#Modellare la cera
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animapienadiodio · 2 years ago
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Perché mi risulta così arduo definirmi da me, lasciando invece che siano gli altri, con i loro occhi velati da una loro personale percezione soggettiva, a interpretare la mia essenza?
Perché lascio che venga trattata come un blocco di cera fresca, facilmente malleabile sotto le mani e i piaceri altrui?
Perché non riesco ad avere gli occhi della mente liberi dalle parole esterne, così da permettermi di essere io la guida delle mani per modellare questo blocco di cera secondo la mia personale volontà?
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silviascorcella · 2 years ago
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Bona Calvi: l’orafa che narra il fascino del quotidiano in miniature
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Accarezzano il sentimento della meraviglia con dolcezza e giocosità i gioielli nati dalle mani felicemente operose e dall’innamoramento per l’arte orafa di Bona Calvi: già solo a guardarli regalano il sorriso desideroso di indossarli. Ma regalano anche la conferma rassicurante che riporre la fiducia nell’artigianato come maestro di tecniche antiche e come mestiere da modellare a misura della vita contemporanea, �� ancora e sempre una scelta buona e giusta.
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Ecco, Bona Calvi racchiude nella bellezza speciale dei suoi piccoli capolavori preziosi proprio queste virtù: il talento sorprendente di saper lavorare la materia metallica con finezza certosina, e con il desiderio di dare vita a creazioni che compongono un racconto semplice, popolato da forme ordinarie, animali, piante, fiori e oggetti, che abitano il nostro mondo quotidiano. Ma che Bona Calvi tramuta in miniature straordinarie che affascinano il nostro gusto in un baleno!
La storia di Bona Calvi è breve ma intensa, perché giovane ma densa di concretezza determinata e rivelazioni che hanno il sapore della fiaba: a Milano, Bona nasce nel 1989 e resta, in una sorta di fedeltà che le dà piena ragione. Perché è all’Accademia delle Belle Arti di Brera che studia scenografia per poi accorgersi, grazie al lavoro in un laboratorio specializzato in conservazione e restauro di antichi strumenti scientifici, che la dimensione vera che la anima di soddisfazione ha a che fare con le mani che lavorano i metalli e con l’intenzione di vivere del suo saper fare.
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Ed è quindi alla scuola orafa ambrosiana che salda, letteralmente, questa predilezione e vive una seconda, fondamentale illuminazione: è la tecnica antica della cera persa lo strumento ideale che le consente di modellare le sue ispirazioni in forme plastiche sospese tra sogno e realtà. Ed è nel cuore di Milano che Bona Calvi stabilisce il cuore della sua attività: nel laboratorio di di via Stampa 8, dove accade ogni fase del percorso di creazione, dal disegno del bozzetto alla modellazione paziente di ogni dettaglio anche il più sottile e minuscolo, che dalla cera si trasferisce su oro, argento e bronzo e s’impreziosisce di pietre e perle. 
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Perché quelle di Bona Calvi son autentiche micro-sculture delle realtà: o meglio, son miniature fedeli all’apparenza oggettiva, e al contempo leali all’immaginazione di Bona stessa e alla sua sensibilità generosa a soddisfare i desideri della sua clientela.
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La sua è dunque una collezione che pian piano si popola di nuovi protagonisti: che dal mare esotico, dalla lontana savana o dal parco vicino a casa diventano anelli, orecchini e ciondoli, come accade per le alici dagli occhi di pietre brillanti, la balena, il polpo e il granchio, la giraffa e l’elefante, il serpente che può abbracciare le dita o cingere il polso, il bradipo e l’orso, la rana che stringe tra le zampe una perla, il coccodrillo che la rincorre lungo la catena, le coccinelle dal corpicino di pietra colorata, i pesciolini appesi ai cerchietti degli orecchini.
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Ci sono anche gli inseparabili, come i pappagallini che si guardano vis-à-vis nell’anello aperto, o come gli oggetti che nel quotidiano funzionano a coppia: teiera e tazzina, e la bottiglia di vino col suo calice. Quelli di Bona Calvi son micro-mondi pregiati: sono gioielli che come un lessico familiare raccontano storie, quelle dell’orafa che a loro da vita, e quelle personali di coloro che li scelgono per affinità elettiva.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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studio-polimaterico-blu · 5 years ago
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Modellare la cera
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Pan di Cera Rossa pasta morbida
Cera da modellazione Pan di Cera color rosso. Prodotto compatto ma estremamente duttile e ad alta definizione. Non essica e può essere riutilizzato infinite volte. Disponibile in panetti da 500 gr. e in pani da 3 kg. e in due tipologie (dura e morbida).A partire da:€ 7.75 Iva compresa
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Pan di Cera Nera pasta morbida
Cera da modellazione Pan di Cera…
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depositots4 · 6 years ago
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Fritto misto parte seconda
Certamente Flavio, fai come se fossi a casa tua. Hai scelto la stanza di Salvatore perché è rossa?
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Il poveraccio è costretto ad usufruire del letto di Vito (che è a lavoro al momento)
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Flavio si è svegliato triste, ha realizzato di aver perso l’occasione di dormire vicino ad Antonio, e tutto per una questione di “colore preferito”
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E a chiappe strette se ne va
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dove?
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al bagno pubblico sotto casa. 
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Poteva usare il bagno nell’appartamento del trio, poteva tornare nel suo appartamento, ma no, lui ha deciso di usare il bagno pubblico, rischiando di farsela sotto.
Insomma, dormire in mutande nel letto di un’altra persona sì, chiedere gentilmente di andare in bagno no.
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Più tardi è passato a trovarli Babbo Natale (carissimo amico di Vito). Lo scopo della visita era quello di sbrattare nel loro wc.
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Non hai una bella cera nonno.
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Ah Vito ha fatto amicizia anche con un procione
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Antonio in attesa dell’ennesimo /oscar/, perché sedersi su una sedia è mainstream
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A premiarlo è il suo padrone di casa. 
“Pezzo di merda non mi compri con ‘sta stellina, ne ho vinte giusto 500. Fai qualcosa per quei topi o cambio casa”.
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Flavio è rimasto fuori, speravo facesse a botte col buttafuori per entrare, ma ha preferito giocare con l’argilla e modellare la tour eiffel.
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E vi lascio con un Antonio che esprime tutto il suo affetto a Flavio (vorrei parlare il simmese per sapere cosa cacchio gli ha detto)
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La risposta di Flavio /rammento che ho lasciato l’autonomia totale, e che non controllo -Rosso-, quindi ha fatto tutto lui e URLO/
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some-times-ihate-you · 7 years ago
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Non lo so che cosa sei:
Se sei o non sei,
Se vivi o ti lasci vivere.
Ti lasci modellare dagli altri come se fossi fatta di cera,
Ti nascondi nei tuoi momenti,
Sperando che la gente capisca che non menti
Ti penti di tutto:
Di ciò che hai vissuto,
Di chi hai vissuto,
Di cosa hai vissuto .
Vorresti arrenderti a te stessa, ma, ormai non sei più la stessa
@some-times-ihate-you
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sinapsimagazine · 3 years ago
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“Il destino decide per te”, nel memoir della Anzini il dramma della genitorialità negata
ROMA – Educare significa plasmare, modellare l’indole di un individuo secondo un disegno prestabilito, quasi “cera molle” tra le mani di un artigiano, oppure lasciarlo libero di svilupparsi secondo la propria natura, come una pianta frondosa? Può un incontro influenzare una persona a tal punto da renderla estranea alla famiglia in cui è cresciuta? E ancora: esiste il libero arbitrio oppure è il…
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animapienadiodio · 2 years ago
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Perché riscontro una così ardua difficoltà a definirmi da me, lasciando invece che siano gli altri, con i loro occhi velati da una loro personale percezione soggettiva, a interpretare il mio essere, la mia essenza?
Perché lascio che venga trattata come un blocco di cera fresca, facilmente malleabile sotto le mani e i piacere altrui?
Perché non riesco ad avere gli occhi della mente liberi e non obnubolati dalle parole esterne, così da permettermi di essere io la guida delle mani per modellare questo blocco di cera secondo la mia personale volontà?
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cosplayhubit-blog · 7 years ago
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Introduzione al prop making published on Cosplay Hub
Introduzione al prop making
Salve a tutti, per chi ancora non mi conoscesse mi presento: sono Silvia Minella, ho 24 anni e sono una prop maker e costume maker.
Fin da piccola sono sempre stata un’appassionata d’arte; mi sono diplomata presso un Istituto d’Arte e successivamente ho conseguito una laurea in Arti Visive. In questi ultimi anni mi sono avvicinata molto all’ambiente del costuming ed ho deciso di affinare le mie tecniche per farne la mia professione.
Perché vi dico questo? Perché voglio condividere con voi alcune delle cose che ho imparato in questi anni sulle tecniche e sui materiali che utilizzo! È importante per me specificare che alla base di ogni costume come alla base di qualsiasi lavoro c’è tanta dedizione, forza di volontà e voglia di migliorarsi. Nessuno nasce imparato e vi posso assicurare che dopo una giornata di lavoro non diventerete il nuovo Michelangelo. Ma posso garantirvi che se ce la metterete tutta, se affinerete le vostre tecniche provando e riprovando potrete vedere miglioramenti notevoli.
Farò del mio meglio per spiegare in modo semplice e chiaro alcuni concetti e materiali che andrò ad illustrare nei prossimi tutorial, ma mi raccomando….voglio il massimo impegno anche da parte vostra. Non vedo l’ora di vedere le vostre creazioni!
Possiamo partire! Ho deciso di iniziare con un tutorial relativamente semplice che vi servirà a capire come scolpire oggetti di piccole e medie dimensioni che andrete poi a riprodurre in serie tramite uno stampo in silicone.
Il tutorial che andrò a realizzare verrà diviso in tre parti:
progettazione e scultura dell’oggetto
realizzazione dello stampo e successiva colata in resina
rifinitura e verniciatura
Fase 1
La progettazione
Una delle fasi più importanti secondo la mia personale esperienza è la progettazione. Senza le idee chiare sul cosa vogliamo realizzare non andremo da nessuna parte (o almeno, non molto lontano).
Nella prima parte del tutorial andremo ad affrontare il bozzetto, importante sia nel caso steste seguendo una reference già esistente, sia nel caso stiate creando qualcosa di nuovo. Non necessariamente dovete dar vita a delle vere e proprie opere d’arte, bastano delle linee guida per avere le idee chiare e per ricordarvi in che direzione procedere (n.b.: è possibile cambiare idea durante le fasi di creazione, il bello è anche questo!). Munitevi di blocco da disegno, fogli da stampa, pennarelli, matite da disegno, ma anche di tavoletta grafica se preferite il digitale. L’importante è dare vita a ciò che vi frulla nella testa pasticciando con il colore o scrivendo qualche appunto qua e la sul foglio. Fare chiarezza nella propria mente è il miglior punto di partenza!
Una volta terminata questa fase (non fate troppo casino altrimenti vi ritroverete sommersi di pittura e carta fino al collo), passeremo alla successiva.
La scultura dell’oggetto
Parliamo ovviamente di realizzare qualcosa di tridimensionale. Per scolpire possiamo far uso di svariati materiali ed utensili, anche se molto probabilmente andrò ad esaminare nello specifico la plastilina. La plastilina è un materiale plastico modellabile composto principalmente da olio, argilla e cera ed è un prodotto che non essicca all’aria, rimanendo modellabile permanentemente in modo da essere riutilizzata infinite volte. La sua particolare composizione le permette di essere modellata con facilità a temperatura ambiente sia manualmente che con utensili. Per aumentare la sua morbidezza è possibile riscaldarla (>40°C) ma ricordatevi che tornerà alla sua consistenza originaria una volta raffreddata! Per quanto riguarda gli utensili da lavoro invece, quelli che probabilmente andrò ad utilizzare saranno spatole per modellare, coltelli per modellare, specilli, mirette, ecc.. Una volta modellato il nostro oggetto fino a raggiungere un risultato soddisfacente, ci occuperemo di realizzare il nostro primo stampo in gomma siliconica.
Scultura in plastilina dell’oggetto da realizzare.
Fase 2
Realizzazione dello stampo in gomma siliconica
Con questo fantastico materiale è possibile realizzare calchi da modelli originali nei quali colare in seguito differenti materiali per ottenere numerose copie. Le gomme siliconiche induriscono a temperatura ambiente mediante l’aggiunta di uno specifico catalizzatore (rilasciato in dotazione), dando origine ad un materiale stabile ed irreversibile, elastico e molto resistente. Queste gomme sono inoltre caratterizzate da elevate proprietà antiaderenti che rendono facile la sformatura dei modelli e assicurano un alta fedeltà nella riproduzione dei dettagli (mi raccomando, applicate sempre un distaccante prima di colare la resina nello stampo altrimenti potreste rovinarlo per sempre!).
Ovviamente le gomme siliconiche sono disponibili in varie formulazioni per soddisfare le più disparate esigenze di riproduzione ed è possibile scegliere fra diverse tipologie che si differenziano fra loro per viscosità, tempi di lavorazione, durezze e resistenze in funzione alla loro specifica applicazione. Sono ideali per la realizzazione di calchi dove poter colare o spalmare diversi materiali da copia, come ad esempio il gesso sintetico, la cera d’api, il cemento e soprattutto alcuni tipi di resine fra cui la poliuretanica e l’epossidica. Queste ultime sono quelle che utilizzo di più in assoluto e molto probabilmente anche quelle che andremo a lavorare nel nostro tutorial!
Gomma siliconica utilizzata per la realizzazione di calchi. Indurisce velocemente con l’ausilio di uno specifico catalizzatore (a destra).
La colata in resina
Resina poliuretanica e relativo catalizzatore.
La resina poliuretanica dal colore molto chiaro, una volta colata in un calco, riesce a riempire ogni piccolo spazio e a riprodurre perfettamente ogni dettaglio, senza emanare alcun odore né nella sua forma base, né da catalizzata (musica per le mie narici!) e una volta asciutta è pronta per essere lavorata e verniciata. Grazie a queste caratteristiche è ideale per la riproduzione di modelli di piccoli e medi dimensioni, ma anche per la riproduzioni di manufatti di grandi dimensioni, infatti trova impiego in diversi settori come ad esempio in quello del modellismo, della scultura, degli effetti speciali e molto altro.
La resina epossidica invece (io uso la Cristal) è ottima per la sua buona resistenza meccanica e termica, per l’elevatissima trasparenza paragonabile a quella dell’acqua, per l’ottima brillantezza e resistenza all’ingiallimento. È ideale per realizzare oggetti decorativi (io la utilizzo soprattutto per creare gemme ma si utilizza anche per realizzare statuine, lampade, gioielli, ecc.). Entrambe le resine possono essere pigmentate sia con colori in polvere sia con coloranti liquidi appositi.
A questo punto del lavoro dovremmo aver raggiunto la terza fase del tutorial, e quindi dovremmo avere il nostro oggetto catalizzato nello stampo. Beh, per prima cosa bisognerà tirarlo fuori facendo attenzione a non fare troppi danni (se avete utilizzato bene il distaccante non avrete problemi). Successivamente ci occuperemo dell’eventuale rifinitura e verniciatura dell’oggetto.
La resina viene colata nel calco di gomma siliconica. Dopo l’indurimento si ottiene un semilavorato perfettamente fedele alla scultura iniziale.
Fase 3
Rifinitura e verniciatura
I colori che uso maggiormente sono le vernici acriliche spray, quindi molto probabilmente saranno anche quelle che andrò ad utilizzare per il nostro tutorial ma, a seconda dell’oggetto e del materiale, mi diverto a dipingere a mano le mie creazioni con colori e pennelli di vario tipo e dimensioni.
Diversi pigmenti per la colorazione delle resine.
Si, dico probabilmente perché come vi accennavo sopra, il bello del creare è anche l’essere imprevedibile! Per ora credo sia meglio fermarci qui. Vi ho lasciato qualche nozione base sui materiali che andrò ad utilizzare e non vedo l’ora di stupirvi e mostrarvi qualcosa, ma soprattutto di esservi d’aiuto spiegandovi qualche piccola tecnica che utilizzo ogni giorno per realizzare le mie creazioni. Mi raccomando, documentarsi prima di tutto!
In attesa dell’imminente tutorial studiate bene e pensate a cosa vi piacerebbe realizzare tramite l’uso di questi materiali. Vi ringrazio per essere arrivati fin qui, spero di aver stuzzicato la vostra curiosità e voglia di sperimentare! A presto!
Prodotto finito, dopo la fase di rifinitura e verniciatura.
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Il museo di Madame Tussauds è uno dei più visitati di Londra. Chissà perché, ma vedere e toccare con mano (senza farsi troppo notare dalla guardie) le statue di cera dei personaggi illustri è un po’ come incontrarli di persona e farseli amici. La maggior parte dei turisti che è andata a Londra per la prima volta l’ha visitato. C’è chi è tornato anche più volte. E ogni volta è stato diverso, perché di tanto in tanto si aggiungono personaggi (specie quelli dececeduti che entrano di diritto a occupare un posto nelle sale del museo). Se siete stati di recente, per esempio, forse avrete fatto in tempo a vedere le statue di cera del Principe Harry e della moglie Meghan Markle, che ora non ci sono più. Con l’annuncio di voler lasciare l’Inghilterra per trasferirsi a vivere definitivamente in Canada, infatti, il Madame Tussauds ha subito rimosso le statue di Harry e Meghan, spostandole dal set della Famiglia Reale. Se invece è tanto tempo che non lo visitate, allora non ve ne accorgerete neppure. Del resto, Meghan ha fatto in tempo a stare nel museo solo pochi mesi, da agosto 2019 a gennaio 2020. Oltre alla Royal Family al completo, ci sono le statue a grandezza reale di decine di personaggi. Tra le new entry, Michael Bublé, Taylor Swift, Beyoncé​, Boris Johnson, Ariana Grande. All’interno del museo ci sono 15 aree tematiche, adatte a qualunque tipo di pubblico, bambini compresi. Anzi, è uno dei luoghi preferiti dalle famiglie che vengono in vacanza nella Capitale britannica. È una finestra sulla storia, sulla cultura, sull’arte, sulla musica, sulla scienza. Insomma, oltre a essere divertente il Madame Tussauds è anche molto istruttivo. Il museo ha 200 anni di vita. Prende il nome dalla moglie di Voltaire che, alla fine della Rivoluzione francese, per dimostrare la sua fedeltà alla corona, iniziò a modellare con la cera i volti dei nobili che erano stati decapitati. La fama del museo di Madame Tussauds di Londra si è sparsa in tutto il mondo, tanto che negli anni sono state aperte altre sedi. Oggi ne esistono ben 24. Il museo, che si trova a Marylebone Road, vicino a Regent’s Park, nei pressi della fermata della metropolitana Baker Street, è aperto tutti i giorni. L’ingresso standard con prenotazione online – consigliata per evitare le code – costa 34 euro, ma ci sono anche pacchetti che includono diverse altre attrazioni della città, come la ruota panoramica London Eye, il bus hop on hop off che fa il giro di Londra e altre ancora. @Getty Images https://ift.tt/2QFspgd Londra, visitare il museo di Madame Tussauds Il museo di Madame Tussauds è uno dei più visitati di Londra. Chissà perché, ma vedere e toccare con mano (senza farsi troppo notare dalla guardie) le statue di cera dei personaggi illustri è un po’ come incontrarli di persona e farseli amici. La maggior parte dei turisti che è andata a Londra per la prima volta l’ha visitato. C’è chi è tornato anche più volte. E ogni volta è stato diverso, perché di tanto in tanto si aggiungono personaggi (specie quelli dececeduti che entrano di diritto a occupare un posto nelle sale del museo). Se siete stati di recente, per esempio, forse avrete fatto in tempo a vedere le statue di cera del Principe Harry e della moglie Meghan Markle, che ora non ci sono più. Con l’annuncio di voler lasciare l’Inghilterra per trasferirsi a vivere definitivamente in Canada, infatti, il Madame Tussauds ha subito rimosso le statue di Harry e Meghan, spostandole dal set della Famiglia Reale. Se invece è tanto tempo che non lo visitate, allora non ve ne accorgerete neppure. Del resto, Meghan ha fatto in tempo a stare nel museo solo pochi mesi, da agosto 2019 a gennaio 2020. Oltre alla Royal Family al completo, ci sono le statue a grandezza reale di decine di personaggi. Tra le new entry, Michael Bublé, Taylor Swift, Beyoncé​, Boris Johnson, Ariana Grande. All’interno del museo ci sono 15 aree tematiche, adatte a qualunque tipo di pubblico, bambini compresi. Anzi, è uno dei luoghi preferiti dalle famiglie che vengono in vacanza nella Capitale britannica. È una finestra sulla storia, sulla cultura, sull’arte, sulla musica, sulla scienza. Insomma, oltre a essere divertente il Madame Tussauds è anche molto istruttivo. Il museo ha 200 anni di vita. Prende il nome dalla moglie di Voltaire che, alla fine della Rivoluzione francese, per dimostrare la sua fedeltà alla corona, iniziò a modellare con la cera i volti dei nobili che erano stati decapitati. La fama del museo di Madame Tussauds di Londra si è sparsa in tutto il mondo, tanto che negli anni sono state aperte altre sedi. Oggi ne esistono ben 24. Il museo, che si trova a Marylebone Road, vicino a Regent’s Park, nei pressi della fermata della metropolitana Baker Street, è aperto tutti i giorni. L’ingresso standard con prenotazione online – consigliata per evitare le code – costa 34 euro, ma ci sono anche pacchetti che includono diverse altre attrazioni della città, come la ruota panoramica London Eye, il bus hop on hop off che fa il giro di Londra e altre ancora. @Getty Images È uno dei musei più visitati della Capitale britannica. Cosa vedere e tutte le informazioni per organizzare la visita al museo delle cere.
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margiehasson · 6 years ago
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Trucco Halloween ragazza: idee semplici e veloci
  Photo Credits: Pinterest via babywhatsup.com
  Abbiamo già visto insieme questa gallery di costumi di Halloween da indossare per la notte dei morti viventi e abbiamo discusso insieme di unghie per Halloween con tantissime idee per tutti i gusti ma… il make up!?
Per quanto riguarda la notte di Halloween la buona riuscita di un travestimento è rappresentata al 75% (o forse di più) dal make up, dopotutto avete mai visto uno zombie con la pelle liscia? O una strega senza bozzi in faccia?
Oggi ci concentriamo sul trucco Halloween ragazza con una raccolta di immagini a cui ispirarvi per il vostro make up.
Prima di iniziare date un’occhiata a questa gallery di make up veloci e semplici per Halloween, se siete arrivate “all’ultimo” riuscirete a realizzare un trucco mostruoso con i prodotti che avete già in casa!
Ecco una raccolta di make up da ragazza per Halloween da copiare e qualche trucco per realizzarli con i prodotti giusti.
Photo Credits: Pinterest via babywhatsup.com
  Questa strega sfrutta il contrasto tra rosso e bianco. Un fondotinta chiarissimo, cipria a gogo e un rossetto scuro per labbra e fronte.
Photo Credits Pinterest via babywhatsup.com
  Cappuccetto rosso horror! Qui è necessario saper  modellare la cera da make up. Non ne avete in casa? Utilizzate la buccia esterna del Galbanino, è perfetta e si modella con il calore delle mani!
Photo Credits Pinterest via babywhatsup.com
  Una rosa da fissare con della pasta modellabile per il make up, attenzione non ha una durata extra ma è molto scenografica per video e foto!
Photo Credits Pinterest via babywhatsup.com
  Mezzo scheletro, mezzo ragazza. Per questo trucco Halloween ragazza realizzate una base di fondotinta, truccate metà viso come di consueto e ombreggiate una base bianca con dell’ombretto nero nell’altra metà.
Che ne dite? avete trovato il look giusto per voi? Qui trovate una gallery di make up veloci e semplici per Halloween mentre qui una gallery di make up e costumi di Halloween.
L’appuntamento è sul canale youtube, su Alice Cerea e nelle stories di Instagram con tantissimi tips beauty e non solo, alla prossima!
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studiograficocreative · 5 years ago
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pangeanews · 6 years ago
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“Quando amo, amo interamente, come un internato”: un progetto letterario di Tomassini & Brullo, “Senza gestire l’ignoto” (seconda puntata)
Tel Aviv, 15 gennaio 1950
Mi guardavo davanti lo specchio dell’armadio bruno che avevo coperto con una tenda di Damasco. Ero appena arrivata. Indossavo un prendisole. Sorridevo forse? Era primavera? Non è mai primavera. Quanti mesi sono passati? Fuori dal campo, dopo te. Praga.
Ho letto di Anna. Ho tirato via la tenda. Mi guardo. Ho tolto i vestiti, riposti sul letto inospitale. Oggi nevica. È una strana neve.
Le donne fuori si agitano convulsamente, corrono da un canto all’altro, guardano in direzione dell’orizzonte. Poi entrano in casa, di corsa, chiudono l’uscio. Tutto è frenetico, ridicolo. Veloce. Adesso rido. Non ci sono piroscafi. Sciocche. Non dovrebbero aspettare un tempo inutile.
Scriverò una storia dedicata al marito di Irina, disperso durante la spedizione, nella foresta, a 15 chilometri da Kirov, la ritirata del ’43. Le foreste e le brume, le nuche imbiancate dei morti. No no. Dove sarà finito? La neve si scioglierà. Lo troveranno. Irina non smette di pregare. Lo troveranno.
La sera le leggerò qualcosa, ad Irina intendo. Qualcosa della storia che scriverò. Lei ci crederà, smetterà di premersi il ventre, piegarsi, urlare oscure giaculatorie. Sederò accanto a lei, nel canapè duro e ruvido dove dorme rincantucciata. È un corpo grondante miseria, la pelle le frana su un ricordo vago di fulgore e morbidezza.
Ho letto di Anna. Ho pensato alle tue mani: stringono le sue? Lei è bella, hai detto. Cioè hai detto che detiene la bellezza dei folli.
Il tempo mi investe, non ho nulla addosso. Nulla. Tu non mi vedrai. Non sono bella. Sono sciupata. Una giumenta senza grembo. Il mio biancore è una provocazione esanime. Non ho memoria. Non toccarla. Non dimenticarmi. Copro i miei seni.
Dove sono finita? Come accoglierti ancora?
Non so. Di colpo, non ho memoria. Riesco a ridere con le altre, quando qualcuna punge il polpastrello nell’imbastitura della stoffa e impreca in una lingua confusa. Bulgaro? Ceco? Polacco?
Siamo salve. E ridiamo. E di colpo zittisco. Di colpo tace la vita. Mi investe il tempo, una mannaia che non fende, vorrei soggiacervi. È un golem. Creatura mostruosa, l’anima rubata dal rabbino. La mia indomita non la riconosco. Accendo le candele, un venerdì, fuori il buio non mi raggiunge. La mia anima indomita era il vanto e la resistenza. Quel venerdì ho realizzato di averla ceduta. L’anima al rabbino. Prima del ’41. Le fanfare. La squadriglia di fantocci ossuti, le righe che si infilano in tramati di delirio fissi nell’iride vitrea di un senza nome, la iuta, le grida. Wstawać.
È entrata Magoska, mi ha sorpresa davanti lo specchio, nuda, gelata. Piangi. Sì, Magoska, piango. Mi ha messo su il cappottino che avevo gettato sul letto. Non lo avevo piegato. La gonna e la maglia sì, piegate bene, sul guanciale. Una sopra l’altra. Con il cappotto sulle spalle sono uscita fuori, in cortile. Ero scalza. Magda mi corre dietro. Io cerco te. Sono divorata da te, dalle tue parole, sono divorata. Le tue mani.
Cosa farmene di questo vuoto, lo sciacallo che morde le mie viscere, non teme la mia pazienza.
Nevica. Non è mai successo da quando son qui. Oh la neve. Sono in ginocchio, i capelli sono umidi, serpi sulla mia schiena. Non li lego. Non voglio. Magda mi aiuta ad alzarmi. Coraggio. Io piango ancora.
Dovresti ripetermi adesso il tuo nome. Finire il tuo lavoro. Avere tutto di me. Prendere tutto di me. Non lasciare altro. Nulla. Non avere pietà. Andiamo, dice Magda. Mi prende la mano. Entriamo. Mi veste come farebbe con una bambina. Sono seduta sul letto, mi veste con gli abiti della notte. Non so che ore siano. Chiude la porta. Accende la radiolina.
***
Zwycięstwo, 30 gennaio 1950
Quando ti avrò raggiunta, non esisterò più, sarò piccolo come un ago, sottile come una corda, potrai inchiodarmi al muro, potrai spezzarmi, potrai legare i tuoi vestiti, usandomi come un nastro, come un laccio, potrai ucciderti.
Ho visto la tua nudità – senza di me non sei nuda davvero, solo io ho competenza sul tuo biancore – mi chiamo Nathan, che significa donato, sono un dono, un dono definitivo, per te. Ma devo donarmi a te come una cosa nuova, inaudita. Una settimana fa ho lasciato mia moglie – l’ho lasciata con una lascivia perentoria – ho ammirato il suo pianto, in cucina, così cristallino, mi sorprende sempre che qualcuno possa amarmi fino a scavare il suo corpo – il corpo è cera e le lacrime lo lacerano come fiamme dispari –, ed era mia, capisci, qualcosa che con indifferenza avrei potuto modellare per un altro, per un’altra vita. Ciò che mi irritava, in quell’istante, mentre la luce, sulle finestre, sembrava un prato, piuttosto, era che una ragazza, si chiama Vera, se non sbaglio, come te, ha scritto di non volermi più vedere, con mortificante spavalderia. Ho sposato mia moglie perché era primo violino al Conservatorio di Parigi, poi ha cominciato a dare lezioni private, a Praga, fornendo materia carnale alle mie seduzioni. Quando amo, amo interamente, come un internato, e non ammetto clausole, non cedo all’abbandono. Non mi ha piegato neppure il pianto – a comando – di mia figlia, Rebecca. Le ho detto, così sarò indimenticabile, la causa del tuo tormento, d’altronde una donna non cerca che una causa eccellente per lamentarsi lungo le ambiguità della vita.
Scappa da me. Per essere nuovo, un dono, devi perdonarmi, continuamente. Giustificazione – così dice il mio amico Peter, luterano, che ha un negozio di coltelli vicino alla sinagoga. C’è affinità nell’esercizio di limare le lame e nel giudicare, penso, la stessa che c’è tra la parola ‘decalogo’ e ‘dissanguare’ – in ogni caso, Vera, sei tu la causa della mia rovina. Bisogna perdersi, morire, capitolare, sentirsi soli al mondo, per conoscere l’amore. Tu sei giunta come uno schianto – ho trame di te sotto le unghie della mano sinistra – poi sei scappata – ti inseguo, per finirmi. Giustificazione vuol dire che i nostri gesti sono un fallimento, sbilanciano il creato, sono colpi di zappa nella gola di Dio, recano agnelli alla sua vittoria – l’uomo si massacra perché Dio lo premi.
Piuttosto, è insopportabile il refluo dei pianti, una piantagione di accuse e di ricatti… incaricarsi di un uomo è più difficile che interpretare i sensi sovrapposti, intrepidi di un versetto biblico. Tu racconti storie alle infelici, per educare alla perdita, per rammendare il rammarico – io lacero la storia, non è strano? Quando mi vedrai, sarai tu a raccontarmi, a dirmi chi sono. Ma cosa te ne farai di un uomo senza destino? La notte scorsa, per puro agonismo – non te l’ho detto: non amo le cose inconcluse, le forme imperfette, ciò che non ha risposta in un aldilà del credo – sono andato a casa di quella ragazza, Vera, avrà vent’anni, è una ventata di gioia, di gioviale stupidità. C’era la madre – la fortuna le è stata benevola, penso, guardando la casa, in una via centrale di Praga, con superdotate ricchezze, un lusso barbaro. Il marito ha una industria tessile, durante la guerra si è piegato a tessere le divise dei soldati tedeschi – il vizio è stato redditizio, la viltà lo ha scagionato. Le ho parlato convincendola che non sono un mondano, mi sono fatto offrire la mano, l’ho letta, mescolando arguzia, astrologia, superstizione. Ha sorriso. E ha gradito il resto.
Devo sporcarmi perché tu mi scopra, Vera.
*
Di notte
Ti scrivo dal confine polacco, da Zwycięstwo, che significa “Vittoria”, è uno dei tanti, piccoli villaggi costruiti dai soldati russi come una pattuglia, dopo la guerra. I soldati hanno deciso di fermarsi qui – per ordine del cuore o del partito?, è lo stesso – tra campi di scalmanati papaveri, dove l’odore del bosco ha vigore di gas. I russi si sono uniti alle vedove dei militari polacchi, hanno figliato, producendo una generazione nata dalla vigliaccheria. Mi piace questo luogo perché qui il tradimento diventa vita, la tratta della codardia, perché qui la rottura dei patti nuziali sancisce legami sotterranei, vili, ma letali: penso che l’amore possa stabilirsi soltanto tra uomini che abbiano vissuto molte vite, stagionate, almeno sei.
Nella piazza di Zwycięstwo, totalmente ricostruita, c’è il negozio di Bruno, uno scaltro antiquario. Mi ospita nel magazzino del negozio – gli ho comprato una carta celeste stampata nel 1727 a Parigi. Non è particolarmente pregiata, è particolare chi l’ha posseduta. La mappa è stata acquistata nel marzo del 1751 da Giuseppe Maria Buonaparte, il nonno di Napoleone, poi è passata al futuro imperatore. Napoleone amava studiare le stelle, ha conquistato la terra sperando di aggiogare i cieli, si muoveva, dicono i suoi consiglieri, seguendo i moti della Lince, la costellazione che sentiva propria: “oggi cavalco la Lince”, urlava, prima di inaugurare battaglia. La debolezza di un re che tempra la propria fragilità misurandosi con le stelle, inguainato di sogni celesti, inguaiato tra le sottane dei potenti, mi affascina. Dicono che Napoleone portasse sempre con sé la carta celeste ereditata dal nonno: per questo la voglio. Bruno mi ha fatto un buon prezzo – in questo tratto d’Europa si è ricchi con poco – potrò rivendere la carta decuplicando la cifra – poi verrò da te, con occhi svuotati dalla luce. Bruno è polacco, ha cinquant’anni, e con viziata gioia mi mostra la moglie, ne avrà diciotto, penso, è incinta, “l’esito delle mie contrattazioni con i russi”, mi dice, ammiccando a qualcosa che ignoro. Capisco che è disposto a offrirmela – viso tondo, capelli da bambola, la mistificazione dell’innocenza – ma l’ho rifiutata. Eppure… tu devi sapere che svendo, sempre, ciò che amo fino all’atrocità. Ciò che tocco si disfa, Vera, ciò che adoro matura in disastro, sono l’uomo che porta dolore ovunque.
Questa notte ho inghiottito una delle mie tigri di vetro – piccola, come l’unghia del mignolo – è una tigre azzurra – i cinesi dicono che appare una volta sola nell’arco di un secolo, entra nella stanza dell’imperatore, se ne nutre. La tigre azzurra appare per sconvolgere la Storia, per deviarne i cardini e i capi: l’ho inghiottita per capovolgere Israele, per ridurlo a un bicchiere, per berti. Dicono che la tigre azzurra sappia prendere la forma della sua preda. Ora mi sentirai addosso, Vera – ti stringo come la paura, come il virus che corrode, con amata lentezza, il tuo corpo.
Scrivimi, perché le tue parole misurano la tattica del mio destino.
Nathan
** “Senza gestire l’ignoto” è un progetto letterario di Veronica Tomassini e di Davide Brullo
L'articolo “Quando amo, amo interamente, come un internato”: un progetto letterario di Tomassini & Brullo, “Senza gestire l’ignoto” (seconda puntata) proviene da Pangea.
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storiadikisidor-blog · 8 years ago
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Quando Kisidor forgiò una spada ambiziosa
Giunto verso la conclusione del suo viaggio, Kisidor fu colpito da un male terribile. La sua fronte serbava così tante nozioni che era sul punto di scoppiare. Non vi era altra soluzione che dimenticare, ma il suo animo era avido e non gli permetteva di obliare nulla, né il racconto più breve né quello più insulso. Per sua fortuna, un cavaliere, suo compagno in numerose avventure, gli raccontò una storia. Quando il mondo era ancora giovane, generò una ninfa il cui nome era Cleosine. Il suo compito era quello di custodire i segreti del padre, ma innumerevoli erano le cose da ricordare! Ben presto il suo animo fu aggravato dalla memoria pesante e la bella fanciulla si trasformò in pietra. Tramutata in rozza roccia, scoppiò in un pianto disperato, da cui ebbe origine un fiume. Dopo qualche secolo, un gruppo di uomini si insidiò lungo le sponde di quel fiume. Scoprì che dalla roccia si ricava un metallo prezioso: non solo era plasmabile come la cera e più duro dell’acciaio, ma era anche in grado di custodire i ricordi di una persona come il foglio di un diario. Difatti, quando si usavano gli oggetti costruiti con la particolare lega, le reminiscenze di un fatto o di una vicenda balzavano alla mente, come frammenti di un sogno. Udendo il racconto, Kisidor ebbe l’idea di forgiare una spada con la tempra benedetta. Si recò allora al villaggio, dove vi era un maestro fabbro, allievo dell’Artista. La tecnica per modellare il metallo era lunga ed articolata. La prima cosa da fare era sbarazzarsi dei ricordi. L’artigiano riempì una brocca con l’acqua del fiume e la porse a Kisidor, che la bevve. Immediatamente una grande commozione salì dal petto e forte fu l’impulso di raccontare la sua storia più intima, quella della propria vita. Per un anno intero il nostro eroe narrò e pianse, affidando ad ogni lacrima una parte della sua testimonianza. D’altronde anche la memoria è una storia, quella che sveliamo a noi stessi. Pazientemente il fabbro raccolse tutte le lacrime e con quelle lavorò un tozzo rovente, trasformandolo in una raffinata sciabola. Grande fu il giubilo del Cacciatore quando l’opera fu finita: al minimo fendente, tutte le storie che aveva raccolto in centinaia di anni gli tornarono alle mente. Eppure l’avventura non era destinata a termine con un lieto fine.Nel viaggio di ritorno, Kisidor decise di sostare sotto una quercia. Un odore acre, di fumo e morte, catturò la sua attenzione. La spada si trovava sospesa in aria, circondata da un fuoco bianco. - Chi sei, diavolo?- chiese - Sei forse la mia memoria? - Si, ma non solo - rispose una linea tra le fiamme - Sono ciò che si cela dietro essa. - Sei forse quella ‘fame’ a cui noi uomini diamo il nome di curiosità? - Si, ma non solo. Sono anche sua madre. Kisidor ebbe un sobbalzo. - Sei forse il Faust? Una scia vibrò nell’aria, come una frusta. Kisidor balzò indietro per evitare l’ondata letale di calore. - Basta con questi tranelli, spettro. Rivelati, se hai un nome! - Nomi ne ho, ma nessuno che mi soddisfi. Io sono quella fame che si nasconde dietro ad ogni cosa che appare. Sono l’anima della conoscenza, lo spirito dell’azione. Solo di me il Faust è infatuato, così tanto che, se chiamassi lui con il mio nome e me con il suo, non sbaglieresti affatto. Sono la vita, la morte e tutto ciò che tra di esse si pone. Sono una e molti, pura e complessa, semplice e ridondante. Io sono l’ambizione. E il fuoco bianco si espanse all’improvviso, senza motivo. Divenne incendio che divorò il cielo, propagandosi fino all’orizzonte. Kisidor si svegliò: il fiato era tagliato, un brivido percorreva le ossa. La spada giaceva davanti a sé, spezzata. Un frammento, un pezzo del filo interno, era saltato dalla montatura. Un presentimento trapassò il nostro eroe: volendo curarsi di quel male che gli opprimeva l’animo, aveva liberato qualcosa di grande e terrificante: il demone che si nascondeva nel proprio cuore e che l’aveva spinto a cercare tutte le storie del mondo. Forse l’incubo stesso era un avvertimento, inviato dagli dei: mai più la spada doveva ritornare integra. Allora Kisidor nascose il frammento nel suo mantello, quel famoso velo di cui le leggende parlano, che ha il potere di far scomparire città intere. Donò invece la lama al fidato amico cavaliere, affinché la custodisse. Agendo in tal modo, il Cacciatore sperava che la diabolica arma fosse dimenticata e mai utilizzata. Ma, ahimè, così come il mondo è materiale dell’uomo, l’uomo è oggetto della volontà cieca. Nel bene e nel male, la spada ambiziosa aveva ancora un ruolo da svolgere nella grande Storia di Kisidor.   La storia ti è piaciuto?  Vuoi conoscere Kisidor e il suo mondo? Cosa stai aspettando? Vieni a trovarci su: https://www.facebook.com/lastoriadikisidor/!
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margiehasson · 6 years ago
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Matite per sopracciglia: quale comprare?
Come delineare le sopracciglia con la matita? Va bene anche una matita per gli occhi? Meglio una matita in legno classica o una automatica?
Le sopracciglia sono la cornice dei nostri occhi e della nostra espressione e la caratteristica principale di qualsiasi trucco, ecco perché dovremmo averle ben definite e truccate in ogni momento. Se tanti anni fa erano sempre dimenticate (e sottilissime, ricordi?!) quando ci truccavamo, negli ultimi anni la tendenza è quella di lasciarle folte e marcate, in modo che appaiano naturali ma allo stesso tempo definite e voluminosi.
Il modo più semplice per definire e truccare le sopracciglia è usare una matita per sopracciglia. La classica matita per gli occhi non va bene per vari motivi: sono troppo morbide, quindi non delineano bene i peletti creando un effetto troppo marcato e innaturale, inoltre spesso tendono a sbavare.
Quindi devi acquistare una matita per sopracciglia… facile a dirsi: quale scegliere? In commercio ne esistono ormai tantissime! Per ottenere delle sopracciglia perfette è importante scegliere la matita per gli sopracciglia più adatta a te.
Photo Credits: Pinterest Sissiworld
Che cosa è una matita per sopracciglia?
Come quella per occhi, la matita per sopracciglia è una matita colorata appositamente progettata per truccare e delineare la cornice del sopracciglio. Di solito è disponibile in tonalità marroni più o meno scure e, a seconda della marca e del modello, può includere altri elementi come un pennello o un temperamatite.
Sebbene al momento esista una grande varietà di trucchi per sopracciglia, la matita è uno degli strumenti più efficaci per delineare le sopracciglia, in quanto è molto facile da usare e fornisce risultati molto buoni.
A seconda del marchio, il pigmento della matita per sopracciglia può durare circa 8 ore, rendendolo un ottimo investimento per la cura e il mantenimento delle sopracciglia.
Tipi di matita per sopracciglia: quale comprare?
Le matite per sopracciglia si possono trovare in diversi tipi: matita per sopracciglia in legno e matita per sopracciglia automatiche. Tra queste ultime, troverai due grandi famiglie: quelle a punta sottile e quelle a punta squadrata angolare.
Tutte vengono utilizzate per definire e truccare le sopracciglia, ma hanno alcune differenze che possono essere più o meno facili da usare e cambiare la finitura che stiamo cercando.
Matita per sopracciglia in legno
La matita per sopracciglia in legno è il trucco più noto e facile da usare quando si delineano le sopracciglia. Di solito sono le più economiche e puoi trovarle in colori di base che sono simili a quelli dei tuoi capelli, quindi è abbastanza semplice trovare il colore giusto.
Sebbene sia la scelta perfetta per coloro che hanno poche sopracciglia e hanno bisogno di delineare e infoltire di più, se non viene utilizzata nel modo giusto, può creare linee molto marcate che non sono naturali, dando un aspetto troppo pesante alle sopracciglia..
Per evitare ciò, dovresti struccare bene le sopracciglia dopo averle usate e prestare molta attenzione al tuo tipo di pelle: se tende ad essere molto oleosa o, al contrario, molto secca, è probabile che la matita formi dei grumi.
Uno degli svantaggi della matita di legno è di doverla temperare, quindi in viaggio o in borsa non dimenticare il temperino!
Qualche idea di acquisto: Professional Eyebrow Pencil di Rimmel (7,91€ su amazon.it) è una matita per modellare e scolpire le sopracciglia con pettinino incorporato, Dior Sourcils Poudre (19,97€ da Douglas) è una matita che ha il finish di una polvere e il potere strutturante di una cera, la matita per sopracciglia Sephora Collection (8€ da Sephora) ha una texture  morbida che scivola sulla pelle per un’applicazione ultra facile.
Photo Credits: Pinterest Sissiworld
Matita per sopracciglia automatica
Attualmente, la matita per gli occhi automatica (cioè con punta retrattile) è diventata la scelta preferita di molte. Sebbene sia molto simile alla classica matita di legno, questo tipo di matita conferisce un tratto più naturale. I prezzi variano ampiamente in base alla marca, ma sono sempre leggermente più costose delle matite in legno.
Le matite per sopracciglia automatiche quasi sempre con un pennello per sopracciglia a un’estremità, che funziona molto bene come primo step per dare alle sopracciglia un aspetto ordinato. In quanto ai colori, le puoi trovare in toni universali, che si adattano perfettamente al colore dei tuoi capelli. Uno svantaggio che hanno questi tipi di matite è che possono diventare facilmente inutilizzabili quando la punta è rotta o la base della matita è danneggiata.
Photo Credits: Pinterest Sissiworld
Le matite automatiche con punta sottile sono così precise che puoi delineare anche i singoli peletti, anche sottili, con un effetto finale molto naturale.
Puoi provare BBB London Ultra Slim Brow Definer (19,95€ su lookfantastic.it) che ha una punta super sottile per un’applicazione precisa e naturale oppure Eye Brows Styler di MAC (16,80€ da Douglas) che ha una nuova formula resistente all’acqua e ora ha anche il pettinino, o ancora Maybelline New York Brow Precise Micro Pen (6,99€ su amazon.it) che ha una punta da 1.8 mm che permette una definizione delle sopracciglia in modo naturale.
Le matite automatiche con punta angolata sono facilissime da usare e consentono di creare peletti sottili, utilizzando la parte sottile della punta, e al tempo stesso di riempire zone più vuote, con la parte più larga della punta.
Puoi provare: Bobbi Brown Perfectly Defined Long-Wear (35,45€ su lookfantastic.it) è una matita per sopracciglia automatica a lunga tenuta con una punta inclinata per una definizione ultra precisa. Un classico di Benefit, Goof Proof Brow Pencil (29€ da Sephora)  che resiste fino a 12 ore, è facile da applicare e definisce e riempie all’istante. L’Oreal Brow Artist Xpert (10,36€ da Douglas) è una matita automatica per sopracciglia folte e definite, dal risultato naturale.
Bene, adesso che saprai di sicuro scegliere la tua matita per sopracciglia, non ci sono più scuse per averle disordinate!
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margiehasson · 6 years ago
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Matite per sopracciglia: quale comprare?
Come delineare le sopracciglia con la matita? Va bene anche una matita per gli occhi? Meglio una matita in legno classica o una automatica?
Le sopracciglia sono la cornice dei nostri occhi e della nostra espressione e la caratteristica principale di qualsiasi trucco, ecco perché dovremmo averle ben definite e truccate in ogni momento. Se tanti anni fa erano sempre dimenticate (e sottilissime, ricordi?!) quando ci truccavamo, negli ultimi anni la tendenza è quella di lasciarle folte e marcate, in modo che appaiano naturali ma allo stesso tempo definite e voluminosi.
Il modo più semplice per definire e truccare le sopracciglia è usare una matita per sopracciglia. La classica matita per gli occhi non va bene per vari motivi: sono troppo morbide, quindi non delineano bene i peletti creando un effetto troppo marcato e innaturale, inoltre spesso tendono a sbavare.
Quindi devi acquistare una matita per sopracciglia… facile a dirsi: quale scegliere? In commercio ne esistono ormai tantissime! Per ottenere delle sopracciglia perfette è importante scegliere la matita per gli sopracciglia più adatta a te.
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Che cosa è una matita per sopracciglia?
Come quella per occhi, la matita per sopracciglia è una matita colorata appositamente progettata per truccare e delineare la cornice del sopracciglio. Di solito è disponibile in tonalità marroni più o meno scure e, a seconda della marca e del modello, può includere altri elementi come un pennello o un temperamatite.
Sebbene al momento esista una grande varietà di trucchi per sopracciglia, la matita è uno degli strumenti più efficaci per delineare le sopracciglia, in quanto è molto facile da usare e fornisce risultati molto buoni.
A seconda del marchio, il pigmento della matita per sopracciglia può durare circa 8 ore, rendendolo un ottimo investimento per la cura e il mantenimento delle sopracciglia.
Tipi di matita per sopracciglia: quale comprare?
Le matite per sopracciglia si possono trovare in diversi tipi: matita per sopracciglia in legno e matita per sopracciglia automatiche. Tra queste ultime, troverai due grandi famiglie: quelle a punta sottile e quelle a punta squadrata angolare.
Tutte vengono utilizzate per definire e truccare le sopracciglia, ma hanno alcune differenze che possono essere più o meno facili da usare e cambiare la finitura che stiamo cercando.
Matita per sopracciglia in legno
La matita per sopracciglia in legno è il trucco più noto e facile da usare quando si delineano le sopracciglia. Di solito sono le più economiche e puoi trovarle in colori di base che sono simili a quelli dei tuoi capelli, quindi è abbastanza semplice trovare il colore giusto.
Sebbene sia la scelta perfetta per coloro che hanno poche sopracciglia e hanno bisogno di delineare e infoltire di più, se non viene utilizzata nel modo giusto, può creare linee molto marcate che non sono naturali, dando un aspetto troppo pesante alle sopracciglia..
Per evitare ciò, dovresti struccare bene le sopracciglia dopo averle usate e prestare molta attenzione al tuo tipo di pelle: se tende ad essere molto oleosa o, al contrario, molto secca, è probabile che la matita formi dei grumi.
Uno degli svantaggi della matita di legno è di doverla temperare, quindi in viaggio o in borsa non dimenticare il temperino!
Qualche idea di acquisto: Professional Eyebrow Pencil di Rimmel (7,91€ su amazon.it) è una matita per modellare e scolpire le sopracciglia con pettinino incorporato, Dior Sourcils Poudre (19,97€ da Douglas) è una matita che ha il finish di una polvere e il potere strutturante di una cera, la matita per sopracciglia Sephora Collection (8€ da Sephora) ha una texture  morbida che scivola sulla pelle per un’applicazione ultra facile.
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Matita per sopracciglia automatica
Attualmente, la matita per gli occhi automatica (cioè con punta retrattile) è diventata la scelta preferita di molte. Sebbene sia molto simile alla classica matita di legno, questo tipo di matita conferisce un tratto più naturale. I prezzi variano ampiamente in base alla marca, ma sono sempre leggermente più costose delle matite in legno.
Le matite per sopracciglia automatiche quasi sempre con un pennello per sopracciglia a un’estremità, che funziona molto bene come primo step per dare alle sopracciglia un aspetto ordinato. In quanto ai colori, le puoi trovare in toni universali, che si adattano perfettamente al colore dei tuoi capelli. Uno svantaggio che hanno questi tipi di matite è che possono diventare facilmente inutilizzabili quando la punta è rotta o la base della matita è danneggiata.
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Le matite automatiche con punta sottile sono così precise che puoi delineare anche i singoli peletti, anche sottili, con un effetto finale molto naturale.
Puoi provare BBB London Ultra Slim Brow Definer (19,95€ su lookfantastic.it) che ha una punta super sottile per un’applicazione precisa e naturale oppure Eye Brows Styler di MAC (16,80€ da Douglas) che ha una nuova formula resistente all’acqua e ora ha anche il pettinino, o ancora Maybelline New York Brow Precise Micro Pen (6,99€ su amazon.it) che ha una punta da 1.8 mm che permette una definizione delle sopracciglia in modo naturale.
Le matite automatiche con punta angolata sono facilissime da usare e consentono di creare peletti sottili, utilizzando la parte sottile della punta, e al tempo stesso di riempire zone più vuote, con la parte più larga della punta.
Puoi provare: Bobbi Brown Perfectly Defined Long-Wear (35,45€ su lookfantastic.it) è una matita per sopracciglia automatica a lunga tenuta con una punta inclinata per una definizione ultra precisa. Un classico di Benefit, Goof Proof Brow Pencil (29€ da Sephora)  che resiste fino a 12 ore, è facile da applicare e definisce e riempie all’istante. L’Oreal Brow Artist Xpert (10,36€ da Douglas) è una matita automatica per sopracciglia folte e definite, dal risultato naturale.
Bene, adesso che saprai di sicuro scegliere la tua matita per sopracciglia, non ci sono più scuse per averle disordinate!
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