galby75
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Galby, niente altro che Galby
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galby75 · 1 month ago
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Genocidio, deportazione di massa, strage, crimini di guerra, in breve eliminazione di un popolo, sotto gli occhi dei governi occidentali che balbettano il loro disappunto. VERGOGNA.
Gommolo
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galby75 · 2 months ago
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Scappano dal "paradiso" Ungheria
Dal 2010, 367.515 ungheresi sono partiti all'estero in cerca di una vita migliore.
Per chiarezza, i media ungheresi paragonano questo deflusso di popolazione alla completa scomparsa di Debrecen e Szeged, la seconda e la terza città più grandi del Paese.
L'Austria ha accolto oltre 124.000 cittadini ungheresi;
La Germania è diventata la nuova patria per 104.000 persone;
Il Regno Unito ha ospitato circa 53.000 ungheresi;
I Paesi Bassi e altri 86000
Ma Orban non era il miglior politico d'Europa (insieme alla Benita, ovviamente) ??????
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galby75 · 2 months ago
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“La gente non è cattiva, mia cara. È idiota, il che è ben diverso. La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. L’idiota invece non si sofferma a ragionare, obbedisce all’istinto, come un animale nella stalla, convinto di agire in nome del bene e di avere sempre ragione. Si sente orgoglioso in quanto può rompere le palle, con licenza parlando, a tutti coloro che considera diversi, per il colore della pelle, perché hanno altre opinioni, perché parlano un’altra lingua, perché non sono nati nel suo paese o perché non approva il loro modo di divertirsi. Nel mondo c’è bisogno di più gente cattiva e di meno rimbambiti.”
(Carlos Ruiz Zafón - L’ombra del vento)
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galby75 · 3 months ago
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Cronache ribelli
Nonostante le inchieste abbiano dimostrato che la ricostruzione dei fatti proposta dalla vittima fosse vera e sebbene una perizia ospedaliera abbia confermato i segni compatibili con un rapporto non consensuale, l’accusa di stupro contro Leonardo La Russa e Tommaso Gilardoni è stata archiviata, a dimostrazione di quanto poco contino il corpo e la parola di una donna in tribunale.
Le indagini hanno persino confermato la presenza di Ghb nei capelli della vittima, sostanza nota come “droga dello stupro”, ma questa evidenza è stata minimizzata fino ad essere liquidata come produzione fisiologica. La ragazza era, secondo tutte le testimonianze, in stato di alterazione psicofisica evidente, ma il fatto che non si sia opposta esplicitamente è stato usato come alibi, ignorando che il consenso non può esistere in assenza di lucidità.
È inaccettabile che la giustizia possa archiviare un caso del genere quando il principio fondamentale dovrebbe essere che senza un “sì” esplicito, è semplicemente un “no”. Oltretutto vi è stata la diffusione non consensuale di un video intimo: un caso di revenge porn che ha aggravato ulteriormente la violenza subita e l’umiliazione pubblica (unica accusa a restare in piedi).
La scelta di archiviare nonostante la gravità dei fatti – la violenza, lo stato di incoscienza, il video condiviso – è un atto di sistemica protezione del potere.
In una società realmente civile l’accertamento del consenso dovrebbe essere la base di ogni giudizio: qui è stato ignorato, come se bastasse l’inerzia di un corpo per assolvere chi lo usa. Archiviare questo caso non è solo un insulto alla vittima, è un messaggio pericoloso per tutte le donne: la tua verità conta o meno in base a chi è il tuo aggressore.
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galby75 · 3 months ago
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Gioco di sguardi
Era una di quelle serate in cui il ristorante si trasformava in un crocevia di sguardi sfiorati, desideri taciuti e vibrazioni sottili. L’aria era densa di parole non dette, di posate che sfioravano la porcellana con un ritmo ipnotico, mentre i calici tintinnavano come eco lontane di promesse ancora da formulare.
Laura sedeva con le amiche, immersa nella conversazione, ma inconsapevolmente regnava sulla scena con la sua semplice presenza. Il suo abito era un capolavoro di seduzione: un lungo vestito di seta nera che scivolava sul suo corpo come un peccato confessato a fior di labbra. Il tessuto lucido aderiva perfettamente alla sua figura, evidenziando ogni curva con un’eleganza sfacciata. Lo spacco laterale si apriva a ogni movimento delle gambe, rivelando sprazzi di pelle liscia come avorio, mentre il décolleté audace incorniciava i suoi seni con un gioco raffinato di trasparenze e ombre. Le spalline sottili lasciavano scoperte le spalle, offrendo alla luce del ristorante la possibilità di giocare con il bagliore vellutato della sua pelle. Ogni dettaglio del vestito era una promessa non detta, un invito sussurrato tra le pieghe di quella stoffa che sembrava nata per scivolare via al primo accenno di tentazione.
Fu proprio quello sguardo, caldo e insistente, a richiamare la sua attenzione. Un uomo, seduto poco distante, sembrava aver dimenticato tutto: la cena, la donna che gli parlava, perfino il tempo stesso. I suoi occhi, accesi da un’avidità raffinata, si erano ancorati a lei, assorbendo ogni suo movimento con un’intensità quasi tangibile. Laura percepì quel contatto invisibile sulla pelle, come un brivido che le percorse la schiena, insinuandosi sotto il tessuto leggero, risalendo fino al collo, fino alle labbra che, senza volerlo, si socchiusero in un gesto involontario.
Abbassò lo sguardo, cercando un’illusoria fuga da quella tensione che andava crescendo tra loro. Ma il richiamo era troppo forte, una calamita silenziosa che la spingeva a sollevare nuovamente gli occhi, solo per ritrovarli ancora lì: due fiamme incastonate in un volto che celava una promessa carnale. Un gioco di potere sottile si intrecciava tra loro, un duello silenzioso in cui nessuno dei due voleva cedere per primo.
La donna accanto a lui, ignara o forse complice di quell’ardente divagazione, continuava a parlare, le mani che si muovevano nell’aria in un’animata conversazione priva di destinatario. Lui, invece, si rifugiò in una scusa che tradì la sua stessa ostinazione: lodò la bellezza delle pareti, indicandole con un gesto distratto, mentre il suo sguardo rimaneva irrimediabilmente incatenato a lei. Era un’adorazione silenziosa, un omaggio inespresso a quella femminilità che non aveva bisogno di parole per imporsi.
Le amiche di Laura notarono il gioco sottile che si stava consumando sotto i loro occhi. Alcune sorrisero, altre la guardarono con curiosità velata da una punta di maliziosa invidia. Lei, invece, avvertì un brivido sottile di eccitazione insinuarsi tra le pieghe della sua sicurezza. Non era solo il desiderio di un uomo a sfiorarla, ma la consapevolezza del proprio potere: quel potere sottile e pervasivo che alcune donne possiedono senza bisogno di ostentarlo.
La serata continuò, le voci si mescolarono in un intreccio indistinto, ma per Laura nulla era più come prima. Quel breve incanto aveva acceso qualcosa dentro di lei: il piacere della seduzione silenziosa, il sapore dell’attrazione che brucia lenta, insinuandosi sotto pelle come un veleno dolcissimo. Non servivano gesti espliciti, né parole sussurrate all’orecchio: a volte, bastava uno sguardo per sentire il brivido del peccato scivolare sulla pelle.
Sentendo il bisogno di stemperare quella tensione, si alzò con grazia, dirigendosi verso il bagno con movimenti studiati nella loro apparente casualità. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che lui l’aveva seguita. Lo percepì nel modo in cui l’aria sembrava farsi più densa dietro di lei, nel suono quasi impercettibile dei suoi passi che si sovrapponevano ai suoi.
Appena entrata nel bagno, si fermò di fronte allo specchio, le mani appoggiate sul lavandino di marmo. Si guardò, il respiro leggermente alterato, il petto che si sollevava appena sotto la seta. Poi, la porta si chiuse con un lieve scatto. Lui era lì.
Non c’era esitazione nei suoi occhi quando si avvicinò, il calore del suo corpo così vicino da poterlo sentire attraverso la stoffa sottile del suo abito. Una mano scivolò con naturalezza lungo il fianco di Laura, risalendo fino al ventre, mentre il suo respiro caldo le sfiorava la nuca. Con un brivido, sentì l’evidente rigonfiamento sotto i pantaloni di lui premere contro i suoi fianchi, un’erezione potente che parlava più di qualsiasi parola sussurrata.
Le sue mani esplorarono con audacia, scivolando sotto la seta, stringendo la carne morbida dei seni con un tocco esperto e affamato. Le labbra di lui si posarono sul collo di Laura, lasciando baci ardenti, mentre il bacino si muoveva appena, quasi impercettibilmente, cercando un contatto più profondo. Lei trattenne il respiro, sentendo il calore diffondersi, un languore che la rendeva cedevole tra le sue mani.
Le dita di lui si spinsero più in basso, sfiorando l’interno delle sue cosce e sollevando il vestito con una lentezza torturante, mentre la sua bocca tracciava un percorso sensuale lungo la curva del collo, assaporando ogni centimetro della sua pelle. L’atmosfera vibrava di tensione erotica, un incontro rubato, immerso nella promessa di qualcosa che non poteva compiersi lì, ma che aveva già segnato entrambi.
Quando il rumore di passi fuori dalla porta li riportò alla realtà, lui si scostò appena, le mani ancora posate sul suo corpo come se non volesse lasciarla andare. Laura si voltò verso lo specchio, osservando il proprio riflesso: gli occhi lucidi, il respiro corto, la pelle arrossata dal desiderio. Lui si abbassò all’orecchio, sfiorandole il lobo con le labbra prima di sussurrarle con voce roca: "Non potrò mai dimenticarti..."
Un brivido la attraversò mentre si ricomponeva velocemente, uscendo dal bagno con un sorriso segreto sulle labbra e il passo deciso. Il gioco era solo all’inizio, e il ricordo delle sue mani su di lei avrebbe continuato a bruciare ben oltre quella notte.
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galby75 · 4 months ago
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L'AUTOEROTISMO NELLA ROMA ANTICA
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Quando non vi erano partner a disposizione, entrambi i sessi praticavano l’autoerotismo. Le donne si dilettavano utilizzando dei falli artificiali rivestiti in cuoio, a volte agganciati a lacci anch’essi di cuoio e stretti in vita, per simulare una penetrazione maschile; il lubrificante usato era molto probabilmente l’olio di oliva. La testimonianza di questo strumento è attestata dall’opera del poeta greco Eroda, dove dalla conversazione tra due amiche si intuisce che l’oggetto in discussione era un fallo in cuoio, opera del calzolaio Cerdona. Un’altra fonte attestante l’esistenza di questi oggetti è la coppa di Epiktetos, nella quale una donna stringe soddisfatta nelle sue mani ben due falli artificiali. Per gli uomini lo strumento era quello usato anche oggi, la mano; l’unica differenza era il fatto che il piacevole aiuto veniva fornito dalla sinistra e non dalla abituale destra, almeno così ci dice Marziale: «Pontico, perché tu non chiavi mai e tieni per amante la sinistra e questa mano amica fai servire agli uffici di Venere...»; e aggiunge con mordacia una non tanto velata condanna: «A Orazio bastò una sola chiavata per generare tre ardimentosi Orazi, una a Marte per fare due gemelli. Tutto sarebbe perduto se entrambi fossero stati dei masturbatori delegando alle mani la ricerca dei godimenti immondi. La natura medesima ti dice, credi: “Questo che sperdi tra le dita è un uomo, Pontico”». L’uso della mano sinistra come protagonista assoluta dell’autoerotismo maschile è confermato anche da una scritta pompeiana. Per degli uomini nati per dominare il mondo, le dimensioni della propria virilità erano importanti. I possessori di un membro dalla misura extra large suscitavano una notevole ammirazione, e Priapo, divinità legata alla fecondità maschile, non esitava nel ricordare loro, minaccioso e fiero, l’importanza di detenerne uno forte e vigoroso.
Tratto dal libro: Passioni e divertimenti nella Roma Antica
Fonti storiche:
Eroda, Mimiambi, VI, La conversazione intima.
Marziale, Epigrammi, VIII, 41.
CIL, IV, 2066.
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galby75 · 4 months ago
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Quando Allah porta miliardi, come annuncia trionfante la Meloni ( investimenti di Emirati arabi in Italia per 40 miliardi) , allora per lei e per tantissimi italiani e' "HAKBAR", ovvero, il Dio piu' grande di tutti. Quando Allah e' vestito di stracci, allora la nostra civilta' cristiana e' in pericolo e rischia di scomparire per colpa dalle loro invasioni. Siamo un cesso di Paese abitato da milioni di persone di merda.. @ilpianistasultetto
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galby75 · 4 months ago
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galby75 · 1 year ago
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Donzelli di Fratelli d’Italia avrebbe affermato che in Emilia-Romagna il governo è indietro nell’affrontare la ricostruzione post-alluvione per colpa della Regione.
Caro Donzelli lo scorso anno avete promesso in pompa magna che avreste risarcito al 100% i danni agli alluvionati.
Le cose stanno cosi:
1. Dopo un anno i cittadini hanno ricevuto soltanto i cinquemila euro che il sottoscritto, da commissario all’emergenza, concesse nelle settimane successive la drammatica alluvione assieme al Capo della Protezione Civile Curcio. Oltre a questi, arrivato poco o nulla.
2. Il governo, che non è ancora riuscito in un anno a rendere rimborsabili i beni mobili, ha annunciato che rimborserà soltanto a forfait e per un massimo di diecimila euro (da cui scalare i cinquemila già ricevuti), quando la gran parte ha subito danni ben più gravi.
E’ il governo dunque che non mantiene le promesse.
Provi a smentirmi se ne è capace.
Stefano Bonaccini
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galby75 · 1 year ago
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Red fox/rödräv (or simply "räv"). Värmland, Sweden (March 21, 2024).
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galby75 · 1 year ago
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Ve lo ricorderò ancora più volte: se davvero volete mostrare il vostro entusiasmo per la "Immensa Giorgia", alle europee dovete scrivere così sulla scheda.
E mi raccomando : IN STAMPATELLO !!! (altrimenti si corre il rischio che gli scrutatori non capiscano)
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galby75 · 1 year ago
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Un merito va riconosciuto a Berlusconi: aver portato alla luce il razzismo, l'omofobia e il disprezzo per i "diversi" che sono insiti nel DNA di almeno un terzo degli italiani, quelli che adesso non si vergognano a sfilare con le camice nere e il braccio teso; loro, quelli che "io non sono razzista, però ..." e "ho anche amici gay ...", quei poverini che, fino a qualche anno fa, almeno un po' si vergognavano di essere così pervicacemente disgustosi.
Adesso possono ostentarlo con orgoglio.
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galby75 · 1 year ago
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È stata scoperta un’ennesima fossa comune nell’ospedale di Al Shifa: cadaveri di palestinesi, tra cui pazienti ancora con il catetere o con le gambe ingessate, sono stati schiacciati dai carri armati. Israele ha trasformato un ospedale in un cimitero.
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galby75 · 1 year ago
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Paul & me
Stanotte ho fatto un sogno straordinario e bellissimo. Eravamo io e Paul McCartney seduti a chiacchierare e lui mi raccontava tantissimi episodi della sua vita, tra le altre cose di un cortometraggio che aveva girato da ragazzo: la storia di un orologio. Aveva anche un grande libro fotografico e ogni tanto lo sfogliava per farmi vedere delle immagini. Verso la fine gli chiedevo quale fosse la domanda che più spesso gli avevano rivolto, lui stava per rispondere quando io l'ho anticipato: "Chi ha deciso il nome "Beatles", tu o John?". Subito scoppiavamo a ridere e poi Paul mi diceva: "Adesso ti faccio vedere la foto dei Beatles a cui tengo di più", sfogliava il libro e quindi mi indicava l'immagine in bianco e nero di un vecchio sull'altalena, nel guardarlo si metteva a piangere, mi mettevo a piangere pure io e poi mi sono svegliato. Commosso.
E insomma adesso so un sacco di cose su Paul McCartney e sui Beatles che voi neanche ve l'immaginate.
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galby75 · 1 year ago
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Puoi decidere cosa essere
e puoi essere qualunque cosa.
Ma non essere mai,
per nessuno,
una cosa qualunque.
- Giorgia Stella
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galby75 · 1 year ago
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Marloes Horst
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galby75 · 1 year ago
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