lamargi
lamargi
Le fantasie della Margi
170 posts
pensieri maliziosi (anche un po' incestuosi) di una signora di mezza età
Don't wanna be here? Send us removal request.
lamargi · 2 days ago
Text
Tumblr media
“Tesoro, ti prego, vieni ad aiutarmi….”
“Cosa c’è mamma?” “Mi è caduto un orecchino, è rotolato sotto il letto, ma non riesco a vederlo….”
La fretta di prepararsi per il matrimonio di mia nipote. I borbottii del marito che vuole che ci si sbrighi. Per fare le cose di corsa …capitano gli incidenti.
Semiaccovacciata davanti al letto non riesco a vedere dove sia finito quel maledetto orecchino di perle. Meno male che c’è mio figlio. Lo vede, si stende a pancia in giù così da poter infilare il braccio sotto il letto per tutta la sua lunghezza. “Ecco, lo vedo, quasi preso….lo tocco con le di….” È in quel momento che non finisce la frase, sembra bloccarsi, mi guarda, lo guardo, e lo vedo diventare tutto rosso. Ed è in quel momento che mi rendo conto che, nella frenesia di recuperare l’orecchino e finire di vestirmi, sono ancora in lingerie, davanti a mio figlio.
Ed in una posizione che…..certamente, non è la più adatta….piegata sulle ginocchia, il viso di mio figlio a pochi centimetri dalle scarpe, i suoi occhi che risalgono lungo la coscia, seguendo il disegno della calza fino alla bretellina del reggicalze, e oltre, fino alla pelle nuda della coscia….
Lo guardo e gli dico dolcemente.. “riesci a prenderlo, tesoro?”
Allunga ancora il braccio, senza però distogliere lo sguardo. Poi tira fuori la mano, con l’orecchino tra le dita. “Bravo” gli dico, prendendoglielo e rialzandomi. Lui resta inginocchiato per terra…mi guarda, mi sta sfacciatamente ammirando le gambe….
Potrei coprirmi, mettermi la gonna…..ma la civetta che è in me….
In piedi, davanti lo specchio, fermando l’orecchino al lobo, lo guardo attraverso lo specchio: “è la prima volta che vedi mamma in reggicalze, amore?”
Lui non risponde, ma - come in trance - allunga la mano, mi accarezza la gamba, dal basso, verso l’alto, fin sopra il ginocchio….
Gli do uno schiaffetto sulla mano….”Che fai?” Mi guarda, senza rispondere, con uno sguardo un po’ implorante perdono, un po’ implorante….poterlo rifare.
Gli metto una mano sulla testa. Le dita infilate tra i suoi riccioli. Poi attiro il suo viso verso di me, lascio che schiacci la guancia contro la mia coscia. Attraverso lo specchio lo vedo chiudere gli occhi. Sento attraverso il nylon il calore della sua pelle. Lo so che prende spesso le mie calze dai cassetti per toccarsi….ma non l’avevo mai visto così….incantato…..
Mi stacco da lui per andare alla porta della camera da letto. La apro appena. Grido a mio marito di passare avanti, di tirare fuori l’auto dal garage, di aspettarci di sotto con il motore acceso.
Torno da mio figlio, che ha la faccia di chi non capisce cosa stia succedendo. Lo sollevo di peso e presogli il viso fra le mani lo bacio, gli metto la lingua in bocca. Ma non ho il tempo di limonarlo. Ho altro in mente. Lo spingo a sedere sul letto e in un istante gli ho sbottonato i pantaloni, abbassato gli slip e scoperto il pene.
“Ma guarda, ti è venuto il cazzo duro nel guardare mamma in reggicalze, tesoro?” Gli dico…e poi glielo prendo in bocc senza attendere che mi risponda, per un pompino tanto intenso quanto breve. Grida “Mamma” quando viene, stretto fra le mie labbra. Meno male che ho mandato mio marito giù.
Mi rialzo e gli faccio una carezza. Mi pulisco le labbra, dovrò perdere altro tempo a ridarmi il rossetto. “Il resto, quando torneremo a casa….e mi raccomando non chiudere a chiave là tua stanzetta, stanotte…”
9 notes · View notes
lamargi · 9 days ago
Text
Tumblr media
È l’ora del nostro appuntamento telefonico.
Lui studia in un’altra città. Telefonate e messaggini, durante il giorno, non sono la stessa cosa della videochiamata che ci facciamo la sera, verso mezzanotte, quando i suoi coinquilini già dormono…
“mamma, …” balbetta appena si apre il collegamento internet e gli appaio sullo schermo del telefono.
“Come stai, angelo mio, come è andata la giornata?”
Frasi che sentiresti in ogni conversazione serale fra una madre e suo figlio. Ma non so quante mamme si mostrano al figlio ….nel modo in cui mi faccio trovare quando lui risponde al telefono.
Passo le mani sulle gambe, sorridendogli. Spingo il piedino verso la camera del telefonino. “Ti piaccio così, amore?” “Ti piacciono queste calze? Le ho comperate giusto pensando a te….”
Lui a malapena sussurra un “si” mentre il volto gli si imporpora.
Il suo telefonino inquadra solo viso e petto. Ma io lo so cosa sta succedendo un po’ più giù.
“Perché non lo tiri fuori, tesoro? Non voglio che tu vada a letto….teso….”
Mi accarezzo le cosce, le apro, poi le chiudo. Lui si è alzato, si è slacciato i pantaloni, e adesso il telefonino inquadra per me il suo pene duro, eretto. “Su, dai, lo incoraggio ancora, puoi masturbarti amore di mamma…” a pochi centimetri dalla camera, sullo schermo appare il suo glande, rosso, scoperto, già luccicante di liquido. Mi lecco le labbra, pensando a come sarebbe bello poterglielo succhiare. Lui lo prende in mano e comincia a masturbarsi, mentre io mi muovo lasciva davanti allo schermo, mostrandogli ora il sedere, ora le cosce, ora i piedini, ora la bocca…
Apro le cosce davanti allo schermo e passo un dito sulle mutandine. Gioco con quel gesto, mostrandogli come le labbra della mia figa sono gonfie sotto la seta delle mutandine. Rantola, piegandosi leggermente in avanti. Sta per venire ..ed è quello che voglio….voglio che si masturbi più volte al giorno, pensando alla sua mamma, …e non resti per nessun’altra.
È stato appena prima che andasse a vivere da solo per studiare….che l’ho sverginato …per renderlo mio….totalmente mio.
Il mio dito continua a far su e giù, in primissimo piano sul video. Dall’altra parte, lo vedo accelerare la mano e poi…. eiaculare….mormorando “mamma…”
“Quando verrai a casa?” Gli domando, lui ancora ansimante. “Do-domani, appena finisco le lezioni, ma-mamma…”
Lo guardo e accenno un sorriso, e lui sa che deve correre da me appena finisce, perché ho voglia di lui, ho voglia di scoparlo selvaggiamente….
“Buonanotte, bambino mio, vai a dormire e non toccarti più …per oggi….”
Click.
11 notes · View notes
lamargi · 27 days ago
Text
Tumblr media
Un mese in ospedale. Ricoverata in clinica per una operazione. Una noia insopportabile. Ma, per fortuna, c’era Alex. È stato così premuroso, così attento, sempre preoccupato di farmi compagnia e di non farmi mancare niente. Davvero….devoto.
Lo hanno notato anche le mie amiche. “Fortunata ad avere tuo figlio, si sta dedicando completamente a te in questo periodo…” ha detto qualcuna, guardandolo con lo sguardo affamato che, da donna, riconosco bene, quando è rivolto verso un bel ragazzo, aitante. Eh si, posso dirmi che posso davvero essere orgogliosa e considerarmi fortunata di avere Alex…
Oggi, finalmente, si esce. Non ne potevo più. Ho mandato Alex a prendermi i vestiti. Non vedo l’ora di liberarmi di questi orrendi camici e pigiamoni e poter finalmente tornare a vestirmi come si deve, truccarmi, mettere i tacchi. Alex mi ha portato quello che gli avevo detto, ma….
“Tesoro, ma mi hai preso delle calze?”
“Ehm, mamma mi hai detto tu, prendimi le calze, quelle color carne….”
“Si, tesoro, ma queste sono calze da indossare con il reggicalze, e il reggicalze non lo hai preso, …come faccio a metterle? Non stanno su senza….”
Sembra mortificato, abbassa il capo..”Scusa, mamma, ma che ne so io….ma, posso tornare a casa….”
“Non se ne parla! Non ti farai 50 chilometri ad andare e a tornare per il reggicalze. E rischierei di restare un giorno in più in questo orribile posto….No, ascolta, scendi giù in strada, troverai sicuramente una merceria e compramene uno….”
Torna dopo oltre un’ora. Con un bel reggicalze di pizzo tra le mani. “Carino, lo hai scelto tu?”
Sembra scocciato. Arrossisce…”Mamma! Mi hanno preso in giro in quel negozio…” “E perché?” “Ho chiesto, mi hanno domandato per chi servisse, e quando ho risposto ‘per mia mamma’ hanno cominciato a ridacchiare, a guardarsi tra loro e guardare me….Poi una mi ha detto ‘fortunata la tua mamma che ha un figlio che le regala reggicalze….ma siamo sicuri che sia tua madre?’ Io ho detto, certo che è per mia mamma, e loro quasi scoppiavano a ridere….E quando ho pagato la commessa, una signora della mia età, mi ha strizzato l’occhio e mi ha detto ‘fai i complimenti a tua madre da parte mia ….ha avuto davvero buon gusto…’
Oh povero cucciolo mio, penso, mentre mi racconta. Chissà cosa avranno pensato quelle donne. Forse che non era per la mamma ma per una amante matura…o forse hanno davvero pensato …a qualcosa di incestuoso….Mamma che manda suo figlio a comprarle il reggicalze….Che poi è esattamente quel che ho fatto, ma senza secondi fini …..
Ma ora che Alex mi ha raccontato e che lo vedo impalato e imbarazzato davanti a me, la mia natura da civetta prende il sopravvento.
“Non ci vedo proprio niente di strano che un ragazzo compri intimo per sua madre….non capisco proprio cosa avessero da ridacchiare …a meno che non abbiano pensato…..che eri tu a volermi regalare un reggicalze…per corteggiarmi! …..mmm, Alex, amore, sono ancora legata nei movimenti, saresti così tesoro da agganciarmi tu le calze al reggicalze?”
Alex, da rosso che era, sbianca addirittura. Ma lo guardo con un sorriso così amorevole….si inginocchia e con tutta la delicatezza di cui è capace mi sistema le calze e seguendo le mie istruzioni le fissa ai gancetti. Quando si rialza ha un po’ di fiatone, noto, ma non direi certo che è perché si è stancato!
Ripenso divertita a quella scenetta, mentre Alex guida riportandomi a casa. Ostenta di guardare la strada, ma in realtà mi accorgo chiaramente che appena guardo fuori dal finestrino mi sbircia le cosce. Anche perché non faccio nulla per coprirle….
A un certo punto prendo ad accarezzargli amorevolmente la nuca, a pizzicargli il collo con le unghie. “Grazie per tutto quello hai fatto in questi giorni per me, amore….” …ma sta quasi per andare a sbattere quando, dopo queste parole, gli metto una mano sulla coscia e gliela stringo forte.
Siamo a casa. Scarica la valigia dall’auto e la porta in camera da letto. Mi sento ..strana. Penso ancora a quelle tipe che lo hanno canzonato. Che c’è di male in una mamma che vuole sentirsi sexy? Che rende complice suo figlio? Che si fa sistemare le calze dal suo ragazzo? Che….
Gli metto le braccia intorno al collo. Lo guardo intensamente negli occhi. “Sei stato così dolce, così affettuoso, Alex..” “Mamma….” Risponde con un sussurro.
Sfioro le sue labbra con le mie. Gli sorrido. Lo vedo impalato, e allora avvicino ancora le labbra ma stavolta gliele lecco…..
Poi all’orecchio gli sussurro: “Però hai chiuso male i gancetti del reggicalze, amore, e mamma non può fare tanti movimenti…”
Lo allontano da me lo spazio necessario a far scivolare la gonna per terra. Poi mi vado a sdraiare sul letto, le gambe aperte. “Su, amore, non posso certo piegarmi….vienimi a sistemare il reggicalze….”
Dopo, con il suo viso stretto tra le cosce, gli accarezzo la testa e da sopra gli sussurro: “Adesso la mamma è tornata a casa ma è convalescente…ho bisogno di assistenza, amore, dovrai continuare ad occuparti della tua mamma…”
E soprattutto mamma è più di un mese che non fa sesso!
12 notes · View notes
lamargi · 28 days ago
Text
Tumblr media
“Ma vai a quel paese, stronza!” Sbatto la porta dietro di me e mi lascio cadere sul letto.
La stronza è mia madre. Una lite per la festa a cui voglio andare. Ma la festa non c’entra. C’entra il vestito che ho scelto di mettere e le scarpe con il tacco alto che per mia madre sono “da zoccola.” Stronza. La verità è solo che è gelosa. Gelosa di me. Perché sono bella, anzi sono più figa di lei, che sta invecchiando.
Stronza…ma tanto alla festa ci vado lo stesso.
La porta si socchiude. Fa capolino la testa di papà. Eccolo, puntuale, dopo ogni litigata con mia madre viene lui a fare da paciere.
Povero papà, lui che è sempre così buono, accomodante, in mezzo a due femmine come sua moglie e sua figlia…..infatti eccolo lì, in piedi davanti a me, che si propone di convincere lui la mamma….che mi chiede di non essere arrabbiata….
Però mentre parla, i suoi occhi non si staccano dalle mie cosce. Non è la prima volta, e lo so benissimo. So benissimo che mamma non gli concede più niente. Che lo fa dormire nella stanza degli ospiti, con la scusa che lui russa la notte. So benissimo che gli faccio effetto…..e non mi dispiace affatto, anche perché papà, non sarà molto macho, ma è comunque ancora un bell’uomo, decisamente materassabile, come dicono le mie amiche…
Scopro ancora di più le cosce mentre parla, e lui quasi si ferma, arrossisce, cerca di guardare altrove, ma proprio non ce la fa….
“Davvero sono da zoccola queste scarpe papà?” Lo provoco. Lui quasi si strozza. Maliziosa, sfilo una scarpa e la lascio cadere.
“Devo…devo…aiutarti a….rimetterla?” E per tutta risposta lo guardo negli occhi con un sorrisetto malizioso.
Eccolo ai miei piedi, il mio papà….gli tremano addirittura le mani quando prende la scarpa….quando allungo il piede verso di lui, poi, e con nonchalance lo uso per accarezzargli il viso…..
In quel momento sbatte la porta di casa….mia madre è uscita….starà andando in palestra, dove si sbatte quel”idiota del suo personal trainer….
E io sono sola con mio papà adesso…. Che mi ha infilato la scarpa ma non si è rialzato….e che bella patta dura sente il mio piedino infilandosi fra le sue cosce….
“Margherita, che f..f..fai?” Sussurra. Ma sto già guidando dolcemente la sua testa spingendolo dalla nuca. “Credi che non mi sia accorta che mi guardi sempre le cosce, papà?”
Della festa non mi importa già più niente. Papà geme mentre sfiora con le labbra le gambe. In fondo se lo merita che almeno una delle sue donne ogni tanto lo scopi. E se sarà bravo, potrò anche andarlo a trovare la notte nella camera degli ospiti. Mettendo le corna con mio padre a quella stronza di mia madre!
13 notes · View notes
lamargi · 30 days ago
Text
Tumblr media
- Abbiamo fatto le ore piccole stanotte, vero? Le mie parole lo fanno sobbalzare. È entrato chiaramente senza accorgersi che ci fossi io, in cucina, intenta a fumarmi una sigaretta. È in pigiama, gli occhi ancora pesti, ancora mezzo addormentato.
- Oddio Margherita, che ci fai qua…, sbiascica.
- Beh, veramente da alcuni mesi è anche casa mia, rispondo divertita del suo imbarazzo, dando un tiro alla sigaretta.
- Ma, ma che ore sono? - eh?... quasi le 11, tesoro, tuo padre è già uscito…
- Scusami, Margherita, non immaginavo che ci fossi tu in cucina, scusami, vado a vestirmi….
- Oh, per me puoi tranquillamente rimanere in pigiama… non mi imbarazzo mica… gli rispondo, ma il mio sguardo non lascia quella interessante protuberanza che il suo pigiama attillato disegna sotto lo stomaco…
- Il mio giovane figliastro si è chiaramente alzato con una bella erezione mattutina… o forse ti sembra imbarazzante mostrarti con l’alzabandiera in bella vista?
Mi guarda arrossendo leggermente. Per le mie parole, ma ancor più perché girando da dietro il tavolo mi gli sono mostrata come sono, con una magliettina attillata e scollata, le calze nere e il reggicalze e i tacchi a spillo della sera prima.
- Ti preparo qualcosa di caldo per colazione? aggiungo sorridendogli maliziosamente.
- Ehm, direi che qualcosa di speciale lo hai già preparato… Poi aggiunge: - certo che papà …..
- Cosa?, lo incalzo, - bè… ha ottimi gusti… Mmmm, sfrontato il giovane Luca….
- Che fai tesoro, ci stai provando? Non dimenticare che tecnicamente sono tua madre… dico senza guardarlo, dandogli la schiena mentre preparo la macchinetta del caffè.
- No, è che io dico sempre quel che penso...
- E quindi, di preciso, cosa pensi di me? Sincero, dai, ormai è un po’ che sono a casa e che ci conosciamo, noi due…
- Penso che così vestita…
- Così vestita come…? intendi reggicalze e tacchi o per la maglietta aderente?
- Ehm, voglio dire che sei molto sensuale e attraente… Margherita… (non mi chiama mamma, come gli ha chiesto suo padre di fare)
- Grazie per il complimento, mi fa piacere che tu abbia notato come sono… svestita... perchè tuo papà a quanto pare non è molto interessato…
- Margherita, è che le ragazze della mia età non…
- Non sono così al mattino….? Quindi ti piaccio? mi giro verso di lui. Lo guardo intensamente. Sai, noi donne abbiamo bisogno di… sapere che piaciamo al maschio di casa...
A queste parole comincio ad avvicinarmi a lui. Quel gioco mi ha già stancato. L’obiettivo di fargli ammettere ciò che già sapevo e che glielo avrebbe fatto venir duro, era raggiunto... avanzo verso di lui e passo una gamba a cavallo di Luca, ancora seduto, poi mi abbasso fino a sedermi sul suo grembo e fargli sentire quanto è già calda la mia figa eccitata contro la sua patta. Prendo a strusciarmi lentamente contro le sue cosce e il suo pube, facendo frusciare le le calze di seta nere sul suo pigiama, mentre le mani sono già dietro la sua nuca per portargli le labbra tra i miei seni. Luca non si fa pregare e ricambia le carezze andando ad infilare le sue mani sulle cosce e poi tra le mutandine e la pelle. Porto la mia mano vogliosa dalla nuca al suo petto, gli graffio i capezzoli, per poi scendere verso quel cazzo che sento contro le mutandine. Glielo tiro fuori dal pigiama. Mi sento indecente, quando gli infilo la lingua in bocca mentre gli impugno il cazzo non più decente. Luca è forte, si solleva dalla sedia tenendomi ancora a cavalcioni e mi fa distendere sul tavolo... ma niente fretta… Lo attiro verso di me e gli prendo in bocca quel cazzo che pulsa. Gioco con le labbra fino a quando inizio a sentire che sta per non controllarsi più. Allora lo lascio, lui mi bacia avidamente con piccoli morsi, mi fa sdraiare del tutto sul tavolo della cucina e mi guarda amorevolmente, in silenzio... Con una mano mi toglie la maglietta, i capezzoli sono nudi e duri come chiodi. Li bacia e li succhia avidamente, poi mi bacia sul ventre e scende quindi verso le mie calde labbra. Scosta prima la mutandina, lo sento assaporare il mio odore, poi con le labbra prende a baciarmi la figa... a titillarmi il clitoride fino a farlo inturgidire. Si solleva mentre dondolo il bacino per il piacere. Infila le mani tra il reggicalze e poi con il suo cazzo duro me lo struscia prima sul clito facendocelo giocare un poco poi tenendomi a se dai fianchi mi penetra con dolce frenesia, forte, fino in fondo.
Gemo godendo, mentre il tavolo sobbalza sotto i suoi colpi e sotto il mio dimenarmi. Il mio e suo piacere si confondono. È proprio in questo momento che sentiamo di colpo la porta blindata dell'ingresso sbattere ed una voce concitata dal corridoio...
-Ho dimenticato la cartellina del lavoro cara, corro via, sono in ritardissimo amore non ti alzare, vado... ci sentiamo dopo...!!!
Lo sento irrigidirsi per la paura che suo padre ci avesse potuto scoprire mentre gli faccevamo le corna. Gli metto una mano sulla bocca e gli sorrido per tranquillizzarlo. Un nuovo sbattere della porta conferma che è uscito senza accorgersi di nulla, senza sospettare alcunchè. Siamo entrambi paonazzi di eccitazione. Ho un lago tra le gambe. Il pericolo di essere sorpresa mi ha eccitata ancora di più. Era da tempo che volevo Luca. L’ho avuto ma non mi basta. Lo guardo, poi scendo dal tavolo e mi volto piegandomi su di questo a pancia sotto...
- Su, Luca, prendimi, sarà il nostro segreto…
lamargi & labyro
21 notes · View notes
lamargi · 1 month ago
Text
Tumblr media
Figuriamoci se non avesse trovato una scusa all’ultimo momento. Mio marito. Stava per riuscire a rovinare questo fine settimana alle terme a cui pensavo da tanto tempo. Gli dissi subito che sarei andata lo stesso. “Allora chiedi a Davide di accompagnarti, almeno, così non sprechiamo del tutto i soldi della prenotazione..”
I soldi. Sono l’unica cosa che gli interessi, non certo sua moglie. Mio figlio Davide di venire alle terme con la mamma non aveva molta voglia. Ma lui è molto solidale con me e vedendomi triste perché rischiava di essere rovinata questa vacanza a cui tenevo tanto, ha accettato.
Avremmo diviso la stessa camera, ma quello che non avevo previsto era che fosse una matrimoniale! Di fronte all’imbarazzo di Davide lo tranquillizzai dicendogli, ridendo, che la mamma non russava!
Ma, in realtà, quel dividere quei pochi metri quadri di camera si rivelò ben presto una situazione assai difficile da gestire…..
Perché non avevo capito fino a quel momento quanto mio figlio fosse cresciuto e fosse diventato maschio!
Lo guardavo spogliarsi, entrare e uscire dal bagno, e non riuscivo a non guardarlo tra le gambe, o a fissargli il sedere. Degli uomini mi è sempre piaciuto il sedere, e quello di Davide era davvero sexy!
L’albergo era affollato e non facevano caso a noi. Fui io a stuzzicare Davide chiedendogli cosa pensava che gli altri pensassero di noi. “Magari pensano alla signora matura con l’amante giovane…” dissi sorridendo, mentre diventava rosso fin sulle punte delle orecchie.
Anche lui mi guardava però…..e dopo molto tempo riscoprivo il piacere di essere ammirata….che a farlo fosse mio figlio…..
Cosa avrei dovuto fare? Ero nuda sotto l’accappatoio. Non avevo messo il costume con cui andavamo alla piscina termale. Lui invece il costume lo aveva. E nient’altro. Gli guardai il torace, liscio, da accarezzare, i capezzoli, da mangiare. Gli guardai le cosce, e il sedere, sul quale non mi sarebbe dispiaciuto affondare le unghie mentre glielo stringevo…
“Mamma, non andiamo in piscina?” Si fermò, forse aveva visto anche lui quella strana scintilla nel mio sguardo.
“No, ho voglia di altro, oggi” Fu la risposta. C’era solo la stoffa leggera del suo slip da bagno a proteggerlo. A proteggerlo dalle voglie di donna insoddisfatta di sua madre.
Quando infilai le mani nel bordo dello slip guardo verso giù sorpreso. Ma non fece in tempo a reagire che già glielo avevo abbassato. Slacciai l’accappatoio. Lui mi guardò il seno. “Mamma …quanto sei bella…” mormorò. Ma il suo cazzo era già stretto nella mia mano e mi dirigevo verso il letto….non saremmo più usciti da quella stanza.
“Le terme ti hanno fatto proprio bene..”fu il commento distratto del cornuto, al nostro ritorno.
12 notes · View notes
lamargi · 1 month ago
Text
Tumblr media
C’era quella festa. E avevo voglia di andarci. Ma fuori città. Non ho la patente. Non sarebbe stato un problema, molti ragazzi di mia conoscenza sarebbero stati felici di accompagnarmi. Ma io volevo mio papà. Che mi accompagnasse lui.
Gli ho letto subito in volto che trovava quel vestito troppo corto, troppo trasparente, troppo…sexy. Ma il mio paparino non osa dirmi mai niente che possa contrariarmi, mi ha sempre difeso con la mamma…so quanto mi ama. Ha solo deglutito ed è rimasto in silenzio.
In silenzio anche durante il tragitto. Ma con gli occhi sulle mie gambe, sulle cosce che il vestitino scopriva. Era già molto emozionato quando siamo arrivati e con voce spezzata mi ha detto che se volevo mi avrebbe aspettato fuori ….cosi sarei stata libera, da sola….
Ma ho riso e gli ho detto che mi faceva piacere che lui mi facesse da cavaliere. L’ho preso sottobraccio, l’ho guidato dentro con me.
Papà è un bell’uomo, lo so molto bene. Che diverse mie amiche abbiano fatto le gatte per ballare con lui non mi ha stupito. Ma sono io quella che ha ballato con lui quasi tutto il tempo, stringendomi forte a lui, tenendogli una mano sulla nuca, invitandolo ad avvicinarsi, sfiorando la sua patta con la coscia.
Ho fatto bere un po’ lui, per renderlo più debole. Io, non avevo bisogno di alcool, per sentirmi su di giri.
È stato lungo il viaggio di ritorno che l’ho fatto fermare, sul bordo della strada, un posto buio, deserto. Al ritorno, se possibile mi fissava le cosce ancora più intensamente. “Papà hai bevuto?, gli ho detto ridendo, …o guardi o guidi….”, ho aggiunto, la voce già roca.
Quando gli ho messo la mano sulla coscia, in alto, ha inchiodato. Poi si è fermato. Ho girato la chiave e spento il motore dell’auto. Poi, prima che potesse capire, gli sono salita sul grembo, a cavalcioni. Gli ho messo le mani intorno al collo….”cosa…cosa…fai….”
Ma dopo il,primo sussulto di sorpresa ha accettato che la mia lingua cominciasse a giocare nella sua bocca. Mentre lo limonavo, con le unghie ho fatto un buchino al collant. Sarebbe bastato. Sotto il collant non avevo indossato niente.
Qualche gemito di sorpresa mista a resistenza lo ha fatto quando gli ho aperto i pantaloni e glielo ho tirato fuori.
Poi ha gridato “no!” quando me lo sono messo dentro, allargando il buco del collant…
“Su, papino, lo so che lo vuoi anche tu, lo so che ti faccio impazzire….” gli ho sussurrato, e lui è venuto dentro di me, neanche avessi a che fare con un adolescente.
14 notes · View notes
lamargi · 1 month ago
Text
Tumblr media
“Alla mia cara mamma,
nel giorno della tua festa, voglio dirti quanto ti amo, che madre meravigliosa tu sia, e quanto il mio cuore sia tuo. Cara mamma, ti adoro, sei la persona più importante della mia vita, sei l’unica donna che io mai amerò…”
È così che comincia la letterina che, insieme a una splendida rosa rossa, mio figlio mi ha fatto trovare, oggi, la Festa della Mamma…..
“Lo sai che ti amo da sempre, lo hai sempre saputo quanto mi facessi battere il cuore, quanto importanti erano le tue carezze, quanto mi sentivo felice quando tu mi stringevi.”
Si, lo so tesoro, si può dire che lo ho sempre saputo quanto tu fossi innamorato della tua mamma….
“Ricordi mamma, quando ti sei lasciata con papà, e io soffrivo vedendo te soffrire. Ricordi quel giorno che piangevi e io mi sdraiai accanto a te, per consolarti. Avrei voluto essere più grande, un uomo, capace di consolarti, proteggerti, non farti soffrire. Tu mi accarezzasti il viso mormorando ‘bambino mio….’
Sorrido ricordando l’episodio….
“Ricordi mamma la tua voglia di reagire? Come cominciasti a essere più spensierata. Come ti vestivi, come ricominciasti a truccarti, volendo apparire più giovane….e come io ti guardavo, e cercavo in ogni modo di sbirciare dalle fessure delle porte… sentendomi in colpa, ma ….era più forte di me….”
Sì che ricordo cucciolo: il tuo modo di fare così ingenuo e imbarazzato, che all’inizio non capivo….
“Ti ricordi mamma quella sera? Come ti eri fatta bella….la camicetta scollata, la gonna stretta, le calze con la riga, il tacco alto. Chissà se ricordi che faccia avevo, triste, arrabbiato, perché sapevo che quella sera dovevi uscire con un uomo….io ricordo il tuo sguardo, il tuo sorriso improvviso quando capisti cosa provavo, il tuo “ma sei geloso, per caso, tesoro mio?”…..a me scappava da piangere….fuggii nell’altra stanza, mi chiusi a chiave dentro, e riaprii solo dopo che ti avevo sentito parlare al telefono con lui, e dirgli di non passarti a prendere, che avevi cambiato idea, che avresti passato la serata con me….È come se ancora sentissi le tue mani sul mio viso quando me lo prendesti….le tue labbra, all’improvviso, sulle mie, il tuo sorriso….
E poi, nella nebbia, le tue parole “Amore, vuoi che resti con te, vero?”….la tua mano che mi toccava tra le gambe….poi quelle parole sussurrate all’orecchio “stasera avrei fatto del sesso … devo rinunciarci per te…” Non saprei dire nemmeno oggi se la tua era una domanda o una affermazione…ma so che quando sentii la tua lingua aprii la bocca per riceverla e poi mi lasciai fare di tutto da te quella notte….anche se era la prima volta….”
Finisco di leggere. Ripiego il foglio. Lo stringo al seno. Annuso il profumo della rosa. Poi mi dirigo verso la camera. Capirà che mi avvicino dal rumore dei tacchi….Ripenso all’utima frase:
“È la tua festa oggi, mamma, e il mio regalo è lì, dove è cominciato tutto. Mi troverai sul tuo letto… nudo, come vuoi tu, con il pene già duro e pronto, come piace a te. Ti aspetto mamma, per essere tuo, completamente e per sempre.
Auguri, mamma…
12 notes · View notes
lamargi · 2 months ago
Text
Tumblr media
Non è la prima volta che entro in questo cinema porno.
No, non è che mi piaccia la pornografia, anzi, trovo gli atti sessuali in questo genere troppo esibiti e troppo sfacciati. È troppo finto il modo in cui attrici e attori dimostrano il piacere. Ma, del resto, quando vengo io, quello che c’è sullo schermo lo guardo appena. Ci vengo, perché me lo ha consigliato un’amica. Ci vengo perché è facile rimorchiare aitanti maschi infoiati che vengono qui per masturbarsi. E poi trovano me, che ho molta voglia di veri stalloni, capaci di farmi urlare di piacere come mio marito non fa più (ma lo ha mai fatto?) e che sono pronta a farli venire, anziché nelle loro mutande, nella mia figa.
Ho rimorchiato già più volte in questo posto. Oggi pomeriggio mi sembra quasi deserto. Non so nemmeno cosa stiano proiettando. Cerco un posto dove essere facilmente raggiunta. Poi lo vedo. È da solo. Guarda lo schermo. Non posso vedere se ha già i calzoni abbassati, ma la mano è giù.
Al buio non si vede bene, i miei occhi non si sono ancora abituati alla luce. Ma ho voglia e oggi non guardo molto per il sottile. Così mi vado a sedere io accanto a lui. Mi pare un ragazzo più giovane del solito. Mi seggo proprio accanto a lui. Al buio accavallo le cosce e tiro su la gonna. Nonostante il film, il rumore che fa il nylon si sente distinto, e il suo sguardo è subito distolto dal grande schermo per fissarsi sulle mie cosce.
Ma non allunga subito le mani. Di solito lo fanno. Questo guarda, ma non reagisce. Ha i pantaloni appena slacciati, la cintura allentata. L’idea di fare la predatrice oggi non mi dispiace. Gli prendo la mano con decisione. La porto sulle mie gambe. Comincio a usarla per accarezzarmi le cosce. L’altra mano la metto sulla sua patta, poi dentro i pantaloni….accidenti che bel cazzo, quello che sento.
“Vogliamo restare ancora a lungo qui dentro?” Gli dico all’orecchio, mentre glielo lecco lascivamente.
Adoro fare la troia in queste situazioni così sordide!
Mi segue passivamente quando mi alzo. Ma quando usciamo dal cinema, alla luce, sorpresa! È molto più giovane di quanto pensassi. Un adolescente che potrebbe essere mio figlio. E ora? Ma ho ancora la sensazione del suo cazzo tra le mani….e non ha certo un cazzo da cucciolo, ma anzi, da maschio….
“Vini, sali in macchina, veloce, prima che qualcuno possa notarci, andiamo a casa mia..”
In macchina mi guarda e balbetta: “è la prima volta che vado in questo posto, glielo giuro…”
“È la prima volta che vedo queste cose….cosi sporche….”
Che tenerezza! Aspetta che siamo in camera mia, tesoro, che le cose sporche che ti farò ti faranno sembrare il film porno una favola di Walt Disney!
12 notes · View notes
lamargi · 2 months ago
Text
Tumblr media
Avevo bevuto troppo quella sera. Di solito sto molto attenta a non bere. Ma la frustrazione di un appuntamento preso su Tinder e rivelatosi una perdita di tempo mi aveva spinto a bere più di quanto avrei dovuto. Tanto, l’attempato signore che su Tinder si presentava con una foto di venti anni prima, neanche da ubriaca fradicia avrebbe potuto scoparmi…..
Ero tornata a casa da sola, nonostante fossi su di giri. Una volta a casa, però, non ero riuscita ad arrivare alla mia camera da letto e sono crollata sul divano, addormentandomi profondamente.
Non so che ora fosse quando mi sono svegliata. Un po’ di luce filtrava dalle finestre. Stavo per allungarmi e aprire gli occhi quando capii che non ero sola. Mio figlio era nella stanza. Mi misi a cercare le parole, per giustificarmi davanti a mio figlio di essermi ubriacata e di non esser stata nemmeno capace di andare a letto da sola….
Ma poi, tacqui. Taceva anche lui. Dalle palpebre socchiuse lo osservai. E lui osservava me. Era strano, non mi guardava premurosamente come farebbe un ragazzo preoccupato che sua madre non stia bene. Mi guardava…e basta.
Realizzai che per come mi ero lasciata cadere sul divano, la gonna era completamente risalita. Le mie gambe erano tutte scoperte. Il sedere anche. E mio figlio mi stava guardando, mi fissava le cosce, il culo, il reggicalze …. E se non mi svegliava era ….. perché quel che vedeva gli piaceva e….non voleva smettere….
Lo vidi con la mano sfiorarsi davanti…..sotto i pantaloni del pigiama aveva una erezione….
Senti subito un fremito fra le cosce….il fremito divenne qualcosa di umido…..i capezzoli diventarono duri…..
Fingendo di essere ancora tra i fumi dell’alcool mi mossi. Offrii il mio sedere ancora meglio alla sua vista. Strofinai le cosce tra loro, come fossi eccitata….anche se non dovevo fingere….
La voglia di sesso che avevo si era ridestata, decisa, forte, prepotente. Fingermi sbronza era la scusa perfetta.
Lo guardai da sopra la spalla, facendo finta di essere persa in un sogno da post-ubriacatura in cui non avevo riconosciuto mio figlio. Allungai una mano e gli afferrai il polso. Sorpreso non riuscì a resistere e mi fu facile attirarlo accanto a me sul divano…..”Mamma….” esclamò.
Feci ovviamente finta di non capire, di nemmeno sentire. “No, mamma, che fai…” mentre gli abbassavo i pantaloni del pigiama.
Accidenti che bel cazzo, pensai, adesso lucidissima. E io che me li cercavo su Tinder quando ne avevo uno così bello grosso in casa?
“No, no…” continuò a dire, ma come poteva la mamma, da ubriaca, capire, fermarsi? Non mi fermai. Scostai appena le mutandine e gli salii di sopra. L’ultimo no suo fu soffocato dalla mia lingua nella sua bocca, mentre lo guidavo dentro di me e cominciavo a scoparlo selvaggiamente….
Dopo averlo fatto venire dentro di me tre volte, sono crollata, simulando il respiro pesante dell’ubriaco che è ricaduto nel sonno. Tra le palpebre socchiuse lo vidi scivolare fuori dal divano, tenendosi con una mano i pantaloni del pigiama, e imbarazzato e timido scappare via nella sua stanza.
Da quella notte, torno a casa “ubriaca” quasi tutte le sere, adesso…..
15 notes · View notes
lamargi · 4 months ago
Note
Margi...sublime !!!
Grazie, non so per cosa, ma grazie
2 notes · View notes
lamargi · 5 months ago
Text
Tumblr media
Non avrei mai pensato che quella noiosa cena a cui mi aveva invitato la mia collega di lavoro…sarebbe diventata così intrigante.
Mi sono resa conto di aver fatto colpo su quel ragazzo fin da quando mi ha aperto la porta. È diventato rosso subito appena i nostri sguardi si sono incrociati. E non mi ero ancora tolta il soprabito! Poi, con il mio tubino nero, le calze velate e nere anch’esse, il tacco alto…..Bè non che cercassi di fare colpo (gli invitati maschi erano tutti ometti di mezza età, stempiati e con pancetta) ma evidentemente su di lui….era successo!
“ma non mi hai parlato mai di tuo figlio…” ho detto alla mia collega mentre gli tendevo la mano. “E che fosse un ragazzo così carino…” ho aggiunto divertendomi a gettarlo nell’imbarazzo più totale. Per fortuna, però, la mia collega era occupata con gli altri ospiti e non ha colto la malizia del mio tono di voce.
E maliziosa sono rimasta tutta la sera, ma solo quando era lui, quel bel ragazzo appena adolescente, a portata del mio sguardo. Cosa che peraltro era frequentissima, visto che il ragazzo riusciva sempre ad essere vicino a me. Fino al dopo cena, quando si sono formati i soliti capannelli di chiacchiere, e io, invece, mi sono andata a sedere sul divano, sollevando le gambe e rannicchiandole.
Sono stata io a chiederli di portarmi ancora del vino, e poi a trattenerlo vicino a me, con domande innocenti. Lo vedevo impalato, gli occhi incapaci di non guardarmi le gambe, nervoso…e dolcissimo.
Se addirittura avesse solo immaginato quali brutti pensieri mi sono passati per la mente, quando gli ho chiesto dove andava a scuola…..ma come avrebbe potuto immaginare quel tenero ragazzino che l’amica della mamma stava scegliendo il terreno più adatto…per sedurlo!
Tumblr media
L’idea mi è venuta all’improvviso, giuro. A serata finita, sono andata io stessa a riprendere il soprabito. Il mio, come quello di tutti gli altri invitati, erano stati appoggiati sul letto….nella cameretta del ragazzo…..sola, senza che nessuno potesse vedermi, la tentazione di lasciargli un ricordo..più tangibile di quella serata è stato troppo forte.
È stato un attimo, sfilarmi le mutandine, rese umide dal pensiero di chissà che bel bocconcino sarebbe stato a letto quel verginello, e nasconderle sotto il cuscino.
Le avrebbe trovate quella notte. E so che non avrebbe avuto dubbi su chi le avesse lasciata. La arrapante amica bruna della sua mamma. E non ho avuto nessun dubbio che si sarebbe masturbato tutta la notte, pensandomi.
20 notes · View notes
lamargi · 5 months ago
Text
Tumblr media
Ah, la sera, quando torno dal lavoro. Ho le gambe stanche, tipico purtroppo della età non più verde. Da giovane, potevo stare giorni interi sui tacchi senza nessun fastidio. Ma non rinuncio certo per questo ai tacchi alti e alle calze velate.
Tanto, per mia fortuna, c’è mio figlio. Adorabilmente servizievole, quando a casa vede che mi tocco le gambe o le caviglie, si offre subito di massaggiarmele. E ha imparato a farlo davvero bene, con dolcezza, pazienza, sfiorando le mie gambe nei punti giusti, non solo quelli indolenziti….anche quelli che mi fanno eccitare…
- sono i tacchi alti, tesoro, forse mamma dovrebbe mettere scarpe più basse. - Ma sei così bella, mamma, con i tacchi…..
Che può rispondere una mamma a queste parole? Se non accarezzandogli la testa mentre lui sta chino a massaggiarmi i piedi. Non solo massaggiare, a dire il vero, visto che a poco a poco si è fatto più coraggioso, e a volte preme le labbra per qualche bacio fugace o poggia la guancia sulla mia gamba.
È cresciuto il mio ometto. Un po’ di peli della barba cominciano ad apparire sulle sue guance e li sento a volte impigliarsi appena sul nylon delle calze. - attento a non tirarmi le calze, gli dico. - Scusa mamma …., risponde prontamente, staccando il viso dalla coscia che sfiorava con la guancia. - ma non ti ho detto di fermarti, gli rispondo maliziosa, mentre la mia mano sulla sua testa scivola dietro, sulla nuca, e la uso per guidare il suo viso tra le mie cosce.
Non è certo il rischio di smagliare una calza che può farmi rinunciare ai baci di mio figlio, no?
13 notes · View notes
lamargi · 5 months ago
Text
Ho sposato un uomo più vecchio di me, molto ricco, e che lavora troppo. È sempre in viaggio, proprio come ora. E lascia sola la sua giovane moglie. Sciocco.
Sola, o per meglio dire, in compagnia del giovane figlio avuto dalla sua prima moglie.
Un ragazzo carino, ma debole, pieno di complessi, di timidezze. La presenza di una seconda mamma, giovane, attraente non so se gli abbia reso migliore, o peggiore, la vita….
Sta di fatto che non mi fa sentire la mancanza di mio marito, anzi…..
Lo chiamo, mentre mi trucco. È là, fermo, in attesa. È abituato ad attendere che gli dica cosa voglio…e cosa fare. Ormai capisce subito, che meraviglia. Senza bisogno di chiedere, o di imporre. Basta uno sguardo, come in questo caso, dopo aver sollevato la gonna, e lui si precipita, in ginocchio, dietro di me, appoggiando il viso sul mio sederino, e cominciando a leccare attraverso i collant…..
So che non ci saranno proteste da parte sua, sia che lo porti sul letto per scoparlo, sia che lo lasci così, con il pene duro…..Sono proprio soddisfatta di come ho educato il mio figliastro.
848 notes · View notes
lamargi · 5 months ago
Text
Tumblr media
Prima di tutto, potresti chiudere la porta della camera da letto.
Quella porta socchiusa, anzi nemmeno tanto socchiusa, aperta abbastanza da consentirgli di guardare dentro la camera…e guardare “chi” c’è dentro la camera….
Ma poi, se anche proprio non chiudi la porta, basterebbe evitare di cominciare a spogliarsi proprio quando senti i passi che si avvicinano. Basterebbe spogliarti velocemente, non girare su te stessa. Non indugiare nel sistemare le calze e le giarrettiere. Non mettersi davanti lo specchio e aggiustarsi i seni nel reggiseno, così che dalla soglia della camera si veda benissimo l’immagine riflessa nello specchio.
Insomma, basterebbe evitare di fare tutte queste cose per non essere una madre senza vergogna. E invece lo sei. E sai benissimo che la, appena oltre la porta, con il viso appena accostato alla fessura che hai lasciato, c’è tuo figlio, il fiato che diventa grosso di colpo, il cuore che gli prende a battere accelerato, il cervello che gli dice di allontanarsi, di andare oltre la camera da letto di sua madre, di non guardare dentro, di non restare affascinato vedendo sua madre spogliarsi….ma per il povero ragazzo, nella lotta tra quel che gli dice il cervello e quello che fa il suo cazzo, è il secondo che vince, e tu, madre e donna, lo sai bene.
Sai che il pene gli si sta indurendo dentro i pantaloni. Sai che la mano va a sfiorare la patta. Sai che a quella età a questo punto sente il bisogno assoluto di sfogarsi masturbandosi. È solo a questo punto fa qualche passo indietro e velocemente entra in camera sua, per andarsi a toccare, proiettando nella sua mente le immagini di sua madre che si spoglia, piangendo quasi dalla vergogna per ciò che pensa e per ciò che fa mentre ci pensa.
E tu, sua mamma, resti lì in camera, a guardare il tuo corpo maturo davanti lo specchio, non più giovane, non più filiforme, anzi ben arrotondato, ma evidentemente ancora arrapante per un ragazzo, anche se quel ragazzo è tuo figlio.
E, d’altronde, non ci sono altri maschi per casa. Solo lui. È quello che da un po’ di tempo ti manda a dire la tua figa, che ha voglia. È lui che vive con te, è lui che è bello, giovane, è lui che ami e che desideri. È lui che ha un cazzo tra le gambe, anche se ancora …innocente.
Per questo stasera anziché finire di spogliarti, prendi decisa la strada che dalla tua camera va alla sua. Entrerai in camera sua, da dove hai già da tempo portato via la chiave perché lui non ci si possa chiudere dentro. Sai già che lo troverai con il pene in mano che se lo mena. Ti guarderà stranito e impaurito….e a te toccherà punirlo per tutti quei pensieri sconci che fa…..
13 notes · View notes
lamargi · 7 months ago
Text
Lo so che mi guardi. Sono sempre sguardi che durano un attimo, i tuoi occhi che mi scivolano addosso. So che mi guardi e so anche che ti vergogni perché mi guardi.
Sono giovane, ma certe cose ho già imparate a capirle, come funziona la mente di certi uomini. E ho capito anche che tu mi piaci. Anche se potresti essere mio padre, da te mi farei scopare volentieri. Sei un bell’uomo, tutto sommato, ancora attraente. E poi hai una dolcezza di fondo che mi attira. A letto, penso, sei delicato e sai occuparti del piacere della tua donna, non sei il tipo che pensa solo a sè stesso. Secondo me sei anche fedele a tua moglie. E questo mi arrapa ancora di più: portarti a peccare. Con me. La migliore amica di tua figlia, quella che ogni tanto guardi e poi distogli lo sguardo e sicuramente ti vergogni per quello che per un attimo ti è passato per la testa….
È oggi che ho deciso di sedurti, il papà della mia amica. Non c’è occasione migliore. Tua moglie fuori per lavoro, e la mia amica che ha interrotto lo studiare insieme per andare in palestra. Io e te soli in casa. Avrei dovuto raccogliere i libri, salutare e andare via, come ho fatto tante altre volte.
Ma oggi no, è diverso. Ti guardo diritto negli occhi mentre comincio a sollevare la mini. Le gambe me le hai guardate prima, lo so. Chissà cosa hai pensato. Sistemo le calze. Davanti a te. Consapevole che stai guardando e che ti riesce sempre più difficile stavolta distogliere lo sguardo. Ci provi. Sposti gli occhi. Poi tornano su di me. Queste calze bianche. Da educanda. Ma indossate con il reggicalze. Le mie cosce bene in vista.
Balbetti qualcosa. Mi chiedi se vado via. Lo so che vorresti che dicessi sì. Ma non vado via. Sorrido ti guardo e continuo a aggiustarmi le calze sotto i tuoi occhi. Lo so che vorresti alzarti, andare in un’altra stanza, chiudere la porta, cancellare dalla mente quel che ti sto facendo vedere, per evitare di pensarci quando ti masturberai. Ma non lo fai perché come una calamita i tuoi occhi non riescono più a staccarsi. Questa giornata così calda. Questa maglietta così leggera che ho messo. I capezzoli che spingono sotto il tessuto. Il mio seno da cui non puoi più sfuggire, il seno della amica di tua figlia, di una donna….
- Mi raccoglie il libro, signor Paolo?
Ti do del lei come ho sempre fatto. Mi diverte: ti ho in mio potere, ma continuo a chiamarti “signor Paolo”.
Ti chini per raccoglierlo. Ti accarezzo il viso con la mano. Sento la pelle del tuo viso un po’ ruvida per qualche pelo di barba lasciato dal rasoio, da uomo adulto. Gemi. Ti accarezzo i capelli. Potresti anche scappare. Ma non lo fai. Dici solo, sommessamente, un “no” che si sente appena. Sto spingendo la tua nuca. Sto accogliendo il tuo viso fra le mie cosce. Sento quasi un singhiozzo. Passo l’unghia del pollice sul padiglione del tuo orecchio.
Spingo il piede tra le tue gambe. Ti strofino la caviglia contro la patta. Sei duro.
“No, ti prego….”
Povero Paolo, pensi che basti pregarmi di lasciarti stare?
Ti attiro verso di me. Ti sbottono i pantaloni. “no, per favore….” Continui a vergognarti, ma ormai non sei più padrone di quello che fai, vero signor Paolo? Adesso è il tuo cazzo che comanda. Cazzo che è fra le mie mani. Che è duro. Durissimo. Proprio come me lo aspettavo, proprio come lo volevo.
Sei su di me. Sei dentro di me. Stringo le gambe, ti blocco. “Per favore…..sono sposato….” Questa frase la trovo patetica. Ma se è questo che vuoi….
Ti rovescio sulla schiena. Mi chino su di te, mentre comincio a muovermi sul tuo cazzo. “E allora diremo che l’amica di tua figlia ti ha stuprato sul divano di casa, va bene, signor Paolo?”
8K notes · View notes
lamargi · 8 months ago
Text
Tumblr media
Fu mia sorella a dire ad Emanuele che quel giorno facevo il compleanno. “Ecco, fu il mio commento, tua madre non si fa mai i fatti suoi, e così ora che compio oggi 60 anni non è più un segreto!”
Lei gli aveva detto di assicurarsi che lo festeggiassi….e di portarmi fuori.
E, sessant’anni o meno, non chiedevo di meglio.
Quando mi vide Emanuele non cercò nemmeno di nascondere quanto colpo avessi fatto su di lui. Trucco, scollatura, la gonna corta, sapevo di essere sexy.
Erano passati alcuni giorni da quella sera in cui avevamo fumato insieme. Non riuscivo a non pensare a zia Margherita e alle sue gambe e alle sue labbra sulle mie e alla sua lingua che accarezzava la mia bocca….mi chiedevo cosa fosse stato sogno provocato dal fumo e e cosa realtà …ma la realtà era che mi segano freneticamente ogni notte ormai.
Mia madre mi telefonò per dirmi che era il compleanno di zia e che per ricambiare la sua gentilezza doveva portarla fuori a festeggiare, visto che era sempre da sola.
Quando glielo dissi, zia mi parve contenta.
Ma non ero preparato quando la vidi, pronta per uscire. Era fantastica. I capelli, il rossetto, le tette strizzate, e poi praticamente in minigonna e le gambe in calze scure velatissime. Ai piedi tacchi altissimi che la facevano alta quanto me….
Ero molto orgogliosa di uscire per festeggiare il compleanno con mio nipote. Ed ero anche molto compiaciuta di come mi aveva fissato quando mi aveva vista pronta per uscire.
Entrai nel ristorante, mettendogli il braccio sotto il suo. Sguardi di uomini e donne che mi seguivano, ammirati gli uni, invidiose le altre. Ma quello che mi interessava era mio nipote, seduto lì accanto a me al tavolino così stretto che era impossibile che le ginocchia non si sfiorassero. E quando lui cercò di ritrarsi, fui io stessa a mettergli una mano sulla coscia e riportarla a contatto della mia.
Al ritorno, nel taxi, continuai a tenere le gambe a contatto con le sue. Le mani si sfiorarono, poi le dita si intrecciarono. Gli carezzai dolcemente la nuca ringraziandolo per la serata. “Una serata così bella erano anni che non la vivevo, tesoro!”
Fui agitato tutto il tempo. Zia era ancora più allegra del solito. Si mise a braccetto con me quando entrammo nel locale, e durante la cena diverse volte sentii le sue ginocchia contro le mie. Anche in taxi, tornando a casa, stava seduta vicinissima a me e a un certo punto non so come ci tenevamo per mano e lei mi accarezzava dietro la testa….Arrivati a casa, la principale mia preoccupazione era diventata nascondere l’erezione che era aumentata tutta la sera…..
Entrati a casa, gli dissi che l’unica cosa che mi mancava era ballare un po’ con lui. Lo mandai a mettere della musica mentre versavo per entrambi ancora del vino.
Cominciammo a ballare avvinghiati. Con i tacchi alti, potevo guardarlo dritto negli occhi. Gli misi le mani sul culo e senza più remore lo attirai a me. “zia…” mormorò.
Con una mano gli afferrai e strinsi la patta. Era durissimo, come sapevo che lo avrei trovato. “zia…” esclamò di nuovo, stavolta allarmato. Ma la mia lingua era già nella sua bocca..e non poté dire altro.
Ballando non sapevo che fare, ma lei mi strinse fortissimo. Poi sentii la sua mano che mi stringeva il cazzo attraverso i pantaloni. Mai avevo provato una cosa del genere…provai a dire qualcosa, ma sentii la sua lingua che entrava con forza nella mia bocca….e da lì fu la nebbia nel cervello…..
Tenendolo per mano lo portai nella mia camera. Lo spogliai, nudo. Spinto sul letto, accarezzai il suo corpo e poi cominciai a baciargli e leccargli il pene. Emanuele si lasciava fare. Usavo la punta della lingua per stuzzicargli il glande, mentre con le unghie accarezzavo il pene. Gli accarezzai i testicoli e poi spinsi la carezza più giù, tra le sue natiche, finché non venne come una fontana.
Mi ritrovai nudo sul suo letto con lei che mi guardava. Si impossessò del mio cazzo e se lo mise in bocca. Succhiava, leccava, mordicchiava e io non avevo mai provato niente di simile. Sentivo la sua mano che stringeva le palle, poi …..e dita, su…alla base del cazzo, poi ….dentro….uno due dita….urlai…..
Ansimante, mi lasciai guardare mentre mi spogliavo. Non avevo alcuna vergogna a mostrargli il mio corpo da sessantenne, ora che vedevo il suo pene tornare rapidamente eretto. “Vuoi che tenga le calze?” gli chiesi mentre mi sdraiavo accanto a lui.
Fece sì con il capo e cominciò a baciarmi il seno. Mi rovesciai sulla schiena ed Emanuele venne sopra di me. Volevo sentire il suo cazzo dentro di me. Ma prima c’era un’altra cosa che non provavo da tempo….
“Vieni tra le mie cosce, amore, e leccamela….” gli dissi, sollevando le gambe sulle sue spalle e attirando il suo viso in mezzo alle gambe “fammi urlare di piacere…” gli dissi. Sapevo che il mio splendido nipote, a differenza degli altri amanti di una notte, non mi avrebbe deluso.
(3/fine)
22 notes · View notes