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Villa Basilica, tra Storia e Radici Familiari

Benvenuti a Villa Basilica: un piccolo borgo toscano con una grande storia di radici familiari.
Introduzione
Villa Basilica, un piccolo borgo della provincia di Lucca, non è solo un luogo affascinante per il suo paesaggio e le sue tradizioni, ma un luogo di ritorno alle origini, di memoria, di connessione tra generazioni, come quella di Chiara. La sua storia si intreccia con quella dei migranti italiani e con un ritorno alle origini che attraversa secoli e continenti.
La Storia di Chiara e della Sua Famiglia
Chiara, giovane italo-brasiliana, è nata a Pescia e ha trascorso i primi vent'anni della sua vita tra i boschi incontaminati di Villa Basilica, un luogo che le ha trasmesso un forte senso di appartenenza. La sua storia familiare affonda le radici in un viaggio migratorio iniziato nel 1895, quando i suoi bisnonni, Giuseppe Tura e Assunta Bignami, umili contadini, con i loro figli Enrico, Annita, Ettore, Alessandro e Maria ( di anni 11, 9, 5, 3, 0), lasciarono Ozzano dell’Emilia, un piccolo paese vicino a Bologna per cercare fortuna come coltivatori di caffè a Vitória, in Brasile. A bordo del piroscafo Rosario, che partì da Genova il 12 agosto, attraversarono l’oceano in 23 giorni per costruire una nuova vita, insieme ad altri 561 immigrati.
Generazioni dopo, nel 1990, il padre di Chiara, Humberto, decise di intraprendere il viaggio opposto, tornando in Italia per cercare una vita migliore. All'età di 20 anni, grazie a conoscenze locali, si stabilì a Villa Basilica invece di tornare a Ozzano, segnando un punto di svolta simbolico per le proprie origini. Questo piccolo borgo è diventato il fulcro della storia familiare, un luogo dove passato e presente si incontrano e dove i discendenti possono riscoprire le proprie radici.
Cosa Vedere e Fare a Villa Basilica
Villa Basilica, con le sue case in pietra, è un borgo intriso di storia, tradizioni e bellezze naturali che vale la pena esplorare, che rappresenta la tranquillità della vita di un tempo:
- Chiesa di Santa Maria Assunta: Qui Humberto e Debora, i genitori di Chiara, si sono sposati, unendo simbolicamente le loro radici italiane e brasiliane.
- Sentieri Naturalistici: Perfetti per gli amanti della natura, questi percorsi si snodano attraverso boschi e paesaggi incontaminati.
- Tradizioni Artigianali: La lavorazione della carta e del ferro battuto è ancora viva e rappresenta un collegamento diretto con la storia del borgo.
- Feste e Gastronomia Locale: Le sagre paesane e i piatti tipici offrono un assaggio autentico della cultura e della convivialità toscana.
Un Messaggio per le Nuove Generazioni
Questo blog è dedicato a tutte le persone che vogliono scoprire Villa Basilica e le storie familiari di chi è arrivato lì da lontano, ma soprattutto, ai cugini di Chiara, Jady e Kairo, di 5 e 3 anni, affinché possano conoscere e tramandare la storia della loro famiglia. Villa Basilica non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di identità e appartenenza per tutte le generazioni future. Le radici della famiglia Tura, che si estendono tra Italia e Brasile, sono una testimonianza della forza della memoria e dell’importanza di scoprire da dove veniamo per capire chi siamo.
Guarda il Video: Il Viaggio della Famiglia Tura
Ti invitiamo a scoprire la storia della famiglia Tura attraverso il nostro video racconto, che narra ogni tappa del loro viaggio migratorio, dalla partenza da Ozzano, alla vita a Vitória, fino al ritorno a Villa Basilica.
Conclusione
Villa Basilica è più di un semplice borgo: è il luogo dove storie di migrazione e ritorno si intrecciano, offrendo a chi lo visita un viaggio nel tempo e nella propria identità. Il progetto “Radici Familiari” nasce proprio per preservare la memoria della famiglia Tura e creare un ponte culturale per le nuove generazioni, invitandole a scoprire e valorizzare le proprie radici. Villa Basilica, come simbolo di ritorno alle origini, rappresenta un senso di appartenenza che trascende i confini geografici e offre a discendenti e viaggiatori curiosi una storia che tocca il cuore e ispira ogni generazione.
Fonti:
Archivio Pubblico dello Stato di Espirito Santo, documentazione genealogica (1989).
Visite a Ozzano dell’Emilia effettuate dal padre.
Testimonianze orali del padre
https://imigrantes.es.gov.br/Imigra.aspx (sito del governo brasiliano per gli immigrati)
realizzato da: Lopes Chiara e Francesca Guidoni
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Un Mercoledì di fuga
Testo scritto da Chiara Lopes e Francesca Guidoni
In un grigio Mercoledì di Novembre, in #viaggio sul treno che collega Milano Centrale a Linate, Clotilde tiene sulle gambe Romeo, il suo bassotto arlecchino. Finalmente dopo tanto tempo si è decisa a mollare il suo lavoro in ufficio. Clotilde sta lasciando la #città, che ultimamente le faceva salire un profondo senso di angoscia. E’ cosi pronta; tiene in una mano il suo biglietto di sola andata direzione Tibet e nell’altra le sue due valige Rimowa argentate e Romeo. Clotilde è stanca di vedere sempre, ogni giorno, le #strade che la portano in ufficio. E’ stanca di salire ogni giorno sulla metro e pensare ad un modo per evadere dalla monotonia. Clotilde finalmente ha trovato il coraggio di conoscere la vera sé e di fare il viaggio che tanto sognava in ufficio tutti i giorni. Vuole andare in Tibet per ritrovare se stessa, rilassarsi e scoprire luoghi nuovi. Il Tibet la affascina da sempre, da quando da bambina guardava le vecchie foto dei suoi genitori in viaggio di nozze. Clotilde quelle foto le ha osservate cosi tanto che sono impresse nella sua #memoria, come se già potesse #conoscere quei luoghi.Dal suo sedile lato finestrino alza lo sguardo e vede in cielo gli #aerei che partono e arrivano da Milano. Freme al pensiero di poter finalmente realizzare il suo sogno.Dal vagone sente un suono strano, sempre più forte. Sembra un allarme. Clotilde apre gli occhi, Romeo è lì accanto a lei. Sono le sei di mattina e un’altra giornata di lavoro sta per iniziare.

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Ricette di famiglia: La semplicità d'un tempo

La pappa al pomodoro è un piatto che mi lega profondamente alla mia famiglia, soprattutto alla mia nonna, è una ricetta che ho sempre visto preparare a casa nelle occasioni speciali o durante le feste, specialmente nel periodo natalizio, ma anche nella quotidianità di tutti i giorni. Ad esempio, quando tornavo da suola e mi fermavo a pranzo dalla nonna, spesso mi riscaldava la pappa al pomodoro: calda, morbida e saporita come solo lei sapeva fare. Quando mangiavo lei sedeva accanto a me e mi diceva sempre che "da piccola non c'era altro, si mangiava altro che quella". Infatti, durante la sua infanzia e adolescenza, nel primo dopoguerra, la sua famiglia era povera, e non potendosi permettere cibi prelibati come carne o pesce, mangiavano in modo semplice, con le poche cose che avevano. La pappa al pomodoro infatti era un piatto anti spreco, povero ma gustoso, perché veniva preparato semplicemente con il pane vecchio e i pomodori.
RICETTA
Ingredienti: Polpa di pomodoro 800g, Pane casereccio 300 g, Acqua q.b, Aglio 1 spicchio, Basilico q.b, Olio extravergine d'oliva q.b, Sale fino q.b.
Preparazione: Per preparare la pappa al pomodoro, in un tegame scaldate leggermente l'olio, sbucciate l'aglio e tagliatelo a fettine sottili (se non lo gradite, potete usarlo intero in camicia e successivamente rimuoverlo). Fate soffriggere, poi versate la polpa di pomodoro e un po’ di sale. Fate cuocere dolcemente per un'abbondante mezz'ora. Intanto tagliate il pane a fette e dividetele a metà. Quando il sugo è pronto, allungatelo con un po’ d’acqua (la dose di acqua può variare a seconda del tipo di pane usato). Mescolate e immergete le fette di pane, spezzettandole se necessario in modo da inserirle tutte nella pentola. Premete leggermente con il mestolo. Coprite con il coperchio e lasciate riposare circa 15 minuti. Trascorso questo tempo il pane sarà ben ammollato e impregnato di sugo, aggiungete ancora acqua al bisogno e mescolate bene. Rimettete sul fuoco e lasciate cuocere dolcemente per altri 5 minuti o fino a raggiungere la consistenza desiderata: le fette di pane dovranno sfaldarsi completamente e creare proprio "una pappa". Spegnete il fuoco e regolate di sale, poi completate con un abbondante giro d'olio e qualche foglia di basilico. Mescolate bene e servite calda, tiepida o fredda!
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Foto del quadro riguardante il post "in viaggio"
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In Viaggio
Nella mia vita ho viaggiato abbastanza, quasi sempre con i miei genitori, che mi hanno trasmesso questa loro curiosità di scoprire l'ignoto. Il viaggio di cui vi parlo, riguarda appunto i miei genitori, che mi raccontano sempre del mio primo viaggio all'età di 3 anni in Brasile, la mia terra di origine. Di questo viaggio non ho ricordi personali poichè ero molto piccola, ma grazie a loro li sento nitidi nella mia memoria. Dalle loro memorie fotografiche e orali ho scoperto un mondo bellissimo e puro: luoghi che sembrano essersi fermati nel tempo e che hanno mantenuto una ricchezza unica sia di cultura che di risorse. Attraverso un associazione benefica hanno avuto la possibilità di visitare e scoprire i luoghi nativi dei popoli Indios che vivono nella foresta Amazzonica. Attraverso questo viaggio infatti, sono entrati in contatto con un Nuovo mondo, di cui sono rimasti affascinati. Questa esperienza gli ha permesso di conoscere lo stile di vita di questi popoli, le loro usanze, la loro economia, la loro alimentazione, i loro lavori, le loro mansioni giornaliere e la loro arte. Infatti, il souvenir di questo viaggio è stato un dipinto che ad oggi è incorniciato e appeso in camera mia. Il quadro rappresenta un tucano (uccello simbolo del Brasile) dipinto a mano da un artista Indios con dei colori naturali che vengono prodotti appunto dalle foreste dell'Amazzonia. Questo ricordo mi ha legata profondamente a quel luogo, tanto che il Brasile sarà la mia prossima meta di viaggio, per scoprire con i miei occhi queste radici cosi profonde che mi legano a quel luogo.
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Come stai?
Se dovessi descrivere questo periodo della mia vita l'unica frase che mi salta in testa è "tutto apposto e niente in ordine". Esatto, se mi chiedessero "come stai?" in effetti risponderei istintivamente "Tutto apposto", pensandoci bene però non c'è niente che sia veramente in ordine. La vita scorre e il tempo passa e io mi sento solo trascinata via dagli eventi e dagli accadimenti (anche positivi). Mi manca sentirmi ancorata al presente e in una situazione stabile, vorrei avere il controllo sul mio umore e sulle situazioni che mi circondano. Per fortuna però, le persone che mi stanno vicine mi danno ogni giorno un motivo per essere grata di dove sono ora e quello che ho fatto da sola, quindi mi faccio forza per affrontare ogni giorno le nuove sfide che si pongono sulla mia strada!!!! piccolo sfogo personale :)
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