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Ah-Un due tre stella
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Questo blog nasce per celebrare Rin, Sesshōmaru, Jaken e A-Un, l'allegra famigliola di "Inuyasha"
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ah-un-due-tre-stella · 2 days ago
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SOLO UN DONO: L'INCONTRO TRA RIN E SESSHŌMARU
Manga: capitoli 129-131 (volumi 7-8 della Wide Edition; volume 5 della VIZBIG Edition)
Anime: episodio 35 (09x02) min. 10:20-20:00
Dal manga sappiamo che l'intera sequenza che va dalla prima comparsa di Rin alla sua resurrezione si sviluppa nell'arco di diversi giorni. Tuttavia il tempo della storia è una cosa, il tempo del racconto un'altra. Per chi legge avviene tutto in una ventina di pagine. Per chi guarda l'anime sono dieci minuti. Ma quanto sono densi quei dieci minuti? Quanto sono pregne quelle pagine? In quel breve spazio vedi sgretolarsi cose che sembravano così certe nella loro indiscutibilità.
So che non ho neanche bisogno di presentarvi un contesto perché ne avrete ben vivide le immagini davanti a voi. Un demone con un braccio solo e una bambina muta.
Pensate. Sesshōmaru verosimilmente prima di quel preciso istante non sapeva neppure cosa fosse un sorriso. Un daiyōkai con la sua fiera reputazione di sicuro non è abituato a essere la causa (seppure involontaria) di una genuina manifestazione di gioia. Puoi decisamente sentire che qualcosa scricchiola dentro di lui. Decenni, secoli probabilmente, di abitudini mentali subiscono un contraccolpo. A quanto pare puoi affinare i tuoi sensi e affilare gli artigli fino a diventare realmente la perfezione nell'uccidere* ma resti lo stesso privo di difese davanti a un bambino che ti offre un affetto gratuito e incondizionato. Lusinghe, sfide, prove, sono un terreno conosciuto, un terreno su cui Sesshōmaru sa muoversi, ma ricevere qualcosa senza alcun merito da parte sua e senza un secondo fine dall'altra esula dalla sua comprensione. È spiazzante. Disarmante.
Eppure, diciamoci la verità, negli ultimi tempi il mondo di Sesshōmaru è stato messo sottosopra piuttosto spesso. Una bambina con un dente mancante e un occhio pesto che sorride in questo modo accecante come un raggio di sole che ti schiaffeggia in pieno volto non può essere un fatto così straordinario paragonato alla sonora, umiliante batosta ricevuta dal suo fratello mezzosangue (capitolo 129.) Un'umiliazione che gli brucia in seno ancor più perché è perfettamente consapevole che se è ancora vivo è solo perché il cuore generoso di Inuyasha gli ha impedito di ucciderlo.
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[Capitolo 131 =/= episodio 35]
Non c'è bisogno di dire che questa pietà riservatagli Sesshōmaru la disprezza con tutto se stesso: la pietà dopotutto rivela la debolezza tanto di chi la elargisce quanto di chi la riceve e giammai il nome di Sesshōmaru sarà trascinato così in basso da mescolarsi alla patetica turba dei deboli. Per un essere simile, un essere la cui dura, fredda corazza è stata forgiata dalla violenza, la vita non è un dono, vive solo chi merita di vivere.
Un aiuto? Un soccorso? Misericordia? Certamente no. Non per lui.
Nel mondo di Sesshōmaru, molto semplicemente, se commetti l'errore di sottovalutare il tuo avversario è la morte l'unico destino che ti attende, e quando poi sei vulnerabile, be'... sei finito, hai chiuso, quello che devi aspettarti è diventare la preda di qualche yōkai di terz'ordine senza onore pronto a farsi un nome sulla tua pelle, non l'oggetto delle cure di un cucciolo umano. Insomma l'animo orgoglioso di lui si trova a dibattersi in un frangente già di per sé molto, molto singolare.
Questo per quanto riguarda Sesshōmaru, ma... E Rin?
Assistere alla trasfigurazione del viso di questa bambina abusata e affamata che sorride qui, ora, per la prima volta dopo tanto tempo è qualcosa per cui non trovo un termine di paragone adeguato. È come accendere la luce e accorgerti solo allora di essere stato al buio. Quel sorriso ha il potere di scuoterti nell'intimo, ti investe con una forza tale che non è così immediato cogliere la profondità della desolazione che cela in sé. Eppure la triste verità è che quando Sesshōmaru si chiede "Cos'avrà da essere felice?" ha assolutamente ragione, tutto quello che ha fatto è stato solo chiederle come si fosse procurata i lividi che ha sul viso.
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[Capitolo 130]
Ovviamente noi sappiamo che per gli standard di Sesshōmaru anche una domanda così semplice è inaudita, inconcepibile (i grandi occhi gialli a palla di Jaken sarebbero caduti dalle loro orbite se fosse stato presente) ma Rin no, lei sa solo che c'è un misterioso essere tra i boschi così "gentile" da mostrarle un po' di umano interesse. Il minimo. Però anche quel minimo per lei significa tutto. Ed è chiaro che nulla su questa terra potrà impedire al tuo cuore di esultare perché, Dio, se Rin è felice sei felice anche tu, ma... Anche se guardando le cose dal suo punto di vista finiamo per convincerci del contrario è bene osservare che Sesshōmaru non è affatto gentile, è brusco con lei, nel manga in un'occasione rovescia addirittura a terra senza tanti complimenti il cibo che Rin gli porta con un gesto altero e regale, come un principe schizzinoso.
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[Capitolo 130]
Tuttavia il fatto è che questa bambina è chiaramente abituata a trattamenti ben peggiori per darsene pena. Sesshōmaru in altre parole è "gentile" solo perché non è crudele come gli uomini del villaggio, la cui crudeltà peraltro è figlia spregevole della miseria. È una realtà agghiacciante. La miseria non è una maestra di vita, la miseria, quella vera, genera solo mostri, la miseria è una catena di orrori, per cui uomini nella disperazione più totale regrediscono a un tale grado di abbrutimento da picchiare senza rimorso una piccola, esile creatura. Proprio qui sta il problema: subire abusi in modo reiterato è la porta d'ingresso spalancata su un abisso senza fondo, una spirale discendente in cui la violenza a poco a poco diventa la normalità e la capacità di riconoscerla come tale, di conseguenza, si affievolisce pericolosamente. È questa la condizione in cui vive Rin. Realizzare ciò apre gli occhi su quanto precaria sia tale condizione. No, anzi, non solo ti fa aprire gli occhi, te li fa proprio sbarrare dalla paura. Paura per lei. Per quello che le sarebbe potuto accadere se fosse capitata nelle mani di lupi suadenti persino più pericolosi di Sesshōmaru. Quanto può essere facile ingannare e manipolare una creatura disposta a dare così tanto per così poco? Rin sembra avere un sesto senso per ciò che è malvagio, è vero, ma quando arrivi a un punto per cui l'orrore ha ormai ingoiato tutte le tue lacrime e spento la tua voce è segno che stai già camminando su un filo di lana.
Com'è diverso il quadro adesso, non è vero? Viene legittimamente da chiedersi se la terribile luce che tale rivelazione getta su questo momento non ne offuschi la bellezza. Ma io direi di no. Prendere coscienza dell'orrore e dell'ingiustizia fa parte del viaggio che Rumiko Takahashi ha composto per noi e ora il nostro occhio è davvero in grado di misurare la REALE entità del miracolo avvenuto quel giorno nel cuore della foresta. La gentilezza di Rin, lei stessa peraltro una figlia della miseria, Sesshōmaru non la merita, è un dono, ma è proprio questo dono che inavvertitamente mette in moto qualcosa. Il miracolo allora non è uno, non è duplice, ma addirittura triplice. Primo: una bambina che non ha nulla, pur nella sua miseria, offre a un daiyōkai che non ha bisogno di niente e di nessuno più di quanto la sua piccola persona abbia (cibo, acqua, e un sorriso) e senza alcun dubbio infinitamente di più di quanto lui abbia mai chiesto. Secondo: l'animo dolce e innocente di lei, in un'epoca in cui possedere tali qualità può costare caro, le salverà la vita, in tutti i sensi possibili. E infine, terzo: ad essere smosso dall'innocenza di questa bambina è il cuore che più sembrava inamovibile.
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[Manga, capitolo 131; anime, episodio 35]
Non è straordinario tutto ciò?
* Tra i significati che vengono attribuiti al nome "Sesshōmaru" abbiamo proprio "perfezione che uccide" o "perfetto assassino", ma anche "distruzione della vita", stando alla pagina Wiki che però non riporta una fonte diretta.
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Fonte:
Altre informazioni sull'origine del nome si trovano nella scheda di Sesshōmaru del sito Rumic World.
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Fonte:
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ah-un-due-tre-stella · 11 days ago
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È curioso notare che tra i pochi pezzi di abbigliamento e armamentario di Sesshōmaru per cui l'anime ha scelto di mantenere i colori originali del manga abbiamo Bakusaiga e in parte Tōkijin.
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[Manga, capitolo 400 - Anime, episodio 80 (02x04)]
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[Manga, capitolo 549 - Anime, episodio 185 (18x07)]
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ah-un-due-tre-stella · 25 days ago
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I TOTALLY agree. And all this is so beautiful and touching I could burst. They mean the world to me 💜🧡
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*awakens from her 50 year slumber to draw Sesshomaru’s first (adopted) daughter*
I mainly watch Inuyasha for Sessho-tachi. I cry every time this fluffy assassin shows a softer side. Also, Rin is an absolutely precious biscuit. So yes, here, have some daddy-daughter moments (that let’s be real, none of these doodles would ever be canon, BUT I NEEDED TO GET THE FLUFF OUTTA MY SYSTEM).
reblog, do not repost ||
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ah-un-due-tre-stella · 1 month ago
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Confesso che mi è difficile pubblicare questo post perché mentre ci lavoravo è venuto a mancare mio padre e riprenderne le redini in mano è stato come pungersi con le spine di un cespuglio di rose. Per un paio di minuti ho persino contemplato l'idea di eliminarlo, ma non mi piace farmi bloccare da questo genere di meccanismi mentali per cui eccoci qui.
Ci tengo in primo luogo a specificare che il personaggio di Kagura (la quale, come potrete intuire dalle immagini di presentazione, sarà co-protagonista del post) non appartiene allo spazio di questa pagina per una semplice ragione economica, perché infilare una quinta figura qui dentro rischierebbe di far perdere di vista la rotta della pagina stessa, senza contare poi il lavoro in più che ciò implicherebbe, ma sia chiaro che per me tanto lei quanto Kohaku sono "parte della famiglia", diciamo pure "membri onorari", perché un pezzo significativo di strada con la Sessgang lo hanno condiviso, nel bene e nel male, di conseguenza non è escluso che qualche volta possano anche saltare fuori nei miei post.
Dunque. Qui, oggi, mi andava di raccontare un po' cosa c'entra Kagura con Sesshōmaru.
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Fotogramma dalla opening 6, Angelus, di Hitomi Shimatani
È importante? Non è importante? Quanto è importante? Kagura ama Sesshōmaru? Sesshōmaru ama Kagura? Domande, domande, domande.
Lasciando fuori la mia idea post-canon per cui Kagura anni dopo la conclusione dei fatti di Inuyasha acquisisce un nuovo corpo e ha una relazione tira-e-molla con Sesshōmaru che porta entrambi a dover rinegoziare i termini della loro indipendenza in un processo decisamente NON indolore che li porta spesso a cozzare violentemente l'uno contro l'altra come due lame in un duello, ecco, tolto ciò, vediamo invece di capire con cosa abbiamo a che fare quando camminiamo entro l'area di ciò che è canon.
Partiamo subito con uno spoiler: sì, Kagura è un tassello importante per il personaggio di Sesshōmaru. Non perché condividano una grande storia d'amore o che so io, ma questo non vuole dire un bel niente. L'amore romantico non è l'unica forza al mondo in grado di smuovere le persone, quindi ribadisco: sì, Kagura è importante. Troverete migliaia di persone, alcune in buona fede altre molto meno, che vi diranno il contrario ma il manga e l'anime sono esplicitamente chiari su questo punto.
Manga, capitolo 409. Anime, episodio 170 (03x07). Una persona chiave, Tōtōsai, che arriva come suo solito non annunciato rispondendo al richiamo di una inquieta Tenseiga. Cosa ci fa il vecchio fabbro lì? Cosa è accaduto?
È una faccenda strana e complicata. Faccenda strana e complicata che porta Tōtōsai ad affermare queste esatte parole: "A quanto pare nel tuo cuore è nato ciò che un tempo mancava", ossia "aver imparato a provare rabbia e tristezza per qualcun altro".
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Questo "qualcun altro" di cui si parla chi sarà mai? Kagura. No, veramente? Kagura? Sì, Kagura, Kagura.
Detto per inciso: se guardando l'anime questo pezzo l'avete mezzo dimenticato, be', confesso che non mi sento di biasimarvi, l'episodio è piuttosto mal bilanciato per cui tenderete più a ricordarlo come "quella volta che Shippō ha dovuto superare degli esami di magia" che non per altro.
E invece c'è dell'altro, accidenti, eccome se c'è. Perché l'ultima volta che Sesshōmaru ha subito un mutamento di questa portata, un mutamento DAVVERO significativo, di tipo radicale, è stato per la precisione 279 capitoli fa (135 episodi fa), quando il suo cuore è stato toccato per la prima volta. Un moto dell'animo nuovo e vago, ancora informe, sufficiente però a far sì che il suo spirito fosse allineato con Tenseiga e i suoi occhi atti finalmente a cogliere l'invisibile linea che separa il piano dei vivi da quello dei morti.
E allora? Com'è la storia? Non era già cambiato Sesshōmaru? Sì e no. Il fatto è che il cambiamento è divenire, non essere, è un processo, non un punto d'arrivo. E quasi mai è dettato da un unico fattore o un'unica persona.
Rin dà il là. È l'innesco. Su questo non vi è alcun dubbio possibile. Rin è e resta fondamentale, ma non è tutto. Se tutto si riducesse a Rin sola in realtà il rapporto tra lei e Sesshōmaru forse non sarebbe neanche questo qualcosa di così bello e commovente. Le cose che si possono ricondurre a uno schema semplice, vi dico la verità, non mi sono molto simpatiche.
Invece il fatto che il percorso di Sesshōmaru sia il risultato di una trama fitta e intricata e complessa, in cui più elementi si scontrano e si incontrano, in cui Rin gioca un ruolo che è centrale pur restando al contempo una figura "defilata", "periferica", è esattamente ciò che fa di lui un personaggio così ricco, vivido, mai noioso. Ed è proprio grazie a questa struttura complessa in cui va a inserirsi che il suo legame con la bambina ci appare così autentico, reale. Senza questa struttura Rin e Sesshōmaru sarebbero semplicemente una cosuccia carina sì ma del tutto priva di profondità, di tridimensionalità.
E Kagura? Quando e come entra in gioco?
Sostanzialmente Kagura è come una falena che non può fare a meno di lasciarsi attrarre da una fonte di luce, per quanto artificiale. Anche a costo di sbatterci contro. Con Sesshōmaru per lei va così. Inizia col cercarlo per il proprio tornaconto per poi ritrovarsi probabilmente a realizzare che lui è l'unica persona disposta a tollerarla e che viceversa Sesshōmaru è una delle poche persone che a lei non dispiacciano. Insomma, a un certo punto si trovano ad essere dei mezzi alleati che hanno concordato tacitamente un patto reciproco di non aggressione. Sesshōmaru ottiene in questo modo informazioni preziose. Kagura ottiene... Eh già, cosa ottiene Kagura? Un bel niente. O be', proprio niente non direi, perché conquistarsi il privilegio di poter dire in faccia a Sesshōmaru cosa pensi di lui senza subire ritorsioni è più di quanto sia riuscito a molti. Sono pur sempre soddisfazioni, no?, e Kagura è una ragazza che sa divertirsi con poco.
I problemi sorgono quando Kagura inizia a provare qualcosa di più. Chi glielo fa fare a ronzare intorno a Sesshōmaru quando lui non le mostra alcun interesse, di tipo romantico e/o sessuale meno che mai? Ti fai solo spezzare il cuore così. Eh... È triste a dirsi ma è che un mezzo alleato è comunque meglio di nessun alleato. È che la falena continuerà sempre ad essere attratta dalla luce. È che (permettetemi di essere un pochino smielata) forse quando non hai un cuore non puoi fare a meno di cercare il posto in cui il tuo cuore vorrebbe stare. Quando non sei integro, quando sei prigioniero, cerchi un modello di integrità e libertà a cui guardare.
Non che Sesshōmaru da parte sua sia davvero libero, l'abbiamo già sottolineato in passato, ma la gabbia di Sesshōmaru è di un tipo molto diverso, è una gabbia mentale forgiata dalla sua stessa testardaggine, dal suo stesso orgoglio.
Ma allora come fa un tizio così superbo e regale a tollerare una tizia dai modi così rozzi? Riceve informazioni gratis, okay, ma a ben vedere la pazienza che richiede la gestione delle trattative con Kagura è già un costo in sé per un essere così poco incline a concedere il proprio tempo ad altri. Tanto per dire, la pazienza che ha con lei non la riserva ad esempio a Tōtōsai che ha anche lui il fastidioso vizio di trattare il daiyōkai con troppa famigliarità. È vero però che Kagura, a differenza di Tōtōsai, non ha il potere di toccare corde che tocchino Sesshōmaru davvero nel vivo. Non finché lei è in vita perlomeno.
Le cose cambiano completamente DOPO. Nello specifico nei capitoli 406-407 del manga (=/= episodio 169 dell'anime). Vale a dire quando Sesshōmaru, che fino a un secondo prima non era riuscito a fare un graffio al suo avversario, Mōryōmaru, lo manda a gambe all'aria dopo che quest'ultimo ha avuto l'ardire di insultare la memoria di Kagura con parole vili.
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Quando Sesshōmaru sacrifica la sua stessa spada Tōkijin in presenza di Jaken e della Inugang che restano a contemplare la scena attoniti.
Ora. Capiamoci bene. Non è che Sesshōmaru non agisca mai d'impulso e per rabbia. Nei suoi scontri passati con Inuyasha è avvenuto spesso che perdesse la sua proverbiale tempra, accecato dal rancore e dall'invidia. Ma il carattere di eccezionalità qui è dato neanche tanto dall'entità della sua furia quanto dalle motivazioni che vi stanno dietro. Dal fatto che questa volta Sesshōmaru non è mosso dal proprio egoismo, tutto il contrario, è mosso da quella che potremmo chiamare a buon diritto "ira divina". È l'ira dei giusti. Di chi odia la viltà. Sesshōmaru che normalmente è un osservatore silenzioso, un giudice che tiene il proprio verdetto per sé, si erge in questo capitolo come un giudice implacabile. Un giustiziere forse più ancora che un giudice, ma nella lingua di Sesshōmaru probabilmente non c'è differenza tra i due termini. Se c'è da far giustizia è la spada a decidere.
Però c'è qualcosa che non va, è incontestabile. Perché questo a ben vedere è il ruolo di Inuyasha, non di Sesshōmaru. Vendicare le offese recate ad altri è un modo di operare totalmente non da Sesshōmaru.
C'è stato un tempo, è vero, in cui anche a Inuyasha come a suo fratello non piaceva immischiarsi nelle faccende altrui, ma le sue ragioni erano molto diverse. Inuyasha, prima di Kagome, pensava che non fosse possibile cambiare il mondo, che fosse uno sforzo inutile cercare di adoperarsi per il prossimo e che quindi tanto valesse voltarsi dall'altra parte.
Sesshōmaru è un'altra storia: a lui NON INTERESSA cambiare il mondo.
Anche quando compie una buona azione questa ha sempre un retrogusto ambiguo. A volte è realmente difficile capire quanto ci sia di genuinamente buono nelle sue "buone azioni" e quanto sia da imputare a circostanze fortuite. È questo il caso ad esempio della prima volta che salva la vita di Kagome dalle grinfie di Mukotsu che stava per commettere violenza su di lei nel capitolo 239 = episodio 104 (mentre molto diversa sarà la seconda volta, quando proteggerà la giovane miko, priva di sensi, dagli attacchi nemici all'interno dell'immenso corpo di Naraku nel capitolo 535 = episodio 189).
Sesshōmaru, non dimentichiamolo, è colui che (nel manga) mentre è accovacciato a terra con una Rin strappata alla morte tra le braccia medita su come Tenseiga potrebbe servirlo nella sua vendetta contro Inuyasha.
Quest'uomo, più che un enigma, certe volte è una contraddizione incarnata. Ed è sorprendente come gli basti indossare quella sua maschera di fredda dignità per farti credere che non ci sia niente di strano nel suo modo di agire, che ogni sua azione sia perfettamente coerente, scrupolosamente calcolata, prevista, logica.
NULLA DI PIÙ LONTANO DALLA REALTÀ. La verità è che le convinzioni di Sesshōmaru sono sempre più incerte, e sebbene per larga parte della storia ha potuto rimandare il confronto con questa verità, a partire dal capitolo 406 le crepe iniziano a diventare visibili. Gli avversari sempre più ostici che incontrerà lungo il suo cammino sono in qualche modo simbolici, a mio modo di vedere, di questa sua crisi. Sesshōmaru d'un tratto scopriamo che può essere ammaccato, che anche lui ha dei nervi scoperti, che anche lui è fatto di carne e sangue. Non è un caso se Magatsuhi lo definirà più di una volta "debole" (capitoli 513 e 517 = episodio 184). Quando il tuo animo è diviso, quando non sai più decidere chi sei... Sei esposto, sei vulnerabile. Debole.
E Sesshōmaru che nega di nutrire il ben che minimo sentimento di compassione per Kagura in faccia a Mōryōmaru (capitolo 407; nessuna corrispondenza nell'episodio 169) è debole. Perché non è credibile. Perché le sue azioni lo contraddicono. Può affermare quanto vuole che non gli importa, il suo sconvolgimento interiore lo sbugiarda in modo plateale.
No, va bene, ho appena detto una colossale stupidaggine. Perché ovviamente col cavolo che lo stiamo scoprendo ora che Sesshōmaru ha i suoi punti deboli. Lo so io e lo sapete voi che Rin che lo accompagna ne è letteralmente la prova vivente! E però il fatto è questo: fin qui a Sesshōmaru è stato possibile mantenere intatta l'illusione di fronte a se stesso e ai suoi nemici di avere un certo controllo su questa situazione anomala. L'avrete notato, immagino, il sangue freddo che esibisce magnificamente ogni volta che Rin viene rapita. Così, per quanto inspiegabile, a occhi esterni Rin può rimanere un'innocua stranezza, un capriccio. D'altronde solo creature che abbiano una sottile comprensione dell'animo umano (come Naraku) potrebbero mai capire cosa realmente significa la bambina per Sesshōmaru e per sua fortuna pochi yōkai in giro rispondono a questo pericoloso profilo.
Farsi avanti pubblicamente in nome di Kagura invece, perdere la compostezza, lasciarsi dominare dalla rabbia (parola che non a caso dà il titolo al capitolo 406), sacrificare Tōkijin... Be', questo è qualcosa. Questo non può passare inosservato.
Perché mai Sesshōmaru dovrebbe esporsi così? Perché non riesce a farne a meno?
Guardiamo in faccia i fatti. Lui non ha alcun debito verso Kagura. Non è stato lui a chiederle di agire come sua spia dopotutto. Non era neppure suo dovere salvarla da Naraku, perché non è così che funziona tra gli yōkai. Scrupoli di coscienza dell'ultimo minuto? Forse, ma in ogni caso... Sesshōmaru non si lascerebbe tormentare così dal rimorso per chiunque. L'anime in questo senso un po' ti fa credere il contrario con la coppia di episodi filler 133-134 in cui l'immagine di Sara Asano nella sua fine è quasi perfettamente sovrapponibile a quella di Kagura morente cosicché l'ovvio risultato è che in questo modo la scena dell'episodio 169 è non dico vuota, ma perlomeno ridondante. Ti lascia addosso come un effetto di déjà vu, non dà nulla di davvero nuovo. In breve: è depotenziata, depauperata. Ed ecco allora che cogliere la centralità del momento per lo sviluppo di Sesshōmaru diventa effettivamente poco immediato.
Non mi spingerò fino a dire come ha detto qualcuno qui su Tumblr che se ci pensi "I knew it was you" è praticamente a un passo dall'ammettere "I knew you were the one", perché anche se personalmente abbraccio al 100% questa teoria abbiamo detto che l'obiettivo qui era restare con i piedi ancorati a terra seguendo il canone e dunque così sia. E alla fine per quanto a una parte di me dispiaccia davvero che non sia stata esplorata la succosissima possibilità di una relazione più stretta tra Sesshōmaru e Kagura la verità è che forse preferisco che le cose siano rimaste così, senza grandi fanfare, solo con questo qualcosa di non definibile che sembra niente e invece è più che abbastanza, è tutto.
Sesshōmaru (non molto diversamente da Naraku tra l'altro) ha sempre creduto che avere un cuore è ciò che rende deboli gli individui. Ma è semplicemente falso. La debolezza sta nel non essere in grado di accettare di avere un cuore. Come Kagura insegna, sapere dov'è che risiede il proprio cuore, riconoscerlo, possederlo, sentirlo battere nel petto... è la sola cosa che possa darci un senso, un significato, una direzione, uno scopo. Essere liberi significa essere integri. Non c'è libertà senza integrità e non c'è integrità senza libertà. Sesshōmaru con quel "Sapevo che eri tu" da un lato permette a se stesso di avere un cuore e dall'altro riconosce l'integrità di Kagura come individuo libero e indipendente. Riuscite a vedere la bellezza della cosa? È come se... Come se in quel momento entrambi avessero il cuore al posto giusto.
Non a caso è in quell'occasione che Sesshōmaru posa per la prima volta la mano sull'elsa di Tenseiga guidato esclusivamente dalla compassione. È quella la prima volta che lo vediamo pienamente consapevole, maturo, ma anche vulnerabile. Al suo primo tentativo, con Rin, sappiamo che almeno in parte c'era la curiosità di mettere alla prova Tenseiga (benché in un certo senso anche Tenseiga dal suo canto lo stava mettendo alla prova).
Non basta ancora però.
Perché poi giunge l'ora in cui Sesshōmaru deve fare i conti con ciò che è accaduto durante la morte di Kagura, con ciò che è scaturito dal suo cuore in quella circostanza. In questo senso i capitoli 374 e 406 si possono definire gemelli o complementari.
Nel 406, se mai ci fossero stati dubbi, quanto mai diviene chiaro che Kagura agli occhi di Sesshōmaru non è una figura penosa e patetica, no, è un'anima nobile, fiera, che in quanto tale merita rispetto. Non avrebbe levato la sua spada per lei altrimenti (davanti a Inuyasha per di più, questo non è un dettaglio da prendere alla leggera). E poi c'è la spada, Tōkijin, eh già, da cui è singolare che Sesshōmaru si separi proprio in questa circostanza, perché se ricordate è Tōkijin che in un certo senso ha fatto incontrare lui e Kagura. C'è come una chiusura di un cerchio in questo.
Oh be' insomma, si è capito, se mi date carta bianca io qui posso continuare a trovare simbologie e collegamenti finché volete.
L'unico vero rimpianto che ho è che nessuno alla fine l'abbia ricordata Kagura. Sesshōmaru aveva giurato che la parola finale sul sacrificio di lei sarebbe spettata a lui (capitolo 410 = episodio 170).
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Inuyasha aveva dato a intendere che avrebbe fatto sua la battaglia di Kagura. E tuttavia ahimè l'ultima volta che sentiamo soffiare il vento di Kagura, il vento della ribellione, è al risveglio della coscienza di Kanna (capitolo 475 = episodio 178). Sarebbe stato bello poter percepire quella presenza invisibile ancora un'ultimissima volta durante la battaglia finale contro Naraku.
Bonus per noi delusional girls di sesskagu:
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ah-un-due-tre-stella · 2 months ago
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Comunque dai, non sarà perfettissimo, ma più lo riguardo più mi piace.
We all know that canonically Sesshōmaru has only one true wife, right?
(I am far from happy with the result but... for my birthday I truly wanted to make something to express all my love for Jaken, yeah, you, my little weird gremlin, you stole my heart from the very first moment.)
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ah-un-due-tre-stella · 2 months ago
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Mi chiedo se il tono dei post non sia forse troppo barboso-barra-pretenzioso per Tumblr dove l'atmosfera è meravigliosamente scialla, ma okay, facciamo finta di nulla, tanto per ora non mi legge nessuno e questo spazio mi serve come base d'appoggio leggasi scialuppa di salvataggio in caso di problemi su Facebook.
Mi è anche venuto un altro dubbio: sono troppo ripetitiva nei post? Mmmh.
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ah-un-due-tre-stella · 2 months ago
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Una nota prima del post vero e proprio: non mi dilungherò qui sul monologo di Sesshōmaru presente esclusivamente nell'anime perché ho il presentimento che finirebbe per prendersi tutto lo spazio e in più ne sto ancora analizzando/confrontando le traduzioni di cui sono in possesso, pertanto gli dedicherò un post a parte in futuro.
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IL DEBUTTO DI SESSHŌMARU (SECONDA PARTE): LA PRIGIONE DEL DESIDERIO
L'esordio di Sesshōmaru è segnato da una miriade di variazioni più o meno significative nel passaggio dal manga all'anime, di ciò in parte ne abbiamo già preso atto e in ogni caso difficilmente sarà sfuggito ad anche un solo lettore/spettatore, ma forse provare a tracciare le differenze principali può darci una mappa da seguire per guardare le cose da una prospettiva più ampia.
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L'anime introduce Sesshōmaru nell'episodio 5 privilegiando una posa contemplativa. La luna, la foschia della notte, il silenzio, questi elementi diventano da subito parte integrante del personaggio conferendogli una sorta di aura mistica. È solo dopo il suo monologo su una misteriosa Zanna dai poteri straordinari che vediamo Sesshōmaru per quello che è, un superpredatore.
Il manga di Takahashi invece col capitolo 12 non solo fa esattamente l'opposto nel darci prima la creatura da incubo e poi la sua maschera umana, ma la maschera che ci presenta è quella di un ragazzino annoiato, un malvagio cherubino non molto dissimile da Yura dei capelli.
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[Friendly reminder che questo blog è 100% baby-faced Sesshōmaru stan account]
L'aspetto intrigante è che in realtà questi elementi non sono davvero in contraddizione. O meglio, il punto è che Sesshōmaru esiste all'interno di questa contraddizione. Sesshōmaru è azione e inazione allo stesso tempo. È un fanciullo capriccioso che vuole il suo giocattolo (Tessaiga) ma anche una creatura antica profondamente malinconica. Sesshōmaru è superbo, altezzoso, eppure insoddisfatto di sé. Il suo senso di superiorità è pari al suo complesso di inferiorità. La sua ricerca è un continuo girare in tondo. Sesshōmaru è intrappolato, incastrato. La stessa sete di potere che lo spinge avanti in realtà lo tiene fermo (prigioniero) al punto di partenza. Si staglia maestoso contro l'orizzonte come una fortezza impenetrabile ad ammirarlo da lontano, ma più lo si guarda da vicino più ci si accorge di quanto riesca ad essere piccolo, patetico. Lo diciamo? Un autentico sfigato. Molti fan non colgono questo aspetto di lui oppure odiano doverlo riconoscere ma, in un modo che probabilmente è del tutto bizzarro, per me è proprio questo che rende il suo personaggio così unico. Se Sesshōmaru fosse solo un gran figo che fa cose fighe sarebbe piuttosto noioso. No, è quando fallisce, quando è a terra, quando prende cantonate, è nel momento dell'umiliazione, nel realizzare la sua inettitudine che risplende come non mai. Sì, temo proprio di avere dei gusti stranissimi. Però, pensiamoci, il punto è: grandezza, perfezione (e badate che quando uso tali termini in relazione a Sesshōmaru non li intendo ovviamente in senso virtuoso) cos'hanno poi di tanto speciale? Che merito c'è nell'essere perfetti, nel non cadere mai, nel non conoscere dubbio e miseria? Sesshōmaru vive nell'illusione di essere al di sopra di tutto questo ma ora sta per scoprire che non è così, o perlomeno che le cose non sono affatto così semplici come ha sempre creduto.
In altre parole, possiamo concludere, è come se il manga e l'anime scegliessero di montare il puzzle che è Sesshōmaru a partire da tessere differenti, anticipando determinati aspetti o posticipandone altri, ma il risultato finale sostanzialmente resta lo stesso.
P.S. Voglio precisare, se non fosse chiaro, che sì mi piace fare a pezzi e bullizzare Sesshōmaru, perché be' se lo merita, ma lo faccio sempre con amore, giuro.
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ah-un-due-tre-stella · 2 months ago
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Non so su che pianeta sono vissuta finora per essere rimasta del tutto all'oscuro del fatto che Sesshōmaru avesse una sua character song. Ebbene sì, oltre a due temi musicali da brividi (Yōen e Yōkei Sesshōmaru) composti da Kaoru Wada, oltre alla per sempre immortale ending numero 2 Fukai Mori di Do as Infinity, abbiamo Gou, letteralmente "karma", "fato". Com'è appropriato, eh?
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[Fotogramma di Sesshōmaru dalla seconda ending di Inuyasha, Fukai Mori di Do as Infinity, inserito qui per nessuna particolare ragione a parte rimirare questa splendida principessa Disney.]
E le sorprese non finiscono qui perché quello che non ho ancora detto è che a interpretare il brano è Sesshōmaru stesso, vale a dire Ken Narita, la sua voce originale. A impreziosire il tutto c'è poi la presenza in sottofondo di Yūichi Nagashima (Jaken) e Mamiko Noto (Rin.)
Personalmente, vi dirò, continuo a preferire Fukai Mori, per come risplende di luce e speranza con una grazia senza sforzo e senza però scegliere la strada facile come Gou che sembra più qualcosa di "preconfezionato". Credo si possa dire che Fukai Mori è poesia, Gou la sua parafrasi. Non che ciò comunque possa farmi desistere dall'ascoltarla altre cinquanta volte, beninteso.
P.S. Qui trovate il testo originale e la traduzione inglese di Gou e qui testo e traduzione di Fukai Mori se per qualche assurdo caso ancora non gli aveste dato un'occhiata.
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ah-un-due-tre-stella · 3 months ago
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Loro due sono la Bellezza (con la b maiuscola, esattamente) nella sua forma più pura e perfetta.
In my humble opinion what makes Sesshōmaru so hot has less to do with his pretty face than with him being a reluctant, conflicted yet protective mama bear.
I kept the audio in two small scenes but it's in Italian bc I didn't have access to the eng dub as I did this. (And because ita dub still is my fav.)
(Though I'm pretty sure you all know every line by heart just like me.)
Side note: I miswrote one verse: it's "I would rather feel alive", not "I would rather feel the life" (is that even English in the first place?)
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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Altra roba sparsa a caso.
Un paio di fotogrammi...
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[Dall'episodio 170 (03x07) =/= capitolo 409 del manga.]
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[Dal 10° ending di Inuyasha, Diamond di Alan.]
... e alcuni dei miei edit preferiti visti in giro:
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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IL DEBUTTO DI SESSHŌMARU (PRIMA PARTE): TESTE E MASCHERE
Considerato che Inuyasha come anime ha colpito profondamente la mia immaginazione proprio dal punto di vista visivo, con le sue scelte estetiche cupe e la presenza di elementi orrifici e sanguinosi (soprattutto nella prima stagione), è stata una sorpresa scoprire che in realtà rispetto al manga la Sunrise ha epurato non pochi dettagli. Dettagli che come in questo caso ad esempio non sono affatto casuali né rispondono a una mera logica della violenza gratuita e perciò tanto più incisivi.
Siamo al capitolo 12 [=/= episodio 05(x01)] ossia il debutto di Sesshōmaru.
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[Per la versione in italiano vai alla fine del post.]
La scena è costruita curiosamente intorno a tre teste: quella del cinghiale che il comandante dell'esercito stacca dal resto del corpo dell'animale a mani nude in uno sfoggio di forza bruta che galvanizza i suoi uomini, quella "virtuale" del nemico di cui i soldati già pregustano la sconfitta, e infine... quella del comandante stesso.
Sfilata via come una pallina di carne da uno spiedino in un battito di ciglia, e questo per opera della forza esercitata da una singola mano dall'apparenza delicata. La mano di un essere misterioso sbucato dalle pieghe stesse della notte e il cui viso rimane al buio, un viso fatto della materia di cui sono fatti gli incubi. Quando poi i suoi lineamenti ci verranno rivelati nella pagina successiva sarà strano osservare d'improvviso su questa creatura le fattezze di un angelico fanciullo, praticamente un putto degno di un dipinto di Raffaello. Un contrasto sorprendente. Ma porre fianco a fianco questa esile figura e il corpo massiccio dell'uomo decapitato è una vista ancor più sorprendente.
L'anime suona una musica un po' diversa.
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Da una parte rompe il parallelismo delle tre teste nella sua cruda immediatezza lasciando ciascuna attaccata al rispettivo collo, dall'altra capovolge quella che nel manga è la "trasformazione dal mostro al fanciullo umanoide" dandoci invece un assaggio dell'aspetto inumano dopo che abbiamo già familiarizzato con la maschera umana (che a differenza del manga inoltre è quella di un giovane uomo più che di un ragazzino.)
L'inganno in ogni caso è la cifra distintiva degli yōkai. Alcuni se ne servono come di un'arma, per altri è semplicemente un abito. Sesshōmaru naturalmente rientra in questa seconda categoria.
Benché non di rado accada che gli esseri umani che hanno la sfortuna di incrociare il suo cammino si lascino ingannare dal suo aspetto e non si rendano conto del pericolo mortale se non quando è già troppo tardi, Sesshōmaru di fatto non ha bisogno di ricorrere a questi trucchi, né ama particolarmente intrappolare e torturare la propria preda giocando al gatto col topo. Rapidità, precisione, efficienza. Lo stile di Sesshōmaru è improntato al principio del minimo sforzo (tranne quando si tratta di Inuyasha, ma questo è un argomento per un altro post) e tale principio, adattandosi perfettamente alla sua natura aristocratica, si applica così a ogni aspetto: di parole Sesshōmaru ne usa pochissime; anche se nulla sfugge al suo occhio il suo occhio è però estremamente selettivo, la sua attenzione difficilmente viene catturata da qualcuno o qualcosa; un dispendio di energie che non risulti utile a raggiungere il suo scopo in tempi brevi o a dargli soddisfazione non viene minimamente preso in considerazione; può volare ma la maggior parte del tempo si sposta a piedi; tutto ciò che intralcia il suo cammino è una vista offensiva che va rimossa ed è indicativo in tal senso che la sua primissima battuta nel manga sia proprio "Fuori dai piedi".
Come chiosa Jaken nell'anime: "Dove passa il mio giovane signore l'equilibrio delle forze in campo cambia all'improvviso!".
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[Versione in italiano dei pannelli del manga.]
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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Se solo Facebook fosse il tipo di social intelligente che ti permette di filtrare i contenuti in modo intuitivo ed efficace
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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Jaken, il mostriciattolo strisciante che eri all'inizio del manga ohhhhh 💚
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[Il debutto di Jaken nel manga, capitolo 12 =/= episodio 05(x01).]
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[Versione in italiano.]
[Notare che la traduzione inglese ufficiale è diversa da quella italiana e anche da quella inglese fanmade. Mentre nella prima Jaken dice "Alla larga, ragazzi", nelle altre due è "Con permesso".]
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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[Fotogrammi dall'episodio 35 (09x02); nessuna corrispondenza nel manga.]
L'idea di porre Jaken davanti a una crisi è deliziosa e intelligente.
Jaken sa bene che il suo signore non ha riguardi per nessuno, così non si aspetta nulla in cambio dopo pur tanti anni di fedele servizio, a lui basta poter ammirare anche dal basso della sua minuta, patetica figura l'oscura bellezza del daiyōkai ed essere testimone del suo immenso potere. Il semplice fatto che Sesshōmaru gli consenta di seguirlo come suo vassallo in effetti è per Jaken il più alto degli onori.
Sesshōmaru vive per il sangue che scorre in battaglia, per il desiderio di percorrere la strada della grandezza. Le vittime che si lascia dietro lungo il suo cammino sono semplici effetti collaterali, neppure degni della sua attenzione. Jaken sa perfettamente come stanno le cose. È per questo che quando si trova sul punto di rimetterci la pelle durante gli scontri in cui resta coinvolto a causa dello stile di vita del suo padrone, pur lamentandosi nel segreto della sua coscienza di questa dura condizione, la accetta senza troppi rimpianti. In fondo la vita di un kappa in un mondo così sanguinoso vale poco. Sesshōmaru quantomeno gli dà uno scopo. Gli dà l'illusione di essere parte di qualcosa di più grande.
Tuttavia a un certo punto questa illusione gli viene crudelmente sottratta. Nell'episodio 34 ( = capitolo 126) Sesshōmaru dà a Jaken una dimostrazione di come funziona Tenseiga, la spada lasciatagli da suo padre, la "spada che non taglia". Jaken vede con i suoi occhi la spada fendere il suo corpo e cade a terra sotto il peso del colpo, eppure, al comando di Sesshōmaru di rialzarsi, realizza di essere ancora vivo e per giunta perfettamente illeso. Qui l'anime sceglie di prendere una piega differente rispetto al manga. Mentre infatti il Jaken di Takahashi non sembra darsi troppo pensiero del recente "incidente" capitatogli, il Jaken della Sunrise si troverà a rimuginare a fondo sul senso dell'accaduto, al punto da cedere quasi alla disperazione tormentato da un singolo tremendo dubbio: Sesshōmaru, nel colpirlo con Tenseiga, era davvero certo che nulla sarebbe accaduto al suo devoto Jaken o forse aveva colto l'occasione per provare sul povero malcapitato i reali effetti della spada? Morire in battaglia in nome del suo padrone è una fine accettabile, onorevole persino, ma essere considerato niente di più che una cavia... Be' per il nostro kappa suona molto come un tradimento.
Jaken con le sue dita che sfogliano i petali di un fiore mentre recita a voce alta "Era solo una prova... No, non lo era... Era solo una prova..." fa sorridere, no anzi fa proprio schiantare dal ridere e il suo conflitto interiore in fin dei conti ha vita breve (com'è ovvio), ma per quanto sia un personaggio comico è impossibile non sentirsi improvvisamente partecipi della sua piccola, personale tragedia. Cosa deve provare, attanagliato da quest'orribile sospetto? Forse per un momento, lì, solo, in piedi sul dorso di A-Un avrà pensato di mandare tutto al diavolo?
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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[Fotogramma dall'episodio 75 (23x03); nessuna corrispondenza nel manga.]
Se fossi costretta a dover scegliere un singolo fotogramma di Inuyasha da salvare e tenere per sempre con me sarebbe questo.
Mi basta guardarlo ed ecco... Sono in pace col mondo.
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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[Fotogrammi tratti dagli episodi: 79 (01x04), 05(x01), 79, 18(x01), 96 (18x04), 115 (11x05), 79]
E veniamo a lui. Finalmente.
Jaken. Oh, Jaken. Con te è stato amore sin dall'inizio. Sei così brillante e buffo e adorabile come personaggio che ai miei occhi per un bel po' con la tua forma sgraziata hai oscurato persino Sesshōmaru.
Non c'è niente da fare, datemi un piccolo goblin diabolico al seguito di un potente signore del male e si può star sicuri che tutta la mia simpatia si concentrerà sul primo, sarà lui il mio beniamino e in breve finirò per chiamarlo "tesorino" anche mentre si esibisce in un ghigno malvagio.
Jaken è un po' come Barbie, ce n'è uno per ogni occasione. C'è Jaken "gran sacerdote del culto di Sesshōmaru", c'è Jaken "balia" (e non solo di Rin), Jaken "dipendente sottopagato in crisi esistenziale", Jaken "moglie gelosa", Jaken "enciclopedia vivente", Jaken "interprete personale di Sesshōmaru", Jaken "drama queen", eccetera eccetera eccetera. E queste sono solo alcune delle sue tante, tantissime facce. Le amo tutte.
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ah-un-due-tre-stella · 4 months ago
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Nell'anime A-Un non aveva un nome prima che Rin arrivasse a portare scompiglio nel gruppo. Presumibilmente Sesshōmaru non aveva mai neppure pensato di doversi disturbare a sceglierne uno, in fondo si trattava solo di una bestia da carico/da tiro a suo servizio. Quando sono andata a ricontrollare i capitoli corrispondenti all'episodio 52 (26x02, L'inarrestabile aspetto del demone) non solo ho realizzato che nel manga questa piccola nota di colore è del tutto assente, ma, continuando a scorrere le pagine e i capitoli, sono arrivata infine a contemplare un'assurda verità che per vari minuti la mia mente si è rifiutata di processare: A-Un nel manga di Takahashi non viene mai chiamato per nome. Il che poi significa che di fatto nel manga di Takahashi il drago a due teste di Sesshōmaru non ha un nome. Non è tristissimo?
Soprattutto però questa scoperta ora pone delle domande: chi ha pensato per primo al nome "A-Un"? La stessa Takahashi? Qualcuno dello staff Sunrise?
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