Tumgik
#𝐦𝐚𝐢𝐬𝐨𝐧 𝐝’𝐞𝐬𝐩𝐨𝐢𝐫
rubrumosculum · 2 years
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al mio futuro marito,
sacro, raffinato, ineffabile scrigno dei pensieri e dei sogni miei, per te le parole gorgogliano in una sempiterna pareidolia sotto l'emisfero della mia capigliatura: tana di baci al miele e di quelle blandizie di lapislazzuli a cui non saprei dire no, basta o aspetta — nemmeno se dovesse cascare il mondo. perché io, di te, prometto di aver quell'instancabile e petulante bisogno che da sempre m'accompagna — mano nella mano. oh, mio amatissimo sposo, prometto che quelle mani, io le stringerò sempre e le bacerò in ciascun loro singolo particolare. perché di loro vivo ed in loro giacerò assieme alla mia anima — finché tu, perpetua dimora dal profumo di vita, ci vorrai. quelle mani, mio ceruleo principe, le bacerò quando il freddo iemale ne metterà in risalto le cianotiche screziature, con quei ghirigori che solo le regali vene del mio cupido sanno illustrare — le amo, amo profondamente anche queste, sentieri di luce divina, di speranze e di quel corroborante amore che scorre nitidamente al passaggio degli osculi, ormai perpetuamente incapaci di smettere propagarsi sull'epidermide sovrana, nemmeno per un solo attimo. quelle grandi, possenti, ma al contempo, leggiadre mani, le bacerò persino quando il bassorilievo designato dall'impavido ticchettio delle lancette inizierà a scavarsi forma; quando insieme impareremo ad amarlo e a scorgerne tutti i nuovi solchi. ci rideremo su, perché persino il sopraggiungere della veneranda età si prospetta esser sublime, al tuo fianco. e come lo diremo, agli altri vecchi, che il nostro nuovo passatempo preferito sarà contare le rughe che intervalleranno i nei che avremo sfiorato, baciato, ammirato per tante di quelle ore da averne perso il conto? molti ci darebbero dei folli; altri, forse, noiosi, ma la più pura delle verità è che io non potrei per alcuna ragione al mondo, stancarmi delle nostre abitudini, del loro magnifico mutare graduale. la sana metamorfosi del nostro amore da ammirare e non da invidiare: è una perfezione irraggiungibile, la nostra, e non oserò far la umile, perché, lo sappiamo solo tu ed io, quanto ci amiamo; e sì, ci amiamo con ogni nota, in ogni tempo, con tutti i contrappunti che ci dona il fato.
prometto che quelle stesse mani, mio cavaliere dalla corazza oltremare, m'accompagneranno in ogni mia prima volta — nelle nostre, infinite, prime volte ed in quelle delle nostre figlie. naturalmente, anche di quelle auliche creature che il nostro genuino sentimento d'ametista plasmerà negli anni a venire e, lo spero — anzi, prometto! d'essere una buona madre anche per loro, insieme a te — miglior padre e già miglior marito di tutti i secoli. ancora, prometto che le scarlatte e lillipuziane falangi, s'intersecheranno alle altre, ma sopratutto al tuo destino, interpellandole ad ogni nostra reincarnazione, perché, vedi— io ci sarò sempre per te e so che tu farai lo stesso con me, che sei il mio futuro senza barriere e rigorosamente vivido alle iridi mie.
mio carissimo sposo, ti prometto che sarò impazientemente paziente nei tuoi riguardi — perché gli ossimori non saranno troppi in alcuna delle nostre ricorrenze. farò anche l'impossibile per mostrarti la mia pazienza, perché tu, genesi della serenità, ne sei la prova vivente: m'hai insegnato tu che ne merito un po' anch'io. tu, che sei puntualmente il più paziente con ciascun mio puerile capriccio, con quelle paure persino più grandi di me, ma che hai ammansito magistralmente con amore, buono come sei. e se dico d'essere impaziente, il motivo è semplice: non potrei proprio riuscire ad aspettare di risposarti nella prossima vita, perché io ti prenderei come mio sposo giorno dopo giorno. ad essere onesti, poi, con te non ho bisogno di ricorrere alla pazienza: sei la più elevata delle creature.
impazientemente t'attenderò sull'uscio della prossima dimensione che ci spetterà e, quando ti dirò 𝘴𝘣𝘳𝘪𝘨𝘢𝘵𝘪, 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘮𝘪𝘰 𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘥𝘦𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘳𝘦𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢, sarà solo l'infinitesima volta in cui ti sceglierò. perché, lo giuro e lo prometto — coi tremori d'un cuore che, anche in questo primo settembre, straripa di commosse lacrime assieme agl'occhi miei, perdutamente innamorati di te —, io ti sceglierò ancora. la mia anima non disperderà la tua. non una sola diaspora tra le vite che condivideremo ancora. e ti direi 𝘮𝘢𝘪, ma non lo faccio: lo sai anche tu, quando sghignazzi per questa mia comica ed imbarazzante scaramanzia, ma è meglio prevenire che curare! perché non oserei mettere a repentaglio il nostro divenire solamente menzionando tale spaventosa parola! lungi da me pronunciarla sulla nostra vita e, se in questi esatti ventisette mesi, sono riuscita a non usarla, è perché sei tu la mia forza di volontà, instancabile come le formichine operaie, che trovano la loro ragione di vita nella quotidianità — ed io, la nostra, l'amerò oltre tutte le barriere d'ogni singolo googol che sormonteremo, senza darla per scontata. lo prometto, luce dei miei occhi, finché spirerò i miei respiri — ed ovviamente oltre —, io non ti darò per scontato. prometto che t'amerò anche se dovessimo reincarnarci in oggetti inanimati e puoi starne certo. perché, se fossi un pulviscolo dimenticato sui mobili d'antiquariato, io sarei proprio quel granello che volerebbe via alla prima parvenza di vento per potermi posare su di te — unico nontiscordardimé in un arido cortile. e forse non sarà facile, ma io prometto che ti troverò, ti carpirò e mi prenderò cura di te in ogni fase della tua esistenza, proprio come stai facendo tu con me adesso. da papavero solitario nell'ambrata distesa d'auree spighe di grano, mi trasformasti non solo in una fanciulla, quando, in quel sublime frangente, mi baciasti con quell'accogliente arco di cupido al sapor di premonizione d'amore, ma m'hai fatta diventare donna; dapprima principessa e poi, oggi, coroni il mio sogno d'esser una regina — la tua. e semmai dovessero incombere gl'irti tornanti dell'imprevedibile destino, prometto che basterà ancora una volta tenerci per mano e darci un bacio per superare anche questi, perché è il nostro talento: amarci più forte quando fuori par essere impossibile.
lo prometto, quasi affannandomi per dirtelo, che ti sposerò in ogni angolo del mondo, perché conquistarne le gemme più recondite, assieme a te, è un onore senza eguali. e laddove la siccità dovesse seminar timori, accorreremmo noi per portare i beni del nostro benevolo regno di nontiscordardimé, quintessenziale paradiso senza inizio né fine, perché, come ben sai, s'è anch'esso trasformato e ritrasformato chissà quante volte, insieme a noi e alle nostre poetiche 𝘮𝘦𝘵𝘦𝘮𝘱𝘴𝘪𝘤𝘰𝘴𝘪.
prometto che il mio respiro s'animerà eternamente per te, fedele innamorato delle meraviglie che trapelano dal capolavoro che sei; fiato ossessionato dal tuo, per chiedergli un attimo ancora, per viversi insieme, il mio nel tuo ed il tuo nel mio. ossessionato dagli schiocchi che ci uniscono nel gaudio più profondo, da quei tuoi 𝘵𝘪 𝘢𝘮𝘰 che, nemmeno per sogno, mi stancherò d'ascoltare e di cui ti chiederò conferma anche quando cederà il mio ultimo dente, una volta diventata bisnonna al tuo fianco. questo respiro non si fermerà, bensì vivrà tra le pareti dei tuoi ricordi anche se il nostro caro 𝘺𝘢’𝘢𝘣𝘶𝘳𝘯𝘦𝘦 dovesse prendere vita. e gliene sarei grata, perché non sopporterei vivere anche un solo frangente sola — senza te, perché al mondo, per me, esisti solo tu, ragione dei miei risvegli, della mia nascita, della mia omeostasi, della consacrazione delle mie stesse membra.
un essere umano ha bisogno di una famiglia, degli amici, dei conoscenti per potersi ritenere soddisfatto, giusto? allora mi chiedo cosa sia io per davvero, perché... ho bisogno d'essere notata unicamente da te.
per tantissimi — troppissimi anni, prima del tuo etereo avvento di lapislazzuli all'interno dell'allora monotona e desaturata vita, mi sono sempre vista come un'insulsa briciolina, invisibile dall'esterno del globo, della nostra galassia e dell'universo stesso e, probabilmente, anche da più vicino. mi sono sempre sentita poco considerata e questo non è un segreto, ma le prime iridescenze che sfavillarono nella mia anima furono quelle del maestoso ventidue aprile duemilaventi: una persona mi notò. e no, non era una persona qualunque, un distratto passante che non avrei più incontrato. eri tu — tu mi nostasti e mi convinsi a replicare l'abitudine che sino ad allora usavo solamente con la mia amatissima mamma. e fu così che condividemmo il primo pasto — una semplice ciambella glassata, che, spartita tra i nostri ignari ed innocenti morsi, sembrò la più squisita che assaporai in tutta la mia vita, preludio d'un bacio dall'effetto farfalla. l'innocenza d'una prima effusione d'amore, dal suono quasi impercettibile, portò tra i miei rubicondi confini il primo strepitio di battiti; il primo affanno del mio fiato; il primo sfarfallio delle mie ciglia; il primordiale squassarsi del mio corpo e della mia anima.
tu, gentile anima, mi notasti e da allora ti sei sempre impegnato sulla mia persona affinché smettessi di vedermi in quella maniera che ormai non piace più nemmeno a me — eppure, prima non me ne accorgevo! che non mi piacesse, dico. pensavo fosse adatto a me, perché temevo fosse quello che meritassi. ma ora che m'hai fatto capire d'essere destinata al trono del nostro mondo; del tuo cuore da amare ad ogni costo — hai cambiato la mia prospettiva, migliorandola esponenzialmente come ciascun tratto della mia personalità. la briciola, allora, è diventata una persona — una grande persona proprio sotto l'egemonia del tuo sguardo. finalmente la briciola divenne un qualcuno. 𝘪𝘰 sono diventata qualcuno che conta per me stessa, ma specialmente per 𝘵𝘦, che è ciò che più m'importa. contare per te, solo per te, unicamente per te ed anche su di te. io lo prometto, potrai contare perpetuamente su di me, per qualsiasi evenienza. e se in tutti questi ottocentosessantadue giorni trascorsi assieme sei stato capace di migliorarmi tanto da abbattere le fameliche ansie, le oscure paure, gl'infondati blocchi, sono sicura che saprai fare di meglio con i nostri amati scriccioli da accudire. migliorerò di giorno in giorno per te, sì, ma prometto che anch'io t'aiuterò a crescere, perché è con te che prometto d'invecchiare. lo so e ne sono convinta: sei l'uomo della mia vita e prometto che lo sarai eternamente, proprio come la prima volta che te lo dissi in presenza dei nostri genitori, che probabilmente oggi ci ammireranno un po' più di quanto non lo facessero già in quel d'un agosto perfetto a seoul. chieder alle nostre amate famiglie il permesso d'intraprendere il nostro primo viaggio delle infinite avventure a venire non è stato nient'altro che una prova per poter chiedere ufficialmente la tua mano anche in questo preciso frangente, a distanza di due anni, ai miei amabili suoceri, nonché mamma e papà.
ti prometto, mio luccicante orgoglio, che sarai per sempre motivo di gran vanto per tua moglie e per i tuoi figli. prometto, anche, che t'aspetterò ad ogni pasto e ad ogni buonanotte, perché, malgrado le labbra sgualcite dagli anni trascorsi, io pretenderò ancora il mio bacio dei sogni d'oro.
prometto che insieme sogneremo sempre, in grande; che oseremo come nessuno fa, che conquisteremo regge ancor più mozzafiato del castello in cui viviamo. e se vienna dovesse stancarci, ricorda: io abito in te e tu in me, amore mio. finché ci siamo, finché ho te, io ho la mia dimora.
e— per quanto lo abbia sempre odiato, prometto che sarò spudoratamente, vergognosamente, oscenamente ripetitiva con te, perché m'hai addirittura insegnato che le ripetizioni non sono un male, ma un bene paragonabile all'oro, perché ci amiamo tanto d'aver finito le parole presenti nel vocabolario e continueremo ad amarci sempre di più, sino a percepire l'impellente impeto di doverci ripetere. poiché incarni l'impulso di vita che scarichi tra le corde del mio cuore, ormai costantemente ebbro d'un innamoramento in eterno gerundio, senza vacillare né assopirsi, prometto, giustamente, che m'impegnerò per cercare termini nuovi ed infinite altre similitudini da dedicarti — ricorda che, nonostante tutto, il mio spirito competitivo non può esser messo a tacere dalla sottoscritta!
prometto che insieme continueremo a regnare per il cosmo sino ad incontrare tutte le sfumature della nostra stagione armocromatica, perché, così com'è sempre l'unica costante identificativa per una persona, sarà per sempre la nostra unica peculiarità. spero sia primavera, la nostra stagione — anzi, ne sono quasi certa! non cambierà, ma semplicemente si radicherà sempre più a fondo nelle nostre indoli da esser ogni giorno più evidente. tu, d'altro canto, sei la tonalità che più mi dona.
prometto che staremo insieme per talmente tanto tempo da imparare 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 a cucire, perché per mio marito ed i nostri figli fremerò sempre dalla voglia di riattaccare tutti i bottoncini delle camicie o di rattoppare l'usura del tempo che mostrerà i suoi segni anche sui nostri abiti.
ti prometto che bacerò via le tue lacrime quando avrai bisogno di piangere, che accrescerò ogni tuo grammo di felicità a suon di stretti abbracci e dolci baci. prometto che i miei occhi cercheranno sempre te, dovunque vada, perché sei tu il centro della nostra attenzione. lo prometto qui ed ora, ti amerò finché morte 𝘯𝘰𝘯 ci separi, perché, finché ricambierai, io ti desidererò sempre in ogni reincarnazione. e prometto di baciarti ancor di più, ovunque, sulla poetica tela della tua pelle, per rammentarti, nella tua prossima vita, che la vermiglia amante qui presente ama disperdere la sua sbriciolata d'amore ovunque capiti, sulla tua persona — la più meritevole d'un sentimento così puro, d'una bontà così unica, d'un'esistenza ilare.
ti prometto che sarò logorroica anche da nonna, tanto da farti venir voglia di sbaciucchiarmi, perché, in fondo, sarò ancora la tua bambina.
ti prometto che! ti sarò sempre grata di aiutarmi ad indossare le scarpe ogni volta che il signor pancino me lo renderà difficile — ti sei già dimostrato un ottimo aiutante, dopotutto, merong!
ti prometto che sarei disposta a 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 pur di preservare il tuo benessere.
giuro che ti aiuterò sempre a guarire, perché è con l'amore che conquisterò genuinamente i lembi inesplorati della tua anima, le paure che nessuno è mai riuscito a ritrovare oltre me.
mio caro 𝘱𝘦𝘵𝘪𝘵 𝘵𝘳𝘪𝘢𝘯𝘰𝘯, unico angolo di pace per me ed il mio cuore — giuro e prometto, il nostro amore rimarrà perpetuamente il più raro della storia e saremo gli unici a saperlo replicare; diamanti mandarini senza fine, intenti a tingere le città fantasma, orfane di precedenti amori non riusciti. e laddove altri animi non ci sono riusciti, prometto che i nostri ci riusciranno, persino al primo intento, perché insieme siamo più forti, accompagnati dalla speciale bioluminescenza delle nostre tanto care lucciole e dalla condivisione ch'è alla base della nostra reciproca ed immortale complicità.
tu, senso della mia vita
t'insinui placido tra le mie dita
ed insieme voliamo via
fino a lambir la melensa epifania,
i sacri attimi di gloria
e poi.
mio angelo, mio cuore, mia eternità, ti prometterei questo ed infinito altro, quindi promettimi anche tu di viverci a tal punto da poterci confidare quel fatidico 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘰 dinnanzi ad infiniti altri fiabeschi riti prematrimoniali ed altrettanti altari, sulla sagoma dei più trionfati dei 𝘮𝘢𝘵𝘢𝘳𝘪𝘬𝘪 e della perfetta 𝘭𝘪𝘢𝘪𝘴𝘰𝘯 dal profumo di 𝘸𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳𝘪𝘢.
prometto che... 𝘵𝘪 𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰, 𝘵𝘪 𝘢𝘮𝘰 𝘭𝘰 𝘨𝘪𝘶𝘳𝘰, 𝘵𝘪 𝘢𝘮𝘰, 𝘵𝘪 𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 e 𝘶𝘣𝘪𝘲𝘶𝘦 𝘯𝘰𝘴 𝘴𝘪𝘮𝘶𝘭.
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