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Assistendo a ciò che sta succedendo in piazza Indipendenza (anche il nome fa riflettere), ai commenti violenti contro donne e bambini, alle parole indegne delle forze di polizia che urlano «feccia», che invitano i giornalisti a prenderseli a casa loro, agli idranti puntati su persone che dormono, al deserto culturale di una città che non riesce a gestire nemmeno i rifugiati riconosciuti, ai commenti di merda che rimbalzano da un social all’altro, viene da dire, senza polemica ma con tutta l’indignazione possibile, speriamo non capiti mai a voi, commentatori osceni, e a nessuno di noi, di trovarsi stranieri in terra d’Egitto (l’Egitto di Regeni e ogni posto in cui le persone non sono trattate come tali, ma come oggetti, come problemi, come ostacoli). Invece di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, rimuoviamo con gli idranti e le camionette rifugiati che – con pieno diritto – si trovano nel nostro paese.
Oggi Paolo Mieli parla di «merito» di alcuni ex (?) capi mafia se non partono più le barche dalla Libia. E parla di risultato «davvero clamoroso». Di clamoroso qui c’è solo il disastro culturale e umano di un paese che sta perdendo se stesso per la presenza dello 0,3 per cento di persone che si trovano nel sistema dell’accoglienza. Noi 997, loro 3. E parliamo di assedio, di invasione, di situazione insostenibile. Speriamo non capiti mai a nessuno di noi di trovarci in 3 su 1000 in un paese così. E speriamo di non trovarci mai alla frontiera di un paese che non ci accoglie, lasciandoci a mercenari, torturatori, violentatori e anche mafiosi meritevoli.
Mentre si è sdoganato il razzismo e con esso sono esplosi l’immancabile sessismo e la violenza (che non è mai solo verbale) e si sono create le condizioni perché accadano fatti come quello di oggi, registriamo che fintamente preoccupati che altrimenti «vinca la destra», la destra è già al governo. E tutto intorno a noi si sente odore acre di fascismo.
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Introdurre per legge la libertà di sparare nelle ore notturne, inducendo così in ogni possessore di arma il convincimento di un diritto di difesa assoluto e senza limiti, è una scelta pericolosa e incosciente, che accontenta i populismi e li fa regola morale, invece di combatterli.
Chamberlain (via scarligamerluss)
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