Don't wanna be here? Send us removal request.
Text
L'IDIOZIA AL POTERE
La circolare del ministro alla Sanità Giulia Grillo che in tema di salute pubblica e di vaccinazione obbligatoria ha inventato l'«obbligo flessibile» - si fa cioè quello che si vuole, anche se si mette a rischio la vita degli altri - scoperchia in maniera plateale il livello di preparazione della classe politica in voga al giorno d'oggi, e i fanatismi creduloni e irrazionali che muovono la «politica del cambiamento». Del cambiamento in peggio.
In buona parte d'Italia (per fortuna non in Trentino dove vige una seria politica della salute e della prevenzione) l'inizio dell'anno scolastico sarà sprofondato nel caos per la totale incertezza delle normative in fatto di vaccinazione. L'obbligo non è più obbligo, basta un'autocertificazione (vietata peraltro dalla legge che esclude l'autocertificazione medica) e non si sa chi dovrebbe controllare.
Non i presidi, che si sono giustamente rifiutati di farlo. Non gli insegnanti. Non i medici, perché la ministra ha detto che basta autofirmarsi una liberatoria, e viva la marchesa. Di questo passo non servirà più nemmeno il certificato medico per le assenze di malattia, ma ognuno si firmerà quello che vuole. E non ci sarà più l'obbligo di portare il casco in moto o mettersi le cinture di sicurezza perché - come ha detto il ministro - l'obbligo non deve essere coercitivo. Ognuno fa come gli pare.
E se vuole fumare al ristorante in faccia all'altro, o all'asilo nido quando porta il figlioletto, perché stabilire un divieto? Chi l'ha detto che la norma giuridica deve essere obbligatoria, generale e astratta, come insegnano a scuola?
La scienza, ha sostenuto con orgoglio il consigliere regionale dei 5Stelle Davide Barillari, deve essere democratica: se c'è un'epidemia si va per alzata di mano, e si decide la profilassi a maggioranza.
È quella che in un bel libro del virologo Roberto Burioni viene chiamata «la congiura dei somari». Per cui anni e anni di studi, preparazione, specializzazione, ricerca empirica sul campo e messa a confronto di una mole enorme di dati, non valgono nulla perché ciò che è scientifico va deciso per democrazia diretta, magari con un clic sulla rete, stabilendo così via referendum se la legge di gravità formulata da Newton è vera o no.
Del resto, sempre il suddetto Davide Barillari, ha pomposamente reso noto che «la politica viene prima della scienza, e non può imporre le scelte alla politica».
Affermazioni che fanno il paio con quelle di un'altra esponente di spicco dei 5Stelle, la senatrice Paola Taverna che al posto dei vaccini suggerisce la teoria del «contagio con i cugini malati», così ci si rende immuni per via naturale «come facevo io da piccola a casa di mia zia». Che poi di morbillo si continui a morire anche oggi in Italia perché la copertura vaccinale prevista entro i 24 mesi di età è ancora bassa (il 91,7%), e così è per la poliomelite e la varicella (45,6%) non interessa nulla a questa «politica un tanto al chilo», che non ha più l'ambizione di guidare un Paese e fare scelte di visione sul futuro ma si accontenta di orecchiare qualche banalità al mercato della frutta, e la ripete senza aver prima azionato il cervello.
La baggianata dell'«uno vale uno», finora prerogativa assoluta dei 5Stelle e che ora ha fatto proseliti anche nel Pd (compreso quello trentino), si dimostra non vera nella vita quotidiana visto che per essere operati tutti cercano un chirurgo bravo e non il primo portantino ospedaliero che passa, e tanto meno è vera in politica, dove servono esperienza, competenza, preparazione, razionalità e non nuovismo che il più delle volte vuol dire dilettantismo.
Altrimenti si arriva alle sparate del ministro della Salute Giulia Grillo che propone seriosa e convinta le classi-ghetto per i bambini immunodepressi, così da non metterli a contagio con i bambini no-vax, ammettendo in tal modo che si rischia la vita se la soglia di vaccinazioni collettive scende. Eppure, quello che in buona parte del mondo un ministro si vergognerebbe di dire tanto è sbalestrato perché verrebbe travolto dai fischi e dalle risate generali, qui da noi è diventata la regola. La ministra insiste con la teoria dell'autocertificazione introdotta per circolare quando tutti sanno che una circolare non può sostituirsi ad una legge e la certificazione prevista dalla legge Lorenzin era solo momentanea e transitoria. Non sono serviti gli appelli dell'Associazione pediatri italiani che vedono messa a rischio la salute dei bambini a seguito della trovata dell'«obbligo flessibile». Né le prese di posizione dell'Ordine dei medici, di virologi di fama mondiale, i quali mettono in guardia dai rischi di tale antiscientismo militante, che porta a derive oscurantiste e irrazionali, pericolose quando si diffondono a livello di massa, ma ancor più pericolose quando sono l'orizzonte culturale di chi è a capo del Paese e deve decidere per la salute pubblica. Le ambiguità di tali politiche per strizzare l'occhiolino a qualche segmento oltranzista dell'elettorato mettono a rischio drammaticamente la salute dei cittadini, specie dei più deboli.
Ciò che impressiona non è che la politica rivendichi un'autonomia di scelta dopo aver acquisito tutti i dati e le conoscenze scientifiche per poter meglio decidere. No, la cosa più inquietante è che la politica vuole sostituirsi alla scienza e alla medicina decidendo se vi sono o no rischi. Anzi, affermando che rischi non ce ne sono.
Questo è quanto va allegramente dicendo una parte dei parlamentari della maggioranza di governo 5Stelle-Lega. E il ministro Giulia Grillo lo conferma: «Non si può illudere la gente che non morirà nessuno», ha dichiarato. «Dobbiamo essere realisti». Smentita completamente dai fatti e dal principio di realtà che dimostrano che dove si è ottenuto la cosiddetta «immunità di gregge» non muore nessuno di morbillo, come è avvenuto peraltro con il vaiolo, che è stato così debellato.
Il tentativo di spacciare quali verità delle assurdità irrazionali si è esteso ormai a quasi tutti gli ambiti del governo. Da chi come Davide Casaleggio, di fatto padrone dei 5Stelle, ha dichiarato che il parlamento non serve più quando c'è la democrazia diretta (diretta da chi? Anche quella dei dittatori è democrazia «diretta», e lì i parlamenti vengono aboliti). A chi sostiene il «complotto» delle scie chimiche per l'avvelenamento della popolazione, o la cospirazione del fantomatico «Gruppo Bilderberg», o il «sabotaggio» invocato dal vicepremier Di Maio per un testo di legge che non aveva nemmeno letto prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Oggi, grazie a questa sciagurata circolare del ministro Grillo, viene messa a rischio la vita dei bambini, specie quelli immunodepressi, che possono prendere un'infezione da un compagno di classe non vaccinato. L'ambiguità del provvedimento ha tutto il sapore di un espediente per permettere una scappatoia a chi non vuole vaccinare i propri figli, legittimando di fatto l'anarchia, e quindi il venir meno delle garanzie di salute generale per i bambini a scuola.
Mai come oggi la politica ha bisogno di razionalità, di «buonsenso», quello che il Manzoni diceva esserci «ma se ne stava nascosto per paura del senso comune». Se l'idiozia va al potere, non è un atto di democrazia. È semplicemente la fine di una comunità.
L'ADIGE - PIERANGELO GIOVANETTI
Twitter: @direttoreladige
1 note
·
View note