gionark
gionark
La mia Odissea Minuta
4 posts
Blog di Gionark
Don't wanna be here? Send us removal request.
gionark · 3 days ago
Text
Carpaccio di fichi, prosciutto crudo, noci tostate, scaglie di grana e miele
Tumblr media
Ceno questa sera con questa semplicissima ricetta che ho preso dal profilo Facebook dello chef Fitarau Sebastian. Con alcune piccole modifiche mie.
Ingredienti (per 2-3 persone)
6-8 fichi maturi ma sodi
80-100 g di prosciutto crudo (possibilmente dolce, tipo Parma o San Daniele)
30-40 g di noci sgusciate
Scaglie di grana padano o parmigiano reggiano (da ottenere con una grattugia a lamelle o un pelapatate)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Aceto balsamico q.b.
Sale e pepe nero macinato al momento
1 cucchiaino di miele (meglio se millefiori o d’acacia)
(Facoltativo) Un po’ di rucola fresca per decorare e dare un tocco amaro
Procedimento
Preparazione delle noci
Trita grossolanamente le noci con un coltello.
Scalda una padella antiaderente senza aggiungere grassi.
Versa le noci e falle tostare per 2-3 minuti, mescolando spesso, finché non sentono profumo e diventano leggermente dorate. Toglile subito dalla padella per evitare che brucino.
Preparazione dei fichi
Lava e asciuga delicatamente i fichi.
Tagliali a rondelle sottili con un coltello affilato, senza sbucciarli (se la buccia è sottile e bella).
Disponi le rondelle di fichi su un piatto grande da portata, sovrapponendole leggermente.
Preparazione delle scaglie di grana
Usa un pelapatate o una grattugia a lamelle per ottenere delle scaglie sottili di grana padano o parmigiano.
Preparazione dell’emulsione
In una ciotolina, versa 2-3 cucchiai di olio extravergine, 1 cucchiaio di aceto balsamico, sale e pepe nero secondo il tuo gusto.
Aggiungi un cucchiaino di miele e mescola energicamente con una forchetta o una frusta fino a ottenere una salsina omogenea (il miele aiuta a “legare” l’olio e l’aceto).
Tieni l’emulsione pronta per condire.
Composizione del piatto
Sopra i fichi disponi in modo armonioso le fette di prosciutto crudo, facendo delle pieghe morbide.
Cospargi con le noci tostate.
Aggiungi le scaglie di grana in modo generoso.
Se vuoi, un po’ di rucola fresca qua e là per il contrasto amaro (facoltativo).
Versa a filo l’emulsione preparata con olio, aceto balsamico, miele, sale e pepe.
Servi subito, magari con pane croccante.
0 notes
gionark · 3 days ago
Text
Chi sono
Rispondo con un "Questionario di Proust" adattato per l'occasione.
Il tratto principale del tuo carattere? Irrequieto. Nel senso di “chi non sa dove mettere il cappello” (per citare B. Chatwin). Mai soddisfatto, perennemente in ricerca, costantemente nella necessità di sentirmi a casa, ma paradossalmente senza trovarla da nessuna parte. Un bel guaio, vero?
La qualità che apprezzi di più in una persona? La trasparenza. Odio chi nasconde e chi si nasconde. Sei un traditore? Ok, ma mostrami il tuo vero volto. Sei onesto? Allora non contraddirti. Dimmi sempre quello che pensi, anche se mi devi dire che sono uno stronzo e che ti sto sul culo. Non mi offendo, sai? O meglio, mi offendo, ma almeno sei stato onesto e, anche se a tua volta mi starai sul culo, ti apprezzerò e riuscirò, almeno in alcuni momenti, a fidarmi di te.
Il tuo principale difetto? Permaloso? Me lo dicono in tanti... beh sì, dai, diciamo che se ti metti in mezzo al mio cammino (in senso ostacolante) il livello del rancore può raggiungere tranquillamente il valore più alto.
Il tuo sogno di felicità? Realizzarmi a livello creativo. Vorrei riuscire ad aprire un mio atelier pedagogico/artistico e lavorare offrendo i miei laboratori. Un sogno, al momento, non realizzabile... manca il cash!
Il tuo colore preferito e perché? Mi piacciono tutti i colori, non ne ho uno preferito. Anzi, ogni tanto mi piace cambiare. Adoro l’arcobaleno per questo e non solo perché appoggio ogni forma di inclusività, ma perché amo la varietà dei colori (un riflesso del mio carattere: vario, imprevedibile e mutevole).
L’ultima cosa che ti ha fatto sorridere? Il video di un signore che ballava in strada davanti ai passanti la canzone “Il triangolo” di Renato Zero.
Cosa non sopporti proprio negli altri? Tante cose... davvero tante. Forse a volte non sopporto gli altri, o forse gli altri non sopportano me. Non cambia.
Un oggetto a cui sei particolarmente legato? Il pianoforte. Se dovessi cambiare casa e non avere spazio per il mio pianoforte, piuttosto eliminerei il tavolo in cucina e mangerei in piedi.
Il viaggio che vorresti fare almeno una volta nella vita? Egitto. Vorrei visitare tutto ciò che si può vedere della cultura degli antichi egizi, della quale sono sempre stato profondamente appassionato e curioso. Mi piacerebbe fare un tour speciale, guidato da archeologi esperti, e vedere ciò che normalmente non viene mostrato ai turisti.
La tua paura più grande? Perdere la lucidità mentale.
Un talento che vorresti avere? La capacità di apprendere con facilità le lingue. Faccio una fatica abnorme... invidio chi riesce ad apprendere anche più di una lingua straniera.
Come ti piace trascorrere il tempo libero? Leggere, scrivere, creare, disegnare, ritagliare, assemblare, ideare, curiosare, scoprire, inventare, suonare...
La canzone che ti rappresenta di più? “La domenica delle salme” di Fabrizio De André.
Il libro che ti ha cambiato la vita? “La via dell’artista” di Julia Cameron.
Un personaggio, reale o di fantasia, con cui vorresti prendere un caffè? Albus Silente.
La tua definizione di “casa”? Il luogo nel quale mi sento sicuro, dove posso chiudere gli occhi e dormire tranquillo. Il posto che mi ripara dalle intemperie e mi offre rifugio. Un luogo mio, da condividere solo con chi amo.
Cosa ti emoziona sempre, ogni volta? Ammirare qualcosa di bello: un panorama, un dipinto, un film, una musica, una poesia, un incontro...
Un piccolo gesto che ti fa sentire bene? L’abbraccio.
Come immagini il tuo futuro ideale? Bah... esiste un futuro ideale? Io ho tanti futuri che desidero. Beh, certamente essere in pace con me stesso.
Il motto o la frase che ti guida nella vita? “Cresce ciò che semini” (che è meglio di “raccogli ciò che semini”, perché spesso non raccogliamo ma raccolgono altri. Infatti un’altra frase è: “Chi semina tamarindi non raccoglie tamarindi”).
Per concludere: Come mai Gionark? Un soprannome vecchio, con una vecchia storia. Un giorno la racconterò. In ogni caso è l’unione di “Giona” (inteso come il profeta della Bibbia) e “Ark”, ovvero “Arca”, in riferimento all’Arca di Noè. Un nome nato in un contesto particolare e con un significato molto importante per me.
1 note · View note
gionark · 3 days ago
Text
Si ricomincia a scrivere
E mi trovo qui, ancora una volta su Tumblr dopo aver aperto questo blog nel 2023 e non averci scritto niente.
La mia "Odissea minuta", in realtà è il titolo di un libro, non ricordo nemmeno l'autore. Noioso a dire il vero (o almeno così l'ho percepito io) ma del resto molto vero: viviamo tutti una sorta di odissea quotidiana. Un viaggio periglioso verso una meta desiderata ma alla quale sembra che facciamo di tutto per non arrivarci. Quale sia poi la mia meta dovrei ancora scoprirlo a dire il vero. Ma non importa molto.
Sono qui ora e ricomincio a scrivere. Scrivo del mio viaggio quotidiano, noioso, poco interessante ma fondamentalmente mio. Scrivo di ciò che vedo e sento. Scrivo le mie "scoperte" e le mie riflessioni. Scrivo fondamentalmente per essere letto da chi passa di qui per caso e non necessariamente per chi mi conosce. Scrivo per me stesso perché alla fine è fondamentalmente lo scopo principale dell'attività relativa alla scrittura.
Benvenuto, chiunque tu sia, nel mio blog. Nella mia piccola/grande ODISSEA MINUTA.
0 notes
gionark · 2 years ago
Text
I fallimenti sono nuovi punti di partenza (A. Jodorowski)
2 notes · View notes