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Bonifica amianto e bonus per la riqualificazione energetica dei condomini
http://tinyurl.com/hgbrupp Un emendamento alla Legge di Stabilità 2017 approvato il 10 novembre va a stabilire che anche la bonifica amianto entri a far parte dei bonus per la riqualificazione energetica dei condomini. E’ un provvedimento che potrebbe effettivamente aprire un’epoca nuova nella lotta contro l’asbesto, considerando il diffuso gradimento degli italiani per i bonus fiscali collegati alle ristrutturazioni edilizie.
Ecobonus e bonifica dell’amianto
L’emendamento in questione, dispone che anche gli interventi di bonifica e rimozione dell’amianto dalle parti comuni degli edifici condominiali potranno usufruire della detrazione fiscale fissata al 65%, con un massimale di spesa fissato a quota 100mila euro. Le spese agevolabili sono quelle sostenute nel periodo che va dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2018. E’ stato predisposto un paletto ben preciso, ovvero come le bonifiche in questione dovranno essere parte di un intervento teso al miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio interessato. In pratica, quindi, il progetto complessivo dovrà essere rivolto in primo luogo all’efficientamento energetico del condominio e nelle sue pieghe potranno essere previste anche operazioni tese alla rimozione dell’amianto presente. La ratio del provvedimento è quindi abbastanza precisa ed è la stessa che caratterizza il ventilato potenziamento dell’Ecobonus nel caso si uniscano efficienza energetica e adeguamento antisismico, ovvero cercare di puntare sulla leva fiscale per ovviare alla mancanza di risorse e, allo stesso tempo, dare un ulteriore impulso al settore delle costruzioni, impedendo che venga toccato con durezza da una crisi ancora evidente. L’emendamento in questione va in pratica a sanare una situazione, quella disegnata in precedenza dall’articolo 2, per effetto del quale le bonifiche da amianto non erano in alcun modo incentivate dal Governo. Un fatto difficilmente comprensibile se si pensa come esse siano ampiamente considerate un’attività strategica per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini.
La situazione della bonifica amianto per le aziende
In tema di bonifica dell’amianto, sono già previste altre misure che potrebbero dare una ulteriore spinta in tal senso, in particolare quelle rivolte alle imprese che optino per la rimozione e lo smaltimento di materiali contaminati. Alle aziende che nel corso del 2016 abbiano effettuato o intendano completare interventi di bonifica dall’amianto sui loro beni e strutture produttive viene infatti riconosciuto un credito di imposta pari al 50% delle spese sostenute. Va però ricordato come per poter rientrare nel quadro di questa agevolazione sia necessario che la spesa complessiva per il progetto di bonifica sia compresa tra i 20mila e i 400mila euro. Tutti gli interventi che abbiano un costo inferiore o superiore non sono dunque ammessi all’agevolazione. La misura è in pratica già operativa, in quanto il 16 novembre è stato effettuato il click day, con il quale era possibile richiedere l’agevolazione. La misura in questione era compresa nella precedente Legge di Stabilità e sarà reiterata anche nel 2018 e nell’anno successivo. Il credito d’imposta è ripartito in tre quote annuali di eguale importo e il fondo disposto a sostegno dell’iniziativa ammonta a 5,667 milioni di euro all’anno. Dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni relative ai periodi di imposta successivi in cui è stato utilizzato. Inoltre non concorrerà alla formazione del reddito e non andrà a incidere sulla base imponibile dell'Irap, potrà essere utilizzato soltanto in compensazione e non è soggetto al limite complessivo di 250mila euro. Va inoltre ricordato come per poterlo ottenere è obbligatorio utilizzare il modello F24 sui servizi telematici predisposti all’uopo dall’Agenzia delle Entrate.
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La rimozione amianto: guida ai nuovi incentivi
http://tinyurl.com/j5e7j3x Il ministro dell’Ambiente, Galletti, ha annunciato che presto entreranno in vigore i nuovi incentivi per rimuovere l'amianto. La misura, introdotta dal Collegato Ambiente alla Legge di Stabilità (Legge 28 dicembre 2015, n. 221) deve essere regolata con un decreto del Ministero dell’Ambiente entro 90 giorni dalla sua entrata in vigore avvenuta il 2 febbraio 2016, quindi entro il 2 maggio 2016.
Cosa prevede l’incentivo
Come disposto dal Collegato Ambiente, l'incentivo – verrà stanziato sotto forma di credito d’imposta del 50% delle spese sostenute e suddiviso in 3 quote annuali, a favore di imprenditori che realizzano interventi di bonifica dell’amianto su beni e strutture produttive. Inoltre per incentivare tale investimento, l’importo non deve essere inferiore ai 20mila euro e non superare i 400mila euro. Il tetto massimo di spesa è di 5,667 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019. A tal proposito, non va dimenticato l’apposito fondo che è stato istituito per promuovere la realizzazione di interventi di bonifica di edifici pubblici, con una dotazione finanziaria di 6,018 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017. Il credito di imposta per la rimozione dell’Amianto può essere utilizzato anche per compensare debiti erariali di varia natura, pagamenti Inps, Inail, versamenti IVA, imposte sulle persone giuridiche ed IRAP. Il Ministero realizzerà persino una apposita piattaforma informatica per presentare le domande on line.
E per i privati?
Oltre ai contributi regionali e comunali, i privati cittadini usufruiranno di incentivi fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni e potranno ottenere le detrazioni fiscali per le spese sostenute per la bonifica dell’amianto anche per il 2016. L’importo della detrazione è pari al 50% delle spese sostenute fino a un ammontare massimo di 96mila euro (quindi se la spesa per la bonifica dall’amianto sostenuta è di 15.000 euro si possono recuperare 7.500 euro in 10 quote annuali). La situazione in Italia è drammatica Secondo alcuni dati comunicati il 28 aprile, in occasione della giornata mondiale per le vittime dell'amianto promossa da Legambiente, Il problema dell'amianto è avvertito in Italia in modo drammatico. Ventiquattro anni fa con la Legge 257/1992 l’amianto è stato bandito perché risultato cancerogeno; infatti ne ha vietato l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di manufatti che lo contengono. Inoltre la normativa impone anche la bonifica dei siti in caso di rilascio di fibre che potrebbero rivelarsi potenzialmente nocive per la nostra salute. Per esempio è possibile trovare l’asbesto (l’altro nome dell’amianto) ancora oggi nelle nostre abitazioni in serbatoi, canne fumarie, tubazioni, coperture ed è causa di oltre 4mila decessi ogni anno. Inoltre secondo il Ministero dell’Ambiente si calcolano oltre 44mila siti contenenti amianto di cui poco più di 2mila bonificati e più di 41mila ancora da bonificare. Per effettuare le operazioni di rimozione dell’amianto, è necessario rivolgersi ad una delle Aziende addette alla bonifica e smaltimento dell’amianto: non va dimenticato che soltanto le imprese iscritte all’Albo gestori Ambientali possono effettuare gli interventi di bonifica dell’amianto. Desidereresti maggiori informazioni e ricevere fino a cinque preventivi gratuiti? Richiedi ora Ti occupi di Rimozione Amianto e vuoi trovare nuovi clienti? Clicca qui
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Per la rimozione amianto esistono incentivi?
http://tinyurl.com/q5zka37 L’amianto continua a provocare danni nel nostro paese, nonostante sia una sostanza considerata alla stregua di un vero e proprio killer, vietata dal 1992. I pericoli per la salute rappresentati dai materiali contaminati sono ormai tristemente noti, con le cosiddette malattie asbesto correlate che mietono vittime in ogni angolo della penisola ancora oggi. Proprio per questo motivo, la sostanza dovrebbe essere rimossa soprattutto nel caso di manufatti che siano in stato di deterioramento più o meno grave o che possano diventarlo a breve a causa dell’età, ovvero quelli che potrebbero rilasciare nell'atmosfera le fibre che, liberate nell'aria diventano un pericolo terribile per il nostro sistema respiratorio. La domanda che in molti si pongono, al riguardo, è la seguente: amianto, per la rimozione esistono incentivi?
Amianto, gli incentivi che aiutano la rimozione
Parliamo di agevolazioni. La risposta alla domanda è sicuramente positiva: l’amianto e la sua rimozione comportano una serie di incentivi che possono notevolmente alleviare la spesa. Molto spesso a scoraggiare i privati dal procedere nell'opera di rimozione sono proprio i costi troppo elevati che essa può comportare. Mettere in sicurezza i manufatti incriminati o rimuoverli del tutto per poi trasportarli in discarica, presenta costi notevoli, che soprattutto in un momento di crisi come l’attuale possono diventare difficilmente sostenibili. L’amianto, con la rimozione e i relativi incentivi, è ormai oggetto di un dibattito di lunga data. Dando una occhiata ai tanti siti che si occupano di questo problema non si riesce però a farsi una idea ben precisa al riguardo. A partire dall’aliquota agevolata al 10%, che in troppi sembrano dare per scontata, quando invece dovrebbero essere fatti alcuni distinguo. Essa, infatti, spetta soltanto nel caso l’intervento in questione vada a interessare edifici a prevalente destinazione abitativa, ovvero quelli ove sia presente almeno il 50% di abitazioni. Va inoltre ricordato che gli interventi debbono essere di manutenzione ordinaria e straordinaria ed essere eseguiti da una ditta provvista di autorizzazione. Soltanto in questo caso, l’aliquota agevolata del 10% è assolutamente fuori discussione. Peraltro, nel caso che il lavoro venga fatto in regime di subappalto, l’impresa che fornisce il lavoro dovrà fatturare con aliquota normale e in questo caso la fattura deve essere intestata all'appaltatore, il quale a sua volta potrà applicare l’aliquota Iva al 10% per la rimozione dell’amianto al committente.
Quali incentivi prevede la normativa vigente
Amianto, la rimozione gode di incentivi ben precisi. Sono quelli relativi ai bonus per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, che possono oscillare dal 50 al 65% della cifra totale e che sono validi fino al 31 dicembre 2015. Erogati sotto forma di detrazioni fiscali, vanno divisi in dieci tranche annuali di pari importo, che saranno scalate sulla dichiarazione dei redditi. L’amianto e la sua rimozione grazie a questi incentivi possono vedere notevolmente abbattuta la spesa, consentendo di regalare sicurezza ai propri familiari senza sottoporli a un rischio elevatissimo, Al riguardo ricordiamo che le operazioni di rimozione vanno compiute da ditte specializzate, le quali possono essere reperite proprio su Preventivi.it, ove moltissimi professionisti del settore offrono la loro consulenza anche dal punto di vista fiscale, permettendo di poter scegliere la soluzione in grado di unire convenienza e professionalità.
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Come si procede alla bonifica della canna fumaria in amianto?
http://tinyurl.com/pbl4qek Tra i tanti problemi che derivano dalla presenza dell’amianto, c’è anche quello relativo ai manufatti sottoposti agli agenti atmosferici o meccanici. La presenza di questa sostanza può diventare ancora più pericolosa nel caso di una sua friabilità, possibilità presente per tutti quei materiali la cui solidità viene messa a repentaglio per motivi collegati alla propria funzione e all’usura. Uno dei casi più evidenti è quello della bonifica della canna fumaria in amianto, presente ancora in molti edifici dislocati in ogni angolo della penisola. In queste situazioni si dovrebbe procedere senza indugio a una ricognizione riguardante lo stato effettivo del manufatto per poi decidere in base alle risultanze dell’esame, se sia conveniente procedere alla bonifica della canna fumaria in amianto, oppure soprassedere. Una valutazione che dipende con tutta evidenza dallo stato in cui versa la stessa all'atto della ricognizione.
Bonifica canna fumaria in amianto: l’analisi del degrado
Per capire se sia opportuno o meno procedere alla bonifica della canna fumaria in amianto occorre una valutazione sulla potenziale esposizione delle persone che vivano in un determinato edificio alle fibre di materiale che possono essere rilasciate nell'atmosfera. Per poter avere una valutazione adeguata si possono utilizzare in particolare due criteri distinti: 1) l’esame delle condizioni in cui si trovi effettivamente il manufatto installato; 2) il monitoraggio ambientale, ovvero la misurazione della concentrazione di fibre di amianto disperse nell'atmosfera all'interno dell’edificio interessato. Va considerato che il monitoraggio ambientale fornisce soltanto una fotografia della situazione all'atto dell’esame, senza poter dare riscontri relativi alla possibilità che la canna fumaria possa deteriorarsi in un futuro più o meno prossimo. Inoltre, va ricordato come la presenza di fibre di amianto nell'aria possa essere riscontrata solo con l’utilizzo della tecnica della dispersione cromatica o la microscopia elettronica analitica. Il degrado che dovrebbe spingere alla bonifica della canna fumaria in amianto può essere stabilito dalla presenza di: a) parti danneggiate o che vedano la presenza di crepe, soprattutto in corrispondenza di fissaggi: b) presenza di materiale polverulento; c) friabilità unita a scarsa resistenza e consistenza; d) presenza di superfici degradate a causa di agenti atmosferici o meccanici.
Bonifica amianto: quando intervenire e come
Se nel corso dell’esame si riscontra la presenza di materiale danneggiato, la bonifica della canna fumaria in amianto si rende praticamente necessaria, in quanto il pericolo del rilascio di fibre è reale. Si tratta dei casi in cui le canne fumarie non confinanti in un'area occupata dell'edificio si presentino: 1) danneggiate a causa dell’azione degli occupanti o per interventi manutentivi; 2) deteriorate per effetto di fattori esterni come vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni d'acqua, correnti d'aria o altro; 3) deteriorate a causa del degrado spontaneo derivante anche dall'azione svolta dal tempo; 4) in prossimità dei sistemi di ventilazione, con parti deteriorate o rese friabili. In tutti questi casi si può decidere di procedere a una bonifica della canna fumaria in amianto tramite la sua rimozione o messa in sicurezza sul luogo. A patto che l’intervento venga affidato ad aziende provviste delle necessarie autorizzazioni e della professionalità adeguata. A tal proposito ricordiamo che sul nostro portale sono molte le aziende del settore che offrono tutta la loro professionalità, a prezzi assolutamente competitivi.
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I contributi per la rimozione amianto
http://tinyurl.com/p3kltym Sono passati 23 anni dal 1992, quando l’amianto è stato bandito in Italia. Eppure continua a essere una presenza inquietante. A destare grande paura sono i tanti fatti di cronaca riguardanti una sostanza che è stata usata con grande generosità per scopi edilizi, prima che diventasse pubblica la sua pericolosità. Ancora in questi ultimi mesi i timori relativi alla presenza dell’asbesto sono tornati ad affiorare a Torino, per la chiusura di Palazzo Vecchio, sede dell’ateneo cittadino, e a Roma, all'aeroporto di Fiumicino, dopo l’incendio dello scalo. Timori che hanno tutto il diritto di permanere di fronte a una situazione inquietante, che vede la rimozione dei materiali incriminati rallentati dalla mancanza di fondi, dalla vastità della presenza dell’amianto e da una evidente sottovalutazione, se non incapacità delle istituzioni, simboleggiata dalla mancanza in molte regioni di piani adeguati al pericolo e di una mappatura in grado di dare una idea esaustiva del fenomeno. In particolare va messo in rilievo come i costi per la rimozione della sostanza siano elevati, tanto da spingere molti privati a posticipare gli interventi. In questo quadro la rimozione dell’amianto potrebbe essere implementata da contributi in grado di attutire l’impatto finanziario che ricade sui cittadini.
Rimozione amianto: quali sono i contributi statali
La rimozione amianto prevede contributi statali sotto forma di detrazioni fiscali. Un buona notizia per chi ha manufatti di amianto da rimozionere. In particolare, l’ultima Legge di Stabilità liquidata dal Parlamento, ha esteso anche alla rimozione dell’asbesto l'ecobonus del 65% concesso per la ristrutturazione edilizia che preveda interventi di riqualificazione energetica. La rimozione dell’amianto, grazie ai contributi in questione, che vengono erogati sotto forma di detrazione fiscale, da spalmare nell'arco di un decennio sulla propria dichiarazione dei redditi, può quindi pesare di meno. Un dato di fatto che potrebbe spingere a usufruire dell’incentivo per eliminare finalmente situazioni di pericolo che non riguardano solo i lavoratori delle aziende che trattavano amianto, ma anche tanti cittadini che si trovano nelle vicinanze di manufatti contaminati, si pensi ad esempio alle canne fumarie o ai tetti. La rimozione amianto, grazie allo stanziamento di contributi, potrebbe in effetti avere un'accelerazione in grado di sfatare la fosca previsione di Legambiente, che fissa addirittura a 85 anni il lasso di tempo necessario alla scomparsa dell’asbesto dal nostro Paese.
La necessità di contributi per rimuovere l’amianto
I contributi per la rimozione dell’amianto sono necessari, visti i costi elevati per la rimozione. E ancor di più nel caso di privati che spesso non sono in grado di sopportare gli alti costi della rimozione, soprattutto in un periodo di crisi come questo. Proprio per la situazione attuale, l’estensione dell’ecobonus è una buona notizia, in quanto può andarsi a cumulare con l’Iva agevolata al 10% e ad altri provvedimenti presi a livello locale, ad esempio nel settore agricolo, dando impulso alle operazioni di rimozione di una sostanza che continua a rappresentare un grande pericolo per troppi cittadini. L'allarme che continua ad arrivare da più parti del paese, infatti, è un'eloquente testimonianza circa il problema rappresentato dall'amianto, che del resto dovrebbe continuare a colpire implacabilmente anche nei prossimi anni. Si stima infatti al 2025 il picco di morti per mesotelioma pleurico, mentre secondo le più recenti stime elaborate da Cnr, Legambiente e Ispesl, sarebbero quasi 35mila i siti da rimozionere, per un totale di 32 milioni di tonnellate di amianto sparse lungo lo stivale.
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L’incapsulamento per la bonifica amianto
http://tinyurl.com/nf94pol Ci sono casi in cui la bonifica dell’amianto non coincide con la definitiva rimozione del manufatto contaminato. A volte può essere più semplice dare vita a un intervento di tipo conservativo, teso a mettere in sicurezza l’ambiente su cui il materiale potrebbe incidere. In questo particolare caso la bonifica dell’amianto avviene tramite incapsulamento, una procedura che viene descritta in modo molto stringente nel Decreto Ministeriale emesso in data 9 settembre del 1994. In base a quanto disposto, l'intervento di bonifica dell’amianto tramite incapsulamento consiste nel trattamento della sostanza con prodotti specifici penetranti o ricoprenti che vanno a inglobare le fibre di amianto, ripristinando allo stesso tempo l'aderenza al supporto e costituendo una pellicola tesa alla protezione della superficie esposta. L’intervento di questione è dovuto alla constatazione che con ogni probabilità, nel corso del tempo, un manufatto in pannelli rigidi di amianto potrebbe subire danneggiamenti, soprattutto a causa dell'azione di agenti esterni. Agenti esterni che possono essere ad esempio correnti d’aria, modifiche nel sistema di ventilazione, interventi di riparazione o manutenzione e altri, a seguito dei quali, potrebbero essere rilasciate le temute fibre killer.
L’incapsulamento può essere la risposta giusta per la bonifica amianto
La bonifica dell’amianto attraverso l’incapsulamento può essere una risposta del tutto all'altezza della sfida. Si tratta di una soluzione che comporta pro e contro, che del resto vengono indicati dallo stesso provvedimento governativo. Tra i vantaggi, vanno ricordati il fatto che la bonifica dell’amianto tramite incapsulamento non produce rifiuti tossici e non richiede la successiva apposizione di prodotti sostitutivi. Inoltre i rischi per i lavoratori connessi alle operazioni sono minori rispetto alla rimozione definitiva. Indicata in particolare per quei manufatti che non sono in condizioni di deterioramento tali da far temere la friabilità, questa procedura comporta però degli svantaggi ben precisi. A partire dalla permanenza di amianto all’interno dell’edificio, con la necessità di predisporre e seguire un programma teso a monitorare la situazione. Un programma che prevede controlli periodici tesi proprio a verificare lo stato del manufatto e a impedire che la situazione possa sfuggire al controllo. Inoltre la bonifica dell’amianto per incapsulamento può rendere più complicata la sua successiva rimozione, in quanto l’effetto impermeabilizzante del trattamento rende difficile bagnarlo.
Come effettuare l’incapsulamento dell’amianto
Un trattamento come l’incapsulamento è altamente sconsigliato ove il manufatto sia molto deteriorato e quindi friabile, in quanto l’incapsulante va ad aumentare il peso strutturale aumentando la tendenza alla delaminazione del materiale. L’intervento va effettuato sulla base del Decreto emesso il 20 agosto del 1999 dal Ministero della Sanità, che fornisce tutte le indicazioni necessarie. Il provvedimento prevede in particolare che il committente chieda alla ditta incaricata l’attestazione di conformità del materiale incapsulante e quella di conforme esecuzione dei lavori. Sarà poi il proprietario dell’immobile a dover predisporre un programma di manutenzione e controllo procedendo alla nomina di un responsabile alla sua applicazione. Al committente spetta anche il compito di dare corretta comunicazione agli organi di vigilanza competenti. Una serie di prescrizioni estremamente stringenti, che testimoniano l’assoluta necessità di affidarsi a professionisti provvisti non solo delle competenze, ma anche delle autorizzazioni necessarie. I quali possono essere reperiti con un certa facilità proprio sul nostro portale, con l’ulteriore vantaggio di poter scegliere l'impresa in grado di offrire il miglior rapporto tra qualità e prezzo.
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Non sempre c’è l’obbligo di rimozione amianto
http://tinyurl.com/oz2482v Una grande quantità di vittime ogni anno. È stato ed è questo l’amianto per l’Italia: una presenza sul territorio che continua a essere fonte di preoccupazione e allarme per tutti i cittadini. Basti pensare che il picco di morti per mesotelioma, ovvero la malattia dell’apparato respiratorio comunemente associata all’asbesto, è previsto per il 2025, proprio in considerazione della presenza ancora massiccia di manufatti e altri prodotti contaminati lungo la penisola. Le ultime stime elaborate in Italia, indicano in circa 35mila i siti contaminati, mentre dovrebbero essere necessari ben 85 anni per arrivare a smaltire l’amianto presente lungo il territorio nazionale. Dati inquietanti, aggravati dal fatto che in molte regioni mancano i piani in grado di indicare le linee guida per la rimozione. Va comunque ricordato che in base alla legge, la rimozione dell’amianto non è sempre obbligatoria.
La rimozione amianto è obbligatoria o no?
La rimozione dell’amianto è obbligatoria o soltanto facoltativa? Una domanda giustificata dall’allarme che anche in queste ultime settimane si eleva da ogni angolo del nostro Paese. Va messo un punto fermo: la rimozione dell’amianto non è obbligatoria e a stabilirlo è proprio la legge, ovvero la 257 del 27 marzo 1992, la quale in effetti prescrive solo il mantenimento del materiale in buono stato di conservazione. E’ invece obbligatorio lo smaltimento dell’amianto, ove questo, per un motivo o per l’altro, debba essere oggetto di rimozione. Anche il TAR della Campania non lascia eccessivi dubbi interpretativi, ricordando che salva restando la necessità di mantenere in buono stato di conservazione i manufatti, monitorando costantemente la situazione, non esiste alcun obbligo in tal senso. Da quanto affermato, ne discende la conseguenza che la rimozione dell’amianto diventa obbligatoria solo nel caso che la sostanza diventi friabile. In pratica la sola presenza dell’amianto non dovrebbe costituire occasione di allarme, in quanto soltanto in stato di avanzato danneggiamento, ovvero di friabilità, l’asbesto libera le fibre killer ormai diventate sinonimo di terrore a ogni angolo della penisola.
Rimozione amianto, scegliere aziende specializzate
A prescindere dall’obbligo, la rimozione dell'amianto non dovrebbe mai essere sacrificata a considerazioni di carattere economico. La presenza di materiale contaminato in una abitazione può diventare un attentato alla salute dei suoi occupanti e andrebbe perlomeno monitorata in continuazione. I tetti in Eternit e le canne fumarie, in particolare, possono trasformarsi in vere e proprie mine vaganti e dovrebbero essere rimossi non appena possibile, magari puntando sugli incentivi statali che possono limitare il carico finanziario delle operazioni. La rimozione amianto è comunque obbligatoria non appena si manifesti la friabilità del materiale, che può liberare le fibre assassine e in questi casi occorre intervenire il prima possibile, in modo da non far correre rischi a sé stessi e ai propri familiari. Occorre trovare un’azienda dotata delle autorizzazioni e delle competenze necessarie per operazioni così delicate. Il modo migliore per reperire quella più adatta alla bisogna è quello di rivolgersi a Preventivi.it, vera e propria piazza telematica ove si incontrano le esigenze di clienti e imprese, con una miriade di aziende pronte a offrire i propri servizi ai prezzi più convenienti.
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Le agevolazioni fiscali necessarie per la rimozione amianto
http://tinyurl.com/qamta8g Se si decide per la rimozione dell’amianto, è anche merito delle agevolazioni fiscali, che la rendono un po’ meno costosa. Il motivo di questo dato di fatto risiede proprio nell'onerosità finanziaria degli interventi tesi a rimuovere i manufatti e gli impianti in amianto dal territorio. Gli alti costi che ne derivano sono difficilmente sopportabili dalle economie familiari, soprattutto in un momento di crisi finanziaria come quello che ha colpito l’Italia ormai da anni, che va a congiungere i suoi effetti a quelli provocati dalle politiche governative tese al risanamento dei conti pubblici. Politiche che hanno sempre più prosciugato le tasche di molti nostri concittadini, impedendo loro di poter provvedere alla soluzione di un problema drammatico come quello derivante dalla presenza di asbesto. Una presenza ancora molto forte nonostante il veto imposto a questa sostanza a partire dal 1992. Senza agevolazioni fiscali in grado di attutire il contraccolpo finanziario, la rimozione dall'amianto rischia di rimanere soltanto sulla carta e prolungare all'infinito l’emergenza derivante dalla presenza di materiali che con il passare del tempo rischiano di deteriorarsi e diventare friabili. Proprio la friabilità indotta dal passare del tempo è infatti il vero pericolo per la salute pubblica, comportando il rilascio delle fibre di amianto nell'atmosfera.
Rimozione amianto, l’importanza delle agevolazioni fiscali in passato
La rimozione dell’amianto si è basata sulle agevolazioni fiscali già in passato. In particolare, la più efficace misura di rimozione e rimozione dell'amianto fu il cosiddetto 'bonus eternit', ovvero l’incentivo maggiorato rilasciato per la sostituzione di tetti in amianto, più generoso per chi avesse deciso di adottare i pannelli fotovoltaici al posto del tetto in Eternit che veniva rimosso. Un provvedimento salutato da buon esito, se si pensa che alla fine del 2012, proprio grazie a questa possibilità, sfruttata soprattutto nel Nord e Centro Italia, erano stati risanati 26.000 tetti in amianto, per una superficie di 20 kmq e una la potenza elettrica FV ottenuta pari a circa 2,5 GW. Purtroppo, a partire dal luglio 2013 lo spirare del Conto Energia si è portato dietro anche questo tipo di incentivo. Considerato che la rimozione dell’amianto e le agevolazioni fiscali sono un binomio ancora inscindibile, per ovvi motivi legati all'onerosità delle operazioni di rimozione, occorre ripensare a una politica di sgravi in grado di andare incontro alle esigenze di chi vorrebbe rimozione, ma non ha le necessarie risorse.
Rimozione amianto: professionisti del settore utili anche per informazioni sui bonus fiscali
La rimozione amianto e le agevolazioni fiscali sono state oggetto anche della Legge di Stabilità varata per il 2015. In pratica, l’ecobonus del 65% può essere destinato anche alle operazioni di rimozione portate avanti in edifici a prevalente destinazione abitativa. Per sgombrare il campo da ogni equivoco, comunque, il consiglio è quello di farsi assistere da imprese abilitate, che sappiano assistere i clienti anche da un punto di vista fiscale, prospettando le soluzioni più adeguate per risparmiare. Chi ha intenzione di procedere alla rimozione dell’amianto e cerca agevolazioni fiscali in grado di alleviare l’impatto sulle proprie finanze, ha comunque a sua disposizione l’opportunità offerta dal nostro portale. Preventivi.it, infatti, può consentire il contatto con una lunga lista di aziende specializzate nel settore, le quali possono unire le competenze tecniche a quelle di carattere fiscale. Il tutto con l’ulteriore vantaggio di poter scegliere l’impresa più conveniente nel rapporto tra prestazione e prezzo.
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Rimozione amianto è manutenzione ordinaria o straordinaria?
http://tinyurl.com/ofo97ll L’amianto continua a mietere vittime. Ma la rimozione amianto è un intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria? Può sembrare una domanda oziosa, rispetto alla pericolosità di una sostanza che da decenni è apertamente associata a un lungo elenco di patologie gravissime. Eppure non lo è, in quanto proprio dallo stabilire se la rimozione amianto sia manutenzione ordinaria o straordinaria può dipendere l’erogazione di benefici fiscali o altre agevolazioni da parte statale o di altri oggetti istituzionali che comportano un notevole alleggerimento del carico finanziario. Se si opera sull’intero condominio sia i lavori di manutenzione ordinaria che straordinaria rientrano a pieno titolo nelle spese detraibili al 50%; invece quando si tratta di una singola unità abitativa, ci si muove nel più classico dei terreni minati, in cui il confine tra ordinario e straordinario diventa labile e può giocare brutti scherzi. Sino a rendere impossibile approfittare di provvidenze che pure potrebbero sgravare notevolmente la spesa di un intervento pur così importante per assicurare la serenità propria e dei propri cari.
Rimozione amianto: distinguere tra manutenzione ordinaria e straordinaria
Si parte quindi da questa distinzione. Stabilire se la rimozione dell’amianto rientri nella categoria della manutenzione ordinaria o di quella straordinaria non è un semplice esercizio di stile. La legislazione al riguardo è abbastanza complessa e proprio dalla classificazione delle operazioni può dipendere l’erogazione di un finanziamento o di un'agevolazione fiscale che potrebbe alleviare in maniera consistente il peso delle operazioni tese a mettere in sicurezza la propria abitazione. Quando si interviene su un tetto in Eternit occorre prestare il massimo di attenzione alla legislazione vigente. Nel caso riguardante le singole unità abitative, gli interventi di manutenzione ordinaria non rientrano nella detrazione sulle ristrutturazioni edilizie, al contrario degli interventi più complessi, che rientrano nella classificazione della manutenzione straordinaria. Una precisazione non da poco, che andrebbe tenuta a mente quando si decide di dare vita a un intervento teso alla rimozione di un tetto in amianto. Per capire se la rimozione dell’amianto sia manutenzione ordinaria o straordinaria si dovrebbe far riferimento al D.P.R. numero 380 del 6 giugno 2001, dal quale si evince che interventi ordinari sono quelli su finiture e impianti, mentre nella seconda categoria rientrano quelli sulle parti strutturali.
La soluzione migliore è scegliere professionisti del settore
Una soluzione più semplice c’è. Per capire se la rimozione dell’amianto rientra nella manutenzione ordinaria o in quella straordinaria la cosa migliore è affidarsi a professionisti del ramo, capaci non solo di effettuare interventi adeguati, ma anche di aiutare il cliente a districarsi in quella che si presenta come una giungla. Un terreno nel quale ci si deve muovere con assoluta circospezione se non si vuole incappare in clamorosi infortuni, dando per scontata un'agevolazione fiscale cui magari non si ha diritto. Proprio la complessità della materia obbliga a ricorrere a imprese presenti nel settore da decenni e in grado di indicare la strada migliore per limitare al massimo una spesa che si presenta abbastanza onerosa. Aziende che possono essere reperite proprio grazie al nostro portale, ove è possibile mettersi in contatto coi migliori professionisti per richiedere consulenza e prestazioni, ottimizzando il rapporto tra costo e qualità dei lavori. Richiedi un preventivo gratuito clicca qui Ti occupi di smaltimento amianto? Clicca qui
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Rimozione amianto, il confine tra manutenzione ordinaria e straordinaria
http://tinyurl.com/pgl3zzk Quando si decide di procedere alla rimozione amianto si rischia spesso di confondere la manutenzione ordinaria con quella straordinaria. Un equivoco derivante dal fatto che tra gli interventi dell’una o dell’altra categoria il confine è molto spesso estremamente labile. Proprio la complessità della materia, e la possibilità di incorrere in clamorosi equivoci, dovrebbero consigliare alla massima attenzione. Chi si appresta a dare vita a interventi di rimozione dell’amianto, di manutenzione ordinaria o straordinaria dovrebbe occuparsi più a fondo. L’ottenimento di agevolazioni statali, in particolare quelle fiscali che vanno a premiare chi effettua interventi di ristrutturazione su un immobile di proprietà, può dipendere proprio dall'esatta specificazione della natura degli stessi. Considerato che la rimozione dell’amianto è un'operazione indispensabile al fine di eliminare potenziali pericoli per la propria salute e quella dei propri familiari, si tratta di una materia estremamente importante e assolutamente da non sottovalutare.
Rimozione amianto, a volte basta poco per passare da manutenzione ordinaria a straordinaria
Uno degli interventi più frequenti quando si parla di amianto è senza dubbio la rimozione del materiale tossico dai tetti. Le coperture delle nostre abitazioni hanno usufruito largamente nel decenni passati dell’apporto di un materiale di cui al tempo non si conosceva la pericolosità. Quando la stessa è poi stata resa nota, la penisola era ormai stata letteralmente inondata da manufatti in Eternit, con aumento esponenziale di rischi per la salute dei cittadini. Ormai non rimane quindi che prendere atto della presenza inquietante di questi materiali e decidere se sia il caso di rimuoverli o meno. Per chi abbia in animo di procedere in tal senso, si apre la strada delle agevolazioni fiscali, ovvero della detrazione del 50% sulla propria dichiarazione dei redditi. Per godere della quale, però, occorre stabilire preventivamente se la rimozione amianto sia manutenzione ordinaria o straordinaria. Va infatti specificato che l’intervento può riguardare edifici condominiali o singole unità abitative. Nel primo caso il problema non ha ragione di sussistere e tutti gli interventi rientrano nelle spese agevolabili. Nel secondo non è invece così e i lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria debbono essere individuati in maniera esaustiva, se si vuole approfittare delle detrazioni. Al proposito, comunque, va ricordato che il confine tra interventi ordinari e straordinari è spesso molto labile, un fatto che può agevolare non poco chi si appresti a intervenire sul proprio tetto.
Come evitare gli equivoci sulla rimozione amianto
Gli interventi sui tetti possono rientrare sia nell'una che nell'altra categoria. Se ad esempio decidiamo di sostituire le tegole mettendone di nuove al loro posto, siamo in presenza di un intervento di manutenzione ordinaria. Ove invece decidessimo di sostituire le tegole e allo stesso tempo di dare vita a una nuova impermeabilizzazione, l’intervento cambierebbe di natura, diventando di manutenzione straordinaria. Proprio su queste piccole differenze si può agire per ottenere agevolazioni fiscali preziosissime per attutire l’impatto sulle finanze familiari. Chi appresta a dare luogo a interventi tesi alla rimozione dell’amianto, di manutenzione ordinaria o straordinaria, deve comunque sapere in anticipo che essi possono essere portati a termine soltanto da professionisti abilitati. Una ragione che spinge a cercare aziende ad hoc, che possono essere reperite facilmente su Preventivi.it, ove una gran numero di imprese del ramo sono pronte a offrire la propria consulenza, a prezzi estremamente convenienti.
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Scegliere ditte specializzate nella rimozione amianto per la bonifica
http://tinyurl.com/q4foh3w È vero, ci sono casi in cui la bonifica dell’amianto non è strettamente necessaria. Ma perché rischiare? È comunque altamente consigliabile svolgerla il prima possibile, in modo da ridurre i rischi per chi si trova a contatto giornalmente con il materiale in questione. Una volta che sia stata riscontrata la presenza di materiale contaminato, occorre procedere a stabilirne le condizioni. Ove si tratti di manufatti in buono stato di conservazione e magari non troppo esposti ad agenti atmosferici o di altro tipo, si può anche pensare a procrastinare l’intervento, avendo però cura di monitorare la situazione. Anche la legge, in effetti, non prescrive alcun obbligo in tal senso, chiedendo invece un'attenta attività ispettiva tesa a verificare l’evoluzione della situazione. Il vero pericolo, una volta che sia stata riscontrata la presenza dell’asbesto, consiste nella sua friabilità, stato che agevola il rilascio di fibre killer nell'atmosfera. In questo caso, non solo la bonifica è obbligatoria, ma occorre rivolgersi a ditte specializzate nella rimozione amianto, ovvero quelle che non solo abbiano le competenze per poterlo fare, ma anche le necessarie autorizzazioni.
Vuoi garanzie? Cerca ditte specializzate nella rimozione amianto
Con l’amianto non si scherza. Le ditte specializzate nella rimozione dell’amianto non solo sono una garanzia per lo svolgimento delle operazioni utili a rimuovere le condizioni di pericolo, ma una necessità imposta dalla legge. Soltanto le ditte specializzate, infatti, possono realizzare la rimozione dell’amianto mettendo il committente al riparo dalle conseguenze di una bonifica fatta non a norma di legge. Non si tratta in effetti soltanto di una necessità burocratica, proprio in considerazione della pericolosità che le operazioni di bonifica comportano. Chi pensa al fai da te in un settore simile, non solo va contro la legge, ma anche contro il buon senso e occorrerebbe diffidare di chi online pubblicizza i modi di smaltire l’amianto in questo modo. Soltanto le ditte specializzate possono dare garanzie nella rimozione dell’amianto e nel suo smaltimento presso i siti autorizzati. Una cosa da tenere assolutamente in considerazione quando si pensa sia arrivato il momento di procedere a bonificare un sito contaminato, si tratti di rimuovere il manufatto incriminato o di metterlo in sicurezza tramite incapsulamento.
Come trovare ditte specializzate nella rimozione amianto
Attraverso una ricerca online è piuttosto semplice reperire le ditte specializzate nella rimozione amianto. Magari proprio approfittando della possibilità offerta da Preventivi.it, che è ormai da tempo la piazza telematica preferita da un nutrito elenco di operatori, pronti a offrire servizi di qualità a prezzi molto favorevoli. Naturalmente, anche per le ditte specializzate nella rimozione dell’amianto, il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di contattare il maggior numero di aziende possibile, facendosi rilasciare un preventivo dettagliato, completo di tutti gli interventi previsti. Va infatti ricordato che i costi della bonifica possono variare anche in maniera consistente, in base a una serie di parametri come la quantità di materiale da rimuovere, la collocazione geografica del sito e la lontananza dalla discarica in cui riversare il tutto o il coefficiente di difficoltà delle operazioni. Variazioni che possono influire in maniera estremamente significativa, portando il costo totale dei vari preventivi a differenze non da poco. Richiedi un preventivo gratuito clicca qui
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Quanto costa la bonifica amianto?
http://tinyurl.com/o425pdg La situazione italiana relativa alla presenza di manufatti di amianto è critica. L’amianto è stato bandito dal territorio nazionale dagli anni ’90. Un divieto che è la diretta conseguenza della pericolosità di questa sostanza che può provocare il mesotelioma, il tumore ai polmoni che è diventato tristemente noto in occasione del processo Eternit. Va ricordato che il bando in questione riguarda la produzione e l’impiego di nuovi quantitativi di asbesto, ma non affronta il grave problema derivante dalla presenza di decine di migliaia di siti contaminati lungo la penisola. Una presenza ancora fortissima, tanto da spingere Legambiente a calcolare in 85 gli anni che saranno necessari per riuscire a rimuovere e smaltire tutti i manufatti che sono sparsi sull'intero territorio nazionale. A frenare il processo è soprattutto la questione relativa all'onerosità finanziaria dell’operazione. La domanda che si fa spesso chi si trova di fronte al problema di un manufatto contaminato nelle vicinanze della propria abitazione è la seguente: quanto costa una bonifica amianto?
I passaggi per capire quanto costa una bonifica amianto
Ci sono una serie di passaggi da tenere presente per liberarsi dall’amianto. Per capire quanto costa una bonifica dell’amianto, è necessario partire dalle procedure che vanno seguite alla lettera nel processo teso alla rimozione. Il primo atto in tal senso è il piano di intervento da sottoporre alla Asl, quella competente dal punto di vista territoriale, che deve essere seguito dalla delimitazione dell’area interessata. Una volta che sia stata apposta una cartellonistica adeguata, in grado di segnalare anche agli estranei il pericolo presente nell'area, si può passare all'incapsulamento delle superfici che vanno messe in sicurezza o rimosse in maniera definitiva. Una volta che queste siano state imballate, occorre poi procedere al loro trasporto nel punto di stoccaggio, ovvero presso la discarica attrezzata per un materiale così particolare. Infine, occorre dare comunicazione alla Asl dell’avvenuta rimozione. Quanto costa una bonifica dell’amianto, è proprio il risultato delle varie operazioni descritte e può raggiungere quindi livelli abbastanza elevati, tali da far riflettere soprattutto i privati. Per dare una idea abbastanza approssimativa, possiamo affermare che i prezzi possono andare da poco più di dieci euro a circa cinquanta al metro quadrato. Con una tendenza alla diminuzione man mano che cresce la dimensione dell’area da bonificare. La domanda su quanto costa una bonifica dell’amianto deve però tenere nel debito conto anche altri oneri aggiuntivi, come quello relativo ai ponteggi, i quali sono conteggiati a parte e la lontananza della discarica dal luogo della rimozione. Trattandosi di cifre che possono raggiungere il migliaio di euro, converrebbe magari approfittare di altri lavori, ad esempio il rifacimento di una facciata, per ammortizzare meglio il costo.
Rivolgersi a ditte specializzate è necessario
Per sapere con precisione quanto costa una bonifica dell’amianto è bene rivolgersi a imprese specializzate, che debbono essere provviste di un'adeguata certificazione per poter operare in un campo così delicato. Si tratta di una precauzione tesa a impedire che aziende poco serie possano entrare in un settore che non ammette errori, voluti o meno, e che deve vedere l’assoluto rispetto di una serie di regole ben precise, in ogni fase dei lavori. Chi vuole contattare imprese che sono solite trattare l’amianto, può comunque approfittare dell’occasione offerta da Preventivi.it, punto di incontro tra le esigenze dei consumatori e l’offerta delle aziende. Richiedi preventivo Ti occupi di smaltimento amianto? Clicca qui
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Aliquota Iva 10% rimozione amianto: come funziona?
http://tinyurl.com/n9da49l Ecco un’altra questione che interessa molto a chi deve eliminare l’amianto. Quella relativa all'aliquota del 10% per la rimozione dell’amianto è una discussione ormai vecchia e molto complessa. Parte dal concetto di rifiuto pericoloso cui è assoggettato l’asbesto, da cui conseguirebbe l’applicazione del trattamento fiscale agevolato. Va però ricordato che a fare testo era la risoluzione n.250 del 12.09.2007, la quale, però, riferiva l’applicazione dell’aliquota Iva al 10% alle “prestazioni di gestione, stoccaggio e deposito temporaneo, previste dall'articolo 6, comma 1, lettere d), l) e m) del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, di rifiuti urbani di cui all'articolo 7, comma 2, e di rifiuti speciali di cui all'articolo 7, comma 3, lettera g), del medesimo decreto (...)”. Un decreto che è però stato abrogato a partire dal 29 aprile del 2006, tramite l’art. 264, comma 1, lett. i), del Dlgs. n. 152/06, recante “norme in materia ambientale”. Per effetto di questo decreto, il richiamo al precedente deve intendersi riferito agli articoli 183 e 184, comma 2 (“rifiuti urbani”), e comma 3, lett. g) (“rifiuti speciali”) del Dlgs. n. 152/06.
Aliquota Iva 10% rimozione amianto: distinguere i casi
Attenendosi alle nuove disposizioni, l’aliquota Iva del 10% per la rimozione dell’amianto, sembrerebbe in effetti un azzardo. Il comma 1 dell’art. 184 del Dlgs. n.152/06 provvede infatti a classificare i rifiuti, in base all'origine, in urbani e speciali e, in seconda istanza prendendo in considerazione le caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e non pericolosi. A fare ulteriore chiarezza sulla questione dell’aliquota Iva al 10% per la rimozione dell’amianto provvede poi un parere del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, il quale segnala come i rifiuti identificati con i codici relativi ai capitoli 19 e 20 dell’Elenco Cer (acronimo di Catalogo Europeo dei Rifiuti) siano da ascrivere, rispettivamente, nei “rifiuti speciali” di cui alla lett. g) dell’art. 184, comma 3, del Dlgs. n. 152/06, e nei “rifiuti urbani” di cui al comma 2 del citato art. 184 del medesimo Decreto, venendo quindi assoggettati all'aliquota Iva 10%. Quelli che non rientrano nei capitoli 19 e 20, debbono invece essere verificati con una indagine di natura tecnica, da operare di volta in volta in base a criteri forniti dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Ne consegue, quindi, che non rientrando l’asbesto nei codici Cer 19 o 20 e non esistendo pronunciamenti specifici riguardo allo smaltimento dello stesso, non possa essere applicata l’aliquota Iva agevolata del 10% per la rimozione dell’amianto, dovendosi invece applicare prudenzialmente l’aliquota Iva ordinaria al 22%.
L’aliquota agevolata per interventi su edifici a prevalente destinazione abitativa
L’aliquota Iva del 10% per la rimozione dell’amianto può essere però applicata senza indugio nel caso che si proceda a lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria in edifici a prevalente destinazione abitativa. In questo caso occorre che l’impresa autorizzata cui è stato affidato l’incarico, fatturi direttamente al committente, mentre nel caso venga impiegata una terza impresa, questa dovrà fatturare con aliquota normale alla ditta appaltatrice, la quale provvederà a sua volta a rilasciare il documento fiscale corredato di aliquota Iva del 10% per la rimozione amianto al cliente finale. Per maggiori info sulla rimozione amianto clicca qui Ti occupi di smaltimento amianto? Clicca qui
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Rimozione e smaltimento amianto: cose da sapere
http://tinyurl.com/q8hw49p Chi vive vicino a manufatti in amianto conosce benissimo il senso di preoccupazione che tale inquietante presenza può provocare. E’ del resto impossibile ignorare gli allarmi che continuano a elevarsi da ogni angolo della penisola e il grande clamore che i mezzi di stampa riservano a ogni evento che veda implicato l’asbesto. Un clamore arrivato al culmine di recente, con la discussa sentenza emessa in relazione al processo Eternit, per il quale si sta ora discutendo presso la Corte di Cassazione. La rimozione e lo smaltimento dell’amianto sono un tema che continua a far molto discutere in un Paese come il nostro, che ha già dovuto pagare un prezzo estremamente salato alla presenza di siti produttivi in cui l’amianto ha seminato morte. Una discussione derivante anche dagli elevatissimi costi che la rimozione e lo smaltimento dell’amianto comportano. Tanto da spingere molti cittadini a rimandare il processo, in attesa di tempi migliori.
Obbligatorietà di modifica e smaltimento amianto solo in caso di deterioramento
Va precisato che la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, contrariamente a quanto generalmente si crede, non sono obbligatori. La legge prescrive queste azioni solo ove il materiale incriminato sia in evidente stato di deterioramento, tale da poter rilasciare nell'aria le fibre killer associate al mesotelioma, il tumore ai polmoni che è ormai diventato tristemente famoso presso l’opinione pubblica che ha seguito il processo Eternit. Se la rimozione e lo smaltimento dell’amianto non sono obbligatori, lo è invece il costante monitoraggio della situazione. Una volta che sia stata ufficializzata la presenza di asbesto, infatti, occorre darne immediata segnalazione alla Asl competente e procedere al sopralluogo che dovrà stabilire la reale situazione. Allo stesso tempo, va ricordato come nel caso si renda indispensabile un intervento, si può scegliere tra due soluzioni: la rimozione definitiva o la messa in sicurezza del manufatto incriminato sul luogo, tale da impedire che possa rilasciare le sue temibili fibre. Si tratta di interventi ben distinti, la cui funzionalità va rapportata ad alcuni fattori, tra i quali l’esposizione del materiale agli agenti atmosferici.
Il problema dei costi di rimozione e smaltimento amianto
La rimozione e lo smaltimento dell’amianto comportano un ulteriore problema rappresentato dai costi, che sono effettivamente elevati. Nei quali vanno compresi anche i ponteggi e il trasporto nella discarica attrezzata per ospitare rifiuti speciali e pericolosi, siti che in Italia non abbondano, con il rischio di dover affrontare viaggi molto lunghi, con conseguente lievitazione del prezzo finale. Proprio per questo, chi si appresta a una rimozione con conseguente smaltimento dell’amianto, dovrebbe prendere in seria considerazione l’opportunità di usufruire delle detrazioni fiscali riservate agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Mentre è più delicata la questione relativa all'Iva agevolata del 10%, che merita un discorso a parte. Proprio per poter fugare ogni dubbio al proposito, la cosa migliore da fare è rivolgersi a una delle tante aziende specializzate le quali sono pronte a offrire i propri servizi su Preventivi.it, aziende che possono peraltro garantire una consulenza adeguata anche in merito al modo migliore per risparmiare usufruendo degli incentivi collegati alla rimozione dell’amianto. Un'opportunità da cogliere assolutamente per avere il miglior rapporto tra qualità del servizio e costo finale. Richiedi un preventivo gratuito clicca qui
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Amianto, la rimozione obbligatoria per legge solo per manufatti deteriorati
http://tinyurl.com/pg35zly L’amianto è vietato in Italia. Ma che cosa prevede la normativa per la sua rimozione? Per l’amianto la rimozione non è obbligatoria per legge. Dal 1992 è infatti in vigore la legge 257 che ha provveduto a vietare ogni ulteriore attività di estrazione, produzione e commercio di amianto e beni che lo contengano. La ragione di questo divieto è la ormai conclamata pericolosità del materiale per la salute, in quanto le fibre rilasciate possono essere assorbite dall'organismo attraverso le vie respiratorie. In base a questa legge, però, non è obbligatorio rimuovere l'eternit ove non sia degradato, veste in cui si trasforma in sicura fonte di rischio per la salute. L’amianto vede invece la rimozione obbligatoria per legge, tramite l’incapsulamento o la definitiva rimozione, cui debbono seguire lo smaltimento e la bonifica dell’area interessata, nel caso che sia friabile o, pur essendo compatto, sia mal conservato. All'interno della norma sono anche fissati i limiti di fibre di amianto che possono essere respirati nei luoghi di lavoro in cui si provvede allo smaltimento o alla bonifica. Infine, sono previsti piani di protezione regionale tesi alla decontaminazione, allo smaltimento e alla bonifica, oltre a un sostegno per i lavoratori dell’amianto e al loro pensionamento anticipato.
I motivi per cui la rimozione amianto per legge non prevede l’obbligo
Qual è la ratio che ha ispirato il provvedimento del 1992? Questa sostanza si presenta sotto forma di fibre che vengono ottenute tramite macinazione di un particolare tipo di roccia. L’amianto gode di doti di resistenza agli acidi, non infiammabilità, fonoassorbenza ed estrema flessibilità. Tutte doti che ne hanno incentivato l’impiego a scopi edilizi nel corso degli anni ’70 e nel decennio successivo, prima che ne fosse accertata la pericolosità. Proprio per questo motivo, molti edifici dislocati lungo la penisola presentano materiali che lo contengono, rendendo il problema drammatico. Si calcola che siano più di 30mila i siti contenenti asbesto in Italia, un dato abbastanza eloquente. Quello realmente pericoloso per la salute, è però l’amianto floccato, ovvero quello coperto a spruzzo o a cazzuola, e quello friabile, il quale può sbriciolarsi o essere ridotto in polvere mediante una semplice pressione delle dita. Facili da disperdere nell'atmosfera, sono considerati i più pericolosi per la salute, in quanto possono essere inavvertitamente inalati. Quando invece l’amianto è compresso, come ad esempio avviene per i cassoni installati nel bagno, il pericolo non sussiste. Proprio per questo, la bonifica dell’amianto e la rimozione, per legge, non risultano sottoposti ad alcun obbligo.
Obbligo o meno, monitorate l’amianto e intervenite al minimo segnale
È vero che la bonifica dell’amianto e la rimozione non sono obbligatori per legge, ma va ricordato come sia invece non solo obbligatorio, ma anche consigliabile monitorare in continuazione lo stato dei manufatti che lo contengono. Proprio il fatto che essi siano solitamente antecedenti al 1992, anno in cui fu espresso il bando, rende assolutamente necessario seguire l’evoluzione della situazione, in quanto lo stato di conservazione potrebbe variare in ragione dello scorrere del tempo. Al proposito, ricordiamo che la cosa migliore in questi casi è rivolgersi a imprese provviste della necessaria certificazione e di una consuetudine di vecchia data all'amianto, tale da poter dare il massimo di garanzie. Imprese che possono essere reperite proprio sul portale Preventivi.it, ove un gran numero di esse è pronto a dispensare consigli e servizi di assoluto livello, a prezzi convenienti. Richiedi un preventivo gratuito clicca qui
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Amianto, la bonifica disposta dalla normativa
http://tinyurl.com/onksbrk Si discute tanto dell’amianto: la bonifica è regolata da una normativa ben precisa, che è il risultato di un'attività legislativa iniziata sin dal 1986, quando fu recepita la direttiva europea 83/478, con la quale si limitava la produzione e l’immissione sul mercato della crocidolite. Il primo provvedimento relativo all'amianto fu l’ordinanza del Ministero della Sanità 26/6/86, al quale fece poi seguito la legge 257 del 1992, che provvedeva in pratica a mettere al bando l’amianto, tramite l’attuazione portata avanti coi disciplinari tecnici riguardanti la valutazione del rischio e la bonifica degli edifici. Tra i provvedimenti in questione, vanno ricordati il DM 6 settembre 1994, quello del 26 ottobre 1995 sui rotabili ferroviari, e del 14 maggio 1996 riguardante i siti estrattivi, quelli dismessi, le tubazioni e i serbatoi in amianto-cemento. Più precisamente, l’amianto e la bonifica prevedono una normativa che è regolata proprio dalla prima di tali norme, il DM 6 settembre 1994, contenente i principi per la valutazione del rischio, la sicurezza nel corso degli interventi di risanamento, le metodologie per le indagini di laboratorio, e proprio a esso fanno riferimento anche i decreti successivi.
Amianto, la bonifica ha un caposaldo nella normativa del 1994
Il decreto ministeriale del settembre 1994 riporta una serie di norme a carattere "prescrittivo" (ovvero obbligatorie) e a carattere "indicativo" (in pratica linee guida non vincolanti). I materiali contenenti amianto vengono distinti in: a) friabili: quelli facilmente sbriciolabili tramite la semplice pressione delle dita; b) compatti: i materiali duri, sbriciolabili solo impiegando attrezzi meccanici. La valutazione del rischio va invece a basarsi principalmente sull'ispezione visiva dei materiali che contengono amianto, tesa alla precisa individuazione di: · tipologia dei materiali e stato di conservazione; · fattori in grado di danneggiarli o provocarne il degrado; · fattori di diffusione delle fibre e rischio di esposizione da parte degli individui. I materiali contenenti amianto sono classificabili come : · materiali integri per i quali non è necessaria la bonifica, in quanto non a rischio di danneggiamento, e si prescrive solo l’attivazione di un programma di monitoraggio e manutenzione teso al loro mantenimento in buone condizioni; · materiali integri passibili di danneggiamento, per i quali occorre una messa in sicurezza atta a impedirne il danneggiamento, da individuare nell'ambito del programma di controllo e manutenzione, prospettando una bonifica a medio termine, nel caso si riveli impossibile ridurre in maniera significativa il pericolo di danneggiamento; · materiali danneggiati, tali da rendere necessari interventi specifici in tempi brevi, a partire dal restauro in sede, in caso di danneggiamento limitato, mentre negli altri casi, si rende necessaria la bonifica. Il problema dell’amianto e la sua bonifica trovano in questa normativa una risposta abbastanza stringente, la cui ratio non è l’obbligatorietà del risanamento, bensì il monitoraggio continuo della situazione. In pratica, l’amianto non comporta la bonifica in base alla normativa a meno che i materiali incriminati non siano in avanzato stato di degrado. Il DPR 215 del 1998 L’amianto, la bonifica e la normativa tesa a regolarne l’impiego, trovano ulteriore applicazione nel DPR 215 del 1998, il quale provvede ad ampliare ulteriormente il campo delle restrizioni introdotte dai provvedimenti precedenti, estendendolo a tutti i tipi di amianto nella eventualità che il materiale venga impiegato in alcune tipologie di prodotti molto particolari ad esempio i giocattoli, le vernici o gli articoli per fumatori. Proprio questa norma, infatti vieta esplicitamente l’applicazione a spruzzo oltre a definire le disposizioni (vigenti ancora oggi) riguardanti l’etichettatura dei prodotti contenenti l’asbesto. Richiedi un preventivo gratuito clicca qui
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Bonifica e smaltimento amianto: come risolvere la questione?
http://tinyurl.com/pfgatxq Gli ultimi dati raccolti in tema di amianto illustrano una situazione drammatica: soltanto in Italia muoiono ogni anno circa 3mila persone a causa delle cosiddette malattie asbesto correlate. Il dato fa comprendere la necessità di procedere alla bonifica e allo smaltimento dell’amianto, in modo da eliminare non solo una fonte di preoccupazione per le popolazioni, ma anche i costi sociali legati a una piaga che il nostro Paese non riesce a combattere in maniera efficace. Nonostante il bando decretato nell'ormai lontano 1992, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto continuano a procedere abbastanza a rilento, soprattutto a causa del peso finanziario comportato dalle operazioni. Un peso che, soprattutto in un periodo di crisi economica, spinge molte persone a posticipare la rimozione dei manufatti incriminati, a meno che non sia ormai un intervento improcrastinabile proprio a sensi di legge. Questa constatazione fornisce una spiegazione logica alla presenza di oltre 30mila siti contaminati lungo il territorio nazionale, destinati a riversare il loro carico di morte ancora per molti decenni.
Bonifica e smaltimento amianto: quanto incidono i costi
È facile parlare di bonifica e smaltimento amianto, un po’ meno mettere in atto questi interventi. Le operazioni tese a rimuovere l’asbesto costano e molti privati non possono affrontarle a mente leggera. Proprio per questo sarebbe necessario il sostegno statale, sotto forma di incentivi diretti o indiretti. Se fino a qualche anno fa la bonifica e smaltimento dell’amianto potevano essere collegati al Conto Energia, con lo spirare del regime di incentivazione per il fotovoltaico si è aperto un vero e proprio buco, colmato solo in parte dalle detrazioni fiscali riservate a chi procede a interventi di ristrutturazione edilizia tesi all'efficientamento energetico. L'ecobonus può essere sfruttato collegando la rimozione dell’asbesto ai lavori per la ristrutturazione degli edifici, dimezzando in pratica il peso delle operazioni previste per la messa in sicurezza o la rimozione dei manufatti incriminati e per il loro trasporto in siti adibiti allo smaltimento. Alle detrazioni si può poi aggiungere il regime fiscale agevolato, con l’Iva al 10%, che però è ancora oggi oggetto di molta confusione e che può essere adottato soltanto in caso di interventi su moduli prettamente abitativi. Va inoltre messo in rilievo come alcuni enti locali abbiano dal canto loro provveduto a mettere in cantiere misure di sostegno per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto, soprattutto in quelle realtà maggiormente colpite ad esempio dalla presenza di fabbriche ove il materiale è stato a lungo trattato.
La scelta di imprese specializzate è d’obbligo
La questione dei costi legati alla bonifica e allo smaltimento dell’amianto è anche una diretta conseguenza della necessità di rivolgersi a imprese non solo specializzate, ma anche provviste delle necessarie autorizzazioni. Una necessità dettata dalla legge, che impone proprio il ricorso a personale in grado di portare avanti le operazioni senza mettere in pericolo se stesso e gli altri. Va ricordato che il trattamento dell’asbesto si rende necessario solo quando lo stesso si presenti ormai deteriorato, mentre ove si registri una sua presenza non inquietante diventa obbligatorio soltanto il monitoraggio. Chi si appresta a mettere in sicurezza un sito contaminato può comunque rivolgersi a una delle tante aziende presenti su Preventivi.it, pronte a offrire consulenza e servizi di alto livello, a costi accettabili. Richiedi un preventivo gratuito clicca qui Ti occupi di smaltimento amianto? Clicca qui
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