Tumgik
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Never Enough (pt.2)
04.09.76
S: « Merlino. » Esclama « Non parlare come se sapessi cosa significa perdere la persona che ami perché morta. Non te lo augurerei mai. » Assottiglia lo sguardo. Paura alla sola idea, probabilmente, quanto più irrazionale nel pensarlo. « due anni » serra la mascella, la guarda male. « E lui è arrivato per caso e con tutte le paure annesse. Ho scoperto una parte di me che mi spaventava e che ho dovuto rivoluzionare completamente. Non è stato semplice. » Una piccolissima pausa « quindi non farmi la predica. Te ne sarei grato » semplicemente. Gli occhioni che restano fissi su di lei, le labbra ancora una volta strette tra loro. « Io, ormai, sono staccato dal disturbo. Mi considero molto più sano di quanto sia mai stato. Era una conversazione con qualcuno che aveva le mie stesse difficoltà. » Le labbra ancora una volta strette in quella smorfia a dir poco severa. Lo sguardo ora più amareggiato. « Lo so già questo. » Occhi al cielo « ti credi superiore a me? Ho fatto quel che ho fatto perché è stata una mia scelta. » il viso ad avvicinarsi pericolosamente al suo « tu non mi hai detto che aspettavi un bambino e mi hai cancellato completamente dalla tua vita e quella è stata una tua scelta » gli occhioni nei suoi.
« Io mi conosco molto bene, ormai. »
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K: «HO PERso mia madre quando avevo 4 anni, hanno trovato i resti del suo corpo dopo anni in un aeroporto» lo dice secca inizialmente alzando anche un po` la voce per poi abbassarla guardandosi intorno ricordandosi appunto il luogo in cui stanno parlando «Porca miseria,Sebastian, ma perchè mi hai fermato eh?!»domanda retorica senza aspettare questa volta una risposta «Non è una dannata gara a chi sta peggio! Non mi interessa chi dei due ha perso più persone, chi ha più cicatrici, chi ha sofferto di più, non è una gara! la vita non è questo, e non lo è neanche la malattia quindi finiscila!» - «Non ti sto facendo la predica, non ti sto attaccando in nessun modo, non mi interessa attaccarti o ferirti, le mie erano domande a cui tu dovevi rispondere per te stesso, non mi interessa..» - «OH MA ALLORA NON CAPISCI?!» - «Io non sono migliore di nessuno, non mi credo migliore di nessuno TU» lo dice indicandolo «mi hai fermato, TU mi hai chiesto cose personali, e sempre TU ti stai offendendo sentendoti attaccato per un qualcosa che è solo un dato di fatto, sbagliato?! Va bene, allora stai bene da solo, hai imparato a vivere da solo, e bla bla bla » fa segno con la destrorsa della bocca che parla
  «NON TI.. » - «Oh Waleystock non prendiamoci per il..»pausa «beh hai capito..Cosa ti dovevo? eh?! cosa dovevo dirti?!» - «"Hey ciao non ti frega una cippa di me ma aspetto un figlio?!"»ride, la sua risatina isterica torna a farsi viva «Sono stufa, stufa stufa Sebastian di tutte le volte che vieni, chiedi aiuto e ti lamenti perché secondo te ho avuto qualche mancanza nei tuoi confronti, e alla fine io mi sento in colpa.. corro da te e ogni volta mi viene detto "tizio è più importante, caio per me è come un fratello" e io in quella dannata lista non ci sono mai! MAI! Sebastian, non mi hai mai inserito nella tua lista di cerchie perfette... mi hai spezzato in mille modi e io come una cretina tornavo sempre indietro, perché tu avevi bisogno, allora ho iniziato a chiedermi "perché viene sempre da te e non dagli amici che millanta di avere..."» - «e non mi riferisco a quelli che alla fine c`erano sempre.. ma a quelli che non c`erano mai e tu mettevi al primo posto.. perché venivi sempre da me e non andavi da loro?! ma sopratutto perché poi te ne andavi e mi scassavi i boccini perché non ti rincorrevo?!» - «sono domande retoriche, non mi interessa più la risposta..» il labbro sotto inizia a tremare «Io ti ho voluto bene come un fratello, Merlino Sebastian ho persino detto di Amarti pur di farti rimanere accanto a me..e tu non te ne sei mai accorto.. ci siamo ripetuti così tante volte addio che ormai non ha più significato questa parola per me..» - «Ancora una volta, io ti ho cercato, sono venuta a quel processo, ho messo in discussione me stessa e il mio rapporto con Adam, Zola ti adorava, eri per lei il fratello maggiore fico e dannato.. e tu non ci hai filate di striscio..poi mi fermi, mi chiedi le cose, ti parlo di un qualcosa con cui convivo da sette anni» - «sette anni Sebastian, riconosciuti.. e probabilmente sono molti di più, ho distrutto e ricostruito la mia vita, cerco di farti ragionare e capire dove sei tu e dove inizia la malattia e mi vieni a dire che mi credo superiore e ti faccio la predica?! no..»
scuote la testolina arretrando di qualche passo, continuando a scuotere la testa «Tu non sei staccato dalla malattia, tu ci stai annegando dentro e non te ne rendi neanche conto..» allarga le braccia «Ci rinuncio, sono esausta di cercare di valere qualcosa per te.. e prendermi sempre incantesimi, parole, ferite..solitudine.. non questa volta Waleystock..»nel caso lui non tenterebbe di fermarla schiaffeggiarla, incantarla o altro.. Kat continuerebbe a indietreggiare scuotendo la testolina.
S: Le braccia lungo i fianchi, le mani nelle tasche. « Non sto facendo gare. » L’unica cosa che dice.E la verità è che per una volta non riesce a dire una parola. Zittito da quella cascata violenta di parole che gli piovono addosso, che lo inondano dal basso « Non volevo nessuno a quel processo. » Parte dalla fine; non tenterebbe di fermarla fisicamente, piuttosto alza appena il tono di voce per farsi ascoltare. E magari bloccarle il passo, ma non ci spera più di tanto. « Ci tenevo tanto a te, eri la sorellina che ho sempre voluto. » - « E mi dispiace tanto averti strapazzato, ma c’era un motivo per cui venivo sempre da te. » Sospira piano « Perché ti volevo bene. » una piccolissima pausa
« perché eri famiglia. »
gli occhi bassi, adesso. « E quando mi hai detto che eri innamorata, nel treno di ritorno da Hogwarts, ho deciso che dovevo tagliare ogni ponte con te. » una confessione che arriva limpida dopo ben nove anni. « Io non ti vedevo in quel modo, non avrei mai voluto una storia con te, non volevo tradirti, men che meno impegnarmi seriamente. » Annuisce piano « Quindi me ne sono andato. » Si stringe poco dopo nelle spalle. Muoverebbe un paio di passi indietro anche lui. « Io sono staccato dalla malattia. » Pronuncia con una certa fermezza. Sbatte le palpebre, la guarda. « Essere una testa di ca- » ne? « non vuol dire essere malato. »
K: Lo sente parlare ma non si volta, si morde il labbro «Eppure in quella lista non c`ero mai..»lo ripete piano ma abbastanza udibile da lui «famiglia..»ripete nuovamente mentre cerca di non implodere, si volta alla frase sul treno e sul suo amore «Ti ripetevo che per me non eri altro che un fratello, e tu finivi per provarci o per litigare e cacciarmi via.. quel Ti amo era l`unica cosa che poteva tenerti a me o farti fuggire per sempre..e no Sebastian, non ero innamorata di te, non come di Adam, non volevo portarti a letto..anche se..» - «non volevo nulla se non qualcuno che potesse capirmi al di fuori di Adam e Melanie, qualcuno di più grande a cui appoggiarmi, qualcuno che capisse una parte di me..» - «Te ne sei andato troppe volte, anche dopo quel Ti Amo, anche dopo averti fatto capire che volevo Adam..»fa una pausa «Ho passato i primi anni a convincere Ilary che Adam non è mai stata la seconda scelta, che Adam è sempre stato..Adam, nonostante gli insetti, gli alberi e i ruggiti.. eppure tu finivi sempre per allontanarlo da me, lo stuzzicavi e lui fuggiva..»si morde il labbro facendo qualche passo avanti «Io..»sospira «Ho fatto un lavoro enorme per rimettere insieme i pezzi che si erano rotti, dimostrare alle persone che amo che non le stavo prendendo in giro.. perchè ogni volta.. ogni volta che un tassello tornava a posto veniva fuori la mia prima volta con te, il ti amo, un qualcosa di tuo che faceva rinascere i dubbi.. »scuote la testa «non so cosa dirti Sebastian, ho un marito, un figlio e una.. probabilmente la definizione più vicina ad una sorella che si possa dare.. che è la tua ex moglie..»le trema il labbro «La malattia ti porta via tanto, ma ti da anche molto.. io» pausa «non so se tu abbia iniziato una cura farmacologica oltre che psicologica, ma per rimettere insieme i pezzi non basterà ammettere di essere un testa di ca*»ne «dovrai fare molto di più, e non parlo di me, parlo di quelle persone che hai perso, quelle persone che hai ferito..non so quante siano, se ce ne siano e se ti interessa recuperare qualcosa.. ma la malattia in questo caso non c`entra» sospira nuovamente «Il Sebastian che conoscevo io era un vero str**o si»carina e gentile come sempre «ma questo...»lo indica «chi è?!»
S: « Povero piccolo Adam che fuggiva perché spaventato. » Le fa il verso, flettendo le sopracciglia ed agitando il capo quasi fosse puro diniego. Non le toglie gli occhi di dosso, in tutto questo, sottolineando quelle parole. « Adam non mi è mai piaciuto. Un animale con la parola e ti aspetti che a sedici anni, diciassette, ventisei non gliene dicessi quattro? » non smette di guardarla praticamente mai. « Non è colpa mia se hai sposato un vigliacco, te ne rendi conto? ». « Sarei sempre tornato! Perché io sono fatto così. Io me ne vado per finta, poi torno sempre sui miei passi, ma ora … » - « Non sarei mai rimasto dopo quel ti amo. Perché anche Joey mi ha giocato lo stesso scherzo! Era la mia migliore amica ed alla fine mi sono ritrovato in un ricatto morale e a fingere di essere innamorato per non perdere lei ed un posto dove stare durante l’estate. » Un sospiro. « Quindi respira. Smettila di demonizzarmi e pensa. » - « Io non voglio tornare ad essere tuo amico, sia chiaro. Speravo solo che dopo tanti anni mi includessi nella nascita di tuo figlio. » deglutisce semplicemente « In ogni caso frequenti un mare di gente da cui preferisco stare alla larga » respira piano; “Ma questo, chi è?” « Uno stronzo diventato grande » la schiena dritta, il petto in fuori « cruciato, maledetto e quant’altro. ». « Volevo soltanto sapere come convivessi con il tuo problema, nient’altro. » Una breve pausa « In ogni caso ti ringrazio. »
K: «Oh mio..»scoppia a ridere, non riesce a trattenersi, si porta la mancina alla bocca quasi a tenere quel fragore della risata che par ormai essere il suo migliore sfogo «Quel vigliacco è rimasto nonostante tutto..»pausa «mi ha accettato e perdonato nonostante tutto»altra pausa «mi ha dato un figlio stupendo e ci protegge ogni giorno facendoci sentire amati, desiderati»annuisce «puoi dire di aver fatto lo stesso?»con lei ovviamente. Ride ancora, ride per non piangere o per non lanciargli qualcosa addosso,«tu sei andato via diverse volte, mi hai spaccato, ghiacciato, incendiato, zittito..»fa l`elenco «io non ti sto minimamente demonizzando Sebastian»torna la risatina «Non hai davvero capito un ca*»volo «di me.. e probabilmente neanche di noi»fa una pausa mentre lui continua il suo discorso «Sai Seb, ci stavo davvero credendo»?? «sorellina, ti volevo bene, etc etc »un`altro mezzo sorriso scuotendo la testolina «scappa Seb, lo hai sempre fatto, almeno da me.. quando ti dicevo le cose che non volevi sentirti dire.. scappa» gli fa segno di andare via «questa è l`unica cosa che ti riesce bene..» indietreggia nuovamente «Sei venuto al mio matrimonio solo perché eri il marito di Ilary, in altri modi non ti saresti neanche fatto vedere.. quindi perdonami, se non ho pensato tra le prime persone di avvisarti della gravidanza, perdonami se per una volta nella mia vita ho pensato prima di tutto a ME..»continua ad indietreggiare «volevi saperlo? eppure non mi sembra che la risposta ti sia piaciuta?» batte le mani come ad essersi ricordata una cosa «la prossima volta dimmi quali possono essere le risposte che ti aggradano di più, quelle che non feriscono i tuoi sentimenti, o meglio.. chiedimi di mentirti.. così almeno puoi uscire di qui con il cuore leggero».
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S: La fissa, niente da fare. « Ma non volevo di certo fare lo stesso. » Specifica. « Hai detto che mi amavi, ma io non ti ho mai amata, non lo capisci, Katrine? » Rude, gli occhioni azzurro cielo spalancati nei suoi. Probabilmente sta cercando di farglielo capire con le cattive. « Ma era vero! » Al ‘sorellina, ti volevo bene’. « Era questo! Per questo non avrei mai potuto amarti, né volevo assolutamente farlo. Sapevo di vincere a mani basse con Adam, ma chi vuoi prendere in giro? » Le labbra a stringersi tra loro « Vincerei ancora adesso a mani basse se solo lo volessi. » e probabilmente glielo dice per farle capire che non le crede interamente.
K: Si passa la mancina sul viso «Quale parte della frase "no Sebastian, non ero innamorata di te" detta poco fa non hai compreso?!» - «Lo vedi? continui a fossilizzarti su quella frase, su quelle due parole quando continuo a ripeterti che non le ho dette perché fossi davvero innamorata di te, ma perché non sapevo come altro tenerti a me.. tutte lo dicevano e tu rimanevi con loro.. e allora eccomi a dirlo anch`io.. ti volevo bene NIENTE DI PIÙ`» lo ripete piano come se potesse avere ancora un senso chiarire quell`unico punto.«Il fatto è che io non voglio che tu vinca con Adam, perché per me lui ha già vinto, è rimasto dove tu sei andato via»alza la mano «tira fuori il ti amo di nuovo e giuro che ti schianto qua Sebastian..perché mentre stavo con Adam e dicevo di amare lui doveva balenarti nella mente l`idea che forse»pausa «e dico forse, tu non potevi essere incluso in quell`amore, le cose a tre non mi sono mai piaciute»altra pausa «eri mio fratello, ti consideravo come tale e NIENTE DI PIU`»lo ripete ancora e ancora ormai in preda quasi ad una crisi di nervi «Smettila di fare la vittima.. smettila di farla con me.. dici che non vuoi che sia una gara, eppure per te ogni cosa che dico è peggiore la tua, hai sofferto più tu bla bla bla »nuovamente il segno con la mano «Ci siamo visti due volte fuori da scuola e dopo i tuoi esami sei sparito chissà dove con chissà chi, e le due volte che ci siamo visti abbiamo sempre finito con ammazzarci quindi..finiscila di fare la vittima con me "bu uh katrine non mi ha detto del bimbo, bu uh.."»ora è lei a fare il verso a lui «quante cose non mi hai detto Waleystock da quando hai lasciato il castello? quanti gufi mi hai mandato mentre ero a scuola e tu eri via?» domande una pioggia di domande «Potevi pensarci prima di lasciarmi li al castello, di lasciarmi da sola in quella stanza,»fa spallucce «pretendi pretendi da me sempre le migliori attenzioni, ma alla fine di tue io non ne ho mai avute..»si volta e si incammina per poi fermarsi e voltarsi «anzi no, l`unica volta in cui ho avuto una tua attenzione, è l`unica sera della mia vita che ho dimenticato.. ed è l`unica sera che mi perseguita..»sorride «ironico no?! ero tua sorella ma niente ti ha impedito di..»si guarda intorno lasciando la frase a metà
  «e di andartene lasciandomi li da sola...»
S: « Merlino, ma cosa stai dicendo » retorico; una mano sulla faccia in un facepalm inevitabile, mentre socchiude gli occhi chiari e sbuffa inevitabilmente. « Ti rendi conto che stai continuando ad insistere su una bugia ed un tentativo di manipolazione? » A quel ‘ti amo’ ripetuto infinite volte. « Ma con me non riesci, Katrine. Io sono molto più bravo di te. » A mentire e manipolare? Già. Non che se ne vanti, la sua espressione non cambia, dopotutto. « Ma quale ti amo? Io amo solo il mio ragazzo! » sconvolto, probabilmente. « Continui a parlare di fratello, ma poi parli d’amore. » Una piccola risata la fa anche lui, stringendo poi le braccia al petto ed indietreggiando ancora. « Dopo gli esami sono stato torturato e sfregiato. » Assottiglia le palpebre. « E mi sono allontanato da tutti e ho cacciato tutti dalla mia vita. Non avevo proprio la forza per pensarti, mi dispiace. Quindi, Katrine, mentre tu eri sola al castello, io annaspavo fuori. » Nessun dramma alla base, più l’inevitabile realtà dei fatti. Perché è ciò che è successo e ciò che non ha potuto darle. Attenzioni. Le attenzioni che pretende lei. « Forse dovresti smetterla di pendere dalle labbra di quella bigotta della mia ex moglie, Katrine. »
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K: Le ultime parole prima di congedarsi finiscono in una fragorosa risata «TU non stai bene!» ride mentre lo dice «E buon per te»al fatto che ami solo il suo ragazzo
«Hai bisogno di dirmelo per rendertene conto? oppure volevi mettere le cose in chiaro per un qualche motivo a me sconosciuto?!»
domanda retoricamente ormai con la pazienza persa «Tu eri mio fratello, e nulla di più, ma sai cosa ti dico»fa una pausa «ero solo una povera ingenua che credeva in un`amicizia a senso unico.. nasconditi dietro questa bugia Seb, ripetiti che ti amavo e che ti amo ancora, se ti può aiutare a dormire sonni tranquilli per una coscenza che forse non hai più» fa spallucce «ANCORAAA???»urla questa volta mentre la faccia inizia a diventare rossa «NON MI INTERESSA UN BENEAMATO BOLIDE DI DOVE FOSSI, E COSA FACESSI, NON MI INTERESSA PIU`, E NON VOGLIO FARE A GARE, IO STAVO MALE , IO ERO CRUCIATO, IO ERO SPACCATA.. TI STAI CONTRADDICENDO DA SOLO, DICI DI NON VOLER FARE A GARA MA CONTINUI A RIVANGARE AD OGNI MIA PAROLA UN QUALCOSA CHE A TE E` ACCADUTO IN MODO PEGGIORE E IO CONTINUO A DIRTI CHE NON MI INTERESSA!» - «Non mi interessa più niente, di te, di ciò che sei, e della malattia.. non mi interessa..» scuote la testa «ripetiti le favolette che ti fanno dormire più sereno»ripete scuotendo la testa «io non mento ne a me stessa ne agli altri,ma ho mentito solo su una cosa..e possa essere maledetta su questo»una pausa «quel dannato ti amo, senza valore, senza sentimento.. la bugia più grossa che potessi dire.. e al quale però solo tu continui a credere»scuote ancora la testa «ma a me non interessa» indietreggia per poi ricordarsi un`ultima cosa «detto da un ex omofobo sicuramente assume un sapore differente..» sorride «ironico no?»
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Never enough (pt.1)
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04.09.76
S: Odia quel posto ed è inevitabile guardarsi intorno con aria circospetta ad ogni passo. Si avvicina rapidamente al reparto interessato, aumentando il passo pur di non sostare poi troppo in quelle zone, arricciandosi le labbra e scontrando lo sguardo con la figura di Katrine intenta a chiacchierare con qualcuno di cui non sembra interessargli. La guarda con aria circospetta, intenzionato ad oltrepassarla, ma non risparmiandola di un « ehi » alquanto Burtoniano. Oggi ha almeno voglia di salutare, insomma.
K: A impatto potrebbe quasi imprecare con parole non riproponibili - sopratutto dopo Martedì sera - ma anni di terapia e un`apparente serenità mentale fanno si che al saluto ella risponda con un battito di ciglia guardandosi alle spalle, prima a destra e poi a sinistra, come a cercar di capire se quel minimo accenno di saluto fosse per lei o per qualcuno posto sicuramente alle sue spalle. Nessuno, il neurone ci mette poco a capire cosa fare e come farlo, istintivamente guarda nella direzione della Wilson che invece ha abbandonato il campo da qualche minuto, per poi riguardare Sebastian e rispondere con un «Hey» alzando anche la testa simil "yo bella fratello", qualsiasi altra parola sarebbe probabilmente sprecata e non vuole rischiare di creare scompiglio, non in ospedale.
S: Un pensiero che dura un battito di ciglia mentre si volta verso di lei, osservandola e sospirando subito dopo. Le si avvicina, tornando praticamente indietro, muovendo prima un passo, poi un altro. Le mani ancora nelle tasche. « Sei andata dal magipsicologo? » Le domande indiscrete che dovrebbero essere rivolte a qualcun altro soltanto dopo una lunga conversazione. Ma lui no, non è — più — così. « Ho da chiederti delle cose, già che ci sei. » E nonostante le parole lascino pensare a qualche forma di pretesa, il tono di voce potrebbe sembrare gentile.
K: Per poco non ci rimane secca quando la voce torna ad essere vicina e alle sue spalle, si volta di scatto, «Sto bene»risponde lasciando una pausa «grazie» non riesce a capire dove voglia andare a parare se la stia insultando dandole della pazza, o se la domanda sia seria. Fa un lungo respiro per poi continuare «Non ultimamente»si guarda intorno cercando forse colleghi del Ministero, o semplicemente cercando una privacy che in quel posto pare essere difficile da ottenere «Ho controlli sporadici, a meno che non ci siano urgenze»tipo uccidere qualcuno -cof-. Le iridi lo scrutano davvero, non riesce a capire, eppure non se ne va, risponde alle domande senza troppa dolcezza, ma con cortesia. Non sa bene se andare via o rimanere, ma la frase successiva le da la risposta «In merito a?!»domanda curiosa, non sa proprio che cosa possa volere o chiedere un Sebastian dopo anni di indifferenza, da parte di entrambi sicuramente, ma non se ne va e infatti conclude con un «dimmi..»
S: « Quindi si guarisce? » in quella domanda apparentemente retorica. Sbatte le palpebre, non smette di guardarla. Anche se lei fissa altrove, spostando gli occhi. Lui resta lì, rivolto totalmente verso di lei. « tu cos’hai? » Non se lo ricorda più, è evidente. « Non ti ho mai vista in merito al tuo problema, ma come persona che frequentavo e basta. » specifica. Ricorda soltanto le crisi altrui, il terrore o la rabbia nei suoi occhi.
K: Fa spallucce «ci si convinve» è un modo delicato per dire di no, un modo che spaventa meno probabilmente «Con alcune malattie la parola guarigione è relativa, si possono controllare, ma eliminarle come mostri no». Deglutisce e il suo guardarsi intorno ora riguarda solo più la Wilson quel discorso che è in stand by da troppo tempo,  «Disturbo borderline associato ad un disturbo bipolare» fa una pausa per lasciar assimilare la questione «L`hanno scoperto ad Aprile del settimo anno a Hogwarts, ebbi una crisi molto forte, mi tolsero la spilla e mi mandarono a casa..dovetti ripetere il settimo anno a Settembre dello stesso anno»un sospiro mentre si umetta le labbra e mentre la destrorsa tiene il laccetto della borsetta,nella mancina il pollice gioca con la fede nuziale, il suo tic nervoso alla ricerca di un porto sicuro.. «Le persone sono persone, i problemi o le malattie che hanno non le rendono necessariamente un qualcosa da vedere in modo diverso» trattiene una risatina, non per cattiveria, ma in merito ad un discorso che lei stessa si è dovuta ripetere più volte «Io sono sempre io, ho avuto le mie crisi, e i miei comportamenti ma la malattia non definisce ciò che sono, ciò che faccio o che decido... non più di quanto non lo possa fare una sbronza, l`uso di sostanze illegali.. l`amore o l`odio...»conclude serena quasi fosse una persona adulta che fa discorsi da persone adulte.
S: Sposta il peso da un piede all'altro, lasciando ondeggiare piano il bacino. « Anche io » Si schiarisce la voce, nonostante pronunci quelle esatte parole con voce estremamente bassa. « sì, le conosco » le crisi. Un lungo respiro. « che ti è … successo? » durante la crisi. E la guarda; gli occhi azzurri interamente rivolti nei suoi, mordicchiandosi appena le labbra con una base di nervosismo di sorta. « e cosa l’ha scatenata? » continua a far domande senza rivolgerle risposte a sua volta. « non è … esatto » sposta appena il capo di lato « Per noi è più difficile fermarci, a differenza degli altri. » un sospiro « e ti parlo anche solo della profonda solitudine quando il tuo ragazzo è a lavoro tutto il giorno e tu ti senti… quasi abbandonato. Sai che tornerà, sai che deve lavorare, sai che ti ama, ma … quel sentimento c’è lo stesso. »
K: Risponde alle domande come se fosse ad un`intervista, un`intervista stretta e scomoda perché lei quell`intervista se l`è fatta ormai sette anni prima «L`ansia per gli esami mi ha portato la prima crisi, ho passato alcuni giorni in dormitorio senza muovermi o mangiare, senza la forza di fare alcun che, poi d`improvviso mi sono alzata, mi sentivo forte mi sentivo diversa, ho recuperato compiti, allenamenti ho iniziato a progettare mille cose, progettavo e progettavo e più nella mia testa tutto aveva senso ed era perfetto, più accanto a me...»fa una pausa «la gente iniziava ad avere paura»un`altra pausa «Ad aprile l`apice è stato un pomeriggio nei sotterranei, non ricordo nulla, sono Arielle che mi raccoglie da terra inseme a fogli sparsi ovunque, poi le lacrime, la spilla che se ne va e io che torno a casa con mio padre» deglutisce facendo cadere le iridi smeraldine verso il pavimento «era tutto lì da un po` di più.. c`erano stati diversi sentori prima, piccoli accorgimenti che però sono passati inosservati a causa dell`adolescenza, il periodo in cui abusavo di alcol, l`autolesionismo con Jackie, con te.. il voler allontanare a tutti i costi Adam senza però riuscire davvero a farne a meno..» sospira e scuote la testa «Mi sono nascosta dietro questa scusa per anni sai?!»la difficoltà nel fermarsi «siamo più fragili, più soggetti ad agire d`impulso, ma molte scelte che facciamo sono frutto di ciò che siamo e decidiamo di essere» sospira nuovamente «Molte volte il mio istinto era quello di continuare a colpire Jackie così come lei colpiva me.. eppure arrivavo sempre al limite a costo di prendermele..Così come in diverse occasioni c`era quella parte al di fuori della malattia che ci rende quello che siamo che mi impediva di andare oltre..»Inclina la testa leggermente stringendo un po` gli occhi «C`è molta strada da fare per arrivare alla consapevolezza di poter sopravvivere anche senza..»l`altra persona «hanno rapito Adam per delle settimane, e non era a lavoro, non sapevo se sarebbe tornato...mi sono buttata nel male, nella ricerca disperata di ossigeno con cui respirare..perché lui era il mio e mi era stato portato via; eppure sono sopravvissuta..» vorrebbe aggiungere altro ma si ferma.. sta parlando anche troppo per i suoi gusti e con l`ultima persona con cui vorrebbe. «Non sono nessuno per dirti come vivere.. ma sono qualcuno..sono stata qualcuno per poterti dire come non morire dentro la scusa di una malattia che se curata e controllata.. renderà te stesso esattamente per ciò che sei»una pausa «o forse è questo che ti fa paura?!»
S: « Anche io ho superato quella fase » Si schiarisce la gola ancora una volta. « quando Ilary mi ha lasciato. » - « Ho passato un anno a cercarla, a provare a riconquistarla, a farmi bastare i pochi minuti passati insieme, ma … poi ho capito che potevo farcela da solo e mi sono staccato da lei. Sapevo non sarebbe più tornata da me e sono andato avanti, cercando di dimenticarla » e lo stacco è stato alquanto brusco. « Mi sono innamorato di un’altra persona e lei ha deciso di tornare. Non so neanche io per quale motivo. » un sospiro « e … staccarmi da lei è stato difficile. Ho lasciato il mio attuale ragazzo per dare una chance a lei, ma … continuavo a pensare a lui e alla fine ho portato me stesso e loro due allo stremo delle forze. Come faccio sempre. » Ma perché glielo sta raccontando? Forse perché crede Katrine sia l’unica possa capirlo sul serio. « Il disturbo non mi definisce, lo so. Sono comunque uno stronzo che usa e manipola le persone. » un sospiro « ma perché voler loro bene… mi rende vulnerabile agli altri ed al disturbo stesso. » preme ancora una volta le labbra tra loro « no, non ho paura di me stesso. Non più, oramai. » immobile, abbassa il capo verso il basso.
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K: «quanto vale la pena rischiare la vita e perdere tutto quello che hai..»alza la mano quasi a volerlo fermare «non dirmi la frase "ho già perso tutto non ho più niente" perché giurò che ti lancio dalle scale facendoti arrivare al piano terra in tempo per fare l`accettazione» seria, non in vena di scherzi muove la testolina di tanto in tanto seguendo il suo discorso e rispondendo nelle varie pause «Non conosco la vostra storia personale»per ora «ma c`è una differenza tra» e ora si aiuta tirando su prima la mano destra a modi bilancia «perdere la persona che ami» alza ora la mano sinistra «sapere che la persona che ami è morta»una pausa «o non saperlo».«Nella mente, nel cuore e nelle paure Ilary è comunque ancora viva.. si l`hai persa, si non avete più alcun rapporto,ma lei c`è» mette qualche pausa di tanto in tanto «diverso sarebbe se nel perderla lei fosse anche morta» sospira «sono due perdite diverse..tu sei sopravvissuto al suo abbandono si, ma dopo quanto tempo hai trovato un`altra persona da amare?!»domanda retoricamente?
«Quanto tempo Sebastian ha vissuto con se stesso? da solo senza qualcuno a cui aggrapparsi, qualcuno da amare?»
scuote la testolina «lasci uno, prendi l`altro..torni indietro e ti accorgi d`aver sbagliato..sembra comunque che tu non riesca a guardarti allo specchio senza avere qualcuno vicino..» alza la mano nuovamente «sicuramente mi sbaglio, non conosco nulla di te, e per quanto ne so potresti tranquillamente essere una persona totalmente diversa dallo studente...eppure» fa una pausa «la storia si ripete ancora»lascia la frase così non vuole ne farlo arrabbiare ne tantomeno ferirlo..ma fargli forse capire qualcosa. «Il voler loro bene, non ti rende vulnerabile..» ora la voce si fa un po` più scocciata «andiamo Sebastian hai fatto quello che hai fatto perchè amavi una persona e non venirmi a dire la ca**ata che eri vulnerabile e malato in quel momento» fa una pausa prendendo un bel respiro «non mi interessa il motivo, se tu l`abbia fatto o meno, in che modo.. non è questo il punto..il punto»un nuovo respiro per tornare calma
«il punto è che parli del disturbo come se fosse una cosa che ti rende vulnerabile.. eppure.. a farsi male sono sempre gli altri...»
una pausa «Questo cosa ti dice?» lo guarda davvero e nel caso lui lo permettesse lo guarderebbe negli occhi «Hai molto da comprendere non solo di te stesso, ma anche di te stesso nel mondo.. non è una bacchetta che ti definisce, non è l`avere qualcuno vicino, non è avere un figlio o una malattia.. sei tu che definisci te stesso..che decidi quali decisioni prendere.. e non voglio entrare in merito a ciò che è successo..ripeto non mi interessa quello..» pausa prima di concludere e fare diversi respiri profondi 
«tu quando conosci davvero Sebastian Waleystock?!»
to be continued..
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Boom!
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01.09.2076
[...]
I: le tocca aprire la bocca e boccheggiare tipo cagnolino. Il tutto mentre il tappeto vibra, lei tossicchia e la cameriera li invita ad essere coraggiosi. Se fosse ancora viva tornerebbe a rivolgersi a Katrine. «Via Warren, sarò buona» sarà colpa del peperoncino. «Raccontaci la tua prima volta: dove, quando, come e con chi» un grande classico, no? Con tanto di ammicc al seguito e aggiunta finale. «E soprattutto...che cosa cambieresti?» Si sa, c`è sempre da cambiare qualcosa.
K: le iridi fissano Ilary in modo quasi glaciale, deglutisce per poi mordersi le labbra sembra quasi raggelare tutta la stanza, ma poi torna di botto «Un grifondoro di un`anno più grande di me, io ero al sesto anno..in una stanza abbandonata o in disuso del castello non ricordo precisamente quale delle due fosse o forse era abbandonata perché non più usata...insomma ero ubriaca perché non mi avevano preso per la coppa, o forse era perché Adam aveva pomiciato con un`altra... non ricordo» parla a macchinetta «insomma questo grifondoro del settimo anno campione tre maghi... sai quando si dice " ti do un dito e ti prendi il braccio..." beh lui ha preso tutto il pacchetto completo e fine..»pausa e un grosso respiro per poi aggiungere «Quella che ricordo bene, e che per me vale come prima, è invece stata qualche mese dopo con Adam, dopo avergli fatto un balletto di burlesque per il suo compleanno, mi ha portato a casa sua, nella casa sull`albero e anche li...mi sono presa tutto il pacchetto»ride, ride davvero.
BOOM, un’altra esplosione. E questa volta proprio in faccia a KATRINE. Il cocktail le inonda il volto, macchiandole tutta la parte frontale della maglia e gocciolandole lungo il corpo. Le goccioline negli occhi sono decisamente fastidiose per via del peperoncino. «Oh, non vale mentire.» sogghigna la cameriera, «Prego, di qua.» deve abbandonare il campo, «Può continuare a godersi le altre attrazioni, non vada via, mi raccomando.»
I: la reazione di Katrine non se la poteva immaginare perché no, ovviamente NON SA, ma dal modo in cui sgrana le iridi di riflesso si direbbe che abbia capito al volo. Deglutisce a vuoto «...» e non fa in tempo a partorire una battuta per sciogliere la tensione che lei prende parola, beccandosi uno sguardo confuso e due occhi sbarrati carichi di mortificazione. Che poi si fanno lucidi, mentre lei annuisce lentamente, tanto per farle capire che capisce. Oh, se capisce. «Credo di sapere cosa cambieresti, allora» un timido tentativo di sdrammatizzare, con una dolcezza tanto lieve che rischia di stonare coi toni accesi e vivaci di quel luna park. Quanto il sorriso acquoso e genuino che le incurva le labbra al secondo racconto. Allunga una manciata di zucchero in direzione di Kat «Lo sai che la mia prossima domanda si trasformerà in un obbligo, vero? MI DEVI UN BALLETTO DI BURLESQUE, WARREN!» Perché buttarla in caciara le sembra tanto la cosa migliore e speriamo che lo sia anche per Kat, a cui scocca un`ultima occhiata attenta.Sobbalza, e il tappeto con lei, costringendola ad aggrapparsi al tavolo per non cappottarsi, mentre parte del drink di Kat le finisce addosso, facendola scoppiare inevitabilmente a ridere. «Merlino, che spreco di drink!» la rimbecca con le lacrime agli occhi, affrettandosi a recuperare dalla propria borsetta il piccolo bauletto del kit. «Ehi ehi, prendi questo!» provando a lanciarlo a Kat prima che scenda dal tappeto. «Ingrandiscilo, dentro ci trovi sicuro delle gocce di ruta. Per gli occhi» mica scema, è arrivata preparata. «Sentiti libera di medicare chi capita, ti cedo l`abilitazione per una sera».
K: Tra la risposta di Eileen e la domanda successiva si perde un secondo nei suoi pensieri giusto qualche secondo, prima che gli scoppi il drink in faccia, e lei non se lo aspetta proprio; è stata sincera, avrebbe potuto mentire, o bere e saltare la domanda, invece ha cercato nei suoi ricordi quello che ricordava davvero.. e non tanto della prima volta con Ade, quella è incisa nella sua mente, quanto la prima volta con il grifondoro. Ma non importa quello che lei sa, il cocktail è esploso erroneamente alla domanda peggiore tra tutte; perché per quanto alcuni di loro sappiano la verità più scomoda, gli altri presenti penseranno che lei abbia mentito su qualcosa, suo marito e Harry nei tavoli vicini, vedendola, penseranno che lei abbia mentito su una delle domande; persino Ilary potrebbe pensare di non conoscerla davvero. Si alza di scatto mentre le goccioline sugli occhi le pizzicano davvero, si alza cercando di pulirsi, per poi alzare le iridi verso Ilary serrando la mascella, poco prima di lasciarsi accompagnare nei tavolini vicini; Ilary le lancia il kit ma sbadatamente(?) Kat lo lascia cadere e rimbalzare sul tappeto ancora per un po`. Se non fosse per Adam ancora li, sarebbe davvero andata via.. e si sta maledicendo per non aver bevuto, pare dunque che quel grifondoro maledetto sia ancora nonostante tutto sempre la sua maledizione peggiore. Melodrammatica?! forse, ma comprendetela un pochino anche voi, in fondo voleva solo divertirsi, e quello non è stato per niente divertente.
[...]
I: Buffo, poi, come si possa passare tanto velocemente dall`allegra ilarità di un drink esploso che avrebbe dovuto mandare tutto in caciara (almeno per chi sa come funziona) e l`atterrimento più totale nel rendersi conto che -per chi non lo sa- è un brutto colpo. Non può fare altro che ricambiare lo sguardo di Kat con occhi umidi e allargati di un dispiacere che non riesce a mettere in parole. Qui le cose si sono fatte serie e lei spera solo di poter salvare almeno le apparenze con qualche battuta e il lancio di un kit. Che invece rimbalza a vuoto su quel tappeto elastico, mentre la Warren si allontana.  «KAT!» Un urlo ci prova a lanciarlo, per sovrastare la confusione, sgomitando e sgusciando fra un cappello e un mantello per provare a raggiungerla...prima di Adam.
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K: la raggiunge Harry e per quanto vorrebbe essere infantile e esplodere si trattiene, si trattiene tutto che forse è ancora peggio, fa spallucce al suo dire, ma le uniche parole che proferisce dopo tempo sono «Puoi farne due?» riferendosi alla barista quasi in richiesta d`aiuto; non vuole parlare e attualmente l`unica cosa che vuole fare è concludere la serata in un modo o nell`altro, viene raggiunta da Adam poco prima di Ilary e si lascia coccolare in modo del tutto naturale -o glaciale- ad ogni modo sta al gioco e gli sorride seppur non dica nulla di troppo o di troppo poco «Ne vuoi uno?!»indica lo scotch probabilmente appena arrivato, prima di buttarlo giù tutto d`un fiato «Son qui» fa una pausa «siamo tutti qui»aggiunge guardandosi intorno, non la guarda del tutto, non la scruta perché non sa neanche lei cosa possa dire o fare e Ilary non se lo merita, non si merita quella parte di lei, quindi la lascia li in disparte per un po` rivolgendosi a tutti «Direi che la serata è andata bene no?!»domanda retoricamente rivolta verso Harry. Abbraccia Adam tenendolo a se quasi a voler marcare un territorio che per troppi anni l`è scivolato dalle mani, piccoli gesti che per lei in quel momento sono terra ferma, un`ancora ben salda...trovate voi la metafora «Facciamo un giro di qualcosa di più classico?!»domanda verso tutti spostando le iridi da Harry, ad Adam a Ilary infine.
I: si sistema fra lui e Kat; «Super alcolici» sente di poter ordinare per entrambi, ora abbastanza vicina a Kat da poterle parlare. Sebbene non esattamente in privato. L`unico contatto che cerca è quello dello spalla contro spalla, il tono il più possibile disinvolto. E` il suo turno di Imperio o Veritaserum, solo che solo Kat lo sa. «E` successo anche a me, sai?» Cose da gioco, non sarà difficile immaginarselo per Harry e Adam. Nulla di cui preoccuparsi. «Cioè, non ero ubriaca ma non si può nemmeno dire che fossi proprio proprio lucida» incomincia. «E... beh, anche io sono rimasta sola dopo. E anche se me lo aspettavo, non è stato comunque il mio momento migliore» arricciando il nasino e allungando le manine nella speranza si sia palesato nel frattempo chissà quale drink a cui rubare un sorso.
K: «no.» la ferma, la ferma subito prima che si facciano male entrambe «non qui» una pausa a guardarsi intorno mentre intorno a loro la serata prosegue «non ora» continua parlando come se fossero delle piccole spacciatrici che si organizzano senza farsi beccare «non così..» lascia il braccio di Adam accarezzandoglielo e girandosi in modo da dare le spalle ai ragazzi per qualche istante ma rimanendo udibile per Ilary «non deve essere questo, non si aggiusta raccontando di forza una cosa così importante..» fa una pausa voltandosi nuovamente quasi ad aver cercato fazzolettini, noccioline, non lo sa neanche lei «avremo modo..ma non stasera» scuote la testolina portando nuovamente quel sorriso da bambolina che tiene da ormai una buona mezz`ora; «sto bene» oooh se solo il drink potesse scoppiare adesso, ma è giusto così, the show must go on, e non è giusto rovinare la serata a Harry, non è giusto per una cosa di poca importanza, per una cosa passata, per una persona..
I: «Beh» arriccia il naso, abbassando ancora di più il tono della voce, in barba ai sospetti che potrebbero suscitare. «Non è a forza se te la dico perché voglio» autentica, nell`occhiata vitrea e intensa che le rifila, perché sicuro non glielo avrebbe detto controvoglia, nemmeno per rimediare. Glielo ha detto perché si fida, perché «lo avrei fatto comunque...prima o poi» giocherellando appena con le dita del Signor Duffany. «E poi ho ricordi peggiori, te lo assicuro» tragicomica, eppure è la verità, tanto che nell`intercettare lo sguardo altrui rischia quasi di scapparle un risolino. Che si deve fare tanto? Riderci e berci sù. «Se vuoi possiamo montarci un altro gioco sopra...uno coi controbolidi però, tanto alcol. Si dorme insieme» propone solenne, interpretando così le battute finali della Warren.«No, non è vero» calma e tranquilla, almeno tanto quanto sincera. «Ma va bene così» cercando di darle una piccola spintarella di spalla e di rubarle un bacetto a caso fra la chioma scura.
K: Annuisce seria «lo faremo»fa una pausa teatrale quasi «ma saremo solo noi e nessun`altro»annuisce a se stessa e alle parole successive di Ilary «Voglio esserci quando lo faremo..»stringe gli occhi cercando di capire se il senso si sia capito «Forse ci ubriacheremo dopo, ma voglio esserci quando racconteremo, voglio ricordare ogni gesto, sensazione e racconto..almeno finché si possa babbanamente sopportare». Si rivolta dando le spalle al bancone e tornando con la mancina a cercare Adam «ma per il dormire ci sto»; Fa spallucce e un mezzo sorriso in risposta al "non è vero" di Ilary, e lascia cadere il discorso senza troppi pensieri,
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Caterpillars,laughter and confessions  (part 2)
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15.07.2076
K: «oooh» annuisce «mi sembrava strana effettivamente la questione» annuisce andando a versarsi ancora acqua nella tazzina ormai quasi vuota e lasciando la bustina ancora a mollo «Ecco..» batte la destrorsa sul ginocchio destro piegato tornando ad appoggiarsi in posa sexy col braccio sinistro sullo schienale del divano «ora so una cosa imbarazzante su una parte del corpo del bruco».Sorride mentre si allunga per prendere la tazzina e sorseggiare un po` di the «Dipende.. se servisse per salvarti la vita...» - «diciamo che non vorrei essere da quelle parti in quel caso» - «o quantomeno dalla parte sbagliata della squadra» sorride ma in parte è seria. Fa spallucce, e si umetta le labbra «Sai Illy..» si fa seria «chi ha passato quello che abbiamo passato noi..» intende lei o sebastian, «chi più chi meno ovviamente..»
«chi ha un passato difficile rimane sempre un po` marchiato da esso.. e la malattia può esserne una causa ma non la conseguenza delle azioni che ne derivano da lì in poi.. o almeno non in totale colpa»
sorseggia il the «alla fine del processo sono andata via.. non tanto per il risultato ottenuto..ma perché mi sono posta anche io il problema di essere o di poter diventare come lui..per la malattia» ovviamente seh seh
«ma... diciamo che sono arrivata al risultato di come la malattia a volte sia solo una scusa.. ci può rendere più sensibili, più instabili in alcuni gesti e in alcune decisioni...ma è ciò che siamo noi che ci permette di decidere se quelle decisioni compierle o no...» 
fa un grosso respiro «Se ci fosse stato Adam, se Adam fosse stato preso di mira da qualcuno di pericoloso.. il mio essere..» ... «Adam come un qualsiasi membro della famiglia...il mio essere mi avrebbe portato ad agire in battaglia, a decidere anche di uccidere probabilmente se la scelta fosse stata Adam o lui/lei o Elliot o tu.. o la mia vita rispetto alla sua..» - «ma agire quando la persona è a terra, agire quando la persona da ferma cerca di ferire nonostante sia legata, decidere di uccidere piuttosto che ferire...quella è una scelta Ilary..» altra pausa mentre abbassa la tazzina vuota «Una scelta che è totalmente distaccata dalla malattia o dal suo passato... ma è un qualcosa tu scegli di fare» una nuova pausa guardandola negli occhi questa volta «e di questa scelta non ha colpa nessuno se non lui.» - «Fai male quando non hai altre armi e altra forza per vincere.. ma tu non devi ferire nessuno.. non devi dimostrare a nessuno quello che senti o non senti nei suoi confronti o nei confronti di Harry» - «ma in questi casi la vendetta non ti servirebbe a niente, sia essa pratica o fatta di indifferenza.. credo che la cosa migliore per te e per lui..sia quella di andare avanti ognuno per la sua strada.. puoi anche provare affetto per Sebastian e per quello che avete avuto di bello nel vostro matrimonio senza doverti sentire in colpa..perchè sai che come c`è stato è ora finito per qualcosa di ancora più bello e genuino...»una pausa «di meno malato ecco..» nuova pausa «non sentirti in colpa per tutto santo Merlino siii libera di amare, essere arrabbiata e provare qualsiasi cosa tu voglia provare, non devi dar conto a nessuno se non a te stessa in primis e al bruco in secondis(?)»sull`ultima parola rimane poco convinta ma fa spalluce «ASSOLUTAMENTE SI COL THE»
I: Il cipiglio a farsi più serio e concentrato, quando l`ombra familiare invade il viso di Katrine, facendole respirare ancora una volta il sentore di un passato difficile che ha sempre e solo immaginato e mai domandato. Forse le sta bene così, forse le basta ascoltare quel che Katrine ha voglia di dire, solo con la dovuta precisazione che «non è una gara». Le dita a rafforzare la stretta attorno alla tazza, mentre uno spiacevole groppo le chiude la gola e lo stomaco nell`apprendere certe similitudini. «Io sono andata a vomitare» dopo il processo, inserendosi nel suo racconto con discrezione, forse per lasciarla meno sola in quei racconti difficili. «Credevo che fosse perché mi dispiaceva per lui e perché al suo posto mi sarei sentita morire, ma...» - «non era solo questo» tirando un profondo sospiro. «Era anche che... credevo se lo meritasse» il tono ad abbassarsi, quasi quel pensiero portasse con sé un peccato irripetibile. «Credevo che avrebbe tenuto un po` più al sicuro chi gli sta intorno» perché Sebastian non ferisce solo con la magia e lo sanno bene entrambe. «Anche io ho avuto quella paura» il tempo passato è figlio del tentativo di debellarla anche così e parla del timore di diventare come Sebastian, esatto. «Quando ho smesso di avere paura di... incontrare un altro Sebastian...» - «...ho iniziato ad aver paura che il Sebastian fossi io e di aver incontrato il troppo affetto e la troppa devozione della Illy o della Rachel o della Kat di turno» deglutisce a fatica. «Ma Rachel mi ha dato della troll» - «e di smetterla di ficcarmi da sola il dito nelle cicatrici, che non ce n`è alcun bisogno» un altro sospiro per allentare la tensione. «E sai cosa ci direbbe Silente?» per concludere, sporgendosi appena in avanti «che siamo le scelte che facciamo» siamo al timone della nostra nave. Come testimonia il sorriso mesto con cui accoglie la fine delle sue parole, lo sguardo un po` acquoso e il cuore inquieto. «Lo so» che non deve dimostrare niente a nessuno.
K: «Oh ma non voglio che lo sia e nel caso per qualcuno lo fosse preferirei di gran lunga perdere guarda»sguaiata, ride, forse un po` data dal discorso e dal voler stemperare l`atmosfera che si sta creando. «reazione più che comprensiva..»annuisce convinta,ascolta infine il discorso di Ilary, quelle frasi che si sovrappongono alle sue, ma lo sguardo questa volta rimane fisso su di lei, quelle iridi smerladine si posizionano a fissarla mentre non proferisce parola per un po`, una statua inquietante quanto il nano da guardino che le fissa dal lato del camino, ad un occhio poco attento potrebbe quasi sembrare che non respiri, ma respira ,respira come respirava quel mattino sulla spiaggia, respira come respira sua nonna quando..inizia a parlare sempre più piano «una parte di me vorrebbe davvero darti una sberla..»lo dice piano «ma odio la violenza.. e odio i segni che lasciano gli schiaffi..»pausa «però fai conto che te l`abbia dato..»parla con pause, lenta sempre «non permetterti più di paragonarti o di pensare di paragonarti o di essere come Sebastian, Ilary Wilson hai capito?»
«Stare con una persona malata non ti rende o non ti fa diventare malata, hai così tanta luce in quel corpicino e in quel cuore che per spegne quella luce, per farti giocare al buio dovrebbero esserci duecento Sebastian Waleystock o forse trecento Sebastian.. quindi NO!» 
di scatto si sistema sul divano con la schiena dritta «il vomito era il tuo cervello che voleva eliminare queste stron***» - 
«Quello che hanno scelto,anzi che ha scelto il giudice a discapito di quello che ci lega o ci ha legato a Sebastian è la scelta migliore, non puoi essere un mago se non riesci a controllare le tue emozioni, o la tua magia, altrimenti la magia controllerà te e non possono permetterselo. Quindi in parte un po` se lo merita Ilary, si, se lo merita perché ha avuto mille modi per imparare la lezione, mille occasioni, ma quando già al quarto anni effettui incantesimi dettati dalla rabbia su una ragazzina più piccola, se per dispetto incendi i mantelli con la gente dentro durante la lezione perché quella persona non ti calcola buhu Oh santo Merlino allora la bacchetta è meglio spezzata perché dell`essere mago non hai capito proprio nulla!»
parla ora senza respirare «E tu temi di essere come lui? di essere la persona marcia che usa le persone e il loro amore o il loro affetto per poi sputarle via come frutta marcia o noccioli di una pesca?!» la destrorsa e la mancina andrebbero dunque a posarsi sulle gambe di Ilary e nel caso vi riuscisse andrebbe ad avvicinarsi guardandola negli occhi 
«NON SEI LUI»
annuisce alle parole successive «e Silente ne sapeva!»
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I: «Non credo sia così diffuso pensarla così, sai? Chi fa a gare di certe cose, ama stare dalla parte che pende della bilancia e lamentarsene facendo sentire in colpa chi malauguratamente sia stato più fortunato. O più accorto». Ma sorride, lieta di sentirla ridere, lasciando che quel suono sciolga un po` la tensione dei muscoli. Le gambe strette al petto in difesa del cuore, un sorrisetto colpevole per averle tirato fuori quell`istinto violento. «Mi fai un po` paura, in effetti» sincera e in vena di battute infelici e irripetibili. «Quello sì che ti renderebbe simile a Sebastian» lo schiaffo? Stira un sorriso che spera di far sbollire così le ire funeste della Warren, gettando poi gli occhi al cielo; ormai incapace di prendere sul serio quei discorsi e quindi ben venga l`umorismo più nero. «Vai a dirlo alla Me che si castava Flamora sulle gambe» la leggerezza di quella battuta mette i brividi, ma la retorica suggerisce che il confine fra malato e vittima non sia poi così netto come lo vorrebbe Katrine. Lo sguardo scivola altrove non a caso, il nasino arricciato nell`ascoltarla di malavoglia, e non perché l`altra non dica cose sensate. Anzi. Ne dice troppe, lei vorrebbe solo averle afferrate prima. E se gli occhi pizzicano di lacrime sarà solo lo gnomo a vederle. Le unghiette affondano inutilmente contro la ceramica della tazza e il respiro cessa senza che lei lo abbia deciso. Così come i piedini si intrecciano nervosamente uno sull`altro mentre lei va a completare quel lungo elenco con tono tremante: 
«... quando tenti di soffocare qualcuno per gelosia, quando lasci morire un concasato perché pensi che sarà un rivale in meno, quando casti un bombarda sotto i piedi di qualcuno solo perché pensi che potrebbe darmi cento volte quello che mi hai dato tu in un quarto del tempo, quando mandi all`aria il tuo matrimonio per un ragazzino di cui ti sarai dimenticato non appena avrai distrutto anche lui e sarai passato alla prossima vittima sacrificale e quando perdi il controllo uccidendo una strega indifesa. Merlino!» 
solo ora tornerebbe a volgersi verso Kat «sembra la trama di un pessimo film di terza categoria, non è vero?» un sorriso sghembo ha persino la forza di stropicciarsi di lato, sulle labbra. Ma quella disinvoltura non imbroglia nessuno eccetto se stessa. «Le metafore ti riescono che è una meraviglia, sai?» tutto ciò che riesce a proferire prima che la voce si incrini definitivamente e le prime lacrime righino il visetto costringendola a roteare gli occhi al cielo. «Sono davvero... un disastro» quella metafore ritorna con uno sbuffo esausto, ma in qualche modo è una consapevolezza necessaria alla ripartenza, visto che non sembra esserci voglia di piangersi addosso quando la testolina sprofonda indietro contro lo schienale. Lo sguardo a roteare su Kat quando le sue mani trovano le proprie ginocchia, il labbrino tremolante ai discorsi sul bruco, che vengono accolti con mugolio non meglio identificato che dovrà bastare come assenso
K: «Io credo che chi sia stato più fortunato abbia solo avuto un destino migliore.. ma non è il passato che ti rende ciò che sei, ma ciò che scegli di essere nonostante quel passato» lo dice quasi convinta, o forse si è ingarbugliata anche lei nei suoi stessi pensieri; fa spallucce «A volte è capitato..»lo ammette un po` a malincuore, sopratutto con sua sorella Melanie, nelle scenate tra sorelle e i drammi familiari, lascia un po` cadere quel discorso senza darci troppo peso, sono discorsi che vanno affrontati non con leggerezza e in quella serata di discorsi spessi ce ne sono stati a sufficienza «ecco...»una pausa mentre Ilary finisce il suo discorso «ci sono stati mille segnali e sicuramente mille persone che gli hanno fatto notare la cosa, io stessa gli ripetei diverse volte che stava cambiando, che non era più lo stesso, hai tempi di Joey, di Rachel lo dicevo, lo dicevo e mi beccavo il male, mi beccavo il marcio... quindi ad un certo punto basta.. basta Ilary»lo dice a lei ma in realtà lo sta dicendo ad entrambe, sorride al suo dire «come quelle telenovelas argentine dove ogni parola e un pianto e un drama di quarantacinque minuti»ride, ride davvero per poi fermarsi quasi di colpo e tornare seria «lo so grazie»falsa modestia «Comunque..» guarda un po` altrove prima di parlare prendendo fiato 
«quando tu mi parlerai dei flamora io ti parlerò di me..»
fa spallucce facendo finta di niente, come a far intendere di averla capita e non averla capita allo stesso tempo. Finisce poi alla penultima frase di Ilary per saltarle quasi addosso in un abbraccio, dal suo posto lunga lunga verso di lei a far sparire quasi il visino di Ilary sulla sua spalla  «Non sei un disastro»lo dice quasi sorridendo con una dolcezza da mamma «Sei buona, sei pura e sei di famiglia» una pausa «e in famiglia siamo tutti un casino» I: «Sebastian ti direbbe che non è così facile» scegliere chi essere nonostante il passato. «E forse un tempo gli avrei dato ragione, ma... quando ho scoperto di poterla controllare eccome la paura, di fronte alla persona giusta» - «... ho iniziato a rivedere quel monte di giustificazioni che ogni volta mi rifilava» e che lei si beveva con la scusa che la aiutassero a comprenderlo senza per questo giustificarlo. «"A volte" fa la differenza» suggerisce, dolcemente allusiva, al suo accennare alle scenate con la sorella. «Nessuno di noi è perfetto e da nessuno si può pretendere infallibilità» anche se lei da sé stessa l`ha sicuramente pretesa.Esattamente come il sollievo che la permea all`idea che Sebastian sia stato punito, e punito dalla giustizia, e ora anche dal karma per quella mano dolorante e intorpidita che l`ha condotto in ospedale. «Anche se... ogni tanto ammetto d`aver paura di essere diventata un tantino...intollerante» dopo Seb. Alla minima avvisaglia di problema potrebbe far saltare in aria anche il castello più solido. Un`altra confessione che sbocconcella a uso e consumo di Kat, che si sta rivelando sempre più qualcosa di più che una cugina acquisita e una Wilson in più sull`albero genealogico. Infine annuisce, annuisce a quei "basta" e aggiunge nuovi tasselli alla ferma determinazione che ormai va costruendosi di tenere l`ex Grifondoro alla giusta distanza.  «Abbiamo fatto il possibile...» tutte quante, e per ammissione di Sebastian stesso. Un mezzo sorriso ad accogliere il dire sulle telenovelas, che sembra illuminarle lo sguardo più di quanto dovrebbero fare certi prodottacci delle televisioni babbane. «O una di quelle italiane...!» le fa eco difatti, concedendosi una risatina acquosa e di tornare a respirare. Anche se tutto torna a bloccarsi un po` quando quella promessa di nuovi confronti si insinua fra loro, ma dura un attimo, poi è di nuovo il sorriso ad avere la meglio in quell` «okay» che sembra promettere non la lascerà sola nemmeno allora, nei racconti brutti. Soffocata a sorpresa nell`abbraccio di Kat, lascia ruzzolare volentieri la tazza a terra per stringerla di rimando,
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Caterpillars,laughter and confessions  (part 1)
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15.07.2076
K: «così ieri sera ho portato Melanie al The Maze.. e ha conosciuto un inglesino biondo che alla fine si è scoperto essere già fidanzato»fa una pausa e un sospiro «Mel non l`ha presa molto bene..»scuote la testolina mentre si lascia cadere sul divano accanto a Illy «fortunatamente in francia usano ancora le buone maniere e l`ha abbandonato appena uscita dal locale» guarda verso la cucina in attesa del rumore del bollitore che non tarda ad arrivare, batte le mani sulle ginocchia dandosi la spinta per alzarsi mentre i capelli raccolti in una coda bassa ondeggiano al suo camminare.
I: «Non va mai a finire bene con gli inglesini fidanzati, spero lo abbia lasciato perdere» l`eloquenza retorica suggerisce "Sebastian" e la scrollata di spalle un "nessun problema" al suo preferire lasciare la bacchetta in tasca. «Forse potresti insegnare a Sebastian a fare altrettanto» ovviamente ironica, la lingua a schioccare contro il palato in un misto di disapprovazione e compunzione. «Te l`ho detto che ho incontrato suo padre, poco prima del processo?» La tazza a venir ora raccolta e portato in grembo a due mani, forse più per tenersi occupata che altro.
K: s`incammina verso la cucina «SISI L`HA LASCIATO PERDERE MA HA DOVUTO TRASCINARMI FUORI DAL LOCALE» scoppia a ridere da sola «NON HO MAI PARLATO COSI` TANTO COL BRUCO DI BABBANI...» altra pausa per poi spuntare in sala «in realtà non ho mai parlato così tanto di babbani..»ride, probabilmente da sola, senza rendersi conto che forse e diciamo forse Ilary non sa che Kat ha finalmente conosciuto Harry in modo ufficiale «La rossa che stava con l`inglesino però la presa ancora meno bene di Melanie» ride nuovamente da sola mentre va a bagnare la bustina di the nella tazzina «Credo di non dovergli più nulla..»un cucchiaino di zucchero e si inizia a girare in modo compulsivo «no.. un`incontro interessante..»pausa sarcastica «quasi illuminante direi».. beve un sorso di the cercando di non ustionarsi «spero quantomeno sia stato gentile con te.. vero?!» domanda infine retoricamente.
I: Le sue urla accompagnate dal primo sorso, col quale per poco non finisce simpaticamente a soffocarsi. Un paio di colpi di tosse e una manina tintinnante a finire davanti alla bocca mentre lo sguardo sgranato si solleva su Mrs Wilson. E` un progressivo aggrottarsi della fronte quello che la spinge a raddrizzarsi meglio con la schiena, le antenne altrettanto ritte e l`intero discorso commentato con un «l`inglesino biondo non era Harry, vero?» i sospetti, quelli belli, che suggeriscono gli istinti omicidi di Miss Wilson possano rivelarsi capaci di colpire chiunque. Anche se di famiglia (...). «Hai ragione» sarcastica, nella seraficità con cui le dà ragione sul non dover nulla alla sua sorellina più piccola «Non sarà rimasto niente di lei se scopro che c`ha provato col...» cosa? Via, si scherza dopotutto «...m-» sììì? «mmmm...» sìììììì? «Mio Bruco!» meglio di niente, dai. Le guance gonfie e indispettite, difficile dire quanto sia seria quando manifesta questi livelli di... maturità. E no, lo spostamento di focus non la frega, le fa solo assottigliare le iridi nello sporgersi appena verso Kat. "Spero quantomeno sia stato gentile con te" «Dipende... se avrò una buona ragione di bruciargli anche l`altro testicolo» l`ha detto davvero sì, en passant, roba da infermiere che si scandalizzano difficilmente «... allora dirò di no, così ti arruolerò nella mia vendetta. Assieme a qualche tirocinante sfruttato del quarto piano» Peccato Katrine parlasse forse del papà di Sebastian, mentre Ilary è rimasta spiacevolmente ancorata al discorso dei bruchi, del Maze e degli inglesini fidanzati.
K: «MA VAAAAAA» urla per poi abbassare notevolmente il tono di voce sprofondando sul divano «Nah col bruco c`ho parlato io..»fa una pausa sorseggiando il the e lasciando la frase li a mezz`aria andando a cambiare discorso come i migliori giocatori di calcio schivano i difensori «Ohuuuu» la faccia si cruccia un po` pensando al possibile dolore del fuoco «Auch!»ammette continuando a sorseggiare il the e di tanto in tanto drizzare le orecchie sul baby monitor, le gambe si incrociano mentre la schiena scende andando a posarsi sullo schienale «Vendetta?» le iridi si fissano su un punto in quella parola c`è nascosto un intero discorso con la nonna, e a pensarci troppo la guancia le brucia ancora un po`
«Sai.. credo di aver perso il filo del discorso.. a chi vuoi bruciare un testicolo? ma sopratutto perché dovresti farlo al padre di Sebastian...» - «Ma sopratutto come fai a sapere che ne ha già uno bruciato» 
posa la tazzina avvicinandosi al tavolino e per poco non si strozza alzando la mano verso Ilary «NO non voglio saperlo»ammette, «Credo di aver seriamente chiuso con quella famiglia una volta per tutte... come ho detto.. non gli devo più niente»fa una pausa mentre le iridi smeraldine si puntano verso Ilary «sopratutto la vendetta».
H: Un inspiegabile sorrisetto malizioso ad accogliere il discorso sui testicoli in fiamme: «ma come, non te l`ho detto che è così che ho conosciuto il bruco?» cercando affannosamente di recuperare terreno con la disinvoltura di quella comunicazione di servizio, che sembra giusto materiale per gossip fra signorine. Infilata la bacchetta dietro l`orecchio, può ora tornare alla propria tazza, che viene portata alle labbra mentre lo sguardo persiste puntato con eloquenza su Kat. Le ciglia a sfarfallare un istante, l`ennesimo fraintendimento a colpirla forte come una pallina da tennis in fronte e poi la migliore delle improvvisazioni del secolo: «perché è un troll, esattamente come il figlio!» E l`accortezza con cui si esprime non rende difficile crederle. «Gli ho scritto per incontrarci perché...beh» un sospiro d`esasperazione, ancora «Sebastian mi aveva chiesto di avvisare i suoi se fosse stato arrestato. E per tutta risposta al fatto che il figlio fosse stato arrestato per omicidio e che fosse in attesa di processo... nemmeno una lettera, una visita, un gufo per sapere come sia andata!» Allucinata. «Sapevo che fosse un pessimo padre, ma credevo davvero i loro rapporti fossero migliorati negli ultimi anni» amareggiata, forse perché il collante era proprio lei. «Beh sai... ha tradito molte volte la moglie, ho solo tirato ad indovinare» innocente, con una scrollata delle spalle e un sorso di tè con cui spera di salvarsi in corner da quell`intreccio di discorsi. Una risatina a seguire di poco il "no" convinto dell`altra. «Credo di aver chiuso anche io» serena, decisa, cristallina. Come se fosse più vero ora che mai. Un sorriso a curvarsi, mesto, sull`angolo delle labbra al dire finale della "cognata" «No...» un piccolo sospiro «la vendetta è per chi prova ancora qualcosa» le dà ragione infatti, lasciando aleggiare volentieri la naturale prosecuzione di quella frase. E poi il premio, figlio del coraggio che s`è autoinfusa con certe riflessioni 
«stiamo insieme» - «Io e il bruco». 
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K: sorseggia ancora prima di rischiare di sputarlo nuovamente 
«il bruco ha bruciato il testicolo al padre di Sebastian?!»
le iridi si spalancano senza immaginare la piega che potrebbe davvero prendere quel discorso; la cosa più inquietante e che questi discorsi vengano fatti in assenza di alcol, cioè queste due sono in grado d`intendere e di volere.. «capisco»risponde al dire di Illy «ma mi sembra eccessivo bruciare parti del corpo»fa una pausa evitando di rialzare la tazzina ma limitandosi a girare il cucchiaino convulsamente «mi sembra una cosa eccessiva, non fattibile dal bruco che ho conosciuto ieri sera» una nuova pausa a posare il braccio destro sullo schienale del divano e alzando le gambe in posa sexy «un bruco così garbato...» annuisce «Il padre di Sebastian è un vero stron***» scusi principessa «lo è sempre stato e lo saprai forse meglio di me, con tutto quello che c`è dietro..» fa spallucce
«quando cresci con una persona del genere hai due modi di affrontare la vita»
altre spalluce «io ho scelto il migliore»la mano destra va a fare un cenno snob come a voler spostare una ciocca di capelli invisibile. «ERA ORA!» applaude, «la vendetta bisogna saperla usare» la voce torna ad essere quella un po` persa di prima, dove le iridi si glaciano leggermente lasciando un senso di freddo e brividi solo a vederla «l`amore e l`odio sono così vicini...»lascia la frase ancora aperta andando poi a scrollare la testa spalancando nuovamente le iridi e tornando ad applaudire
«VIVA I BRUCHI!»
felice come se nel the vi fosse la Felix Felicis, si sistema meglio sul divano, si stringe la coda e prende la tazza
«Brindiamo ai bruchi e alle ruote panoramiche che tolgo il fiato e lasciano il cuore sospeso..» - «Ai nuovi inizi e ai brunchs, ai pranzi in famiglia e ai testicoli bruciati che fanno crescere e fortificano..»-  «Brindiamo a te e Harry, e al vostro inizio, al vostro...qualunque cosa sia, che va a qualunque velocità voi vogliate ma abbastanza da togliervi il fiato e farvi sentire felici» 
andrebbe poi a cercare di battere la tazzina con quella di Ilary.
H: Per poco non rischia di soffocarsi anche col secondo sorso di tè, una manina corre alla bocca per soffocare altri colpi di tosse e infine una risatina che scoppia però ugualmente. Forte e cristallina, assieme a quel «NOOOO! Non conosco lo stato dei testicoli del padre di Sebastian...!» le guance e gli occhi ormai accesi del divertimento più sfrenato. «E non so chi abbia bruciato quello di Harry, una con cui è andato a letto credo » . «Lo sai...» sperando di non risultare inopportuna, si inserirebbe con una riflessione genuina e spassionata «vedere come sei riuscita a scegliere il modo migliore» tu, a differenza di Seb «mi aiuta a ricordare perché non era possibile giustificargli tutto con... la scusa della malattia» cosa che l`ha di molto fregata, c`è da dirlo, da brava crocerossina che si rispetti. Gli occhietti si inumidiscono appena, sebbene il sorriso scacci il presagio lacrime. «C`è chi dice che l`indifferenza sia la forma di vendetta migliore... soprattutto per chi ama il centro dell`attenzione e provoca sperando di ottenere una reazione per cui farti sentire possibilmente in colpa» in una parola: Sebastian. «E` vero...» su amore&odio, incassando per qualche ignota ragione il capino fra le spalle e sollevando le ginocchia per puntellarvi sopra la tazza.
«Ma chi fa male non ama affatto» 
Quel sole che fa spuntare in mezzo alla pioggia, tinge di colore il viso e l`aria intorno a loro al grido di Kat; che le fa scappare un`altra risatina imbarazzata. «Non dirglielo mai in faccia, ti prego» ma il musetto sornione suggerisce tutt`altro. «Con-con il tè?» brindiamo? Concentrandosi sulla parte meno compromettente di tutto quel discorso, che in effetti sembra proiettarle addosso esattamente fiato corto e cuore sospetto. Dannazione, Duffany. Il sorriso ad ampliarsi con la prosecuzione di quel brindisi, gli ormai lucidi e quello scontro di tazzine a lasciarla un tantino sopraffatta. Da tutto quell`affetto. «Che esagerata....!» Roteando lo sguardo altrove e giocando a fare la grifolagna brontolona, anche se le guance rosse la scusano nello svelare che sia davvero in difficoltà. 
«Slainte!» *to be continued*
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Rubber duck
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14.07.2076
«Katrine Warren»
«Harry Duffany» - «Che lavoro fai?»
K: «Lavoro al Ministero, Ufficio uso Improprio dei manufatti babbani»
H: «Ma va?» - «Sai che so tutto sui babbani??» esclama. «Ma ancora non ho capito qual è con esattezza la funzione di una papera di gomma» comincia a dire. «L`ho comprata anche per il mio gatto, ma il giorno dopo me l`ha fatta trovare penzolante al soffitto a testa in giù, e un biglietto con scritto "La prossima volta che mi porti una roba del genere impicco te"»
K: «Io sono più babbana che magica» ammette sorseggiando 
«sollazzare i bambini durante un bel bagno nella vasca»
risponde come se fosse un medico che ha appena trovato la cura del secolo «Riempi una vasca da bagno con acqua e sapone...»pausa «mi segui?»continua a parlare agitando un po` anche le mani mentre spiega « metti paperelle di gomma...ma ci sono anche navi di gomma, coccodrilli di gomma...insomma diversi oggetti che se messi nella vasca piena galleggiano..e mentre tu lavi i bambini.. loro giocano» fa spallucce come se avesse appena spiegato la cosa più semplice ma più complessa del mondo «Non hai mai provato?!» domanda retoricamente spalancando le iridi al sentire le minacce del gatto «MAAAA NOOOOOO» stridula un po` «per i gatti ci sono altri giochi» fa una pausa avvicinando la destrorsa al mento «ma non so quanto possa essere d`aiuto per il tuo gatto.. esistono comunque topolini finti, palline colorate e poi adorano una cosa» appoggia le mani sulle ginocchia avvicinandosi «impazziscono per il laser»
H: Si rende conto di avere davanti a sé un concentrato di possibilità: una fonte di ricche informazioni sui babbani, e una che potrebbe capire a pieno il suo rifiuto per i vestiti da mago. Concentrato posa le mani sulle ginocchia, ruota lo sgabello verso di lei, e ascolta la rivelazione. Svelato l`arcano allarga gli occhi in un`espressione perplessa. 
«Cioè... tutta `sta roba per DEI BAMBINI???»
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LONTRA
Per i celti la lontra era l'animale a cui rivolgersi per chiedere aiuto e protezione nei momenti di crisi o di ricerca interiore. L'indole della lontra rende questo animale incredibilmente allegro e curioso, pur non vivendo in branco, questo animale si distingue per la fedeltà e la lealtà che dimostra verso il proprio partner. Chi possiede questo animale come Patronus si distingue per il suo carattere curioso, deciso, fantasioso e per l'intelligenza vivace. Il patronus rappresenta però quello che è nascosto, non conosciuto ma necessario per la personalità; per affrontare qualcosa di cattivo come un dissennatore, una persona deve attingere a risorse che lui o lei potrebbe non aver avuto bisogno e il patronus è il risveglio di questo segreto che giace dormiente fino a quando è richiesto. Il lato spensierato di Katrine è spesso sotterrato dalla mole di ansie e paure, ma ciò nonostante il suo patronus è proprio un animale giocoso che scorrazza felice nei fiumi senza nessuna preoccupazione al mondo
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BORDEAUX
Il rosso è il colore del cuore e dell'amore, del dinamismo, della vitalità, della passione e della sensualità, dell'autorità, della fierezza, della forza, della sicurezza e della fiducia nelle proprie forze e capacità. Chi ha l'aura di questo colore è ottimista,deciso,impulsivo,combattivo,competitivo,passionale, entusiasta, estroverso e autonomo. Il rosso può essere legato anche ad aggressività, l'aura rossa può appartenere a persone loquaci, aperte,passionali,aggressive.Più il colore tende ad una sfumatura scura, più la persona sarà soggetta a caratteri temperamentali.
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FUOCO
L'elemento Fuoco è quello dei sentimenti e delle passioni, della trasformazione e della purificazione, può sostenere la vita o portarla via nel giro di un attimo, in questo senso è l'elemento energetico allo stato puro. L'elemento del fuoco assisterà nel lavoro magico se esso riguarda magie di trasformazione, di purificazione, di richiamo della passione e del sesso,dell'allontanamento della negatività,l'autorità,la rinascita,il coraggio,la fertilità,il cuore e la verità.L'elemento Fuoco rende le persone calorose ma irascibili,istintive ed impetuose,focose ed imprevedibili,sanno farsi voler bene ma allo stesso tempo sono anche brave a farsi odiare.Amanti del sesso e delle avventure,sono dei ribelli che mal sopportano le regole. Sono impulsivi e vogliono tutto e subito,amano essere al centro dell'attenzione e farsi notare. Le persone fuoco sono coraggiose e possono essere dei buoni condottieri.
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OLMO,12 Pollici leggermente elastica Anima:Piuma di Fenice (ufficiale)
Le bacchette di Olmo preferiscono maghi di carisma e destrezza e innata nobiltà; tra tutti i legni da bacchetta l'olmo produce meno incidenti,meno errori sciocchi e gli incantesimi più eleganti. Sono bacchette sofisticate, capaci,nelle mani giuste, di magie avanzatissime.Le piume di Fenice hanno un potenziale magico molto più vasto, sono le bacchette con maggiore iniziativa e a volte agiscono di propria spontanea volontà, caratteristica poco gradita alla maggior parte dei maghi e streghe. Le bacchette di piuma di fenice sono sempre le più selettive in materia di potenziali proprietari, perché la creatura da cui traggono il nucleo è una delle più indipendenti e distaccate del mondo. Queste bacchette sono le più difficili da domare e personalizzare, e la loro lealtà non si conquista senza fatica.
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CIPRESSO, 12 Pollici e 1/2 leggermente flessibile Anima: Piuma di Fenice (consegnata da Elenoire Globander al IV anno- regolarmente registrata)
Le bacchette di cipresso sono associate alla nobiltà d'animo. Il grande fabbricante di bacchette medievale,Geraint Olivander,scrisse che per lui era sempre un onore abbinare correttamente una bacchetta di cipresso al suo proprietario,perché sapeva di trovarsi in presenza di una strega o di un mago che sarebbero morti in circostanze eroiche.Le bacchette di cipresso trovano la loro anima gemella tra i coraggiosi,gli audaci e chi è pronto a sacrificarsi,cioè coloro che non temono di confrontarsi con le proprie ombre e con quelle degli altri. Le piume di Fenice hanno un potenziale magico molto più vasto, sono le bacchette con maggiore iniziativa e a volte agiscono di propria spontanea volontà, caratteristica poco gradita alla maggior parte dei maghi e streghe. Le bacchette di piuma di fenice sono sempre le più selettive in materia di potenziali proprietari, perché la creatura da cui traggono il nucleo è una delle più indipendenti e distaccate del mondo. Queste bacchette sono le più difficili da domare e personalizzare, e la loro lealtà non si conquista senza fatica.
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08.07.76 h 05.30 am L.A.
Si volta verso la nonna poco distante da lei, i capelli si muovono col vento come se volessero scappare da qualcosa o da qualcuno, le iridi smeraldine sono puntate sulla donna, alcuni rimasugli di lacrime ormai asciugate dal vento le segnano il volto, non ha il coraggio di dire nulla, si umetta le labbra ma il respiro è quasi impercettibile.
«Sai di non essere come lui..» una domanda o un'affermazione?! non si capisce bene, le iridi glaciali di Emily fissano la nipote senza far trapelare alcuna emozione, i capelli bianchi corti e ben ordinati e il vestito da "festa" ancora dal processo; lo sapeva, sapeva di trovarla lì, sapeva che la piccola mezzosangue si sarebbe rintanata sulle spiagge Californiane, ed è per questo che non appena l'ha vista smaterializzarsi l'ha seguita «lo sai » ripete questa volta con più decisione senza fare alcun passo che possa unire quella distanza.
Le labbra iniziano a tremare nuovamente, le mani vengono strette in pugni mentre i piedi immersi nella sabbia si stringono il più possibile «chi lo dice?» andrebbe a sussurrare quasi aspettandosi uno schiaffo, chiude difatti gli occhi stringendoli e ricacciando dentro quelle lacrime
La voglia di prenderla a sberle è tanta, eppure non lo fa, non questa volta, muove alcuni passi, fino a sorpassarla per arrivare più vicina alla riva, lasciando che il mantello nero si possa bagnare di quell'acqua che tanto odia ma che di fatto rimane il suo elemento affine odia bagnarsi «lo dico io» le mani sono unite sul petto nascoste dal mantello, mentre le iridi ghiaccio fissano l’orizzonte nel cielo della California «lo dicono Zola, Melanie e Arielle, lo può dire Jackie che nonostante i tentativi di eliminarti respira ancora»pausa «non per merito mio» ovvio respira lenta senza voltarsi a guardarla «può dirtelo tuo marito e quel piccolo mostriciattolo che hai messo al mondo» solo ora si volterebbe «non sei stupida Lily non lasciare che uno stupido processo possa metterti dubbi su chi sei o chi non sei!» un'altra pausa avvicinandosi alla nipote lentamente come se fosse un'entità ultraterrena «Non dare a nessuno che non sia io questo potere» le iridi sono fisse sul viso di Kat e sue quelle lacrime che cerca disperatamente di trattenere.
«Il passato può cambiarti, può farti diventare ciò che non sei o che non sai di essere..»
lo sussurra piano cercando di trovare il fiato ad ogni parola
Tu sei il mio passato, Elisabeth è il mio passato...e la malattia è il mio presente e se sommiamo queste cose... se facciamo..»
lo schiaffo arriva, la mano si va a posare sulla guancia sinistra che brucia, brucia come il fuoco brucia come non mai..
« Katrine Lillian Warren » ups «Se mi tiri nuovamente fuori la storia della malattia e del passato che ti fanno diventare un'assassina, giuro che questa volta non lascerò le cicatrici, non continuiamo con queste bolidate per cortesia » si allontana un po' tornando a nascondere le mani dentro quel mantello
«Io ho fatto quello che ho fatto, ma non credo che tu abbia passato i tuoi anni nel castello a castare incantesimi contro primini a caso, hai scoperto della morte della babb.. di tua madre eppure non sei andata in giro a molestare chiunque per avere risposte, hanno rapito il tuo amore eppure non sei andata a minacciare di morte le persone.. sai difenderti con la magia.» pausa «questo te lo devo» ..
«ma se ti ritrovassi in una situazione di pericolo, dove vedi chi ami portato via da qualcuno che puoi fermare..lo fermi, lo fermi con tutte le ossa che hai nel corpo, con tutta la magia che possiedi lo salvi, lo salvi perché non potresti vivere senza»
stranamente per quanto possa sembrare una confessione sulla madre, si tratta solo di esperienza personale, sappiamo tutti che per quanto Emily possa essere perfida non avrebbe mai potuto uccidere un babbano solo per paura che gli portasse via il figlio, no questa è una storia ben diversa..
« Tu non hai fatto tutte queste cose semplicemente perché le hai scoperte troppo tardi, nel tuo corpo c'è il mio sangue e nel mio sangue c'è la vendetta Lillian, e si, si potresti trovarti a dover decidere se ammazzare qualcuno per salvare Adam, o Elliot, ma questo non farà di te un assassina» fa una nuova pausa «questo non farà di te una vigliacca questo non farà di te una malata..» un'altra pausa mentre parla con una lentezza e una pacatezza quasi glaciali, mentre le onde s'infrangono sulla riva bagnandole il mantello « il suo errore è stato non fermarsi un briciolo prima, non credere di poterla uccidere davvero nel momento in cui era davvero pericolosa» .. « un briciolo prima delle catene e avrebbe salvato non solo il suo culo, ma anche il suo amante..» seria nel dire «ma c'è una differenza grossa tra voi, una differenza che forse tu ancora non vedi.. e non la vedi non perchè tu sia stupida» - «anche se a volte mi vengon dubbi» grazie
«non la vedi perchè nella tua vita c'è troppa luce adesso, troppa luce per poterti immedesimare nell'ombra e pensare razionalmente a quello che avresti fatto.»
«non l'avrei uccisa!» l'urlo risuona nella spiaggia deserta davanti alle case spente..
«Stronzate Lily» una risata a presa per il culo « Tu l'avresti fermata molto prima, non l'avresti fatta arrivare ad Adam, perchè nel momento in cui la sua bacchetta sarebbe stata puntata contro tuo marito le avresti fatto saltare il braccio con un bombarda» .. « o no?!» si avvicina alla nipote tanto da poterne sentire il profumo per poi andare a sussurrargli nell'orecchio
«tu non l'avresti uccisa Lily» ... «l'avresti fatta a pezzi»
le lacrime ormai hanno smesso di scendere da un po', ma la rabbia è ancora lì «non l'avrei fatto se fosse stata legata, indifesa o a terra» questa volta la frase la dice più lentamente come se stesse effettivamente razionalizzando la cosa..
«è questo che ti rende diversa.» lo dice con un cenno di assenso della testa mentre la sorpassa nuovamente  -CRACK!-
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Rimane da sola nella spiaggia deserta della California, cadendo con le ginocchia sulla sabbia, rimane li mentre le  lacrime tornano a farsi vive come un fiume in piena, come se quel capitolo della sua vita fosse chiuso in parte o in parte come se la ossessionasse più ancora della morte della madre, della scomparsa di Adam, o di qualsiasi evento accadutole, le mani vengono portate davanti al viso, a coprirlo mentre nulla sarà più come prima d'ora in poi; una parte di lei è stata spezzata con la bacchetta di Sebastian, il sentore che l'unica persona che voleva salvare da se stessa le era scivolata via, le era scivolata via, perché non voleva essere davvero salvata, non voleva essere salvata da nessuno, ma sopratutto da lei. Lei aveva provato dal terzo anno a salvarlo, a stargli vicino, ad esserci, a esserci ogni volta eppure lui in un modo o nell'altro l'aveva sempre ricacciata via, eppure lei era sempre tornata; anche quel giorno al Ministero, nel suo cuore stanco e ferito sperava che lui le chiedesse aiuto, che ammettesse il fatto d'essersi accorto che alla fine lei c'è sempre stata..eppure per lui era come se non esistesse più.. e lei neanche se n'era accorta. Quell'amicizia malata che si sono portati dietro, li ha feriti, strappati e spezzati così tanto da non riconoscersi più neanche l'uno di fronte all'altra. Il Sole e la Luna hanno perso la loro Eclissi.
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Garden gnomes for friends
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17.06.2076
Ormai quei nani sanno i segreti di tutto e tutti, Katrine ci parla nelle giornate in cui i suoi colleghi sono assenti, e col fatto che la seguono un po` ovunque sembrano quasi essere diventati i suoi migliori amici «eppure le scope sono già state diselettrificate, ma è quella batteria che non mi piace» parla con i nani, indica i pezzi degli artefatti.. «potrei continuare a pensare all`aspirapolvere, ma non vorrei buttare in aria altro.»parla tra se e se, forse con i nani o con se stessa.. ne parla con poca convinzione.. forse un briciolo di arresa, non si sa, non se ne accorge, non pensa neanche che quella sgradevole sensazione possa venire da lei, o da altro(?) [...]
Un nano sbatte contro il suo piede sinistro, potrebbe essere una pacca di riconforto, ma lo sguardo sorridente della statuetta sembra deriderla più che altro.
«Inutile che sorridi, lo so da me che sono una barzelletta»
[...] il sacco fluttuante termina con una bocchetta rotonda e all`interno di questa c`è un`oscurità, un`oscurità che sembra più nera del buio normale, come se fosse un pozzo profondo da cui non si può uscire. Solo a vederla la strega si sentirà quasi tirata all`interno, come per lasciarsi andare e sprofondare. Non è escluso che una lacrima le venga strappata dagli occhi, perché non c`è proprio più speranza. Ha trovato il luogo dell`incantesimo. Là dove sembra sprofondare e spegnersi per sempre ogni aspirazione... Un calcetto involontario a uno dei nani, ora entrambi sono le sono attaccati ai piedi. Giusto per completare il quadretto disperato...
L`oscurità in quel buco sembra essere così allettante, così intrigante, lei che l`oscurità la conosce bene, anche solo in parte ovviamente, un groppo alla gola e una lacrimuccia lascia l`iride sinistra per scivolare in basso, si avvicina un po` continuando a guardare quel buco oscuro; ma è proprio il calcetto al nano che la "risveglia" o quantomeno la distoglie per un secondo dalla gabbia/sacco,le iridi smeraldine si abbassano dapprima sui nani e poi sul sacco, la sensazione di esser tirata all`interno di esso rimane ma andrebbe a prendere tutta la sua concentrazione, tutta la sua forza per puntare la bacchetta proprio verso il buco nero e pronunciare «Finìtem Incantàtem» un grosso respiro poco prima di farlo. Nel caso andasse tutto bene, andrebbe a indietreggiare poi distanziandosi dai nani di qualche passo,puntare la bacchetta su uno di loro «Finìtem Incantàtem», nel caso andasse bene entrambi andrebbero ad essere disincantati, nel caso in cui invece fossero stati incantati in maniera divisa... beh, questo si vedrà.. Un velo di tristezza nella stanza, come se davvero niente avesse più senso, se proprio Kat che adorava quei piccoli artefatti, decide di spegnerli così, vuol dire che nell`aria c`è qualcosa.. Il suo incantesimo arresta quello del sacco nero, l`atmosfera è solo un po` pesante ancora. Riesce anche nel suo secondo incanto, anche perché i nani non si muovono di loro. Un incanto un po` disperato contro la coppietta di nani. Che non cerca nemmeno di schivarlo, loro restano là sorridenti e immobili come se niente fosse. Solo i futuri momenti della sua vita le faranno sapere se sarà riuscita a rompere l`incantesimo che legava i nani a lei in quello stalking infinto. E poi, mano a mano, ecco che ricomincia un poco a respirare. L`aspirapolvere è sospeso di fronte a lei, in pezzi ma... c`è riuscita! Hey, sembra che l`artefatto malefico ora sia un po` più innoquo se non altro. Resta il dubbio aperto se, ricongiungendo le due parti e alimentandole con l`elettricità babbana, questo oggetto non potesse ritornare al suo stato di aspiratore di aspirazioni. Ma questo certo sarà un esperimento per un`altra occasione. Inoltre anche le scope, ancora unite tra loro, sono ora collegate a un motore che è privo di batteria e disaccoppiato dalla magia delle scope volanti. Insomma un artefatto pericoloso in meno in circolazione e un doppio successo per la ministeriale, che, per la prima volta, potrebbe iniziare anche a credere nelle sue capacità ora. Libera da quel pozzo nero di emozioni. Ma che i due nani siano finiti per essere le vittime di quel malefico artefatto?  [...] La strega se ne va lasciando dietro di sé giusto una macchia di acido sul tavolo delle sperimentazioni e i due nani. In fondo il ministero ha il suo personale di servizio che si occuperà di pulire queste cose si spera. Quando arriverà comunque nel suo ufficio troverà uno dei due nani ad attenderla, piazzato sotto alla scrivania. La guarda con quella faccetta sorridente e beffarda che solo una statuetta nanica può avere. Certo, pare però che il suo fratello manchi all`appello. Probabilmente lui è rimasto dov`era, nella stanza delle sperimentazioni...
Toglietele tutto ma non i suoi nani da giardino e suo figlio.
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The wheel of feelings
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17.05.2076
I: «Sta...bene» il bruco. Arricciando le labbra in un sorriso a stento trattenuto, prima di tornare con l`attenzione sulle boccette, in particolare su quella che ha scelto. Come sa essere fastidiosamente riservata su questa cosa, è davvero insospettabile per una chiacchierona come lei. Ma forse è stato il sorriso sincero di Katrine a convincerla a sbottonarsi un pelino di più. «E` diventato una ruota panoramica» ammette infatti. «Procede lenta, ma... con la difficoltà aggiunta dell`altezza» un modo come un altro (?) per dire che procedono.
K: «eh, si dall`alto ci si può fare male, ma una volta raggiunta la cima la vista è da spezzare il fiato» fa una pausa si volta a guardarla visto che in questi discorsi sembrano entrambe parlare con le boccette «e a volte ne vale proprio la pena»
I: «Non ho paura di farmi male, Warren» puntualizza, e una volta tanto pare anche sincera, per quanto assurdo possa suonare se detto da una delle tante ex di Sebastian. Prende un profondo respiro «Ho paura d`esser di nuovo costretta a-a correre, accelerare i tempi e i sentimenti, come se lasciarli andare naturalmente fosse sbagliato solo perché non risponde alle assurde e irrealistiche aspettative di un idiota con...» ma si pinza la lingua di aggiungere qualcosa di spiacevole «una scopa infilata sù per il cu» ore. Ecco. Stizzita, come se la semplice esistenza di quel timore causatole dal Signor Waleystock fosse sufficiente a renderglielo detestabile. «E d`essere mancata di rispetto» che non è decisamente sinonimo di "farsi male".
K: si fa seria per un secondo seppur difficile immaginarlo, si sposta anche quasi a trovare lo spazio più isolato possibile in quella folla di gente «okok ferma.» alza la mancina, poiché la destra tiene stretta la sua boccetta «io non so cosa ci sia, non so cosa siate o cosa sarete» tiene la mano alzata quasi a non voler essere interrotta, le iridi sono stavolta fisse su Ilary e lo sguardo che conosciamo tutti da anni torna vivo in lei «io giuro su mia madre Ilary Wilson che se permetti al solo ricordo di qualsiasi idiota di rovinarti qualsiasi giro su bruchi, ruote panoramiche, o autoscontro.. giuro che verrò a prenderti a calci nel sedere» fa una pausa parlando a bassa voce ma abbastanza udibile «mi sono palesemente rotta le p**le che una sola persona possa avere così tanto potere, o anche solo il ricordo di quella persona possa avere così tanto potere su altre persone da farle vivere nell`incertezza, nella paura, nell`insicurezza.. o qualsiasi cosa non ti faccia vivere una nuova storia» fa ancora una pausa lasciando andare il fiato di quello che sembra essere stato un respiro particolarmente lungo
«tu meriti tutti i giri in giostra che vuoi, sulla ruota panoramica, e sui tronchi, meriti di perdere il fiato sulle montagne russe, e trovarti alla fine della corsa col cuore in gola guardando il tuo bruco» eh niente Harry ciao sei un bruco «meriti la felicità tu, come chiunque decida di vivere al tuo fianco, come la merito io e come la merita Adam, e mi sono davvero rotta» 
sbuffa nuovamente «e mentre ci siamo..» fa una pausa e chiude gli occhi «ora lavora al II piano» non dice altro e continua al discorso
«quindi tu devi poter vivere qualsiasi cosa tu abbia con i tempi che preferisci, e nei modi che preferisci, vuoi correre? CORRI Ilary e perdi il fiato, vuoi camminare? allora cammina a piedi scalzi se preferisci» fa una pausa avanzando di poco «Vuoi provare mille sentimenti? provali tutti! ama, odia, sii gelosa, e sii arrabbiata, prova tutto quello che vuoi..solo una cosa non puoi fare» guarda la macchina fotografica e poi Ilary «a parte lasciare quello che ho detto prima» e fa un gesto con la mano «non permettere a nessuno di mancarti di rispetto» 
sbuffa
  «che poi pulire il sangue è un casino.. ne abbiamo parlato» 
scuote la testolina lasciando andare il discorso e respirando un po` affannosa, si è sfogata, ma ormai Ilary fa più parte della famiglia di Sebastian, e Katrine per la famiglia farebbe di tutto.
I: inizia a sentire le iridi pizzicare e gli occhi gonfiarsi di lacrime e questo non va bene. Anche se è commozione e non tristezza, quella che infine le curva un broncio anti-lacrima sul visetto. Pesta perfino un piedino per terra, a mo` di rimprovero, cercando di ricordarsi come si fa a respirare quando chi ti sosta dinnanzi ti tira fuori dalla testa e dal cuore parole e pensieri che neanche sapevi di aver formulato fin`ora. «Dannazione, Warren!». Il capino si curva di lato, mentre lei lotta fra la voglia di scoppiare a piangere e quella di scoppiare a ridere. Tira sù col naso, deglutendo i battiti esagitati del cuore «Kat» il richiamo la raggiunge quando ormai quella starà decidendo che faccia fare per la macchina fotografica della Traves.
«Grazie»
una cosa che non dice spesso a parole e che si trasmette anche nel sorriso sincero che le rivolge senza riuscire ad aggiungere molto altro; la gola ancora chiusa dall`emozione
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“Cursed”
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13.05.2076
K: Dopo qualche attimo di probabile silenzio imbarazzante, la si vede mordersi le labbra, un paio di volte, si guarda intorno nuovamente, umettandosi le labbra a stringendole nuovamente l`una con l`altra a trattenere una risata, una risata che arriva, arriva fragorosa, e quasi isterica, di quelle risate acute, che ti fanno chiudere gli occhi e perdere un po` l`equilibrio, si spancia da sola e per poco non perde nuovamente le pergamene, continua a ridere, da sola con gli occhi chiusi, riaprendoli solo per guardare Sebastian e tornare a ridere, ride tanto che due piccole lacrime si formano ai bordi degli stessi «Oh Merlino!» continua a ridere e non riesce a fermarsi «scusami.. io..» scuote la testa prova anche a fare respiri profondi ma non ce la fa proprio non riesce a smettere «non..» pausa «per te» ride ancora non riesce a smettere.
S: La lascia vagare con gli occhi attorno a sé, senza toglierle gli occhi di dosso, se non fosse che la Tassorosso comincia a ridere a crepapelle, spalancando gli occhioni e muovendo un passo indietro, recuperando il suo contenitore di carta contenente la bevanda e sollevando poco dopo il mento — tenendo le spalle dritte. « eeew » trattiene il sorriso d’educazione sulle labbra, di chi non sa propriamente come reagire alla risata esplosiva della Warren in Wilson. Sbatte le palpebre, la guarda. E non dice niente.
K: E niente non ce la fa, l`abbiamo persa persa totalmente, respira un paio di volte, belle profonde aiutandosi con la mancina a darsi un contegno «no cioè scusa..» prova a parlare facendo partire piccole risatine «non sto ridendo di te..» ora cerca davvero di darsi una regolata «ma della situazione..» prova a parlare anche se la risata si ripresenta nonostante lei tenti di trattenerla «tu sei qui..»..«io sono qui» - «ci siamo detti addio almeno duecento volte in sette anni..» continua a parlare aiutandosi nei conti con le mani «poi ci siamo divisi..» pause varie nel discorso «poi ti sei messo con Ilary la cugina di Ade» trattiene una nuova risata «quindi di nuovo a incrociarci..poi abbiamo discusso nuovamente..credo di aver perso il filo delle liti, ma hai sposato Ilary e io Ade» riassunto delle puntante precedenti «poi ci siamo persi, hai divorziato..» eccola che riparte la risata «e nonostante tutto dopo quasi sei anni dalla fine della scuola..» riparte «sei finito a lavorare al Ministero..» pausa di suspance «nel mio stesso livello» e via che riparte 
«siamo maledetti»
e ride, ride di nuovo come fino a farle mancare il fiato, respira forte «sembra una maledizione senza fine..» non lo sta dicendo con cattiveria, ma sta semplicemente ridendo di questo destino beffardo che continua a farli sbattere incrociandosi nelle vite l`uno dell`altra «Ti prego non dirmi che ti sei trasferito in Scozia perché potrei davvero non farcela» e ride, ride per buttare fuori il nervoso del momento, lo stress della situazione «scusami davvero, ma è assurdo!»
S: La lascia parlare e non la interrompe mai, portando le dita semplicemente in prossimità del nodo della cravatta, quasi cercasse allentarlo. « non la definirei ‘maledizione’ » particolare enfasi su questa parola — che sta ben attento a pronunciare ad alta voce, data la nuova situazione politica attorno a loro. « sono » perplesso? Cerca quasi la parola giusta da pronunciare « sorpreso tu abbia fatto caso a tutte queste cose » un altro passo indietro
K: Si ricompone ufficialmente anche perché si è leggermente accorta di star facendo la figura della scema, eppure non è proprio riuscita a trattenersi «perché non dovrei?» scuote poco la testa «non cancello il mio passato e le persone che ho conosciuto solo perché non fanno più parte della mia vita..» ... «sopratutto se queste hanno fatto parte della mia vita in diversi momenti..» il pollice della mancina va a toccare la fede, giocherellandoci involontariamente, un tic che abbiamo già visto fare altre volte da quand`ella porta l`anello, quasi a voler controllare che la fede sia ancora li; sorride mentre parla «allora non è tutto cambiato» alza di poco le spalle quasi sollevata
S: « Non sto dicendo che oblivio le persone dalla mia vita » o forse sì? « semplicemente le maledizioni sono più serie e drammatiche. Tu, invece, puoi voltarmi la testa e non parlarmi. » preme le labbra tra loro, imponendosi una breve pausa.
K: «non ho mai alluso che tu obliviassi le persone dalla tua vita» no?! «e se l`ho fatto non era mia intenzione» annuisce «assolutamente si, per noi che conosciamo le maledizioni sappiamo quanti tipi ne esistono e quanto possono ferire, o uccidere» fa una pausa tenendo un tono di voce che Sebastian possa sentire, senza dare troppo spettacolo, ora passa a tenere le pergamene con entrambe le mani quasi a volersi aggrappare a qualcosa «quello che volevo dire è che..» trattiene il fiato «non importa» sorride e scuote la testa. Fortunatamente con la terapia sta riuscendo a elaborare le cose che le accadono reagendo in modi abbastanza opportuni - a parte quella sera al the maze- eppure con Sebastian davanti, la sua sensazione è quella di essere tornata indietro di parecchi anni,si umetta le labbra «non ti trattengo oltre» sorride ancora «ti auguro una buona giornata» andrebbe a dire ancora quasi a voler fuggire da lui questa volta e nonostante inizialmente stesse andando nella stessa direzione del ragazzo, ora andrebbe ad incamminarsi nella direzione opposta, passandogli vicino, quasi a volersi lasciar trascinare dalla folla. Il problema di questa ragazza è sempre stato e sarà sempre il passato, ci sguazza dentro come se fosse nelle sabbie mobili, più si agita e più vi affonda, e più affonda più si agita.
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Riding on caterpillars
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10.05.2076 K: «Abbiamo tutti qualcuno nella lista di "omicidi perfetti ma da non commettere per evitare inutili problemi burocratici"»l o dice tutto d`un fiato sorseggiando il thè; il viso poi si cruccia un po` al sentire la frase successiva «no. scusa» mette una mano davanti a fermarla «perché avreste dovuto cavalcare un bruco?» domanda stranita ma sopratutto «chi è che ama il bruco?» è confusa.
I: «Mi piace il modo in cui ragioni, Warren» solenne, tanto per chiarire che sono sulla stessa lunghezza d`onda se pensano che i problemi burocratici sia tutto ciò che impedisce loro di commettere un omicidio. «E poi ho metà famiglia Auror, non li metterei mai in una posizione così scomoda» aggiunge solo questo come micro incentivo personale.«E` una storia lunga» taglia corto «A me piacciono i bruchi, ok?» a bocca piena, sbottando un poco sulla difensiva, pur restando sempre bendisposta di fondo. «Si trasformano in splendide farfalle se dai loro tempo... e spazio per stare nel loro bozzolo sicuro e protetto» andando a gesticolare per rafforzare il concetto.
K: Fa spallucce come a dire *lo so*... «nooo» scuote la testina «dover "punire" una parente per aver fatto "qualcosa di sbagliato"» scuote nuovamente la testa «sarebbe troppo complicato...» lascia andare il discorso.Ascolta la breve storia sui bruchi e fa spallucce «a ognuno i suoi...»fa una pausa «insetti» sorride «Adam era fissato con gli scarafaggi a scuola» è seria. «e i ragni..» aggiunge poi «i bruchi sono carini.. sotto molti punti di vista » lascia cadere il discorso con un «bisogna proteggere ciò che ci piace» fa spallucce anche se non sa minimamente di cosa si stia parlando. Fa un enorme sospiro
«ci sono cicatrici che non si rimarginano facilmente»
alza la tazzina a sorseggiare il thè «si cresce..» fa una pausa «ma mai abbastanza..» eh si «la cosa importante però» ammette rizzandosi sulla sedia e scuotendo la chioma « è che adesso il passato è passato» sorseggia ancora del thè prima di posarlo,
I: « Io avevo adottato una tarantola, Arthur, ma s`è persa fra i cuscini dell`aula di divinazione» facendo spallucce. Un sorriso sghembo a spuntare poi sul viso, accartocciandole le labbra da un lato. «Già» bisogna proteggere le cose che ci piacciono.Non ha bisogno di aggiungere o domandare altro per intendere alla perfezione. Fra ex di Sebastian ci si capisce sempre con poco; è come far parte dello stesso club studentesco, legate da un fil rouge di dolore e brutti ricordi che rende difficile non connettere nell`immediato. Chiamiamola solidarietà, o mal comune mezzo gaudio, o la rivincita delle ex. Gli occhi solo appena più lucidi. «Ho sentito dire che col tempo passa davvero» snocciola infatti prima di mettere in bocca un altro po` di frutta. «Di recente ho iniziato a crederci» confessa ricambiando quel mezzo sorriso, tanto per darle un altro pezzo di "adultità", ma non troppo.
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Happy anniversary
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02.05.2076
K: Adam li raggiunge e Kat di scatto si volta a cercare Ilary «è club rimorchio» fa svolazzare davanti al marito il foglietto con il regolamento «Grazie..» dice andando a prendere il cocktail senza neanche prestarci troppa attenzione e darci un bel sorso, per poi voltarsi verso Ilary «GRINZAFICO?!» domanda retoricamente poco prima che l`effetto del cocktail appena sorseggiato senza respiro inizi a fare a effetto «OK!» , si rizza seduta in modo decente prende una piuma e un postit, toglie il bicchiere dalla mano di Ilary, ci proverebbe ovviamente, e nel caso riuscisse riempirebbe entrambe le mani con un postit e la piuma «scrivi a qualcuno...».Si alza in piedi e scruta la sala muovendo nello stesso tempo i fianchi a tempo di musica « abbiamo un baldo giovane pel di carota che drinkeggia da solo a quel tavolino» dice indicando un ragazzo random «Un biondino solitario di là» starà indicando HARRY? forse si forse no « un paio di gemelli in quell`angolo » continua a sorseggiare il suo cocktail a brevi sorsi ormai con il posteriore che balla da solo « e un baldo giovane dalla folta chioma e muscolatura...» indietreggia con la schiena quasi a scrutarlo meglio...«OPS! non è un giovane » posa il cocktail girandosi verso Alica «Buttati anche tu» andrebbe dunque a lanciarle a ritmo di musica un postit e una piuma anche a lei. Sculettando e danzando si avvia verso le ballerineeee.
A: «RIMORCHIAMO ALLORA!» alza la voce dato che la musica comincia ad essere alta, facendo un occhiolino malizioso alla moglie, pronto a ricevere un ceffone o chissà cosa. «AHIO!» urla alla piuma che lo ha appena punto sul palmo della mano sinistra poggiata sul tavolo. Aveva appena mandato giù due grossi bocconi di cocktail, e intorno sembra già una foresta. «Sembra non mi sia mai allontanato dalla riserva» dice stupefatto, sotto i primi effetti dell`alcool. «Ha ragione lei. Puoi sempre scrivere a qualcuno che ti ispira» risponde ad ALICIA che magari con questo metodo potrebbe trovare un pseudo cinico come lei, è una buona strategia insomma. «Guardatela signori! COME SI MUOVE!» urla alla danza goffa della moglie. Si, per urlare lui, l`alcool è salito alla testa davvero. Non si è ancora alzato ma la guarda per qualche secondo, calpestare il pavimento di quel locale che sembra essere diventato un luogo dove le muse possano danzare l`arrivo della primavera. Si, sua moglie la vede come una musa e gli è concesso.
K: Riprende il cocktail in mano e sono due  si guarda intorno a cercare qualcosa «mancano i pali..» abbassa un po` le spalle in segno di delusione « Sul palo sarebbe più divertente..» si rivolge ora ai compagni di tavolo «no?!» domanda retoricamente, un`altro sorso e il cocktail(?) è ormai a metà; come una piccola ape passa da Ilary a Alicia per poi atterrare su Adam «Hey bel fanciullo» la voce calda e sensuale cercherebbe di attirare l`attenzione di Adam «posso rimorchiarti anche senza postit?!» andrebbe a sedersi sulle sue gambe, il braccio destro e il sinistro andrebbero a posarsi intorno al collo del marito cercando di stampargli un bacio casto(?) a stampo sulle labbra «Buon anniversario» andrebbe a sussurrargli nell`orecchio.
A:    Ecco infatti Katrine che prova a rimorchiare suo marito «Puoi rimorchiarmi quante volte vuoi babe» ricambia il sussurro allo stesso modo alla ragazza, e niente, abbiamo perso anche lui. Solo su di lui potevamo contare. Fortunatamente il momento limone dura poco, nonostante la pozione di Kat fosse parecchio pericolosa.Il viso gronda di sudore indotto dal fisico che tenta di smaltire l`alcool in circolo ma, non fa in tempo a sbottonare il secondo bottone della camicia dal colletto in giù che viene tirato via da una delle drag queen che si è appena recata al loro tavolo esclamando "Vieni qui tesoro, ti do una mano io" con voce amplificata da un sonorus, come lo spettacolo prevede. Adam un po` imbarazzato si lascia trascinare davanti al tavolino e davanti alle ragazze, trattiene le risate mentre la drag gli sbottona la camicia sin sotto il petto "Guardate qui! Ti tieni in forma tesoro?". Si, avrà notato il fisico del ranger scolpito dalle escursioni, dal suo lavoro in generale. Adam guarda ILARY e KATRINE mentre gli viene sbottonata la camicia, arrossendo, ma tanto quasi al buio non si nota niente, alzando un leggermente le mani come per dire di non poterci far nulla, era stato preso.
«WARREN, TI RUBANO IL MARITOOOO!»
K: Continuando a sorseggiare il suo non cocktail mentre ADAM viene rapito(?) da una drag queen «ooooooh» si fa spazio nel divanetto e per un minuscolo istante Kat si dimentica di Ilary fissando suo marito, appoggiandosi allo schienale del divanetto col mento, sta dando le spalle ad Alicia, le gambe vengono inclinate e le braccia si appoggiano sullo schienale a reggere il mento mentre le iridi smeraldine fissano Adam; ignoriamo il fatto che la drag in questione stia bellamente denudando il marito, sembra una bambina che guarda il suo cartone preferito, gli occhi spalancati e un sorriso ebete «uhhh uuuhhh» incita entrambi mentre Ilary le passa vicino scavalcandola,o meglio, scavalcando il divanetto «VAI WILSON CONQUISTA LA PREDAAAA» andrebbe ad urlare, per poi accorgersi che la frase potrebbe essere bellamente fraintendevole «NO! non quel Wilson, quel Wilson è mio...» si rizzerebbe sul divanetto per voltarsi distrattamente vero la AUSTEN «non ti dispiace se mi unisco vero?» andrebbe a dire in modo quasi retorico con un sorriso per poi alzarsi e raggiungere il marito e la "signora Queen" sul palco dando un po` di spettacolo.
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05.04.2076
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Fantastic Beasts and where to study them
03.01.2076
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03.01.2076
A: « bisognerebbe visitare l`animale se mostra stress, segni di cattura. Studiare il perché sia aggressivo cose che dubito gli Auror sappiano fare, o si?» guarda curioso Katrine sperando lei abbia informazioni in merito. Ritorna a guardare il soffitto «L`Auror immaginava fossero necessari questi interventi, è per questo che hanno cercato me... So che come dicevamo è stato difficile per loro catturare il cucciolo e metterlo in isolamento ma ecco, questo è lavoro anche per il WWFFB. Un mago che abbia studiato come approcciarsi alle creature magiche potrebbe essere utile a loro ma so già quanto sia pericolo... Ho paura per voi e per me.» Si rivolta a guardare Katrine senza riuscire a mantenere il contatto visivo sulle sue pupille, infatti cerca a scatti di guardare il suo naso, i suoi capelli, tutto tranne l`espressione della ragazza.
K: scuote la testa « a meno che non abbiano delle conoscere delle creature, credo che i loro compiti siano altri, ad ogni mago il suo campo d`esperienza» fa spallucce non ne è troppo convinta «è quel mago saresti tu» fa una pausa cercando di frenare la voglia di correre per la stanza urlando «per quanto tempo?» andrebbe poi a domandare ulteriormente cercando più informazioni possibili «Noi staremo bene..» lo dice con meno convinzione di quanta se ne fosse immaginata nella mente «Ade, è il tuo lavoro, hai basato i tuoi studi e la tua vita sullo studio di questi animali, non salto di gioia» fa una pausa « e sono preoccupata, molto, abbiamo un bambino di pochi mesi, e c`è una grossa probabilità che tu possa farti male »
«ma se senti che sia la cosa giusta da fare, io non mi metterò in mezzo.»
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05.11.2075
« Complimenti, è un po’ piccolo, ma è un maschietto sano »
«Ciao piccolo Elliot Charles Wilson»
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