendida esperienza in allegria.
Grazie signore di tutto ciò che ci hai donato in questi giorni, grazie Signore per il dono Lorenzo che ci ha aiutato ad entrare un po’ di più nel Tuo Mistero e nella Tua Bellezza, grazie Signore per Don Angelo che riesce sempre a proporci bellissime occasioni di crescita nella fede ed infine grazie Signore per i nuovi e vecchi amici  incontrati in questi giorni, se anche uno solo di loro non ci fosse stato il pellegrinaggio non sarebbe stato lo stesso! Grazie a tutti per i bellissimi giorni vissuti insieme.
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vitasemplice · 5 years
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...Lasciamo Nazaret e con il pullman andiamo al Monte Tabor che vediamo apparire in lontananza, arrivati ai piedi del monte lasciamo il pullman per salire sui pulmini che ci porteranno fino in cima visto che la strada è molto stretta, questi autisti vanno come matti e continuano a fare su e giù tutto il giorno tutti i giorni. Arrivati sul posto ammiriamo la bella basilica dove poi celebreremo la S. Messa e Lorenzo ci ricorda che qui avvenne la Trasfigurazione del Signore, il Tabor conserva la memoria dell’apparizione di Gesù risorto in Galilea, qui c’è il congedo di Gesù e da qui si parte per il mondo, per la vita (Mt 28, 16-20); Gesù dà l’incarico ai dodici e a noi di andare nel mondo e battezzare le genti (per gli Ortodossi il suono della campana è la chiamata dell’apostolo). Ci rechiamo a pranzo nei locali della Comunità Mondo X fondata da Padre Eligio.
(https://it.wikipedia.org/wiki/Padre_Eligio)
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Dopo un buonissimo pranzo italiano (com’era buono quel pollo!), incontriamo i ragazzi che vivono in questa comunità che è l’unica di Mondo X all’estero, questi ragazzi ci raccontano che sono arrivati in comunità perché hanno incontrato il “buio” nella loro vita, Padre Eligio fa parte dei frati minori, ha 88 anni ed ha creato 25 case in Italia per i giovani, lui è sempre stato una persona che si interessa all’uomo nella sua totalità, ha incominciato ad occuparsi della tossicodipendenza creando il Telefono Amico, poi ha pensato di creare queste comunità, case belle, dove poter avviare un nuovo cammino molto difficile, non è obbligatorio essere cristiani tutti sono ben accetti, oggi le comunità si sono allargate ad altre difficoltà; dovendo imparare a convivere con persone diverse si impara a rapportarsi e a gestire le proprie difficoltà, viene insegnato un lavoro ai ragazzi e avendo cura del bello si ritrova l’amore per se stessi; in queste comunità si vive di provvidenza e del proprio lavoro. Padre Eligio si fa carico completamente di ogni  ragazzo/a che entra in una delle comunità di Mondo X, il cammino di questi giovani è lungo e attraverso gli occhi degli altri ragazzi prendono consapevolezza di sé e arriva il giorno che riescono a tornare a sorridere, escono dal buio che li teneva prigionieri. La comunità qui sul Monte Tabor è nata nel 2006, prima questo luogo era gestito dalle suore, per i ragazzi che vivono qui questo luogo oltre a ricordare la trasfigurazione di Gesù, segna la rinascita a vita nuova: qui si occupano dei pellegrini perché si trovino bene, si occupano della cucina, della sala da pranzo, del giardino e degli animali, del negozio di souvenir ecc., in questo modo possono far uscire le proprie qualità, durante il pranzo, a tavola condividono un momento molto importante: si scambiano pareri, critiche ma anche lodi per un lavoro fatto bene e questo gli permette di crescere nella consapevolezza di sé e del proprio valore. E’ Padre Eligio che consiglia ad ogni ragazzo il percorso migliore da seguire e loro possono accettare oppure no, i ragazzi restano in comunità per tutto il percorso  e il tempo che serve per ritrovarsi, in comunità non hanno telefono, computer, televisione e musica, non vedono le famiglie alle quali possono scrivere solo una lettera al mese questo proprio per lasciare alle spalle tutto ciò che “incatena” e ritrovare la gioia di una vita semplice che riempie il cuore di cose buone. Qui sul Monte Tabor sono in 5 e hanno il dovere di trasmettere a chi verrà dopo di loro ciò che hanno imparato. E’ un percorso che non ha un tempo stabilito, per ogni ragazzo c’è un tempo proprio e Padre Eligio aiuta tutti i ragazzi nella scelta per la propria vita, questi ragazzi sono adulti che decidono di stare senza tutto ciò che a noi sembra indispensabile, decidono di intraprendere un cammino importante che inizia dal momento dell’errore. salutiamo questi ragazzi splendidi e dopo aver fatto visita al negozietto di souvenir, andiamo alla Basilica e Lorenzo ci propone alcune riflessioni......
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vitasemplice · 5 years
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....La Chiesa di S. Giuseppe è stata costruita sopra la vecchia chiesa bizantina, su tre livelli di cui due sotterranei dove c’è una vasca sufficientemente grande per essere una vasca battesimale con 7 gradini; si pensava che il creato fosse fatto così: il giorno dell’Annunciazione dal livello più alto il settimo cielo dove sta Dio la seconda persona della Trinità attraversa tutti i cieli e giunge fino sotto il cielo più basso per arrivare a noi. Se fino a quel momento la Trinità era purissimo spirito ora assume la nostra dimensione e ci viene a prendere, trasforma Se Stesso per venirci a prendere. Torna indietro 40 giorni dopo Pasqua ma diverso, tutto stracciato, pieno di buchi e di sangue, ha voluto morire in modo indegno per essere sicuro di non lasciare indietro nessuno ed ora siede alla destra del Padre, la nostra carne piagata è alla destra del Padre, tutto questo grazie al sì di Maria. Il battesimo è il giorno più importante della nostra vita, nei mosaici in questa chiesa si può vedere una pietra nera messa lì di proposito perché raffigura il battesimo fondato sulla roccia che è Cristo, dopo aver ricevuto il battesimo diventiamo la pietra che, insieme agli altri battezzati, costituisce l’edificio della Chiesa. Il battesimo stabilisce la fine della peregrinazione, sei a casa, la vita futura è già adesso, non è ancora visibile ai nostri occhi ma c’è già, il battesimo ci dà la casa; nella Messa c’è tutto Dio, nell’Eucarestia c’è tutto Dio. Nella cripta, sotto l’altare si può vedere un “bollo” con la scritta HIC ERAT SUBDITUS ILLIS (qui stava loro sottomesso)....
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vitasemplice · 5 years
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chiesa di S. Giuseppe
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vitasemplice · 5 years
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.....Giovedì 3 gennaio, dopo colazione torniamo alla basilica dell’Annunciazione e poi ci portiamo a a sinistra per visitare altre grotte ritrovate, queste grotte venivano usate come abitazione, la grotta messa più in luce con gli scavi era usata dal monastero dei frati che c’era qui, come magazzino probabilmente, qui sei può vedere un pezzo del muro crociato dove si è appoggiata la nuova basilica, la grotta di Maria è stata rimaneggiata parecchio mentre questa grotta è rimasta com’era allora, si può vedere il forno, un anello dove si legava l’asino e ci si può immaginare la vita di Maria bambina e la vita della Sacra Famiglia, sopra si vede il calpestio di allora, tendenzialmente i parenti abitavano vicini tra loro e il forno serviva per tutti, quando si accendeva tutte le donne facevano il pane insieme bruciando tutta la spazzatura, Gesù ha vissuto qui per circa 30 anni ma di questa parte della Sua vita non si sa niente. E’ importante che di 9/10 della Sua vita non si sa niente, una vita sconosciuta, vita da niente, vita normale uguale alla vita della grande parte dell’umanità di allora e di oggi, ha voluto sposare la vita da poco della stragrande parte dell’umanità, ha assunto la nostra carne nel niente facendola diventare “roba” da Dio, la vita anonima, piana semplice, umile viene esaltata; tutto questo ci aiuta ad apprezzare la vita semplice e le piccole cose, tutte le nostre miserie le ha fatte Sue. Qui la mente spazia e il cuore si commuove, qui Gesù ha vissuto, queste pietre lo hanno visto, lo hanno ascoltato parlare, ridere e piangere, lo hanno visto gioire e soffrire, lavorare e riposarsi e lo hanno visto Amare........Entriamo poi nel piccolo museo lì accanto possiamo ammirare dei capitelli scolpiti per essere collocati sulle colonne crociate ma non sono mai stati posizionati al loro posto, sono stati nascosti nella grotta che abbiamo visto prima e lì si sono conservati fino al loro ritrovamento. Grazie agli scavi archeologici sono state trovate scritte  eseguite dai giudei cristiani: giudei che avevano scelto di seguire Gesù, avevano un modo simbolico di raffigurare le loro idee e solo chi conosceva il loro codice riusciva a capire quello che volevano significare. Il loro modo simbolico di scrivere era molto ricco di raffigurazioni. ad esempio la lettera vav (rappresentata qui sotto) veniva usata per raffigurare il nome di Gesù,
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negli scavi qui a Nazaret e a Cafarnao sono stati trovati molti di questi simboli. Esaminando la “casa di Maria” a Loreto è stato scoperto che le pietre dei tre lati della casa sono di questi luoghi e su queste pietre sono stati trovati li stessi simboli trovati qui e su una pietra è inciso proprio un vav ma capovolto questo perché probabilmente il “muratore” non si è preoccupato di mettere la pietra “dritta” perché il simbolo fosse nella giusta posizione, questo fatto da quasi il 100% di certezza che non sia un falso perché altrimenti sarebbero stati attenti che tutto fosse perfetto e poi al tempo del ritrovamento della casa in Italia  non si conosceva l’esistenza dei cristiani giudaici. La facciata della cucina anche nella valle di Loreto, era di norma esposta sl sole mentre la porcina della Santa Casa è male esposta ma se si sposta la Casa e la si colloca qui e la si attacca alla grotta di Nazaret è orientata perfettamente. Solo 50/60 anni fa si è incominciato a studiare i giudei cristiani. Lasciamo questi scavi e ci portiamo alla Chiesa di San Giuseppe accompagnati da un fresco e fastidioso vento.....
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vitasemplice · 5 years
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....Raed continua con il suo racconto e ci spiega che la chiesa e la scuola nel villaggio “camminano” insieme, la scuola è frequentata da 1500 bambini di tutte le età dei quali un terzo sono mussulmani anche se la prima scuola nata in questi luoghi è cristiana; nell’ora di religione i bambini cristiani hanno la loro insegnante e i mussulmani hanno la loro e se sono troppo pochi per avere una loro insegnante fanno altre attività per riempire questo tempo; la scuola pur essendo privata non costa molto alle famiglie perché più del 70% lo paga il governo e le famiglie mussulmane preferiscono mandare i figli nelle scuole cristiane per la disciplina, la morale e il buon insegnamento perché nelle scuole pubbliche regna il caos. Raed poi ci spiega un po’ la situazione dei cristiani qui in Terra Santa partendo dal fatto che tutto ha avuto inizio qui a Nazaret dove Maria ha detto il suo sì al Signore e questo luogo è quasi più importante di Betlemme: I cristiani in Terra Santa sono pochissimi, tanti sono andati via a causa dell’instabilità politica e c’è una grandissima disoccupazione, le persone cercano libertà e lavoro. A Gaza la situazione è tragica e ogni anno nascono 52000 bambini, in Terra Santa su una popolazione di 14 milioni di persone meno del 2% sono cristiani ma tutti i cristiani del mondo sono cittadini della Terra Santa (Salmo 87), i cristiani che vivono qui sono qui a nome di tutte le chiese del mondo e di tutti i cristiani del mondo, non dobbiamo avere paura per loro che sono pietre vive della Terra Santa, successori degli apostoli, il 5° Vangelo (la terra Santa è il 6° Vangelo) che ha tenuto viva la fede qui; per vivere in questo territorio bisogna accettare di vivere sotto la croce-in croce, vivere qui è una vocazione, una missione di testimonianza di Cristo, qui i cristiani sono in croce, nella tomba da un secolo ma sempre c’è la speranza, ora sono la chiesa della croce, della sofferenza, della tomba ma sono anche la fede della risurrezione, è tempo della resurrezione, rimarranno qui per l’eternità, qui ci sono posti per i forti i deboli partono. Raed invita tutti a venire qui a non lasciarli soli, ogni cristiano ha il dovere/obbligo di venire almeno una volta nella vita, qui  tutto è difficile, bisogna ridere e scherzare altrimenti si va in depressione, lui dice: ”siamo meno del 2% ma la nostra forza è del 20%, tutte le scuole sono gestite dalle chiese, l’ospedale, i vari istituti e le opere sociali sono dei cristiani, è una piccola comunità che esiste e lavora bene, la famiglia ortodossa comprende 5 chiese, la famiglia dei cattolici 6 chiese e dei protestanti 2 chiese, questa è una ricchezza prodotta in 2000 anni di storia, in Terra santa c’è posto per tutti.” Raed poi ci illustra a grandi linee la situazione politica: “perché non c’è pace in Terra Santa e qual’è la posizione dei cristiani? I cristiani arabi palestinesi non sono estranei al conflitto, sono dentro lo stesso popolo dei mussulmani; cosa vogliono i palestinesi? Noi non vogliamo sole, stelle e luna, vogliamo vivere in pace nel 20% del territorio che è nostro da 14 secoli con Gerusalemme Est come capitale e Israele sul restante 80% del territorio occupato nel ‘48, nel ‘67 a Oslo si è preso questo accordo ma niente si è sistemato e questo accordo è morto ancora prima di nascere, non è più fattibile ma non si può tenere un popolo occupato per sempre. Dentro i Territori palestinesi ci sono 400 insediamenti israeliani che dopo Oslo sono addirittura raddoppiati, pur sapendo di questo accordo 650.000 coloni vivono in questi insediamenti, sono ideologicamente orientati che questa terra è la loro terra datagli da Dio.Un altro ostacolo rende difficile il dialogo: gli israeliani stanno costruendo il muro non sulla linea verde di confine stabilita con l’accordo di Oslo ma all’interno del territorio palestinese per prendere più terra possibile creando un fatto compiuto e costruiranno un altro muro intorno a Gerusalemme, finiti i muri proporranno cose inaccettabili per il popolo palestinese, 2 stati per due popoli è impossibile da realizzare, quindi? La soluzione migliore è un territorio per 2 popoli e 3 religioni perché questa terra è la madre sia degli uni che degli altri e non si può dividere a pezzi; quando tutti gli abitanti della Terra Santa si ricorderanno che tutti discendono da Abramo si potrà fare una terra per due popoli e tre religioni. Tutti devono essere solidali con questa terra pregando perché quando ci sarà pace qui, ci sarà pace in tutto il mondo, tutti sono invitati a dire una parola di verità su ciò che qui si è visto e sentito senza prendere una parte, la Terra Santa ha bisogno di ponti non di muri, essere ponte aiuta i palestinesi e gli israeliani a fare la pace”. A bocca aperta siamo rimasti ad ascoltare tutto ciò che questo coraggioso e gioioso prete ci ha raccontato, sentimenti contrastanti affollano la mente e il cuore ed ognuno si fa una propria idea di ciò che è giusto o sbagliato, di ciò che sarebbe giusto o sbagliato fare.....al momento di salutarci Raed ci lascia una spilla di legno di ulivo a forma di colomba perché sempre ci ricordiamo di ciò che qui avviene, salutiamo e ringraziamo Raed e poi ognuno si ritira nella propria stanza per la nanna.......
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vitasemplice · 5 years
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....Nel viaggio di ritorno verso Nazaret Lorenzo ci ha un po’ illustrato la situazione a Gaza dove lui si reca spesso per portare un po’ di aiuto a queste persone “prigioniere” nella loro terra, qui c’è la povertà assoluta e la mancanza di speranza per il futuro, lì vivono 2 milioni di persone e 1 milione e 800 sono ragazzi che crescono senza sogni, la maggioranza di loro non ha mai visto un gioco, mai ha ricevuto un regalo, lì le persone non muoiono solo per la guerra ma anche per la mancanza di medicine e di fame. E’ una situazione terribile, non c’è niente di peggio che togliere la speranza alle persone, i ragazzi crescono sapendo che niente cambierà mai e che, anche se qualcuno ha la possibilità di studiare non avranno la possibilità di mettere a frutto i loro studi, non avranno la possibilità di viaggiare di conoscere altri popoli, non hanno internet......sono chiusi in una grande gabbia. Tutto questo fa molto riflettere e forse ci si sente un po’ responsabili e colpevoli per tutto questo.
Dopo la cena Lorenzo ci ha organizzato una interessantissima conferenza con un suo amico Raed Abuna parroco palestinese di un piccolo villaggio vicino a Nazaret che si presenta raccontandoci un po’ tutte le cose che ha fatto tra le quali una conferenza a Bergamo al Centro Votivo, dove erano presenti circa 600 persone, parla molto bene l’italiano; è sacerdote del Patriarcato di Gerusalemme da 28 anni, è cittadino del mondo ma è nato in un piccolo paese nei territori occupati, è di nascita arabo-palestinese, è cristiano cattolico e vive in Israele quindi raccoglie in se tutte le “facce” di questa terra, dopo essere diventato prete è stato segretario del Patriarca di Gerusalemme, poi parroco di Taibè, l’antica Efrem, e ci racconta che con 1400 anime, a pochi chilometri al nord di Gerusalemme, è l’ultimo paese di Terra Santa rimasto cristiano, qui viene prodotta la birra e questo ha il significato di esistere  e esistere significa resistere in questa terra martoriata. Ramallah situata nel centro della Cisgiordania sui monti della Giudea a circa 18 km a nord di Gerusalemme; funge da capitale de facto dello Stato di Palestinese perché per i palestinesi la vera capitale è Gerusalemme. Da un anno e mezzo è parroco in un villaggio vicino a Nazaret dove ci sono 3000 cristiani tra greco ortodossi, melchiti, anglicani e cattolici latini che si sono uniti tutti a festeggiare il Natale il 25 dicembre e la Pasqua con la data ortodossa (i mussulmani li schernivano perché avevano date diverse per la nascita e la Resurrezione di Gesù!).......
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http://www.stpauls.it/club3/0711c3/1107art_frontiere_fede.pdf
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vitasemplice · 5 years
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....Tiberiade è una delle 4 città Sante dell’ebraismo: Gerusalemme è il centro spirituale del popolo ebraico in quanto luogo del Santo Tempio; Hebron è il luogo di sepoltura dei patriarchi: Abramo e Sara, Isacco e Rebecca,  Giacobbe e Lia; Safed venne considerata città santa dopo l'afflusso degli ebrei a seguito della espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492 e divenne nota come un centro di studio cabalistico; infine Tiberiade il luogo dove fu composto il Talmud di Gerusalemme e patria dei Masoreti. Gustiamo la navigazione su questo grande lago mentre Don Angelo ci legge un brano del Vangelo che purtroppo non ho annotato ma che se non mi ricordo male riguardava la tempesta sul lago (Luca 8,22-25; Mt 8,23-27; Mc 4,35-41): non sentiamoci abbandonati da Dio se non abbiamo risposte immediate, prendiamolo con noi facciamolo salire sulla nostra barca e fidiamoci di Lui, non spaventiamoci dei guai che la vita continuamente ci propone se Gli permettiamo di accompagnarci nel cammino della vita Lui sa quando e come intervenire, basta una Sua Parola e noi saremo salvati. Fidiamoci di Lui.......
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vitasemplice · 5 years
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....La Decapoli era la denominazione adottata per un territorio del Medio Oriente composto da un gruppo di dieci città collocate presso la frontiera orientale dell'Impero romano, fra le attuali Giordania, Siria e Israele: Gerasa (Jerash) Scythopolis (Beth-Shean), l'unica città a ovest del fiume Giordano, Hippos (Hippus or Sussita,) Gadara (Umm Qays), Pella (ad est di Irbid), Philadelphia, oggi Amman, capitale della moderna Giordania, Dion, Canatha (Qanawat), Raphana, Damasco, capitale della moderna Siria. Eccezion fatta per Damasco, la Decapoli si estendeva nell'attuale Giordania, e in parte del moderno Israele (ad ovest del fiume Giordano). Ogni città godeva di particolari privilegi che garantivano una certa autonomia ed indipendenza dall'impero. Le città della Decapoli vengono nominate nel Vangelo di Marco e di Luca perché in alcune di esse Gesù vi si recava spesso e ha fatto miracoli.
Le città in nero facevano parte della Decapoli.
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Ad Hippus sono stati trovati molti reperti archeologici: qui c’erano templi che si vedevano dalla riva del lago a Cafarnao; questi erano territori importanti nel Vecchio e Nuovo Testamento ma anche nella politica odierna, la Siria ormai non esiste più. Sulle colline di fronte a Cafarnao si svolge il fatto dei demoni nei maiali (Mc 5, 1-20).
Basilica del Primato di Pietro
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Lasciamo questo posto e con il pullman ci portiamo ad un imbarcadero per la gita sul lago, e lì, intanto che aspettiamo la barca, guardando i gabbiani, proviamo ad immaginare Gesù che con i suoi si sposta da una riva all’altra, predica, guarisce, tanti fatti della Sua vita si svolgono intorno a queste acque, il cielo, l’aria, l’acqua tutto ci parla di Lui e il cuore accelera i battiti....Saliti sulla barca Lorenzo continua a raccontarci la storia di questi luoghi. 
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Sulla foto, lì a sinistra si vede lo sperone di roccia piatto dove i crociati sono stati sconfitti da Saladino il 4 luglio 1187 che seppe sfruttare il calore del sole aumentandolo dando fuoco alle sterpaglie, in questo modo fiaccò l’esercito crociato che portava armature di ferro e lo sconfisse senza troppe difficoltà; poco tempo dopo questa battaglia Saladino conquista Gerusalemme e finisce il regno delle Crociate......
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