Don't wanna be here? Send us removal request.
Text
Scintilla d’Amore – FANFICTION
Autore: Padmini
Titolo: Scintilla d'amore
Capitolo: Speranza dal futuro
Numero parole: 2497
Genere: Avventura, Fluff
Personaggi: Famiglia Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin
Note: Ciao a tutti!
Mi sono sempre chiesta come Harry abbia iniziato ad amare Ginny. Insomma, prima era preso completamente da Cho e poi, all'improvviso, si accorge di lei? Cosa è successo? Si dice che i viaggi temporali cambino il corso della storia … e se gli avvenimenti dell'epilogo fossero dovuti proprio a questo cambiamento?
Una tranquilla mattina a Godric’s Hollow, Teddy e Lily, tanta nostalgia per la mamma e il papà e un incantesimo involontario …
Speranza dal futuro
Hogwarts, 1996
Passarono alcuni istanti prima che Teddy riuscisse a ritrovare la parola. Aveva già visto Albus Silente, in fotografia, nelle figurine delle cioccorane e in qualche libro, ma mai e poi mai si sarebbe aspettato di vederlo di persona, dal momento che era morto da diversi anni.
“Vedo che sei piuttosto confuso, giovanotto” disse il vecchio, osservandoli bene “In questo momento lo sono anch'io e, te l'assicuro, non mi capita molto spesso.” concluse, esibendo un sorriso che contagiò anche lui e sembrò in qualche modo calmare Lily, la quale si rilassò tra le sue braccia.
“I-io non so come siamo finiti qui ...” mormorò Teddy “Stavamo ...”
“Direi di andare nel mio studio, che ne dite?” chiese l'uomo “Staremo molto più comodi e potrete raccontarmi per filo e per segno tutto quello che vi è successo.”
Sempre tenendo Lily, Teddy annuì e lo seguì lungo il corridoio. Si diede mentalmente dello sciocco per non aver riconosciuto subito i sotterranei di Hogwarts, ma d'altra parte non li frequentava se non per le lezioni di pozioni e in quel momento mai avrebbe pensato di essere finito proprio lì. Silente li accompagnò attraverso la scuola, che era vuota in quel momento.
“Gli studenti sono tutti nei dormitori.” spiegò Silente, prima che lui potesse aprire bocca “È molto tardi.”
Teddy annuì ancora.
“Teddy?” lo chiamò Lily, sussurrando per non farsi sentire “Dove siamo? Chi è lui?”
La bimba era spaventata, anche se la fiducia che Teddy sembrava riporre in Silente l'aveva almeno in parte tranquillizzata.
“Siamo a Hogwarts” spiegò lui “Però non ho capito perché ...”
Finalmente arrivarono di fronte all'ingresso dell'ufficio del preside. Teddy vi era entrato poche volte, ma lo ricordava bene. Quando furono tutti e tre seduti di fronte a una tazza di tè fumante, Silente riprese a parlare.
“Dunque, ora siamo tutti a nostro agio e direi che sono pronto per ascoltarvi.”
Teddy, che teneva sempre Lily seduta sulle sue gambe, annuì.
“Non so di preciso cosa posso dirle, Professore. Da quello che ho capito, noi veniamo dal futuro e non so quanto possa rivelare ...”
“Non preoccuparti” gli rispose Silente, abbozzando un sorriso e accarezzandosi la mano destra “Non lo dirò a nessuno, e se lo riterrai opportuno, potrai dirmi solo le informazioni strettamente necessarie affinché io possa aiutarvi.”
C'era una strana malinconia nei suoi occhi e Teddy riconobbe in quell'istante il nero della maledizione che si espandeva sulla sua mano. Avevano davvero viaggiato nel tempo ed erano arrivato poco prima della morte del preside … ma quanto prima? Se davvero stava per morire, avrebbe portato nella tomba quel segreto. Non era un bel pensiero, ma Teddy si sentì più tranquillo e libero di confidarsi.
“Allora … da dove posso iniziare?” chiese, rivolto più a se stesso che a lui “Io mi chiamo Teddy Lupin e sono il figlio di Remus Lupin e Ninfadora Tonks.”
Si fermò un istante, sopraffatto dall'emozione. Pensare ai suoi genitori lo turbava. Si sentiva triste e felice insieme, una sensazione difficile da spiegare. Era orgoglioso di loro per quello che gli avevano fatto e suo zio Harry gliene parlava spesso, ma questo non toglieva che ne sentisse la mancanza, anche se non li aveva mai conosciuti.
“Sono morti poco dopo la mia nascita” spiegò, prima che Silente potesse interromperlo “Non credo che sia il caso di raccontarle come e perché. Lei invece è Lily Luna” continuò, accarezzando la testa di Lily, che arrossì sentendosi chiamare “Figlia di Harry Potter e Ginny Weasley. Harry è anche il mio padrino, ma io lo chiamo zio, anche se … be', mi piacerebbe chiamarlo papà perché lo considero tale e anche Ginny è per me come una mamma e James, Albus e Lily i miei fratellini … Ah! James Sirius e Albus Severus sono gli altri due figli di Harry, ma sono più grandi di Lily ...” aggiunse, per spiegarsi meglio.
“Capisco … Be', è una gioia conoscervi, potervi incontrare prima di morire. Questo mi dà speranza per il futuro ...”
Silente era davvero felice, il suo sorriso era sincero e aveva spazzato via quel poco di malinconia che era apparsa poco prima. Teddy annuì ancora, a disagio. Era stato bello poterlo conoscere, ma doveva a tutti i costi tornare nel suo tempo o le conseguenze avrebbero potuto essere disastrose, per essere ottimisti.
“Spiegami cosa è successo, credo di potervi aiutare a tornare indietro.”
“Be' ...” era a disagio, in realtà non sapeva nemmeno lui cosa era accaduto “Lily stava facendo i capricci perché voleva la mamma e il papà, che erano al lavoro, così le ho fatto vedere qualche foto di Ginny e Harry quando venivano a Hogwarts, ma non è bastato, anzi!” rise piano, ricordando il modo buffo in cui la piccola si era agitata “Ha iniziato a piangere e a prendere a pugni la foto e … si è rotta. Non ho mai visto una foto magica rompersi così, si è spezzata come se fosse stata di vetro … poi … poi siamo stati avvolti da una luce e ci siamo trovati nei sotterranei.”
Silente ascoltò con attenzione, annuendo di tanto in tanto.
“Molto bene. Giovane Teddy Lupin, sei stato molto esaustivo. Credo che tu abbia già intuito che si tratta di un incantesimo involontario di Lily. Hai con te la foto?” chiese, leggermente allarmato.
“La foto … sì … sì … credo di ...” Teddy cercò in tasca e ne tirò fuori la foto. Era ancora intera, ma l'immagine era rovinata da una crepa profonda “Devo averla messa in tasca prima, quando ci siamo ritrovati nel corridoio.”
“Bene, bene. Sei stato molto previdente. Temevo di non poterla ricostruire. Se riuscissi a riparare il danno, voi due tornereste indietro. Parlo al condizionale perché non ho mai visto un incantesimo del genere e posso solamente fare delle supposizioni, ma al momento non mi viene in mente altro.”
“Voglio la mamma.”
Albus Silente e Teddy si voltarono verso la piccola che, sentendosi trascurata, aveva iniziato a singhiozzare.
“Stai tranquilla, tra poco la vedrai ...”
“No! Io la voglio adesso! Adesso!” gridò lei, scoppiando a piangere.
Silente si alzò e andò verso un armadio, dal quale tirò fuori una scatola di latta che, una volta tornato indietro, posò sulla scrivania.
“Qui dentro ci sono dei cioccolatini, puoi prenderne uno, se lo vuoi. So che la cioccolata non può sostituire la mamma, ma vedrai che ti sentirai meglio, parola mia.” le fece l'occhiolino e questo bastò alla piccola per calmarsi e addirittura sorridere. Era incredibile come quell'uomo riuscisse a influire sui sentimenti altrui. Teddy aprì la scatola e prese un cioccolatino per entrambi. Dopo quello spavento, ne sentiva a sua volta la necessità. Quando si fu calmato e anche Lily, placata dal dolcetto, smise di piangere, si rese conto del problema in cui erano finiti. Cosa sarebbe successo se Molly, andando a prendere la nipote, avesse trovato la casa vuota? E sua nonna Andromeda? Come avrebbero reagito? Per non parlare di Harry e Ginny!
“Professore? Quanto ci vorrà per aggiustare la fotografia? Cosa faremo io e Lily nel frattempo?”
“Non preoccuparti, Teddy” lo rassicurò lui, servendosi a sua volta di cioccolato “Se ho ragione – e raramente accade il contrario – quando avrò riparato la fotografia ritornerete esattamente al momento in cui si era spezzata.”
Questa rassicurazione sembrò calmare Teddy, almeno in parte. “Nel frattempo dovrete restare nascosti. Io tra non molto morirò, come probabilmente già sapete, per questo ho potuto custodire il vostro segreto, ma voi due non esistete ancora in questo tempo e se qualcuno dovesse vedervi, potreste scatenare delle conseguenze imprevedibili. Resterete nelle mie stanze, per tutto il tempo necessario.” concluse, con un tono che non ammetteva repliche.
Teddy annuì e si alzò.
“Mi scusi, Professore, ma ...” iniziò lui, leggermente a disagio, ma Silente sembrò intuire i suoi pensieri. “Un po' di cioccolato non basta a placare la vostra fame, eh?” chiese l'uomo sorridendo “Beata gioventù! Siete così pieni di energia! Vi farò portare un po' di cibo nella mia stanza. Seguitemi.”
Teddy, stanco di tenere Lily in braccio, la fece scendere per farla camminare. La bimba era ancora spaesata e tremava, ma accanto a lui sapeva di essere al sicuro, tanto che gli restò appiccicata fino a quando non furono soli. Il preside si congedò per tornare nel suo ufficio e li lasciò a contemplare una succulenta cena. Il ragazzo prese alcuni cuscini dal letto e li mise sulla sedia destinata a Lily, incantandoli perché non cadessero, per permetterle di raggiungere il tavolo con facilità, ma lei sembrava ancora restia a mangiare.
“Cosa c'è? Non hai fame?” le chiese, prendendola in braccio e facendola accomodare.
“Sì … ma … voglio la mamma! Voglio il papà!” pigolò, rossa in viso per un pianto imminente.
Teddy sospirò, lievemente ferito dal fatto che lei non stesse bene con lui e che desiderasse tornare dai suoi genitori, ma dovette ammettere che per una bambina di tre anni era perfettamente normale.
“Non puoi, non adesso. Il Professor Silente metterà tutto a posto e potrai vedere la mamma. Te lo prometto.”
Una volta tornati a casa avrebbe portato Lily in redazione da Ginny, d'altra parte si trattava di un'emergenza no? Lily annuì, ricacciando indietro con molta fatica le lacrime e, attratta dal cibo invitante sulla tavola, allungò la mano verso una coscia di pollo.
“Questo è il cibo di Hogwarts” spiegò Teddy, servendosi a sua volta di patate e carne “Quando verrai a studiare qui lo potrai mangiare tutti i giorni! Vedrai, è buonissimo!”
Lily, affamata com'era, prese un grosso morso e, con la bocca piena, annuì, per la gioia di Teddy, che finalmente poté a sua volta godersi la cena.
Più tardi, quando ebbero finito, i piatti svanirono da soli, lasciando il tavolo pulito e ordinato. Prima del viaggio temporale per loro non era nemmeno mezzogiorno, ma la paura, il cibo che avevano mangiato e la consapevolezza che era notte, li fece sbadigliare. Iniziò Lily e Teddy la imitò, guardando con la coda dell'occhio il letto a baldacchino che sembrava chiamarli a sé.
“Che ne dici di dormire, Lily?” le chiese, prendendola in braccio e avviandosi verso il letto.
“Ho sonno.” ammise lei, che probabilmente avrebbe dormito lo stesso per il suo riposino pomeridiano “Mi racconti una storia?” chiese, anche se probabilmente ne avrebbe ascoltata meno della metà, prima di addormentarsi.
“Certo!” rispose lui “Una storia di Beda il Bardo o una babbana?” chiese. Sapeva di avere radici babbane e aveva voluto conoscere fin da bambino entrambe le culture.
“La Bella e la Bestia!” mormorò lei, accomodandosi sotto le coperte.
“La Bella e la Bestia sia!” esclamò, sistemandosi a sua volta accanto alla bimba “Dunque … vediamo se me la ricordo … In un paese lontano, viveva nel suo splendido castello un giovane principe. Era viziato, cattivo ed egoista. Durante una fredda notte d'inverno una vecchia mendicante si presentò al castello e chiese al giovane riparo dal freddo, offrendogli in cambio una bellissima rosa ...”
Quanto tempo era passato? Un minuto? Un'ora? Aveva smesso di raccontare la fiaba quando Belle entrava per la prima volta nel castello, rendendosi conto che ormai Lily si era addormentata. Anche lui, esausto per le troppe emozioni, si era lasciato andare al sonno e aveva dormito, dormito e dormito … per quanto tempo? Sbadigliò rumorosamente e cercò d'istinto Lily accanto a sé, ma si sentì mancare il fiato quando non la trovò.
“Calma. Calmati, Teddy. Deve essere qui vicino. Il Professor Silente ha detto di avere più di una stanza, sarà andata in esplorazione … Perché diavolo non mi sono svegliato? Che razza di babysitter sono?!”
Non avendo un pigiama non si era nemmeno tolto i vestiti che indossava, perciò si alzò di scatto e cominciò a cercare freneticamente la bambina, in tutti i buchi che gli venivano in mente. Cercò sotto il letto, negli armadi, dietro i mobili e perfino dentro i cassetti, ma della monella non c'era traccia.
“Lily?” chiamò “Lily, dove sei? Non farmi spaventare, vieni fuori! Per piacere!”
Pallido come un fantasma, andava avanti e indietro per quelle stanze che ormai avrebbe potuto attraversare a occhi chiusi, quando andò a sbattere addosso a qualcosa o, meglio, a qualcuno.
“Buongiorno!” lo salutò il preside.
“B-buongiorno! Mi scusi, non l'avevo vista!” si scusò Teddy, ora rosso per l'imbarazzo, senza smettere di guardarsi attorno.
“Non preoccuparti, giovane Lupin. Piuttosto … qualcosa non va?” chiese, intuendo il suo disagio.
“Sì ...” sussurrò Teddy, rivolgendo ora lo sguardo verso gli occhi limpidi del Professore “Ieri sera abbiamo cenato – tra l'altro il cibo era buonissimo, la ringrazio molto per avercelo procurato – poi ho letto una fiaba a Lily e quando lei si è addormentata ho dormito anch'io, ma ...”
“ … ma?” chiese il preside, celando egregiamente la preoccupazione che stava inevitabilmente contagiando anche lui. “Lily è scomparsa!”
0 notes
Text
Scintilla d’Amore – FANFICTION
Autore: Padmini
Titolo: Scintilla d'amore
Capitolo: La Fotografia
Numero parole: 2497
Genere: Avventura, Fluff
Personaggi: Famiglia Potter, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin
Note: Ciao a tutti!
Prima di iniziare questa storia vorrei fare una piccola premessa.
Stavo pensando di scrivere qualcosa sulla nuova generazione, ma anche i tempi in cui Harry e i suoi amici frequentavano Hogwarts mi hanno sempre attratto … poi … l'idea geniale! (almeno spero).
Mi sono sempre chiesta come Harry abbia iniziato ad amare Ginny. Insomma, prima era preso completamente da Cho e poi, all'improvviso, si accorge di lei? Cosa è successo? Si dice che i viaggi temporali cambino il corso della storia … e se gli avvenimenti dell'epilogo fossero dovuti proprio a questo cambiamento?
Una tranquilla mattina a Godric's Hollow, Teddy e Lily, tanta nostalgia per la mamma e il papà e un incantesimo involontario ...
Buona lettura, spero che vi piaccia!!
La fotografia
Godric's Hollow, 24 agosto 2012
Harry non era mai stato un padre iperprotettivo, almeno non ai livelli di Ron, ma voleva che sua figlia, di appena tre anni, fosse seguita da qualcuno di responsabile. Dal momento che lui lavorava come Auror e che Ginny era impegnata alla Gazzetta del Profeta, aveva bisogno di qualcuno che stesse a casa con i figli. La mattina James e Albus andavano ad un asilo babbano, dove li aveva iscritti Harry per permettergli di socializzare con altri bambini della loro età. Lily invece stava a casa con uno dei numerosi zii o, in caso di necessità estrema, con la nonna o la babysitter. Con tutti i parenti che ormai si ritrovava, ereditati da Ginny, non aveva mai avuto problemi a lasciare Lily a qualcuno … almeno fino a quella mattina. Tutti i fratelli di Ginny e le rispettive mogli erano occupati, tra lavoro e impegni improvvisi e perfino Molly e Arthur avevano mandato un gufo in cui gli comunicavano che sarebbero stati impegnati fino all'ora di pranzo e tutti i loro amici erano ugualmente impegnati con il lavoro. Si era tranquillizzato quando aveva scoperto che nel pomeriggio i nonni sarebbero stati disponibili, ma restava un grosso buco da coprire per la mattina e né lui né Ginny potevano portare la piccola di casa al lavoro. Rimanevano quattro lunghe ore in cui sarebbe stata da sola …
Dopo un lungo ragionamento, aveva finalmente raggiunto una decisione, supportato dalla moglie. Aveva spedito un gufo ad Andromeda, la quale aveva risposto entusiasta all'idea che il suo nipotino, che sarebbe tornato a Hogwarts entro una settimana, fosse tanto cresciuto da poter badare a colei che considerava la sua sorellina.
Nemmeno un quarto d'ora più tardi, grazie alla metropolvere, Andromeda e un orgogliosissimo Teddy Lupin si erano presentati in casa Potter.
“Hai capito bene, Teddy?” gli chiese per l'ultima volta Harry, finendo di abbottonarsi il soprabito.
“Sì, zio.” rispose lui, diligentemente “Starò con Lily per quattro ore, a mezzogiorno verrà nonna Molly a prenderci e poterà me da nonna Andromeda e Lily con lei alla tana dopo aver preso dall'asilo James e Albus.”
Harry annuì. In fin dei conti Teddy era diventato grande e responsabile e continuando su quella strada sarebbe diventato Prefetto a Hogwarts, non aveva nulla da temere.
“Adesso lei sta ancora dormendo, ma ...”
“Non preoccuparti, zio!” lo rassicurò lui, per poi scoppiare a ridere “Sono stato con lei tante volte e saprò prenderne cura.”
Più tranquillo, Harry annuì.
“Se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa ...”
“Ti chiamerò, non temere. Adesso vai o farai tardi!”
Harry sorrise, poi finalmente uscì di casa. Con un sospiro Teddy andò a sedersi sul divano. Era felice, euforico. Si sentiva finalmente degno di un così importante incarico e il suo grado di orgoglio era pari solamente a quello delle guardie Yeomen, che sorvegliano i gioielli della corona della Regina babbana. Lily era preziosa e lui ne era consapevole. Anche se sentiva il peso di quell'impegno, sapeva anche che badare a Lily non doveva essere poi tanto impegnativo. La piccola di casa Potter era sempre stata vivace, ma mai disobbediente e aveva imparato a distrarsi e a divertirsi con poco e, dal momento che stava dormendo, poteva rilassarsi anche lui.
Aveva appena tirato fuori il libro di storia della magia, tanto per ripassare un po' in vista del rientro ad Hogwarts, quando sentì un grido disperato provenire dal piano superiore. Lily si era svegliata, probabilmente a causa di un brutto sogno.
Teddy posò il libro e, rassegnato, salì le scale che lo portarono alla stanza della piccola.
“Hey … Lily? Tutto bene?” chiese, entrando nella stanza. Si avvicinò al lettino della piccola e piano aprì le tende per permettere al sole di entrare. Lily, riconoscendo la voce familiare di Teddy, smise di piangere, ma continuò a singhiozzare.
“Brutto sogno!” mormorò, ancora scossa dai tremiti del pianto.
“Un brutto sogno, eh? Ti capisco … Dimmi, cosa hai sognato?”
Teddy prese un fazzoletto dalla cassettiera e si avvicinò a lei per pulirle il viso dalle lacrime e dal moccio.
“Prima c'era una torta, poi c'era un mostro!” esclamò lei, indignata.
“Una torta?” chiese Teddy, sorpreso “Che torta era?”
“Al Cioccolato! Grande grande!” rispose lei, entusiasta, dimenticando ormai quel mostro che aveva interrotto il suo sogno.
“Ah! Be' … non abbiamo una torta al cioccolato grande grande qui, ma possiamo fare colazione, che ne dici?” le chiese, sperando di ottenere la sua approvazione.
Lily annuì e si alzò in piedi con le braccia protese verso il suo fratellone per farsi prendere in braccio.
“Con la mamma?” chiese all'improvviso, abbassando le braccia, rendendosi conto in quel momento dell'assenza della madre. “No, la mamma non c'è Lily”
La piccola sembrò delusa dalla risposta e si fece seria.
“Papà?” domandò, speranzosa.
“Papà è al lavoro. Li vedrai stasera. Adesso starai con me, poi andrai da nonna Molly e nonno Arthur con James e Albus e poi stasera verrà il papà a prenderti per portarti a casa.”
Quel riassunto della giornata non sembrò piacerle. Man mano che Teddy parlava lei si faceva sempre più seria.
“Voglio la mamma e il papà!” protestò lei, apparentemente irremovibile.
La sicurezza di Teddy vacillò. Sarebbe stato davvero tanto facile tenere testa a una bimba apparentemente fragile ma che in realtà nascondeva dentro di sé l'animo distruttore di un Ungaro Spinato?
“Adesso facciamo colazione, poi possiamo giocare in giardino o fare qualche bel disegno, che te ne pare? Posso farti la cioccolata calda con i pancakes se li vuoi, sono bravo in cucina!”
Lily restò seria, ma la prospettiva di una colazione golosa sembrò farle dimenticare i genitori.
“Va bene!” esclamò infine e allungò di nuovo le braccia verso Teddy.
“Prima però ti vesti, va bene?”
Lily annuì e Teddy prese i vestiti che Ginny aveva lasciato per la figlia, ben piegati sopra la cassapanca. Le fece indossare un semplice vestitino verde scuro che si intonava perfettamente con i suoi lunghi e ribelli capelli rossi, che richiamò con una meravigliosa treccia. Lily era sempre stata orgogliosa dei suoi vestiti eleganti e, a vestizione ultimata, restò qualche istante a fissarsi sullo specchio dell'armadio.
“Sei proprio bella, sai? Come la tua mamma!” le disse Teddy “Adesso però andiamo a fare colazione? Mi aiuterai a prepararla, vero? Li sai fare i pancake?”
La piccola scosse la testa.
“Non fa niente, te lo insegno io.”
Sperava, forse un po' ingenuamente, che Lily, troppo occupata a imparare qualcosa di nuovo, dimenticasse la mancanza di mamma e papà. La prese in braccio e insieme scesero al primo piano.
Una mezz'ora più tardi sedevano in cucina, Lily in bilico su una pila di cuscini che le permettevano di raggiungere il tavolo e Teddy al suo fianco, pronto a prenderla al volo nel caso fosse caduta. Di fronte a loro, una torre altissima di pancake luccicanti e ricoperti di cioccolato, panna e lamponi. “Ti verrà il mal di pancia, sei certa di riuscire a mangiarli tutti?” le chiese Teddy, leggermente preoccupato. Lei scosse la testa, la bocca ancora piena e le guance sporche di marmellata di lamponi.
Teddy, sospirando, guardò dietro di sé. Il ripiano della cucina era sporco di farina e pastella e maledì il fatto di non poter usare la magia fuori dalla scuola, altrimenti avrebbe pulito tutto in un attimo, ma per quello ci sarebbe stato tempo. In quel momento voleva godersi il cibo.
“Ti piacciono?” chiese a Lily, che stava per riempirsi la bocca con un altro generoso boccone.
“Sì! Tanto!” furono le uniche parole che pronunciò, prima di riprendere da dove aveva interrotto. Era uno spettacolo vederla. Mangiava di gusto, felice e spensierata, assomigliava molto a suo zio Ron in quel momento.
“Mangia piano però!” la sgridò bonariamente, senza smettere di sorridere.
Lily sembrò non sentirlo, troppo occupata a mandare giù il boccone con una sorsata di cioccolata, che ormai era diventata tiepida, e che le decorò la faccia con una grossa macchia marrone. Teddy rise vedendola così seria e concentrata nel mangiare e nel bere, mentre in realtà era buffissima. Aveva rinunciato a pulirle il viso quasi subito, preferendo fare tutto quando si fosse allontanata definitivamente dal cibo.
“Fei brafiffimo, Feddy!” esclamò lei con la bocca ancora piena.
“Ti ringrazio, ma non si parla con la bocca piena. Intesi?” le chiese, mentre lei mandava giù il boccone.
“Va bene!” rispose lei, per poi tornare sulla sua colazione.
Più tardi, dopo aver pulito per bene la cucina, Teddy raggiunse Lily che, in soggiorno, si era dedicata al disegno. Aveva visto parecchi suoi disegni e per la maggior parte ritraevano la sua famiglia, usando tutti i colori dell'arcobaleno, ma aveva iniziato a ritrarre anche i Patronus dei genitori e l'album dove Ginny raccoglieva le opere della figlia era pieno di cervi e cavalli argentati. Quel giorno però i pastelli dai colori più vivaci erano rimasti nella scatola e attorno al foglio su cui era chinata c'erano solamente il nero e diverse tonalità di grigio. Incuriosito e leggermente intimorito da quelle scelte, si avvicinò alla piccola e cercò di decifrare cosa stesse disegnando. C'erano parecchie linee orizzontali a zig zag e qua e là qualche quadrato che incorniciava quello che doveva essere un volto. I fogli così decorati erano parecchi ed erano sparpagliati su tutto il tavolino.
“Cosa stai disegnando?” le chiese “Perché non usi i colori?” così dicendo prese un pastello giallo e glielo mostrò “Guarda, questo è bello!”
“No! No!” protestò lei “Faccio un giornale! Come la mamma!” protestò lei, indicando la sua opera.
Teddy scoppiò a ridere, riconoscendo in quel momento che le linee orizzontali dovevano essere gli articoli e i quadrati le fotografie di quello che sembrava una copia della Gazzetta del Profeta.
“Bene! Vuoi diventare una giornalista come la mamma?”
Lily annuì, orgogliosa.
“Sono certo che il tuo giornale le piacerà tantissimo quando lo vedrà. Di cosa parla?”
Lily non rispose, si alzò e andò verso Teddy, che si era seduto poco distante da lei.
“Quanto torna la mamma?” chiese, implorandolo con lo sguardo di rispondere che sarebbe tornata subito, come se una simile risposta avesse davvero potuto realizzare il suo desiderio.
“Stasera, te l'ho già detto. Tra poco andrai dai nonni e poi ...”
“Io voglio la mamma adesso!” piagnucolò lei, che già stava diventando rossa per il pianto imminente.
“La mamma sta lavorando … non può tornare ...” tentò di calmarla “Ma ci sono io, no?”
Lily annuì, poi scosse la testa. Teddy era il suo fratellone, gli voleva tanto bene … ma non era la mamma. “Va bene, va bene. Non sono la mamma, ma lei tornerà presto!”
Sospirò vedendo che la sua promessa non sembrava aver avuto effetto sulla bimba e si guardò attorno, nella speranza di vedere qualcosa che potesse aiutarlo. Lily aveva già iniziato a singhiozzare, quando Teddy vide l'album di foto sulla libreria.
“Vuoi vedere la mamma, eh?” le chiese con un sorriso furbetto “Ti piacerebbe vedere quando era piccola? Quando aveva la mia età?”
Lily restò interdetta da quella proposta, poi quando Teddy si alzò per prendere l'album capì a cosa si riferiva e annuì felice. Il ragazzo la prese in braccio tenendo il grosso tomo nell'altra e andò a sedersi in poltrona. Una volta che si furono accomodati entrambi, iniziò a sfogliare l'album. C'erano molte foto di Harry, Ginny, Ron ed Hermione, risalenti all'epoca in cui frequentavano Hogwarts. Man mano che Teddy girava le pagine li vedeva crescere, di anno in anno.
“Mamma!! Papà!!” gridò Lily, riconoscendo i genitori in una foto dove erano ritratti insieme.
“Sì, sono la mamma e il papà.”
Contrariamente a quanto si era aspettato, vedere i genitori in fotografia non fece che acuire la nostalgia della piccola.
“Voglio la mamma! Voglio il papà!” gridò “Adesso!”
Era diventata ancora rossa, le tremava il labbro e gli occhi erano in procinto di esplodere in una fontana di lacrime. Teddy, allarmato, cercò di tranquillizzarla.
“Torneranno … saranno qui prestissimo!”
“Io voglio adesso!” protestò lei, agitandosi tra le sue braccia e battendo i pugni sulla foto dalla quale i genitori la osservavano sorridendo “Adesso! Adesso! Adesso!” gridò ancora, rimarcando ogni parola con un pugno.
“Lily, calmati per favore.” mormorò lui, allarmato per quello scoppio improvviso di rabbia.
La bambina sembrò non sentirlo nemmeno e continuò a prendere a pugni la foto, scoppiando in un pianto ancora più forte. Perché mai aveva accettato di occuparsi di lei? Stava per chiudere l'album in modo da non farle più pensare alla madre e al padre e pensando a come distrarla, quando accadde qualcosa che non avrebbe potuto prevedere.
“Voglio la mamma!!”
Sotto la forza dell'ennesimo pugno di Lily, la foto si spezzò in due. Non era strappata, sembrava infranta, come se fosse stata fatta di vetro. I due, sorpresi e atterriti per quella reazione inaspettata, si bloccarono con il fiato sospeso. Teddy, incuriosito, prese la fotografia dall'album per osservarla meglio.
“Cosa è successo? Non avevo mai visto niente di simile ...”
In quell'istante, dalla crepa uscì un'accecante luce gialla che li avvolse. Per istinto Teddy abbracciò Lily, ma la luce, così come era comparsa, scomparve, lasciandoli nel buio. Un momento. Buio? Non era sera, il sole splendeva fuori … perché ora si trovavano in una stanza completamente diversa? Lily, ancora stretta tra le sue braccia, tremava come una foglia. Il viso era rosso e rigato dalle sue lacrime, ma non osava parlare, terrorizzata da ciò che era accaduto. Teddy si alzò e cercò di capire dove si trovassero e soprattutto come erano arrivati fin lì. Era stata Lily a portarli in quel luogo? Uno scoppio di magia involontaria dovuto alla sua disperazione? Tenendola ben stretta, si addentrò lungo quello che sembrava un corridoio. Sulla parete erano allineate diverse fiaccole, come nel sotterraneo di un castello, dove i suoi passi rimbombavano.
Procedette adagio, quando vide in lontananza la luce di una lanterna.
“Chi c'è laggiù?”
Una voce sconosciuta li raggiunse e Lily si strinse ancor di più a lui, tremante di paura. Teddy si sentiva impaurito quanto lei, ma sapeva di doverla proteggere da chiunque avesse voluto aggredirli e, in un modo o nell'altro, riportarla a casa.
La luce della lampada si fece sempre più vicina e finalmente il suo proprietario si palesò, svoltando l'angolo alla fine del lungo corridoio. Teddy lo guadò con la bocca spaventata per lo stupore. Era lui? Era davvero lui?
Di fronte a loro c'era un uomo anziano, che indossava una lunga veste da mago. I suoi capelli e la barba erano lunghi e candidi come la neve e, da dietro alle lenti a mezzaluna degli occhiali, due vispi occhi azzurri li osservavano con attenzione.
“Voi due cosa ci fate qui?” domandò l'uomo, evidentemente confuso quanto loro “Tu sembri abbastanza grande per frequentare Hogwarts, ma non ti ho mai visto … e tu … tu sei troppo piccola!” esclamò, guardando Lily che, intimorita da quello sconosciuto, si era nascosta tra le braccia di Teddy.
“L-lei … lei è …” iniziò a chiedere Teddy, incapace di terminare la frase, emozionato e spaventato allo stesso tempo.
“Albus Percival Wulfric Brian Silente.”
1 note
·
View note