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British soldiers training with 13.2mm Boys Antitank rifle
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Durante la seconda guerra mondiale, gli alleati mapparono i fori di proiettile negli aerei colpiti dalla contraerea nazista. La deduzione logica degli ingegneri e dei costruttori fu quella di rinforzare le aree maggiormente colpite, al fine di blindare ulteriormente i velivoli, dando loro maggiore resistenza al fuoco nemico. Un matematico e statistico ungherese, di nome Abraham Wald rifugiatosi negli Stati Uniti perché ebreo, giunse però a tutt'altra conclusione: i puntini rossi, che vediamo nell'immagine, rappresentano solo i danni subiti dagli aerei che tornarono alla base, e non di quelli abbattuti. Secondo lo studioso infatti, le aree che dovevano esser rinforzate erano quelle in cui non c'erano puntini rossi, poiché se fossero state colpite l'aereo e il suo pilota non avrebbero più fatto ritorno a casa. Questo fenomeno si chiama "Pregiudizio di Sopravvivenza". Avviene quando guardiamo le cose che sono sopravvissute quando invece dovremmo concentrarci su quelle che non ce l'hanno fatta...
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Questa fotografia è stata scattata in Irlanda nel 1972, e ritrae una ragazza che spara usando l'arma del suo fidanzato, caduto ferito in una battaglia contro l'esercito britannico.
L'uomo sopravvisse, trasportato in un luogo sicuro, grazie al sacrificio della sua ragazza che affrontò i soldati inglesi fino a rimanerne uccisa.
Quando il comandante del battaglione inglese scoprì di aver lottato contro una donna, ordinò ai suoi soldati di non toccarne il corpo e permise agli irlandesi di seppellirlo. Si dice che questi abbiano sentito il comandante inglese esclamare: "La regina non si preoccupa di noi come questa donna si è preoccupata per il suo uomo e la sua terra".
La foto è stata scelta come simbolo per la festa della donna in Irlanda, accanto alla frase: "Non aver paura di legarti con una donna forte. Può arrivare il giorno in cui lei sarà il tuo unico esercito."

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Saving Private Ryan, using 60 mm mortar shells as grenades.
Steven Spielberg, 1998.
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''Non è per salvare il capitalismo che ci battiamo in Russia.
È per questo che i soldati al fronte hanno una tale fiducia.
Se l'Europa deve essere ancora questa, se deve ritornare ad essere
l'Europa dei banchieri, di questa grande borghesia corrotta, della
facilità e dell'infiacchimento, bene, noi altri lo diciamo senza giri
di parole, preferiamo ancora che il comunismo avanzi e faccia saltare
tutto per aria. Auspichiamo che tutto salti piuttosto che vedere
ancora rifiorire questo marciume. Noi altri guarderemo i caricatori
e dopo aver sbaragliato la barbaria bolscevica, affronteremo i
plutocrati, per i quali abbiamo riservato le nostre ultime munizioni. ''
Dal discorso di Leon Degrelle,
comandante della Divisione delle Waffen SS - Wallonien,
tenuto il 5 marzo 1944 al Palazzo di Chaillot

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Il Paganesimo non ha mai avuto paura del sapere. Ha avuto paura dell’ignoranza e sotto il diluvio dell’ignoranza era cacciato fuori dai templi.

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Cento anni fa stava ancora infuriando la Prima Guerra Mondiale. Al termine erano deceduti, tra militari e civili, circa diciassette milioni di uomini su tutti i fronti, a cui vanno poi aggiunti i morti per le pandemie verificatesi dopo la guerra, come le vittime della influenza detta “spagnola”. Come sono stati sepolti i Caduti sul campo qui in Italia? Al termine della Guerra venne istituita la Commissione Nazionale per le Onoranze ai Militari d’Italia e dei Paesi Alleati Morti in Guerra, il cui comando era affidato ad Armando Diaz, e l’Ufficio Centrale per la Cura e le Onoranze alle Salme dei Caduti di Guerra. Quest’ultima Organizzazione suddivise il fronte italo-austriaco in cinque settori: Gorizia, Udine, Treviso, Trieste e Trento, ed iniziò a setacciare le linee del fronte in cerca degli anche più sperduti cimiteri e tombe singole per dare una “degna sepoltura” ai nostri soldati: le salme raccolte in 2.876 cimiteri vennero concentrate in appena 349 ossari (di cui 64 costruiti appositamente). Le salme in “eccesso” vennero tumulate in cimiteri civili ampliati ad hoc. Naturalmente l’intera operazione non venne gestita bene sin dall’inizio: gli appezzamenti dove sorgevano molti dei cimiteri erano privati e l’alto affitto costrinse il Governo a cercare una soluzione definitiva. Venne così creata una nuova carica: il Commissario straordinario per le Onoranze ai Caduti in Guerra. Questa figura venne introdotta nel 1927, ad “appena” 9 anni dalla fine del Conflitto, ciò significa che, dopo quasi un decennio, molte salme venivano ancora spostate da un cimitero all’altro. Durante il Governo fascista vennero costruiti i giganteschi sacrari e ossari per “celebrare quei giovani che avevano difeso la Patria”: saranno inaugurati: l’Ossario del Pasubio (1926), quindi quello del Cimone (1929) che accoglie circa 5.200 salme e il Sacrario di Redipuglia (1936) che ospita oltre 100.000 caduti. Poco lontano v’è un piccolo cimitero austroungarico, che naturalmente passa in secondo piano rispetto a quello di Redipuglia. Questo luogo di Riposo ben incarna cos’era l’Impero (Austria-Ungheria). Nomi di soldati polacchi, dalmati, magiari, slovacchi e tedeschi. Cimiteri di questo tipo sono sparsi su tutti i fronti in cui ha combattuto l’esercito di Franz Conrad. Su tutte le croci v’era, almeno inizialmente, una tettoia lignea e una targhetta in ceramica smaltata che riporta il nome del soldato sepolto e lo stemma del casato asburgico: in virtù di ciò si può desumere che, nonostante l’Impero sia caduto nel 1918, le salme erano già state sepolte degnamente già durante la guerra e nell’immediato periodo post bellico, senza essere rimbalzate da un cimitero all’altro. Forse la caduta dell’Impero ha impedito la monumentalizzazione di questi luoghi che oggi sono in larga misura abbandonati e trascurati; di molti si sono addirittura perse le tracce.
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I “barattoli” di Hitler Hitler avrebbe voluto che la guerra iniziasse il 26 agosto 1939, appena tre giorni dopo la firma del patto con Mosca. Contrariato dal fatto che Mussolini non intendeva combattere al suo fianco fin da subito e che i dispacci diplomatici lasciavano intendere che Francia e Gran Bretagna volessero mantenere le promesse fatte alla Polonia di intervenire al suo fianco in caso di aggressione nazista, rimandò l’attacco al 1 settembre. Alle ore 20:00 del 31 agosto lo sturmbannfuhrer Alfred Naujocks del Sicherheitsdients (Servizio di sicurezza tedesco) condusse una squadra di uomini, travestiti da soldati polacchi, in un finto assalto alla stazione radio tedesca di Gleiwitz, nell’Alta Slesia. L’unità comprendeva anche una dozzina di carcerati, a cui era stata promessa la libertà, indicati in codice con il termine sbrigativo di conserven (barattoli). Ci fu uno scambio di colpi e furono trasmessi per radio alcuni slogan patriottici polacchi prima che gli “assalitori” si ritirassero, lasciando sul campo i “barattoli”, uccisi dai proiettili sparati da alcuni mitraglieri delle SS: i loro corpi insanguinati furono mostrati ai corrispondenti stranieri come prove dell’aggressione polacca. Alle 5:40 del mattino dopo i soldati tedeschi alzarono le sbarre dei posti di confine sulla frontiera orientale e invasero la Polonia.
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