mydarkinsideworld
mydarkinsideworld
My dark inside world
71 posts
all my life is here
Don't wanna be here? Send us removal request.
mydarkinsideworld · 2 months ago
Text
Ho un problema.
Mi sento incastrata.
0 notes
mydarkinsideworld · 11 months ago
Text
Come ci si fa a sentire accettati se ogni volta che si parla, si viene criticati in negativo?
0 notes
mydarkinsideworld · 1 year ago
Text
Come si fa a vivere la vita che vorresti quando sei incastrata in ciò che non vuoi?
0 notes
mydarkinsideworld · 1 year ago
Text
Mi sento intrappolata in una vita che non è la mia. Un lavoro che non posso lasciare per nessun motivo. L'università che non riesco a continuare.
La mia relazione va bene ma c'è un ma. La gente intorno a me, non fa altro che tessere le sue lodi. Lui è perfetto, lui è il santo, lui è colui che sopporta me. Io risulto sempre quella sbagliata, quella che tratta male. Lui il santo ed io la stronza. Questa cosa mi fa stare male e mia fa vivere male anche la relazione.
Le persone non capiscono che devono farsi i fatti loro. Anche perché tutti abbiamo difetti, c'è chi li maschera per sembrare perfetto e chi decide di mostrarsi a 360 gradi.
0 notes
mydarkinsideworld · 2 years ago
Text
Ho sognato uno dei precedenti ragazzi. Ho sognato che volevo stare con lui ad ogni costo. Qualche settimana fa ho sognato che mi dicesse di amarmi. Non so cosa pensare.
0 notes
mydarkinsideworld · 2 years ago
Text
Non ne capisco il motivo, ma ogni volta è un balzo in gola
0 notes
mydarkinsideworld · 2 years ago
Text
Vorrei non pensare di volere lui un giorno quando sarò più vecchia
0 notes
mydarkinsideworld · 3 years ago
Text
Tra me ed SC è finita da più di 7 anni. Ho scoperto che si è sposato qualche giorno fa e la cosa mia ha davvero fatto piacere. È davvero un capitolo chiuso, anche se a volte mi capita di pensare pensarlo.
0 notes
mydarkinsideworld · 3 years ago
Text
Mi sento morire
0 notes
mydarkinsideworld · 3 years ago
Text
Odio il mio corpo. Voglio cambiarlo. Ma mentalmente non riesco a fare cambiamenti.
0 notes
mydarkinsideworld · 3 years ago
Text
Mi sento a disagio con me stessa.
0 notes
mydarkinsideworld · 3 years ago
Text
Io ci penso, tu no?
0 notes
mydarkinsideworld · 5 years ago
Text
Volevo tanto incontrarti, avrei voluto fermarti e ringraziarti dal più profondo del mio cuore. Grazie per avermi ferita. Con te il mio cuore era imprigionato nelle tenebre anche se non me ne ero mai accorta. Mi hai frantumato il cuore in mille pezzi e per questo ti ringrazio. Hai permesso al mio cuore di rivedere la luce, hai permesso al mio cuore di amare, stavolta davvero.
0 notes
mydarkinsideworld · 6 years ago
Text
9-03-2015
Questa data la ricorderò per tanto tempo, ha dato il punto di svolta alla mia vita. Ha fatto in modo che io crescessi, ha fatto in modo che io diventassi “grande”. Questa data segna il giorno in cui mi sono trasferita a nella città in cui studio, avevo compiuto 19 anni da qualche mese e mi sentivo fiera di andare a vivere da sola ma anche spaventata. Quel giorno entrai in una struttura universitaria, avrei conosciuto tanti coetanei e avrei dovuto fare i conti con il mio carattere chiuso ed introverso, incapace di prendere l’iniziativa nel conversare con sconosciuti. Mi sentivo sempre inadeguata e fuori luogo qualunque cosa avessi in mente di dire o di fare, per cui anche se ero tra le persone, mi sedevo in un angolo in disparte e cercavo di farmi notare il meno possibile. Ma lì,in quella città, da sola, tutto questo non poteva accadere. Non potevo vivere giorni e giorni nella solitudine, purtroppo. Quindi sì, lì è iniziata la mia crescita, la mia evoluzione interiore. A volte però penso a me come ad un fiore e a quel luogo come il terreno che mi ha cresciuta ma… il fiore dopo esser cresciuto ed essersi sviluppato in tutto il suo splendore, appassisce. Ebbene sì, quella che ho considerato la mia seconda casa mi ha dato tanta sicurezza in me, forse anche troppa, tanto da farmi diventare una persona asettica e menefreghista. 
0 notes
mydarkinsideworld · 7 years ago
Text
25-11-18
Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. È proprio questo ciò di cui voglio parlare, ma non perché voglio “cavalcare l’onda”, ma perché è un argomento che mi tocca in prima persona. Quando si parla di violenza, si tende ad associarla ad azioni atte a ledere la fisicità di una persona. Certo questa è una forma di violenza più tangibile in quanto più visibile dall’esterno ma la violenza fisica, se non arriva ad estremizzazione, prima o poi passa. Una donna, o un uomo, che sono state vittime di violenza e che sono riuscite a superare quel momento buio, saranno concordi con me nel dire che ciò che non vogliono ricordare non sono le violenze fisiche ma quelle psicologiche. La violenza che ti uccide è quella che non ti fa vivere bene con te stesso. Uno schiaffo subìto provoca un dolore che con il tempo passa. Una minaccia provoca un disagio che resta. Vorrei raccontare una mia storia passata che fino ad ora non ho avuto il coraggio di fare. Non ho avuto il coraggio perché per me mettere tutto nero su bianco, significa rendere tutto reale ma vorrei che il tutto fosse stato solo un brutto sogno dal quale mi sono svegliata. Purtroppo, tutto ciò è accaduto e per quanto possa rammaricarmene, solo ora ho capito che la colpa di tutto ciò non è mia. Fino a qualche mese fa mi incolpavo, questo perché mi dicevo “se io non avessi fatto...”, “se io non fossi andata…”, “se io...”. La colpa non è mia, la colpa è di colui che fa violenza non di chi subisce violenza. Il mio incubo è iniziato nel momento in cui ho incontrato MZ. In precedenti post (“Finally over” e “is it the right time?”) accennai a lui e lo descrissi come “persona aggressiva” e dissi anche che era in possesso di un’arma. Con lui sono stata insieme forse 4 mesi ma mentirei se dicessi che sono stati solo quelli i mesi più brutti della mia vita. Prima di raccontare tutto devo scusarmi con i miei lettori, nel post intitolato “Virginity farewell” ho mentito. Quella non è la descrizione della mia prima volta fisica, quella è la descrizione della mia prima volta emozionale. Ma andiamo al sodo, vi racconto il mio incubo. Tutto è iniziato quando andai a casa di MZ per il nostro primo appuntamento. Come descritto in passato era aggressivo e aveva un’arma. Anche se devo ammettere che la sua era per lo più violenza psicologica. Vi racconto di quella volta che ho perso la verginità... Stavamo insieme, per così dire, da una settimana, lui sapeva che io fossi vergine ma se ne fregò di ciò che pensavo o volevo. Un giorno andai a casa sua, mi portò nell’appartamento comunicante nel quale non potevano entrare i controlli dei carabinieri poiché era intestato alla zia e lì mi presentò la sua “bella” pistola. Ricordo nitidamente quell’arma, lui che sfila e infila il caricatore per farmi vedere che era carica, a volte quel rumore lo sento ancora mentre dormo. In quel momento la paura mi pietrificò, ricordo alla perfezione la sensazione orribile che provai alla vista dell’arma, il senso di disagio che mi causava. La sensazione più brutta e la paura più grande l’ho vissuta quando quella pistola mi fu appoggiata sotto al mento. Quel metallo gelido… ancora oggi il solo ricordo mi fa sentire il nulla. In quel momento ero impotente di dire o fare qualunque cosa, in quel momento la mia vita era nella mano di una persona e un mio movimento sbagliato o una parola sbagliata, avrebbero potuto dargli l’input di premere il grilletto. In quel momento mi è passata tutta la mia vita avanti e ammetto di aver pensato solo ad una persona. Quel momento mi è sembrato durasse ore, ma credo fosse trascorso meno di un minuto. Finché lui esordì dicendo “se non mi dai la tua verginità, non ho paura a premere il grilletto”. Mi sono chiesta spesso “se gli avessi detto di no, lui lo avrebbe fatto sul serio?” non saprò mai come sarebbe andata perché decisi che era meglio dargli ciò che voleva piuttosto che morire. È stato così, sì è proprio stato così che ho perso la verginità. La mia prima volta è stata con un “uomo” che mi ha costretta e minacciata a fare tutto ciò che voleva. Il dramma più grande iniziò dopo. Non ebbi perdite ematiche e la sua ignoranza non gli faceva accettare che una donna potesse essere deflorata senza sanguinare. Iniziò ad insultarmi, a dirmi che ero solo una troia bugiarda e tante altre cose fino a che non riprese di nuovo la sua pistola. Lì ebbi ancora più paura, se la prima volta mi aveva minacciata perché voleva qualcosa, questa volta mi stava minacciando perché quella cosa non era come voleva ed era incazzato. Provai a spiegargli la realtà delle cose, fino a spiegargli dettagliatamente l’anatomia femminile pur di fargli cambiare idea ma lui quel pensiero non lo cambiò mai. Dopo il mio discorso lui abbassò la pistola e mi dissi che se volevo continuare la mia sporca e merdosa vita, sarei dovuta andare da lui ogni volta che voleva scopare altrimenti non avrebbe avuto timore a violare i domiciliari e a venirmi a sparare prima nelle parti intime e poi al cuore. Ecco come sono andati avanti i successivi quattro mesi fino al momento in cui arrivò il mio salvatore, SC. È grazie a lui se sono riuscita a fare in modo che MZ mi lasciasse. Sì perché sembra proprio tanto strano ma a detta sua, mi amava alla follia e non voleva lasciarmi andare per nessuna cosa al mondo. Io facevo finta di amarlo perché semplicemente volevo vivere. Quando MZ mi lasciò avevo un senso di malinconia perenne, non riuscivo più a gioire, non sopportavo che nessuno mi toccasse. Stavo bene solo insieme a SC. Dieci giorni dopo la chiusura della “relazione”, MZ mi ricontattò per chiedermi di ritornare insieme a lui. Io ovviamente non accettai assolutamente. Non avevo alcuna intenzione di ritornare in quell’inferno. Ed ecco che da quel momento iniziò il mio secondo periodo più brutto durato ben sette lunghissimi mesi. Ricevevo minacce ogni giorno, avevo paura di uscire di casa. Quando andavo all’università avevo una paura tremenda perché sia il pullman che il treno, attraversavano il suo paese. Non vivevo più. Non avevo più una vita sociale, i miei amici mi chiedevano sempre il perché non uscissi con loro e la risposta era semplice. MZ sapeva della loro esistenza e non volevo metterli in pericolo, non volevo che se la prendesse con loro pur di raggiungere me. Quei sette mesi li ho vissuti uscendo di casa il meno possibile e se lo facevo non andavo mai in giro. Ebbene sì, la mattina prendevo il pullman per andare all’università, al ritorno mi veniva a prendere mia cugina alla fermata e andavamo direttamente a fare allenamento e mi lasciava sotto il portone di casa. Sembravo una pazza ogni volta che uscivo dalla macchina perché correvo verso il portone pur di entrare in casa prima che mia cugina se ne andasse. Ogni tanto uscivo con SC ma lui che sapeva tutto, mi aspettava sotto casa e aspettava che chiudessi il portone prima di andarsene via. Quando uscivamo non facevamo praticamente nulla. Andavamo a casa di sua nonna che era partita oppure stavamo in macchina nel parcheggio di casa sua. Tutto è cambiato quel benedetto 9-03-2015. Mi arrivò l’e-mail che mi salvò la vita. Arrivò la notizia che mi avevano assegnato un alloggio nella città in cui studiavo. Lui non seppe mai del mio trasferimento ed io mi sentivo al sicuro. Non sapeva dove abitavo, non sapeva dove studiavo, non sapeva più niente di me. Iniziai ad andare in giro senza più dovermi guardare alle spalle, iniziai ad uscire di nuovo con i miei amici, iniziai a vivere di nuovo. Purtroppo però anche a distanza di quasi quattro anni dalla fine dell’incubo, ancora non riesco ad accettare alcune cose. Non riesco ad accettare di essere toccata senza il mio permesso se non da persone delle quali mi fido ciecamente. Questa è la mia esperienza e ringrazio SC e l’università per avermi aiutata. Da sola non sarei mai riuscita a venirne fuori. A volte mi chiedo “se gli avessi detto di no e avesse premuto il grilletto?” penso che le persone avrebbero detto “se l’è cercata, poteva non andare da lui”. È vero, avrei potuto non andare ma prima di farlo non sapevo che persona fosse, prima di farlo non sapevo che avrei messo in discussione la mia vita, prima di farlo non sapevo che da quel momento tutto sarebbe stato diverso.
6 notes · View notes
mydarkinsideworld · 7 years ago
Text
Help me... maybe
Non so per quale motivo, sono diventata intollerante nei confronti del genere umano. In realtà ho bisogno solo di una cosa, stare nella mia comfort zone e non essere disturbata. Non ce la faccio proprio a stare insieme agli altri. Voglio solo restare in camera mia, chiusa nel mio mondo, evitare di avere dialoghi con gli altri. Mi sembra sempre di essere io quella strana e anormale perché la penso sempre diversamente da tutti. Non riesco ad omologarmi alla massa e non voglio neanche farlo. Non c’è mai nessuno che mi apprezza totalmente, nessuno che concorda con me su qualcosa. Mi sento inadeguata. E lo ammetto, sono più le ore in cui penso di farla finita che quelle in cui riesco a far qualcosa di concreto. Non voglio ricadere nel tunnel oscuro di qualche anno fa ma non trovo nessun motivo per il quale non farlo.
0 notes
mydarkinsideworld · 7 years ago
Text
Non è l'albero a rinnegare il fiore, ma il fiore a rinnegare l'albero. Un giorno imparerò ad amare queste cicatrici, ancora aperte dalla lama rovente delle tue parole.
0 notes