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L'amore non è qualcosa che si fa, si dice o si insegue. Non è una casella da spuntare o un premio da vincere. Non è qualcosa che possiedi o qualcosa che ti possiede. Nella sua forma più pura, l'amore è semplicemente. È il filo silenzioso che ci tiene uniti, la corrente che scorre sotto ogni cosa, che ce ne accorgiamo o no. L'amore è ciò che rimane quando la paura svanisce. Non è forte, ma è costante - una presenza tranquilla e costante sotto il rumore della vita. È nel modo in cui ci ammorbidiamo quando ci sentiamo al sicuro, nel modo in cui respiriamo un po' più profondo quando sappiamo di essere accettati così come siamo. L'amore non può essere misurato o contenuto perché non è una cosa - è un modo di essere, di esistere. Quindi, quando chiediamo: "Che cos'è l'amore? ” - forse la risposta è più semplice di quanto pensiamo. L'amore è qui. Lo è sempre stato. Non è qualcosa da afferrare, ma qualcosa da permettere. E quando lo facciamo, ci rendiamo conto che non è mai stato separato da noi.
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"What if this is a past life too, and we are already something else to each other in our next life?"
—Past Lives (2023)
Dir : Celine Song
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“Lei sa che la parola ‘curioso’ viene dal latino cura? Dobbiamo essere fieri del nostro difetto: essere curioso significa prendersi cura. Cura del mondo e dei suoi abitanti.”
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NON SONO NATA PER ESSERE RAGIONEVOLE. SONO NATA PER AMARE, PER ESSERE FELICE, PER ODIARE, PER IMMAGINARE, PER INVENTARE, PER CAPIRE E ANCHE - DI TANTO IN TANTO - PER ESSERE RAGIONEVOLE, MA NON DEVO ESSERE RAGIONEVOLE. - Patrizia Cavalli
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"La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti. Allora andiamo che è tardi" ILLUSTRAZIONE: Monica Barengo
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L'AFFASCINANTE MONDO DI CARTA DELL'ARTISTA GIAPPONESE AYUMI SHIBATA Ayumi Shibata è una paper artist giapponese che trasforma la carta bianca in sculture e paesaggi suggestivi, con una tecnica a prima vista semplice. Lo fa tagliando la carta, sovrapponendola in diversi strati e utilizzando la luce come elemento per dare atmosfera. Alcune delle opere di Shibata sono letteralmente paesaggi in miniatura da poter tenere in mano, altri sono enormi installazioni immersive, in cui le persone possono letteralmente entrare. L’artista ha cominciato a pensare a queste “città di carta” mentre viveva a New York. Durante la visita a una chiesa per meditare e fuggire dal rumore della città, ha osservato le vetrate colorate e illuminate dalla luce naturale. L’ispirazione principale dell’artista arriva dalla natura, infatti Shibata si riferisce al suo lavoro utilizzando il termine “Kami”, parola giapponese che significa contemporaneamente “Dio”, “spirito”, “divinità” e “carta”. I paesaggi che è in grado di creare spesso sono surreali, con una buona dose di mistero e in alcuni casi addirittura spettrali. Di tanto in tanto si possono scorgere tra i paesaggi di carta delle figure, che inserite all’interno di foreste fitte o tra gli scorci urbani possono incutere timore. I ritagli poi, essendo sovrapposti ed esposti a luci posizionate strategicamente, interagiscono tra loro, creando suggestivi effetti d’ombra e di luminescenza.
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“Se pensi a quelle volte nella vita che hai trattato le persone con un amore e una correttezza straordinari, e te ne sei preso cura in maniera totalmente disinteressata, solo perché avevano valore come esseri umani… Ecco, la capacità di fare altrettanto con noi stessi. Di trattare noi stessi come tratteremmo un buon amico, un amico prezioso. O un nostro bambino che amiamo più della vita stessa. E penso che sia possibile arrivarci. Penso che in parte il compito che abbiamo sulla terra sia imparare a fare questo". Intervista a David Foster Wallace.
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