Perché non è così facile entrare in un posto nuovo, tutto è così confuso, ascolti quel mondo parlare una propria lingua, tante parole che si uniscono trasformandosi in una sola e unica melodia.
Ma se poi quel richiamo lo senti tuo è più facile restare.
Non ha senso comprendere il significato di quelle parole, perché con un suono si apre un mondo e quel mondo è fatto di sue parole.
Vorrei guardare l'orizzonte, metafora del futuro, ho serrato le finestre con doppia mandata e gettato le chiavi in una camera buia, metafora dell'essere immobile.
mi sento lobotomizzato da tutto ciò che mi circonda, io ci provo a fare il mio ma con regolarità casco da una dipendenza all’altra. Vorrei dire che ora che ho chiuso con il social che usavo di più sono finalmente una persona libera da quei ingranaggi sociali che proprio i social stanno azionando e noi come piccoli operai scrolliamo questo infinito rullo alla ricerca di un post che ci faccia fare quel minuscolo movimento facciale che definisco “sorrisino da fatto”, ma non è vero.
Ho subito ripiegato sui social meno cagati come questo o quello azzurrino. Quindi alla fine continuo a tenere il pollice in allenamento, il sorrisino si aziona molto più raramente ma il motivo principale per cui l’ho fatto e che mi rende ancora un minimo coerente con questa scelta è l’essere completamente allo scuro di tutto ciò che i miei *amici" fanno.
Una parte del mio cervello conservava i luoghi, le persone e anche minimi dettagli come il cibo che mangiavano di tutte le persone che seguivo sui social.
Era diventato un incubo, da un lato ero sempre pronto alle conversazioni di circostanza con tutti, sapevo da quello che pubblicavano come la pensavano su determinati argomenti, o sapevo che una settimana prima erano andati ad un concerto e che sicuramente avrebbero voluto condividere con qualcuno quell’esperienza, e quindi tac subito dopo la domanda di rito una domanda specifica di cui veramente non avevo il minimo interesse sapere.
D’altro canto mi riempivo di informazioni completamente inutili e finivo nel buco nero in cui prendi il telefono e sono le 15 sbatti tre volte le palpebre e sono le 16. Tutto ciò doveva finire.
Ho iniziato con il silenziare il 90% delle storie di persone che non mi interessavano e poi a chiudere definitivamente. Ma la verità è un altra, la verità è che se non vedo, cancello l’associazione compulsiva ereditata dai geni di mia madre di confrontare la mia vita con quella degli altri. Mi sento come Sarah in quella puntata di “Questo mondo non mi renderà cattivo” in cui vede tutti i suoi amici fare passi in avanti mentre lei resta alla casella iniziale.
Voglio dedicare quel tempo per cercare di conoscermi meglio, esplorare nuove passioni e riprendere quelle che avevo trascurato…
Quindi eccomi qui davanti ad uno schermo a cercare di capire il perchè delle mie azioni e dei miei pensieri, perchè io sono paziente e psicologo di questa seduta.
Ieri una bambina si è lanciata dal quarto piano, aveva un vestito bellissimo.
Ho visto gente riunirsi per vederla, era circondata da petali che lei stessa aveva staccato, come per dire mi butto o non mi butto.
I suoi genitori erano separati e nel palazzo di fronte, sempre al quarto piano, c'era il padre che ha assistito alla scena.
Mentre era sospesa giuro di averla sentita cantare, aveva una voce strozzata forse per via dell'enorme peso delle aspettative, tutti si aspettavo qualcosa da lei o forse nessuno.
In queste situazioni c'è chi piange e chi in silenzio resta a guardare.
Io invece non riuscivo a smettere di ridere.
La risata può essere un meccanismo di difesa.
Si dice che durante la dinastia Han, in Cina, il solletico fosse una punizione riservata alla nobiltà dato che non lasciava segni sulla vittima.
Anche in Giappone veniva impiegato con lo stesso fine, veniva definito kusuguri-Zeme, che significa “solletico senza pietà”.
L’abuso del solletico può causare vomito, incontinenza o perdita di coscienza per mancanza di respiro.
Cosi come quando ridi ma soffri per il troppo solletico, io alla vista di quella bambina ho riso tanto anche troppo.
quello che ho descritto è semplicemente una delle tradizioni di una festa di paese.
E si in questo periodo sto in fissa con le storie True crime ma sono convinto che se raccontate così le tradizioni di una qualsiasi festa religiosa di paese acquisterebbero quel fascino macabro che un po' tutti noi cerchiamo.
Anche quest'anno il babbonatale segreto universitario si farà. Quest'anno sono stato più fortunato e mi è capitata la persona che mi ha presentato la mia attuale ragazza. Come regalo/ringraziamento gli ho regalato:
Continuo a percorrere strade che non dovrei seguire.
Confuso da consigli distratti e parole veloci che si mischiano tra il mormorio delle persone
Le luci riflettono l'acqua, nera e sporca.
Ora è verde sembra melma fatiscente e putrida: "sei stato bravo, ma..." "Hai avuto fortuna", "sei un genio però..."
Ora è rossa, una macchia di sangue: "Non sei capace", "non è cosa tua", "non puoi mai farcela", "fai sempre così".
Ci fosse un modo per uscire da questo tunnel, lo farei. Ora mi ritrovo con 4 nuovi amici a mangiare una pizza sperando che non sia più una luce a modificare il mio stato d'animo.
È da più di un anno che uso Tumblr e l'ho usato a mó di diario, non ho mai trattato cose troppo personali. Ho sempre utilizzato il mio stile, le mie parole e i stessi modi per esprimerle. Scriverle mi viene facile e in modo molto naturale. In passato scrivevo di più, era un modo per gestire la tristezza e anche l'amarezza, insomma tutto ciò che finisce con ezza.
Ora è un periodo in cui sono felice, molto felice e scrivere di quanto io sia felice proprio non riesco.
Quindi ho trovato una soluzione a tutto questo, scriverò qualcosa con un tema diverso con uno scopo diverso, rivolto a persone nuove, sempre sconosciuti ma persone in carne ed ossa, dal vivo.
Ora però, come si fa a scrivere cose che fanno ridere...
Molti comportamenti sono giustificati e quindi causati da quelli che sono gli ascendenti, la luna o i segni zodiacali.
Certi gesti sono così teatrali che fatico a definirli naturali.
In questo giorno, nel '57 Laika, un cane, fu portato nello spazio come esperimento per testare le capsule spaziali. Lo proviamo prima su un animale, è normale.
Ad oggi ho perso naturalmente, per svariate cause, molti amici, che non ho mai considerato i migliori.
Ed oggi per cause naturali ho perso quello che nel pensiero comune ormai è definito come il migliore amico dell'uomo.
Anche tu come Laika oggi hai fatto le valige, pronta per partire per un viaggio di sola andata.
Senza nessun tipo platealità.
Hai lasciato, un luogo dove da quasi vent'anni ti sei esibita per i tuoi lunghi e unici concerti, un silenzio assordante.
Oggi la luna è coperta, il mio oroscopo mi dona 5 stelle ma io sono triste.
Guardo e spero che grazie a tè, lì sopra si è aggiunta una nuova stella e che forse quella sei tè.