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Noi, intellettuali, abbiamo il dovere di rimanere lucidi fino alla fine. Ci sono già troppe cose superflue al mondo, non è il caso di aggiungere altro disordine al disordine.

L'intellettuale Carini al regista Guido Anselmi nel capolavoro senza tempo di Federico Fellini “8½“

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...una donna è capace di tormentare un uomo con le sue crudeltà e derisioni, senza sentire mai, neanche una volta, il minimo rimorso di coscienza, perché ogni volta dentro di sé potrà pensare, guardandoti : ecco, io adesso lo tormento fino alla morte, ma poi lo ripagherò con il mio amore...

“L'idiota”, Fëdor Dostoevskij 

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Guerra e (Mi) P(i)ace

Guerra continua, guerra ovunque, guerra in testa, guerra nei pantaloni. Guerra sotto le scarpe che vengono fabbricate da bambini che vivono in regioni in guerra. Guerra nelle strade, guerra ai funerali di stato, guerra nei roghi, guerra nel cielo. La guerra ce l’abbiamo in casa e siccome ci sta comoda ce la portiamo a scuola o al lavoro, finché un bel giorno ci stanchiamo di fare la guerra e la guerra ci ammazza. La guerra è come il sesso: si fa in due, se sei fortunato in tre o ancora di più, e se sei solo non pensi ad altro che a fare la guerra e nel frattempo ti alleni continuamente con il tuo missile. La guerra ti fa sparlare sulla guerra pensando che sia guerra tutto ciò che ti passa davanti, ma se non è guerra la mia paura per la guerra, perché mi sento così indifeso?

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A professional writer is an amateur who didn’t quit.

Richard Bach (via wordsnstuff)

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Dodicesimo giorno

Dodici giorni, riempiti da banali eventi, notizie di esami, festività pasquali. Tutto. Tranne tutto quello che desidero. Desidero i tuoi occhi, il tuo volto, il tuo desiderio. E tutti i miei errori, di ognuno di essi mi vergogno, ma non posso farne a meno, forse perché non posso fare a meno di te. Con la vista annientata e il petto riempito di lacrime, mi faccio forza, cerco motivazioni, sprofondo nel letto. E abbraccio il cuscino, lo tengo stretto anche se mi bruciano gli occhi, mi brucia l'addome ma il fuoco mi allieta, fuoco come te che divampa quando dormiamo stretti. E il dodicesimo giorno, ma è quasi un anno che vorrei baciarti ogni volta che non ti bacio.

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05/04/2019

Nella prima settimana del quarto mese del 2019, dopo un trimestre privo di soddisfazioni e una sola esultanza, sono arrivato alla triste conclusione di cedere la mia anima al Maligno, non a titolo definitivo, bensì consegnandogli le chiavi della mia vita per i prossimi anni, sperando, al termine del suddetto periodo, di avere la forza per tornare indietro e riprendermi ciò che negli ultimi tempi ho provato a gestire in totale autonomia, senza ottenere, purtroppo, apprezzabili risultati . I miei voti d’obbedienza, castità e povertà non sono stati per nulla prodighi di benessere, tutt’altro, più spesse volte mi hanno fatto bestemmiare per la loro inconsistenza ed inutilità. M’affido allo Satanasso affinché, come Caronte, suo adepto, mi traghetti verso rive più sicure e (è qui che l’azione demoniaca risiede) per farlo si servirà d’una donna, una sfortunata donna che ha come unico e straordinario difetto quello d’amarmi. Ebbene sì, miei cari lettori, quello a cui sto per andare incontro è la crocifissione di una donna, l’elusione del suo sentimento, una lenta e inesorabile morte del suo spirito affinché il mio possa ergersi sopra le infamie e le abiezioni che lo hanno dilaniato negli ultimi 9 anni. E’ un atto vergognoso, lo riconosco, e ne pagherò lo scotto, ne sono consapevole. Non chiederò perdono, commettere un peccato con cotanta lucidità porta con sé l’assoluta inconciliabilità con la redenzione e le sofferenze che ho provato non giustificano minimamente quello che sto per fare.

Mancano 8 giorni e in questi 8 giorni dovrò solo aspettare che Lucifero scelga la vittima sacrificale, il mio vascello nella vacanza verso l’Ade. Non mi aspetto miracoli, non mi aspetto niente, la mia anima è già partita e la rivedrò tra qualche anno.

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If he only knew now what he knew then... 

I'm Open - Pearl Jam

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The Mirror (1975) dir. Andrei Tarkovsky

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Grace

Tutto mi riporta alla mente gli errori, spettacoli a cielo aperto che si aprono nel buco delle contraddizioni, le mie scelte esplose come fuochi d'artificio e sacrificate al dio dell'amore, l'unico ancora degno di essere venerato. E credo che dovremo morire presto, ma prima c'è ancora qualcosa da fare, come stare ancora ad ascoltare. Ascoltare le preghiere di chi ha tanto amato e con voce soave ha chiesto perdono a suo padre, perdono a sua madre, per essere andato via troppo presto per noi tutti, non troppo presto per Lui. E mi chiedo se in un abbraccio sia giusto patire il dolore di chi ci ama ma non abbastanza, perché l'amore, purtroppo, non è mai abbastanza.

[carlos-d-anger]

Ti scrivo. O forse non ti scriverò mai. E non so dove sei e temo non lo saprò mai.

[carlos-d-anger]

E’ la vergogna che mi rinchiude, che lenta prosciuga le mie forze, giovane, più giovane di me, quindi più forte, ma inesperta, mi consuma, mi dilania senza aspettare che le ferite si rimarginino, mi tortura, ma lo fa male.

[carlos-d-anger]

Spegnete i colori, i tormenti, i dolori, gli ombrelli e i malumori

Che noi, che noi stiamo bene anche soli

Gazzelle

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In fin dei conti sto bene

Gazzelle - Scintille

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Non morire prima dei tuoi amici. Odio quelli che hanno un sacco di amici di qua e di là e poi muoiono facendoli diventare tutti tristi. Vivi finché non rimani da solo e piangi da solo. Li guardi tutti morire e poi muori da solo. Anche se piango, non ho mai fatto piangere un amico.

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When people ask me about my life goals

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Speranzicidio

Ti chiedo scusa

se con gli occhi

ti ho violentata

pugnalando

proprio dove scorre ancora

troppo sangue

e tutto il male

e il desiderio

di vedermi soffocare.

Siamo anime corrose

da tutto ciò

che non sappiamo.

Eppure io so

che solo insieme,

seppur da soli,

stiamo insieme.

Perché t’ho vista

che rimanevi

ed osservavi

e lo sapevi

che avrei dovuto stringerti più forte,

questo

lo sapevi.

E rinnegare 

tutto ciò che conosciamo,

rinnegarci,

è un delitto,

speranzicidio. 

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Wild Nothing

Nella mia mente c'è l'inizio e la fine, in ordine si dispongono ogni singola idea e il punto d'arrivo, siamo stati in partenza per ormai troppo tempo. E adesso che ho imparato a danzare tra i miei sentimenti riesco quasi a godere, sorridere del mio senso del ritmo, che mi spinge a non usare parole nello stesso modo in cui con lei non usavo l'audacia. Tormentato dai miei desideri mi infrangevo contro un muro di pianti, lacrime che parevano acido al contatto con la pelle, annegavo e morivo, e mi piaceva morire. Ma adesso che finalmente ho imparato a nuotare, mi sento a mio agio, mi sento più forte ed è la forza di un Dio, non il tuo Dio, ma solo il mio Dio. Colui che mi vede e mi sente e mi sfida. E lo sa che io posso, lo posso sfidare, finanche nel sole, finanche la notte, nel buio più oscuro, lo sento gridare, mi dice: "colpisci!" e io carico il colpo. E ne ho ancora per molto, credetemi, ne ho ancora per molto.