In questo video della CNN dil momento in cui la Professoressa @CarolineFohlin si è imbattuta nell'arresto violento di un manifestante per Gaza nel campus e ha chiesto alla polizia scioccata: "Cosa sta facendo?"
Questo è bastato a un agente per gettarla a terra e ammanettarla.
No, signor Ministro, Vannacci non ha – come dice lei – a “difeso la Patria”.
Chi ha difeso la Patria sono quelli che lei ha offeso in diverse occasioni schernendo il loro ricordo. Quelli che ieri, alla festa della Liberazione (che lei aveva chiamato “un derby”), ricordavamo per esser morti fucilati contro un invasore. Quelli hanno davvero difeso l’Italia.
Vannacci ha invece disonorato la Patria disonorando l’Esercito, che ne è storicamente uno dei pilastri. Lo ha disonorato così tanto da esser stato sospeso per aver leso il “principio di neutralità/terzietà della Forza Armata compromettendo il prestigio e la reputazione”. Per non parlare del fatto che è ad oggi indagato anche per peculato e truffa, oltre che per diffamazione.
Gli eroi e i difensori sono altri, signor Ministro.
Questa retorica è insopportabile, per non dire offensiva.
In questo video della CNN dil momento in cui la Professoressa @CarolineFohlin si è imbattuta nell'arresto violento di un manifestante per Gaza nel campus e ha chiesto alla polizia scioccata: "Cosa sta facendo?"
Questo è bastato a un agente per gettarla a terra e ammanettarla.
“Molti anni fa, nel terzo o quarto anno del suo mandato presidenziale, fui invitato a cena al palazzo del Quirinale, da Luigi Einaudi. […] Ma eccoci alla frutta. Il maggiordomo recò un enorme vassoio del tipo che i manieristi olandesi e poi napoletani dipingevano due secoli fa: c’era di tutto, eccetto il melone spaccato. E tra quei frutti, delle pere molto grandi. Luigi Einaudi guardò un po’ sorpreso tanta botanica, poi sospirò: “Io” disse “prenderei una pera, ma sono troppo grandi, c’è nessuno che vuole dividerne una con me?”. Tutti avemmo un attimo di sgomento e guardammo istintivamente il maggiordomo: era diventato rosso fiamma e forse stava per avere un colpo apoplettico. Durante la sua lunga carriera mai aveva sentito una proposta simile, a una cena servita da lui, in quelle sale. Tuttavia, lo battei di volata: “Io, presidente” dissi alzando una mano per farmi vedere, come a scuola. Il presidente tagliò la pera, il maggiordomo ne mise la metà su un piatto, e me lo posò davanti come se contenesse la metà della testa di Giovanni il Battista. […] Non ebbi più occasione di vederlo, qualche anno dopo saliva alla presidenza un altro e il resto è noto. Cominciava per l’Italia la Repubblica delle pere indivise.”