#*onnipotente
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Ricordi: sbloccati
#SE SEI ONNIPRESENTE DALL'ALTO CI FISSI SE SEI ONNIPRESENTE A STO PUNTO TE NE INFISCHI#Spotify#*onnipotente#vabbè
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lorde liability moment at 27 is crazy
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Good Friday is for red wine and writing gay fanfiction, actually
#rie talks#padre onnipotente let me finish this 10k oneshot. thank u#in all seriousness we ARE going to mass bc in the right mood it goes off tbh
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Una cosa è chiedersi se una religione è vera; altra questione è domandarsi se sia utile.
La spiegazione di dio collegata al "fine delle cose" fu demolita da Darwin; la questione "utilità della religione" (pregare un dio), si affossa, dal momento che per i fatti storici avvenuti (genocidi di ogni sorta), il fedele è costretto ad ammettere che "il creato" è imperfetto e dio non sarebbe affatto onnipotente, ma totalmente assente (non operativo).
Quindi, perché invocare, con riti, un menefreghista?
#cosa#chiedere#religione#verità#utile#spiegazione#dio#demolire#Darwin#utilità#pregare#affossare#momento#fatti#storia#genocidio#sorta#fedele#onnipotente#assente#operativo#invocare#menefreghista
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Calcio di punizione per noi ATTENZIONE
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PRIMA PAGINA Italia Oggi di Oggi venerdì, 27 giugno 2025
#PrimaPagina#italiaoggi quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi luso#burocrazia#strozzando#germania#sacco#rende#onnipotente#legal#corporate#quasi#sono#perche#guerra#ungere#ogni#crisi
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guys, today I'll have two appointments at the dentist (I swear I've had these braces for the past 7 years and a half) and at the angiologist (for my lymphedema).
neither of them ever go well because my orthodontist always postpones the date in which I'll get my braces removed (MIND YOU IT'S BEEN 7 YEARS), and every single physiatrist or angiologist I ever meet always tells me I'm basically hopeless.
so yeah wish me luck because I truly am a scar away from falling apart, as FOB said
#lgbtq#vent post#vent#lymphedema#chronic illness#braces#dio mio santissimo onnipotente#i cant take it anymore
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#Arcivescovo Carlo Maria Viganò#@CarloMVigano#La votazione con cui l’Assemblea Nazionale ha osato dichiarare “diritto umano” l’uccisione *nel grembo materno di bambini innocenti segna i#esecrabile affronto alla vita nascente e a Dio#“che è Signore e dà la vita”. Si levi la voce unanime dei Cattolici di Francia#perché Iddio onnipotente li risparmi dai flagelli che colpiranno la loro Nazione a causa di un’autorità corrotta e perversa. Che il Signore#quando abbatterà la Sua destra sui malvagi.#« Ahi Francia#ahi Francia! Chiamata dai Nostri predecessori «specchio di tutta la Cristianità e sicura colonna della Fede» […]#sei diventata la più implacabile nemica fra tutti gli avversari della Fede che mai siano esistiti! » (Pio VI#Allocuzione “Quare Lacrymæ”#17 Giugno 1793).
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Se non è monopolista, lo Stato, in Italia, non esiste. E' una condanna biblica che grava sulle teste dei cittadini del Belpaese: o si accontentano della minestra preparata dall'apparato onnipotente ed onnipresente o devono saltare dalla finestra.
Chiariamo subito. Non c'è verso alcuno che la politica tolga le mani dalla sanità e dalla gestione dal budget che le viene assegnato: 134 miliardi di euro ogni anno. Una cifra record, nonostante i lamenti della segretaria dem Elly Schlein.
Troppi gli interessi da tutelare, le opportunità ed i soldi da gestire in un mastodontico apparato che vanta la bellezza di 630mila dipendenti ed un ampio bacino di benemerenze da poter vantare (nonché e di consensi da poter orientare). Che poi il servizio risulti carente in molti ambiti (liste di attesa bibliche nel comparto statale) e puntualmente dispendioso (ospedaliera pubblica sempre deficitaria) peggio ancora, diversamente efficiente al Nord ed al Sud con il Meridione che finanzia il Settentrione attraverso la mobilità passiva, ossia il massiccio trasferimento di malati, questo poco sembra importare.
Guai poi ad immaginare che in quel sistema statalizzato si possa inserire un qualche principio di concorrenza, di misurazione dell'efficienza, di meccanismo premiale per i più capaci ed i più bravi. (...) Perché? (...) Il ragionamento degli statalisti è il seguente: la sanità è un servizio essenziale e di primaria importanza perché tutela il principale bene del cittadino: la salute. Il sistema viene finanziato con la tassazione (l'efficienza viene spacciata per ricerca di profitto), il profitto si confonde con il profittatore!
Bisognerebbe chiedere agli adoratori dello Stato il perché di questa menzogna che mistifica la pubblicità del servizio con la statalità della gestione del medesimo. (...) Perché lo stipendio ai dipendenti del SSN è sacro per il lavoro prestato e non lo è invece il ricavo positivo (profitto) per i lavoratori che esercitano la libera professione, nel pieno rispetto delle regole e dei requisiti di legge imposti a chi pratica l'attività sanitaria? (...) Secondo gli adoratori dei monopoli statali che tale teoria bolscevica sanitaria hanno più volte ribadito (...), esercitare la professione e l'impresa in campo sanitario sarebbe disdicevole perché profittevole. (...)
Senza competizione e libertà di essere scelti (e di scegliere), niente migliora (...). E' cosa nota che i servizi più efficienti siano quelli che dipendono dal gradimento dell’utente e dalla sua libertà di scelta. E' questo discrimine che distingue i cittadini dai sudditi e lo Stato liberale dal Leviatano.
Sen. Dott. Vincenzo D'Anna presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB)
via https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=127463
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La nostra vita è in mano a incompetenti, a sfigati del cazzo che non si sono mai domandati il perchè delle cose, a segaioli che hanno sostituito la nozione al bello, e una cosa è bella non perché... ma solamente perché è bella (Santa Fe, La notte che stirai dieci camicie e divenni onnipotente).
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Non avrei mai pensato di trovarmi nella situazione di colui che non comprende e non empatizza con un depresso, e quindi eccomi: confesso a dio onnipotente che ho peccato. C'è un'età per tutto, penso, e arrivati oltre i trenta non tollero più chi smette di vivere e si blinda in casa pur di non affrontare un problema e conservare quel briciolo di apparenza. Adesso mi interessa unicamente circondarmi di persone che hanno il potere di far accadere le cose per il solo fatto di pensarle. C’è del misticismo in questo, il mio bisogno di consolazione.
Quando torno da te penso alla strada che percorrevo per andare a casa di Valentina 13 anni fa, avevo da poco la patente, correvo come un pazzo, i cd masterizzati alla radio. Allora il giro di compagnie era diverso, il marzo più caldo che io ricordi, ogni weekend una grigliata. Mi ero preso una pausa, poi tre anni di scuse, e poi di nuovo una pausa. Gli altri andavano avanti e io non accettavo che le cose potessero cambiare. Ero così pazzo che nemmeno tenevo alla vita. Scopro ora che anche Vale è diventata madre, ne veste i panni con grande naturalezza, del resto fu lei che mi rimase accanto la notte della mia sbronza più forte.
Poi passarono otto anni, nel mezzo scoprii me stesso. Ero felice di avere un impiego ma allo stesso tempo alimentavo la mia tristezza convincendomi di essere triste, temendo altrimenti di non riuscire a scrivere. Per uscirne bastò scoprire che là fuori c'era il sole e se non lo vedevo sapevo comunque che c'era, e sapere che c'era il sole era già tutta una vita. Come chi smette di fumare odia chi fuma, confesso a dio onnipotente di odiare un depresso. Quando cercano di propinarmi quei libri motivazionali per diventare veri leader sorrido e penso che non hanno avuto la fortuna di leggere tutto Hemingway e Dostoevskij.
Dio Onnipotente, voglio essere onesto. Ti farò una proposta. Fai di me un grande scrittore e io torner�� alla Chiesa.
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telefonata arrivata stamattina. un messaggio, in realtà. ho il cuore pesante, sto piangendo alla fermata dell'autobus, sono anche in ritardo a lavoro, di nuovo.
non riesco a smettere di pensare a quanto poco conoscessi della sua vita e a quanto comunque la sua morte mi stia facendo male. era così piccola e affaticata, la figlia accanto al letto ansiosa come la ricordavo. quando mi ha invitata a recitare un ave maria per la madre non ho esitato, quando nemmeno le volte che accompagno a messa mamma riesco a recitare nulla, eppure per lei ho avuto persino un briciolo di fede risalire fuori, o forse più che fede ho ritrovato il conforto di credere che delle parole a una entità celeste onnipotente potesse in qualche modo fare qualcosa. so che ci sentiva, è per quello credo. era una donna molto credente, che non ha mai nemmeno voluto separarsi dal marito nonostante fosse un uomo inutile che oltre a darle due figli che erano la sua gioia le ha dato solo fatiche e tristezze. perché aveva fatto una promessa. e avrei molto da arrabbiarmi, ma cosa ne possiamo mai veramente sapere di cosa dà forza e conforto alle persone? io che le promesse le uso solo come vendetta poi.
devo accettare che sto crescendo nel modo più brutto che si possa realizzare, che un giorno sarò io a chiedere una preghiera per mia madre, e finché tutti questi pensieri sono materiale da attacco di panico, paradossalmente, sono sopportabili. la concretezza mi sta togliendo ogni appiglio.
la cosa buffa è che sto ascoltando i Ghost a ripetizione, è proprio vero che non c'è miglior atea di una cattolica convertita, e non è mai stata una fase quella di amare certa musica. oggi mentre mi vestivo e realizzavo di avere solo abiti neri ho pensato che, alla fine, ho sempre avuto qualcosa per cui essere in lutto quindi non è mai stata una posa quella di tendere all'essere darkettona.
che fatica essere stanca già prima di cominciare.
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Niente catene - Prefazione
Quel che segue è la prefazione al bello scritto di filosofia morale che intendo presentar come manifesto del far de la mente propria un paradiso d'inferno, od un inferno di paradiso.
È insito nella natura di uomo che ci accomuna che il nostro prosperar sia, seppur limitatamente alla potenza, infinito, e che dunque il nostro osar non si soffochi con l'oppressione de le cose che vengon da fuori o da dentro. Qualcosa di evanescente impregna le nostre membra carnose, e questo è non la brama di vivere, ma quella di affermarsi, che differisce dalla volontà di potenza nella misura in cui essa è l'anelito della sopravvivenza dell'identità, della libertà dell'essere della stessa essenza, la guerra all'onnipotenza del fato.
Quel che Milton immortalava co'l verbo di Lucifero era più che vero, nella sua assolutezza, poichè non fa che render manifesta la viltade propria dell'umanità.
Allor io sancisco Pandemonio la nostra Terra, e Inferno lo bello universo che a noi si para.
La giustificazione di Dio non reggerà giammai. Dio è il signore delle catene.
L'argomento che tratterò principalmente in questo saggio è, per l'appunto, quel de le catene. La tensione al rimuoverle, la loro natura, la loro classificazione, e confronterò lo mio bel pensiero a quel che fu di grandi menti a me anteriori.
Se mi fusse dimandato di esser nudo pe le strade del mondo nostro direi di no, poichè quel sarebbe umiliazione et deumanizzazione. Privar dell'umil decoro gli uomini è tremendo e sfrontatamente osceno; questo si suppone. Ma si io vi chiedessi di sollevar motivo per cui questo sia tale, nulla si reggerebbe se non su se stesso. Nello uomo razionale, che si fa diverso dagli animali altri, alla maniera istessa del variar della meccanica novella e quella classica, non è insita catena di genere alcuno, ma meramente indotta da fattori di tipo diverso. Ma definiamo a modo l'essenza de le catene.
Una catena è quel che potremmo dire valore, in termini di filosofia nietzschiana, ma esteso a tutto quel che non è naturale. È d'ausilio mio l'introduzione breve di un dialogo da me scritto, con protagonisti la luce et l'ombre, per dispiegare le valenze delle catene.
Il cielo crepuscolare, laggiù ove si feriva, si dissanguò di uomini eretti e iracondi, sgorgando per le spoglie di Dio onnipotente poiché lo avevano giustiziato.
Che costui fosse morto o in pena eterna e viva è mistero.
Fratelli e sorelle vi ascendevano per natural torri di nude membra, commosse delle passioni più libere di ogni uomo o bestia.
Cosa poteva più trattenerli? Ciò che si può naturalmente è l'unico vero ch'è giusto perchè instabilito.
Lontana, a tender verso l'aspra ferita celeste, era la terra, come minuta collina aguzza.
Vi serpeggiavano attorno radici avvizzite e antiche, gambe di un albero mille volte narrato. Era così secco, vecchio e nel passato stagnante che i rami magri non erano dai suoi piedi distinti.
Lì arrivarono due, alla destra e alla sinistra della pianta moribonda, un seduto e l'altro a toccar la volta con la testa. Uno brillava, e le sue luci esistevano ed erano sul resto; il secondo era, e ciò che splendeva esisteva solo su ciò che era.
Iudex. "L'hai capito, cosa sia davvero Dio, Qadmon?" chiese uno.
Qadmon. "Me lo chiedi perchè vuoi parlarmene tu, Iudex?" rispose l'altro.
Iudex. "Dio è come ciò di cui è stato immagine nella narrativa dei secoli. Sole."
Qadmon. "Concordo."
Iudex. "Tu credi dunque, come me, che Dio rischiari il tutto a tutti?"
Qadmon. "Ciò che credo differisce, in parte. L'operazione del Sole è diversa. L'operazione del Sole consiste nel farsi morsa incandescente della totalità delle cose, che questa sia morsa effettiva o teporoso abbraccio poco importa. È imposizione, anche di bene resta tale."
Iudex. "Può esistere una completa e natural naturalezza, dunque?"
Qadmon. "Quel ch'è scelto è imposto, anche la libertà. Ammettere un creatore è torto a ciò che è generato."
Iudex. "Ma non credi anche tu, Qadmon, che personificar l'atto di generare ti stia ottenebrando come tanto critichi? L'esistenza ammette logicamente un creatore, che esso sia persona o meno, ed è per logica stessa che le cose debbano esser come sono alla radice e in alcun altro modo. Sostieni vi sia differenza?"
Qadmon. "La peccaminosa natura della volontà degli opulenti."
Iudex. "Ripeti uroborici i medesimi errori. È vano discutere su quest'etica, poichè all'accidente, non resta che accettare l'impossibile essenza della vera libertà."
Qadmon. "Lo scurimento delle cose è aberrazione grammaticale. La dispersione dei raggi di luce fa naturalmente essere la naturalezza."
Iudex. "Perché ciò che è naturale è necessariamente migliore?"
Qadmon. "Non parlo di migliore, Iudex, io parlo di vero."
Quel ch'è inteso nelle parole che sovra ho scritto non è che un'analogia di simboli. Le catene non sono che luce, ed è per motivo espresso che si può viver d'ombre, di luce a moltitudine o di mediocritas neutrale.
Il nostro Inferno è irradiato accecatamente da un mondo di brillamenti demiurgici, opera di quel che diremo un malvagio fabbro che si impone su ogne cosa con le veci d'un sole, portandovi il Paradiso.
Il fabbro è sia ente di luce che fautor di catene, poichè le abbiamo capite esser cosa medesima, e altri non è che la mostruosa e aberrante società radiosa.
La società radiosa o lunare, res extensa del fabbro, ha pilastri e costrutti deboletti ma dall'inespugnabil aestetica, brillante e splendente e maravigliosamente lucente, che ne fan parer la solidità invera - e si badi al prefisso in, poichè non si parla di non verità ma del suo inverso perfetto e lunare, come luna si finge ente della notte ma non è che riflesso del malvagio fabbro -.
Per chiudere l'opera magna del demiurgo: la società, pregna di luce e con immagine un maligno fabbro, incatena chi la compone e inonda di Paradiso l'Inferno.
In qual modo ciò definisce una catena?
Una catena è definita dalla negazione dell'attuarsi di una potenza umana che sia logicamente nelle sue facoltà. Una catena è un raggio di luce che s'impone sulla tela buia.
Quel ch'erano prima di me affermavano che vi fosse un superuomo, tal che chi l'era in latenza si trasfigurasse dapprima in un leone dal suo stato di cammello, zavorrato dal bagliore delle catene riflettenti, e infin in un fanciullo libero e buio. Io credo che questo sia un atto di debolezza. Io credo che nè Qadmon nè Iudex abbiamo ragione, ma che il patto dalle loro mani stretto sia la scelta da percorrere. La libertà totale di quel genere non è che un'in-incatenazione, nonchè l'opposto modulare e perfetto dell'incatenazione. Come Nidhogg rosicchiava le radici di Yggdrasil, così il malvagio fabbro irradia l'Inferno e il Pandemonio, in un bilancio necessario per la libertà di discernimento e il libero arbitrio. Quel ch'è giusto è una cartesiana ristrutturazione dell'etica e la morale, un abbattimento di quel che c'è e c'era al fin di ottenerne una faccia novella, che sfugga e affronti luciferina il fabbro e la luna.
Niente catene. Questo è il giusto principio. Ma poi che ve ne siano di nuove, nostre e corrette, con una tensione allo zero.
Tendere alla vetta è imperativo per l'uomo novo, l'uomo libero, l'uomo vero e naturale.
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Una cosa è chiedersi se una religione è vera; altra questione è domandarsi se sia utile.
La spiegazione di dio collegata al "fine delle cose" fu demolita da Darwin; la questione "utilità della religione" (pregare un dio), si affossa, dal momento che per i fatti storici avvenuti (genocidi di ogni sorta), il fedele è costretto ad ammettere che "il creato" è imperfetto e dio non sarebbe affatto onnipotente, ma totalmente assente (non operativo).
Quindi, perché invocare, con riti, un menefreghista?
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gente che non sapevi nemmeno il signore onnipotente avesse mai creato in cielo o in terra metterà like alle tue storie instagram
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credo in un solo dio, Taylor Swift onnipotente



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