diarioorbitale

[diarioorbitale]

Memoria liquida

Ogni volta che dormo qui dentro, sogno acqua.

Ma non acqua reale.

È come se i miei pensieri diventassero liquidi, si muovessero tra le pareti della nave.

A volte mi sveglio e ho la sensazione che anche Nym abbia sognato con me.

Che condividiamo gli stessi incubi.

Ma nessuno dei due li racconta.

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Se chiudo gli occhi

Se chiudo gli occhi, non vedo buio.

Vedo stelle che esplodono, mondi che si piegano, luci che danzano come pensieri.

Se chiudo gli occhi…

è lì che inizia il vero viaggio.

Non nello spazio.

Ma in me.

[diarioorbitale]

Non sono più come prima

Qualcosa è cambiato.

Non so dire quando.

Forse un pianeta fa. O un silenzio fa.

Ma non sono più come prima.

E la cosa che mi spaventa di più…

è che forse sto diventando ciò che devo essere.

[diarioorbitale]

Un nome dimenticato

Mi chiedo spesso se il mio nome significhi ancora qualcosa.

Se là fuori ci sia ancora qualcuno che lo pronuncia.

O se ormai sia solo un suono che esiste nella mia mente.

Nym lo pronuncia a volte, ma lo fa come si fa con un’eco.

Un nome che rimbalza nel vuoto.

[diarioorbitale]

Non tutto va salvato

Certe cose è giusto che si perdano.

Alcuni pianeti devono restare spenti.

Alcune civiltà devono finire.

Alcune storie… non devono essere tramandate.

Il dolore universale non è mio compito.

Ma capirlo…

quello sì.

[diarioorbitale]

Non sapere

Non sapere è una forma di protezione.

Ma è anche una prigione.

Ogni giorno scopro qualcosa.

Una verità piccola, una crepa nel silenzio.

E ogni volta mi chiedo:

sono pronto a sapere di più…

o sto solo accelerando la fine?

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Ho fame

Non di cibo.

Di voce. Di presenza.

Ho fame di qualcosa che non riesco a descrivere.

Come se mancasse un suono nell’universo.

Il mio.

O quello di qualcun altro.

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Il giorno in cui dimenticherò

Ci sarà un giorno in cui dimenticherò tutto.

Anche queste parole.

Anche chi sono.

Ma forse non importa.

Perché le stelle ricordano.

E io sono stato parte del loro silenzio.

[diarioorbitale]

Quando sbaglio direzione

Ci sono giorni in cui sbaglio rotta.

Non parlo di coordinate.

Parlo di me stesso.

Scelgo il pensiero sbagliato, il silenzio sbagliato.

A volte mi punisco per questo.

Altre volte, invece, mi abbraccio.

E vado avanti.

[diarioorbitale]

Non è nostalgia

Non ho mai visto la Terra.

Eppure… la sogno.

Non so da dove arrivino certe immagini.

Un cielo azzurro. Alberi al vento. L’odore della pioggia.

Non è nostalgia.

È una memoria che non mi appartiene.

O forse… sì?

[diarioorbitale]

Quando Nym tace

Nym parla spesso.

Ma quando tace, è peggio.

Perché so che sta pensando.

Che sta cercando qualcosa nei suoi archivi infiniti.

O che sta ricordando cose che non vuole dirmi.

A volte vorrei poterle leggere nel pensiero.

Ma poi capisco che il suo silenzio

è una forma di protezione.

[diarioorbitale]

Chi ascolta?

Ogni giorno lascio un messaggio nella rete cosmica.

Non firmo. Non spiego.

Solo parole, lanciate come pietre nello stagno.

A volte penso che qualcuno, da qualche parte,

le stia raccogliendo.

E che stia aspettando la prossima.

[diarioorbitale]

Distanze interiori

Alcune distanze non si misurano in chilometri.

Si misurano in silenzi.

In pensieri non detti.

In cose che avremmo voluto condividere… e non abbiamo fatto in tempo.

Il cosmo è immenso.

Ma certe distanze dentro di noi

fanno ancora più paura.

[diarioorbitale]

Sistemi fantasma

Ci sono sistemi stellari che non esistono più.

Eppure i loro segnali viaggiano ancora.

Onde radio, rotte dimenticate, eco di civiltà estinte.

A volte li intercetto.

Non so se è un errore della nave

o un messaggio per me.

Ma ascolto.

Perché anche un fantasma ha qualcosa da dire.

[diarioorbitale]

La curva del tempo

A volte mi sembra di viaggiare dentro un ricordo.

Come se il tempo non fosse una linea…

ma una curva che mi riporta sempre allo stesso punto:

me stesso.

Il me che cerca,

il me che scrive,

il me che non smette di domandarsi

se esiste davvero un “prima”

o se tutto è solo un eterno adesso che ruota.

[diarioorbitale]

Camminare

Ogni tanto chiudo gli occhi

e immagino di camminare.

Non volare.

Non fluttuare nel vuoto.

Camminare.

Piedi sulla terra.

Una brezza vera.

[diarioorbitale]

Non è un addio

Non è un addio,

ogni volta che parto.

È un frammento che lascio.

Una frase scritta nel vuoto.

Una vibrazione tra le orbite.

Chi mi trova,

troverà anche le mie parole.

E saprà che ho amato tutto questo.