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Photography, Architecture, Music, Art
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frame-art · 9 years ago
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Live Music: Luca Carboni © Simone Di Luca
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frame-art · 9 years ago
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Le Grotte di Collepardo (anche note come Grotte dei Bambocci) sono state originate da quell'insieme di fenomeni carsici presenti nel comune di Collepardo (FR) legati all'erosione sottoranea del suolo da parte dell'acqua, similmente alla vicina dolina carsica detta Pozzo d'Antullo. Ph. © Emanuela Vh. Bonetti
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frame-art · 9 years ago
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La “Cattura di Cristo” di Caravaggio riprodotta da un artista varesino, Andrea Ravo Mattoni, utilizzando solo bombolette spray. L’affresco è stato realizzato in una settimana nell’ambito del progetto Urban Canvas, promosso in collaborazione con il comune di Varese.
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frame-art · 9 years ago
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Live Music: Marta Sui Tubi © Emanuela Vh. Bonetti
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frame-art · 9 years ago
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Gioconda, Leonardo Da Vinci Il quadro della Gioconda di Leonardo Da Vinci (1452-1519), conservato al museo del Louvre di Parigi, è senza alcun dubbio il più celebre del mondo. Dispetto di tanta fama, resta incerta l’identità della donna ritratta ma quante cose conoscete voi della Gioconda? La Gioconda non è dipinta su tela ma su di una tavola lignea di pioppo bianco di Lombardia. Le sue dimensioni sono 77 per 53 centimetri, maggiori di ogni altro ritratto creato da Leonardo Da Vinci, che mai dipinse su tela ma sempre su tavole di noce o di pioppo. 
Nel corso degli anni la Gioconda ha subito i naturali attacchi dell’umidità e la stupidità dell’uomo, che più volte ha cercato di colpirla con oggetti contundenti per rovinarla. Per questo motivo si trova oggi protetta da un vetro anti-proiettile e in condizioni di temperatura e di umidità regolate.
Sul retro si trova la cifra 316, la sua posizione nell’inventario reale e una misteriosa lettera H. 
È un’opera incompiuta, infatti si notano affioramenti di colori di base. Sopra, a destra vicino alla cornice, si nota un piccolo tratto color blu brillante mentre il marrone affiora a chiazze dietro alle spalle del soggetto. In pratica Leonardo, come altri pittori, partiva dalla tavola di legno levigata, vi applicava del gesso duro e lasciava asciugare, poi applicava del blu nella metà alta e del marrone in quella bassa e una volta seccati cominciava a dipingere.
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frame-art · 9 years ago
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Zaha Hadid, la regina dell’architettura contemporanea che disegnava il futuro
Personalità brillante e determinata, straordinario talento, visionaria assoluta: Zaha Hadid è stata un vero e proprio trend setter, un’artista che ha creato tendenze. Caratterizzata da una creatività eccezionale, ha sviluppato un vero e proprio linguaggio architettonico, sempre forte e riconoscibile. A partire dall’inizio degli anni Novanta con i suoi edifici inusuali, plastici, in radicale rottura con le forme convenzionali ha inaugurato un’architettura espressiva che da allora ha avuto uno straordinario successo ed è stata emulata in tutto il mondo. Ispirato da linee organiche dinamiche il linguaggio formale di Zaha Hadid ha proposto puntuali riferimenti all’arte dei grandi maestri astratti Malevitch e Lissitzky e con l’aiuto del computer design integrato ha permesso la costruzione di forme audaci, completamente nuove. I suoi lavori sono stati una continua invenzione spaziale, ponti gettati verso il futuro, sospesi tra contaminazione artistica e innovazione digitale, intrecciati nei meandri di una coscienza ipercontemporanea ma allo stesso tempo futuristici, fluidi e sinuosi come l’acqua, mutanti come il vento del deserto. «Quando la gente vede cose fantastiche, la prima cosa che pensa è che non siano possibili», raccontò al Guardian. «Invece non è vero; siamo capaci di costruire cose formidabili». Come la Vitra Fire Station il primo vero progetto architettonico realizzato che contribuì in maniera determinante a renderla famosa e a lanciarla nel panorama della grande architettura internazionale. La Vitra fu fondata a Weil am Rhein in Germania nel 1950 da Willi Fehlbaum, proprietario di un negozio di mobili nella vicina Basilea in Svizzera. Dopo che nel 1981 un incendio distrusse gli stabilimenti Vitra, venne chiamato l'architetto inglese Nicholas Grimshaw per progettare una nuova fabbrica. Accanto alla hall in alluminio, pronta per la produzione soltanto sei mesi dopo l'incendio, venne costruito nel 1986 un altro stabilimento di produzione dall'architetto portoghese Alvaro Siza. Nel 1989 fu il turno di Frank O. Gehry che progettò un altro edificio accanto ai primi due. Lo stesso Gehry costruì anche il Vitra Design Museum, originariamente destinato ad ospitare la collezione privata di mobili di Rolf Fehlbaum. Nel 1993 verrà chiamata proprio Zaha Hadid a progettare una caserma dei pompieri per risolvere il problema del pronto intervento in caso di incendio. L’intenzione iniziale era di realizzare i vari elementi della commissione in un modo tale che essi non risultassero dispersi tra gli enormi padiglioni già esistenti ma piuttosto collegati in modo organico e conseguente. Per questo motivo, fin da subito, fu evidente la necessità di dare identità e ritmo alla strada maestra all’interno del complesso della fabbrica. Quest’ultima, collegando l’ingresso principale con la zona in cui fu dislocata la stazione dei pompieri, divenne la vera arteria di attraversamento del sito e fu concepita come una linea di paesaggio, una estensione dei patterns lineari delle adiacenti colture agricole e degli estesi vigneti dei campi limitrofi In questo modo si scelse di definire lo spazio piuttosto che occuparlo. Rompendo radicalmente con la progettazione ad angolo retto delle strutture vicine della preesistente linea di produzione industriale, i volumi dell’edificio furono pensati in modo da risultare dinamici e allungati, come in una sorta di freccia futuristica realizzata con una compenetrazione decostruttiva di forme scultoree libere. La definizione dello spazio e l’articolarsi delle funzioni e delle destinazioni d’uso furono il punto di partenza per lo sviluppo del concetto architettonico: una lineare serie stratificata di muri intersecati. Gli spazi risultano perforare i muri stessi, attraversandoli, inclinandoli e calibrandoli in accordo con la soddisfazione dei corrispettivi requisiti funzionali. L’edificio risulta ermetico da una lettura frontale, rivelando il suo interno unicamente da una prospettiva perpendicolare. Fu realizzato un grande vano per ospitare le autopompe dei vigili del fuoco con inscritte nell’asfalto della pavimentazione le direttrici di movimento principali e diversi altri spazi di servizio con spogliatoi, docce e altre aree comuni. L’intero edificio è movimento, congelato. Si intese esprimere questa tensione a rimanere vigili e pronti ad entrare in azione in qualsiasi momento. I muri si accavallano uno sull’altro, mentre le grandi porte scorrevoli formano in realtà un muro mobile. La stazione è stata costruita in calcestruzzo gettato e rinforzato in opera e lasciato a vista. Speciale cura è stata dedicata al contrasto fra le varie superfici cercando di evitare qualsiasi forma accessoria con un disegno prettamente minimalista in modo da non distrarre l’attenzione dalla semplicità della forma prismatica e dalla qualità astratta del concetto architettonico. La stessa assenza di dettaglio ha propiziato la scelta del vetro senza cornice, l’uso dei grandi pannelli scorrevoli che chiudono il grande garage, il trattamento degli spazi interni, e incluso il sistema di illuminazione. Le linee di luce dirigono i movimenti, necessariamente veloci e precisi, attraverso l’edificio che oggi ospita mostre ed eventi culturali di vario genere. Uno stile deciso quello di Zaha Hadid, una visione raffinata, personale e potente, priva d’imbarazzi. Era una modernista senza ombre di nostalgia con lo sguardo sempre rivolto in avanti, verso il futuro. I suoi iconici edifici, progettati in uno studio apparentemente modesto nel quartiere "hip" di Clerkenwell a Londra, sono stati commissionati in tutto il mondo. Era nata a Baghdad e aveva studiato a Beirut e a Londra. Era stata la prima donna a vincere nel 2004 il prestigioso Premio Pritzker, considerato il Nobel dell’architettura, e nel Regno Unito la Medaglia d’Oro del Royal Institute of British Architects. Tantissimi davvero i premi e i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua esemplare carriera a testimonianza di un valore straordinario e di un genio che sapeva entusiasmare con il proprio lavoro. In occasione dell’ultimo, la prestigiosa Riba Royal Gold Medal, vinto nel 2016, prima donna a ricevere questo tributo, ha detto di lei l'architetto britannico, Sir Peter Cook, «Sicuramente il suo lavoro è speciale. Se Paul Klee ha passeggiato lungo una linea, Zaha Hadid ha trascinato le superfici scaturite da quella linea in una danza virtuale, poi le ha abilmente ripiegate su sé stesse, portandole in viaggio nello spazio». Per poi concludere: «avremmo potuto assegnare la medaglia a un personaggio degno, confortevole. Non l'abbiamo fatto, abbiamo scelto Zaha: più grande della vita, una personalità straordinaria, spavalda e sempre vigile, pronta. La nostra eroina». © Simone Di Luca
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frame-art · 9 years ago
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«Una casa per alberi che ospita gli umani», Stefano Boeri
Il Bosco Verticale è un complesso di due palazzi residenziali a torre progettato da Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, situato nel Centro Direzionale di Milano, ai margini del quartiere Isola.
Peculiarità di queste costruzioni, ambedue inaugurate nel 2014, è la presenza di più di duemila essenze arboree, tra arbusti ed alberi ad alto fusto, distribuite sui prospetti. Si tratta di un ambizioso progetto di riforestazione metropolitana che, attraverso la densificazione verticale del verde, si propone di incrementare la biodiversità vegetale ed animale del capoluogo lombardo, riducendone l'espansione urbana e contribuendo anche alla mitigazione del microclima.
Il progetto ha vinto il Premio Internazionale come Migliore Architettura del Mondo 2015.
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frame-art · 9 years ago
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Commercial: «Dimmi che musica ascolti, ti dirò che birra assaggiare»
Birrificio Elav > http://www.elavbrewery.com/it/
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frame-art · 9 years ago
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Andreas Gursky, “Rhen II”
Probabilmente, la foto più costosa al mondo. 3,2 milioni di euro: ecco i soldi spesi per lo scatto di Andreas Gursky, “Rhen II”, fotografia lunga tre metri e mezzo e raffigurante una veduta del Reno scattata nel 1999.
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frame-art · 9 years ago
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David Bowie Is La mostra su David Bowie che ha debuttato nel 2013 al Victoria and Albert Museum di Londra, arriverà in autunno anche in Italia. La città scelta per ospitarla è Bologna, che metterà a disposizione lo spazio "MAMbo". 
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frame-art · 9 years ago
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Spreepark was an entertainment park in the north of the Plänterwald in the Berlin district Treptow-Köpenick (formerly part of the GDR-controlled East Berlin). It was also well known by its earlier name Kulturpark Plänterwald.
Lo Spreepark è stato un luna park nel cuore di uno dei più grandi parchi cittadini di Berlino.   Costruito dal governo della DDR nel 1969, alla caduta del muro venne acquistato da una compagnia privata. Nel 2001 il parco è stato chiuso per mancanza di fondi, e da allora giace in stato di completo abbandono. Nel 2014 è andata a fuoco un’area pari a 5mila metri quadrati.
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frame-art · 9 years ago
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The Teufelsberg (German for Devil's Mountain) is a hill in Berlin, Germany, in the Grunewald locality of former West Berlin.
Teufelsberg (la Montagna del Diavolo) è una collina situata in Germania, nell’area relativa a Berlino Ovest. Ha ospitato fino alla caduta del muro una stazione radio americana dedita allo spionaggio.
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frame-art · 9 years ago
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Commercial: Giampaolo Bianco, shooting for “Terramare”
©Emanuela Vh. Bonetti
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frame-art · 9 years ago
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Reportage: The charm of Tyrol Castle (Schloss Tirol, Bozen, Italy)
©Emanuela Vh. Bonetti
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frame-art · 9 years ago
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Reportage: Venaria Reale, historical geometries near Turin
©Emanuela Vh. Bonetti
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frame-art · 9 years ago
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Commercial: È solo carta, gioielli in carta
Website > http://bit.ly/1S6lvqS
©Emanuela Vh. Bonetti
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Live Music: Battles
©Luigi De Palma
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