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Basterebbe un Capio Memoriam per ripercorrere momenti passati con Eileen, pieni di risate e complicità, di due bambine alle prese con il mondo. Oppure quelli con Jedediah o Oengus fatti di primi baci e sorrisi gentili. I momenti con Nathaniel sono quelli che custodisce più gelosamente, un ballo sulla luna e la promessa di esserci sempre. Certi ricordi risultano sfocati, immersi in uno stato confusionale, come quelli con Corine. Altri invece le fanno tornare sempre il sorriso - Braith, Alya, Grantaire e Alika. Il privilegio di possedere i suoi ricordi più felici e allo stesso tempo più tristi è ancora tutto di David. Mentre Aconite si è guadagnata l'onore di possedere quei ricordi sui quali rimugina sempre un po' troppo e ai quali non riesce a dare mai una spiegazione.
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Utopia - lancio Francese 2076
[Dopo anni di speculazione, ritardi e trattative mediate dal W.W.F.F.B. francese, Utopia approda in Francia. La produzione dei prodotti Utopia, come accade in terra britannica, partirà dentro gli stessi confini nazionali una volta avviatesi le vendite e per ora prevede un assaggio di prodotti in allestimenti promozionali nelle sedi francesi del W.W.F.F.B., relativa rivista mensile e club scolastico di Beauxbatons. Il volto scelto per questa collaborazione internazionale è Evanna Winchell, studentessa Maganda di Beauxbatons ed ex studentessa di Hogwarts, scelta come punto di unione tra le due nazioni. Il W.W.F.F.B. scolastico francesce aprira’ le danze con un evento Utopia a scuola. Nei giorni successivi, le immagini promozionali inizieranno a comparire ovunque sul territorio francese - come editoriali su riviste di moda, sui pannelli pubblicitari dei villaggi magici francesi, come inserti nelle riviste e giornali del paese, in Sfera Visione ecc. Un Editoriale e’ spuntato anche sul numero britannico di W.A.N.D. (la rivista mensile del WWFFB che arriva a tutti i soci), dove viene spiegato che la produzione britannica stia subendo ritardi a cause X*, tra cui anche l'ultimo attacco terroristico a Diagon Alley, a cui e’ dedicato un altro lungo editoriale in cui si denuncia il rischio di instabilita’ economiche per la Gran Bretagna come conseguenza dello stato di allerta provocato dagli All-Gifted: Diagon Alley e’ la via commerciale piu’ importante della Gran Bretagna; un calo di visite comporta cali di vendita e rischi di sovrapproduzione, specialmente per le Farmacie, con conseguenziali disturbi agli ecosistemi. Viene segnalato anche il rischio di un aumento delle vendite in Manufatti Difensivi da produzioni non animal-friendly e riportata a galla la distruzione di ForteBraccio. Vengono di nuovo onorati i morti tra i membri delle Forze dell'Ordine, Maghi che difendono la nostra comunita’ in prima fila, per i quali il W.W.F.F.B. manterra’ le foglie nere di lutto per l'intero mese. See it, charm it, sort it e’ lo slogan che invita tutti a rivolgersi al Corpo Auror per segnalazioni, ricordi o indizi sulle vicende attorno agli All-Gifted.]
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Picchietta l’indice contro la superficie sfiorando la biro babbana per poi prendere a parlare. « Ti infastidisce? » mostrandosi curioso, laddove è inevitabile chiedere di più dinnanzi una frase di quel genere. « E in caso cosa. Il fatto che Aconite sia una tua amica o lui il tuo… » lasciando in sospeso la propria frase perché non ha alcun bisogno di terminarla per comprendere quale sia la domanda in sé.
Fissa gli occhi nei suoi a quella prima domanda che le fa storcere il naso. « Mi dà fastidio perché lei è mia amica » in primis « Perché lui me l`ha detto come se non ci fosse nulla di male » a rispondere quindi anche alla seconda domanda. E` stato David a dirglielo. « E perché con Aconite » ma si interrompe finendo per gonfiare le guance.
Le si ferma un attimo il respiro nel petto mentre deglutisce e stringe la presa intorno alla tazza. « Aconite è indecifrabile » ed è ironico parlarne con lui, ma non sa con chi altro parlarne sinceramente. « Io lo so che ti ha fatto male » mentre gli occhi tornano bassi quasi non avessero tanto il coraggio di guardarlo « Però con lei c'è qualcosa che » si ferma in cerca di parole che non sa pronunciare « Che va oltre » ecco.
Abbassa il capo, stringe la tazza con entrambe le mani, prende un respiro e alza di nuovo gli occhi su di lei. « E cosa senti? » una semplice domanda, inumidendosi velocemente le labbra. « Quando sei con lei, intendo? » Forse non parla solo di quando l’ha vista in carcere, ma anche dei giorni in cui ha potuto decretare questa cosa.
« Non lo so » anche qui, lei non sa niente. (…) « Noi » e trattiene il fiato perché non ha mai detto nulla di questo ad alta voce, forse non l'ha neanche mai pensato. Sbuffa mentre le manine salgono a coprirle il viso. « Ci sono state delle volte in cui siamo state parecchio vicine » vai tu a capire come Nathaniel « Ma sono state poche, è passato tanto tempo » tanto purtroppo, maledetta Francia « Non ci ho mai pensato » forse solo inconsciamente.
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LoveLockdown
I’m not loving you, the way I wanted to What I had to do, had to run from you
« Io… no »
I’m not loving you, way I wanted to I can’t keep my cool, so I keep it true
Un giorno forse imparera` a trattarla con le dovute misure: per ora, la catastrofe e` quasi ridicola, nella sua ripetitivita`. Forse coglie l`esasperazione altrui, ma rielaborare la propria risposta sembra richiedere un vocabolario che al momento non gli e` disponibile - un vocabolario composto di tutti quei buoni propositi di comunicazione che, a provarci, non funzionano mai a suo favore.
I’ve been down this road, too many times before I’m not loving you, the way I wanted to
Non vuole sentire ma allo stesso vuole sapere di più. E gli sbatte in faccia tutto quello che non le sta bene e lui continua a chiudersi sempre nei suoi silenzi, nelle sue parole a metà. Non è la prima volta che questo silenzio le dà fastidio, ma pensava di non dover avere più a che fare con questi sentimenti. Si era lasciata tutto alle spalle e invece le emozioni tornano traditrici.
So keep ya love lockdown, ya love lockdownas
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« Tu continui sempre a fare male »
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« Balliamo » il punto di domanda non si è sentito perché quella non è una domanda. Scosta la sedia dal tavolo abbastanza per potersi rimettere in piede, allungare la mano destra di lei e farle cenno con la testa verso lo spazio davanti al palchetto rialzato dove ci sono i musicisti e alcuni ragazzi e ragazze che si divertono, certamente più di loro che parlano di scuola e di esami.
Le guance si arrossano ancora un altro po`, se possibile, mentre muove qualche passo incerto verso la pista improvvisata. E tutta la sua insicurezza si fa ben vedere visto che non sembra attivarsi più di tanto in questo ballo, gli occhi che cercano i suoi quasi in una richiesta di aiuto.
Evanna potrà accorgersi però che è sempre dietro di lei e molto vicino, quando sentirà una mano che le sfiora le spalle e subito dopo il braccio, e quindi un fianco « Eddai, cosa c`è? » le parla accostando la bocca al suo orecchio « sei davvero troppo » parola che non si capisce, scusate (?) la musica « per la vergogna. »
Si gira per ritrovarsi davanti a lui mentre i denti affondano nella carne interna delle guance. « Troppo cosa? » mica te la cavi così Daemon. La parola non le è arrivata per via della musica ma lei pretende di saperla.
Tira aria dal naso, gonfiando il petto più del dovuto o del necessario, mentre apre la mano sinistra per poggiarla al centro della sua schiena, sorreggendo la sua posizione sulle punte dei piedi, verso di lui, senza nessuna particolare pressione o forza. Gentile, in quel tocco. Molto più ruvide, al contrario, le sue labbra quando cercano di incontrare con un bacio la bocca di Evanna. Il contatto non dura moltissimo, nell`ordine di una manciata di secondi. « Scusami » severo, divincola il polso dalla presa della ragazza, cercando di passarle oltre e lo fa con così poca attenzione che per poco non rischia di mandare la propria spalla a sbattere contro quella della ex-Corvonero.
Aggrotta leggermente le sopracciglia quando lo vede muoversi tutto nervoso e seccato. E` lui il seccato adesso? E gli occhi si sgranano pure, increduli, con un certa ironia che quasi le fa venire da ridere. « Tu non stai bene » sussurra però sbattendo le braccia contro i fianchi.

« L`altra sera al paiolo ho incontrato un ragazzo di Hogwarts » ancora nessun nome, per ora « Mi ha invitato ad uscire il giorno dopo e ho accettato perché forse un po` avevo bisogno di svagarmi » c`è sempre un velo di ironia mal celata nel tono con cui pronuncia tutte quelle parole. « Siamo andati in un pub, abbiamo ballato un po` e poi lo sai che ha fatto? » la coinvolge, addirittura, in questo racconto. « Mi ha dato un bacio, così dal nulla » mentre gli occhi si sgranano un po` a rimarcare tutta la sua confusione. « Ma il bello è arrivato dopo » mentre scuote pure il capo, fermandosi giusto per bere un sorso di tè e dare un po` di suspance al racconto. « Dopo » riprende leccandosi le labbra « Se n`è andato. Mi ha lasciato lì in mezzo alla pista comportandosi da offeso, tutto innervosito » e di nuovo alza le sopracciglia. Che solo ripercorrere quel momento la lascia ancora incredula. « Giusto per far riferimento alla stupidità maschile » con un risatina secca e poco divertita.
‘Sinclair’. E improvvisamente tutto non è più divertente. Strabuzza gli occhi, il liquido che le va di traverso, un colpo di tosse, poi un altro a liberarsi la gola in uno strozzato «Non ci posso credere» Che, a prescindere, le esce dalla bocca in un sussurro senza fiato. Le gote sono arrossate, la tazza è stata fatta cadere bruscamente, quasi sbattendola, sulla superficie lignea.
« Lis » la richiama stringendo appena i denti. « Perché quando l`ho nominato hai fatto così? » hai cambiato espressione. « Che cosa c`è? » il tono è grave, non si farà bastare delle parole a mezza bocca. [...] « Per gelosia? » la butta lì anche se un po` suona strano anche a lei.
«Non sono io ad essere gelosa» Il verde guizza agli occhi altrui, un istante, prima di fuggire di nuovo. Poggia la tazza, sul tavolo, il pollice a giochicchiare con gli altri anellini. [...] «Devi pensare soltanto che hai incontrato un cretino» Shame on Daemon, oh yes. La voce è avvolgente, tranquilla, consolante senza assumere toni patetici, anzi. «E che il suo atteggiamento…» Non gli trova un aggettivo e quindi sbuffa, indispettita, disgustata anche un po’, procedendo di nuovi su toni pacati a rasserenarla «è colpa sua, non tua, comportandosi da vile con te per la sua gelosia» Non ti dirà per ripicca, non si può fare, ma ormai il concetto le pare essere abbastanza chiaro. «Tu non dargli peso, fregatene».

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( 17 mattina. Insieme alla lettera arriva un pacco di medie dimensioni avvolto in una carta da regalo color indaco e chiuso con un fiocco di una tonalità più scura di blu. All'interno, protetta da un’infinità di batuffoli di cotone, Nathaniel troverà un palla di vetro - simile a quelle natalizie - che però all'interno ha una scena ben particolare. Infatti, al posto dei paesaggi di Natale, si trova una luna piena in miniatura sopra la quale danzano un ragazzo ed una ragazza tenendosi per mano. Il tutto avvolto da brillantini che non sembrano esaurirsi mai e che danno un tocco magico al tutto ) Io sto bene. Sono solo preoccupata. Non lo conosco questo Sebastian. Cosa ha a che fare con te, se posso chiedere? Ti ha messo in pericolo? Lo so che l’intenzione era quella Nath, non sono stupida. Ma la conosco bene e deve esserci qualcosa sotto. Perché avrebbe dovuto farlo? Nathaniel ti prego, non credere mai di non poterti fidare di me. Mai. Ci sono sempre per te. Non tagliarmi fuori. A parte questo, tanti auguri Nath. Avrei voluto passare diversamente il tuo compleanno. Con te e senza questi casini. Spero che il regalo ti piaccia. Mi manchi e ti voglio bene. Ricordatelo sempre. Eva
Shared dream
«Siete in un Sogno Condiviso… In pratica state sognando come fate tutte le notti ma insieme e con lucidità, questo vi permette di fare tutto quello che volete»
Il sonno comunque dura poco perché si risveglia subito sbattendo un paio di volte gli occhi ed accorgendosi, nel frattempo, che il paesaggio è totalmente cambiato. Non fa fatica a riconoscere quelle scogliere così famigliari che le lasciano un sorriso nostalgico sul viso. « Wow » commenta infatti perché sembra tutto estremamente reale. Gli occhi tornano su Nathaniel solo per spiare la sua reazione, vista la poca voglia che aveva prima.
Perché si ritrova ad appoggiare i piedi in un prato verde acceso, il sole a splendere tanto quanto il sorriso precedente di Evanna, il clima a farsi estremamente più caldo, tant’è che il mantello viene lasciato a terra e le maniche sollevate ancora di più di quanto già non lo siano. La scogliera proprio a pochi passi da loro, ma è il rumore del mare a richiamare appieno il suo udito, volgendosi dalla parte opposta indirizzandosi proprio lì in direzione di quella distesa marina. Sguardo che finisce su Evanna, ricercandola per qualche secondo, prima di mostrare a lei un ampio sorriso. « E` bellissimo. » il mare sì. « Vieni. » il braccio che si stende in avanti, il palmo che viene mostrato appieno come se volesse far sì che questo venga afferrato per condurla più in vicinanza di una panoramica migliore sul mare.
« Da ora si può respirare ovunque, anche in cielo » un sorriso furbo che presagisce già quale è il suo intento. Difatti, è con uno schiocco di dita che il paesaggio muta di nuovo. La sabbia e il mare svaniscono lasciando spazio ad una distesa buia cosparsa di stelle con i pianeti a fare da protagonisti e loro a fluttuare bellamente e a respirare senza rischiare di morire. « Non è bellissimo? » sussurra fingendo di nuotare approfittando dell`assenza di gravità.
« Voglio portarti sulla luna, Eva. » e porco bolide, altroché frase delle frasi, lo può fare davvero. Ragion per cui sì, riafferra la mano, perché ce la porta e finiscono con i piedi proprio lì sulla luna piena. « E` tutto meraviglioso. » Il corso a muoversi più o meno da solo, la mano comunque a saldarsi sul polso di lei.
« Voglio ballare con te sulla luna. Dici che è possibile? »
« Tutto è possibile » rivela avvicinandosi a lui e cingendogli il collo con entrambe le braccia. La differenza d`altezza c`è e con una leggera spinta di lascia sollevare a qualche centimetro da terra sfruttando l`assenza di gravità che non è mai stata così divertente. E poi semplicemente inizia a ballare, entrambi goffi e impossibilitati per fare movimenti sostanziosi. Non c`è la fluidità di passi di danza articolati ma solo sorrisi sulla bocca e piroette immersi fra le stelle.
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Quando tira di nuovo su la testa e sposta lo sguardo sul volto di Evanna, che nel frattempo ha raggiunto il bancone e ha preso posto su uno degli sgabelli liberi, i canini e incisivi stanno ancora pizzicando sul labbro inferiore, in quell`espressione troppo divertita, per essere casuale « Somiglio al tuo prossimo... » sì? (...) « Fidanzato? » forse, quel mezzo sorriso che proprio non ne vuol sapere di levarsi dalla sua faccia, la solleverà dall`imbarazzo di dovergli dare una risposta.
Scivola lungo il bancone fino a raggiungere la ragazza, restando immobile, esattamente davanti a lei « Tu davvero non ti ricordi di me? »
« Scusa? » domanda con tutta l`ingenuità di cui è capace, sinceramente convinta di aver capito male. L`unica cosa certa è che, dopo questa uscita, gli occhi non lo perdono di vista un attimo. E si fa ancora più confusa quando lui insiste sul fatto che lei non lo riconosca, le sopracciglia sempre più aggrottate e le labbra che si socchiudono. « Dovrei? »
Si volta verso lo schienale della sedia, per recuperare una piccola scatola di metallo incartata di sua mano - tant`è che il pacchetto non è esattamente un capolavoro d`arte, forse moderna al massimo - da una delle tasche interne del soprabito « E già che mi rodeva un bel po` il fegato quando andavamo a scuola insieme e tu ti filavi solo quelli più grandi di me, forse non sono più disposto a correre il rischio dell`altro giorno, che a momenti nemmeno ti ricordavi il mio nome » poggia la piccola scatola sul tavolo, proprio davanti a lei, prima di sollevare gli occhi in direzione del suo viso « Perciò, ti ho preso una cosa » e fa cenno con il mento proprio alla scatolina, così che magari le venga anche in mente di aprirla.
« Davvero? » fa mentre rialza lo sguardo, costringendosi a trattenere pure un altro sorriso. Mannaggia. « Devi esserci rimasto proprio male » fa notare alzando pure le sopracciglia in una velata presa in giro. Però diciamo che un regalo - seppur pieno dell`egocentrismo di Daemon - non se lo aspettava e un po` la stupita. « Grazie, comunque ».
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Allunga la mano, poi, come a voler sfiorare la sua. Anche se alla fine non tocca altro che quel muro invisibile che le fa richiudere la mano in un pugno. « Non ti posso neanche toccare » sussurra mentre le labbra si imbronciano un po`. « Me l`ero immaginato il nostro incontro durante le vacanze » continua mentre la voce si macchia un po` di ironia. « Immagino anche tu »
Con la testa inclinata e leggermente reclinata all`indietro he guarda il braccio femminile da un`altra prospettiva, risalendo rapidamente alla spalla e poi al volto, rivolgendole così un altro ghigno da schiaffi. «Ah, non lo so» Le iridi vagano da destra a sinistra, rapidamente. «Come me lo sarei dovuto immaginare?»
Si alza spingendo le mani contro il tavolo e tornando a guardarla, il busto che si piega leggermente in avanti quasi volesse dedicare solo a lei quelle ultime parole. « Vorrei poterti dare il mio bacio della fortuna » i denti che affondano nelle guance mentre resta a guardarla in silenzio.
«Hai tutto il diritto di avercela con me per questo, ma non mi dilunghero` nelle spiegazioni che ti meriti adesso.»
« Sai qual è la cosa? » e torna ad osservarla più attenta, un po` più vulnerabile « Mi ha dato più fastidio perché eri tu » […] « Dimmi una cosa però » e si raddrizza improvvisamente sulla sedia mentre i polmoni si riempiono d`aria. « E` stato prima o dopo la festa di Lis? » «Prima.»
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Da quando è a Beauxbatons si è dovuta adattare a nuove sfumature di blu, ma quelle di Corvonero sono le uniche che le faranno sempre pensare a casa. Quando si sente un’estranea è il ricordo dei sorrisi e le chiacchierate con Eileen o la consapevolezza di poter contare sempre su Nathaniel che la fanno sentire un po’ meglio. Le risate di Jedediah le risuonano ancora nelle orecchie, le premure di Braith le scaldano il cuore mentre la dolcezza di Gus è qualcosa che le mancherà per sempre, così come quelli del suo anno (Grantaire, Alika e Alya). Corine invece resta un mistero.
La lontananza ha appiattito ogni rancore verso David, che ora rimane uno scrigno pieno di ricordi e reminiscenze di quella che è stata una famiglia, e le ha fatto scoprire quanto Aconite sia essenziale.
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I still see your shadows in my room
Can't take back the love that I gave you
It's to the point where I love and I hate you
I'll do it over again / I didn't want it to end
This was all I needed, all I ever had. I wanted nothing more. Far beyond from them, here with you.
/ let her go, let her leave, let her happen / / nothing in this world was promised or belonged to you anyway /
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Ha capito di aver raggiunto il culmine dell'adolescenza quando è passata dall'avere un costante sorriso sul viso al mettere in discussione tutto. Si guarda intorno e non riesce più a trovare la mano di Leen fra le altre, non riesce più a parlare veramente con Faunya. Si dice che è Aconite a mancare ma non l'ha cercata, mentre sente il bisogno di Nathaniel nonostante gli errori commessi. Corine la confonde e lei non vuole più impegnarsi a piacerle, Gus se n'è andato ma non sente di meritarsi ancora le sue attenzioni. Jed viene e va ma riesce sempre a strapparle un sorriso. Sorride ancora ma di meno, continua ad essere gentile ma solo se vale la pena e alla fine, preferisce stare da sola. can't take back the love that I gave you, it's to the point where I love and I hate you – D
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it’s unbelievable how you can love someone so deeply & never know / Nella sua famiglia non ha mai creduto ma di Bianca non si è mai dimenticata. Nel frattempo ha stretto legami indissolubili ed altri rescindibili. Di Eileen apprezza la costanza e la voglia di esserci sempre, di Faunya i consigli e l'affetto materno, di Aconite i silenzi che valgono più di mille parole. Chi la reputa buona a prescindere forse ha torto, lei sa sbagliare: ha sbagliato con Nathaniel nel non esserci nel momento del bisogno e con Oengus nel perdere la sua fiducia. Con David ora è la quiete dopo la tempesta, lui la tiene sotto scacco e lei è disposta a fare di tutto per tenerlo vicino. stars | Jedediah › Grantaire › Alya › Eleanor › Corine ? › Alika
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Posizione letto: 3
Descrizione
Il suo letto è quello al centro, rigorosamente vicino a quello di Eileen da cinque anni ormai. E' sempre ben fatto, la coperta senza pieghe e, di tanto in tanto, qualche copia della Voce o dell'Eco appena usciti.
Il comodino accanto al baldacchino è sempre pieno di pergamene vuote e non, libri sistematicamente ordinati in ordine d'altezza e le solite candele profumate sulle tonalità del blu. In più la fota che la ritrae con Bianca di qualche anno fa.
Nel primo cassetto si trovano tutte le lettere che scambia con le persone e che non butta mai. Nel secondo invece si trovano tutti i gingilli che usa per acconciarsi i capelli rinchiusi all'interno di un portagioie rosa cipria.
Ai piedi del letto il baule nero contiene tutti i suoi vestiti piegati ordinatamente, i prodotti Utopia, alcuni vecchi libri e copie vecchie dei giornali a cui è abbonata. In più, sul fondo, una sciarpa Tassorosso che non viene tirata fuori da un po'.
Qualche volta preferisce lasciare la divisa delle cheers ripiegata sopra il baule chiuso, soprattutto nei giorni che precedono gli allenamenti.
Abitudini:
Continua a storcere il naso verso quelli che oziano la mattina al letto, lei preferisce di gran lunga dedicarsi alle sue corse mattutine e non solo durante la settimana.
Non le dispiace affatto indossare la divisa quindi non è strano trovarla in giro per la Sala Comune con indosso quella anche dopo l'orario di lezione e quello di cena.
La sera le piace chiacchierare con le compagne di dormitorio e/o starsene al calduccio del camino con un bel libro, una chiacchiera o una partita a scacchi.
La routine della sera è sempre la stessa: spazzolarsi i capelli, riempirsi di creme Utopia e spegnere le candele.
Ordinato:
Tutto è estremamente ordinato.
Puzza:
Il suo letto è costantemente avvolto dall'odore che emanano le sue candele profumate, solitamente si tratta di vaniglia.
Animali:
Nessuno
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( il mattino del 12 settembre Evanna ha trovato ad attenderla fuori la porta del suo dormitorio un pacchetto di carta da regalo blu, dalla forma rettangolare rassomigliante quella di un normalissimo libro. Anche una volta scartato si ha la sensazione di avere fra le mani un vecchio manuale di Astronomia - blu notte, titolo in oro, la copertina riccamente decorata - ma guardando bene ci si accorge che non è un volume di pagine, bensì una sorta di borsetta ricavata a partire dalla copertina di un libro. All'interno della borsa, un bigliettino d'auguri è stato firmato nella piccola grafia di Faunya )
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Accoglie i riflessi della luna sulla pelle candida e levigata da tutto ciò che Utopia può offrire. Un contrasto netto con l'intensità di quelle ciocche brune che le sfiorano il viso e di quelle sopracciglia folte sempre troppo espressive, il tutto addolcito però da quei lineamenti gentili che confermano un po' l'idea da bambina che ancora si ha di lei: gli zigomi pronunciati, il naso piccolo e la curva dolce delle labbra soffici e piene. La stessa gentilezza che si ritrova fra le curve di quel corpo ormai pronto a sbocciare del tutto. Nel suo metro e sessantaquattro può ritenersi abbastanza alta, ma forse il merito è delle gambe lunghe e affusolate che spiccano sotto le gonnelline svolazzanti della divisa, temprate da mirati e sfiancanti allenamenti con le cheerleader. Il suo punto forte restano gli occhi da cerbiatto bagnati d'ambra e contornati da ciglia foltissime.
Continua a promuovere senza sosta l'uscire fuori dagli schemi, quando poi è la prima a trovare difficoltà nel lasciarsi andare. La sua mania a mantenere tutto sotto controllo rasenta spesso la follia, ma lei sta bene nella sua routine calcolata e nelle sue divise sempre ordinate. Forse perché inconsapevolmente un po' la cerca la perfezione, per dimostrare di valere qualcosa. Ma non sono di sicurezza i suoi problemi, la timidezza è stata sconfitta già da un po', nonostante ogni tanto tornino a farle visita arrossamenti sulle guance. Li nasconde poi con un sorriso ed una di quelle occhiate che potrebbero far addolcire persino un Dissenatore. Quelle che però la fanno sembrare ancora una bambina indifesa ad occhi altrui: una definizione che ormai comincia a starle stretta, ma che spesso viene confermata dallo sguardo smarrito che assume o da quel broncio adorabile ma un po' capriccioso.
❝ the world is a comedy to those that think, a tragedy to those that feel. ❞ Quello che la famiglia non ha saputo donarle, l'ha disperatamente cercato nella Torre di Corvonero. Alla fine non è stato difficile trovare in Leen la mano da stringere quando ne hai più bisogno, in Faunya un esempio e in Aconite una sfida. Nathaniel non le tiene più compagnia la sera, Gus l'ha trovato e perso con un colpo di bacchetta mentre Jed è quella persona che alla fine le strappa sempre un sorriso. Grantaire e Alya ― cool kids. C'è voluto un rifiuto e una lontananza imposta per farle capire che, alla fine della giornata, sono solo le attenzioni di David quelle di cui ha bisogno ― Non stare lontana
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