Device tecnologici di uso quotidiano. Siamo tre studenti del Politecnico di Torino. Seguiamo il corso di Rivoluzione Digitale e in questo blog parleremo di personal computer, smartphone, tablet e di qualsiasi altro device tecnologico che ad oggi ha quotidianamente un ruolo importante nella nostra vita. Seguiteci! Mario Zurlo zurlomarioMatteo Dalmasso TheCharliethPaolo La Barbera laba95
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Alla guida con i DailyTechGadget
Da anni l’evoluzione tecnologica ha invaso ogni settore, compreso quello automobilistico, nel quale si stanno sviluppando numerose innovazioni che presto diventeranno una realtà quotidiana. Se pensiamo a quante persone utilizzano l’automobile almeno una volta al giorno, possiamo intuire facilmente perché lo sviluppo tecnologico abbia puntando fortemente in questa direzione.
Il device tecnologico per eccellenza all’interno di un’auto è stato sicuramente il navigatore satellitare, sul quale l’azienda olandese TomTom ha praticamente controllato in solitaria il mercato per anni. Oggi la situazione è cambiata. La domanda sorge spontanea: perché comprare un navigatore satellitare quando posso avere lo stesso servizio offerto comodamente dal mio smartphone? Chiunque ne possiede uno e proprio per questo motivo, le case automobilistiche stanno evolvendo le proprie auto per interfacciarle a samrtphone e tablet. La potenza di calcolo di questi dispositivi, permette oggi di utilizzarli come veri e propri computer di bordo. Essi possono fungere da navigatori satellitari, riproduttori musicali, assistenti vocali ma anche come mezzo di collegamento con il mondo esterno attraverso Internet. Non si viaggia più semplicemente, ma si viaggia connessi. Per fare un esempio, aziende come Ford, BMW, Ferrari hanno scelto di inglobare all’interno dei propri mezzi dei sistemi di controllo tramite device e, in molti casi, si sono create partnership vantaggiose per entrambe le parti (Ford-Spotify, Ferrari-Apple); la fusione fra device tecnologici e automobili funziona troppo bene, e le aziende lo sanno bene. Scendendo nel dettaglio possiamo trovare parecchi dispositivi che presto diventeranno familiari a molti guidatori. I più utilizzati sono appunto gli smartphone i quali permettono connessioni bluetooth per la riproduzione musicale, assistenti vocali (uno su tutti Siri) per il controllo delle funzionalità durante la guida, mappe, chiamate… Ma non solo smartphone. Sono in arrivo sulle auto di ultima generazione, device davvero innovativi, che fino ad adesso avevamo solamente potuto immaginare. L’Head-Up Display (HUD) permette di creare un’immagine virtuale proiettando informazioni direttamente sul vetro di fronte al guidatore.

Nuovo navigatore Garmin con tecnologia HUD. fonte: www.garmin.com
L’azienda giapponese Alps Electric invece sta sviluppando sistemi di controllo di uno schermo mediante il gesto di una mano, molto utile per non essere distratti mentre si guida. Il più curioso, ma forse anche il più utile, è il Sistema anti-alcool, un nuovo device studiato in America: una serie di sensori installati sul pulsante di avvio dell’auto e sul volante, sono in grado di registrare il livello di alcool nel sangue impedendo l’accensione del veicolo nei casi oppurtuni. E chiaro quindi che “l’ auto del futuro” non è molto lontana dai giorni nostri; gi�� oggi, secondo una ricerca pubblicata da Nielsen, un conducente su cinque utilizza un automobile ad alto contenuto tecnologico. Aspettiamoci nei prossimi anni l’invasione di auto sempre più cariche di display, più interattive, più connesse. L’euforia per il progresso tecnologico in questo settore va comunque accolta con un occhio di riguardo a quello che è l’obiettivo principale quando si sale in macchina: GUIDARE! Le innovazioni all’interno dell’auto devono progredire con una certa sensibilità in funzione di esso. Uno dei problemi più grossi portato da tutti questi device è proprio quello che l’attenzione dell’autista venga distolta dalla guida per tenere sotto controllo tutte le nuove funzionalità. Per permettere il funzionamento del binomio auto-tecnologia sarà necessario mantenere un’equilibrio fra “stay connected” e “drive safety”, per permettere un corretto sviluppo delle tecnologie in questa direzione e fare dell’automobile il primo dei “DailyTechGadget”. Paolo La Barbera
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How can we break the cycle of iWant
Navigando su internet ho trovato questo interessante articolo scritto nel 2012 da Heidi Moore sul quotidiano inglese The Guardian. Esso parla di come rompere il ciclo vizioso in cui ormai siamo immersi da anni riguardo alle tecnologie digitali, il cosiddetto "iWant", elencando alcune soluzioni possibili e i problemi legati ad esso.
In seguito trovate il link all'articolo originale e la mia traduzione dall'inglese all'italiano. Buona Lettura
Link all’articolo.
Il comico Louis CK ha tenuto uno sketch teatrale chiamato "Everything's amazing and nobody's happy", in cui scherza sulla nostra esasperazione moderna con i gadget tascabili che, qualche anno fa, sarebbero stati considerati abbastanza potenti da mandare un uomo nello spazio, o almeno gestire una società di modeste dimensioni.
"Uh", egli prende in giro un cittadino ignaro agitando il suo smartphone, che si sta caricando, "E non ... uh!" Louis CK torna con una controreplica ruggente: “Dagli un secondo! Sta andando nello spazio! Puoi dargli un secondo per tornare dallo spazio? La velocità della luce è troppo lenta per te?" La sua bruciante conclusione è chiara: "Viviamo in un incredibile, incredibile mondo, sprecato da una schifosa generazione di idioti viziati."
Louis CK ha tenuto il suo sketch anni fa, ma esso è rimasto particolarmente importante - in particolare in una settimana come questa, in cui Apple ha annunciato diversi nuovi prodotti con molte funzioni sovrapposte. L'iPod touch, l'iPad mini - il tutto a prezzi esorbitanti, mentre Microsoft presenta il suo nuovo tablet, il Surface, e gli appassionati di Android argomentano sul fatto se ne valga la pena di acquistare un telefono Galaxy ora o attendere che il prossimo Nexus si manifesti .

Immagine scattata da Keystone/Rex Features e rilasciata in Creative Commons. Fonte: http://gu.com/p/3bccp/stw
Ma sempre più consumatori in questa stagione sono ossessionati per il mini iPad e il nuovo iPod touch, se il tablet Google Nexus sia superiore alla Amazon Kindle Fire HD, e dalle virtù del lightning connector di iPhone 5 rispetto al vecchio connettore di iPhone 4s che lo ha preceduto da meno di un anno, è un buon momento per fare un passo indietro e chiedersi come siamo arrivati a questo punto. Questi dispositivi, delicati come uova Fabergé, confezionati come gioielli - e prezzo di conseguenza - sono diventati, in molte menti, quasi immediatamente usa e getta non appena il prossimo dispositivo con risoluzione retina display ci farà aspettare con ansia la prossima grande innovazione.
Su Twitter, questo tipo di comportamento potrebbe essere etichettato #firstworldproblems, problemi indulgenti di una popolazione troppo drogata dal confort e dal diritto di vedere la realtà in maniera privilegiata. Avere migliaia di dollari da spendere per adorabili dispositivi tecnologici segna un netto contrasto non solo con la mancanza di risorse per i malati, affamati e senza tetto, ma anche con un'America che sta annegando nella disoccupazione, o con le deplorevoli condizioni subite dai lavoratori nelle fabbriche Foxconn, rinunciando a parte delle loro libertà e vite per guadagnarsi da vivere costruendo questi gioielli tecnologici che noi scartiamo così spensieratamente.
Thomas Wensma, designer e fondatore di Ambassador Design nei Paesi Bassi, sta cercando di invertire la tendenza. Ho parlato con lui sul fatto che alcuni proprietari di iPad 3 sono già preoccupati di essere stati "traditi" dal rilascio del mini iPad solamente sette mesi dopo la vistosa uscita del loro ormai passé iPad. Tutto ad un tratto, come nel mondo di Louis CK, questo dispositivo perfetto, l'iPad 3, che valeva 800 $ sette mesi fa, con un display visivo che era inimmaginabile appena tre anni fa come parte di un prodotto di consumo - questo dono dal paradiso dei consumatori elettronici - pare un po' squallido ad alcuni, in quanto non ha nemmeno un lightning connector e il suo microchip non è l'ultima versione.
Wensma ammette che questa è la psicologia dei consumatori. "Vogliamo qualcosa di nuovo, qualcosa di carino, la prossima cosa brillante" dice. Come designer, sa che i suoi colleghi devono soddisfare questo desiderio per il prossimo interesse.
Ma una parte di questo, Wensma pensa che sia a causa dei produttori. Egli detesta "l'obsolescenza programmata", il sistema dispendioso con cui le imprese - molte delle quali producono elettronica per uso personale - hanno proposto prodotti scadenti o inadeguati semplicemente perché sanno che, entro sei mesi o un anno, ne uscirà uno nuovo.
Si consideri che Apple, per esempio, ha introdotto il nuovo mini iPad, l'iPhone 5 e il nuovo iPod touch entro tre settimane l'uno dall'altro, e in gran parte in meno di un anno dell'ultima edizione di tali prodotti.
Sappiamo che questo garantisce un flusso di ricavi per le aziende come Apple, Google o Samsung, le quali possono padroneggiare il ciclo di innovazione e la sete di nuovi prodotti in grado di tenere i consumatori nei negozi per anni e anni. Questo previene preoccupazioni finanziarie da parte delle aziende, grazie al rilascio di dispositivi come il primo iPhone o BlackBerry, che, diffusi nel mondo velocemente, hanno raggiunto rapidamente una saturazione quasi totale. Questo ha permesso agli analisti di Wall Street di chiedersi dove queste compagnie avrebbero trovato “the next big thing" per garantire la crescita. Apple, ad esempio, potrebbe avere miliardi di dollari di denaro a portata di mano, ma per sopravvivere in un mondo competitivo, deve trovarsi altri miliardi ogni anno. Siamo tutti partecipanti disposti a questo gioco di manipolazione.
Wensma in un commento recente scrive: “L’obsolescenza fa leva sulla debolezza psicologica umana e le aziende sono molto brave a sfruttarla per vendere più prodotti."
Ma forse è il momento di crescere e rompere il ciclo e rispettare questi dispositivi creati e progettati con cura per quello che sono:dispositivi e non nuove divinità da adorare. Capire che dovremmo usare gli apparecchi elettronici fino a quando non funzionano più, e non fino a quando ci annoiano o siamo distratti da qualche altro dispositivo. Questo costringerebbe le aziende a creare prodotti migliori e più affidabili. Questo ci permetterebbe anche di risparmiare, come consumatori, migliaia di dollari nei nostri bilanci che attualmente spendiamo a soddisfare i nostri capricci, piuttosto che ottenere qualcosa di grande.
Paolo La Barbera
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Le smart TV 2.0: Android TV
Le smart TV sono presenti nei negozi di elettronica da anni ormai, ma non hanno avuto un riscontro particolarmente positivo, ciò è dovuto principalmente a due fattori: il prezzo tendenzialmente elevato di questi dipositivi e l'esperienza di scarsa qualità che offrivano, a causa di implementazioni software discutibili e scarsa compatibilità con risorse esterne. Negli ultimi anni però molte aziende si sono impegnate nello sviluppo di quella che si può definire la nuova generazione di smart TV: android TV.
Android TV, come suggerisce il nome, è una implementazione del OS di Google specifica per televisori, in questo caso però l'unica soluzione proposta non consiste in enormi e costosi televisori con sitema operativo a bordo, ma c'è anche la possibilità di trasformare un normale televisore in una smart TV tramite l'android TV box, un dispositivo dal costo molto più contenuto. Altra differenza sostanziale ripetto alle tradizionali smart TV è l'efficacia dell'implementazione software, e l'esperienza di utilizzo che offre, grazie ad una versione dedicata di android, si ha un accesso immediato ai contenuti multimediali sulla rete ed una completa compatibilità con molti servizi di intrattenimento, come ad esempio Netflix, applicazioni e giochi del play store e molto altro.

Lo Shield, l’android TV di Nvidia. Foto rilasciata in creative commons. Fonte: Flickr.com
Il principale punto di forza di android TV resta comunque quello di essere open source, e quindi diventare punto di partenza per la creazione di smart TV sempre più all'avanguardia, e sempre più accessibili a tutti. Asus, Nvidia, Sony e altre aziende stanno sviluppando le loro android TV, ognuna indirizzata verso un certo target e specializzata in determinate funzionalità, in questo modo l'aquirente ha anche la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di prodotti quello che più soddisfa le sue esigenze.
Android TV è un software che sta entrando in molti dispositivi, e in molte case, creando una nuova concezione di televisione, intesa sia come oggetto che come servizio.
Matteo Dalmasso
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VR e AR: la digitalizzazione della realtà quotidiana
Realtà aumentata e realtà virtuale (immersiva) sono tecnologie sulle quali le persone si dividono tendenzialmente in due gruppi: da una parte ci sono coloro che sono entusiasti delle possibilità che possono offrirci e delle migliorie che subiscono di anno in anno, dall'altra ci sono coloro che mantengono un certo scetticismo nei confronti di queste tecnologie, credendo che non possano essere particolarmente utili in alcun modo.
Con realtà aumentata o AR si intende l'inserimento di contenuti digitali nel mondo reale che noi vediamo, spesso ottenuto con la proiezione di questi su lenti di occhiali appositi, e l'interazione con questi oggetti. La realtà virtuale o VR invece, consiste nella creazione di una realtà completamente distaccata dal mondo reale con la quale possiamo sempre interagire, creata tramite l'utilizzo di visori contenenti schermi e lenti apposite in grado di dare un'illusione di spazio.
Sebbene gli scettici siano ancora piuttosto numerosi e convinti, realtà aumentata e realtà virtuale compaiono tutt'oggi in diverse applicazioni, si pensi all'utilizzo della realtà aumentata per l'esecuzione di operazioni chirurgiche a distanza, o di quella virtuale per la creazione di simulatori usati dagli eserciti per l'addestramento dei piloti.
Tuttavia, solo negli ultimi anni queste tecologie hanno cominciato a fare i primi passi nella vita quotidiana di tutti, e col tempo sempre più aziende di elettronica e software di consumo si sono avvicinate ad esse. Con l'entrata in campo di grandi aziende come Apple, Microsoft, Google, Facebook e molte altre, il settore ha visto in particolare nell'ultimo anno uno sviluppo incredibile, raggiungendo livelli in alcuni casi sorprendenti.
Anch'io inizialmente avevo qualche dubbio sulle possibilità di queste tecnologie di raggiungere livelli qualitativi soddisfacenti, tuttavia grazie alla brillante idea di Google: il Cardboard, un supporto di cartone assemblabile con due lenti apposite grazie al quale si può trasformare il proprio smartphone in un visore VR (o AR tramite la fotocamera), ho avuto la possibilità di provare l'esperienza della realtà virtuale senza dover spendere centinaia di euro, e ne sono stato particolarmente colpito. Inoltre molte altre aziende stanno sviluppando incredibili progetti nel campo, come ad esempio OSVR, il visore VR open source a costi contenuti sviluppato da Razer, oppure Hololens, il dispositivo per la realtà aumentata di Microsoft che nella presentazione all' E3 di quest'anno ha dimostrato di avere raggiunto dei livelli qualitativi incredibili.
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Dimostrazione di Microsoft Hololens al E3 2015
Sebbene può sembrare che questi prodotti siano puntati esclusivamente all'intrattenimento e al campo videoludico, in realtà questi ambiti vengono utilizzati dalle aziende come trampolino di lancio per dei prodotti che presto entreranno nella vita giornaliera di tutti.
Matteo Dalmasso
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Tablet o PC?
In questo post parlerò di computer portatili e tablet e proverò a rispondere ad una domanda che ultimamente ho sentito spesso, ovvero: “credi sia meglio comprare un tablet o un pc?” e cercherò anche di spiegare perchè questa domanda non è del tutto corretta, o meglio non è completa.
I computer portatili odierni e i tablet sono due prodotti che a prima vista potrebbero sembrare in qualche modo simili ma che in realtà hanno molte differenze in quanto, nonostante abbiano alcune funzionalità paragonabili, per molti aspetti non hanno nulla in comune.

Immagine rilasciata in Creative Commons. Fonte: pixabay.com
I tablet permettono di fare un uso intensivo della rete anche in mobilità, hanno all’incirca le stesse capacità di un evoluto smartphone ma grazie ad un display di pochi pollici in più permettono un uso molto intuitivo e lasciano all’utente una percezione di maggiore comodità. Se usate principalmente per navigare in Internet su social network, per leggere notizie, ebook o per divertirsi con giochi non troppo pesanti, queste tavolette touchscreen sono senza dubbio migliori di un computer perchè molto più ergonomiche e con un’autonomia maggiore. Ci si può sdraiare sul divano oppure a letto e in piena comodità scorrere il dito sullo schermo e navigare in Internet o interagire con le varie applicazioni. Una delle differenze tra i vari modelli da tenere presente è la possibilità o meno di inserire una scheda SIM che non ci permette di telefonare ma di navigare in Internet, senza scheda SIM il tablet può navigare solo nelle vicinanze di una rete wireless alla quale avete accesso.

Immagine rilasciata in Creative Commons. Fonte: commons.wikimedia.org
I PC nonostante dimensioni e peso ridotti sono comunque più ingombranti di un tablet, non sono sempre accesi e connessi e hanno meno autonomia. Ma relativamente a prestazioni e capacità non ci sono paragoni: montano processori, memorie e schede grafiche molto più potenti, sono comunque attivi in meno di un minuto e possono gestire più agevolmente file di grosse dimensioni. Non hanno una SIM all’interno e quindi hanno bisogno di una connessione wireless o di una chiavetta per essere connessi alla rete però possono aver installati tutti i software produttivi che si possano immaginare e quindi sono, anche in mobilità, perfetti come macchine da lavoro complete ed estremamente professionali anche grazie all’uso della tastiera fisica che a mio avviso è ancora la periferica di input migliore.
In sintesi abbiamo capito che nonostante le somiglianze questi due prodotti hanno fini diversi e quindi per poter fare l’acquisto migliore non basta chiedersi se sia meglio comprare un tablet o un pc, bisogna chiedersi anche qual è l’uso che se ne farà e in base a questo scegliere il device che meglio soddisfa queste esigenze. Se lavorate spesso in mobilità ma non potete trasportare troppo peso o se volete fare semplicemente quello che potreste fare con uno smartphone, ma in maniera molto più comoda e performante allora prendete un tablet. Se invece avete la necessità di una macchina completa che vi permetta di lavorare anche offline e con cui poter non solo di usufruire di materiale ma anche di crearlo allora comprate un computer portatile.
Grazie per il tempo dedicato alla lettura, spero sia stata utile ed interessante. Presto nuovi post su Daily Tech Gadget, continuate a seguirci!
Mario Zurlo
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Primi passi sulla rete
La scoperta del nuovo, l'ignorare l'utilità di uno strumento dal potenziale illimitato, e la comprensione tardiva dell'importanza di ciò che oggi è un componente chiave della società: in questo post porterò alla luce gli antichi ricordi di un bambino degli anni novanta che vive le sue prime esperienze con Internet.
Per quanto mi riguarda, la mia prima esperienza con internet non fu un evento che segnò la mia infanzia, cause l'euforia dell'allora recente arrivo del primo computer in casa e la scarsa attrattiva, quantomeno per un bambino, dei servizi allora offerti dalla rete, il primo impatto con la nuova tecnologia non mi coinvolse in modo particolare. Resta comunque indelebile il suo ricordo: le procedure da seguire per avere accesso alla rete, i bizzarri suoni emessi durante la connessione, le pagine internet dei tempi, le ricerche web col motore di ricerca Virgilio (Google ai tempi non godeva della notorietà di oggi) e molte altre immagini rimangono tutt'ora nei miei ricordi. Ma a quei tempi ciò che più mi intrigava e appassionava era il PC stesso, uno strumento ai miei occhi misterioso, che io utilizzavo solo per giocare con i miei amici, ma che mio padre utilizzava per progettare con i primi programmi di modellazione 3D, mentre io lo osservavo curioso, entusiasta di ciò che questa macchina era in grado di fare. Quando vidi per la prima volta il computer connettersi a internet non fui colpito in alcun modo, dato che ai miei occhi ciò che ero solito vedere sul PC era molto più entusiasmante e complesso, provai comunque interesse per la cosa, in quanto da quel momento si aggiungevano nuove funzionalità alla macchina, che negli anni a seguire fui in grado man mano di apprezzare e sfruttare.

Immagine rilasciata in Creative Commons. Fonte: www.flickr.com
Tuttavia, al giorno d'oggi i bambini hanno un primo impatto con internet totalmente diverso, scoprono uno strumento capace di offrire moltissimi servizi (utili o meno), e spesso ignorano il percorso che questa tecnologia ha dovuto seguire per raggiungere livelli simili, e finiscono con l'apprezzarla meno di quanto non la apprezzi una persona che nel corso della sua vita ha potuto vederne la crescita e lo sviluppo nel tempo.
Grazie per la lettura, se questo post vi è piaciuto o se volete saperne di più sui gadget e device che sono, o saranno, di uso quotidiano seguiteci su Twitter per rimanere aggiornati sui nostri nuovi post. A presto!
Matteo Dalmasso
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Nuove tecnologie: Apple Watch
Negli ultimi due anni il mondo della tecnologia ha cominciato a dare spazio ad una nuova categoria di prodotti, caratterizzati dal fatto di essere strettamente personali, i quali hanno preso il nome di dispositivi indossabili. Gli smartwatch stanno momentaneamente riscuotendo il maggiore successo in questa categoria e Apple non poteva farsi sfuggire l’occasione di svolgere un ruolo da protagonista anche in questo ambito. Durante il keynote del 9 settembre 2014, presso il Flint Center del campus di Cupertino, Apple ha presentato il suo primo smartwatch, l’Apple Watch. Disponibile in America dal 24 aprile 2015, l’orologio farà il suo esordio sul mercato italiano a fine Giugno 2015.
Ma cos’è effettivamente uno smartwatch, e in particolare un Apple Watch ?Andiamo ad analizzare le innovazioni hardware e software legate alle principali funzionalità dell’Apple Watch per avere una visione oggettiva del prodotto.

Immagine rilasciata in Creative Commons. Fonte: www.flickr.com
A livello hardware Apple ha dotato il device del chip S1, il quale racchiude oltre alla CPU, la GPU, il modulo Wifi e i conduttori per la ricarica ad induzione. L’area a contatto con la pelle sul retro di Apple Watch monta una serie di 4 LED, sia a infrarosso che a luce naturale, in grado di misurare il battito cardiaco insieme ad altri parametri sulla circolazione sanguigna. Oltre al classico touch capacitivo, è installato un sistema per richiamare l’attenzione dell’utente con la simulazione di un tocco sulla pelle, chiamato Taptic Engine. Apple Watch presenta un sistema operativo Apple iOS 8. Lo smartwatch non è “standalone” (capace di funzionare da se), ma per sfruttare al massimo le sue funzioni è necessario un collegamento ad un iPhone (5 o successivo). Sono implementate le chiamate, i messaggi, le e-mail, le mappe, la fotocamera e altre applicazioni utilizzabili sfruttando il Wifi e il GPS dell’ iPhone collegato. Grande innovazione è la sezione dedicata al Fitness, la quale si occupa di monitorare la frequenza dei nostri allenamenti tenendo sotto controllo le calorie bruciate piuttosto che la frequenza cardiaca. E’ possibile una condivisione di contenuti istantanea con la tecnologia Digital Touch che comprende messaggi, registrazioni, disegni...
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Recensione dettagliata dell’ Apple Watch di HDblog.it
Sfido chiunque a non rimanere colpito dalla tecnologia portata da Apple all’interno di un apparecchio di dimensioni così ridotte. Ora che lo smartphone è diventato un oggetto familiare, raggiungendo prestazioni elevatissime con costi sempre più accessibili, ci si compiace nel vedere che l’evoluzione tecnologica non si ferma, ma spazia in altre direzioni creando nuovi progetti. Apple Watch, o qualsiasi altro smartwatch, sarà davvero il prossimo device che entrerà nella vita di milioni di persone? Il periodo storico sembra quello giusto. Secondo le previsioni dell’istituto bancario statunitense Morgan Stanley, un possessore di iPhone su dieci acquisterà un Apple Watch, questo significa 30 milioni di unità vendute solo nel primo anno. La rivoluzione portata da questo apparecchio ha stupito davvero tutti, ma non dimentichiamoci che per la prima volta la tecnologia quotidiana, ovvero quella accessibile alla gente comune, è arrivata a distanza zero dal nostro corpo. Concludo lasciando uno spunto per una seria riflessione : l’evoluzione tecnologica nel portare la tecnologia sempre più a stretto contatto con il nostro corpo, ci permetterà davvero di migliorare la qualità della nostra vita o, al contrario, è un mezzo creato dalle grandi aziende per avere sempre più controllo sulla vita delle persone? I “DailyTechGadget” farebbero bene a rispettare quella linea immaginaria che non gli permette di monitorare o addirittura gestire le funzioni vitali del nostro corpo?
Ecco come dietro ad un piccolo oggetto si celino grandi riflessioni che permettono anche di comprenderlo nella sua completezza, pur trattandosi di un “semplice” Apple Watch.
Grazie dell’attenzione dedicata alla lettura!
Paolo La Barbera
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Google I/O
Da qualche giorno è cominciato il Google I/O 2015, sono tantissime le novità che il colosso di Mountain View sta presentando in svariati ambiti della tecnologia.
Si parla di Android M, del nuovo Android Pay, di Android Auto, di moltissime novità per Android Wear, di Now on Tap, Digital Fingerprint, Google Maps offline, Nuovo Google foto con archivio illimitato e di molto altro ancora. Insomma senza dubbio uno dei più interressanti incontri annuali sulla tecnologia.
Vi invito a dare un’occhiata! Continuate a seguirci, presto nuovi post.
Mario Zurlo
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Project Ara. Il futuro degli smartphone
The smartphone is one of the most empowering and intimate objects in our lives. Yet most of us have little say in how the device is made, what it does, and how it looks. And 5 billion of us don’t have one. What if you could make thoughtful choices about exactly what your phone does, and use it as a creative canvas to tell your own story?
Introducing Project Ara.
Designed exclusively for 6 billion people.
Conosciamo tutti bene il mondo degli smartphone, le loro potenzialità, il loro ruolo nelle nostre vite ed i loro limiti. Probabilmente però non ci rendiamo conto di quanto possa essere veloce la loro evoluzione. La crescità delle potenzialità di questi apparecchi negli ultimi anni può essere definita esponenziale, basti pensare che, non considerando il Simon di IBM, ed il Nokia 9000 (”smartphone” primitivi che non trovarono effettiva richiesta sul mercato) dall’uscita del primo vero smartphone (IPhone di Apple nel 2007) ad oggi sono passati pochi anni. In questo breve lasso di tempo le loro capacità sono notevolmente migliorate, tutto questo è stato possibile grazie ad un costante potenziamento della tecnologia su cui si basano ed è già da qualche anno ormai che si parla di smartphone modulari.
Inizialmente partorito da Motorola (acquisita poi da Google) Project Ara è un progetto volto all’ideazione ed all’implementazione di una nuova generazione di smartphone cosidetti “modulari”. In generale, l’idea di fondo è che si possa personalizzare l’hardware del proprio dispositivo in modo tale da porterne migliorare le caratteristiche. Ogni device si baserà su una sorta di telaio metallico che nasconderà le interconnessioni tra i vari moduli (Esempio: display, tecnologia Wi-Fi, processore, RAM, ecc.), in questo modo ognuno potrà scegliere il posizionamento dei moduli e la loro effettiva potenza. Ovviamente le riparazioni e sostituzioni saranno notevolmente facilitate anche per i semplici utenti ed il prezzo, per chi avesse diverse necessità economiche, sarebbe notevolmente contenuto scegliendo una configurazione da device entry-level. Come ogni nuova tecnologia Ara ha degli svantaggi, alcuni possiamo già intuirli altri sicuramente verranno scovati nel tempo: questi nuovi smartphone saranno più spessi a discapito dell’ergonomia e una normale batteria probabilmente non coprirà l’intera giornata, sicuramente piccole problematiche che con il tempo saranno risolte.

Immagine rilasciata in Creative Commons. Fonte: www.flickr.com
Google ha dichiarato di voler rilasciare entro la fine del 2015 in Porto Rico i prototipi di Project Ara per comprenderne le capacità e per indagare sulla possibile richiesta del mercato. In sostanza il Porto Rico sarà un mercato limitato che farà da pilota per il fututo rilascio di questi innovativi smartphone. Sappiamo ancora poco sul prezzo effettivo ma tutti noi appasionati di tecnologia non vediamo l’ora di avere tra le mani questo nuovo gioiellino proveniente da Mountain View.
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Ora potremmo chiederci: questo può davvero essere il futuro del mondo degli smartphone? I destinatari di questa nuova tecnologia, con i nuovi strumenti messi a loro disposizione, avranno abbastanza conoscenze tecniche per poter sfruttare al meglio le potenzialità di questi nuovi device? O la possibilità di personalizzazione sarà al contrario solo una limitazione?
Grazie per il tempo dedicato alla lettura, stanno arrivando altri post sempre inerenti al mondo dei device tecnologici di uso quotidiano. Continuate a seguirci! Siamo anche su Twitter! A presto.
Mario Zurlo
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Ciao a tutti,
potete trovare i nostri video, la descrizione del nostro progetto per il corso di Rivoluzione Digitale, i nostri contatti e altro ancora cliccando sui tab nella parte destra del blog ;)
Mario Zurlo
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Internet: buona la prima!
Ogni giorno controlliamo la posta elettronica, aggiorniamo il nostro profilo Twitter, ci informiamo su quello che avviene nel mondo attraverso internet, ma non molti anni fa queste attività non facevano parte della nostra routine quotidiana. Con il post di oggi vi racconterò la mia prima esperienza con internet, ritornando proprio agli anni in cui questo mezzo stava per avere la sua grande evoluzione.
Se mi fermo un attimo a pensare, noto che la mia prima esperienza con internet non coincide con la prima volta che ho utilizzato un computer. Al giorno d’oggi, invece, le due cose sono parecchio collegate. Qualsiasi bambino (ormai si comincia molto presto), che muove i suoi primi passi con un apparecchio digitale, arriva molto presto ad utilizzare internet, qualsiasi sia la sua applicazione. La mia generazione invece ha cominciato a muovere i primi passi con il computer quando ancora internet non era diffuso. Se scendo ancora più a fondo nei miei ricordi noto che mi manca quella classica esperienza che forse la maggior parte dei miei coetanei ha vissuto: il lungo cavo del telefono da collegare al doppino telefonico, il primo modem che emette strani rumori… A casa avevo solo un computer fisso, un IBM con windows 98, che utilizzavo solamente per giocare, disegnare su Paint o scrivere occasionalmente qualche testo. Solo mio padre utilizzava internet, ma in ufficio. A casa non avevamo nessun bisogno di questo servizio. La mia prima vera esperienza con internet, infatti, è avvenuta attraverso un cellulare, nel periodo in cui mio padre comprò l’allora nuovissimo Motorola Razar v3x, intorno all’anno 2005, con possibilità di connessione alla rete tramite UMTS.

Immagine scattata personalmente
Quando ottenevo il suo permesso, lo utilizzavo con grande curiosità, cercando di scoprire tutte le funzioni che esso metteva a disposizione, al tempo davvero innovative: accesso ad internet, e-mail, videochiamate... Per pura casualità un giorno entrai nella funzione “Live”, applicazione offerta dalla Vodafone preinstallata sul cellulare. Ecco che, dopo un lunghissimo caricamento, comparse una schermata con un menu costituito da alcuni link riguardanti sport, spettacolo, eventi, seguiti da una casella in cui immettere del testo, la “barra di ricerca”. Cominciai subito ad effettuare ricerche di quello che mi interessava ed ecco che, inconsciamente, avevo utilizzato per la prima volta internet! Quest’attività divenne abituale col tempo. Quando utilizzavo il cellulare, oltre a giocare, o scattare qualche foto, cercavo attraverso questa “barra magica” tutto quello di cui volevo conoscere.
Non molto tempo dopo anche in casa mia è arrivata la classica connessione attraverso la linea telefonica, grazie alla quale ho cominciato ad utilizzare internet in maniera più completa. Ho scoperto Wikipedia, Youtube, ho imparato ad utilizare Google, la posta elettronica, e non molti anni dopo mi sono iscritto a Facebook, quando ormai il Web era entrato nella sua seconda fase di evoluzione (Web 2.0).
Con questo post ho spolverato con piacere un vecchio cassetto della mia memoria che ormai avevo abbandonato, riuscireste a fare lo stesso anche voi? Grazie del tempo dedicato alla lettura e continuate a seguirci ! A breve i post riguardanti i “DailyTechGadget”.
Paolo La Barbera.
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Internet a 56K
Oggi internet è la più grande rete di connessioni tra persone al mondo ed il più grande mezzo di comunicazione di massa che ad oggi connette circa 3 miliardi di persone, ma riuscite a ricordare cos’era questo incredibile mondo digitale 20 anni fa?
Starete ripensando alla vostra prima esperienza con il web? Io ricordo bene la mia. La prima volta che arrivò un computer a casa tutto nostro, io e i miei fratelli litigavamo costantemente per poter passare il tempo che ci spettava davanti a quella macchina quasi sconosciuta ma sorprendentemente affascinante. Erano i primi anni duemila, avevo all’incirca 7 anni e le mie più grandi imprese sul quel fisso Windows XP erano grandi opere d’arte con Paint, scontate sconfitte a Prato Fiorito ed infinite sessioni di Pinball ma le avventure senza dubbio più emozionanti erano le rare connessioni a internet.
Internet, un mondo per me completamente sconosciuto e del quale anche i miei genitori conoscevano ben poco. La mia prima esperienza in questo mondo fu quando dopo aver ricevuto il permesso di mio padre insieme a mio fratello, mossi dall’euforia che spinge un bambino a voler provare un nuovo gioco, collegammo il nostro computer a internet. La paura di virus, di bollette troppo salate e quindi di una bella sgridata da parte dei nostri genitori non smetteva di tormentare le nostre menti giovani e inesperte mentre facevamo passare per tutta la casa il chilometrico cavo che connetteva il pc al doppino telefonico. Eccoci pronti, con Internet Explorer cominciò la nostra esperienza digitale. Mio fratello aveva sentito da un suo amico di un buon sito per facilitare la navigazione web, Google. E così dopo interminabili minuti di attesa per il caricamento arrivammo al nostro obiettivo, una sorta di gioco online di cui sinceramente ora mi sfugge il nome, mentre una cosa che invece ricordo bene è l’impressione che mi fece la pagina dei risultati di Google. Era per me esteticamente sgradevole, sembrerà strano ma mi colpì questo, il design ed il layout di quello che ora è il sito web più famoso più visitato al mondo non mi piacque, tanto da farmi preferire altri metodi di ricerca online fino a quando anni dopo non ne capii le potenzialità.

Immagine rilasciata in Creative Commons. Fonte: www.flickr.com
Il mio utilizzo di internet per qualche anno si limitò a sporadici accessi, fino a quando il successo di MSN mi spinse a far pressione su mio padre per installare una connessione a banda larga, la quale fu il punto di partenza che segnò per me la trasformazione di internet nell’incredibile fonte di risorse che oggi tutti conosciamo.
Grazie per il tempo dedicato alla lettura, continuate a seguirci! Nei prossimi post parlerò di device tecnologici di uso quotidiano. Sempre su Daily Tech Gadget!. A presto.
Mario Zurlo
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Presentiamoci
Ciao a tutti e benvenuti nel nostro nuovo blog, DailyTechGadget!
Siamo Paolo La Barbera, Matteo Dalmasso e Mario Zurlo, tre studenti del Politecnico di Torino iscritti alla facoltà di Ingegnieria informatica ed elettronica. Frequentiamo il corso Rivoluzione Digitale, tenuto dal professor Juan Carlos De Martin, per il quale abbiamo aperto questo Blog.
La nostra passione per il mondo digitale ci accompagna ormai da parecchio tempo e in questo blog uniremo le nostre conoscenze per parlare dei “DailyTechGadget”, ovvero i device tecnologici utilizzabili nella vita di tutti i giorni, come smartphone, tablet, pc, consolle o apparecchi digitali di ogni genere. Tratteremo quindi delle novità, illustrando le caratteristiche le evoluzioni e gli eventuali problemi legati ad essi, fornendo, oltre a specifiche analisi tecniche, anche osservazioni e commenti del loro impatto sulla società odierna e di come essi possano cambiare le nostre abitudini quotidiane.
Continuate a seguirci per gli aggiornamenti, Buon divertimento !
Paolo La Barbera
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C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.
Henry Ford Mario Zurlo
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