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inezie letterarie
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cose (belle) che non esistono
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leinezie · 6 years ago
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Anch’io voglio tutte le sbandate essere viva fino allo scortico essere tavolo pietra bestiale essere bucare la vita coi morsi infilare le mani in suo pulsare [...]
Mariangela Gualtieri, da Solenne (in Fuoco centrale)
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leinezie · 6 years ago
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La notte dormirono tra le bianche lenzuola che sapevano odore di aria mattutina, tenendosi per mano come dentro il mare. La finestra era spalancata e l'uomo guardò per molto tempo la luna: era luglio, poi venne agosto, e così passò l'estate.
Goffredo Parise, Sillabari
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leinezie · 6 years ago
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Io sono come un cervo sempre in fuga nella foresta. Quando arriva a uno stagno dove potrebbe specchiarsi, ha tanta sete che subito lo intorbida.
Cristina Campo, da Lettera a Margherita Dalmati, ottobre 1955
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leinezie · 6 years ago
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Molte volte l'impegno che gli uomini mettono in attività che sembrano assolutamente gratuite, senz'altro fine che il divertimento o la soddisfazione di risolvere un problema difficile, si rivela essenziale in un ambito che nessuno aveva previsto, con conseguenze che portano lontano. Questo è vero per poesia e arte, come è vero per la scienza e per la tecnologia. Il gioco è sempre stato il grande motore della cultura.
Italo Calvino, Collezione di sabbia
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leinezie · 7 years ago
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Imparare e pensare: pensare e vivere; vivere e imparare: questo sempre, con nuovo discernimento, nuova capacità di comprensione e nuovo amore.
Sylvia Plath, Diari
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leinezie · 7 years ago
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Stasera, per un momento, mi sono sentita in pace con me stessa. Sono uscita dalla casa di fronte poco prima di mezzanotte, in preda a un nauseante attacco di desideri frustrati, solitudine, autodenigrazione. E lì, come per miracolo, c'era la notte d'agosto.
Sylvia Plath, Diari
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leinezie · 7 years ago
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La cosa che veramente mi preoccupa in questa infinita moltitudine di tristi domande che una farebbe meglio a sviare con sorbetti e sole, è che adesso in me c'è una specie di grande dolore, con tante sfaccettature come nell'occhio di una mosca e devo partorire questa mostruosità per tornare a sentirmi leggera.
Sylvia Plath, Diari
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leinezie · 7 years ago
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Così decifrando il diario della melanconica (o felice?) collezionista di sabbia, sono arrivato a interrogarmi su cosa c'è scritto in quella sabbia di parole scritte che ho messo in fila nella mia vita, quella sabbia che adesso mi appare tanto lontana dalle spiagge e dai deserti del vivere.
Italo Calvino, Collezione di sabbia
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leinezie · 7 years ago
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A Mara, invece, avrebbe insegnato a parlare, lentamente, con precisione, e non avrebbe permesso nessuna intromissione del linguaggio consueto. L'avrebbe educata, sospinta verso una cosa che lei, per mancanza di una parola più appropriata, aveva ben presto incominciato a chiamare lealtà - parola straniera in ogni senso. Continuava a usare quella parola straniera perché non sapeva ancora usare la parola più straniera di tutte. Amore. Visto che nessuno sapeva come tradurla.
Ingeborg Bachmann, A un passo da Gomorra (da Il trentesimo anno)
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leinezie · 7 years ago
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A Charlotte piaceva guardare le donne; spesso la commuovevano oppure le rallegravano gli occhi, ma evitava, ogni volta che era possibile, di conversare con loro. Si sentiva distaccata dalle donne, dal loro linguaggio, dai loro affanni, dal loro cuore.
Ingeborg Bachmann, A un passo da Gomorra (da Il trentesimo anno)
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leinezie · 7 years ago
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Da bambina Charlotte avrebbe voluto amare tutto ed essere amata da tutto, dal mulinello d'acqua davanti alla roccia, dalla sabbia calda, dall'umido legno, dal grido dell'astore - una stella le si era infilata sotto la pelle e un albero che lei abbracciava le aveva dato le vertigini.
Ingeborg Bachmann, A un passo da Gomorra (da Il trentesimo anno)
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leinezie · 7 years ago
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[…] la letteratura è una misteriosa, emblematica epifania di parole, che agiscono anche dove tacciono: essa non teme le altezze della teologia positiva, e gli «abissi chiari» della teologia negativa; non ha luogo, ma penetra dovunque, anche nella preziosa forma dell'assenza; infine, è tormentosa e irrinunciabile; è la «cicatrice» che strazia e crea il mondo. Cancellatela; e anche la cancellazione sarà letteratura.
Giorgio Manganelli, Laboriose inezie
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