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Grazie.
E’ tanto che non scrivo… Blu, Amore mio.
Lo faccio oggi, mentre fuori una pioggia grigia e cupa disseta una terra che grazie a lei genererà Vita.
Lo faccio per dirti Grazie.
Grazie, Amore mio, per essere il mezzo (secondo Te) e il fine (secondo Me) per cui Amore è tornato prepotentemente nella Mia Vita.
Grazie, Blu, per essere la persona unica e meravigliosa che sei.
Grazie per la tua quotidianità, per il posto che riesci a trovare per Me dentro di lei.
Grazie per condividere con Me le Tue gioie, i Tuoi progetti, la Tua cena a base di rape la sera tardi e i Tuoi risvegli. Grazie per le cicche fumate insieme al telefono, i tuoi cani, la tua stanza…
Grazie per le fatiche, le frustrazioni, le paure.
Grazie per la sincerità, la confidenza, le cose estorte quasi a forza…
Grazie Blu, Amore mio, per la pazienza. Per aver accolto nella Tua Vita la Mia e per aver permesso che la Tua entrasse in Me, anche quando non era, è e sarà uno scherzo.
Io Ti Amo Blu, Amore mio.
E non sono solo parole.
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Radici.
Sono stanco, Blu, Amore mio.
Stanco di una stanchezza profonda, antica… affrontata – prima – con l’immensa forza che dava l’imminente certezza di Noi insieme.
Quella forza è tutt’a un tratto svanita, scomparsa.
So quando �� successo. Era mattina, ti guardavo dormire. Contemplavo la tua schiena nuda, mancavano poche ore alla mia partenza. Poche ore e sarei tornato a casa.
Casa.
Buffo, pensare di dover tornare a casa quando senti, sai che Casa è dove sei in quel preciso istante. E’ con chi sei in quel preciso istante.
Radici. Appartenenza. Casa.
Radici ma zavorre. Appartenenza ma omologazione. Casa ma non la mia Casa.
Sono stanco, Blu, Amore mio.
Stanco di un passato che sta inesorabilmente affondando e che tenta di trascinarmi nell’abisso con sé. Stanco delle sue miserie, della sua tentacolare e polimorfa subdoleria. Stanco delle persone che fanno parte di quel passato, dei loro trucchi, delle loro strategie, delle loro meschinità.
Non più zavorre, ma libertà. Non più omologazione, ma identità. Non più case inutili, ma Noi.
Sono stanco, ma passerà. C’è del lavoro da fare.
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Barriere.
Tutti, quando pensano alla caduta del muro di Berlino, tornano a quella notte.
9-11-1989 (e lasciamo perdere i numeri di questa data…). Una notte gloriosa, epica. La notte della Vita, della Storia.
Ma non è successo tutto in una notte. E non è che da quella notte tutto sia filato liscio.
Quanta fatica, quanto dolore, quante lacrime versate – in silenzio – per giungere a quella notte?
Quanta consapevolezza è maturata - in silenzio - nei cuori, nelle menti, nelle anime di invisibili individui di qua e di là di quel Muro per giungere a quella notte?
Quanta silenziosa percezione è stata necessaria per abbattere quel Muro, per riunire uno stesso Uno, non dell’Est o dell’Ovest, non sovietico o occidentale, ma semplicemente “berlinese”.
“Ich bin ein Berliner”, disse JFK nel ’63. Una strada, un solco tracciato… al di là delle inevitabili implicazioni politiche.
E non è che dopo quella notte per i berlinesi, di Est e di Ovest, la strada sia stata in discesa. Differenze, diffidenze, abitudini, disparità, paura di perdere identità in un’unità ritrovata hanno alzato nuove barriere proprio mentre stavano smantellando il Muro, quel Muro.
Ma alla fine anche quelle barriere sono crollate. Si sono capiti, accettatti, hanno imparato gli uni dagli altri. Si sono sostenuti. Hanno camminato insieme.
Non è stata una passeggiata.
“Non sarà una passeggiata”, mi hai detto.
Avevi ragione, Blu, Amore mio. Non lo è.
Ma oltre quel Muro, oltre le barriere, io mi sento Berlinese. E basta. Come Te.
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...ecco.
Lo usi sempre, quando vuoi sottolineare qualcosa di importante. Quando scrivi, quando parli. Forse - quando leggerai queste mie prime parole - lo dirai anche questa volta.
Ecco. Tutto in un avverbio. Compimento. Non più passato nè futuro ma presente. Ora, sempre Ora... sempre Oggi.
Il mio Oggi sei Tu, Blu. Siamo Noi. Noi che abbiamo superato le barriere di spazio, tempo, dimensione; Noi che prima di incontrarci ci siamo percepiti, riconosciuti; Noi, Blu.
Sei il mio incipit. L’alba di una nuova Storia. Iniziamo.
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