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partomale · 29 days ago
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Rinascimento e vesciche: la mia fuga a Firenze
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partomale · 1 month ago
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Praga da mangiare (e bere): guida semiseria a stomaco pieno e dignità zero
Se vai a Praga e non torni con almeno tre taglie in più e qualche foto compromettente con una pinta in mano, hai sbagliato tutto. Praga è una città gotica, misteriosa, romantica… ma soprattutto untuosa, zuccherosa e alcolica. Un paradiso per chi ama mangiare, bere e pentirsene in aeroporto. Ecco quindi una lista delle cose più buone da mangiare a Praga (e da accompagnare con ettolitri di…
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partomale · 1 month ago
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Mamma, Bolt ed io: un viaggio a Praga, città che ti farà innamorare anche se non vuoi
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partomale · 2 months ago
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partomale · 2 months ago
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Sirenette e deliri danesi: la mia Copenaghen imperfetta
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Ormai da un paio d’anni ho deciso di sostituire i classici regali per mia madre con qualcosa di più originale: viaggi insieme. Un gesto nobile, certo, ma anche un modo geniale per mettere alla prova il mio autocontrollo.
Oggi vi porto con noi a Copenaghen, dove siamo andate in pieno giugno, convinte di trovare hygge e sirenette… e invece abbiamo trovato eserciti di ciclisti con lo stesso livello di aggressività di un derby Roma-Lazio.
La prima, fondamentale, lezione per la madre: a Copenaghen i pedoni sono una specie in via d’estinzione (quasi tutti turisti) e i ciclisti sono i veri padroni delle strade. Attraversare un incrocio senza finire investite o insultate è stato un po’ come superare un livello avanzato di un videogioco: serve sangue freddo, riflessi pronti e un pizzico di fede.
Vabbè dai, parliamo di Copenaghen che è meglio…
Partiamo da lei, la star indiscussa, la diva, l’icona: LA SIRENETTA. Beh, che dire… delusione. Piccolina, timida, se ne sta lì tutta sola, lontana dal centro, come se avesse litigato con il resto della città e avesse deciso di vivere in autoesilio.
La verità? Più che Hans Christian Andersen, sembra uscita da un outlet di statue.
Molto più interessante, invece, la sua cugina alternativa: la Sirenetta geneticamente modificata. Una versione inquietante, mutante, forse reduce da un esperimento andato male… o forse semplicemente realistica dopo anni di nuoto nello Jagermeister.
Poi c’è Nyhavn, il classico posto da cartolina che ti fa sentire improvvisamente fotogenico anche se sei reduce da otto chilometri a piedi e tre crisi esistenziali.
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Molto suggestivo, soprattutto la sera: le lucine, i riflessi sull’acqua, i colori delle casette… un’atmosfera talmente romantica che mia madre ha quasi dimenticato di lamentarsi.
Altro posto spettacolare – e decisamente fuori dagli schemi – è Christiania. Un’ex base militare che, a un certo punto, è stata occupata dagli hippy e trasformata in una specie di mondo parallelo dove regnano statue, murales, e un vago profumo di ribellione (e non solo).
È visitabile e fotografabile, a patto che non vi venga in mente di immortalare quella viuzza, quella dove vendono erba e fumo come se fossero souvenir.
Non ve lo sto nemmeno a dire… c’era talmente tanto fumo nell’aria che ne siamo uscite fatte. Di fumo passivo.
Sempre in zona Christiania c’è anche la Chiesa del Nostro Redentore, che già dal nome promette spiritualità e raccoglimento… e in effetti qualcosa di sacro lo ispira: tipo quando ti arrampichi sulla sua famigerata scala a chiocciola esterna e l’unica preghiera che ti esce spontanea è “Signore, ti prego, fa’ che non cada giù”.
Un altro luogo sacro – ma in chiave più elegante e meno adrenalinica – è la Frederiks Kirke, nota anche come Marmorkirken. Bellissima, imponente, con una cupola ispirata a quella di San Pietro che ti fa sentire minuscolo ma anche un po’ importante, tipo comparsa in un film storico. Curiosità: è una chiesa protestante, quindi niente ori barocchi, ma un’eleganza sobria che funziona. All’ingresso c’era anche una “preta” (copyright mamma), ovvero una pastora protestante con cui mia madre ha voluto assolutamente farsi una foto. Il problema? Lei non voleva chiederlo in inglese, quindi… indovinate chi ha dovuto mediare l’incontro internazionale? Esatto. Io. Loro sorridono nella foto, io piango dentro.
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I Giardini Tivoli li abbiamo visti… di sfuggita.
Nel senso che ci siamo passate davanti, abbiamo guardato il prezzo del biglietto, poi ci siamo guardate negli occhi e abbiamo detto: “Belli, eh?” e siamo andate avanti.
Un po’ come quando ammiri una borsa firmata in vetrina: sai che è splendida, ma ti basta vederla da lontano per provare emozioni forti… tipo il panico finanziario.
Il Castello di Rosenborg è uno di quei luoghi che sembrano sospesi nel tempo, dove anche l’aria sembra parlare piano per non disturbare la quiete.
Avvolto da giardini impeccabili e silenzi gentili, è il tipo di posto dove ti siedi su una panchina e, senza nemmeno accorgertene, inizi a respirare più lentamente ed è passata un’ora.
Insomma, Copenaghen è una città bellissima e decisamente fattibile anche per le famiglie, a meno che, come mia madre, non abbiate il feticcio per le biciclette.
E ora, per concludere con stile (e un po’ di esaurimento da viaggio), vi lascio il mio personalissimo elenco delle attrazioni da non perdere a Copenaghen – ovvero: tutto quello che dovete vedere prima che vostra madre vi dica “basta, torniamo a casa”.
1. La Sirenetta originale – Piccola, solitaria e leggermente snob. Lì sul suo sasso, con la faccia da “ho visto troppi turisti e non ne posso più”.
2. La Sirenetta geneticamente modificata – La versione dark. Un mix tra arte contemporanea e trauma infantile, ma assolutamente imperdibile.
3. Nyhavn – Il porto più fotogenico del mondo. Talmente bello che dimentichi che ci hai appena lasciato metà stipendio per un toast.
4. Christiania – Dove l’arte incontra l’autogestione e tu incontri l’odore dell’erba. Non si fotografa, ma tranquilli: l’esperienza ve la ricordate. O forse no.
5. Chiesa del Nostro Redentore – Scala a chiocciola a cielo aperto: ideale per chi ama l’adrenalina e i panorami mozzafiato, letteralmente.
6. Castello di Rosenborg – Tranquillità, prati verdi, gioielli reali. È talmente rilassante che vien voglia di chiedere asilo politico alle anatre del parco.
7. Giardini Tivoli – Un parco di divertimenti vintage in cui entri sorridendo e ne esci con la carta di credito piangente.
8. Palazzo di Amalienborg – Casa della regina. Cambio della guardia impeccabile, ma lei non ci ha nemmeno offerto un tè.
9. Rundetårn – Una torre che si sale in spirale senza scalini. Ottima per chi ama i panorami e le vesciche ai piedi.
10. Qualsiasi panetteria danese – Entrate per una girella alla cannella (kanelsnegl) e ne uscite con tre brioche e la convinzione che trasferirsi in Danimarca per ingrassare valga comunque la pena.
11. Strøget – La via dello shopping dove puoi trovare di tutto, dai negozi di lusso alle catene low-cost… tutto tranne il senso del risparmio.
12. Il Museo del Design Danese – Perfetto per chi ama l’arredamento minimal e vuole sentirsi in colpa per avere ancora un mobile Ikea montato storto.
Copenaghen è quel mix perfetto di fiaba nordica, efficienza scandinava e “oddio quanti soldi ho appena speso per un cappuccino”. Ma fidatevi: ogni passo, ogni risata, ogni ciclista schivato… ne vale assolutamente la pena.
Source: Sirenette e deliri danesi: la mia Copenaghen imperfetta
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