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allthatweb · 4 years
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Come è nata la brand identity di UlisseFest
Federica Bimbati
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Chi parte per una nuova destinazione ha, di solito, un paio di certezze granitiche: che in fondo durante un viaggio è anche bello perdersi ma che nel caso questo accada, è meglio farlo con una guida Lonely Planet nello zaino o sul proprio smartphone.
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Team building secondo Sixeleven
Per noi di Sixeleven, viaggiatori incalliti, è un piacere lavorare ormai da diversi anni con il più iconico brand del mondo del viaggio. È un rapporto che si è sviluppato nel tempo attraverso molti progetti web, dai concorsi online per raccontare le mete più affascinanti del globo alla nuova release del sito internet di EDT, editore per l’Italia delle guide di viaggio Lonely Planet.
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L’estate 2020 ci ha portato ad aggiungere un’altra tappa a questo stimolante percorso insieme, con l'opportunità di creare la brand identity di UlisseFest, la festa del viaggio firmata Lonely Planet Italia. Abbiamo voluto dare colore all’evento, caratterizzarlo per quello che rappresenta: l’incontro di persone in cammino, con la testa e con le gambe, verso future destinazioni. Un percorso spesso individuale, che assume più significato e valore se viene raccontato e condiviso, trasformandolo nella celebrazione di una passione comune.
Sono queste le caratteristiche che abbiamo provato a trasferire nel logo, mettendo in evidenza le parole chiave “Festa” e “Viaggio” e arricchendo l’immagine con elementi geometrici colorati e modulari che hanno poi caratterizzato tutta la comunicazione della manifestazione e che ritroverete un po’ ovunque nei tre giorni riminesi (di cui siamo anche orgogliosamente sponsor tecnico).
In più, in rappresentanza della nostra passione per i viaggi, ci sarà tra gli ospiti Paolo Libanore, digital project manager di Sixeleven e globetrotter nello spirito, che ha recentemente eletto a proprio posto di lavoro un super vintage Volkswagen LT Florida. Paolo racconterà la sua esperienza durante l’incontro dedicato ai Nomadi Digitali, nato in partnership tra la nostra agenzia e Lonely Planet.
Vi aspettiamo a Rimini, sarà una festa.
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Sede di lavoro di Paolo Libanore (estate 2020) 
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allthatweb · 4 years
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Il digital è morto? - Intervista ad Andrea Fagnoni @TheSMS 2019
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Il digital è morto, lunga vita al digital! 
No, non si tratta di una semplice frase fatta, ma di una presa di posizione chiara e forte a cui gli ultimi Social Media Strategies di Rimini hanno perfino dedicato un panel apposito.  
Durante l’evento abbiamo partecipato come media partner a diversi incontri formativi, in cui non è mai mancata una riflessione sul ruolo delle tecnologie mediali nelle strategie di social media marketing, ma per lo più in termini generalmente molto positivi.
Quale messaggio si nasconde dunque dietro a una dichiarazione così in controtendenza in un mercato in cui la tecnologia è sempre più diffusa? 
Lo abbiamo chiesto allo speaker Andrea Fagnoni, Chief Client Officer di Ipsos, azienda leader mondiale nel campo del consumer market understanding. In particolare, Ipsos si occupa di studiare e analizzare gli effetti delle campagne di comunicazione su consumatori, cittadini ed elettori, al fine di aiutare le aziende e le istituzioni a migliorare e ottimizzare le loro attività.
Oggi ha presentato un panel dal titolo provocatorio - “Il digital è morto. Salviamo il digital da se stesso” - in un evento dove il digital è vitale. Perché quindi parlarne in questa sede?
Il titolo è volutamente provocatorio perché è chiaro che il digital non assolutamente è morto. Anzi, non solo è uno dei pochi mezzi che vede crescere con continuità gli investimenti, ma è sempre più centrale nella vita quotidiana delle persone. 
Penso che l’industry odierna sia diventata abbastanza matura per cominciare a trarre insegnamento da che cosa a livello di marketing ha funzionato negli ultimi anni e cosa no. 
Troppo spesso le aziende si focalizzano in modo quasi ossessivo sulla tecnologia, a discapito di quello che poi effettivamente fa la differenza in una campagna digital, ovvero le idee, i contenuti e i messaggi coinvolti. In altre parole, le aziende non posso pensare di essere efficienti esclusivamente da un punto di vista media e digitale, ma devo sempre considerare lo scopo finale e l’impatto effettivo sul business per cui le tecnologie vengono impiegate.
Durante l’incontro, ci ha mostrato una serie di campagne molto forti a livello creativo. Tuttavia, il loro ritorno economico è stato molto più basso di quanto aspettato. Come trovare allora il giusto punto d’incontro tra creatività e tecnologia?
Trovare un equilibrio tra creatività e tecnologia è la parte più complicata nel marketing odierno: le idee fini a se stesse portano inefficienza esattamente quanto la tecnologia fine a stessa.  
Creatività e tecnologia devono collaborare al servizio del brand, e questo si può ottenere solo con un’attenta pianificazione della campagna a monte, indipendentemente dal mezzo su cui poi si svilupperà. Cominciare dalla misurazione delle aspettative e dei bisogni del target di riferimento, e poi applicarli alla tecnologia migliore a seconda del risultato desiderato, è quindi a nostro avviso il metodo che garantisce al brand i migliori risultati.
Qui sotto, uno spot del 2015 ideato da Lux Arabia portato come esempio di forza creativa delle idee e centralità delle persone all'interno di una campagna di marketing.  
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allthatweb · 5 years
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Sixeleven @SocialMediaStrategies 2019
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I Samburu sono pastori nomadi che vivono nelle regioni desertiche e semidesertiche del Kenya settentrionale, a sud del Lago Turkana. Considerati appartenenti alle tribù Masai, hanno una società strutturata secondo il sistema clanico e, trasversale a questo, il sistema delle classi d’età. La vita di ogni singolo individuo è quindi scandito da una serie di passaggi e tappe, a volte impercettibili a volte fortemente ritualizzate, che hanno sempre lo scopo di formarlo e trasformarlo.
Si potrebbe paragonare un’agenzia creativa come Sixeleven a una tribù: un clan di individui, ognuno con il suo specifico ruolo, in costante relazione e cooperazione tra loro, che vivono e agiscono all’interno di un ecosistema che impone conoscenze tecniche approfondite, per sopravvivere nella giungla dell’economia digitale.
Come per i Masai, anche la nostra vita è scandita da riti di passaggio, ognuno dei quali impone un ragionamento su quali strumenti scegliere di investire per affrontare con successo il futuro. Per questo motivo, diamo grande valore agli eventi di formazione, sia come momenti di riflessione e ampliamento delle conoscenze, sia come occasione per fare networking con realtà simili alla nostra. 
Il 6 e 7 novembre saremo  a Rimini per partecipare ai Social Media Strategies, evento dedicato ai professionisti del settore marketing e comunicazione, giunto quest’anno alla sua settima edizione.
Durante le giornate, si susseguiranno oltre sessanta incontri all'interno delle quattro sale formative - Advertising, Analisi, Brand Strategy, Creatività - e incontri più incentrati su tematiche di attualità in Plenaria. Gli interventi saranno curati da professionisti italiani e internazionali, tra cui alcuni nomi noti come la famosa redazione di Lercio.it, che attraverso casi reali ed esempi pratici ci mostreranno gli ultimi trend del Social Media Marketing.
In che modo tutto ciò andrà a influire sul percorso di Sixeleven? Dal momento che l’innovazione è al primo posto nel nostro core business e il nostro obiettivo è costruire brand stories di successo, andiamo a Rimini non solo con l’intento di ampliare le nostre capacità tecniche, ma anche per ragionare sulla profonda influenza sociale dei social network e sull'impatto che hanno i social media manager nell'ambito della comunicazione integrata.
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Se siete curiosi di sapere cosa succederà a Rimini, seguiteci il 6 e il 7 novembre sui nostri canali Instagram, Facebook e Twitter per aggiornamenti!     
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allthatweb · 5 years
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Sixeleven @DrupalCon Seattle 2019
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Il primo “Sixeleven goes to America” risale a due anni fa, quando con grande emozione siamo atterrati oltreoceano per immergerci nello spirito del DrupalCon americano e per vedere il nostro progetto di branding della conferenza presentato alla community.
A Nashville, la vera consacrazione, vedeva la luce la prima declinazione del nostro logo: nella città della musica, non poteva che trattarsi di una chitarra. E la venue vestiva i colori sgargianti della nostra brand identity.
Quest’anno, il terzo da design partner della Drupal Association, a fare da cornice è lo skyline di Seattle (anche nel logo della conferenza), con Sixeleven nuovamente al timone della visual communication del brand su tutti i diversi materiali, da totem e badge a t-shirt e maxischermi.
Ormai al DrupalCon ci sentiamo un po’ a casa, anche se dall’altra parte del mondo: non solo luogo di confronto e aggiornamento sulle ultime evoluzioni della piattaforma Drupal, ma anche e soprattutto occasione di incontro, di scambio di idee e di contatti all’interno di una community che cresce e si mostra sempre più differenziata e inclusiva.
It’s all about people, un vero e proprio mantra della community. E proprio nella crescente consapevolezza di una varietà di persone, di interessi e di bisogni, affondano le ragioni del cambiamento che il DrupalCon di quest’anno ha proposto, modificando il proprio format.
Non più una sola conferenza, ma quattro conferenze in una, per potersi rivolgere ad un Drupal market sempre più vasto, composto da builders/developers, ma anche da agency owners, sales teams, content editors, marketers, end-user decision makers.
L’ambizioso risultato di un lavoro di ricerca e segmentazione che ha portato all’individuazione di quattro user personas, alla base dei quattro nuovi “tracks” da seguire:
Builders
Content & Digital Marketing
Agency Leadership
Executive Summits
Una novità che ha creato qualche confusione e che senza dubbio ha bisogno di un collaudo, ma che mostra chiaramente la direzione strategica e commerciale che si vuole imprimere nel futuro della piattaforma, perché possa crescere e parlare in modo sempre più efficace ai suoi diversi target. Questo uno dei temi dibattuti nei tanti momenti di riflessione, nel Driesnote, nel Board meeting o persino nelle chiacchiere al coffee break.
E anche in questo senso assume grande importanza l’ultimo progetto che Sixeleven ha portato a termine con la Drupal Association: la creazione del video di promozione destinato ai Marketers, che è stato proiettato sui maxi schermi come introduzione al keynote di apertura, di fronte ai quasi 3000 presenti.
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Obiettivo: in una manciata di minuti, mostrare le realtà prestigiose che già hanno adottato Drupal (L’Università di Harvard, la NASA, Pinterest Business, per citarne alcune), e illustrarne i principali vantaggi, per stimolare l’interesse dei decision makers ad adottare la piattaforma. In due parole, Promote Drupal, again.
Per Sixeleven, dunque, una settimana di belle conferme e di inattese soddisfazioni, che ci fanno sentire sempre più parte di una grande community e di un progetto vivo, in costante crescita.
Il tempo di abituarci al fuso orario, ed era già ora di tornare in Largo Montebello, non prima però di aver smantellato la nostra lounge (ancora una volta, neanche a dirlo, un progetto “modulare”) per donare i blocchi colorati che la componevano ai bambini del Seattle Children’s Hospital. Un piccolo ‘progetto nel progetto’, di cui andiamo fieri.
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Nei nostri occhi, la Emerald City: umida, verde e a quadri, romantica nei suoi alberi in fiore e autentica nei mercati, nelle librerie giganti e nei leggendari locali del grunge. Una città vibrante e un po’ weird che abbiamo sentito nostra al primo sguardo.
Arrivederci a Minneapolis 2020, con la promessa sempre più ambiziosa: Dream big, Drupal will get you there.
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allthatweb · 6 years
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La Maledizione dell’Instagram Shadowban e Come Risolverla
Ultimamente stai vivendo un calo nel numero di follower & likes su Instagram? Vedi il tuo engagement diminuire di giorno in giorno, in piena caduta libera? Sei in preda al panico perchè la tua dose giornaliera di cuoricini e commenti non viene più soddisfatta?
Non preoccuparti, è successo anche a noi!
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Infatti, tra i numerosi glitch della famosissima piattaforma e il continuo evolversi di regole e algoritmi, ci sono sempre più aspetti a cui bisogna stare attenti.
Uno di questi  è l’Instagram SHADOWBAN, ovvero quel meccanismo per cui i contenuti di alcuni profili vengono oscurati, rendendoli visibili a meno utenti, bloccandoli a parte della comunità online.
Ma perchè capita di essere shadow banned e soprattutto come si può capire se ne siamo davvero stati colpiti?  
Beh, rispondere alla prima domanda non è facilissimo in quanto ci sono svariate ragioni per le quali una persona può essere oscurata. Dall’utilizzo di hashtag vietati o troppo utilizzati, alla violazione dei termini e delle policy di Instagram, i tuoi contenuti possono esser stati shadow banned per non avere rispettato le guidelines della community (ed esser stati quindi riportati da qualcuno) o per aver superato il limite giornaliero, o persino orario, di likes e follows.
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Capire invece se questa disgrazia si è abbattuta proprio sul tuo profilo è molto più semplice e ci sono due diverse strade che puoi intraprendere:
Manualmente, facendo una ricerca degli hashtag usati negli ultimi 2-3 post e controllando se i post in questione compaiono nel feed dell’hashtag di riferimento; questo procedimento dovrebbe essere effettuato su almeno 4-5 hashtag diversi per avere una base di riferimento più ampia. Se i nostri contenuti non compaiono ci sono buone possibilità che il profilo sia stato effettivamente oscurato.
Digitalmente, tramite l’utilizzo di piattaforme come triberr.com che effettuano un Instagram Shadowban Test analizzando i tuoi hashtag e dicendoti se i tuoi contenuti sono effettivamente stati oscurati o meno.(NB. queste piattaforme non sono affidabili al 100% e proprio per questo è consigliabile fare anche un rapido check manuale).
Bene, una volta appurato se il nostro profilo è stato affetto o meno da quest’ingiustizia del 21esimo secolo, come possiamo porre rimedio?
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1) In primis SMETTILA DI USARE I BOT. Perchè per quanto possa essere comodo usare piattaforme di crescita questo penalizza fortemente il tuo profilo, essendo considerata, giustamente, una violazione dei termini di Instagram.
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2) Effettua il logout dal tuo profilo su ogni diverso device e rimani sloggato per almeno 48 ore. Lo so, sembra una pratica strana e quasi insensata ma in realtà permetterà al tuo account di resettarsi autonomamente e ti darà la possibilità di fare due giorni di detox, che non fa mai male no?
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3) Fai un’analisi degli hashtag che utilizzi normalmente ed elimina tutti quelli che risultano essere “rotti” o troppo utilizzati, così da garantire una maggiore visibilità al tuo profilo e dargli un refresh; inoltre ricordati di cambiarli abitualmente, per permettere ai tuoi contenuti di raggiungere un numero sempre maggiore di utenti.
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4) Riporta il problema a Instagram. Risponderanno mai? Nel 99% dei casi no, non risponderanno. Ma per qualche inspiegabile ragione o allineamento degli astri in cielo quest’azione farà sì che il tuo profilo entri in un meccanismo di riposizionamento.
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TA-DAAN
Questo è quanto.
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Questa è l’esatta formula magica che ti serve per risollevare il tuo profilo e farlo tornare al suo  vecchio splendore, metodo interamente testato e garantito.
E ora vai, rise and shine!
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allthatweb · 6 years
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Come veicolare il tuo storytelling su Facebook e Instagram
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Che lo storytelling abbia sempre avuto un ruolo di rilievo nel marketing di successo è cosa nota: da sempre le storie ci permettono non solo di dare voce a un brand, ma di creare una connessione con i consumatori, coinvolgerli, fidelizzarli. Quanti, però, riescono a destreggiarsi tra le possibilità offerte oggi dai social network? Se hai paura di alzare la mano, continua a leggere: per te, qualche dritta per veicolare la tua brand story su Facebook e Instagram a cui forse non avevi pensato.
FACEBOOK
Pubblica un’intera storia come post
Che tu abbia un profilo personale o una pagina brand, se stai cercando di trarre il massimo profitto dal tuo storytelling il consiglio è di sfruttare il formato post per raccontare storie, piuttosto che rimandare a siti esterni. Uno studio condotto su oltre 3.000 post ha dimostrato, infatti, che il CTR progredisce con l’aumentare dei caratteri utilizzati. Perché non provare?
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Realizza un video lungo
Il suggerimento può sembrare banale, ma ora come non mai – soprattutto in seguito all’ultima modifica dell’algoritmo del Newsfeed – investire nella realizzazione di video medio/lunghi, può rivelarsi una scelta vincente. Se invece non avete a disposizione tempo e risorse, provate con i live, sempre però con una struttura (qualcuno – sembra con successo - si rifà agli schemi della sceneggiatura in tre atti).
Forma una sequenza con le inserzioni a pagamento
Qualche tempo fa, il website di fashion Refinery29, in partnership con Adaptly e Facebook, tentò un A/B test per capire quale fosse il metodo più efficace per fare storytelling attraverso le ads. Ad uno dei due gruppi vennero sottoposte tre Facebook ads in un’unica sequenza narrativa (introduzione al brand, un prodotto del brand, una call to action per l’iscrizione tramite mail), all’altro tre ads con differenti creatività ma con un’unica call to action per l’iscrizione. Ne risultò che la storia narrata al primo gruppo convertì notevolmente meglio rispetto alla seconda. Il formato carosello, nel caso tu voglia provare, si presta benissimo.
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INSTAGRAM
Sfrutta la caption per raccontare una storia
Se è vero che un’immagine di qualità è fondamentale per la buona resa di un post su Instagram, è vero anche che una didascalia accattivante può aiutare a veicolare una narrazione. AirBnb, in questo senso, è formidabile: ogni post è una storia a sé stante. E sempre bellissima.
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Usa la griglia di Instagram per creare una narrazione visiva
Sebbene, attualmente, lo strumento Storia si presti notevolmente ad una narrazione di tipo cronologico (persino il post di un blog può essere pubblicato sotto forma di storia), anche il feed vero e proprio può, in alcuni casi, soddisfare lo scopo. Emblematico è il caso dell’account del Toronto Silent Film Festival, che ogni anno dà ad addetti ai lavori e semplici appassionati una lezione di storytelling creativo con Instagram: prima il feed usato come una timeline orizzontale, poi la storia a bivi, infine il puzzle con soluzione da risolvere. Assolutamente geniali.
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ALTRI METODI
Crea una presentazione con Slideshare
Facile capire perché Slideshare sia uno dei 100 siti più visitati al mondo: le slide di presentazione consentono infatti una fruizione e una comprensione delle informazioni decisamente maggiore rispetto alla lettura di classiche pagine di testo. Prova a convertire i tuoi articoli più di successo in slide di circa 20 – 30 pagine: vedrai che risultati.
Trasforma il tuo racconto in una gif o un’infografica
Le infografiche, come anche le GIF, sono un ottimo formato per una narrazione di tipo visivo, come dimostrano studi e ricerche che ne evidenziano la maggiore efficacia, in alcuni casi, rispetto a contenuti esclusivamente testuali. Esistono diversi tool per creare un’infografica da zero, e molti di questi sono gratuiti. Non male, no?
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allthatweb · 6 years
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10 momenti in cui abbiamo pensato: “Ah!” al Web Marketing Festival
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L’hashtag #WMF18 ha raccolto per tre giorni il meglio di quanto è stato detto nel lungo weekend di Rimini dedicato al marketing digitale. Abbiamo “pesantemente” contribuito anche noi al feed: qui raccogliamo, in una sorta di “best of”, 9 spunti particolarmente interessanti e uno curioso, che con il festival c’entra poco.
10 Dimmi chi sono i competitor
“Nessun software vi dirà con precisione chi sono i competitor di un brand. Dovrete far ragionare il cliente fino a quando non lo individuerete insieme a lui”. Alessandro Mazzù e il lato umano del marketing.
9 The social supermarket
“Non c’è il rischio che i contenuti sui social diventino solo pubblicità?”, chiede un disilluso Luca Conti. “In parte è già così, FB è il centro commerciale della comunicazione”, conferma un pragmatico Filippo Giotto.
8 Mezzogiorno di fuoco
“Quando un uomo con contenuto incontra un uomo con budget, l’uomo con contenuto è morto”, Giorgio Soffiato, senza fronzoli.
7 My story is your story
“Ai clienti non interessa la storia del brand, interessa la loro storia. Il cliente, e non il brand, dovrebbe essere l’eroe della storia”. Valentina Lanza cita Donald Miller.
6 Concorrenza reale
“La lettura del newsfeed non è più gerarchica. Il concorrente di un giornale sul web può essere chiunque, non solo altri media classici”. I lettori sui social visti da Vincent Russo.
5 Fiducia nel tacchino
“La blockchain è come il tacchino: si adatta a tutte le salse. Garantisce l’autenticità dell’informazione, aumentando la fiducia in rete”. Riccardo Meggiato presenta la ricetta tecnologica perfetta.
4 Mi piace, lo leggo
“Non leggiamo quello che non ci piace a colpo d’occhio”. Valentina Falcinelli di Pennamontata presenta una verità con cui tutti i content manager devono fare i conti ogni giorno.
3 Se funziona non è artificiale
“Come diceva John McCarthy, appena funzionerà nessuno la chiamerà più Intelligenza Artificiale”. Luisella Giani cita l’inventore del termine “AI”.
2 Diritto alla difesa
“Le vittime di cyberbullismo devono liberarsi dal senso di colpa ed esercitare il diritto ad essere difese”. Geo Ceccaroli, della Polizia Postale, spiega quanti sia difficile a volte per chi subisce avere la forza di denunciare.
1 Punizioni
“Che avete fatto di male per finire in questo albergo qui?”. Ce lo chiede un esterrefatto tassista riminese: la verità è che a noi è piaciuto molto. Ci torneremo anche il prossimo anno per il Web Marketing Festival 2019.
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allthatweb · 6 years
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Web Marketing Festival 2018 - (in)formazione e professioni digitali
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A pochi giorni dalla chiusura del Web Marketing Festival 2018, la sensazione predominante è la voglia di scriverne subito, di raccontare di un carico di esperienze acquisite che è davvero difficile reperire altrove, fosse anche solo per il merito di rappresentare, in 3 giorni, il compendio di quello che è oggi lo stato del marketing digitale in Italia. 
Bell’impresa, viene da dire. Eppure la somma delle parti ha premiato gli sforzi, perché si è fatto tesoro dei limiti (soprattutto logistici) degli scorsi anni per tirar fuori dal cilindro un’edizione ottima. A partire dall’introduzione delle sale di rimando – grande novità di quest’anno - fino alle giuste pause di intermezzo tra gli speech – che hanno permesso di non far perdere a nessuno parti di incontri - tutto si è incastrato in funzione di una maggiore fruibilità generale, conquista non da poco per un evento che ha contato qualcosa come 18.000 partecipanti.
Il merito più grande, però, è forse quello di aver costretto, come sempre, i professionisti a fare i conti con le proprie capacità. Intrappolati quotidianamente in una rete di task e deadline, è difficile pensare di doversi formare fino a quando non ci si trova davanti qualcuno che ti lascia a bocca aperta, per conoscenze e capacità di comunicarle. E così tu torni, pieno di appunti, e ti viene voglia di tenere il passo. È stato così, per noi, dopo l’intervento di Alessandro Mazzù, che tra una verità e l’altra (“Prendere clienti non disposti ad investire in adv è una mossa suicida”) snocciola una decina di tool per l’analisi dati a basso costo. È stato così per Gianluca Binelli e Ivan Cicconi, così bravi con Google AdWords da farti credere di conoscerne solo una parte. Ed è stato così pure per lo speech di Giuliano Ambrosio, presenza ormai fissa del Festival, che con le sue idee eye-catching per Facebook ammutolisce una platea di più di seicento persone.
Il resto, come sempre, si è fatto largo tra case history (davvero interessante quella di #aModenaStory, fotoromanzo a puntate lanciato per il Gruppo Fini), storie di cronaca (il reportage sul cyberbullismo raccontato in prima persona da una sua vittima) e di tecnologia (i risvolti pragmatici dell’intelligenza artificiale). È inutile, a questo punto, soffermarsi ancora sull’atmosfera: quella va vissuta da vicino, sentita. A testimonianza, ancora una volta, che, in un settore così mutevole e inafferrabile, a tenere tutto insieme sono paradossalmente solo e soltanto le persone. A mani basse, la migliore delle quattro edizioni. Ad maiora.
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allthatweb · 6 years
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Perchè saremo al Web Marketing Festival 2018
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Alla quarta presenza consecutiva al Web Marketing Festival di Rimini un’idea ce la si è fatta del senso di una manifestazione dedicata all’innovazione digitale e del perché si continua ad andarci, da un anno all’altro. Non si diventa esperti dopo un po’?, ci si potrebbe chiedere. La verità è che no, non accade, e non accadrà mai di esserlo su tutto, soprattutto nei tempi accelerati in cui le novità si susseguono e con cui cambiano gli scenari.
Per questo, anche nel 2018 dal 21 al 23 giugno, Sixeleven sarà al Palacongressi di Rimini: per i tre giorni dell’evento lo raggiungeremo a piedi, attraversando il parco Alcide Cervi per i soliti 2,8 chilometri che lo separano dall’hotel (Google Maps certifica), anche se l’hotel cambia ogni volta; e ci districheremo tra i tantissimi incontri nei tre giorni. Intanto sono state aggiunte nuove sale formative, rispetto alle 40 già previste, dedicate a Intelligenza Artificiale, Realtà Aumentata e Crowdfunding. Come sempre il pubblico di addetti ai lavori, e aspiranti tali, frequenta manifestazioni come il WMF anche per cercare di replicare casi di successo di cui sente raccontare. Ci permettiamo un consiglio, a proposito di questo punto: cercate di ascoltare le storie di chi ha ottenuto risultati, per non dire un miracolo, in situazioni tutt’altro che facili. Noi ricordiamo ancora con affetto e immensa stima il social media manager che riuscì a far fruttare una pagina dedicata ai prodotti anti-calvizie: il classico caso di “Zero Like” ai post ma di interazioni diverse e funzionali al business.
Dei 400 speaker e ospiti, più di 50 saranno novità assolute, mentre 20 conference e diversi workshop completano l’offerta. Per calarci nell’atmosfera abbiamo chiacchierato con il chairman della manifestazione Cosmano Lombardo e, in attesa di capire se per fine giugno l’Italia avrà un governo e i generatori di frasi casuali di Sandro Pertini saranno stati neutralizzati, cominciamo affrontando il tema “fake news”.
Se ne occuperà un hackaton dedicato al contrasto del fenomeno: “Combattere la disinformazione online rappresenta, da tempo, uno degli obiettivi del Web Marketing Festival e con questa nuova iniziativa vogliamo compiere un ulteriore passo avanti in questa direzione - racconta Cosmano Lombardo - Per fare chiarezza e risolvere una questione delicata e quanto mai attuale come quella delle fake news, fenomeno che ha generato un impatto socio-economico trasversale a tutti i settori, è necessaria la collaborazione di tutti in un percorso di continua innovazione, sfruttando al massimo il potenziale costruttivo digitale.  Troppo spesso si punta il dito esclusivamente contro i big player ma dovremmo guardare maggiormente a noi stessi e all’utilizzo responsabile che dobbiamo fare degli strumenti”.
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Uno dei temi più interessanti sul digitale è relativo alla relazione tra generazioni diverse, affrontato dal team del WMF con la campagna “Nonni e internet”: “Su questo punto c’è un gap abbastanza importante e ci interessava capire gli over 65 come la vedono. Abbiamo anche realizzato un video su questa indagine in cui abbiamo dialogato sul tema con i nostri nonni. In realtà qualche senior utilizza internet con obiettivi ben precisi, per connettersi con altre persone e per informarsi: ci può essere scarsa conoscenza dello strumento, lo smartphone in tutte le sue potenzialità è poco utilizzato, ma serve ad esempio per il rapporto con i nipoti. In qualche modo si bypassa una formazione di base sul mezzo, si salta una generazione di potenzialità per arrivare dritti al soddisfacimento delle proprie necessità, attraverso l’utilizzo di Siri e simili, o le video chiamate con whatsapp”.
Di generazione in generazione, uno dei progetti nuovi del 2018, riguarda i ragazzi delle scuole, attraverso il doppio filo conduttore sport e digital: “Per un approccio consapevole agli strumenti del digitale e per costruire un ambiente quanto più accessibile, sicuro e costruttivo abbiamo dato vita al progetto D4Sport - Digital For Sport. In questo progetto che coinvolge diverse scuole, i ragazzi elaborano strategie comunicative per web e social dedicati a eventi e realtà sportive, confrontandosi con giochi di strategia specifici, con riferimenti alle regole della Pallamano, la cui federazione ha aderito con entusiasmo al progetto”.
Tra le iniziative programmate la Startup Competition, momenti di intrattenimento come il party serale, ma anche la Call 4 Buskers e il focus sul mondo Comics. A livello di Education ci sono la Startup Competition Young, la Call 4 Team, WMF Family e WMF Summer School. Gli awards annuali premieranno, invece, gli autori di alcune delle campagne più interessanti degli ultimi dodici mesi: l’albo d’oro comprende anche Papa Francesco e l’inventore del Rockin1000. Noi lo daremmo come riconoscimento alla carriera anche a chi ha creato la piadina con le sarde.
Se ti interessa partecipare al Web Marketing Festival, Sixeleven che è media partner dell'evento blocca il prezzo a 99 euro + iva per i lettori del nostro blog. Basterà inserire il codice sconto wmfmedia18 fino al 15 giugno, in fase di acquisto nell'apposito box -> www.webmarketingfestival.it/acquista/
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allthatweb · 6 years
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Sixeleven @ DrupalCon Nashville 2018, a music experience
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While we walk through the city in the morning we can still hear the sounds of the dozen of bands that populate Broadway, Nashville’s street music, at every hour, during the day and the night. We are here to participate at the DrupalCon American Edition: for the second year in a row, Sixeleven went on a mission, in the United States, to the world convention of the CMS open source Drupal community.
When we arrive at the entrance of the Music City Center we are welcome with the image of a giant guitar broken into many colored crystals (photo @Michael Warf). Once again music is the main protagonist but this time we have to ‘blame’ ourselves. In fact, we have to confess we had really high expectations: already in September 2017, during the Vienna edition, we had the pleasure to see our graphics declined on every different communication material and event signage but with Nashville we went even bigger.
Last year the Drupal Association, the non-profit body that takes care of the open source project promotion, also by organizing the annual event, commissioned us a stimulating and ambitious project: the creation of a brand identity for the event that would properly represent DrupalCon core values and, at the same time, make it recognizable edition after edition, by also representing the specific location.
The goal was to overcome the event fragmentation by creating a unique and distinctive logo from which it would be possible to create different icons to represent each hosting city, such as the guitar this time.
The effect was impressive, even for us: as we entered the conference center we immediately saw a gigantic window transparency, higher than 12 meters. The giant shining musical instrument, a symbol of the music city, that we realized using those colored prisms from the new branding, became the icon of the event, exactly as we hoped while we were still working on it. The DrupalCon re-branding project started months ago but it entirely came to life during the first edition that adopted it, Nashville 2018.
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For those who followed the #DrupalCon hashtag on Twitter during the event, the giant window transparency went viral, everyone wanted to take home the image of the DrupalCon Guitar.
The American appointment is bigger and more immersive than the European one, and that’s the reason why we were so curious to see our work there. To make our presence even stronger we decided to decline our project in our stand too and offer the community a unique opportunity: bring home the real DrupalCon guitar!
The idea was simple: after realizing the symbol of the Nashville edition, we decided to do the branding of a real acoustic guitar, take it to the US with us and then make it available for those who, passing by our booth, would want to play it: Nashville couldn’t miss some live music. Moreover, we created a contest: all of those who came to play live and then posted a picture of the performance on Twitter could win the guitar.
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The participation was exceptional: we saw people improvise Johnny Cash and Eddie Vedder ballads as well as habituè that stopped by every day, to sing us a song, even if they maybe weren’t extremely talented.  
At the end of the contest, it was moving to see the look of the winner, Mauro, filling with joy for having accomplished the so-long-wanted guitar, exactly in the day of its birthday. Mauro is a Drupalist from Buenos Aires that works remotely for a company based in Washington, DC: knowing that our guitar from Turin passed to Nashville and then landed in Argentina make us very proud and it perfectly represents the spirit with whom we envisioned the entire initiative.
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Apart from this musical experience, DrupalCon also gave us several business satisfactions: we received compliments for our rebranding project from every person we met and, during the conference opening keynote, Dries Buytaert, the Drupal founder, mentioned Sixeleven by thanking us for the restyle work we did over the drupal.org front page, which went live few days before the conference.
Now we have to start working on the next DrupalCon edition but something already came to life because during the last day of the event were announced the next hosting cities, accompanied by the icons we designed: Seattle 2019 and Minneapolis 2020.
No, we won’t host a walleye fishing contest for that edition, even if...
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allthatweb · 6 years
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Sixeleven @DrupalCon Nashville, a music experience
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Mentre attraversiamo la città di mattina abbiamo ancora nelle orecchie i suoni delle decine di band che affollano e a volte intasano Broadway, la street music di Nashville, in ogni ora del giorno e della notte. Siamo qui per partecipare all’edizione americana del DrupalCon: per il secondo anno consecutivo Sixeleven è volata in missione negli Stati Uniti per la convention mondiale della community del CMS open source Drupal.
Arrivati di fronte all’ingresso del Music City Center siamo accolti dall’immagine di una gigantesca chitarra esplosa in tanti cristalli colorati (foto di Michael Warf). Ancora la musica protagonista, ma questa volta la “colpa” è nostra. Dobbiamo confessare, infatti, che l’aspettativa era molto alta. Già a settembre 2017, in occasione dell’edizione viennese, abbiamo avuto il piacere di vedere declinato il nostro progetto grafico su tutti i materiali di comunicazione e signage dell’evento, ma per Nashville è stato qualcosa di inevitabilmente diverso.
Lo scorso anno la Drupal Association, l’ente no-profit che si occupa della promozione del progetto open source anche tramite l’organizzazione dell’evento annuale, ci ha commissionato un lavoro stimolante e ambizioso: l’elaborazione di una brand identity dell'evento in grado di rappresentare i valori del DrupalCon e di renderlo riconoscibile, edizione dopo edizione, capace anche di raccontare il luogo. L’obiettivo era superare la frammentazione dell’immagine dell’evento e avere finalmente un logo unico e distintivo, da cui poi sarebbe derivata di volta in volta un’icona rappresentativa della città ospite, come la chitarra.
L’impatto, anche per noi che sapevamo che cosa aspettarci, è stato notevole: all’arrivo al conference center ci ha accolti la visione della vetrofania gigante che si estendeva su una vetrata mastodontica, alta più di 12 metri. L’enorme e sfavillante strumento musicale, simbolo assoluto della città della musica, che abbiamo realizzato a partire dai prismi colorati rappresentativi del nuovo branding, è diventata l’icona dell’evento proprio come avevamo sperato e immaginato quando ci lavoravamo. Il progetto di re-branding del DrupalCon è iniziato mesi fa, ma ha preso forma al 100% nella prima edizione che lo ha adottato, per l’appunto Nashville 2018.
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Per chi seguiva l’hashtag #DrupalCon su Twitter in quei giorni, la foto della chitarra che si stagliava sulla grande vetrata è diventata virale. Tutti si sono voluti portare a casa l’immagine della DrupalCon Guitar.
L’appuntamento americano è molto più grande e immersivo rispetto a quello europeo, motivo per cui eravamo davvero curiosi di vedere il nostro lavoro inserito in quello scenario. Per non mollare la presa abbiamo voluto ribadire la scelta decisamente coerente anche nella nostra presenza nello stand della exhibit hall per offrire un'opportunità unica: portarsi a casa la vera DrupalCon Guitar!
L’idea è stata semplice: dopo avere concepito l’icona simbolo dell’edizione di Nashville, abbiamo pensato di brandizzare una chitarra acustica vera e propria e portarla con noi a Nashville per metterla a disposizione di chi, passando a trovarci al nostro booth, avesse avuto voglia di suonare: a Nashville non poteva mancare un po’ di musica live.
Per arricchire ulteriormente l’idea, abbiamo lanciato un contest, il #611opensounds: la chitarra sarebbe stata messa in palio tra tutti quelli che si fossero cimentati live, postando su Twitter una foto o video della propria performance con la nostra chitarra.
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La partecipazione è stata eccezionale: abbiamo visto persone improvvisare ballad di Johnny Cash ed Eddie Vedder, habitué che ogni giorno facevano capolino per dedicarci una suonata, entusiasti dell’idea anche se non particolarmente dotati di talento. Al momento dell’estrazione è stato quasi commovente vedere il viso di Mauro, il vincitore, riempirsi di gioia per essere riuscito a conquistare nel giorno del suo compleanno la chitarra che aveva già puntato da giorni. Mauro è un drupalista di Buenos Aires che lavora da remoto per un’agenzia di Washington: sapere che la nostra chitarra è partita da Torino, passata da Nashville per poi finire in Argentina ci entusiasma parecchio e riflette perfettamente lo spirito con cui abbiamo immaginato l’iniziativa.
Oltre a questo lato musicale, il DrupalCon ci ha regalato diverse soddisfazioni professionali. I complimenti per il nostro lavoro di re-branding, visibile sui materiali esistenti (segnaletica, led screen, badges, program guides, stickers, t-shirts) sono arrivati da tutte le persone con cui siamo entrati in contatto. Un altro momento di orgoglio è stato senza dubbio quando durante il keynote di apertura della conferenza, il founder di Drupal Dries Buytaert ha citato Sixeleven, ringraziandoci per il lavoro che insieme alla Drupal Association abbiamo svolto per il restyle della front page di drupal.org, andato live a pochi giorni dall’inizio della conferenza.
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Ora non resta che rimetterci al lavoro per la prossima edizione del DrupalCon, ma già qualcosa ha visto la luce, perché l’ultimo giorno dell’evento sono state annunciate le città, con le relative icone da noi disegnate, che ospiteranno le  prossime due edizioni: Seattle 2019 e Minneapolis 2020. No, nel caso ve lo steste chiedendo: non organizzeremo una gara di pesca al walleye per quell’occasione. Anche se, a pensarci bene…
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allthatweb · 6 years
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Dove scaricare musica gratis per i tuoi video
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Fare video è bello. Fare video è bello, appassionante e divertente. Soprattutto se non si considerano tutte le note a margine.
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O il fatto che nella post produzione e nel montaggio ci vuole la mano ferma di Derek Sheperd mentre opera al cervello un suo paziente.
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Oppure, partendo proprio dalle basi, quanto sia difficile trovare musica gratuita, e di qualità, da utilizzare come background (o colonna sonora) del tuo bellissimo video, senza infrangere copyright di vario tipo e rischiare che qualcuno venga a prelevarti dalla scrivania.
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Adesso che siamo sempre più controllati, e non solo dall’umarell sulla nostra scrivania, dobbiamo prestare grande attenzione a ogni piccolo dettaglio nel montaggio del nostro video.
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A meno che non sia il video della vacanza al mare da mostrare ai nonni, ma non parliamo di questo.
Bene, oggi abbiamo deciso di semplificarti un po’ la vita mostrandoti 5 siti dove trovare MUSICA GRATIS per i tuoi video, senza infrangere nessun diritto d’autore.
1. Ccmixter
Ovvero una community musicale dove oltre 45.000 artisti da tutto il mondo condividono le loro creazioni, da usare liberamente secondo la ‘Licenza Creative Commons’ (che può richiedere l’inserimento del credit alla tua fonte nel video o noi crediti)
2.Incompetech
La piattaforma dov’è possibile trovare musica royalty-free di grandissima qualità, che include un po’ tutti i generi, dal pop al polka. Anche in questo caso è richiesto di inserire il credito nel video.
3. Musopen
Una no-profit incentrata nel rendere la musica gratis e che per farlo fornisce una libreria di musica il cui copyright non è mai stato rinnovato e per ciò dal libero utilizzo.
4. Bensound
Il sito creato da Benjamin Tissot, compositore e musicista francese che mette liberamente a disposizione la sua musica, che può essere utilizzata per animazioni, video corporate, short film ma anche documentari.
5. Freemusicarchive
La libreria interattiva di tracce di alta qualità che fornisce il download legale di pezzi di svariati artisti, una piattaforma studiata apposta per l’era del Web.
E se ancora non fosse abbastanza il buon vecchio YouTube mette a disposizione una piccola libreria, qui, dov’è possibile trovare diversi generi (e mood) musicali da utilizzare liberamente sul Tubo e non solo.
Adesso hai esaurito la tua sete di #FreeMusic?
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allthatweb · 6 years
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“Social Decay”: la caduta dei social network in una serie post-apocalittica
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Qualcosa di terribilmente affascinante accade quando si prende un’icona e la si spersonalizza, privandola di un’identità fino a farla vivere fuori dal suo contesto ordinario. Ecco perché ci ha colpiti il lavoro intenso e geniale del CG artist Andrei Lacatusu, che nel suo “Social Decay” prende alcuni dei più brillanti simboli dell’era moderna e li ricolloca in un paesaggio spoglio e lunare da Route 66.
“Sono stato ispirato dall’epoca in cui viviamo”, confessa Lacatusu. “Mentre questi strumenti ci inglobano, le vere interazioni sociali si corrodono fino a morire lentamente. Quando guardate le mie immagini, provate ad andare oltre la prima esperienza visiva: è della decadenza della società moderna che parlo, non strettamente di quella dei social”.
Così, un bell’esercizio di rendering digitale - che si destreggia tra segnaletiche arrugginite, lettere mancanti e tendoni logori - diventa una riflessione provocatoria e apocalittica sul futuro dei media moderni. Urgente e stimolante.
www.behance.net/andreilacatusu
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allthatweb · 6 years
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FACEBOOK E I 7 BUG
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C’era una volta un tempo in cui fare il Social Media Manager era semplice e appassionante. Un tempo in cui i social media funzionavano come social media e non come piattaforme di adv sputa-sangue. Un tempo in cui non esistevamo le ‘Pancine d’Amore’.
Purtroppo oggi di quell’era rimane solo un flebile ricordo.
Infatti, per quanto il Social Media Marketing rimanga uno strumento fondamentale per ogni brand, nell’era del Web 2.0 risulta sempre più difficile utilizzare queste piattaforme.
Oltre alla tradizionale sfida della comunicazione, ovvero creare un messaggio efficace per un pubblico connotato da una soglia di attenzione minore di un pesce rosso, adesso la vita di un Social Media Manager viene ulteriormente complicata da questi strumenti che, nel tentativo di migliorarsi finiscono spesso col creare disastri.
In pole position troviamo Facebook che, in una serie di voli rocamboleschi nel 2017, è riuscito a sviluppare non uno ma ben 7 BUG, per movimentare un po’ le nostre giornate.
Perché se per zio Mark stai scrivendo troppo veloce ti verrà magicamente bloccato il profilo
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2.     LE ANTEPRIME
Ogni tanto, totalmente a caso, succede che tu non possa più accedere alle anteprime sul desktop. D’altronde siamo nell’era degli smartphone, no?
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3.      I CONTROLLI DI SICUREZZA
Per velocizzare un po’ tutto il procedimento, perchè non chiederti se sei un BOT durante l’elaborazione di una richiesta?
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4. SPONSORIZZAZIONE
Non puoi sponsorizzare i sondaggi, ovvero l’unico strumento nuovo inserito negli ultimi anni. Perchè? Mah.
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Ma, soprattutto, è consuetudine che tu debba passare le ore ad aspettare che le sponsorizzazioni vengano approvate
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5. FOLLOWERS
Un altro bug prevede invece che tu non sappia più chi segue la pagina che gestisci e chi no. A volte ti dice che puoi invitare persino il tuo collega amministratore - della pagina - a mettere il mi piace, alla stessa pagina.
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6. EVENTO
Non è possibile creare un evento che duri più di 14 giorni. Avevi organizzato una conferenza di 15 giorni? Peccato, non puoi.
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7. LA REACH
Per qualche inspiegabile ragione, a volte la reach (ovvero il numero di persone raggiunte da un post) sono minori delle persone effettivamente raggiunte (basti guardare anche solo il numero di likes).
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La gestione di una pagina risulta quindi essere pressoché una corsa ad ostacoli al giorno d’oggi.
Il che non vuol dire che dovremmo tutti cambiare lavoro. Vuol dire piuttosto che, in uno scenario alla 300, solo i migliori riescono a farcela, a forgiare una strategia di comunicazione digitale, senza farsi abbattere dalle sfide che i social media ci pongono.
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allthatweb · 6 years
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Le 5 migliori campagne natalizie degli ultimi anni
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Ancora più che in passato, i tempi recenti hanno visto una nobilitazione dei cosiddetti seasonal adv: lasciati da parte concept e messaggi sfacciatamente commerciali, infatti, i brand più strutturati e lungimiranti hanno scelto di celebrare le feste investendo nella produzione di video “belli per il gusto di esser belli”, scomodando persino attori di grido o registi pluripremiati. Molte di queste clip sotto l’albero ci hanno fatto, negli anni, riflettere e commuovere. Altre - poche - erano a tanto così dal capolavoro. Ne abbiamo scelte 5.
Sky - Movie at Christmas (2017) Forse il miglior adv natalizio di un anno a dire il vero un po’ scarico di sorprese, quello di Sky Cinema - che racconta di una relazione madre/figlia nell’arco di 25 anni - è un omaggio allo spirito di condivisione familiare e, allo stesso tempo, all’immaginario romantico dei vecchi film d’epoca.
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Marks & Spencer - Christmas with love from Mrs Claus (2016) Il gigante della vendita al dettaglio abbandona, per il 2016, le supermodelle e i personaggi dello spettacolo degli anni precedenti, ma si affida comunque ad un regista premio Oscar (Tom Hooper) per confezionare un vero e proprio “corto kolossal” che commuove e scalda il cuore.
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Apple - Misunderstood (2013) Che il brand della mela vi piaccia o meno, è indubbio che con il marketing ci sappia fare. Dal famoso omaggio all’universo di Orwell presentato al Superbowl 1984, Apple ha inanellato un capolavoro di storytelling dopo l’altro, e tutti indistintamente accomunati da un fil rouge molto chiaro: la tecnologia come mezzo per veicolare le emozioni umane.  In questo caso, poi, la colonna sonora – una versione di "Have Yourself a Merry Little Christmas" di Cat Power - sigilla un minuto e mezzo davvero difficile da dimenticare.
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Sainsbury’s – Christmas Is For Sharing (2014) È il 25 dicembre del 1914: in pieno di clima di Grande Guerra, gli alleati e i tedeschi escono dalle rispettive trincee e si scambiano auguri, cibo e regali. Ispirato all’episodio realmente accaduto della “Tregua di Natale”, e realizzato con l’aiuto di storici ed esperti, quello di Sainsbury è con ogni probabilità uno degli adv più coraggiosi mai realizzati.
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John Lewis - Monty The Penguin (2014) Quest’anno, secondo noi, non è riuscito a ripetere il miracolo, ma è dal 2007 che John Lewis realizza vere e proprie gemme, accolte ogni Natale con attesa spasmodica. Tra tutte, la storia incredibilmente commovente di Sam e del suo pinguino in cerca d’amore Monty, ha raggiunto picchi (soprattutto emotivi) inaspettati per qualsiasi brand. Un rialzo di vendite del 4,8%, 27 milioni di visualizzazioni su YouTube (quanto un video musicale di successo, per intenderci) e il Creative Effectiveness Grand Prix di Cannes vinto quell’anno, consacrano un successo che a oggi, nel mondo dell’advertising, ha davvero pochi eguali.
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Ora tocca a voi! Quali adv natalizi mettereste in classifica? 
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allthatweb · 6 years
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TUX Night - Sketch e creatività
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Sixeleven ha aperto i propri spazi al pubblico per un evento legato a creatività, design e user experience. In questo nuovo appuntamento di Open Space abbiamo ospitato TUX - Torino User Experience, gruppo Meetup per tutti gli appassionati di User Experience e tecnologia che martedì 28 novembre ci ha parlato di customer development e Sketching.
Oltre 25 persone hanno preso parte al workshop in cui Ester Barbato e Giulia Meneghello hanno dimostrato in maniera divertente e coinvolgente l’importanza di usare un processo di Customer Development per “scoprire” i propri clienti e comprendere meglio le loro esigenze senza focalizzarsi esclusivamente sulle richieste, e l’importanza dell’utilizzo di uno tecnica fondamentale come lo sketching per la progettazione e la generazione di idee e confronto.
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Il Customer Development è un processo in quattro step (Customer Discovery, Customer Validation, Customer Creation e Company Building) non lineari fra loro, fondato sul feedback dei clienti che attraverso iterazioni costanti e rapide ha l’obiettivo di validare le proprie assunzioni sui consumatori o sulla crescita del business, minimizzando il rischio di fallimento.
La non linearità è la chiave del successo del processo stesso, in quanto è basato sulla formulazione di ipotesi, sui test e sulla conferma o meno di una di queste. Se l’ipotesi viene confermata, si procede alla fase produttiva, altrimenti si formula un’altra ipotesi e si effettuano nuovi test.
I gruppi dei partecipanti alla serata hanno lavorato sui risultati di alcune Customer interview ideate da Tux, ovvero su delle problematiche di ipotetici clienti per cui trovare delle soluzioni efficaci. Con pennarelli, fogli e post-it alla mano, hanno usato lo sketching per fare brainstorming e generare idee, esprimere velocemente concetti da condividere con gli altri e coinvolgere più persone contemporaneamente.
Inoltre, grazie allo sketch è stato possibile avere una immediata comprensione visiva, così da poter trovare problematiche e testare ipotesi fino ad arrivare al risultato finale validato, ovvero una soluzione pratica o un prodotto realizzabile per cliente. Al fine della serata, ogni gruppo ha presentato la propria soluzione alla tutti i partecipanti alla serata, parlando delle scelte fatte e delle motivazioni in modo da essere convincenti per i propri “stakeholder”.
Open Space di sixeleven tornerà nei prossimi mesi con altri incontri legati al nostro mondo, continuate a seguirci sul nostro blog e sui canali social per rimanere informati sulle nostre iniziative. Intanto, grazie a UX Meet Up per averci coinvolto in uno dei suoi eventi, per la disponibilità e per il lavoro portato avanti sul fronte della creatività e della sua gestione.
Info: UX Meet Up
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allthatweb · 7 years
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Le 5 campagne di Halloween più belle di sempre
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Da quando la festa di Halloween ha smesso di essere una ricorrenza solamente americana, sempre più persone al mondo si riuniscono per celebrare la notte più spaventosa dell’anno. Dai bambini, che si mascherano per poi andare a raccogliere caramelle, ai giovani che si mascherano per andare a ballare e fare party; per finire con gli adulti, che tra un bicchiere di vino e l’altro aprono la porta di casa per riempire di dolci piccoli zombie, lupi mannari, e principesse assassine.
Sono lontani i tempi in cui si celebravano esclusivamente gli spiriti e l'energia della natura: oggi il 31 Ottobre è diventato uno strumento di marketing per aumentare le vendite. Il che si tramuta in una vera e propria gara di adv, stampate e non, per creare la pubblicità più ‘spaventosa’ o ironica e attirare l’attenzione sul proprio brand.
Proprio per questo, prima di prima di trasformarci pure noi in esseri terrificanti, abbiamo deciso di stilare la classifica delle campagne che più ci hanno colpito.
5.     MCDONALDS – CHEESECANDY (2012)
Anche in questa occasione il più grande brand al mondo di fast food non smentisce la sua abilità nella comunicazione. Una pubblicità semplice, pulita, che risalta all’occhio per l’astuzia nel trasmettere il messaggio. Senza nessun riferimento alla paura, ma basandosi invece sul concetto di ‘dolcetto o scherzetto’, McDonald’s augura a tutti un buon Halloween presentando un semplice cheeseburger incartato come una caramella, dando anche agli amanti del salato la loro parte.
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4.     GIFFGAFF – HOUSE OF HORRORS (2015)
La compagnia telefonica British pubblicizza le proprie offerte in maniera decisamente originale per celebrare la notte più terrificante di sempre. Il video House of Horrors fa parte di una serie di short-film, uno per anno, ognuno con il proprio titolo e la propria trama individuale, che giocano sul tema delle paura. In questo caso si tratta di paure moderne che arrivano proprio dai membri dello staff di GiffGaff (come mettere le calze sotto i sandali) ma che poi introducono la cosa più spaventosa di tutte: UN CONTRATTO TELEFONICO VINCOLANTE. Un vero e proprio colpo di genio comunicativo, realizzato con precisione sino ai più piccoli dettagli.
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3.     HEINEKEN – HALLOWEEN HAND (2010)
Con lo slogan ‘Enjoy the scariest night of the year’, Heineken decide di presentare una pubblicità ironica: una birra fantasma che non può essere afferrata da nessuna mano. Perché beh, diciamo che non essere in grado di fare party ad Halloween o, più in generale, non riuscire a bere una birra spaventerebbe qualsiasi uomo. O almeno quasi. Un altro caso di come la semplicità spesso risulta essere il miglior mezzo di comunicazione. Terzo posto in classifica.
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2.     SVEDKA – FIRST WORLD HORRORS (2016)
Il brand svedese sembra amare molto il genere dark e l’orrore, come si intuisce navigando sul loro sito. Non c’è da stupirsi, quindi, nel vedere ogni anno delle bellissime ed elaborate campagne in prossimità di Halloween. Ma dovendo fare una scelta, essendo dei buoni markettari fino al midollo, abbiamo deciso di premiare la recente ‘First World Horrors’, una serie di short-video che ironizzano sulle paure odierne dei millennials nel Primo Mondo. (#socialmediamadness).
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1.     NIKE – RUN FOR YOUR LIFE (2007)
Nike è da sempre è un brand in grado di entusiasmare, emozionare e coinvolgere il proprio pubblico attraverso iniziative pubblicitarie bellissime e uniche nel loro genere, e anche in questo caso la famosissima casa sportiva è riuscita a centrare il segno. Partendo, come in tante altre sue campagne, dal mondo dalla corsa, riesce anche in questa adv a creare qualcosa di innovativo e divertente giocando sul tema della paura ma anche dello sport.
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Bonus: Online da poche ore, il video dell’ultima campagna promozionale di Burger King si allinea al filone del botta e risposta con il principale competitor iniziato ormai già da qualche anno. Nel filmato abbiamo una strada buia, un villain che ricorda pericolosamente Ronald McDonald’s e un ragazzo che cerca rifugio là dove il clown non entrerebbe mai. Il colpo da maestro arriva con il claim: “Come as a clown, eat like a king”.
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E voi, quale pensate che sia la miglior pubblicità per Halloween di sempre?
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