Archeologia egizie; Archeologia etrusca; Archeologia romana; Pinacoteca; Arredamento e curiosità; Medaglie e monete; Arte e artigianato medievale; Biblioteca storica settecentesca; Arte contemporanea di Gino Severini.
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Il tumulo di Camucia
⛏ Il tumulo fu individuato nel 1840 dall’archeologo toscano Alessandro François, si trova nel centro di Camucia tra via Ipogeo e via Etruria, stretto tra le abitazioni (tanto che si stenta ad individuarlo). Era posizionato lungo un’antica direttrice verso Cortona. 📏 Risale all’VIII secolo avanti Cristo, ha una circonferenza di oltre 200 metri e utilizza in parte una collina naturale la cui roccia è stata tagliata per costruire il tamburo circolare. La struttura aveva un massiccio tamburo, una copertura di forma emisferica, costituita da scaglie di pietra ricoperte da uno strato di argilla e terreno di riporto che la faceva assomigliare ad una collinetta. ⚱ Al suo interno sono state rinvenute due tombe a più camere. La tomba A è costituita da un lungo corridoio che dà accesso a un vestibolo coperto da volte aggettanti. Ai lati del vestibolo si aprono due cellette singole mentre sul fronte si sviluppa il corpo centrale con due celle bipartite, tutte le celle sono coperte da pseudovolte aggettanti chiuse sulla sommità da lastroni orizzontali. ⛏ La tomba B fu rinvenuta nel 1964, grazie a uno scavo di Piera Bocci Pacini, è composta da un corridoio su cui si aprono le celle laterali, tre per parte, mentre la cella terminale diventa un prolungamento del corridoio stesso. Le pietre utilizzate per le murature sono di piccolo e medio taglio, rivestite in alcuni punti da lastroni infilati nel terreno. 🏛 I materiali dei corredi che sono stati rinvenuti sono oggi esposti al MAEC. 🛏 Tra i reperti più significativi della tomba spicca un letto funebre, composto da tre blocchi di tufo giustapposti su zampe sagomate, la cui decorazione frontale, a bassorilievo, presenta una scena di compianto funebre. 😢 Si susseguono, infatti, otto figure femminili inginocchiate: le due centrali si coprono il viso con le mani, quelle laterali si percuotono il petto. 🔍 Le figure sono stilisticamente affini a quelle dei cippi decorati a bassorilievo prodotti dalle botteghe di Chiusi nella seconda metà del VI secolo avanti Cristo. Il letto assume una particolare valenza, illustrando tra l'altro alcuni aspetti peculiari dei culti funebri in Etruria in questo periodo. 🎤 grazie a Lucia Marrocchi @luciamarrocchi 📌 In questi giorni il MAEC non può essere visitato, continuiamo a raccontartelo attraverso l’immagine di un'opera, un oggetto o un luogo. ⠀ #MAECparco
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da “L'Umbria. L'anima delle città e dei paesaggi” di René Schneider
📕 Per il ciclo #tiLeggoCortona l’archeologo Andrea Mascelli ci legge e contestualizza un passo tratto da “L'Umbria. L'anima delle città e dei paesaggi” di René Schneider, del 1904. 👨🏻 René Schneider fu professore di storia dell’arte in due università francesi, quella di Caen e quella della Sorbona di Parigi. 📖 “I musei delle cittadine italiane rappresentano il loro passato ancora visibile e presente. Il museo di Cortona è sempre Etruria, tutto è etrusco nel Pretorio, tranne il palazzo stesso. Sulla scalinata si affaccia l’Accademia etrusca, fondata nel 1726 e che gode di buona fama. Al piano superiore coabitano, per mancanza di spazio, biblioteca e museo e in fondo ai ripiani ecco un’accozzaglia di ciste funerarie, di vasi dipinti, di ex-voto di bronzo, di fibule, di specchi e soprattutto gioielli”. ⚱ “Le terrecotte, ispirate all’arte ellenica, rivelano il gusto di questa razza, ed una facilità di imitazione che ha qualcosa della banale industria. I gioielli mi colpiscono per la loro varietà, il loro peso, la loro ricchezza. Quelle collane, quegli anelli li ho già visti modellati in terracotta nelle effigi dei sarcofagi. Lusso orientale abbastanza barbaro in cui la materia prevale sulla lavorazione”. 🐆 “Ma ecco la meraviglia, che fa la gloria del museo di Cortona, si tratta di un lampadario a sedici becchi con al centro una testa di Gorgone e tre cerchi concentrici in cui si vedono degli animali che si affrontano: leopardi o pantere, delfini sulle onde e otto satiri con il fallo, alternati a otto sirene”. 😝 “Avevo visto tutto ciò su fotografie e cartoline ostentate nelle vetrine di via Nazionale, perfino nelle camere dell'albergo. L'opera merita due volte di essere vista, sia come soggetto che come esecuzione. L’irsuta Gorgone, dal ghigno contratto in una smorfia e che tira fuori la lingua, è uno dei motivi preferiti di questa strana arte che ha il gusto dei mostri mitologici: furie, meduse, arpie e demoni infernali. L'hanno messa sulla chiave della porta di Falerii e l’ho ritrovata in rilievo su molte tombe, in tutte le camere del sepolcro dei Volumni vicino a Perugia”. 🐬 “Quei delfini, quei leopardi e quelle pantere affrontate sono, con le sfingi e i grifoni che ho visto così spesso, degli elementi presi a prestito dall’Oriente, la cui lontana eredità sembra pesare sulla razza. Infine quei satiri dal fallo impudentemente eretto, che suonano la siringa, sono espressione di un naturalismo e di una sensualità che rimandano immediatamente all’arte cinese”. 🖋 Nel momento in cui Schneider scrive “L'Umbria. L'anima delle città e dei paesaggi”, ovvero i primi del ‘900, gli etruschi erano tornati, o meglio, erano balzati alla ribalta delle cronache internazionali in seguito ad una serie di importantissimi eventi che si erano succeduti. 🏛 Per citarne solo alcuni, potremmo prendere ad esempio la grande mostra del 1837 organizzata a Londra dalla famiglia Campanari, a Pall Mall. La famiglia Campanari portò in Inghilterra tutta una serie di suppellettili etrusche provenienti dall’Etruria meridionale, in particolare da Vulci e da Tuscania, organizzando i contesti funerali, ricostruendo le tombe come erano state ritrovate. Tanto grande fu l'importanza di questa mostra e tanto fu l'apprezzamento che il British Museum acquistò gran parte dei materiali. Poco dopo, sempre nel 1837, Papa Gregorio XVI creò il Museo Gregoriano Etrusco in Vaticano. Nel 1870 nascerà a Firenze il Regio Museo Archeologico. A Roma nel 1889 nascerà il Museo Archeologico di Villa Giulia. 📗 Proprio il 1889 segna una data fondamentale per l’etruscologia, perché fu pubblicato il primo trattato organico di storia dell'arte etrusca, in lingua francese, ad opera di Jules Martha. È un'opera fondamentale ancora oggi perché ha il grande merito di aver storicizzato il popolo etrusco, anche se possiamo leggere in essa l'eredità dei secoli precedenti che vedeva il primato indiscusso nell’arte antica affidato all’arte greca. Quindi, ancora una volta, possiamo leggere in quest'ora di Jules Martha che l’arte etrusca sarebbe un’arte di non grande conto che altro non fece che imitare pedissequamente l’arte greca antica. 📘 Questo è fondamentale per comprendere bene quello che andremo a leggere, la descrizione di René Schneider del Museo di Cortona, una descrizione che a un archeologo ricorda moltissimo l’opera di George Dennis che nel 1848 scrisse “The Cities and Cemeteries of Etruria” cioè “Le città e le necropoli dell’Etruria”, viaggiando proprio per gli scavi allora in corso, nelle antiche città etrusche e relazionando sullo stato di conservazione dei materiali che venivano fuori. 📌 Ti Leggo Cortona: professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui è protagonista il patrimonio culturale cortonese 📚 testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica.⠀ #MAECcortona #MuseiChiusiMuseiAperti
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🌐 Il Globo celeste di Moroncelli
Maurizio Caselli - esperto e divulgatore di astronomia - ci parla del Globo celeste di Silvestro Amanzio Moroncelli conservato al MAEC #MuseiChiusiMuseiAperti 🌐 Un cartiglio sul Globo ci informa che è stato realizzato nel 1710 da Silvestro Amanzio Moroncelli, nato a Fabriano nel 1652 e morto nel 1719, benedettino, abate del monastero di Sant'Antonio in Piscina negli Abruzzi. 🌠Si tratta di un oggetto molto bello e interessante che riproduce le stelle e le costellazioni che le raggruppano. 🌟 Come la maggior parte di globi celesti, anche moderni, rappresenta le costellazioni convesse, ovvero come se fossero viste da un osservatore esterno alla sfera celeste, questo fa sì che le costellazioni appaiano speculari rispetto alla realtà osservata in cielo. Questa scelta, se è ininfluente nel rappresentare gli animali mitologici, o meno, che popolano il cielo, qualche problema si viene a creare nel disegnare le persone, umane o mitologiche, per le quali la visione è di spalle, scelta curiosa, ma necessaria, soprattutto per quei personaggi fortemente caratterizzati da una netta distinzione destra e sinistra. 🦁 Orione, ad esempio, è di spalle, perché solleva la clava con la mano destra e si protegge dalla carica del Toro, che lo attacca da sinistra, con il braccio sinistro protetto da una pelle di leone. È di spalle anche Perseo che sorregge con la sinistra la testa recisa della Medusa e con la destra solleva la spada. È di spalle Ofiuco, Botes, Ercole e molti altri. 📕 Una particolarità di questo Globo celeste è che Moroncelli ha provato a suggerire la sostituzione dei personaggi legati all'antica mitologia greca con figure legate a testi sacri della cristianità: Antico e Nuovo Testamento; operazione non nuova già tentata 80 anni prima da Julius Schiller che aveva realizzato globi e atlanti operando queste sostituzioni. A tale scopo il Moroncelli aveva scritto un trattato, che però è rimasto in forma manoscritta, attualmente conservato presso la biblioteca Casanatense. 🔭 Il suggerimento che Moroncelli opera sul Globo è quello di mettere accanto al nome classico della costellazione anche il nome del personaggio religioso o del santo che essa potrebbe rappresentare. Quindi troviamo accanto al nome di Botes quello di San Pietro, Orione diventa Giosuè, Perseo diventa Davide, addirittura Andromeda che cambia sesso, è disegnata di spalle, e diventa Adamo. Una costellazione invece che scompare del tutto è l'Orsa Maggiore, seppure il nome è indicato, troviamo disegnato, al suo posto, il carro con cui il profeta Elia fu trasportato in cielo. ⭐ Sul Globo appaiono anche costellazioni inventate di sana pianta da cosmografi coevi di Boroncelli. Infatti, per vari motivi, era pratica non rara nel XVII e XVIII secolo inserire costellazioni nuove tra gli spazi lasciati liberi dai greci, si tratta quindi di asterismi sempre formati da stelle molto deboli, poco luminose. Altra pratica era quella di riempire l'emisfero australe, fresco di nuove osservazioni, dalle quali scaturivano mappe stellari anonime e mute; la speranza dei cosmografi era anche quella di avere l'autorevolezza di far prevalere le proprie invenzioni su quelle di altri. Nella cosmografia moderna, per fortuna, gran parte di esse sono state eliminate e il firmamento è sicuramente più sobrio. 🌞 Nel Globo celeste di Moroncelli salta all'occhio il disegno di un grande sole, collocato tra le costellazioni del Cancro e del Leone, scelta probabilmente non casuale che si dice che siamo nella seconda decade di agosto, ulteriori ricerche potranno dirci il perché di questa scelta operata dal Moroncelli. 📷 Silvestro Amanzio Moroncelli (Fabriano 1652-1719), Globo celeste, altezza totale 52; Ø 27; base circolare con stelo di legno nero. Il globo è ricoperto di carta, firmato e datato da Moroncelli - 1710. 📜 Un cartiglio porta la dedica dell'autore, un secondo cartiglio, manoscritto, informa che l'autore riforma le raffigurazioni classiche delle costellazioni sostituendole con immagini tratte dalle Sacre Scritture, dal Vecchio e Nuovo Testamento, secondo quanto teorizzato dallo stesso Moroncelli nel suo "Sacrometria omnium asterismorum continens schemata figuris ecclesiasticis expressa..." anno 1707. 📍 In questi giorni il MAEC è chiuso ma continuiamo a raccontartelo attraverso l’immagine di un'opera, un oggetto o un luogo. #MAECcortona #iorestoacasa #allascopertadelMAEC
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Zeffirelli e la colonna sonora del film "Fratello sole, sorella luna"
📕 Per #tiLeggoCortona la dr.ssa Rita Adreani - appassionata di storia dell'arte e architettura barocca - ci legge un brano di Franco Zeffirelli tratto dall'autobiografia "Zeffirelli" del 2006, nel quale il regista racconta come diede vita alla colonna sonora del film "Fratello sole, sorella luna" rifacendosi al Laudario Cortonese. 🎬 Franco Zeffirelli (1923-2019) regista, sceneggiatore, scenografo e politico fiorentino. Nel 1972 a seguito di un terribile incidente d'auto dovuto alla spericolata guida dell'attrice Gina Lollobrigida, Zeffirelli fece voto a San Francesco di servirlo attraverso il suo lavoro se si fosse salvato. Fu così, nel fondo di un letto di ospedale che nacque l'ispirazione per "Fratello sole, sorella luna". Film con il quale, vinse il David di Donatello come miglior regista. 📌 Ti Leggo Cortona: professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui è protagonista il patrimonio culturale cortonese 📚 testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica.⠀ #MAECcortona #MuseiChiusiMuseiAperti #tiLeggoCortona
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Il Melone II del Sodo
📍 oggi in compagnia di Ada Salvi - Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo - andiamo alla scoperta del Melone II del Sodo, uno dei grandi tumuli del territorio cortonese e uno dei 49 luoghi della cultura della Direzione regionale musei della Toscana del Mibact #MuseiChiusiMuseiAperti⠀ ⠀⠀ 🍈 Il tumulo II, databile fra il 580 - 560 a. C., prima degli scavi, appariva interrato dalle piene del Rio di Loreto, dalle bonifiche e coperto dalla vegetazione. ⠀ 📏 I lavori di scavo hanno permesso la misurazione del tumulo che ha un diametro di 60 metri ed una circonferenza di 185 metri; nel tumulo sono state ritrovate anche due tombe a camera nella parte posteriore all’altare. All’altare-terrazza monumentale (lungo 7 metri e largo 6) che si inserisce nell’enorme tamburo ed era utilizzato per le celebrazioni funerarie, si accede mediante una gradinata costituta da piccoli blocchi di pietra di forma parallelepipeda.⠀ 🦁 Le ante che la delimitano lateralmente l'altare sono formate da due grandi blocchi scolpiti con raffigurazioni di lotta tra esseri umani e leoni. L’altare è fiancheggiato da grossi elementi scultorei a guisa di parapetto, configurati a palmette trattenute da un nastro.⠀ ⠀ 📌 In questi giorni il MAEC non può essere visitato, continuiamo a raccontartelo attraverso l’immagine di un'opera, un oggetto o un luogo. ⠀ #MAECparco
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La ricostruzione della capanna di via Vagnotti
📍 per il nostro tour a porte chiuse il professor Luigi Donati - Lucumone dell'Accademia etrusca - ci presenta la ricostruzione della capanna villanoviana di via Vagnotti #MuseiChiusiMuseiAperti⠀⠀ 🏠 Il plastico presente nella sala del MAEC dedicata agli antichi insediamenti, rappresenta la ricostruzione di una capanna villanoviana dell’VIII secolo a.C., ritrovata proprio nel centro di Cortona. ⠀ 🔥 Le capanne venivano costruite con un muro di fango pressato contro un telaio di legno, il tetto era di paglia e sopra la porta c'era una feritoia, una piccola finestra per la fuoriuscita del fumo del focolare che ardeva costantemente all'interno della capanna.⠀ ⠀ 📌 In questi giorni il MAEC non può essere visitato, continuiamoo a raccontartelo attraverso l’immagine di un'opera, un oggetto o un luogo.⠀ ⠀ #allaScopertadelMAEC #MAECcortona
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da “Cortogna alibereta da l'Aretigne” di Francesco Moneti
📕 il professor Sergio Angori ci legge brani tratti da “Cortogna alibereta da l'Aretigne” di Francesco Moneti #tiLeggoCortona 🔍 Nella letteratura dialettale Cortonese, un posto di rilievo è occupato da Francesco Moneti, frate francescano nato a Cortona nel 1635. 📜 L'opera dialettale più nota è “Cortogna alibereta da l'Aretigne”. ⚔ In versi dialettali si narra l'esito di un fatto storico realmente accaduto, quando nel 1258 gli aretini guidati dal vescovo Guglielmino nottetempo entrarono in Cortona, città ghibellina, per riportarla all'ordine visto che non intendeva sottomettersi ad Arezzo che invece era guelfa. La dominarono per alcuni anni dopo aver portato via il corpo del beato Guido Vagnottelli, tenuto in gran conto dai cortonesi, nonché la campana grande della torre del Comune. Il Moneti invece, nel suo racconto, immagina che i cortonesi riuscirono in breve tempo a respingere l'attacco degli assalitori dopo essersi difesi con grande ardore. 👉🏻 su Francesco Moneti nel Dizionario Biografico degli Italiani https://bit.ly/FrancescoMoneti 🔍 una curiosità: l'avverbio "precipitevolissimevolmente" fu coniato nel 1677 da Francesco Moneti per esigenze poetiche ne La Cortona convertita 📌 Ti Leggo Cortona: professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui è protagonista il patrimonio culturale cortonese 📚 testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica.⠀ ⠀ #MAECcortona #MuseiChiusiMuseiAperti
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dal "Viaggio archeologico nell'antica Etruria" di Wilhelm Dorow
📕 per #tiLeggoCortona il Prof. Roberto Venuti, ordinario di Letteratura tedesca all'Università di Siena - ci legge un brano di Wilhelm Dorow tratto dal volume "Viaggio archeologico nell'antica Etruria", 1829. ⠀ 👨🏻 Wilhelm Dorow (1790-1846) archeologo, storico e diplomatico tedesco fondò a Bonn il Museums Rheinisch-Westfälischer Altertümer. Nel 1827 soggiornò in Italia dove effettuò scavi nelle aree di Canino e Vulci. 📜 A Cortona vendono una descrizione della città, ma non è buona, può essere considerata solo come un mero elenco di conventi e confraternite del luogo, con relativa storia. Non c'è niente di ciò che dona valore a Cortona, o meglio, i dettagli sono così inesatti che ci si augura che un uomo colto ed abile possa scrivere con cura maggiore la storia e le curiosità di questa città. Parliamo ora di ciò che vi ho trovato. La biblioteca, con le sue collezioni di antichità, è affidata alla custodia del Signor Ponbucci, uomo amabile e molto cortese. Tra i libri a stampa ce ne sono di molto rari e preziosi; tutto ciò che è stato pubblicato sulle antichità etrusche è completo e si resta veramente stupiti di trovare delle ricchezze di questo tipo in una piccola città di provincia: sono il frutto di un tempo fiorente dell'Accademia di Antichità di Cortona. La collezione di antichità annessa alla biblioteca, brilla meno per la quantità che per il valore intrinseco dei pezzi che la compongono. Tra i bronzi trovati a Cortona o nelle sue vicinanze, ci sono dei pezzi di un valore inestimabile. Tra questi c'è una figura alta sei pollici che tiene un fulmine in mano. Nel Museum Cortonense nel Museum Etruscum di Gori è indicata come Giove; ma si tratta di Bacco, dal momento che è noto che gli Etruschi attribuissero spesso il fulmine a questa divinità. Cortona possiede anche i resti di antiche mura ciclopiche, non ben conservate né estese come quelle di Fiesole; si tratta di enormi blocchi di pietra di forma allungata e quadrata, appoggiati l'uno sull'altro senza malta. Tra le chiese mi occuperò del mausoleo di Santa Margherita, opera del tredicesimo secolo, visibile all'interno della chiesa della santa. La chiesa appartiene all'ordine dei Francescani, è posta al di sotto della cittadella, sulla cima più alta della montagna, a circa un miglio al di sopra della città. Il convento è circondato da cipressi; da ogni lato si gode di una vista incantevole, soprattutto verso il lago Trasimeno, che con la superficie azzurra delle sue acque limpide, dona al paesaggio la vita, il bagliore e l'interesse dei ricordi classici. 👉🏻 l'edizione integrale del volume "Voyage historique dans l'ancienne Étrurie , par M. le dr. Dorow" https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt... 📌 Ti Leggo Cortona: professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui è protagonista il patrimonio culturale cortonese 📚 testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica.⠀ #MAECcortona #MuseiChiusiMuseiAperti
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✝ La Via Crucis di Gino Severini
📍 in compagnia di Ilaria Ricci - autrice della guida "La collezione Severini" - andiamo alla scoperta della Via Crucis di Gino Severini #MuseiChiusiMuseiAperti⠀ 📷 grazie a Fotoclub Etruria per le splendide foto. ⛪ Nel 1944 mons. Giuseppe Franciolini incaricò Gino Severini di eseguire la Via Crucis. La committenza, voluta dal Vescovo a scioglimento di un voto fatto durante la guerra, prevedeva 14 stazioni della Via Crucis e una scena introduttiva con l'immagine di S. Margherita come protettrice della città, eseguite con l'antica tecnica del mosaico. 🎨 Dopo aver preparato i cartoni, oggi esposti al Museo Diocesano (tranne quello ai Musei Vaticani), già nel 1946 i mosaici vennero inseriti nelle edicole che ancora oggi salgono lungo il cammino che da Porta Berarda arriva al santuario dedicato alla patrona della città. 🔍 Osservando i mosaici della Via Crucis ci troviamo davanti a un mondo aspro e spigoloso dove i grandi occhi dei personaggi fissano immobili e spalancati lo spettatore, come negli antichi mosaici bizantini. Il dramma della tortura inflitta al Figlio di Dio si svolge in un mondo dove il paesaggio è ridotto al minimo, quasi a simboleggiare l'assenza di vita di un momento così tragico. Poi soffermando lo sguardo ci si accorge che quel paesaggio allude in maniera sempre più chiara a Cortona, con le sue strade lastricate da pietre grige, gli edifici che come tanti cubi e parallelepipedi si affastellano gli uni sugli altri. Attorno alla figura di Cristo si riuniscono uomini, donne e bambini che rappresentano l'umanità di ogni tempo, come sottolineano gli abiti sia di foggia antica che dai motivi contemporanei. Agli impassibili soldati romani dagli occhi chiusi si alternano tutte quelle figure che compiono gesti umani come fa la Veronica, o la donna raggomitolata nel suo pianto, o ancora il bambino che, con tutta la sua innocenza, si succhia il dito estraneo al dolore a cui sta assistendo. 📌 In questi giorni il MAEC non può essere visitato, continueremo a raccontarlo attraverso l’immagine di un'opera, un oggetto o un luogo #MAECparco
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Pietro Berrettini, Madonna con Bambino e Santi
📍 oggi Silvia Vecchini, di Omnia guide, ci presenta la tela di Pietro Berrettini, Madonna con Bambino e Santi (Pietro da Cortona) #MuseiChiusiMuseiAperti⠀ 🎤 Ordini religiosi cavallereschi, cammini, pellegrinaggi, sono tutti termini che ci rimandano al Medioevo, quando queste realtà sono nate con fini assistenziali di protezione nei confronti dei pellegrini dopo le crociate. Ecco che tutti questi termini però ci avvicinano anche ad una delle più belle tele realizzate da Pietro Berrettini, artista nato a Cortona e considerato tra i massimi esponenti dell'arte barocca. ⛪ Sarà Comino Passerini a commissionare una tela per l'altare di famiglia nella chiesa di Sant'Agostino. 🛡 Il committente volle però che tale opera sottolineasse l'appartenenza sua e di alcuni membri della famiglia agli ordini cavallereschi. 🔍 Osservando la tela infatti possiamo riconoscere, inginocchiato dinanzi alla Vergine, Santo Stefano Papa il cui nome e le croci impresse sul libro e sul piviale ci rimandano al suo omonimo ordine di cui faceva parte lo stesso Cosimo. ✝ In onore dello zio del committente, Dionigi, alla sinistra alla sinistra possiamo vedere San Giovanni Battista protettore dell'Ordine dei Cavalieri di Malta che indica un cuscino crociato sorretto da un cherubino. Infine, in secondo piano, identifichiamo la figura di San Giacomo, protettore dell'Ordine dei Cavalieri di Calatrava, probabilmente allusione a uno dei familiari di Cosimo. 🎨 Tecnicamente la tela è da considerarsi un trionfo di cromatismi veneti che culminano nel piviale del santo papa, nella resa materica del bloccato e nel forte contrasto cromatico fra loro e rosso. Inoltre la Vergine ha un valore interessante, non è più vista come un'apparizione fra le nuvole, da temere e adorare, ma bensì come una statua vivente, una divina regina, adorata dalla sua intima corte. 📅 La datazione vuole l'opera realizzata nel 1626 e poi portata da Roma nel 1628. 🏛 Cortona si può vantare di custodire una delle opere più belle realizzate da questo artista, all'interno delle sale del MAEC Museo dell'Accademia Etruscae della città di Cortona. #allaScopertadelMAEC #MAECcortona
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"De Tristitia et Vilitate di Isabetta e Tristano da Cortona" di Giovanni...
📕 per #tiLeggoCortona Grazia Frappi - rievocatrice storica - legge la novella di Giovanni Sercambi "De Tristitia et Vilitate di Isabetta e Tristano da Cortona". ⠀ 📜 Giovanni Sercambi nacque a Lucca nel 1348, l'anno della peste nera e lo portò via vecchio un'altra peste nel 1424. Ancora una peste, quella che infuriò a Lucca nel 1371-73 gli suggerì molto più tardi la cornice alla sua raccolta di novelle, concepita come il passatempo di una brigata vagante per l'Italia, da Lucca, a cercare aria più salubre e insieme edificazione spirituale. ⠀ ⠀ 💻 le Novelle di Sercambi sono scaricabile in vari formati 👉🏻 bit.ly/novelleSercambi ⠀ ⠀ 📌 Ti Leggo Cortona: professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui è protagonista il patrimonio culturale cortonese 📚 testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica.⠀ 📜 Giovanni Sercambi - DE TRISTITIA ET VILITATE DI ISABETTA E TRISTANO DA CORTONA. Innella città di Cortona — posta in sun un gran poggio e circandata di vigne e giardini di mandole, innelle quali vigne si ricoglieno buoni e preziosi vini bianchi e vermigli nomati vini cortonesi, di che le donne ne prendono molta consolazione — avenne che una giovana grande e grossa di suo corpo et assai bella nomata Isabetta, nata di persona non molto ricca ma -di stato - assai buono secondo Cortona, et essendo il tempo della vendemia, la ditta Isabetta ogni dìe recava tre o quattro canestre d'uva dalla vigna, non toccando le suoi però ch'erano alla scesa del monte. Di che uno nomato Tristano vedendo Isabetta tornare colle canestre dell'uva, dicendo: “Costei torna sì tosto?”, pensò non dover dalle sue vigne venire ma dell'altrui quell'uva regare. Et avendone Tristano innel poggio, pensò voler vedere d'onde Isabetta tale uva aregava. E uscito di Cortona, andatosene alla sua vigna, vidde venire Isabetta colla canestra in capo et entrar in una vigna acosta a quella di Tristano, andando cercando dell'uva più bella. E poca in tal vigna ne colse che saltò in quella di Tristano. E quine trovandone assai, disse Tristano fra se medesmo: “Se costei empie lo canestro della mia uva, io l'empierò la tana della mia terra”. E stando in tal maniera, Isabetta ebbe piena la canestra d'uva. E quando volse partirsi, aconciandosi lo sottocaporo per volere la canestra mettersi in capo, Tristano, che tutto ha veduto e postosi in cuore alcuno fatto, si mosse; e giunto dove Isabetta era, percossela dicendo: “Tu mi vai rubando et empi la tua canestra di uva, et io empierò la tua tana di terra”. E gittatola in terra, standole tra le cosce dicea: “E' vien voglia di fartelo”. Isabetta sta cheta e nulla dice. Tristano dice: “Or mi vien voglia di fartelo”. Isabetta ferma, tenendo aperte le cosce. Tristano dice: “Per certo e' mi vien voglia di fartelo”; e pure non si muove. Isabetta cheta, senza alcuna resistenzia fare. Tristano replica: “Se non che io non voglio, tu se' pur giunta: io tel farei”. Isabetta, udendo ciò ch'e' ha ditto, alzando le gambe innel petto a Tristano diè per sì fatto modo che più di X braccia giù dal poggio lo fe' cadere. Isabetta, rivoltasi, la canestra si misse in capo et a Cortona ne gìo ratta, narrando a' vicini la valentia che Tristano avea fatta e come con du' calci l'avea gittato giù per lo poggio a mal suo grado. Li vicini consentendo, spregiando Tristano in tutte le parti, dicendo: “Isabetta, tu porti lo onore sopra Tristano”; Tristano, che ciò sente, più tempo sta che in Cortona non torna. ⠀ #MAECcortona #MuseiChiusiMuseiAperti
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Il lampadario etrusco di Cortona
Paolo Bruschetti, vice Lucumone dell'Accademia etrusca di Cortona, ci presenta il lampadario etrusco, uno dei simboli del MAEC e della stessa città di Cortona #MuseiChiusiMuseiAperti⠀ 🔍 Il lampadario fu scoperto nel 1840 nei dintorni di Cortona, nella zona della Fratta, in maniera del tutto casuale. 💰 Gli accademici, che ne ottennero subito il deposito da parte della proprietaria, fecero di tutto per mantenerne il possesso, ricorrendo a un mutuo acceso presso la banca locale, si tassarono, ottennero garanzie dal Comune di Cortona e dal 1842 riuscirono ad esporre nelle sale del museo questo splendido capolavoro della bronzistica etrusca. 🛠 Probabilmente fu realizzato in un'officina della città di Orvieto attrezzata per questo tipo di produzioni. È stato realizzato con la tecnica a cera persa. 👹 Ha delle raffigurazioni simboliche e iconografiche particolarmente importanti: teste di Acheloo, ricorrenze graduali di satiri, di sirene, di caccia di animali e tutto culminante nel gorgoneion centrale che è il motivo identificativo di tutto l'oggetto. 📜 Fu realizzato fra i 330 e il 300 a.C.. Fu dedicato in un santuario della campagna cortonese e dopo circa un secolo fu nuovamente dedicato come pegno da un cittadino cortonese, un membro di una delle famiglia più importanti, la famiglia dei Muśni, che volle ricordare il proprio lascito con una iscrizione attaccata proprio al lampadario, in cui si fa riferimento al dono votivo di questo oggetto presso il santuario. 📌 In questi giorni il MAEC non può essere visitato, continuiamo a raccontartelo attraverso l’immagine di un'opera, un oggetto o un luogo. #allaScopertadelMAEC #MAECcortona #LucidalleTenebre
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"Sosta Cortonese" di Katharine Sarah Macquoid 📕 #tiLeggoCortona
📕 per #tiLeggoCortona Chiara Renzi - attrice professionista, presidente dell’associazione culturale rumorBianc(O) - legge "Sosta Cortonese" un brano tratto dal diario di viaggio di Katharine Sarah Macquoid, scrittrice inglese nata a Londra nel 1824. 📖 Il brano è tratto dal volume “Pictures in Umbria”, scritto nel 1905, dove Katharine Macquoid racconta il suo viaggio tra Umbria e Toscana, partendo da Perugia fino ad arrivare a Cortona. 💻 il volume è liberamente scaricabile in vari formati 👉🏻 http://www.gutenberg.org/ebooks/43754 📌 Ti Leggo Cortona: professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui è protagonista il patrimonio culturale cortonese 📚 testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica. #MAECcortona #MuseiChiusiMuseiAperti
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Francesco Attesti presenta #tiLeggoCortona e #ilmioMAEC
Francesco Attesti, assessore alla cultura del Comune di Cortona: "Buongiorno a tutti cari amici del MAEC museo della città di Cortona e dell’Accademia Etrusca, in questi giorni di coronavirus avete visto che nonostante il problema contingente siamo riusciti a comunicare con voi attraverso varie pubblicazioni social che continueranno fino all’inizio di aprile e oltre. Oggi cominceremo la nuova avventura, sarà quella dedicata alla lettura di brani che riguardano la nostra Città e anche delle sue bellezze a cura di autori, attori professionisti e anche professori universitari. Potrete trovare questa iniziativa sui canali social del Museo con l’hashtag #tileggoCortona. Allo stesso tempo invitiamo tutti i nostri followers a pubblicare un testo o un’immagine nelle nostre pagine social che riguardi proprio il MAEC, l’hashtag da utilizzare in questo caso è #ilmioMAEC. Grazie e buon divertimento."
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da "L'amore coniugale" di Alberto Moravia #tiLeggoCortona
Nicola Caldarone: oggi leggiamo un brano di Alberto Moravia tratto dal suo romanzo “Amore Coniugale” ambientato nel nostro territori nella villa di Umberto Morra a Sant'Angelo di Cortona. Moravia, scomparso nel 1990, a Cortona è stato in diverse circostanze. Il prof. Caldarone ci legge un passo del romanzo dove Moravia parla proprio di Cortona, mentre sale da Metelliano verso Cortona dove rimane straordinariamente stupito dalle mura di questa città. #tiLeggoCortona Professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui sia protagonista il patrimonio culturale cortonese. Testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica. Le foto che accompagnano la lettura sono di Duilio Peruzzi.
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La Tabula Cortonensis
📍 per il nostro tour a porte chiuse Paolo Giulierini ci presenta la Tabula Cortonensis #MuseiChiusiMuseiAperti⠀ 🚓 È il 1992 quando sette frammenti in bronzo iscritti sono consegnati alla caserma dei carabinieri. Rappresentano le tracce di un documento etrusco molto importante, una tabula, che di norma veniva esposta nei templi, a Roma nel Tabularium. 📜 Una tabula di cm. 50 per 30, scritta da due scribi diversi, i quali incidono trentadue righe nella prima faccia e otto nella seconda. 🍇 La tabula ci narra di un passaggio di proprietà tra Petru Scevas, l’olivario, che cede i suoi terreni (delle vigne presso il lago Trasimeno) e dei denari al gruppo dei Cusu. Questo atto viene fatto davanti a dei testimoni e al Pretore e si dice che copie dell’atto vengono depositate presso le dimore dei due contraenti, probabilmente le copie erano in papiro. 🗺 Compaiono nomi di gentes cortonesi molto importanti le cui tracce sono ancora ricordate nella toponomastica locale. 🖋 Nel 1800 fu trovato nella tanella di Pitagora un coperchio che, riletto alla luce della Tabula, ci fa capire cosa sta dietro questo atto, cioè una figlia di Petru Scevas è andata in sposa ai Cusu, quindi le gentes degli Scevas, famiglia arricchita forse grazie al commercio del travertino, della Val D’Orcia, si legano ai Cusu acquisendo dignità nobiliare facendo entrare nei ranghi dei Cusu, nobili decaduti di Cortona, la propria genia, in un certo senso questo fenomeno si ritrova in tutta l’Etruria del II secolo A.C. #MAECcortona #allaScopertadelMAEC
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La Tanella di Pitagora
in compagnia di Paolo Bruschetti, vice Lucumone dell'Accademia etrusca di Cortona, andiamo alla scoperta della Tanella di Pitagora, una delle tombe etrusche più suggestive del territorio cortonese.⠀ 📐 Si chiama così perché fu fatta confusione tra il nome di Cortona e il nome di Crotone: la città della Magna Grecia in cui Pitagora visse e operò. Si pensò che questa fosse la casa in cui Pitagora insegnava filosofia. 🏛 In realtà è una tomba etrusca costruita in età ellenistica che ospitava le ceneri di defunti appartenenti alla famiglia dei Cusu, una delle più note dell’orizzonte cittadino, i cui personaggi vengono ricordati anche nella Tabula Cortonensis. ⚱ È una tomba costruita con blocchi di arenaria, impostata su un basamento circolare, con una volta a botte, una camera sepolcrale nella quale vi sono dei loculi nei quali erano contenute le urne cinerarie.⠀ 🚪 Alla camera si accede attraverso una porta che era chiusa da due battenti, se ne vedono ancora i cardini nella pietra (in alto e in basso).⠀ 🌙 La copertura a volta era formata da grossi blocchi di arenaria che poggiavano su delle lunette davanti e dietro la tomba.⠀ 🌲 La sistemazione panoramica di questo sepolcro è avvenuta all'inizio del ‘900, circondato da cipressi, preceduto da un corridoio di siepi e alberi che danno al tutto un aspetto estremamente significativo.⠀ 🔍 È una delle testimonianze del valore culturale che alla città di Cortona ha sempre voluto dare l'Accademia etrusca che ne è proprietaria.⠀ ⠀ #MuseiChiusiMuseiAperti #MAECcortona #allascopertadelMAEC
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