Tutti vedono la violenza del fiume in piena, nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono
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'Stamattina mi sono alzato e ho incontrato il mattarell
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A Benevento il sindaco Clemente Mastella ha disposto la chiusura dei teatri e il divieto di musica all’aperto per la sera del 25 aprile, andando oltre le indicazioni ministeriali. Nel Bresciano, Ono San Pietro e Cividate Camuno hanno annullato i cortei, mentre a Domodossola la decisione ha attirato le critiche di Pd, Avs, M5S, Italia Viva e Volt. A Romano di Lombardia (Bergamo), il presidente del consiglio comunale ha vietato «brani musicali, inni e canti ad eccezione del Silenzio e dell’Attenti», inclusa “Bella ciao”, scatenando l’ira dell’ANPI locale e le critiche del gruppo regionale del PD. In molti casi, le tensioni erano esplose già prima del lutto. A Trieste la giunta aveva negato il patrocinio alla Festa della Liberazione organizzata dal Comitato 25 aprile; a Lissone l’amministrazione di centrodestra aveva rifiutato all’ANPI il permesso di esporre un drappo commemorativo. A Legnano è stato annullato il concerto della band Punkreas. Anche Cesena ha cancellato il concerto del 24 aprile: in una nota Sinistra italiana Cesena ha osservato che «la proclamazione del lutto nazionale non impone necessariamente l’annullamento di eventi pubblici» e che «sospendere una celebrazione pubblica della Resistenza, anche in testimonianza di un lutto condiviso, significa mettere in secondo piano la memoria collettiva e i valori fondativi della nostra democrazia». A Ponte San Nicolò (Padova) il sindaco Gabriele De Boni, espressione di centrosinistra, ha annullato l’intero programma del 25 aprile, mantenendo solo «la messa in suffragio dei caduti e il momento commemorativo al monumento ai caduti». De Boni ha spiegato in una nota: «Le celebrazioni che avevamo preparato non potranno aver luogo così come pensate in quanto è stato istituto il lutto nazionale che impone ‘sobrietà’. Non entro nel merito della scelta del Governo, è una scelta di chi decide e come tale va rispettata, ma ancora una volta lascia agli amministratori locali la discrezionalità di come attuarla. Con i colleghi Sindaci ci stiamo confrontando e c’è tanto smarrimento. C’è chi dice nessun discorso, chi dice nessuna parata, chi dice niente in assoluto, chi dice che si faccia tutto… Per quanto mi riguarda credo sia doveroso onorare i caduti e celebrare l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo». A Mogliano Veneto i consiglieri di minoranza hanno denunciato di «aver ricevuto dalla segreteria del Sindaco una comunicazione che annuncia modifiche al programma delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, a seguito del lutto nazionale proclamato per la morte di Papa Francesco». I consiglieri spiegano che «nel messaggio si specifica che non si terranno ‘canti, musiche o celebrazioni solenni’» e «verrà cancellato il tradizionale corteo lungo via Pia e Piazza Duca d’Aosta». Aggiungono inoltre che «questa decisione segue la rimozione dei pannelli informativi dedicati alle donne della Resistenza, come ogni anno esposti sulla facciata del municipio» e di avere appreso del «tentativo da parte della Giunta di escludere anche l’intervento della presidente della sezione locale dell’ANPI». A Cinisello Balsamo la CGIL ha denunciato che il sindaco ha sospeso il comizio ANPI, ridotto la lunghezza del corteo e invitato i partiti a non esporre bandiere. A Cagliari il corteo è confermato, ma senza banda comunale. Persino gli Archivi di Stato hanno rinviato o annullato tutte le iniziative fino al 26 aprile, dopo una circolare interna. Dopo le disposizioni del governo molti Comuni cancellano le celebrazioni del 25 aprile
Gente con le palle...
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Ma i maggiori specialisti degli assegni senza copertura si trovano da questo lato dell'Atlantico. Nel 2011, con l’aggressione alla Libia, abbiamo visto una riedizione dell’imperialismo franco-britannico, che sembrava sepolto dopo la figuraccia del 1956 a Suez. Dopo pochi giorni dall’attacco Sarkozy e Cameron finirono le munizioni e dovettero rivolgersi ad Obama; infatti questi in un’intervista di qualche anno dopo si lamentò di essere stato turlupinato, in quanto francesi e britannici gli avevano fatto credere di essere in grado di sostenere i rischi e gli oneri del dopo Gheddafi; ovviamente erano tutte fanfaronate. L’11 settembre del 2012 a Bengasi una milizia islamica assalì il consolato americano uccidendo l’ambasciatore Christopher Stevens, ed inducendo anche gli USA a sloggiare. Dato che la natura aborre il vuoto, oggi la Libia è lottizzata da due colonialismi a fichi secchi, quello turco e quello russo. Con lo stesso velleitarismo e con la stessa cialtroneria del 2011, oggi i franco-britannici vorrebbero persino lanciare una nuova cordata imperialistica contro la Russia, in una specie di rievocazione amatoriale della guerra di Crimea del 1853-1856. Nel grottesco ci sono risvolti ancora più grotteschi, come il seguito di follower che il cialtro-imperialismo di Francia e Regno Unito si è conquistato tra giornalisti e accademici di “area progressista” sin dall’epoca dell’attacco alla Libia.
IMPERIALISMI AMATORIALI
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Sobrietà, mi raccomando. Stasera sto leggero: spaghetto con pesto di fave, menta, basilico e pecorino; insalata di rughetta e pesce spada. Ho finito il vino bianco quindi sono indeciso se accompagnare la cena con syrah o cesanese. E meno male che non hanno parlato di castità. Dopo seratina in birreria. Domani vorrei vedere orde di gente ubriaca che canta bella ciao
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Robert Kennedy Jr. sostiene che l’autismo si può prevenire e basta trovare la “tossina ambientale” che “causa l’epidemia di autismo” negli USA. Ha poi svelato altre verità scioccanti su DNA, diabete, virus e memoria.
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Il governo spagnolo annulla l’acquisto di munizioni israeliane
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e qusto finisce nella pasta e fagioli. E' roba da criminali
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Se finora le regole del WTO erano state al più ignorate o aggirate (tanto da Trump quanto da Biden), ora esse vengono calpestate, schernite, con evidente soddisfazione. Il messaggio è chiaro: l’America (e la domanda cruciale qui è: soltanto quella di Trump?) non si sente più vincolata a nessuna architettura condivisa. È un messaggio rivolto a tutti: alla Cina ovviamente (dalla cui risposta dipenderà tantissimo del futuro di questa vicenda), ma anche all’Europa, al Giappone, alla Corea del Sud, al Messico, al Canada. Nessuno escluso. In un mondo dove ogni transazione commerciale diventa una potenziale arma, la reciprocità e la pianificazione cedono il passo alla negoziazione permanente e al calcolo a breve termine. È più di un cambio di direzione. È un reset. Se attraverso i dati, negli ultimi anni, si poteva ancora sostenere che la globalizzazione non fosse mai davvero morta; che il destino del mondo fosse comunque globale, e che, al massimo, si fosse chiusa la parentesi “iper-globale” del momento unipolare, oggi si naviga a vista come non accadeva da decenni. Forse da secoli. I dazi di Trump non sono semplicemente il risultato di una infantile e malsana ossessione per le bilance commerciali. Sono un atto di deliberata balcanizzazione dei meccanismi del capitalismo internazionale. Trump sta facendo, per certi versi, arte performativa. Non pare focalizzato a fare o a ottenere qualcosa, come di solito accade con ogni politica economica, bensì a rivelare e a segnalare. Il terrorismo tariffario che sta praticando – e il modo in cui lo sta somministrando – non può davvero essere mirato a ricostruire l’America produttiva o a imporre un diverso ordine (commerciale) al mondo. Sembra piuttosto voler comunicare che, finché l’America non avrà finito di scavare le proprie trincee, nessun ordine (commerciale, e non solo) sarà possibile.
Brevissima storia della fine della globalizzazione
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[*] UE suggerimenti per la sicurezza
da: https://www.instagram.com/porcinifabio
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