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Chissà se un giorno riuscirai ancora a ricordare come cambiava di colpo il mio sguardo quando guardavo te. Avevo gli occhi intrisi di quella voglia disperata di chi voleva te sopra ogni cosa. Nessuno ti guarderà mai più così. In tanti altri modi magari sì, ma mai più così.

-M.Bisotti

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Mi hai detto che tra noi era finita perché eravamo diventati strani, incontrollabili, perché quando stavamo insieme non sapevi cosa provavi, perché ti mancavo troppo, perché avevi tanta paura, perché ci facevamo del male e del bene senza saperlo, perché non eravamo giusti. Mi hai detto che tra noi era finita per gli stessi motivi per cui io avrei voluto che tra noi non finisse mai.

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voglio averti qui, tu che mi guardi, ma non resisti e mi baci.

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E quando la notte dormivi, quante ore passavo a guardarti, che non c'era riposo migliore per i miei occhi.

Elizabeth. (via ancoraunasperanzafralemani)

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La felicità ha il suono della sua voce, il colore dei suoi occhi, la sua testa poggiata sul mio petto e la sua mano che stringe la mia.

Elizabeth (via ancoraunasperanzafralemani)

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non ci voglio più venire qui.  non fa più per me.  Forse perché nel mio immaginario, vengo qui solo quando sto male, quindi allego questo posto a qualcosa di negativo.  Così ho iniziato ad odiare questo posto. 

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Audrey Hepburn, 1956 by Michael Ochs

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vomitare i pensieri il 16 ottobre.

ho voglia di dire cosi tante cose che non so da dove iniziare. Sono nervoso. Voglio scappare, non vedere più questo posto, smettere di sentire. Smettere di pensare sempre a quello.  Ho voglia di dire basta, magari solo perché mi ci hanno costretto.  Quando scrivevo, non lo facevo solo per me.  Una parte di me lo faceva per te.  Quella parte di me sperava che venissi a cercarmi, qui, sul mio Tumblr, per capirci qualcosa in più su di me.  Perché io lo facevo. Io ti cercavo ovunque. Facevo di tutto per capirci qualcosa in più su di te.  Ma a te non fregava nulla di me. Mi sento incompreso. Mi sento stropicciato come un foglio che non serve più. Credevo di averci capito qualcosa su queste cose. Ero proprio fuori di me.  MI sento stupido, ingannato.  Disgustato.  Anzi, inizio a non sentire più nulla. Forse perché non voglio sentire più nulla. Ho voglia di sfogarmi, ma sembra non funzionare.  Mi esce un sorriso sforzato a pensare a tutto questo, come se fosse quasi divertente, senza senso.  Sono stanco di dover venire qui a vomitare tutti i miei problemi, mi piacerebbe avere qualcuno con cui condividere tutto questo schifo, forse farebbe meno male. Non ci hai capito nulla di me. Forse anche io di te.  Ho cosi tante cose da dire. Sto cercando di raccogliere i miei pezzetti di carta, quelli che hai fatto cadere, che hai spazzato via dicendo “ops”. La confusione che ho in testa la sto sputando fuori.  Avevo paura. Adesso provo sconforto, delusione, rabbia. 

Potrei continuare all'infinito, forse ne avrei bisogno, forse non servirebbe a nulla, ma ho deciso di fermarmi. Sono molto confuso. Ho bisogno di silenzio.

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Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.

Jim Morrison

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Forse hai ragione. Forse sono davvero “pesante”.

Perché adesso inizio a sentirmi così pesante che mi annoio anche io quando sto con me. Solo che io non posso andarmene. 

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Sembra quasi ridicolo.  Vederla mi fa uno strano effetto.  Perché tra tutte le cose brutte che potrei pensare in quel momento su di lei, non me ne viene una.  Perché quando la vedo penso solo ad una cosa, che sia maledettamente bellissima.  Ed è come se mi pentissi subito dopo, di averlo pensato. Perché avrei voluto provare odio, invece provo amore.  Oh, non "amore” come lo si intende ai giorni nostri. Perché io non ci credo a quell'amore li. Ma questa è un’altra storia.  Mi dispiace solo che io debba soffocare tutto ciò che scorre in me, che devo farmi male per qualcosa che non ho deciso io.  E non capisco perché mi sento sempre inappropriato, persino quando scrivo.  Come se omettessi una parte importante, come se non riuscissi mai ad esprimermi completamente.  Come se mi sentissi incompleto. 

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“Questo dolore è insopportabile.”

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Particolare de Il Ratto di Proserpina - Bernini. Brividi.