werewolf ; gryffindor ; fifth year ; beater ; werewolf ; lion ; fire
Don't wanna be here? Send us removal request.
nonchiamarmimacnamara · 3 years ago
Text
«Ti sei mai riascoltato quando parli alla radio?» posa le mani sui fianchi, poi ciondola la testa e gli si para davanti, quasi potesse bloccargli qualsiasi via di fuga semplicemente imponendogli il suo peso piuma davanti allo sguardo. «Immagino di no» un sorrisino a mezzaluna sorge spontaneo sulla bocca, sebbene sia poco credibile mentre combatte contro un paio di polmoni che arrancano ancora. «Quello che voglio dire è che sei un bravo cronista, questo sì. Ma manca il commento tecnico. Lo spiegone per gli imbecilli, quello che t’infila chicche di informazioni per infinocchiare gli allocchi»  « perché dovrei? » un sopracciglio che si alza, il capo che si piega appena, mostrando il suo scettismo. E si becca pure il dire successivo, e quei complimenti (!!) che gli strappano un sorrisetto soddisfatto e fiero, che però come compare va a dissolversi. Nel momento in cui gli viene detto che “manca il commento tecnico”; e lui va ad aggrottare le sopracciglia, con un piccolo cipiglio che si forma sulla fronte, segno che evidentemente sta pensando - strano. Ha pure distolto lo sguardo in tutto ciò, tornando a guardarla solo per quella piccola “mossa” finale, cogliendo però la frase nel suo intero. Un po` spaesato ancora, caccia fuori l`accenno di un sorriso nel vedere quel finto cenno deliziato, il tutto però oscurato da un pensiero, un dubbio, che gli si è fissato nella testolina « ma tu quanto ne sai di quidditch o B1? »  «Basti tu, per quello. Tu dici una roba come: e Goltraighe effettua uno Sloth Grip Roll per eludere i bolidi agli anelli, eccezionale! E io ti rispondo: hai proprio ragione, Sebastian. È come se il tempo si fosse fermato. Una menzione d’onore al suo balsamo per capelli!» //
«sarò pure il gramo, secondo tanti… ma qualcuno te lo dovrà pur dire. Stai su bolidi parecchi imbecilli, MacNamara» prende un bel respiro profondo, ma non ha nessun riguardo nel comunicare al Grifondoro la nota dolente della sua ricerca sociologica fra gli spalti. «Non ho mai visto tanta gente alzare gli occhi al cielo, rabbrividire, simulare conati di vomito e mandare a quel paese qualcuno come quando tu hai iniziato a parlare al microfono» una pausa doverosa, condita con un mezzo sorrisino e quella che potrebbe quasi assomigliare a una riverenza «a parte quando entro io in Sala Grande.»   « ma a me non frega un bolide » con le sopracciglia alzate. Non ha colto il punto del discorso, no. E finché avrà quel microfono, probabilmente, non lo coglierà del tutto. E non va a fare nessuna battuta, nessun ghignetto troppo furbo « e nemmeno a te dovrebbe fregare, comunque » in caso qualcuno se lo dimenticasse, ci pensa lui a portare una sana dose di menefreghismo. Detto con tutta la leggerezza del caso. «Beh è qui che sbagli. Un contro è non lasciare che queste cose ti tocchino, come faccio io» pugno chiuso, solo il pollice fuori dalla mano serrata – un dito soltanto che si preme sul petto, due o tre volte per ribadire il concetto «e un conto è fregarsene. Non devi fregartene, anzi» a volte si è Serpeverde per questo, e non per motivi più concreti o per un’innata antipatia nei confronti della vita. Differenze d’opinione, sguardi sul mondo completamente diversi. «Se pensano che io sia un gramo, allora sarò il gramo di ogni stramaledettissima partita»  « comunque per me è okay. » se lei fa la telecronaca con lui, facendo spallucce « cioè, non ho capito perché vuoi farla » farsi odiare in due? E la guarda appena interrogativo, salvo poi « però okay, grinzafico. Ci divertiamo » «Ormai è fatta non puoi tirarti più indietro. Socio» cerca la mano destra del quintino con la sua gelida e farebbe per stringerla in fretta, con la velocità febbrile di chi vorrebbe aggiungere qualcosa, ma non prima di aver siglato quel patto in maniera ufficiale. «Comunque ti devo insegnare due cosine, figlio di Godric. Ero disposta anche a corromperti… ci avresti guadagnato. Che peccato che ORMAI SIAMO SOCI» e non può più tirarsi indietro. Non se Agatha arretra, camminando a ritroso a velocità sostenuta per impedire a Sebastian di controbattere o, peggio, ritrattare. «CHE PECCATO, MACNAMARA»  « figlia di morgana » ma non realmente dispiaciuto, seppur serri le labbra e gli occhi, guardandola male - seppur ci sia sempre quel sorrisetto affilato a smorzare il tutto « tanto » e va a fare quel passetto verso di lei, anche più lungo, così da guardarla bene dall`alto al basso, in modo quanto più minaccioso riesca « pensi DAVVERO di poterm- » e se lei inizia a correre, lui dopo averla seguita in quei passetti non fa altro che seguirla. Con troppe energie in corpo e il giusto modo per sfogarle. Un sorriso da bimbetto stampato in volto, di chi forse si sta divertendo più del dovuto, andando ad urlare - a scapito del suo stesso udito - un « TANTO MICA C`HAI NIENTE DA POTERMI DARE, MORGANELLA » e no, non è psicologia inversa, non è così intelligente. E proverebbe pure ad acchiapparla, se riuscisse effettivamente a raggiungerla o ad avvicinarsi.
13 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
«Hai rovinato tutto»
Tumblr media
« - stai di nuovo male »
« io non starò mai meglio. Non posso guarire. » è un sussurro, il suo. Andando a trattenere appena il respiro e facendosi man mano sempre più piccolo, avvicinando le gambe al proprio busto e piegando appena la schiena in avanti.
« è… è una cosa grave? » in un tono che se voleva essere neutrale nelle intenzioni, è ampiamente sporcato da un qualcosa di molto simile a un misto tra preoccupazione e paura della risposta stessa.
« mh » qualche secondo e finisce per stringere i pugnetti forte, scaricando poi tutta la tensione in quello che è un gesto brusco e impulsivo: la schiena che va a sbattere all`indietro. Stringe i denti e le labbra, e pare non riuscire ancora a rispondere alla domanda. Le manine ora in grembo, con l`elastico che finisce tra le dita e lo sguardo abbassato su questo. E sono istanti lunghissimi che passano, sia soggettivamente che oggettivamente parlando. Istanti nei quali va a fare dei respiri lenti, calcolati, il petto che si alza e abbassa mentre sembra stia quasi prendendo consapevolezza di quello che andrà a dire. « sono un Mannaro » così, di botto. Che appare serio e appunto razionale, così tanto che sarebbe impossibile pensare che possa star scherzando. Pronunciato con una certa fretta e ad un tono basso ma estremamente chiaro, e ci vuole qualche attimo in più per far sì che il suo stesso dire arrivi al cervello con conseguente reazione. Nemmeno la guarda con la coda dell`occhio, e qualsiasi cosa succeda « io » il respiro che va a farsi più veloce, con quel dolore acuto al petto e il tremore che prende tutto il corpo. La vista che va ad appannarsi e la schiena che torna a piegarsi un poco in avanti, forse per nascondere quegli occhi che diventano prima rossi e poi lucidi, o solo in un gesto - ancora una volta - istintivo « mi dispiace Meg » detto in un affanno, andando ad appoggiare la mano a terra mentre le gambe cadono come un peso morto, lateralmente. Apparendo ora come se gli mancasse realmente il respiro.
Svuotata. Inerme. Senza alcuna parola formulabile. Occhi che si sgranano e nocche che impallidiscono per la forza con cui si è aggrappata ai suoi stessi pantaloni. Non dice nulla. È dopo qualche istante che semplicemente inizia a scuotere la testa. No. Il volto impassibile e la testa che non sembra voler cessare di muoversi. Quelle scuse le arrivano come un eco lontano, nonostante Seb sia a qualche centimetro da lei. Non dice nulla. Non ancora. Per lunghi istanti, mentre nella sua testa rimbombano quelle tre parole, in un loop infinito e senza un vero e proprio senso. Senza che assumano davvero il significato che hanno. « No » secco. Ecco tutto ciò che ha da dire dopo un tempo troppo lungo. No. Non è possibile semplicemente. « Non è vero » dura nel tono, e anche nel volto, che rimane fisso davanti a sé, senza il minimo accenno a voler guardare il ragazzo. Anche se la serietà altrui non può essere fraintendibile, Maegan sarebbe capace di negarlo a vita. Perché semplicemente non può essere un Mannaro. Non Sebastian.
Lei dice che non è vero e lui pare stufo delle sue stesse bugie. E i pugni si stringono, le palpebre calano e « E` VERO » arrabbiato, lo urla, seppur ancora dia le spalle a Meg. La stessa che comunque riuscirà a vedere - o almeno sentire - il pugno sbattere per terra, seguito da un girarsi di scatto, verso di lei. Finendo seduto sulle ginocchia, di fronte a lei, incastrando il suo sguardo in quello altrui - se possibile « è vero » ad un tono ora leggermente più pacato, seppur il corpo intero fremi di rabbia e di voglia di spaccare qualcosa. Il respiro che si mantiene veloce, gli occhi arrossati e lucidi, seppur ancora riesca a trattenere le lacrime. « sparisco una volta al mese Meg. Sto di merda per l`Antilupo prima e dopo per la Muta. E` vero » le sputa in faccia la verità in una parlantina veloce ma sempre chiara, preso però da quelle emozioni estremamente amplificate dalla Piena, insieme all`impulsività alla quale probabilmente si pentirà di aver dato corda. Un peso sul petto che gli spezza la voce, rendendola appena tremolante « questi » e si indica le nocche arrossate, quei piccoli graffi « sono perché non riesco a gestire la rabbia » mordicchiandosi con lo stesso nervosismo il labbro inferiore, ma tenendo lo sguardo puntato in quello chiaro di lei; pretendendo pure, in qualche modo, che questo venga ricambiato. « i graffi del mese scorso, quelli sul braccio, erano per la Muta. Il caldo » e alza una mano, mostrando il palmo sbiancato, lì dove ci sono solo i segni delle unghie che ha infilato poco prima « sempre colpa dell`essere un Mannaro. » andando a deglutire, con il petto che ancora si alza e abbassa troppo veloce. E con le mani che riprendono a tremare torna ad abbassare lo sguardo « se non fosse vero non lo direi »
« STAI ZITTO » urlato, mentre gli occhi si fanno lucidi nel giro di un secondo. Le mani che vanno alle orecchie, e gli occhi che vengono strizzati forte, mentre si concentra semplicemente sulla respirazione.
Non pone chissà quale attenzione all`altra finché non è quell`urlo ad arrivargli dritto in faccia. A zittirlo davvero, a far sì che tutta la sua attenzione vada ora su di lei, bloccandolo a favore di un andare ad osservarla. E il tutto è come un coltello dritto nello stomaco. Fa più male vederla così che sentire quelle che sono le sue colpe. Con il respiro che torna ad essere irregolare, più veloce, mentre le lacrime seguono quelle di lei. I pugni stretti mentre si allontana appena, andando a sedersi e mettere distanza tra i due, quasi avesse paura di farle un ulteriore male.
Gli occhi azzurri cielo, hanno assunto una sfumatura più rossastra, e due grandi lacrime solcano le rispettive guance. « Tu » e un piccolo singhiozzo la interrompe « Tu- mi hai fatto innamorare di te » e se queste sono le parole più dolci che abbia mai riferito al Quartino, il tono è carico di dolore e rabbia. « E’ passato un anno Sebastian » dal loro primo momento alla Rimessa. « IN UN ANNO NON HAI MAI TROVATO UN GRAMO DI MOMENTO PER DIRMELO? » ed ecco altre lacrime che cadono inesorabilmente, ma non sembra abbia finito di parlare. « MI HAI INGANNATA PER UN ANNO » e questo se possibile lo urla ancora più forte. « Sei un cazzo di mannaro » e questo lo dice quasi in un sussurro, come se dovesse ripeterselo ancora un volta per metabolizzarlo meglio. « Sei classificato come Creatura Oscura dal Ministero e non ti sei nemmeno preso la briga di farmelo sapere? »
Parole che fanno male, seppur non quanto gli procuri dolore vedere l`altra in quelle condizioni. « io - » ed è troppo difficile proseguire, con quelle lacrime che continuano a scendere, il respiro mozzato, qualche singhiozzo mentre il dolore allo stomaco aumenta man mano. Un dolore acuto alla testa nel sentire tutti quegli odori, i rumori, il suo cuore battere come se dovesse uscirgli dal petto e la nausea che prende posto insieme a tutto il resto « non volevo. Non volevo farti del male. Io te lo giuro Meg. »
« LO HAI FATTO PERO’ » le hai fatto male, anche se non volevi. « COME TI SEI PERMESSO DI AVVICINARTI COSI’ TANTO A ME?! ». Il tempo di raccogliere per lo meno lo zaino, e lasciando sul pavimento di pietra piume e bigliettini vari, ed eccola pronta ad uscire dal casotto, che è diventato troppo stretto. Passi svelti, e pesanti, ma è all’uscio che si blocca, mentre le lacrime scendono. Ancora e ancora. « Hai rovinato tutto »
I'm the newest member of the broken hearts club We hate every little thing about the people that we love
17 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
[H] « Intanto ringrazio Cheryl per conoscermi così bene da avermi regalato dei baby draghi » nel fare un occhiolino divertito alla sua CO-HOST « e voi altri per non aver detto di no alla vacanza migliore della vostra vita » con una punta di sarcasmo particolarmente pungente, per quanto bonaria « nonostante tutto » in loving memory of l’assalto al binario. Quindi cheers amichetti, bevete prima che Nat’alja torni e vi costringa personalmente. Heaven e le sue guance arrossate – a causa del falò lì accanto, ovviamente – di certo non ci pensano due volte a svuotare la sua tazza di iced tea. « E come da tradizione » annuncia con voce particolarmente squillante nel farsi passare il suo piattino di torta da CHERYL e scambiando con lei un’occhiatina di intesa, prima di lasciarle continuare la frase e renderla nota anche a chi gli Amanatidis non li conosce bene quanto lei. Tradizione che non perde tempo a mettere in pratica quando prende con le mani il suo pezzo di torta e lo spalma letteralmente in faccia a LIO accanto a sé. Il secondo pezzo, soddisfatta del lavoro fatto CHERYL (#spoiler), lo prende direttamente dalla torta – sempre con le mani, sì – e dopo essere salita col ginocchio sul tavolo per avvicinarsi a lei il più possibile, lo spalma in faccia ad ALEXA. Il tutto ovviamente molto in fretta, cercando anche di scappare dalla vendetta di LIO nel mentre.
[C] Lascia la parola alla FESTEGGIATA, e la ascolta osservando tutti i presenti. «Anche perché in caso contrario mi sarei offesa.» Se non si fossero presentati a casa sua, ecco. Però insomma, chi avrebbe rifiutato una vacanza in Grecia? Lei no di certo. Bicchiere di miscela speciale alla mano, aver cantato la canzoncina di rito, aiuta anche a tagliare la torta e a metterla nei piattini. L’espressione che ha in viso è piuttosto preoccupante ma, alla fine, per cosa? La prima che viene servita è HEAVEN, ma i piatti giungeranno a TUTTI i compagni. Si riallaccia alle parole della BIONDA, mentre afferra il proprio piattino. «Casa Amanatidis vi ringrazia. Buon proseguimento di serata!» E afferra quindi il pezzo di torta con le mani, spalmandolo sul viso di DOROTHY, seduta alla sua destra.
[C] Lei inclusa ed è per questo che il lato b si sposta leggermente indietro su quel telo e lei minaccia chiunque le si avvicini -« Non ti azzardare! Ho un dolce e non ho paura di usarlo » uuuh, che minacce serie stasera. Fa quasi paura…ah no. Comunque sia, non attacca ma è pronta a difendersi. Peccato che lei la volesse solo mangiare quella torta.
[D] Ecco che un piattino è super pronto per la povera CORNELIA che si sorbirà - forse, se non saprà difendersi a dovere - un colpo in piena faccia inaspettato e un conseguente sorrisetto soddisfatto, ma pur sempre sporco di torta. Dopo un finto sguardo carino però il suo piano malefico va avanti e si accosta a LIO, reduce di guerra proprio come lei. In realtà non servono molte parole, a parte brevi sguardi: uno verso la torta che tiene lui in mano, uno verso la propria di cui si è appena rifornita, ed infine proprio la FESTEGGIATA. E se il Serpeverde accettasse l`alleanza con quello sguardo d`intesa che 007 ci fa un baffo, DOROTHY partirebbe all`attacco, ovunque HEAVEN si trovi, cercando di coordinare il suo colpo con quello di LIO per regalarle una graziosa doppia torta. «Buon proseguimento anche a te.» Occhiolino incluso.
[A] «Ma che gramo fai!» no, non ci interessa che è una tradizione, ti sembra il caso di sprecare tutta questa torta? Ma poi, nonostante la non-simpatia che nutre verso la SERPEVERDE non può fare a meno di scoppiare a ridere, che è comunque la festeggiata quindi glielo concediamo, e il mood della serata è un po` troppo allegro per prendersela a male per una cosa del genere. «solo per stasera, Hazaar» e prendilo come regalo di compleanno. Insomma, per stasera pace, poi domani ci ammazziamo. Vedendo la situazione prendere piede trai compagni, si unisce, ovviamente, anche lei, afferrando un pezzo della sua torta con le mani e, non si sa con quale coraggio e per quale miracolo divino -sarà la miscela speciale-, il suo tentativo sarebbe rivolto verso SEBASTIAN, alzandosi all`impiedi e sporgendosi dall`altra parte del tavolo per schiaffargliela in piena faccia, per poi andarsi anche a giustificare «se non posso lanciarti incantesimi, ti lancio le torte» facnedo spallucce, e poi portarsi un dito sporco di torta alla bocca perchè, dai, almeno assaggiamola
[L] « Tu... » soffia fra i denti, potendo finalmente tentare di ripulire alla bell`e meglio le ciglia e riaprire gli occhi senza rischi, per identificare HEAVEN appoggiata al pianale ligneo e cercare di approfittare della postura poco comoda(?) della bionda per allungarsi in avanti col busto e afferrarla saldamente –ma senza stringere eccessivamente, per non farle male– dalla caviglia, sventando la fuga imminente. Ci prova. Se l`offesa dovesse riuscire, cercherebbe anche di tirarla all`indietro, per riportarla sul telone e chiamare aiuto. « Vogliamo condividerla la tradizione? » Alla HAZAAR. La tradizione dell`alto tradimento, visto il sarcasmo che si premura di esternare con quel nuovo sogghigno smaliziato che si stampa in faccia. Niente di personale, ma «TORTA QUI!» Un po` in generale, o a DOROTHY magari, verso cui lo sguardo scuro migra, trovandosela giusto lì vicino e armata di tutto punto. E beh, il resto è storia.
[S] Peccato che nel fare il tutto sia finito vicino al tavolino abbastanza da farsi colpire da ALEXA. Con lui che nemmeno se lo aspettava, quindi la prima cosa è un`espressione sorpresa, un lieve alzare le sopracciglia nell`inquadrarla veloce. La ascolta ed è il scetticismo a prendere forma, con un solo sopracciglio che rimane alzato e le iridi che vanno a squadrarla in quel giudicarla. E tiene gli occhi puntati su di lei, andando ovviamente a recuperare il catalizzatore con nonchalanche - che non ha dimenticato, no - per iniziare a giocherellarci, passandoci invece il braccio opposto contro il faccino con tanto di smorfia da bimbo sensibilino. Torna poi a guardarla, alzando appena la bacchetta (sia mai non l`avesse vista) e con un sorriso sprezzante « un`ottima idea » con tanto di labbra che vanno a distendersi nel dire in quella che sembra quasi una minaccia, le fa pure l`occhiolino. Ah sì, guarderemo pure HEAVEN poi per dirle ad un tono più basso « ma perché c`è lei? » con tutto lo schifo del caso sul volto, sì.
[H] « Bagno? » chiederebbe poi alla sua CO-HOST, per prima, rimettendo l’interrogativo anche a TUTTI gli altri mentre si versa un’altra tazza di iced tea sorprendentemente ed incredibilmente euforica, nonostante la sua estetica “rovinata”.
Tumblr media
19 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
Durante la mattinata di sabato 13 Marzo 2077 | Scale
Tumblr media
Un grande caos è esploso per i corridoi e per le scale più prossime al secondo piano durante la mattinata: pare che un cospicuo gruppo di studenti abbia organizzato niente meno che una partita al famoso nascondino, creando del momentaneo scalpore e qualche lamentela per il disordine lasciato tanto negli studenti nei paraggi che nei quadri e fantasmi di zona. Alcuni studenti del sesto anno giurano di aver sentito Pix, particolarmente colpito, dire nelle ore successive che non vedeva così tanto baccano dai tempi dei gemelli Weasley.
A partire da Sebastian McNamara che ha volato direttamente alla tana a cavallo della sua scopa rischiando di tagliare qualche testa ed arrivando fino alla presunta organizzatrice, Maegan MacGillivray, che è stata vista fare lo slittino per le scale mentre rincorreva, bloccata da catene, un improbabile trio formato da Wesley Hilliard, Cornelia Harris e Corine Flanagan, il gruppo di gioco era alquanto disomogeneo ed articolato. Particolarmente rilevante, anche se non ai fini della partita, è stata la presenza della prefetta Alyce Gray che, insieme al suo gatto, ha tenuto sotto controllo la situazione e lasciatosi sfuggire sotto le zampe due studentesse più piccole, Blythe Quinn e Liusaidh Campbell. Un grande duello, invece, pare essere avvenuto nei pressi della Sala Trofei, da cui sono usciti malconci Cecilia Ballentine e Dominic Murphy, ricorsi fino all’ultimo da Yara Lynch. La primissima giocatrice che ha salvato la pellaccia è invece stata Alexa Knox che, dopo essere sfuggita dalle grinfie di Cheryl Roberts al costo di qualche punto sul pannello dell’amicizia, ha raggiunto la tana solo per ritrovarsi con una mano incastrata dentro la porta dell’Ufficio dei Prefetti e dei Caposcuola. E se non si tratta di karma, si tratta dello zampino di Niall OGallagher e delle sue rune. Insieme al serpeverde, di guardia al secondo piano sono rimasti anche Bentley Jones e Tarquin MacTavish, alle prese con una sospetta scia di lumache gommose. C’è chi dice che anche Beatrice Perisher e Victoria White abbiano partecipato, anche se le due secondine si sono volatilizzate per tutto il tempo della sfida, riapparendo magicamente ai loro tavoli durante il pranzo. Fonti con amicizie ai piani bassi infine riportano che a Gisty, uno degli elfi delle Cucine, sia venuto quasi un infarto quando due studentesse, Priscilla Howard e Blythe Wharton, si sono scontrate nel tentativo di raggiungere la tana per prime, l’una come nascosta, l’altra come cercatore. In ultimo, ma non per importanza… pare che le grida di vendetta di Jonas Grayhare, imbozzolato ed incollato al pavimento dell’Aula di Incantesimi come lo spuntino di un’Acromantula, risuonino ancora oggi per i corridoi.
21 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
1 marzo
[La mattina del primo Marzo, un gufo viene recapito a Sebastian. Fra le zampe, oltre ad una copia del suo articolo per l'Eco del Corvo -in modo che ci sia una ulteriore spiegazione del perché di quel regalo- porta uno scatolino scuro, in pelle, circondato da un nastrino dorato, con impresse le lettere EDR -le iniziali del padre della ragazzina, che s'è occupato della realizzazione del regali; inoltre, una lettera, chiusa in una busta bianca e sigillata da una ceralacca lilla. Al suo interno, si trova un bigliettino che profuma intensamente di lavanda e cannella.]
AMBRA
Tumblr media
Questa pietra ha il potere di trasmutare le energie negative in energie positive. Ma, oltre questa grande facoltà, è usata come calmante di tutto il sistema nervoso. L’Ambra inoltre amplifica le proprie predisposizioni e capacità intellettuali. In generale si pensa che questa “pietra” possa agire su tutto il nostro corpo purificando le nostre energie infondendoci un profondo senso di calore. Questo fa sì che il nostro corpo sia sempre protetto da eventuali malanni.
Ciao Sebastian, ho scritto un articolo sull'Eco -come puoi vedere- e ho pensato che l'ambra ti si addicesse particolarmente. Cheryl
[ E’ un piccolo foglio di pergamena a venir passato a Cheryl tra i banchi. Solita calligrafia disordinata: ] Non ho capito perché mi hai regalato qualcosa ma grazie, mi piace Seb p.s. e comunque le mie capacità intellettuali non possono essere meglio di così
2 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
13 Febbraio
[ come promesso arriva un gufo nel pomeriggio. Nessun biglietto, né altro. Solo una busta con tre foto magiche. Nella prima Meg e Seb che sorridono - con addosso corrispettivamente la felpa dei ww e il cappello dei tornados - mentre il grifondoro va a molestare il fianco della ragazza con una manina, perché sì. Nella seconda invece il cappello è scomparso (e pure il fiocco bellissimo), solo la felpa sembra che non venga proprio toccata. Il tentativo è “farne una divertente”, e se per Meg significa fare una faccia scema, per Seb significa va caricarsela in spalla proprio come ha fatto durante la camminata nel Passaggio. Ed è proprio questo che viene catturato dalla foto: Seb che la solleva con quel super fisico (!) e Meg che scoppia a ridere. La terza foto, invece, ritrae solo Maegan. Un tentativo (un po’ malriuscito) di far provare a Seb la macchina foto: quando però il Grifondoro ha scattato Meg stava ancora spiegando il tutto. Ma non appena comprende che la foto sta per essere scattata, ecco che si apre in un largo sorriso - anche se forse un pochino impacciato. Sempre nella felpa un po’ troppo grande dei WW ]
Tumblr media
10 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
La guarda dall`alto al basso e « ora devi farmi vedere quanto sei carina con la felpa » scusateee? E probabilmente si accorge dopo delle sue stesse parole, visto quella contrazione della fronte che viene corrugata per qualche istante.
Ma è all’affermazione di lui che sgrana un po’ gli occhi e deve proprio trattenere una risata, data l’espressione confusa del terzino stesso. «Allora» e nel dirlo inizia a togliersi lentamente il mantello «Mettiamo in chiaro che io sono carina con tutto» e lo dice proprio convinta «e poi ricorda:» e ora va ad appoggiare il mantello a terra con non curanza (come se non fosse sporco e polveroso..) « non me la vedrai mai più addosso» e ora finalmente mostra la tanto amata felpa rossa dei WW aprendo le braccia, e con tanto di giravolta su stessa.
Con la nomina di molestissimo che si merita, torna ad accorciare le distanze, andando quindi a fermare la giravolta e piazzare le mani lì sui fianchi, in particolare ad altezza del girovita con le dita che vanno a sfiorare in un tocco morbido la schiena, così da poter portarsela ancora più vicina mentre abbassa la testolina, allungandosi appena per sussurrarle all`orecchio « tanto lo so, che la metti per dormire » con un sorriso furbo che va ad alzare gli angoli delle labbra mentre se ne torna a vederne eventuali reazioni. Non che lasci chissà quanto tempo prima di avvicinare le sue labbra a quelle altrui.
Tumblr media
12 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
più originale
Non si annuncia né altro, si limita ad appoggiare le manine sul muretto e con un piccolo slancio atletico si mette al fianco del Grifondoro, in piedi a sua volta e pronta a morire (!!) con lui nel caso qualcosa facesse un Impulsus. «è finalmente arrivato il giorno in cui posso svolazzare da sola con la tua scopa?» con quel tono sarcastico di chi sa che l`altro non si fida a farla volare in solitaria sulla sua preziosa creatura, o di chi non vuole andarci veramente da sola – forse.
da (non) bravo cavaliere quale (non) è si limita a seguirla con gli occhi mentre si mette al suo fianco, sempre con un sorrisetto furbo stampato in volto, che non è ben chiaro cosa pensi. E torna a sua volta a rivolgere il capo verso il lago nero, sbuffando una risata dal naso a quel dire « no » correggendola con tono bonario, in quella che è una premessa « è arrivato il giorno in cui non facciamo i Troll e scendiamo in scopa » Ed un sorriso va ad allargarsi sul suo volto, fiero della propria idea mentre la adocchia con la coda dell`occhio
« ti fidi? » con tanto di sopracciglio che va ad alzarsi mentre ruota il capino per puntare i suoi occhi in quelli di lei, non distogliendo più lo sguardo.
I loro occhi si incastrano in quella domanda che per un attimo la azzitta. Un attimo che dura poco, dato che quando gli va a toccare il fianco con la mano libera annuisce con la testolina, in un chiaro sì, che però non lascia le sue labbra, che si piegano in un semplice sorriso per quel contatto ritrovato. 
 «Daiiii, andiamo!» e indica pure la scopa con tutto l`entusiasmo del caso
In ogni caso, dopo essersi messo scopa tra le gambe, occhialini sugli occhi e sentire quel tocco sulle sue spalle va a facilitarle il compito di posizionarsi abbassando appena la scopa, alzando la parte più avanti e sussurrando un « nanetta » perché deve pure vantarsene, di quell`altezza, tutto divertito e compiaciuto delle sue stesse parole.
Stringe un pochetto le gambette sul manico, mentre le braccia vanno a circondare la vita del Terzino in quel abbraccio da dietro, che la mette molto meno a disagio rispetto all`ultima volta. «Andiamo?» e lo dice in un sussurro udibile solo a loro due
Ghigno furbo e via, stabilita la traiettoria - diretta verso la Rimessa delle barche - con un gesto veloce va a portare tutto il suo peso in avanti in quella sorta di imprevedibilità che lo caratterizza, schiacciandosi verso il manico con il petto e stringendo gomiti e ginocchia as usual. Una semi-picchiata che segue la gradinata, seppur ad una quota molto più alta.
Quando si appiattisce al manico, va semplicemente a stringere Seb un po` più forte con le braccia in un gesto involontario e a chiudere un pochino le gambe sul manico, sempre con quell`aria felice sul volto che l`altro non potrà vedere, ma che è sempre lì.
Man mano che si abbassano la schiena va a drizzarsi, così da creare attrito atto a farli rallentare, arrivando su quel lato della Rimessa che si affaccia sul Lago. E con un gesto un poco più brusco finisce per strattonare il manico lateralmente verso quel posto famigliare. Non si abbassa abbastanza però, preferendo rimanere a un mezzo metro da terra, con i piedi che nemmeno volendo potrebbero sfiorare il legno. Certo, potrebbero benissimo scendere pure da lì - il legno è ad un mezzo metro - ma non sembra nei piani del Grifondoro che forse quell`abbraccio da dietro vorrebbe goderselo un po` di più, andando quindi a staccare la mano dal manico, e in un deja-vu va a sfiorare le dita altrui in un tocco delicato, appoggiando il proprio braccio su quello di lei.
Tumblr media
Quel mezzo metro da terra non viene colmato dalla Corvonero, che non ha alcuna intenzione di scendere da quel manico di scopa, o almeno per il momento, nonostante non capisca a pieno le intenzioni dell`altro. È solo quando quest`ultimo va a sfiorarle le dita, che trattiene per un attimo il fiato d`istinto, irrigidendosi forse di un poco. Ma inaspettatamente, non si limita a subire quel contatto, va invece a muovere delicatamente le dita come volerle intrecciare in quelle altrui, o almeno ci proverebbe. Per poi sussurrare un semplice «Grazie» che in quel luogo così silenzioso verrà udito più forte di quanto siano le intenzioni. Un grazie pieno di dolcezza, che dalle piccole labbra della MacGillivray esce di rado. Un grazie che è dal giorno del suo compleanno che aspetta di pronunciare. 
E lui non perde un secondo ad assecondare quel suo movimento andando ad infilare le ditina tra quelle di lei e stringere un po` più forte. E coglie quel “grazie” in tutto ciò, e con un respiro profondo va a socchiudere le palpebre, dilatando appena le narici e gonfiando il petto. E gira il capo, osservandola ora con la coda dell`occhio, regalandole a sua volta un sorriso grato - mordicchiandosi pure il labbro, quasi dovesse trattenersi dall`allargarlo - senza però aggiungere altro. Ovviamente in tutto ciò la manina non è stata mollata, e va a tenerla ancora quando piega il busto in avanti e piegando il manico in avanti con l`aiuto di una sola mano, seppur assecondi il tutto con il proprio peso ed un allungare le gambe verso quel legno che finalmente raggiugono.
Torna con i piedini a terra, mollando la mano dell`altro solo nel momento in cui lo fa lui per primo, portandosela lungo il fianco. E quando il Grifondoro si gira, lei non si allontana: alza un po` la testolina – dati i centimetri di differenza – e torna a dei sorrisi a lei più famigliari, infatti davanti al ghigno dell`altro un sorriso malandrino è quello che le increspa le labbra.
Va a girarsi verso la Corvonero con le braccia che si incrociano sotto il petto e andando a stabilire una distanza che - se lei non si allontanasse - rimane minima « devi trovare un modo più originale, per ringraziarmi davvero » quasi non gli fosse andato bene quel “grazie”, con quell`accenno di divertimento e le labbra piegate - faccia da schiaffi - va a lanciarle una sfida.
Va ad alzare le sopracciglia, e sbuffare divertita dal nasino prima di « te lo devo dire più forte?» che magari non ha sentito bene – tipo. Mantiene quell`aria un po` scettica e molto falsa, ma non avanza altre proposte.
Le braccia ancora incrociate al petto, e non sembra piacergli quella risposta che fa scuotere il capino, gli occhi portati al soffitto arricciando appena le labbra quasi fosse offeso « mica sono sordo » toh, come prima risposta a spezzare tutta la magia - stendiamo un velo pietoso « e ho detto più originale, comunque » mica di ripeterlo (!!), e sembrerebbe pure serio - nel tono lo è, quando puntualizza - ma le labbra ben presto si distendono in un sorriso bonario, andando in un tocco veloce a sfiorarle la punta del naso con il proprio indice
Le tocca il nasino, e lei lo arriccia d`istinto con un sorrisetto che però un po` sbiadisce mentre cerca effettivamente un modo più “originale”. Aggrotta un po` le sopracciglia, storce lievemente la boccuccia verso destra e rimane un attimo così – pensierosa. E anche un po` panicatina, perchè non sa bene cosa dire, o fare. «Organizziamo un altro piano?» e lo chiede un po` incerta, perchè non sa se sia esattamente questo quello che attendeva il Terzino. «cioè – organizzo io e poi lo facciamo insieme» e così si pareggiano i conti. Il tutto pronunciato con quel tono interrogativo di fondo, di chi è confusa.
Quel suo uscirsene così, in fin dei conti, gli fa sbuffare una risatina; e a quel “organizziamo un altro piano” va a staccare la presa delle braccia, infilando una manina nella tasca. Comunque accenna pure con il capino, distogliendo lo sguardo e « ci sto » lei organizza e lui asseconda « anche se » e alza un ditino, l`indice « io ho sempre quel posto da farti vedere » accennato in un bigliettino. . Ah sì, e quel ditino sollevato va ben presto a raggiungere il suo fianco, andando ad infilarglielo lì in quel punto più sensibile a qualsiasi persona soffra il solletico « comunque » e l`altra mano va sulla sua vita per non lasciarla andare, prendendo poi a muovere le ditina ed accorciando appena le distanze in quella presa di chi non la farà scappare facilmente « non sei stata abbastanza originale » la sua motivazione - scusa? - per quella vendetta, e che sia divertito è palese da quell`espressione di chi trattiene a fatica le risate.
Sussulta quando il dito di quest`ultimo finisce nel punto del fianco sensibilino e assume quel broncino fintissimo – un po` troppo famigliare. Ma nemmeno il tempo di reagire a quel piccolo contatto che si avvicina ulteriormente prendendole la vita e iniziando a farle il solletico. Reazione prevedibile: Meg inizia a dimenarsi e ridere ad alta voce, cercando con le sue manine di staccare quelle altrui «SEEEEEB» urlato, ovvio «DAIIII» e tutto tra risate che proprio non riesce a risparmiarsi. «MA COSA VUOI CHE FACCIAAA» e il tono è anche un po` lamentoso – nel possibile visto che è molto impegnata a dimenarsi ed evitare quella tortura.
Va ad appoggiare lo sguardo sul suo volto per scorgerne la reazione e sorrisetti vari mentre le mani non la lasciano andare, un sorriso di chi è felice e particolarmente spensierato al momento; e gli urletti li coglie tutti perfettamente nonostante non sembri farlo, visto che per altri secondi infiniti lui continua, seppur ad una certa - smosso da non è chiaro cosa, forse un incrociarne lo sguardo o l`impulsività che si accende - vada ad arrestare il movimento di una manina. Il palmo aperto che tenterebbe di andare contro quello di lei, nello stesso intreccio di prima che stringe e sembra quasi tirare verso di sé.
È solo quell`andare a cercare la mano di lei che fa bloccare il tutto. Non reagisce, in un primo momento, fa passare lo sguardo a quell`intreccio con ancora l`ombra del sorriso dato dalle risate. Lo fissa, per un attimo perchè non ha ben capito come siano finiti lì. Si blocca per un attimo. Sposta gli occhietti su quelli di Sebastian, nel tentativo di incrociarne lo sguardo.
Tumblr media
Un`occhiata a lei mentre proverebbe ad accorciare ancora le distanze, e mentre una mano rimane intrecciata quella opposta va ad appoggiarsi sulla mandibola. E` tutto molto veloce ma comunque delicato, per niente irruente e pronto - in caso - a fermarsi, se lei dovesse volerlo. Le iridi vanno ad abbassarsi sulle labbra altrui per un momento breve, mentre colma quella poca distanza tra lui e lei, piegando il capino lateralmente e chiudendo gli occhi. Le labbra che vanno a premere delicatamente contro quelle di lei schioccando il bacio più innocente della storia che ha comunque la facoltà di fargli tingere le guance di rosso, trattenendo appena il fiato mentre il cuore ha iniziato a battere un poco più veloce.
È un attimo, ma che per la Secondina paiono degli interi secondi, in cui va semplicemente ad alzare un pochino di più la testa verso l`altro, in una specie di tacito permesso. Chiude gli occhietti, forse un pochino più forte di quello che si dovrebbe fare normalmente, ma senza ritrarsi o altro mentre riceve quel casto bacetto. Il tutto dura poco, ma la regia dice che dura il giusto, visto che il cuoricino di Maegan sembra star esplodendo dato il ritmo che si fa sempre più forte e le guanciotte già belle rosse. Nonostante l`imbarazzo va a cercare lo sguardo di Sebastian, con quegli occhietti un po` sgranati e sorpresi dalla piega del tutto, senza però mollare ancora la manina intrecciata alla sua. E apre anche la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiude, arrossendo ulteriormente e non sapendo bene cosa dire.
E va a staccarsi, aprendo piano gli occhietti e cercandone immediatamente gli occhi mentre piano un sorriso addolcito va a piegargli le labbra, soprattutto nel notare quell'arrossire altrui - il suo, in confronto, si intravede appena e va già scomparendo. La manina lì sulla mascella va a muovere di un centrimetro il pollice sulla guancia altrui in una semi carezza, non allontanandosi nemmeno troppo nel sussurrare « ecco, questo era più originale »
17 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
Quello che abbatterebbe il castello a suon di pugni.
[...] « Lo vuoi capire che ci sono persone che stanno di m**da se tu stai male? Se ti trascuri? Se ti fai punire? Se fai l`imbecille e fai credere agli altri che non vali tempo, pena e sforzo? »
Tumblr media
« E non mi piace quando non ci parliamo. »
« nemmeno a me » ... « però non mi piace nemmeno discutere »
« Discutiamo perchè tu t`ingrami sempre con me, per un motivo o per l`altro. » ... « E perchè fai finta che non te ne freghi nulla quando alla fine t`importa eccome. Anche se giochi a fare il duro e grinzafico. Quello che se ne frega di tutto e tutti. Quello che abbatterebbe il castello a suon di pugni. » sounds familiar, Sebbie? « Beh, in sto castello ci sono anche quelli che ti vogliono bene, testa di Ricciocorno Schiattoso. »
12 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
non essere come loro
«Sei un Troll» esce dalle sue labbra, diretto e secco.
« lo so » senza tentennare un attimo, gli occhi fissi in quelli di lei e l`espressione che non muta da quella colpevole
«mh» è l’unica cosa che dice in un primo momento, con gli occhi ancora incastrati in quell’espressione colpevole assunta dall’altro. Si porta un ciuffo di capelli dietro l’orecchio senza alcun bisogno apparente, e torna con le iridi chiare alla pergamena maciullata.
Forse vorrebbe smuoversi, dire qualcosa, seppur ora come ora opti ad un silenzio abbastanza raro, tra loro. E` forse per quello che pesa così tanto? Quell`udito sensibile che scorge solo i vari rumori della natura che coglie con una certa immediatezza. Fa pure un respiro un poco più profondo andando a dilatare le narici, aspirandone l`odore famigliare.
Torna in quel mutismo per un pochino ancora, con quelle sopracciglia aggrottate che le formano una piccola rughetta d’espressione sulla fronte, e si mordicchia a tratti l’interno della guancia. « è una giornata del gramo »
Non ci mette più di due secondi a rispondere, d`istinto « che è successo? » chi deve picchiare? Perché la guarda ora molto più serio, salvo poi andando a stringere le labbra « cioè » cioè? Abbassa lo sguardo, un piccolo dubbio palesato da quel cipiglio che assume « vuoi parlarne? » 
«Devo dire all’infermiera che ci sono ancora due Troll in giro» e quindi ecco che strappa di nuovo con più foga un altro pezzettino «anche se non guariranno mai, perché sono nati tassifessi» e il collegamento logico fra le due cose non esiste, ma per lei è una teoria proprio esatta. Va quindi ad appoggiare la testa contro il muro, puntando gli occhietti su quelli del Terzino «Tu però non essere come loro» un Troll.
A quel dire successivo poi, quella sorta di richiesta « mi dispiace » essere stato Troll, con quella sincerità pura e gli occhi che non vengono distolti da quelli di lei.
Fa spallucce dopo le scuse di lui e dice quasi in un soffio «Forse anche a me»… «ceh… non so se mi dispiace dispiace» va a mordicchiarsi per un attimo il labbro inferiore in quello stato confusionale – as always – di bambina problematica che con le emozioni fa proprio fatica. «Non per tutto» ma tutto cosa? «Però mi dispiace non esserci parlati – tipo» Le è dispiaciuto non parlare con lui, o forse sarebbe più corretto dire che le è mancato parlare con lui. Ma la correttezza lessicale la lasciamo per quando sarà pronta a dire certe cose ad alta voce. Adocchia l’elastico che lui inizia a torturarsi e il lato destro della boccuccia si alza verso l’alto formando una piccola fossetta sulla guancia corrispondente.
Tumblr media
11 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
Colpa dei Troll
« non litighiamo mai più »
« ti voglio bene Heav »
Un sentimento ricambiato, quanto evidente, quello di non avere alcuna voglia, tantomeno intenzione di lasciar andare la stretta che le sue braccia reggono salda intorno al collo ed alle spalle altrui, piuttosto la rafforza quando sente Sebastian ricambiare il suo abbraccio e stringerla a sé a sua volta. È un altro sussurro quello in cui viene fuori un « anch’io » di getto, quasi la sua lingua si fosse mossa prima che le sue sinapsi avessero il tempo di connettere. « Ti voglio bene » qualche secondino dopo, con calma nonostante il battito accelerato ed il respiro appena affannato, ma sincera.
Tumblr media
« È stata tutta colpa della malattia » e dal modo in cui lo dice, chiaramente sentito, ci crede sul serio « nulla di tutto quello sarebbe successo se non fosse stato per quel Troll. Non abbiamo capito e non ci siamo capiti » mordendosi per un attimo l’interno di una guancia, un po’ titubante « siamo stati stupidi ed affrettati, in tutto. Non è stata colpa tua » nel caso si fosse sentito così, dopo la loro ultima discussione. « E neanche colpa mia, solo dei Troll » annuendo silenziosamente alle sue stesse parole con i movimenti del capo, quasi per convincermene da sola.
« non volevo fare così, lo sai. »
11 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
Scommessa.
« Come sono andate queste vacanze? » ... « Non deve essere stato facile, con i tempi che corrono, quella notte in particolare »
L`espressione va a distendersi, un velo di tristezza in quell`annuire piano « no, appunto » non è stato facile, stringendosi ulteriormente nelle spalle nello spicciare quelle due parole con un tono estremamente pacato, continuando a mordicchiarsi il labbro interiore « comunque grazie, per gli zuccotti »
« Mi dispiace » afferma, ed è sincero. Abbozza un sorriso a quel ringraziamento « figurati, ho pensato potessero aiutarti... alcune delle persone che amo di più al mondo vivono nella tua stessa situazione » afferma, cauto calmo. « Te lo dico perchè tu sappia che puoi parlarmi di quel che ti turba... se vuoi, naturalmente » precisazione doverosa, anche perchè non è che Seb esattamente lo ami.
[...] Va a fare un sospirone per poi sputare velocemente un « lei è un Mannaro » fissando gli occhi su di lui solo ora, parlando velocemente ma non per questo meno convinto o che, con tutta l`impulsività che va a sfociare solo dopo in un « vero? » 
« Immagino che questo metta fine alla scommessa »
[ La mattina dell'8 Gennaio un barbagianni consegnerà al Mannaro una semplice busta. Dentro, un foglio di pergamena con una grafia disordinata e stretta, a tratti quasi indecifrabile: ] Ciao Gregor, puoi tenerti il tuo grinzafico secco e prestarmi quella cosa tua, ho vinto Seb p.s. grazie per aver detto a Thingread di non fare quell'incantesimo là
{ La mattina del 10 Gennaio, Sebastian riceverà un pacco voluminoso durante la colazione mattutina. Il pacco è avvolto da carta d'imballaggio classica di un marrone sbiadito e conterrà la Firebolt d'ordinanza dei Wigtown Wanderers del 2067, non la più veloce, ma sicuramente la Firebolt S3 ancora si difende sul mercato. Sul manico ci sono gli intarsi e i colori delle Mannaie e una doppia WW ad indicarne lo stemma. La saggina è perfettamente pettinata e argentea, mentre le staffe sono rosso sangue } Questa è Haruka. Trattamela bene, te la sei guadagnata. Ehi, è un prestito, me la darai quando ne troverai una più Grinzafica! Ne dubito, ma sai com'è...spero che lo sforzo sia valso lo zellino. E in bocca al Gramo, pulce. Greg
10 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
sei carina con la frangetta
Tumblr media
Lui si limita ad arrestarsi sul posto ad una certa distanza, aspettando che lei lo veda a sua volta mentre un ghignetto va a piegargli le labbra; solo ora tira fuori le mani dalla tasca ma solo per incrociarle sotto il petto con lo sguardo puntato su Meg, la spalla che va ad appoggiarsi al finestrino sostenendone il peso.
«Mi stavi aspettando?»
« Ti piacerebbe »
Si posiziona proprio di fronte a lui nella stessa posizione, appoggiandosi al finestrino con la spalla, braccia incrociate al petto e con un faccino quasi in attesa di qualcosa. Tipo dei complimenti. E infatti lo guarda con quell’aria furbetta di chi non parlerà fin quando non le verrà detto ciò che si vuol sentir dire.
Come non avesse già avuto il tempo di notare quella frangia oppure l`outfit più curato del solito, e la guarda con un sorriso furbo a sua volta, il sopracciglio che si alza come se avesse un qualche dubbio su ciò che lei sta aspettando - sì, sta facendo finta (male) di non aver notato nulla. Ed è pure abbastanza palese, visto che quella frangetta la adocchia.
«Daiiiii Seb! Dimmi quanto sono grinzafica con la frangia!!!»
« La frangetta? » spaesato, vagando con lo sguardo fino alla fronte di lei «ooh» falsissimo « super grinzafica! » facendo un`espressione incredula a tanta meraviglia, la bocca che va pure a spalancarsi, palpebre ben aperte e le sopracciglia alzate. Vabbè, manco a dirlo è ironico e sì, la sta prendendo un pochino in giro
Lui ha pure il coraggio di fare ironia e quindi lei sbuffa pure. «Tanto mi hanno detto tutti che sto benissimo!» quindi il tuo parere non conta se è negativo. «e poi mi sta bene» e rincara la dose perché fa bene all’ego.
(…)
« comunque » così, a caso « io non ho capito una cosa »
«cosa?»
Sguardo in avanti ma il tono rimane tranquillo, come stesse parlando del tea delle cinque « cioè, tu fai tanto la femmina gnégné non mi toccare gnégné » e le sta facendo il verso, seppur al momento sia troppo serio per fare pure la vocina e anzi, si stringa un po` nelle spalle « però non ho capito, se scherzi o che » questi grandi dubbi che lo attaglianano, e visto che tra pensiero e bocca non c`è filtro « cioè perché secondo me tu fai finta » e qualcuno aveva un dubbio su cosa ne pensasse lui? No? « però tu sei str- » si blocca « cioè » una manina a passare tra i capelli, spallucce « quindi? » quindi che? Lui la scruta con lo sguardo, cercando di acchiappare qualsiasi piccola reazione.
Ovviamente non lo guarda, se non con la coda nell’occhio e subito sta zitta. Non dice niente nemmeno quando le fa il verso. È un po’ rossa sulle gote e si sta torturando il labbro inferiore ma dopo alcuni istanti parla «ehm» cioè ci prova dai «io non sono… abituata» al contatto fisico «cioè nessuno mi…» tocca? Abbraccia? «cioè hai capito» e magari no, ma okay. e ora lo sguardo vetta su Seb in maniera un po’ più insistente e capisce che non può più tergiversare. E quindi «nonmidafastidiochelofacciatu» tutto d’un fiato e magari nemmeno si capisce «solo che… devo farci l’abitudine» e fa spallucce. 
Si limita a guardarla mordendosi un po` l`interno del labbro, un`ombra di un sorriso a quel suo arrossire seguito da un piccolo cipiglio che però è solo una contrazione, prima dell`annuire silenzioso. Ha capito? Gli occhi si incrociano e lui va ad arricciare il labbro, quell’espressione confusa in cerca di qualche spiegazione. E` all`ammissione però che compare un sorrisetto felice felice, mordendosi il labbro a trattenere un sorriso che sennò sarebbe too much per i suoi standard. E vabbè, compie quel passo che li divide facendo ben capire le sue intenzioni, cercando - Meg permettendo - di portarsela contro petto con un solo braccio in un mezzo abbraccio che durerebbe quanto lei vuole - poco, coff coff. Niente di che, il tempo di andare a fare un sospiro un poco più profondo, inalare l`aria dilatando le narici e riconoscendo quell`odore che, diciamolo, gli era mancato. Abbassa la sua testa sui capelli altrui, la stringe a sé contro il petto, la mano sulla sua nuca ma sono solo un paio di secondi, lasciando che si allontani quando preferisce e non costringendola a nulla. Quando si allontanerebbe un guardarla un`ultima volta con quel sorriso che boh, cosa significa « sei carina, con la frangetta » ah, ecco. Lasciato così, in mezzo a loro, prima di ricominciare ad incamminarsi come non fosse successo nulla.
20 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
 « e questo è per te!!! » e quindi – finalmente – gli porge il biglietto giallo dotato di lista dei buoni propositi.
lista dei buoni propositi di Sebastian: - iniziare a tifare Tornados ⁃ continuare ad essere un buon aiutante negli scherzi e cose illegali se no Meg non mi considera più ⁃ far provare a Meg la mia scopa tutte le volte che vuole ⁃ smetterla di frequentare serpi maledette ⁃ non ignorare Meg perché la mia vita senza di lei è troppo noiosissima ⁃ smetterla di toccare Meg (e anche tutte le altre ragazze) ⁃ scoprire nuovi posti segreti e cose grizafiche con Meg - non fare il solletico a meg
[ Ed infatti Meg potrà poi notare un altro foglietto più piccolo color rosa e in una calligrafia - disordinata - quanto più simile a quella di Meg (ma chiaramente dal pugno di Seb): ]
Lista buoni propositi di Meg Mag MacC MacGilivray:
1. Fare più giri in scopa con Seb
2. Ammettere che Seb è il migliore
3. Fare tanti bagni con Seb perché è assolutamente la persona più divertente che io abbia mai conosciuto
4. Fare meno la faccia offesa con Seb anche se mi fa ridere troppo
5. Fare sempre il tifo per Seb, soprattutto al Quidditch anche quando va contro i Corvonero
6. Dormire alla Dragonviola con Seb
7. Smetterla di far finta che mi faccia schifo quando Seb mi tocca
8. Far perdere la coppa delle case ai Corvonero perché sono tutti secchioni antipatici (e far vincere Seb e i Grifondoro perché lui è il più bello)
13 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
[ Un pacchetto giallo con sopra un fiocco blu. All'interno Seb troverà la loro foto fatta in dragonviola in una cornice nera e semplice: ]
Gira la macchina fotografica con l’obbiettivo puntato verso di loro che hanno i faccini vicini vicini e « okay tra tre secondi eh » e infatti un forte « click » è ben udibile dall’oggetto. Meg sorride e basta, niente facce buffe. E subisce pure quel dito sulla guancia con uno sbuffetto divertito. Una foto favolosa. « poi te ne do una copia! »
A quei tre secondi conta uno, conta due e con la mano che non è impegnata a toccarle la guancia con fare molesto va a punzecchiarla sul fianco, così da farle il solletico che così su quella foto ci sarà un po` di disagio e un po` di quel sorriso caruccino di lei quando ride. Bene, ora che ha rovinato la foto lui è contentissimo e « sii! »
9 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
« tu mi hai ignorato »
Tumblr media
E quindi entra quasi di corsa nel luogo speciale e subito fa scattare la testa verso il solito posto in cui lui si siede. « Sei qui » e le esce come un sospiro di sollievo. e si azzarda pure a fare un piccolo sorriso, nella speranza che venga ricambiato.
"Sei qui" e lui va a fare spallucce ed arricciare le labbra, alzando nel mentre la testolina un poco. Sono movimenti lenti i suoi, compreso quell`accennare con il mento al posto lì vicino a lui, in un invito silenzioso ad avvicinarsi.
Non rompe quel pesante silenzio. O almeno, non subito. Fa scorrere ancora un po’ di secondi, che però a lei sembrano minuti interi. « … non ho capito » cosa non lo specifica, perché probabilmente se glielo chiederà nemmeno saprà dare una risposta sensata.
 « nemmeno io » schietto e freddo, lo sguardo che rimane puntato davanti a sé. Va a far scivolare le braccia attorno alle sue gambe in un semi-abbraccio, lasciando così l`incrocio e girando la testolina verso Meg, con il labbro che continua ad essere morso; stringe le labbra e « io non ci ho capito un ca**o » puntandole gli occhi addosso, con quel tono freddo e con una piccola nota di tristezza, come le stesse richiedendo qualche sorta di spiegazione.
Deglutisce lievemente e poi fa intercorrere altri secondi di silenzio, perché non sa cosa dire. Lo guarda e basta in quel tempo, cercando di fargli capire che lei non è a suo agio a parlare così e di queste cose « non ho capito cosa è successo sta mattina… » e non solo quello « cioè poi dopo mi hai ignorata tutto il tempo pure a pranzo » perché no, niente sguardi complici come sempre. « … ho sbagliato qualcosa? » e si mordicchia un po’ il labbro inferiore, perché tutte queste parole sono una fatica pronunciarle.
« tu mi hai ignorato » un tono che non lascia trapelare chissà cosa se non una freddezza che con tutta probabilità è pure volontaria; e si mordicchia il labbro ancora, il capo rivolto in avanti e lo sguardo perso davanti a sé. 
« ma noi ci ignoriamo sempre quando siamo con altri » e questo lo dice con la stessa freddezza di lui nella voce. Lo sguardo sul Secondino si posa per un attimo, con quasi un’aria accusatoria, ma dura poco, visto che poi torna a guardare il muro.
« non è vero » la smentisce subito, schietto e impassibile « noi non ci ignoriamo. I biglietti? Gli sguardi? » eh, quelli non significano nulla, Meg? Perché per lui significano ed è chiaro, il tono ancora più duro e che si è alzato un poco, come la stesse effettivamente accusando in quel cercare di incrociare lo sguardo altrui - rimanendo freddo, con la mascella stretta « io quelli che ignoro non li guardo, non gli scrivo » e non gli sorride, coff. Va a serrare le labbra dopo averle sputato quelle parole con una nota evidente di rabbia, deglutendo prima di concludere che « faccio come hai fatto tu questa mattina » il tono stanco e la testolina che va ad appoggiarsi al muro dietro di sé, lo sguardo puntato davanti a sé, il capo sollevato.
« Ce li scambiamo di nascosto. » e ora anche lei fa emergere quella rabbia che è dalla mattina che sta cercando di contenere, senza nemmeno sapere il perché sia in quello stato « nessuno lo sa » e assottiglia anche un po’ gli occhi, perché non sarà lei a interrompere quel contatto visivo. 
« nessuno lo sa » le fa eco « però.. » però? Ma nulla, non sa bene cosa dire e boccheggia un paio di volte, evidentemente in difficoltà, finendo solo per serrare le labbra e mordere l`interno di queste. [...] In fin dei conti però è quella domanda ad importargli veramente, la stessa dove da` per scontato più del dovuto a quanto pare, e con una pazienza che nemmeno gli appartiene « perché mi hai ignorato? » sincerissimo e forse con un po` di insicurezza che palesa andando ad abbassare le palpebre e fare un respiro un po` più profondo, come se dovesse mantenere la calma. Iridi di nuovo su di lei « se non vuoi parlarmi quando ci sono gli altri è okay » va a staccare le mani dalle gambe per infilarle nelle tasche, andando a stringersi nelle spalle « ma tu non mi guardavi proprio, Meg » 
Alla confusione aggiungiamo quella rabbia latente che cova da ore e il risultato non è dei migliori. Perché se lei lo guarda impassibile, lei non riesce a non trasmettere tutto quello che sente attraverso gli occhietti azzurri che ormai sono fissi su quelli di Seb. « però » e lo ripete quasi con uno sbuffo ironico. C’è sempre un però no? e quello del Grifondoro è la sua fidanzatina Serpeverde, o almeno nella testolina di Meg è così. L’occhiata confusa la coglie e ci rimane così male che sposta lo sguardo altrove. Perché a lei sembrava di essere stata chiara fino a quel momento, e aver dimostrato quello che sente per l’altro. attraverso ogni sguardo e ogni “bigliettino stupido”. Però poi è lei quella confusa a quel “perché mi hai ignorato”, una confusione che si tramuta in vero e proprio disagio quando le fa notare che nemmeno lo guardava. E figurarsi se lo guarda. Lei deglutisce un paio di volte e poi apre pure la boccuccia, ma non esce niente. Non subito almeno. Respira un pochino più profondamente, come se si stesse preparando ad andare in apnea. 
« io voglio parlarti sempre » 
anche quando ci sono gli altri, e così facendo svia la domanda scomoda sì, perché è chiaro che non ha intenzione di dover ammettere ad alta voce cose che non ammette nemmeno a se stessa.
Va ad incupirsi a quello sbuffo ironico, scambiando un`altra occhiata interrogativa forse con un po` di imbarazzo, ancora. No, lui non sta capendo proprio nulla, e non capisce quello sbuffo ironico che fa vacillare tutta quella sicurezza che ha sempre ostentato con la Corvonero. E pur di schiarirsi le idee va a mettere da parte orgoglio, rabbia, quell`essersela presa e tutto il resto, a favore del mostrarsi insicuro, sì, e ben lontano dall`essere menefreghista come, infondo, vorrebbe. Lo sguardo vaga su di lei senza però mostrarsi troppo insistente, osservandone le reazioni ma cercando di passare inosservato - ci prova, diciamo. Ed in tutta quella confusione forse, ad un certo punto, capisce che qualcosa che non va c`è. Nemmeno il tempo di pensare all`esplicitare qualcosa di sensato, però, che gli arriva dritto al cuore quell`ammissione dell`altra e lui come reazione va a distendere le labbra in un mezzo sorriso quanto più dolce ci sia, una sorta di tranquillità che mantiene però quella nota di tristezza a stonare leggermente. Va a girarsi un pochino, dandole ora il busto ma rimanendo con le manine nelle tasche 
« Meg » è così che cercherebbe di richiamare il suo sguardo, l`espressione addolcita « che succede? » 
« Niente » non succede niente, e se il tono è per un attimo secco e deciso, qualche secondo dopo sputa fuori quello che ha veramente da dire « Sei fidanzato » ... « cioè �� non ci sarebbe niente di male » mettiamo le mani avanti che qua l’orgoglio lo richiede « però perché non mi hai detto che stavi con quella? » quella vipera velenosa sì. « siamo… amici, no? » ecco diciamola così « perchè non mi hai detto niente? » e lo guarda per un attimo con la coda dell’occhio. A te la parola MacNamara.
Va ad aggrottare le sopracciglia a quel "niente" seriamente confuso, andando poi a sollevare le sopracciglia « cos » fidanzato? Che ci mette pure un paio di attimi in più a far girare le rotelline, ed ecco che va a rilassarsi evidentemente, le sopracciglia che si sollevano quasi fosse stupido mentre il suo sorriso va ad allargarsi sornione, tentando di trattenere una risata con chiari difficoltà - il tutto ben visibile all`altra. Così come quel tirare fuori le mani dalle tasce e lasciare che le gambe si incrocino davanti a lui, andando a picchiettarle la spalla con il ditino « Meg » attirando la sua attenzione « guarda che Heaven è solo mia amica. » alzando pure le sopracciglia [...] « non pensavo... » sorriso furbo, piegando il capino in quel « che credessi alle ca**ate che dicono alla Radio » prendendola palesemente in giro.
12 notes · View notes
nonchiamarmimacnamara · 4 years ago
Text
« mi tengo a te? »
« mmh » lo sguardo vaga dal suo bellissimo manico alla Corvonero, come se stesse valutando qualcosa di preciso « tu stai dietro » conclude così, senza nemmeno dare la scelta alla Corvonero sulla quale solleva lo sguardo. 
Sta già per allungare le mani verso la scopa che « ma come dietro? » okay lei pensava gliela prestassi proprio per fare un giro da sola. È un attimo confusa, ma non vuole rischiare che l’altro molli tutto e quindi dopo poco aggiunge « cioè come vuoi tu! » e mette anche le mani avanti che lei il giro lo vuole fare, da sola o con Seb è uguale a questo punto.
Nota quell`allungare la mani sulla sua Nimbus, un po` confuso in quel rimarcare un « dietro » e l`espressione interrogatoria, andando poi ad aggrottare ulteriormente le sopracciglia che forse forse ha capito - a scoppio ritardato, sì « pensavi me ne stessi qua a rompermi il gramo, scusa? » e sbuffa pure una mezza risata, con quel sorriso che va ad allargarsi al dire successivo « ecco » e tié, va pure a toccarti la fronte e spingere leggermente come volesse allontanare il suo musetto dalla sua bellissima scopa « come voglio io » nel mentre gli fa l`eco con un ghignetto tutto soddisfatto al poter aver completa scelta. E mentre va a mettersi il manico in mezzo alle gambe le lancia un`occhiatina « se vediamo che te la cavi e non caschi » occhiolino che, appunto, non preannuncia nulla di buono in contemporanea a quel ghignetto furbo « il prossimo giro te lo fai da sola. » 
Ed è chiaro che non si sono proprio capiti, perché Meg era già pronta a svolazzare da sola con Seb che le faceva ciao ciao con la manina da terra (?). « Ma nooo, mica a romperti il gramo eh! te ne stavi a vedere come sono brava » insomma potevi fare da giudice, allettante proposta. Maegan comunque decide che la scopa sua e la decisione è sua, ma quando le tocca la fronte Seb si prende un altro schiaffetto « ouu non toccare! » il tono è divertito comunque, e non riesce nemmeno a mettere il broncio visto che è troppo elettrizzata di farsi un giro in scopa sul Lago, anche se le tocca stare dietro. 
« seh, così poi morivi e magari mi graffiavi pure la scopa! » priorità. Il tono chiaramente sarcastico e divertito dalle sue stesse parole, andando a mordersi il labbro in quel trattenere le risate al "non toccare" che quasi quasi sarebbe pure tentato di allargare le molestie, ma l`altra mano è troppo impegnata a reggere la scopa quindi prova solo ad infilare l`indice nel fianco altrui - giusto per il gusto di infastidirla - e montare poi sulla scopa. 
Lo osserva mentre si mette la scopa tra le gambe e al “magari il prossimo giro te lo fai da sola” un altro grande sorriso è tutto per Seb, e con quella promessa di posiziona alle sue spalle e sopra il manico di scopa. E poi rimane un attimo incerta perché non sa dove posizionare le braccia, visto che a tenerle sul manico è un po’ scomoda « ma… » … « mi tengo a te? » sì lo sta chiedendo, quasi volesse chiedere il permesso per quel contatto fisico.
Imbarazzo zero a quella distanza che va ad accorciare ulteriormente, lo sguardo fisso davanti a sé ed un sorrisone sulle labbra mentre quella si posiziona. Non va nemmeno a rispondere a quel "mi tengo a te" perché si limita a dare una spinta contro il pavimento così da sollevarsi, un piccolo piegare le ginocchia mentre si spera che Meg colga il tutto e da qualche parte si attacchi. Un`accelerata dove sotto la concentrazione è palese ci sia tutta la felicità del caso nel sferzare l`aria, il sorrisone sulle labbra e gli occhi che vanno un po` a serrarsi in quel volare ad un metro appena dalla superficie dell`acqua, per poi sollevare un poco la schiena rallentando quel minimo che gli serve per girare la testolina e « bleaah non mi toccare! » e si scuote appena tenendo però attaccati alla scopa gambe e manine.
Maegan si posiziona proprio dietro l’altro e con il sedere già sulla scopa ed è incerta su come appoggiarsi, e anche un tantino imbarazzata. Seb ovviamente non collabora, anzi. Dà un spinta sul pavimento e Meg non aspettandoselo assolutamente appoggia le braccia sulla cosa più vicina a lei e quindi proprio sul secondino, in una specie di abbraccio da dietro. Non ha nemmeno il tempo di imbarazzarsi o altro che inizia anche ad accelerare e quindi si stringe involontariamente ancora di più all’altro finendo anche con una guancia appoggiata alla sua schiena. Chiude per un attimo gli occhi, un po’ perché tutto quel freddo che sferza sul viso la porta a farlo e un po’ per godersi la sensazione di volare in un giorno di neve. E poi rallentano un attimo e in tutto ciò Meg non ha detto nulla, si è limitata a fare un sorriso mezzo da ebete per tutto il tempo e al “non mi toccare” d’istinto si irrigidisce e dice « oh… ehm scusa » e così facendo si staccherebbe un pochino dall’altro, cercando anche di rimanere in equilibrio senza dover stare appicciata come una cozza a lui. 
Molestie a parte, si passa al vero contatto, al prendere il volo e ritrovarsela lì attaccata. Che poi a lui figurati se spiace - anzi, è pure più semplice volare in quel modo - ed infatti il fatto che lei non colga quel suo scherzare lo spiazza per un attimo, andando a girarsi di scatto mentre rallenta ulteriormente « ma sei scema? » proprio così, schietto schietto ma con tono bonario « stavo scherzando! » il tono allegro e un sorrisetto ad accompagnare, come la dovesse rassicurare per quell’mbarazzo-moment. [...]  Prendono un bel po` di quota nemmeno troppo veloce rispetto a quanto farebbe solo, e poi ancora con la solita sorpresa « TIENITI! » se già non si fosse attaccata a lui a mo` di cozza le tocca farlo, visto che lui va a compiere un dietro-front, così da ritrovarsi il castello proprio davanti; e rallenta nuovamente mettendosi dritto con la schiena per godersi il paesaggio un po` più a lungo, andando poi ad arrestarsi lì.
Felicità che per un attimo sfuma quando lui le dice in modo ironico di non toccarla, ma peccato che lei non la colga l’ironia e si è staccata in modo da non dare fastidio all’altro. “ma sei scema?” e lo guarda confusa « ah » stava scherzando « e che ne so ioo, pensavo parlassi sul serio » e salda un po’ di più la presa intorno alla vita dell’altro ma comunque non torna a spiaccicarsi tipo cozza sulla sua schiena. Perché adesso non è convinta lei di quel contatto così ravvicinato. Again la prende alla sprovvista e allora si ripete un po’ di nuovo la scena di prima: per istinto si aggrappa forte a lui, stringe ginocchia e cosce e chiude gli occhi per la velocità e i conseguenti fiocchi di neve negli occhi, visto che stanno virando verso l’alto. A quel “tieniti” lei si stringe ancora più forte a lui, manco si aspettasse di fare il giro della morte e va ad appoggiarsi completamente alla sua schiena, anche per bilanciare meglio il peso. La virata non se la aspetta e un « uuh » precede una risata. Si raddrizza insieme a Seb quando l’altro lo fa, ma non allenta il contatto fisico sta volta. Magari perché ha deciso così o magari perché ha solo paura che la prenda un’altra volta di sorpresa. [...] « Qual è il tuo ricordo più bello fino ad ora? » dice riportando lo sguardo verso il castello e con i fiocchi di neve che continuano a cadere e riempirli di puntini bianchi.
Tumblr media
Lo sguardo perso puntato sul castello come non volesse più muoversi da lì, va ad aspirare tutta l`aria in un respiro profondo che lo smuove un poco, dilatando le narici come volesse imprimere nella mente il ricordo, l`espressione serena dipinta sul volto: perché semplicemente è lì lontano da tutte le preoccupazioni, in compagnia di una personcina che, in qualche modo, lo fa un po` distrarre da tutto il resto. Si gode bene quella stretta che è chiaro apprezzi, andando pure ad appoggiare il suo braccio su quello altrui, le manine che vanno a toccarsi per una breve stretta che va a schiacciare contro il suo petto, il suo palmo sul dorso della mano di lei. Torna poi con il pugno sulla scopa, andando a ragionare su quella domanda che apprezza per tutta la spontaneità con la quale esce. Serra le labbra « quando mi hanno ammesso qua. » che potrebbe essere pure banale agli occhi altrui, ma nella sua voce non c`è ombra di dubbio. E` quello il ricordo più bello, al momento « il tuo? » girandosi verso questa e scambiandole pure un sorriso grato.
Se in un primo momento non sembrava volesse recuperare quel contatto fisico così ravvicinato si ritrova quasi obbligata a farlo, ma in realtà – stranamente – non la infastidisce così tanto. E forse è più questo a stranirla che il contatto in sé. Ma tant’è che è proprio in posizione koala tra tutti quegli accelerare e virare , e rimane così anche quando si fermano davanti allo spettacolo del Castello innevato che non fa altro che allargarle ancora di più il sorriso sul volto e involontariamente appoggiarsi un po’ di più sul Grifondoro. E sta bene. Così bene che quando questo le tocca la mano non la ritrae e nemmeno arrossisce, si limita a stringere un pochino le braccia intorno al corpo dell’altro. Una pressione molto leggera, ma percepibile. Non chiede niente a proposito della risposta del ragazzo, anche se non l’ha capita. Ma forse preferisce non capirle certe cose e basta. Lei sta ancora guardando il Castello ma quando sente la testa di lui girarsi verso di lei cattura il suo sguardo con quei grandi occhi blu, che tra il bianco della neve e il rossore del nasino sicuro risaltano, e gli rivolge di rimando un piccolo sorriso. Per rispondere torna a guardare il Castello « Forse quando sono arrivata e l’ho visto per la prima volta con le barche » il castello intende « per quello mi piace così tanto la Rimessa perché… beh mi ricorda sempre quel momento » e fa spallucce, quello è stato sicuramente il momento più magico di tutti. Anche se i ricordi belli stanno diventando tanti. Torna a guardare Seb facendogli un altro piccolo sorriso.
Forse si ferma un po` di più a scambiarle quel sorriso, catturando pure il suo viso in questo ricordo che di sicuro entrerà a far parte tra i più belli. Torna a voltare lentamente la testolina sul castello poi, accennando alla risposta con il capo in modo silenzioso [...] « scendiamo? » che quasi si sente in colpa ad interrompere tutta la magia del momento ma tant`è, lo dice con quel tono accomodante in un sussurro, andando a lanciarle un`altra occhiatina arricciando il labbro in un mezzo sorriso. 
« ancora cinque secondi e poi sì » gli dice con un sorriso grato. Perché sì lei sta un po’ congelando lì, e nonostante il calore da contatto fisico e la termica calda ormai sta un po’ battendo i dentini. Però ancora cinque secondi in cui guarda ancora il castello, chiude forte gli occhi e poi li riapre forte, proprio come se stesse fotografando il momento nella sua testa. Torna con lo sguardo verso Seb e annuisce sorridendogli, scendiamo.
[...]
 « alloooora » sorrisone divertito per tutta l`adrenalina che una picchiata come quella provoca, oltre ad un po` troppo entusiasmo « me la cavo bene, eh? » con tanto di strizzata d`occhio. Vai, gonfiaci l`ego ancora un po`.
 « sì dai non sei troppo male te lo concedo » dice divertita e ridacchiando un po’, che qui soddisfazioni complete non arriveranno mai. Cerca gli occhi di lui e quando li trova gli dice un altro « Grazie Seb » molto sentito, con sorriso speciale annesso.
16 notes · View notes