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Per molti il 2 Giugno è la festa della Repubblica, per me è una data inesorabilmente legata all’incendio della casa dei miei genitori a Colli Aniene. Il due giugno di due anni fa durante i lavori di ristrutturazione del 110%, a cui mi ero pure opposto, un incendio si sviluppava su un troncone dell’edificio devastando due corpi scala, uccidendo un uomo e intrappolando 12 persone all’interno. Mi madre che si trovava a casa al 6 piano, il penultimo, è uscita dall’appartamento in fiamme e si è messa nel corpo scala, li non c’erano mobili che bruciavano. Ma non si poteva scendere, anche perché le fiamme provenivano dal basso. Vi è stata per venti minuti o forse più e poi è stata salvata dai Vigili. Ora guardate la foto, posizionatevi al penultimo piano, se riuscite a vederlo, e immaginate voi di stare venti minuti li dentro. Quando gli ho chiesto cosa pensava in quegli istanti mi ha detto: sai c’era tanto fumo, al limite sarei svenuta e sarei morta così, dormendo. Secondo i Vigili del Fuoco la temperatura all’interno degli appartamenti ha superato i 500 gradi, ha danneggiato la struttura, le pignatte esplose e tutti i ricordi di una vita cancellati. Nei gironi successivi all’evento vi è stata una sfilata d’istituzioni. La frase più detta: “nessuno verrà lasciato da solo”, ripetuta come un mantra catartico ma in realtà è proprio quello che è successo. Questa città che noi raccontiamo come mutualistica, solidale e accogliente è in realtà una città atroce, in cui ci si deve salvare da soli. Dopo una settimana di terapia intensiva, mia madre è uscita dall’ospedale. La soluzione prospettata dalla Protezione Civile un albergo a La Storta. Mia madre già affetta da una grave disabilità e con l’obbligo di ossigeno h24 sarebbe dovuta andare a la Storta, da sola. Una soluzione inaccettabile. D’altro canto la Protezione Civile che offre assistenza per i 45 giorni successivi agli eventi stanzia 80 euro a nucleo e con quella cifra si trova questo in città. Avrei potuto prendere un B&B vicino casa mia per poterla assistere almeno i primi giorni, pagare io la differenza e presentare la fattura, ma nulla la Protezione Civile opera per bandi, bisogna rispondere ad un Bando e si può accedere solo a strutture accreditate. Nel mio libro “Verso una Politica della Casa” che il prossimo anno farà 10 anni e in cui anticipavo molti dei temi che oggi si discutono in città come l’Agenzia sociale per le locazioni e l’Osservatorio sulla Condizione Abitativa scrivevo: Roma, Capitale del G7 e centro della cristianità, non può essere messa in crisi per lo scoppio di una bombola di gas. Ma è realmente quello che succede. Durante una presentazione del libro Spin Time mi si avvicinò una donna con gli occhi gonfi di lacrime e mi disse: è la mia storia. Dopo che la sua casa è stata devastata da una esplosione di una bombola, un evento che come è facile intuire può mettere in ginocchio una famiglia, è stata costretta a vivere in occupazione. Ancora oggi Roma non ha un sistema d’accoglienza per le famiglie, ancora oggi Roma non ha un sistema per l’emergenza abitativa. Forse ne dovremmo discutere…
Ps: dopo due anni l’edificio è ancora sotto sequestro. Mia madre che è ancora in ossigenoterapia vive in un appartamento in affitto e ancora nessun aiuto ci è stato dato. Enrico Puccini, Facebook #Roma #Gualtieri_maggiordomo_del_Vaticano #quelli_bravi
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Ciao Zio.bello il bolg. Quanto sei vecchio Zio. ?
Direi più nonno
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Ho più paura delle pecore che dei lupi.

#FavolaImmorale
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Mi sei rimasta appiccicata addosso per tutto il giorno. Mi sembrava di sentire ancora la tua voce, mi sembrava fosse vero. A volte i sogni hanno un buon odore.
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