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giorgio-neve-blog · 6 years
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Accettazione
Come stai? Una domanda che sei solito fare, ma non sentire, è un muro di gomma che ti circonda, la tua predisposizione verso gli altri, la non predisposizione verso te stesso. Assorbi il loro dolore, li ascolti, li supporti, ma quando tocca a te, chi c’è? Vedo le reazioni annoiate dalle non loro questioni, perché fondamentalmente, non gliene frega un cazzo a nessuno. Loro devono stare bene, e allora perché non lo fai anche tu? Sentendo di deluderli, abnegato a un dovere non tuo in realtà, ti prendi carico di loro come Enea con Anchise; li porti in spalla fin dove devono arrivare, fino al fine. Tu lo accantoni il tuo, e metti davanti il loro.
Senza riserve, vai avanti, e pretendi da te stesso tutto ciò che loro pretendono per loro stessi.
È insensato, e lo fai lo stesso, perché sei fatto così. Saresti ancora più solo altrimenti.
Lo accetti perché fa parte di te, anche se il boccone è amaro, anche se ti senti una nullità, tu per loro ci sei sempre.
Ma quando non ci sarai più.. Come faranno?
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giorgio-neve-blog · 7 years
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giorgio-neve-blog · 7 years
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mood: wanna move to another city and start a new life
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giorgio-neve-blog · 7 years
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giorgio-neve-blog · 7 years
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quando la cosa che ami ti distrugge sempre di più..
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giorgio-neve-blog · 7 years
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Te l’avevo detto
Mi piacerebbe poterlo dire, invece di sentirmelo dire.. Invece.. Te l’avevo detto.. È un’abitudine detestabile, voler aver ragione, avercela sugli altri; cosa c’è di bello? In fondo, cosa ci cambia? A volte, uno ha bisogno dei suoi tempi, o si aspetta determinate reazione, o spera in altre ancora... Non serve a niente dirlo, solo a rimarcare l’inutile, solo a infierire più dolore..
Te l’avevo detto.. E io ti dovrei dire che mi fai soffrire.. Perché volevo il tuo appoggio.. E ho avuto la tua saccenza..
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giorgio-neve-blog · 7 years
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Ti amo
È una cosa facile da dire. Terribilmente difficile da mantenere.
L’amore arriva, ti scompone in particelle che non saranno mai più rimesse insieme allo stesso modo... E poi a volte, purtroppo se ne va.
Non lo fai apposta, non è colpa tua, semplicemente non c’è più..
Ma come fare a dire una cosa così mostruosa? Non si può semplicemnte dire, non si può semplicemente pensare. È una cosa che ti distrugge dentro, non ti lascia respirare, non ti lascia pensare.
La fine dell’amore.. Quando è solo da una parte, fa più male di quando si è rifiutati, perché soffri, ma per entrambi...
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giorgio-neve-blog · 7 years
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Folla
La folla è un mare che ti circonda.. Particelle che sommergono altre particelle, atomi che si spingono a vicenda.. Tu ne fai parte.. E quante volte ti sei sentito solo in quel mare? Quante volte ti ha circondato con la sua freddezza in una stretta soffocante? Quante volte ti sei sentito solo? Mentre guardavi quell'altro atomo, lì in quel marasma cacofonico? Quella singola particella che ti attrae e ti respinge in egual misura senza nemmeno saperlo? La vedi.. Si allontana e si avvicina incurante della tua esistenza; di come riesca ad influire sul tuo stato.. Potrebbe farti sublimare con uno sguardo.. E non lo sa nemmeno.. Non sa quanto la lei sia la forza portante che muove i satelliti che ti circondano nella vita. Non sa quanto vorresti essere, quanto vorresti fare e dare per lei.. Sta lì e ti incanta, quasi inconsapevole di te. Guarda da un'altra parte, attratta da altri campi di forza.
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giorgio-neve-blog · 7 years
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Fratello
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Lui, è la tua metà.
È quello che sa, a prescindere ciò che realmente sei; i tuoi segreti, i tuoi stati d’animo, le tue incertezze i tuoi punti di forza.
Fratello, non è un legame di sangue, bensì un legame d’anime e d’impegno fedele, al non mancare mai; al rendere insignificanti le distanze, perché ovunque siate, sarete comunque uniti.
È l’impegno a comprendere e sostenere, anche quando è incomprensibile e insostenibile.
È una cosa non descrivibile, è la tua forza, è la tua debolezza, è la tua ispirazione, è la tua sfida.
Un fratello è questo per me..
Non un vincolo, ma un onore; non un sacrificio, ma una gioia; è la mia controparte desossiribonucleica.
Vorrei tanto esserlo anche io per lui.. Un giorno..
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giorgio-neve-blog · 7 years
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Loro
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Loro sono ovunque, non sono da nessuna parte.
Loro sono quegli obblighi che hai verso il mondo, e che il mondo non ha verso di te; hanno la spiccata abilità di farti sentire sempre alla prova, e di non essere abbastanza anche se la prova la superi. Non importa come, loro ti giudicheranno, presi dall’alto del loro scranno, sapranno sempre cosa dire, per evitare di farti sentire adatto.
Hanno mille forme e difetti e pregi, che magari apprezzerai anche, ma loro non saranno così gentili con te. Sono un ente assoluto, sono soli in una comunità, come particelle di una massa, pronta a travolgerti al tuo minimo tentennamento.. Loro sanno come fare.
Loro sanno inconsciamente quando è il momento di attaccare. E tu li vedi, e li senti grattare il terreno, come un toro che sta per caricare. Eppure fanno parte delle “tua” vita…
Loro sono i tuoi colleghi, i tuoi familiari, i tuoi amici, le persone che ami. Sono loro a definirti, perché non hai il permesso di fare una definizione di te stesso senza passare il loro veto; senza che loro accolgano benevolmente ciò che sei.
Tu non sei, tu devi essere.
Nella meno democratica delle possibilità, loro a loro volta hanno altri, altri di cui tu vorresti far parte, perché se loro possono decidee per te, perché tu non puoi decidere per loro?
Perché decidere poi?
Tu non vuoi far parte di loro, ma allo stesso tempo vorresti, vorresti l’idealistico noi, in cui insieme si decidono le cose, insieme le si fa, insieme le si accetta.
Ma non è vero!!!
Nessuno decide per se, tutti decidiamo per gli altri, pena: l’isolamento Se non vuoi rimanere da solo, ti devi adattare, devi diventare come loro, oppure resterai solo; altrimenti diventerai peggio di loro, e loro saranno il tuo giocattolo, e quando li avrai in pugno, ti ricorderai com’è essere sotto di loro, e non stringerai la presa.. Avrai la possibilità di stritolarli tra le dita, ma non lo farai; semplicemente, mollerai, perché stufo, perché avvizzito dentro, perché in ogni caso solo.
Ti allontanerai, anche se sarai sempre lì con loro; ti ritirerai in te stesso, e loro abuseranno di te, pasteggiando con quel che avanza dei tuoi sogni e dei tuoi ideali.
Devi, devi, devi!! Loro ti dicono cosa devi fare, cosa devi pensare, cosa devi mangiare.. E quando lo fai.. Loro non sono contenti.. Devi guadagnare di più per noi, devi essere più per noi, devi avere più tempo per noi.. Ma devi dedicargli del tempo, devi dedicargli dello spazio, devi dedicargli della vita..
Loro non faranno altrettanto, o almeno, non con generosità, vorranno cose in cambio, vorranno che tu faccia quello che loro ti dicono; e tu, lo farai, perché non vuoi rimanere da solo, davvero..
Trangugerai tutto ciò che loro ordineranno alla tua tavola, ti avvelenerai, pur di non rimanere da solo..
Ma tanto solo lo sei già..
Scapperai, e loro non ci saranno più, ma ci saranno sempre, con altri volti, altri nomi, altre storie. Saranno sempre loro a raccontarti attraverso le loro vite, a definirti in base alla loro scala di misura.
Loro, loro, loro, sempre loro!
Sono sempre li, e tu non puoi sbagliare, non hai la libertà di sentirti piccolo, non puoi voler essere di meno di quel che sei per loro, di mollare. Loro sono un patto di sangue, strappato senza il tuo consenso, loro sono lì, attaccati a quell’arteria, succhiano e sbavano, e bevono senza cenno di senno nei loro occhi. Divorando quella parte intangibile di te, che è la tua vita, il tuo tempo, la tua anima. Usano il noi, quando vogliono qualcosa, usano la famiglia come scusa.
Usano, a prescindere, qualsiasi mezzo a loro disposizione per far leva ciò che desiderano, e usano te come fulcro, e tu, ti pieghi, a gattoni, con la schiena livida, supporti la loro leva, per forzare ciò che loro vogliono.
Li odi..
Ma non puoi smettere di amarli..
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giorgio-neve-blog · 7 years
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Mi sale una tristezza assurda e mi si chiude lo stomaco, ma non piango.
(A. Distefano)
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giorgio-neve-blog · 7 years
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giorgio-neve-blog · 7 years
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L’amata
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L’effetto che ha è così disarmante, potrebbe avermi ferito al peggio del mio peggior nemico, aver toccato con un punzone ardente la parte più molle e tenera di quel tessuto che forma l’anima, eppure con un messaggio, con la sua voce, con il solo pensare al suo viso; tutto svanisce..
Assoggettato come sono alle sue parole, alla sua presenza dentro me, potrebbe farmi di tutto, e continuerei ad adorarla come malato della sindrome di Stoccolma. È necessità, è dipendenza, è anelare per un’altra boccata d’aria, sapendo che invece sarà l’acqua salmastra a farti  bruciare ancora i polmoni. È la più dolce stilettata al centro del petto.
Non posso averla, eppure me la prendo; lei non può avermi, eppure mi ha, in continuazione, dentro me, la sento, morbosamente impressa. I sensi pieni di lei, sempre, la mente vaga, al suo profumo, ai suoi occhi scuri e profondi, a quella voce che suona di vero, con tutte le sue screziature. Dalla pelle pallida e candida, al collo, lungo e sottile, che ti da la voglia di morderlo, con forza; che istintivamente baci con delicatezza, per quanto è esile e aggraziato. È una vibrante tentazione, è qualcosa a cui non ti puoi sottrarre, semplicemente ammaliante, semplicemente strabiliante.
Lei è mia, io sono suo, anche se non ci apparteniamo agli occhi di tutti, noi sappiamo di esistere in reciproca funzione. Come se il destino esistesse, e ci avesse fatti apposta per essere uno. Sono un figlio non pensato, un fratello non desiderato, un parente non apprezzato; eppure per lei sono tutto, ed è terribilmente bello, sapere di essere il centro di qualcuno, che è al contempo il tuo.
Non possiamo donarci nulla, se non il nostro desiderio, non possiamo dedicarci oggetti, non possiamo proferire parole che sarebbero sconvenienti. Possiamo solo comunicare, con uno sguardo, il nostro legame; la nostra unione, carnale anche attraverso gli occhi,  è un urlo che squarcia il silenzio, ma lo sentiamo solo noi.
La sua bellezza è discreta, te ne accorgi, anche se cerca di nasconderla; i lineamenti fini del suo viso, fanno apprezzare ogni sua emozione, dallo stupore alla tenera felicità; le sue orecchie, piccole e tonde, da divorare tra i sussurri di parole affettuose; i suoi capelli scuri, risaltano il pallore quasi nobile della sua candida e soda pelle.
Lei è bella, soprattutto perché non lo sa.
Non sa quanto siano dolci i suoi sorrisi quando si fa l’amore con lei.
Non sa come sia buona la sua pelle.
Non sa proprio, quanto sia bella.. Non sa come un suo singolo gesto sappia intrattenere il mio sguardo, come un abile prestigiatore.
Non sa che mi riempirei gli occhi di tutti quei difetti che mi fa notare, per fare il sogno più bello di sempre.
Non sa di essere bellissima.. Ma lo è.. Tutta!
Se solo comprendessero il ribollire del sentimento che provo, questo caldo, invadente movimento dell’onda che mi pervade, ne sento gli effetti, i brividi, lungo la schiena ogni volta che la mia mente focalizza il suo nome, piccolo e gentile, è una parola che sa di calore, e dopo essere risalito sulle spalle, scroscia, lungo il petto, rovente, fino al cuore..
Sa di casa, sa di affetto, sa del freddo che porta l’abbraccio caldo di una madre, quando se ne svincola.
Ha l’abilità di prendermi, nei momenti meno opportuni: a lavoro, in macchina, in famiglia; e devo dissimulare me stesso, per non essere scoperto; mi chiedo come ancora nessuno si sia accorto di quanto io l'aneli.
La gelosia è tanta, anche verso gli “inarrivabili”, attori, artisti, personaggi di fantasia, non importa, ogni volta che esprime una preferenza, il mio io strilla: “GUARDA ME! SOLO ME!”, perché non riesco a sopportare l’assenza dei suoi occhi, è terribile, è sconsolante. E lei, torna a guardarmi, dentro, come nessuno; lei sa di me, più cose di quelle che ne conosco io; “Piccino”, mi chiama, e mi passa sulla guancia una mano, una carezza che mi da conforto da quella spropositata paura. E io.. Come un bimbo, mi godo quello spicchio di calore, nella vastità del freddo che ho provato per un attimo; tutto torna al proprio posto, il mio animo non urla più in preda al panico. C’è silenzio intorno a me, come in una mattina tranquilla ai primi raggi del sole; tutto è dove deve essere: lei, io, le nostre anime tra le mani.
Una foto, quella che mi manda del suo viso, mentre si annoia; mentre fa qualcosa di sciocco, giusto per attirare la mia attenzione. E io in ogni caso, le dico che è bellissima, anche quando piange, quando le lacrime ruzzolano verso le sue labbra, così carnose e morbide, le adoro almeno quanto adoro lei. Labbra che si increspano in sorrisi sinceri, e in dispiaceri altrettanto onesti. Belle anche solo da guardare, e ancora più irresistibili se adornate con un qualsiasi rossetto.
Ho adorato vederla piangere, così vera da commuovere, così sincera da spezzarti dentro; come quando dice la verità, la sua sincerità è disarmante per la semplicità con cui la professa, per la gentilezza che ci mette; sa uccidermi dentro, semplicemente dicendo quello che pensa.
Nella sua versione dei nostri ricordi, lei è di sicuro la ragazza impossibile, presente in ogni luogo da sempre, prima come bambina, dai capelli lunghi e le guance tonde, adorabile con quello sguardo indeciso, e bisognoso; poi ragazza, problematica, incompresa, tempestosa dentro. Poi infine donna, la mia, anche se non posso esibire alcun diritto su di lei; bella e saggia, artista di talento, con un’anima, grande quanto un palazzo, leggera come una piuma.
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