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I social ci avvicinano davvero?
Durante il lockdown i social sono diventati ancora di più parte della vita di tutti come se, attraverso di essi, ci si sentisse più vicini ma è davvero così? I social sono uno strumento magnifico, un un semplice gesto si può arrivare a milioni di persone e ogni giorno miliardi e miliardi di post, video e foto vengono pubblicati ogni secondo, si ha un feedback immediato peccato che spesso e volentieri vengano usati nel modo sbagliato e come armi di denigrazione ma non solo di recente sono stati chiusi gruppi di Telegram che scambiavano foto di ragazze prese dal web e inneggiavano allo stupro e qui mi chiedo il perché di tutto ciò. Ma va anche detto e sottolineato di come i social possa essere anche uno strumento per denunciare soprusi e ingiustizie come nel caso del movimento BLM (Black Lives Matter) tutto il mondo si unì per denunciare la violenza della polizia contro le persone nere, oppure grazie ai social abbiamo potuto vedere come succedeva in Cina durante le proteste degli ombrelli e per la protesta contro la legge sulla sicurezza nazionale di fatto vietata qualsiasi tipo di protesta. Molte aziende usano i social per pubblicizzare i propri prodotti appunto perché possono arrivare a infinite persone in brevissimo tempo e a costo quasi zero. Ma questa è solo una parte dell’uso complessivo dei social ma dietro c’è un mondo oscuro che passa dal bullismo fino ad arrivare a cose ben più gravi proprio perché unendo tante persone è difficile poter controllare e contrastare l’uso inappropriato. É vero i social ci uniscono con tante persone diverse ma non sarà il loro uso eccessivo, e sbagliato, ad allontanarci dalle persone, a negarci i rapporti sociali quelli veri, a valutare le persone non per quello che sono ma per i like, i followers, i numeri che hanno?
I social sono uno strumento magnifico ma purtroppo li stiamo usando nel modo sbagliato
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L’Italia e il nuovo Risiko (o rischio) per Natale

É tema fresco il passaggio del Piemonte e della Lombardia in zona gialla, da domenica la cartina dell’Italia cambierà ulteriormente e con queste loro ci saranno anche Basilicata e Calabria. Questa decisione è arrivata stanotte dopo la verifica del calo dell’indice di trasmissione (Rt) sceso a 0,82, ma sarà una scelta giusta o dettata dai bisogni degli italiani? Ma soprattutto le persone riusciranno a non commettere gli stessi errori dell’estate. Da un lato abbiamo il Governo che deve tenere sott’occhio la situazione, dall’altra troviamo i commercianti che chiedono un po’ più di elasticità per non rischiare di chiudere i battenti ma i cittadini allora? Per quanto mi riguarda ho notato nelle persone un certo menefreghismo della situazione complice, forse, anche i pochi controlli da parte delle autorità. Paradossalmente le stesse persone che si sono scandalizzate e avevano alzato i forconi alla notizia del divieto di fare i pranzi di famiglia con 30 persone erano le stesse che fino all’anno scorso si lamentavano dei pranzi di famiglia definendoli noioso e desiderando di non essere li. Il paradosso italiano è quello non ci sono soldi ma la gente vuole andare a sciare, la gente non sopporta i parenti però ci vuole pranzare assieme. In tutto questo 5 Regioni restano ad alto rischio ovvero Sardegna, Emilia-Romagna, Veneto, Puglia e Provincia di Trento.
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Paolo Rossi, La leggenda italiana
È l’11 luglio dell’82, in Spagna si gioca la finale dei mondiali. Sugli spalti c’è il Presidente Pertini accanto ai reali di Spagna, in Italia si sta tutti incollati alla televisione. Quella partita passerà agli annali per tanti episodi, partendo dall’apertura delle marcature da parte di Rossi passando per l’esultanza di Pertini che girandosi disse “non ci prendono più”arrivando infine alla famosa partita di scopre sull’aereo tra Pertini e i giocatori. Ma quella partita segna anche una rinascita per il paese che veniva dalla paura degli anni di piombo e forse quella vittoria è servita per scrollarsi da dosso quel velo di angoscia e di incertezza che attanagliava tutti, erano altri tempi in cui i giocatori scendevano in campo per il gusto e la voglia di giocare, erano tempi in cui un Presidente della Repubblica si allontanava dalle etichette e diventava un semplice tifoso. Erano tempi in cui un signore di nome Paolo Rossi riportò la felicità, la fierezza e la maestosità ad una intera Nazione. Oggi il paese non perde un grande uomo ma un pezzo della sua storia.
Grazie Paolo per averci regalato un sogno.

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