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Aspetto, subendo ancor di più ciò che speravo finisse con la distanza.
Cancellare 25 minuti di scrittura.
Se dovessi spiegare il mio stato d’animo a parole, lo farei così.
Stando zitto, mettendo delle telecamere dietro le mie brutte orbite oculari, che in 17 anni di vita hanno visto fin troppo e sono stanche.
Spegnerei il telefono. Spegnerei le mani. Le gambe. La testa. Le orecchie. I pensieri. I sentimenti. I ricordi. Il cuore.
Spegnerei tutto di me stesso.
C’è un limite all’odio e al disprezzo.
Come c’è un limite all’amore e alla passione.
Io, non so a quale delle due appartengo.
Sono stato così sfortunato nell’essere felice.
E sono stato così felice nell’odiare.
Mentirei se dicessi di aver dimenticato tutto. Mentirei se dicessi di non voler provare più amore per la stessa persona. Mentirei se dicessi che non mi manca tutto quello.
Ma è ancora presto forse, e i gesti in assenza non aiutano mai. Sono sempre triplicati del proprio significato.
Se dovessi fare un reso conto, il fare cose di cui già si conosce le conseguenze, è una sfida contro se stessi e contro il proprio volere. Sopratutto se le conseguenze sono negative. Soprattutto se si sa la reazione alla conseguenza.
E io non so come reagire.
Se non ascoltando il mio cuore, che dice di ignorare mentre combatte con la testa che dice di lasciar perdere tutto.
Ascolto il mio cuore in questi casi, col cervello ho già creato abbastanza drammi.
Io che ascolto il cervello, perché col cuore mi sono già creato abbastanza segni.
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Altra merda su merda. È proprio vero che a certe cose non c’è un limite. Sta volta però me ne sto zitto. Ti odio in silenzio. Tanto non capiresti. Faresti le tue solite uscite del cazzo. E tornare indietro non mi va. Manco andare avanti se proprio devo dirla tutta. Speriamo che non leggi ste cagate, perché ora come ora mi darebbe fastidio. Darti il nome del blog...un altro stupido gesto fatto da un Mattia coglione cane di pecora. Ci odio.
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Sarebbe bello
Sarebbe bello incontrarci quando tutto finirà. Quando io non sarò più così, e tu abbia fatto di nuovo spazio per me nel cuore e scacciato un po’ di rabbia. Sarebbe bello incontrarsi per caso, rimanere da soli per caso e essere timorosi nel parlare, sarebbe bello ascoltare quel silenzio che alla fine, per noi varrebbe più di mille parole. Sarebbe bello entrare nella nostra chat, e iniziare a scrivere contemporaneamente, dopo chissà quanto, dopo chissà cosa. Sarebbe bello fidarsi l’uno dell’altro, senza temere le gesta in assenza dell’altro. Sarebbe bello poter credere a tutto ciò che si dice, senza riportare strane versioni. Sarebbe bello avere le palle di dire la verità, tutte le volte che si presenta l’occasione. Sarebbe bello iniziare a pensare, prima di agire, e prima di parlare, per ferirci di meno. Sarebbe bello convincerci che non c’è nessun tempo e nessun luogo che ci appartenga, ma nonostante ciò, costruiamo il nostro piccolo luogo col nostro poco tempo che ci rimane, dopo averne sprecato già a bizzeffe. Sarebbe bello se tutti questi pensieri non fossero nella mia testa, e che semplicemente ti lasciassi andare. Sarebbe bello fare l’amore sotto le coperte in inverno. Sarebbe bello restare vicini a scaldarsi, mentre ci sono infiniti/enormi fattori che ci raffreddano l’uno con l’altro. Sarebbe bello avere una relazione normale. Sarebbe bello baciarsi, ora e per sempre. Sarebbe bello se tutto ciò non si avvererà, trovare tutto ciò che amo di te, in un’altra persona. Sarebbe bello piangere. Ridere. Entusiasmarsi. Amarsi. Odiarsi. Si, anche odiarsi, perché senza “noi”, chi odia chi? Sarebbe bello se queste cose rimanessero nella mia mente a lungo, e soffocassero il desiderio di dimenticare. Soprattutto sarebbe bello lasciar scorrere. E sarebbe bello non soffocare nei tuoi stessi pensieri senza futuro, messi lì scritti senza nessuno che li legge, che li apprezza o che se ne prenda cura; i pensieri non sono mai troppo diversi dalla realtà di chi li scrive. E io, mi sto accorgendo che sono circondato da persone che stanno con me per quello che “faccio”, non per quello che sono. Sarebbe tanto bello ricominciare.
Sarebbe tanto bello non soffocare mentre si scrive.
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Fin dove vuoi
Questa sarebbe stata la frase che ti avrei detto, se mi avessi chiesto un po’ di tempo fa dove avrei voluto portarti. Sono del parere che le esperienze negative sono pur sempre esperienze, e non posso biasimarmi, alla fine tutto questo “schifo”(per sintetizzare tutto in una parola sola) mi è servito, e mi sta servendo. Avrei solo immaginato un finale diverso. Ho espresso più volte il mio parere, dopo i vari tentativi di riconciliazione. Non mi hai mai ascoltato. Sentire è ben diverso dall’ascoltare. Ad esempio ti dissi poco fa che ogni volta che ci appendiamo, anche se sono arrabbiato e vorrei fosse definitiva la cosa, non lo è mai. Tu invece speri che lo sia. Dando il massimo del tu peggio, ogni volta, anche quando ti spiego lettera per lettera cosa mi da fastidio. In ogni caso, se non possiamo stare insieme spero solo che col tempo le cose cambino. Perché io non ho mai detto di non volerti avere nel mio futuro, ho sempre detto che non mi hai saputo tenere. Lontani forse si dimentica meglio, ci dimenticheremo come amarci, ma appena ci incontreremo davvero, di nuovo, ci ricorderemo tutto, e forse da lì in poi inizierà la nostra vera storia. Sarebbe un lieto fine come quelli che si leggono in ste cagate su tumblr, ma le persone sono diverse. Io sono confuso. Tu sei testarda e dopo un solo giorno già cominci a dimostrare di nuovo il famoso “meglio del peggio”. Queste cose mi allontanano e non poco. Spero di non allontanarmi troppo, semmai ci dovessi riuscire. Tu aspettami se vuoi, che io di sicuro non ho mai avuto nulla. Ma sarebbe bello averti in un futuro lontanissimo. Sarebbe bello averti in un futuro non troppo lontano. Speramm ca faj a brav.
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Mi piacciono questi ormai momenti, che ho la notte.
Mi ricordano me, innamorato di te.
Ora però basta, tu non ci sei, e io devo concentrarmi su me stesso per cambiare.
Aspettami, che torno a prendere me, poi te, poi noi.
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ora vorrei averti qui come non mai.
so che ho detto il contrario,
queste cose non le provo dalla notte di capodanno.
ora vorrei averti qui come non mai.
che mi asciughi le lacrime o che piangi insieme a me,
che mi riscaldi o geli con me in questo letto stellato troppo piccolo per due ma troppo grande solo per me,
io so di essere sbagliato, di essere perso.
e non credo a mezza parola di queste puttanate incoerenti di tumblr.
ma se è vero che ci si salva da soli, aspettami in eterno, perché io senza di te perdo tutto.
e se invece è vero che da soli ci si salva prima, troviamoci dove ci siamo persi mesi fa, io sarò al solito posto, in ritardo, con un sorriso e delle labbra fredde pronte a baciarti tutti la notte.
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Io non so chi sono
i pensieri diventano lame,
le lame diventano lacrime,
le lacrime sfiorano il viso,
il viso che sta nelle mani,
quelle mani giganti rispetto alle tue minuscole, ma che poi alle fine non sono un granché,
quei dolori al petto che mi prendono quando forse capisco che è tardi,
quella sensazione quando capisco di essere irrecuperabile,
quella sensazione di schifo quando mi rendo conto di aver pensato davvero di voler morire perché non c’è soluzione,
quel controsenso che è in me che mi fa stare male la notte, ma che la mattina diventa di nuovo coerente con la mia mente.
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tamarro di merda
si coccrun m domandav c vulev fa ropp a scol, rispunnev semp “nun o sacc, non ho idee”, e accussi è, l’unica cos ca sapev è ca vulev sta cu te;
vulev sta cu te pcché ir l’unica cos ca me semp piaciut int a stu munn c cagn semp, e ij song o primm a cagnà;
vulev sta cu te pcché quann vrev int a na machin 2 nnamurat, ci immaginavo a tutt e duj tra cocc ann a fa ammor e inventann cocc bugij p nun scenn’r cu l’ata gent, p sta sul nuj...simm sfurtunat e nella peggior delle ipotesi rimanev’m sul nuj, ma nun m facev paur a solitudin, tant tnev a te;
mo ca me fatt piglià sti decision p colp e chell che fatt e me rimast stu vuot m’piett ca nun s vo chiur’r e nisciuna maner, vuless sape si coccos c’è maj stat over in te p me;
t’ess rat a vit int o ver sens ra parol, ess fatt tutt e sacrific ro munn p purtà annanz a na famigl cu te, invec mo nun teng genj manc e fa chell;
nun m capisc, sto diventann indifferent a tutt cos, però mentr scriv sti strunzat m s fann ancor l’uocchj lucid;
ij c crerev, e c sperav, tu nun è maj fatt nisciun e tutt e doj cos secondo me,
ma ormai è tard, tu è fatt chell c vuliv fa e ij agg fatt a cos chiu ovvia, sper ca un e chisti juorn m facc curagg e pigl na decision, pur si nun c vogl sta cu te accussi;
t’agg rat tutt chell c t putev ra e nun è bastat, do tutt me stess, nun m’arrenn maj ma si vec ca e cos nun vann buon, ij nun c pozz fa nient si nun rimane mal.
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Ricordi quando dicevo che dovevi evitare certe cose e che dovevi “cambiare”?
non lo dicevo perché ti volevo diversa,
lo dicevo perché miravo al futuro, ho sempre mirato a esso.
Non ho mai immaginato nulla riguardante il domani se non ci fossi anche tu ad influenzare il tutto, il minimo.
Non volevo essere cattivo e apparire come quello che non ti apprezzava, anzi;
proprio perché apprezzavo tutto di te, scelsi che da quel momento tu saresti stata il mio tutto.
Poi però il tempo passa, le verità vengono a galla, la gente cambia, le delusioni aumentano, e si rimane soli.
Soli nel vero senso della parola.
Tu se fossi in me ora che faresti?
Non saprei, probabilmente ti accontenteresti di qualsiasi persona pur di non restare sola, e io non sono così.
Ti sono grato per avermi fatto soffrire, ho capito chi sono.
Ti sono grato anche per avermi fatto aprire gli occhi con le tue bugie su chi avevo attorno, tutte doppie facce, finte, di porcellana.
Il futuro con te non me lo immagino più ormai, eppure ci ho scommesso sin da quando ero quello quotato over 90 e lui a 0,5.
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Ancora una volta sono stato più stupido del previsto,
tante cose non si spiegavano,
erano fatte di proposito secondo ciò che sentivo,
ora che ho capito la realtà dei fatti
nulla non ha senso
e il senso non ha perdono
il perdono, è nulla.
Avrei dovuto capirlo,
chi nasce tondo non può morir quadrato,
e i cambiamenti non sono mai così radicali come ci aspettiamo,
le possibilità svaniscono,
e la voglia di ricominciare con loro, passo dopo passo, errore dopo errore.
È frustante, sapere di non avere colpe.
Forse una ce l’ho:
averti amato troppo è una colpa? non averti lasciato andare nei momenti in cui te lo meritavi, è un colpa? aver trascurato i miei sentimenti per capire, scoprire e colmare i tuoi, è una colpa? aver chiuso ogni volta un occhio è una colpa? averti concesso di farmi del male un’ennesima volta, è una colpa? essere stato così stupido da non capire subito che tu non lo dimenticherai mai, è una colpa? essermi fidato di te, tanto che se mi avessi detto che il giallo diventasse arancione, all’ombra, t’avrei creduto e l’avrei urlato a chiunque avesse avuto le orecchie per udirmi, è una colpa?
...forse ne ho più di una
Aver messo troppe pietre sopra ogni cosa non fa di me una roccia,
sono pure sempre lo stesso,
stupido, sempre un passo indietro a tutti, incompreso, arrabbiato col mondo, innamorato.
E qui le giornate hanno sempre meno senso,
la voglia di vivere svanisce con le giornate di novembre al calar della sera.
Non posso fare altro che punirmi, per non avere colpe,
Non posso fare altro che punirmi, per avere tante colpe,
Non posso fare altro che punirmi, per averti incontrato,
e non posso far altro che scriver due frasi su un telefono,
senza mittente ne destinatario,
per cercare di sfogarmi un po’ con l’unica persona che mi sembra umana al mondo,
me.
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Vorrei che mi avessi amato come io amo te.
Vorrei averti trascurato come tu trascuravi me.
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Intrappolato tra i pensieri,
sfuggo alle tue braccia,
per un futuro migliore,
il passato è una minaccia,
e anche il presente a quanto pare.
E non so che fare.
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non impari mai.
Se tu fossi qui ora,
ti odierei come non mai,
piangerei tra i tuoi capelli dorati,
bacerei il tuo collo caldo,
ti odierei come Van Gogh odia il giallo,
però ti conserverei sempre un posto,
uno spazio,
un angolo,
un centimetro cubo,
poggierei la mia testa sul tuo petto,
piangerei ancora,
ma mi sentirei a casa,
e forse riuscirei a perdonare col cuore ciò che la mente non riesce.
Ma non è il momento adatto,
forse lo è,
ma non lo sappiamo.
Se davvero è finita, e un po’ di me (non) ci spera.
Non dimenticarmi, e impara dai tuoi errori.
Non impari mai, e forse avrei potuto accettarlo per una vita intera.
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Non mi cercare,
ma pensami.
Non mi amare,
ma restaci.
Non mi dimenticare,
ma piangi.
Tutto ciò che è stato, ormai è finito,
è dura da sentire, anche se provo così tanta rabbia e così tanto rancore da poter distruggere un paese.
Non ti arrendere,
ma non ci sperare.
Io sono sempre lo stesso,
e magari un domani ti potrei amare.
Per ora no,
forse,
ti posso solo odiare.
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