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Questo immenso non sapere, Chandra Candiani
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Aleksandr Kusner
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Bulat Okudzava
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Le cose che ho dimenticato
Ho scordato di quando
mi vergognavo
e pisciavo nel buio
nel pitale
ed era come quando parlavo
il dialetto:
mi vergognavo
perché era il parlare della serva
la vergogna
per quell’aspetto rozzo
che non volevo
neppure in corriera
quando s’andava al mare
tutti insieme.
Ho scordato
che ho sparato a un gatto
che è andato a morire dentro un buco
in mezzo all’orto.
Che ho ammiccato
agli altolocati
ma a Finotti niente
neanche una parola
che non ce l’ho fatta
o forse non ci pensavo.
Ho dimenticato
persino i miei nonni
che passavano la domenica da soli
seduti sulla cassapanca
nella casa vuota.
E ho dimenticato anche mio padre
che se pure era un disgraziato
m’ha portato
una volta ch’ero bimbo
in braccio per quattro miglia
in cerca d’un bambolotto.
Ho dimenticato la voce
di mia mamma
che diceva
“Te e la puttana che t’ha messo al mondo”
ed è sciocco cercarla ora
nel buio delle stanze
sotto quegli specchi
che fan paura di notte
nei cassetti, negli abiti,
nei suoi occhiali
senza stanga,
e nella dentiera
dove resiste un segno
uguale al sangue
e che poi è plastica rosa;
un segno che sembra dire
che le sono stato lontano
per tutta la vita.
Nino Pedretti, Al Vousi
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Vincenzo Cardarelli
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Sibilla Aleramo
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Mariangela Gualtieri
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