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IL RILANCIO DELL’UE PASSA PER LE ZONE RURALI

Dopo il primo web meeting sul Rilancio e Sviluppo Post Covid 19 per le aree rurali, organizzato dello EDIC Calabria&Europa continuano gli incontri online per illustrare le misure che l’Unione europea mette a disposizione degli operatori economici o di chi volesse investire nello sviluppo delle zone rurali. Il secondo incontro italiano sul tema è stato organizzato da Europe Direct Majella. L'evento nasce anche alla luce della Politica agricola comune (PAC) del nuovo quadro finanziario 2021-2027.
Si è svolto il web meeting Rilancio e Sviluppo Post Covid 19 per le aree rurali dello Europe Direct Majella. Molti gli esponenti politici intervenuti ma presenti anche esperti in programmazione europea. Obiettivo illustrare gli interventi che la Commissione Europea ha messo in campo per far rialzare l’economia delle aree rurali abruzzesi.
Nella prima sessione, istituzionale politica, hanno partecipato, tra gli altri, il Capo della Rappresentanza della Commissione Europea, Antonio Parenti, il Capo del Parlamento Europeo, Carlo Carrozza, il Vice Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente e gli eurodeputati Luisa Regimenti e Aldo Patriciello, Mario Furore e le Associazioni di Categoria.
L’On. Luisa Regimenti ha dato un’anticipazione dei programmi attualmente al vaglio della Commissione Europea come la strategia Farm to Fork per migliorare le aziende agricole che potrebbero essere supportate con sovvenzioni dirette ed indirette. L' eurodeputata raccomanda anche di monitorare la PAC nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (MFF 2021-2027). Ha anche segnalato i bandi aperti per gli imprenditori e agricoltori delle aree rurali della Regione Abruzzo come il bando Sostegno a investimenti per la diversificazione delle imprese agricole” – Edizione 2020.
Il Vicepresidente Emanuele Imprudente, con delega all’agricoltura ha esposto alcune delle tematiche politiche importanti su cui la Regione sta lavorando. E’ il caso delle Zone Economiche Speciali o degli altri interventi per far crescere le aree rurali anche dal punto di vista tecnologico, come quello di portare la banda larga nelle zone più remote della Regione. Inoltre ha dichiarato:
“Stiamo lavorando alla promozione dei prodotti agricoli su reti nazionali e ad un marchio di qualità abruzzese che consenta la valorizzazione dei nostri prodotti, soprattutto per quelli che non hanno riconoscimenti di marchi europei e non hanno la possibilità di avere una promozione”
Si è parlato di interventi a favore all’economia agricola con i rappresentanti delle associazioni di categoria locale che conoscono bene la complessità delle aree rurali d’Abruzzo. Per Confederazione Italiana Agricoltori, Mauro Di Zio, l’Avv. Francesco Diligenti per la Coldiretti e il direttore Stefano Fabrizi per Confagricoltura.
Una sessione pomeridiana più tecnica ha posto l’attenzione su come far emergere le potenzialità della Valle Peligna.
Per il Parco Nazionale Majella, è intervenuto il direttore Luciano Di Martino che ha presentato i progetti internazionali. Molti i progetti Life, i cui fondi sono erogati direttamente dalla Comunità Europea, in cui l’ente è impegnato come capofila. Wolfnet e Cornata per la tutela degli animali e Floranet per la tutela dei fiori dell’Appennino.
Oppure per la valorizzazione turistica del territorio, sono partner, dal 2018 del Programma Interreg Adrion con il progetto Adriaticaves, per la promozione delle grotte dei paesi sull’Adriatico. Al di fuori della programmazione europea, la promozione dei percorsi della fede di Celestino V, con la valorizzazione ad hoc degli itinerari verso i 40 luoghi di culto rupestri della Majella ma anche gli aiuti agli allevatori, con il claim Il lupo riporta la pecora, per cui per ogni capo predato viene restituito all’allevatore del parco una pecora, il progetto Coltiviamo la diversità con 25 aziende aderenti, per garantire la vendita di questi prodotti in ottica eco sostenibile, con la creazione della rete agricoltori custodi e ristoratori custodi tra cui anche le aziende dell’aglio rosso di Sulmona.
Secondo intervento del pomeriggio, il professore Mauro Cappello dell’Università della Tuscia e di Roma III, che dopo aver dato credito alla pragmaticità degli esponenti politico istituzionali, ha messo in evidenza la celerità delle azioni della Commissione Europea in risposta alla pandemia. Risposte identificabili nei due pacchetti CRII Corona Virus Response Investment Initiative.
Il Web Meeting di Europe Direct Majella si è tenuto proprio il giorno del vertice europeo in videoconferenza durante il quale i membri europei hanno iniziato le negoziazione sul Recovery Fund. Sullo sviluppo rurale il professore ha illustrato altri strumenti di finanziamento: Next Generation EU, MFF 2021 - 2027, Safety Nets.
Gli Europe Direct sono degli sportelli di informazione della Commissione Europea attraverso il quale l’organo che ha sede a Bruxelles e Strasburgo informa i cittadini nei paesi membri. Lo sportello con sede a Sulmona è il risultato di un progetto presentato dall’Associazione Linae con il Parco Nazionale della Majella, capofila.
Le due sessioni di video conferenza con gli interventi integrali sono disponibili sulla pagina FB di Europe Direct Majella:
https://www.facebook.com/europedirectmajella/videos/713813976112829/ https://www.facebook.com/europedirectmajella/videos/1100916116960260/
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Rouge a levre Miss Dior

La scoperta della settimana
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Siamo quotidianamente presi da impegni, doveri e responsabilità e in alcuni momenti può capitare di fermarsi spiazzati con una sensazione spiacevole e realizzare che la vita ci stia scivolando tra le dita. Per tornare a sentirci presenti durante le nostra quotidianità frenetica, dobbiamo fare lo sforzo di fermarci e rimettere noi stessi in cima alla lista delle nostre priorità. Si può fare pianificando la nostra settimana e concedendosi dei momenti per fare ciò che ci piace. Leggere un libro, fare sport, ascoltare quella playlist che tanto ci faceva sognare un tempo, oppure trascorrere un pomeriggio in un beauty resort. Per contrastare gli effetti negativi dello stress e la stanchezza mentale dobbiamo prenderci cura di noi e includere nella pianificazione delle nostre settimane, anche le attività di svago. Ecco perché questa domenica mi sono fermata e ho scoperto il fieno, un'erba essiccata che i contadini usavano per favorire il rilassamento dopo una giornata nei campi. La stanza del fieno è stata la sorpresa di questa domenica alla Spa. (presso Regis Resort) https://www.instagram.com/p/B9NTjlOJTnCTb9lVPwlaVxoIz3p3e8nCLuo8t80/?igshid=l7btzssj0tmn
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2011 in Paris. As an intern for Conde Nast France, I was sent to capture the best looks at the Kenzo’s défilé. The fashion show was held at the magical setting of the Cirque d'Hiver. You can check Antonio Marras’ best pieces of fashion on this link! https://www.vogue.fr/lifestyle/soirees/diaporama/en-coulisses-chez-kenzo/7560
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“We are shaped and fashioned by what we love.
Johann Wolfgang von Goethe
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STREET LOOK MARSEILLE FOR FRENCH GLAMOUR
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STREET LOOK FOR GALERIES LAFAYETTE
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LIFE STILE REPORT ON THE 50 MOOD FOR FRENCH GLAMOUR
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Patrick Ouchene
Chanteur des Runnin’ Wild et auteur du succès rockabilly Copycat.
Comment définis-tu ton style ? Dandy rétro. Je suis un amateur de rockabilly et de musique afro- américaine : blues, gospel, country et jazz. C’est ça qui influence mon style. Je préfère chercher mes vêtements dans les boutiques vintages et sur eBay.
D’où vient-il ? À l’âge de 8 ans, j’ai découvert Elvis à la télé. J’ai commencé à me coiffer comme lui en mettant de la crème Nivea dans mes cheveux. A 13 ans, j’étais déjà un rocker. C’est une révolte, une liberté, une révolution qui n’a tué personne, mais qui a changé les mentalités bien avant les hippies, qui sont apparus 30 ans après. Je n’ai pas choisi d'être comme ça, c’est la musique qui m’a choisi.
Tes inspirations ? Comme disait John Lennon « avant Elvis il n’y avait rien ». Donc Elvis. Mais j’adore aussi Johnny Cash, Buddy Holly, Django Reinhardt, Dean Martin et évidemment Marlon Brando.
Tu portes quoi aujourd’hui ? Une veste chinée noire et blanche : c'était le haut de l'uniforme de l’université de Berkeley, dans les années 50. En dessous, j'ai une chemise moderne de la marque Rossperez et un pantalon à pinces très large. Mes chaussures sont de la marqueSacha, une boutique Belge. Dans les cheveux, j’ai une gomina à la noix de coco Black and White.
Ou sors-tu ? Au Balajo, au Clair de Lune et aux brocantes organisée par Fifties Sound.
Tes bonnes adresses shopping ? Chez Mamie et Casablanca.
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INTERVIEW WITH ANTON CORBIJN FOR FRENCH GQ
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ENTRETIEN EXCLUSIF AVEC ANTON CORBIJN
Trois ans après Control, le photographe Anton Corbijn retrouve les salles obscures avec un second film, The American. L’histoire d’un tueur - incarné par George Clooney - qui fuit la Suède pour se cacher dans le centre méridional de l’Italie. Entre promotions et expositions, Corbijn s’attarde avec GQ sur un parcours atypique. Entretien.
Que retenez-vous de votre expérience de réalisateur ?
J’ai réalisé deux films. Le premier, Control, contait l’histoire des Joy Division. Une partie de ma vie puisque je connaissais personnellement les personnages dont je parlais.
Ce second film, The American, est très différent: il ne s'agit pas d'un film d'action, mais d’un thriller existentiel, influencé en partie par certains westerns des années 70, conçu avec des temps lents. Je suis très satisfait du résultat et surpris aussi du succès qu'il a rencontré aux Etats Unis.
Que pensez-vous de George Clooney et de son rôle dans le film?
George Clooney y joue le rôle le plus sombre de sa carrière. Il ne ressemble pas l’acteur qu'on connaît, il a su habiter le personnage. Il est crédible et je suis très content de sa partition.
Votre expérience de photographe vous influence-t-elle derrière la caméra ?
Quand tu viens d’une discipline différente, la réalisation d'un film exige un apprentissage, c’est une autre forme de langage. Cela a été une découverte. Je pense aussi que le langage visuel est un aspect déterminant à la réussite d'un film. J’y ai donc été très attentif.
Comptez-vous poursuivre cette expérience cinématographique ?
Oui mais pour le moment j’élabore un livre de photos sur Tom Waits, prévu en mars. Une expo doit aussi ouvrir à New York la semaine prochaine, et une autre en France en mars.
À quel moment de votre vie avez-vous décidé de devenir photographe ?
J’ai commencé la photographie à 17 ans, à Groningen aux Pays-Bas, en prenant des photos de concert d’un groupe local, The Solution. Cela m’a aidé à combattre une grande timidité et surtout à approcher mes groupes de musique préférés.
En 1977, j’ai assisté quelques temps un photographe à Amsterdam, puis, en pleine période punk, je suis parti m’installer à Londres où j’ai commencé à travailler pour NME (New Musical Express). J’étais alors chargé de réaliser la couverture du magazine. J’ai pu fréquenter des groupes comme U2 ou Depeche Mode. Et réunir mes deux grandes passions: la musique et la photographie.
Quelle contribution aimeriez-vous laisser à la photographie ?
Je conçois mon travail comme une promenade dans les différents domaines qui m’ont intéressé en grandissant: la musique d’abord, puis le cinéma, et enfin la peinture et les artistes. Mon histoire est celle d’un garçon qui voyage à travers le monde et qui rencontre des gens avec son appareil. Et par la photo, je donne une interprétation de leur âme. Je ne pense pas à laisser une trace, être une source d’inspiration ferait déjà de moi un homme heureux.
The American, par Anton Corbijn. Actuellement en salles.
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