silvanamarini
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MERAVIGLIOSO
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silvanamarini · 6 years ago
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silvanamarini · 6 years ago
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Sunnyside (1919)
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silvanamarini · 6 years ago
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Unknown
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silvanamarini · 7 years ago
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The Bathers – Pierre-Auguste Renoir
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silvanamarini · 7 years ago
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Hermenegildo Anglada Camarasa still life
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silvanamarini · 7 years ago
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Sirmione, Italy (Europe) • | ©Melissa
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silvanamarini · 7 years ago
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Non capisco proprio a cosa serva sapere tante cose ed essere tanto intelligenti e così via, se non riuscite a essere felici.
J. D. Salinger - Franny e Zooey (via intotheclash)
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silvanamarini · 7 years ago
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Una carezza può dire più di qualsiasi parola del mondo, è vero, ma la carezza svanisce con gli anni e allora abbiamo di nuovo bisogno delle parole, sono le nostre armi contro il tempo, contro la morte, contro l'oblio, contro l'infelicità.
Jón Kalman Stefánsson, Il cuore dell’uomo. (via acharacterwithoutastory)
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silvanamarini · 7 years ago
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Pier Paolo Pasolini, “Versi del testamento”
La solitudine: bisogna essere molto forti per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere rapinatori o assassini; se tocca camminare per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è; specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata, e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi; non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio, oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte senza doveri o limiti di qualsiasi genere. Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri – e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento, tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani, essi sono molti – non sono che momenti della solitudine; più caldo e vivo è il corpo gentile che unge di seme e se ne va, più freddo e mortale è intorno il diletto deserto; è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso, non il sorriso innocente o la torbida prepotenza di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza enormemente giovane; e in questo è disumano, perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia che è sempre la stessa in tutte le stagioni. Un ragazzo ai suoi primi amori altro non è che la fecondità del mondo. È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare, come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose, e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più; l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque la solitudine è ancora più grande se una folla intera attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni – l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte. Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire, specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena, e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi; e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza, e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto, e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine è la solitudine vera, quella che non puoi accettare? Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo, che valga una camminata senza fine per le strade povere, dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani Da Trasumanar e organizzar, 1971
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silvanamarini · 7 years ago
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Giovanni Giacometti (Swiss, 1868-1933), Plazetta, 1929. Oil on canvas, 80 x 65 cm
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silvanamarini · 7 years ago
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“Che malinconia ci prende quando pensiamo a tutte le persone che abbiamo visto, conosciuto, e ci confessiamo quanto poco siamo stati per loro e loro per noi! Incontriamo la persona di spirito senza intrattenerci con lei, lo studioso senza imparare, chi ha viaggiato molto senza informarci, l’individuo amabile senza dimostrargli alcuna simpatia. E purtroppo ciò non accade solo con coloro in cui ci imbattiamo di sfuggita. Gruppi e famiglie si comportano così anche con i loro più cari componenti, città con i loro cittadini più degni, popoli con i loro eccellenti sovrani, nazioni con i loro membri migliori.  Ho sentito chiedere perché si dice tanto bene e senza riserve dei morti, e dei vivi sempre con una certa prudenza. La risposta è stata: perché da quelli non abbiamo niente da temere, mentre questi potrebbero ancora in qualche modo tagliarci la strada. Ecco fino a che punto è poco limpida la premura nel ricordare gli altri! Il più delle volte è solo un egoistico trastullo, mentre dovrebbe essere un compito serio e sacro conservare vivo e attivo il rapporto con il prossimo.”
-Le affinità elettive, Johann W. Goethe
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silvanamarini · 7 years ago
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Elizabeth Taylor.
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silvanamarini · 7 years ago
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Chrysan the mums, Pierre-Auguste Renoir
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silvanamarini · 7 years ago
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The Smoker, Paul Cezanne
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silvanamarini · 7 years ago
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Landscape of Creuse at spring, Armand Guillaumin
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silvanamarini · 7 years ago
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Bouquet of Roses in a Green Vase, Pierre-Auguste Renoir
Medium: oil,canvas
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silvanamarini · 7 years ago
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Seated Nude, Pierre-Auguste Renoir
Medium: oil,canvas
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