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conlaterra · 11 years
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Sfidando il freddo... i ragazzi di Viale Trieste 393 in visita al ConventoSantaVittoria (presso fratte rosa)
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conlaterra · 11 years
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#unmuseochecresce
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conlaterra · 11 years
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Allievi corso di ceramica dell'Accademia di Urbino in visita all'antica bottega Gaudenzi (presso fratte rosa)
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conlaterra · 11 years
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Concorso un museo che cresce | La terra
“Era una terra fredda, diceva nonna Gemma, una terra che non era buona per piantare, fredda e cretosa, che nessun aratro poteva far di diventare morbida da permettere alle radici di infilrarsi, e così non ci si poteva piantare niente, né grano né vigne […]. Non ci si poteva piantare niente, ma serviva ad altro, diceva nonna, perché il Signore, quando ha creato il mondo, ha pensato a tutto, ha creato la terra per piantare, l'acqua per bagnare, il vento per asciugare e il fuoco per cucinare. E la creta il Signore l'ha creata per fare le terrecotte”.
La terra di cui parla nonna Gemma nel racconto "Terracotta" di Lilianà Laganà “L'ultima favola” è il Lubaco terreno fortemente argilloso presente nel territorio frattese, terra che gli artigiani locali hanno sapientemente lavorato nel corso dei secoli sia per la produzione delle terrecotte sia per i mattoni di terra cruda e paglia utilizzati nelle costruzioni.
I luoghi attorno al paese per prelevare questa terra erano diversi e ogni artigiano né aveva uno segreto, vi si recavano la mattina all'alba senza farsi vedere e “per non far sapere dove andavano, dopo aver scavato e preso la terra, la ricoprivano con rami e foglie, e così nessuno se ne accorgeva. Tutti facevano la stessa cosa, tutti avevano il loro pezzo di terra”.
In tutta la zona, in quei luoghi che da Fratte Rosa portavano a scendere verso Reforzate e Fossombrone o a salire verso Montevecchio e Montalfoglio, senza dimenticare le zone più vicine del Convento Santa Vittoria, dei Lubachi e del Maltaro, la terra, l'argilla per produzione delle terrecotte e dei mattoni per la costruzione di architetture in terracruda non mancava.
In ogni zona era presente un diverso tipo di terra che si adattava a vari tipi di lavorazione. Ecco quello che ci hanno raccontato Daniele Giombi e Giacomo Bonifazi, due dei tre artigiani della terracotta di Fratte Rosa;
“La differenza principale tra l'argilla e il lubaco (creta) è che l'argilla resiste al fuoco e al calore, mentre il lubaco al gelo. Questo quindi è più adatto per la creazione di vasi da esterno come le trocche, gli orci e le giare ma anche per vasi per conservare i cibi come le vettine e le albarelle. Con l'argilla invece si producono le pigne, le marmitte e le stufarole utilizzate in cucina”.
  Link utili: 
www.conventosantavittoria.it
Bando concorso un museo che cresce http://www.conventosantavittoria.it/con_la_terra.asp?id=31
Terrecotte Gaudenzi: http://terrecottegaudenzi.com/
Terrecotte Bonifazi: http://on.fb.me/16aXriU
Terrecotte Giombi: http://www.terrecottegiombi.it/
Bibliografia: 
Laganà, L. (2012), L'ultima favola, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, Ancona
Volpe G. (2010), Sulle tracce dei vasai, Gianni Volpe, Fano
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conlaterra · 11 years
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Fare le terrecotte è un'arte - continuava nonna - è il mestiere più antico di Fratterosa, solo l'arte di piantare è più antica dell'arte delle terrecotte. Prima erano tutti contadini, poi invece alcuni si sono messi a fare solo le terrecotte, e sono diventati vasari. E un po' alla volta i vasari hanno inventato tutte queste cose che ci sono adesso. Prima non c'erano tutte queste cose, sono stati loro a inventarle, e continuano a inventarne ancora.
"L'ultima favola" di Liliana Laganà
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conlaterra · 11 years
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Concorso un museo che cresce | Fratte Rosa il paese dei vasari
"Fratte Rosa è ancora oggi universalmente riconosciuta come la capitale delle terrecotte dell'alta Marca e il luogo storico di cocciai e pignattari, la terra da cui provengono quegli oggetti color nero melanzana che ogni persona riconosce immediatamente come le più originali ceramiche delle Marche" cit. Gianni Volpe (2010) "Sulle tracce dei vasai" p.147
La lavorazione artigianale dell'argilla ha connotato nei secoli Fratte Rosa come centro di produzione di oggetti in terracotta parzialmente smaltati e popolarmente denominati “cocci”. In paese e nelle campagne circostanti si trovavano infatti molti laboratori, fornaci e botteghe dedicate alla lavorazione, alla cottura e alla vendita di questi manufatti.
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Sembrerebbe, inoltre, che il nome del paese derivi da questa tradizione: la parola fracta, che ci porta a pensare che lo sviluppo di questa attività si ebbe già in epoca romana, indica la battitura, la macinatura e la lavorazione manuale della terra. Le prime testimonianze scritte di un antico borgo, Castrum Fractarum,  si ritrovano in alcuni documenti malatestiani risalenti al Medioevo.
Oltre la rilevanza storica di quest'arte legata ai saperi degli uomini e alle tradizioni locali, non è da meno quella economica. Numerose famiglie della comunità avevano un laboratorio artigiano dove ci lavoravano fino a sei persone e dove si arrivavano a produrre 30.000 pezzi l'anno. La lavorazione era concentrata più in estate perché il clima permettave una più rapida essicazione dell'oggetto per permettere poi il proseguire delle altre fasi di lavorazione (cottura e smaltatura).
Dopo la seconda guerra mondiale le fornaci attive a Fratte Rosa erano circa 12 e le famiglie impegnate in questa attività erano numerose. Della famiglia Fabiani, la più antica, si ha menzione alcuni atti dell' '800 ma poi troviamo la famiglia Bartoli, la famiglia Guerra, Cianni, Mencarelli, Ceccarelli, Pietrucci, solo per citarne alcune.
I cocci raggiungevano tutto il pesarese ma anche Corinaldo e Senigallia, Sassoferrato e Gualdo Tadino. Gli artigiani si spostavano a piedi o su carri per raggiungere i mercati dei paesi vicini e lontani, occasioni nelle quali i clienti commissionavano utensili su misura, adatti all'esigenza personale e della famiglia, o magari ne portavano altri, rovinati dall'usura giornaliera, a riparare.
Oddo Fabiani ricorda così i suoi viaggi per raggiungere i mercati:
"Pensare che noi  ce ne andavamo coi birocci tirati dai bovi fino a Pesaro, per la fiera dell'8 settembre. Portavamo fino a millecinquecento pezzi. E ci volevano tre giorni , per andare e per tornare"; "Andavamo a vendere a piedi fino a Castelleone e perfino a Pergola, spingendo un biroccetto carico. Ricordo ancora il fratello di mio nonno, ottant'anni suonati e ancora spingeva il suo biroccio di pieno inverno" da un'intervista a Oddo Fabiani di Domizia Carafoli in Sulle tracce dei vasai  di G. Volpe p.167-169.
E' a partire dagli anni '60, con l'introduzione di utensili di acciaio, alluminio e plastica che la produzione delle terrecotte subisce un drastico calo, la domanda diminuisce e gli artigiani chiudono le botteghe.
Oggi sono attive  a Fratte Rosa tre botteghe; Giacomo Bonifazi, Daniele Giombi e Beatrice Gaudenzi custodiscono i saperi, tecniche e segreti svelati dei loro maestri artigiani, dai loro nonni e dal tempo.
Link utili: 
Convento Santa Vittoria e Museo demoetnoantropologico delle terrecotte
Terrecotte Gaudenzi
Terrecotte Bonifazi
Terrecotte Giombi
Bibliografia: 
Campanelli L. (2003), La tradizione ceramica a Fratte Rosa in Comune di Fratte Rosa Museo delle terrecotte, catalogo, Comune di Fratte Rosa
Comune di Fratte Rosa (2003), Museo delle terrecotte, Catalogo 
Carafoli D., Cocci e cocciari  in Sulle tracce dei vasai, Gianni Volpe, Fano, 2010
Volpe G. (2010), Sulle tracce dei vasai, Gianni Volpe, Fano
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conlaterra · 11 years
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CONSERVA D'ARGILLA PER L'INVERNO. la ricca concentrazione di silicio e ferro fanno dell'argilla un elemento versatile a costo zero, antico e potente rimedio naturale dai mille impieghi. Non solo terracotta... 
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conlaterra · 11 years
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UN MUSEO CHE CRESCE contest 
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conlaterra · 11 years
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workshop di mattoni in terra cruda con bambini e passanti alla festa Oh che bel castello di Fratte Rosa 2013
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conlaterra · 11 years
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conlaterra · 11 years
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visita a casa Storoni con Gianni Volpe e Lorenzo Amaduzzi
Passeggiata domenicale lungo la strada che da Fratte Rosa porta in aperta campagna, nella zona dei Lubachi, alla scoperta delle case di terra cruda e paglia. La prima tappa è casa Storoni, che visitiamo con due guide d'eccezione; il fotografo Lorenzo Amaduzzi e l'architetto Gianni Volpe che ne ha curato il restauro. Non potevamo che iniziare da qui...
articolo dedicato su MappE #2
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conlaterra · 11 years
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CON LA TERRA
Il progetto CON LA TERRA animerà gli eventi dell'ex Convento Santa Vittoria di Fratte Rosa (PU) per tutto il 2013.
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conlaterra · 11 years
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Primo sopralluogo all'ex Convento Santa Vittoria di Fratte Rosa, aspettando la fine dei lavori di restauro.... e che diventi a tutti gli effetti sede operativa del progetto CON LA TERRA. Le premesse ci sono....
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