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Cosa nascondi nell'armadio?
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La tua casa, i tuoi vestiti e la tua immagine raccontano di te...
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lasantini-blog · 8 years ago
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L'ABITO DI PAOLA “VESTIVAMO ALLA MARINARA” Non ho mai fatto il cambio degli armadi, seguendo le abitudini della mia famiglia. Tre figli, due maschi e una femmina e allora a ognuno un reparto dove mettere : l’invernale a destra, l’estivo a sinistra , al centro i jeans. le magliette e gli abiti leggeri da mezza stagione. Poche cose , ma buone, al posto giusto, veloci pronti a tutte le situazioni. Tutti sportivi vivevamo con il sacco in fondo al letto pronto per l’allenamento e per le partite. Io giocavo a basket, Alberto e Valter a calcio, uno come terzino e l’altro come portiere. In questa giostra di panni stesi a tutto si pensava meno che al cambio degli armadi, anzi noi tre usavamo quegli spazi riservati, come una sorta di cassaforte, per nascondere anche qualcosa che nessuno doveva vedere, leggere o prendere. In questa fotografia rivedo lo stile della mia famiglia, uniti come un unico armadio, ognuno con il proprio spazio, i segreti nascosti , un sacco pieno di nuove esperienze e di emozioni e la propria storia da raccontare. Nella nostra organizzazione poche regole, ma buone come rispettare le persone più grandi, salutare sempre, chiedere permesso, dire grazie e scusa dopo un bisticcio o una zuffa. Importante non andare mai a letto senza il bacio della buonanotte. Allenarci ad essere l’armadio di noi stessi questa è la vita. La parte emozionale nel nostro cervello è a destra, quella razionale a sinistra, la gestione delle nostre emozioni passa attraverso la nostra visione del mondo, alleniamoci a essere pronti a tutte le situazioni, la verità sta sempre nel mezzo. Come diceva il titolo di un libro scritto da Susanna Agnelli “ Vestivamo alla marinara”, ricordi di un tempo che cambia le cose e le persone. Mi rivedo con quel vestitino blu profilato d’oro ad una cena di gala della mia squadra “A.S. Lucca Basket”, inviata dal sindaco a Palazzo Orsetti. Una ragazzina vestita alla marinara e un ricordo gioioso mentre indossavo quell’abito semplice ed elegante , pronta per essere premiata insieme alle altre atlete dopo aver vinto il titolo nazionale juniores. Logicamente presenti i miei genitori che mi avrebbero seguito (parole loro) anche in capo al mondo!
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lasantini-blog · 8 years ago
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L’ABITO DI ELISABETTA 
 Non ci crederete ma non mi sono mai piaciuti gli abiti troppo lunghi o elaborati. Mi reputo una donna estrosa, determinata ed estremamente solare, tanto solare da non cadere nel banale, sopratutto nelle scelte di vita. Mi sono sempre chiesta quale mai potesse essere l’abito giusto per me ovvero quell’abito che avesse la capacità di farmi emozionare rispettando le mie idee di stile ed esaltando le mie caratteristiche di donna “fuori dagli schemi”. Lavoro nella moda da anni e di vestiti me ne sono passati sotto gli occhi davvero tanti, fino ad arrivare a lui, non lo è ma sembra l’abito da sposa di una rockstar! E’ stato amore a prima vista, quando l’ho preso dalla gruccia era davvero pesante perché carico di ricami e pietre ma appena infilato, oltre a risultare quasi cucito su misura... era leggerissimo! Un abito magico! Quando lo indosso e mi guardo allo specchio, lui racconta esattamente chi sono e cosa voglio nel mio domani, così, semplicemente lo ascolto e sorrido perché so che è la verità. 

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lasantini-blog · 8 years ago
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L'ABITO DI ANTONELLA Ale guarda un po' cosa nascondo nell'armadio???? Non il solito vestito che ti ricorda una festa, un evento in particolare o un capo che ad indossarlo ti faceva sentire bella 😜. Qui la bellezza passa in secondo piano!!! Questo è il pigiama e la vestaglia che ho indossato quando è nata Maria Teresa, la prima delle mie due splendide figlie, che dire, un'emozione unica ed indimenticabile. Come passa in fretta il tempo e quanta malinconia ti risvegliano questi pensieri: sento ancora l'odore della sua pelle da bebè ed il tocco della sua piccola manina nella mia. Tutto questo è possibile grazie al tuo blog, ci porti a risvegliare e "ripescare" ricordi che abbiamo accantonato nel nostro armadio, scrivendoli in un certo senso li riviviamo in modo ancora più intenso, ci emozionano proprio come essere ancora lì.. La linea del tempo si annulla e noi possiamo percorrerla in ogni direzione.
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lasantini-blog · 8 years ago
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La maglia di “PANDA DELUSO” Se potessi inventare un supereroe, né creerei uno chiamato Panda Deluso. Indosserebbe una mascherina di cattivo gusto ed una maglietta, decisamente troppo piccola per il suo pancione da panda, il suo superpotere sarebbe quello di dire alle persone le verità crudeli che hanno bisogno di sentire ma che si rifiutano di accettare. Andrebbe di porta in porta, suonerebbe il campanello e, detta la sua scomoda verità, augurerebbe ai padroni di casa una buona giornata incamminandosi verso l'appartamento successivo. Sarebbe fantastico. E deprimente, tanto quanto edificante...e necessario. In fondo le verità più grandi sono di solito le più spiacevoli da sentire. Panda Deluso sarebbe l'eroe che nessuno vuole ma di cui tutti avremo bisogno. Ci renderebbe più forti distruggendoci, illuminerebbe il nostro futuro mostrandoci l'oscurità. Perciò, già che ci siamo, lasciate che indossi la mia maglia da Panda Deluso e vi propini un'altra verità spiacevole: soffriamo per il semplice fatto che la sofferenza è biologicamente utile. È l'agente preferito della natura per ispirare cambiamento. - Mark Manson - #cosanascondinellarmadio. Avete mai incontrato un Panda Deluso? 😁#A.
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lasantini-blog · 8 years ago
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L'ABITO DI ROSANNA Se apro il mio armadio vedo tanti vestiti, tanti pantaloni, molti di questi non li indosso più, i gusti cambiano i ricordi restano. Non sono legata ad uno in particolare ma a quel trench sì. È bellissimo, lungo, con uno spacco dietro, di pelle marrone, con l'abbottonatura doppiopetto maschile, ha una cintura in vita, dei bottoni che non si trovano forse più e ... il suo odore, un odore di pelle vera che sento da quando l'ho scoperto nell'armadio di mio padre, da quando circa poco più di vent'anni fa l'ho provato ed ho detto al mio papà di non buttarlo mai e conservarlo per quando sarei diventata grande. Ricordo ancora gli occhi lucidi di mio padre e la sua risata sotto i baffi. - È da uomo, mi disse, anche se io ero un figurino, vestivo taglie piccole ... non ci penso proprio a buttarlo!" Io risposi: "non importa se è da uomo, è tuo ed è bellissimo, se mi starà grande lo porterò da un sarto, mi piace troppo l'odore e mi piacerebbe avere qualcosa che ti è appartenuto nel mio armadio per sempre. Avevo circa 13 anni, a 18 anni quel cappotto è diventato mio. Ricordo ancora la prima volta che lo provai, mi stava perfetto, mi slanciava ancora di più, con un bello stivale tacco alto e una longuette di jeans, forse un po' grandino sulle spalle ma non m'importava, mi piaceva troppo! Quanto ero emozionata nel sentirmi finalmente addosso quell'odore di VINTAGE, un odore di pelle buonissimo che tutt'ora sento, e poi mio padre... emozionatissimo, contento e allo stesso tempo geloso del suo "cappotto marrone" (così lo chiamava) che comprò da giovanotto quando si fidanzò con la mamma. Erano gli anni '70 (tanta roba!), mamma lo comprò uguale, modello femminile, di colore nero, un figurino anche lei... Quella sera ero felice di uscire con quel trench che lasciava la scia di quell'odore meraviglioso. Avete presente quando sfogliate velocemente sotto il naso un libro nuovo? Che emana un odore che annusereste per ore? Ecco, io facevo così con quel trench, mi annusavo le braccia, non mi bastava sentirlo già nell'aria. Da quella sera non lo appesi più nell'armadio in camera da letto, ma in quello mio e ne andavo fiera, finalmente ero cresciuta! Auhauhauhauha!!! Papà in quegli anni non viveva nemmeno al nostro paese, era emigrato al nord per lavoro, quando lo sentivo al telefono glielo dicevo che avevo indossato il "cappotto" e lui rideva, era contento. Ancora adesso quando me lo vede addosso si fa la sua risatina, mi racconta un aneddoto dei suoi mitici anni '70 e mi abbraccia. Nei sui occhi vedo che è contento e anche io lo sono...quando me lo apprezzano rispondo subito "era del mio papà quando era ventenne" ...e sorrido. Caspiterina ha più di 40anni il mio caro vecchio trench. Grazie a #cosanascondinellarmadio per avermi fatto rivivere le emozioni di vent'anni fa.
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lasantini-blog · 8 years ago
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L'ABITO DI ELENA Il mio armadio è come me: colori, fantasie e morbidezze varie. Però è tutto al suo posto. Estate, inverno, sera, giorno è tutto lì… Apro, respiro e mi lascio guidare dal cuore e dall'umore. E poi lui: il vestito allegria. È leggero e morbido: se fa freddo mi faccio aiutare da un cashmerino e stivali, se fa caldo sandalini e via. Il verde è rischioso perché, come dice la mia mamma, “chi di verde si veste, di sua beltà si fida”… E allora metto il mio “Happy” di Clinique e due gocce di autostima. 😁
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lasantini-blog · 8 years ago
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L'ABITO DI CHARLOTTE La storia del mio abito da sposa ha una sola grande particolarità. Credo infatti sia "inusuale", per una donna che decide di sposarsi, l’averlo cercato e scelto senza l’aiuto consueto della mamma o dell'amica. A quel tempo, lavoravo per una grande firma della moda, in centro, e ho avuto la possibilità onestamente di provarmi abiti firmati bellissimi. C'era sempre qualcosa che stonava. La parola chiave per il mio era "sobrio", semplice, spensierato... I vestiti provati fino ad allora? Troppo sfarzosi e impegnativi, bellissimi, ma non per me. E così capitai in questo minuscolo atelier dove la proprietaria cuciva personalmente ogni capo usando tessuti semplici e naturali. Una folgorazione! Mi ci vollero pochi istanti per capire che quell’abito di tessuto dorato, un mix tra canapa e cashmere era il mio, così come mi ci vollero pochi istanti per capire che gli occhi ed il sorriso di Gianni mi avrebbero accompagnato con amore nel nostro futuro... E non mi sbagliavo. Il mio abito, scelto per rappresentare la nostra storia è praticamente un abito da sera, bellissimo e "unico", proprio come noi. Potrei rimetterlo tranquillamente...prima o poi troverò l’occasione.
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lasantini-blog · 8 years ago
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Pensiamoci un attimo: dov'è che si vanno a mettere le mani quando si attraversano momenti particolari della vita? Esatto, nella propria stanza! A 15 anni cambiavo i poster dei Take That e Leonardo di Caprio (povera mamma, li attaccavo anche sul soffitto!), a 20 staccavo le foto del mio primo ex, a 25 spostavo oggetti e cambiavo ciò che non aveva più senso e sarebbe rimasto solo un ricordo, a 30 un quadro e a 33 ho fatto questo: sono ripartita dall'armadio che si sa, quando viene messo a posto, è un po' come riordinare se stessi. Non posso dire di aver avuto grandi cose da "nascondere" dentro, forse avevo solo bisogno di una passata di swiffer per credere che per essere se stessi a volte si deve osare un pò! Un grazie speciale Alessandra Ania Santini per avermi dedicato del tempo, per avermi sopportato e supportato in questa avventura dentro il mio armadio! You are my SAINT! :)
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lasantini-blog · 8 years ago
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L’ABITO DI ILARIA Adoro questo abito, oltre ad avere un taglio ed un colore meraviglioso, ha anche una storia. Rappresenta la mia rinascita. Dopo quattro lunghi e bellissimi anni in cui il mio ruolo è stato solo quello di mamma, tra tute, scarpe da ginnastica e pannolini, il giorno in cui l’ho indossato mi sono sentita nuovamente bella, affascinante e femminile. Lo comprai per un matrimonio, di due amici speciali, e proprio quel giorno, nella splendida scalinata di villa Caruso mi sono sentita come dentro alla favola di Cenerentola perché, oltre ad essermi rotta il tacco di una scarpa, ho incontrato quello che adesso è il mio principe azzurro. Faccio ancora la mamma dei miei splendidi gemelli ma ho imparato a valorizzarmi e ad essere femminile con ogni abito che indosso e, quando attraverso giorni “pesanti” al solo tocco di quella meravigliosa stoffa rossa mi ricordo che in ogni favola che si rispetti ci sono anche difficoltà e giornate storte ma anche che arriva sempre il lieto fine. Il mio lo riscopro negli occhi di chi mi ama semplicemente per essere così come sono.
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lasantini-blog · 8 years ago
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TUTTI PAZZI PER IL VINTAGE Che ne dite del vintage? Non so voi ma per quanto mi riguarda questa parola ha lo stesso impatto emotivo di un regalo inaspettato e azzeccatissimo. Andare alla ricerca di pezzi "epoque" per mercatini o negozietti specializzati è una vera e propria caccia al tesoro. La particolarità di un abito vintage non è solo nel taglio sartoriale, nella raffinata attenzione al particolare e alla qualità delle rifiniture e materiali ma sopratutto nella storia di quel capo sopravvissuto al tempo, ai cambi armadio e al passaggio di mano in mano fino ad arrivare nelle nostre. Destino? "Quel vestito sembrava aspettasse me"...vi è mai capitato di pensarlo?❤️ #cosanascondinellarmadio. Vestire vintage è assolutamente creativo, il segreto è mixare pezzi "datati” con quelli più moderni, farli rivivere aggiungendo sempre un pizzico della nostra personalità. Il risultato sarà sempre un successo proprio perché unico e pensato da noi per noi. Avete un pezzo vintage nell'armadio? Dai che sono curiosa! #A.
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lasantini-blog · 8 years ago
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L'ABITO DI IRENE Ho un abito. Celeste come il cielo limpido. Di lieve mussola di cotone, doppiato con una liscia fodera di seta. Ha piccolissimi ricami gialli e rossi, nascosti fra righe appena appena visibili a occhio nudo. Spalline a spaghetto e una cucitura sotto il seno, da cui parte la gonna a sbieco, mossa, leggera, sbarazzina. Ma non è tutto qui. Questo abito è preziosissimo e unico, non ne esistono altri così. Questo abito ha una storia. Mia zia venne mandata in Inghilterra dalla famiglia, per imparare la lingua. Sua sorella, cioè mia madre, era ovviamente gelosissima. (Tanto gelosa che poi, adulta, diventò professoressa di Inglese). Ma mia zia aveva sempre problemi di salute gravi e quindi, ogniqualvolta si poteva privilegiarla, lo si faceva, per pareggiare la sorte. La salute cagionevole, però, l'aveva plasmata, facendone una scavezzacollo, una che non si faceva mancare nulla. E tornò dall'Inghilterra fidanzata. Con un indiano. Che voleva sposarla. Litigate furiose in famiglia, perché lei a 16 anni voleva sposarsi e andare a vivere in India. I miei nonni, Anche questo di grattacapi, non bastavano le malattie! La mia mamma, Così imparano a mandare lei in Inghilterra invece di me! Con il tempo - e molti litigi - lontano dagli occhi, lontano dal cuore, il grande amore finì. Ma rimase un regalo che il "promesso sposo" aveva inviato dall'India: un sari. Il sari è un indumento che ancora usano (e da oltre 2000 anni!) le donne indiane e che consiste in una fascia di stoffa alta un metro e lunga circa dieci. Il sari regalato a mia zia era di mussola celeste "come il cielo quando è limpido e come il colore dei tuoi occhi" - aveva scritto l'indiano nella lettera che lo accompagnava. Mia mamma gli occhi li aveva marroni. E non si intonava agli occhi suoi, quell'abito che si fece realizzare, su misura, da una sartina, utilizzando il sari di sua sorella. La quale, come lo vide, simulò disinteresse per non darle soddisfazione. Ogni anno, non è ufficialmente estate per me, finché non indosso questo abito. Celeste come il cielo limpido. Che accarezza le mie forme come se le riconoscesse. Che porta una storia familiare. Lì, nascosta fra righe appena appena visibili a occhio nudo.
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lasantini-blog · 8 years ago
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GIUDIZI E PALLE DI VETRO Cosa ci succede quando ci viene fatta una critica? Forse non è vero che i giudizi arrivano su di noi con una intensità maggiore rispetto ai complimenti? Come reagisce la nostra mente? L’immagine che ho io è quella di una palla di vetro che fino a poco tempo prima conteneva un paesaggio statico e perfetto ma che, nel momento del giudizio, viene scossa a testa in giù. Tutta la neve depositata sul fondo ricade all’impazzata girando senza un senso, insieme a qualche brillantino, fino a quando non si riappoggia sulla base... mai nella posizione iniziale. Se i minuzzoli di neve fossero paragonati ai nostri pensieri ed emozioni in reazione ad un “appunto” che ci viene fatto, questo renderebbe bene l’idea del nostro movimento interiore nel giudicarci o nel difenderci in un interminabile dialogo interno. In un caso o nell’altro comunque è un gran movimento e se sappiamo sfruttare l’occasione ci porta a soluzioni inaspettate! Dai non prendiamoci in giro.. a voi non fanno mai girare le “sfere”? #Cosanascondinellarmadio. A volte è facile sentirsi come un abito macchiato, circondato nello stesso stand da abiti alla moda e scintillanti. Basta solo imparare a giudicarci meno e sorridere di più forti del nostro valore personale unico e della voglia di migliorarci, restando fondamentalmente noi. Ah, e ovviamente guardiamo sempre da chi ci viene mossa una critica. Caro vestito nuovo, tu che te la tiri tanto, se hai ancora il cartellino attaccato non hai molta esperienza di vita. #A.
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lasantini-blog · 8 years ago
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BRETELLE E BUONUMORE Le bretelle sono come il buonumore hanno una funzione speciale ovvero ci "tirano su la vita" nel primo caso parliamo di pantaloni nel secondo di atteggiamento mentale positivo, in entrambe le situazioni ci troviamo davanti ad una caratteristica vincente chiamata ELASTICITÀ requisito fondamentale per affrontare la nostra giornata senza il rischio di "perderci qualcosa". Non tutti i pantaloni sono predisposti per le bretelle così come non tutte le persone sono predisposte al buonumore, è anche vero che con gli accorgimenti giusti tutto diventa possibile.#cosanascondinellarmadio. Che mi dite di voi? Che tipo di "bretelle" usate per portare un sorriso nelle vostre giornate? #A.
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lasantini-blog · 8 years ago
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lasantini-blog · 8 years ago
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lasantini-blog · 8 years ago
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lasantini-blog · 8 years ago
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Pillola rossa o pillola blu?
I colori primari sono i colori di base, dai quali si ottengono tutti gli altri. Due tra questi sono i più gettonati per essere associati nell’immediato a situazioni opposte: il rosso e il blu. Mi spiego meglio…quando andavamo a scuola i compiti in classe si scrivevano in blu e le correzioni dell’insegnante erano in rosso proprio per sottolineare una differenza tra giusto e sbagliato. Chi di noi non ha avuto paura della malefica penna rossa? Le mie versioni di greco erano un trionfo di scarlatto! Ancora più facile, pensiamo alle vecchie rubinetterie dall’acqua, rosso calda, blu fredda. Ma che significato hanno “in assoluto” i colori? Il rosso simboleggia l’amore, la passione e tutta la gamma di emozioni fino ad arrivare alla rabbia. Il blu, come suo opposto, è il re della calma, della tranquillità e dell’equilibrio oltre ad essere molto elegante. Nella moda, così come nella comunicazione, l’uso dei colori diventa fondamentale perché stimola la nostra mente ad una scelta. Conoscete la strategia dell’Oceano Blu? E’ una teoria molto interessante secondo la quale tutti i mercati esistenti in cui operano le imprese sarebbero visti come due distinti oceani. Rosso e Blu. In quello rosso, ormai strapieno di pesci competitors che a suon di morsi hanno colorato l'acqua, la creatività non è più di casa. Per quello blu invece le parole chiave sono innovazione e spazio, reinterpretare in forma diversa un’ idea già esistente trasformandola in qualcosa di straordinario. Che dire, questi oceani potrebbero anche essere visti come due diversi armadi. Vi torna? Continuando a parlare di colori, vi ricordate la scena del film Matrix? Morpheus mette Neo davanti alla scelta delle pillole: "Pillola Blu fine della storia, domani ti risveglierai e crederai a quello che vorrai, oppure pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio”. Blu o rosso... La scelta è difficile #cosanascondinellarmadio. I colori comunicano e non sempre li scegliamo a caso. Abbiamo capito quali sono le caratteristiche del rosso e del blu, adesso facciamo un gioco. Aprite le ante del vostro guardaroba e verificate se esiste una maggior percentuale di abiti dello stesso colore.. Guardate le maglie, i pantaloni, le camicie, i golf ed infine la biancheria… di che colore sono? Sono curiosa! #A.
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