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#Arnaldo Capezzuto
corallorosso · 4 years
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Reggia di Caserta, le immagini choc del cavallo agonizzante interrogano proprio tutti Immobile, impietrito, in apnea. Sono istanti. Cede sulle quattro zampe e crolla malamente. La situazione precipita. Chi lo guida, lo conosce. Per un paio di volte l’invoca: ‘Zio’, ‘Zio’. Comprende bene cosa stia accadendo: stacca le cinghie e sblocca subito i fermi della botticella. È libero adesso. Recluta le ultime forze e si adagia su di un lato. Il cavallo è agonizzante. Steso sul selciato del Parco Reale della Reggia di Casera. La pelle è tesa, la muscolatura a tratti si contrae, il respiro è ansimante, bava mista a schiuma fuoriesce dalla bocca, gli occhi iniettati di sangue per un attimo sono fissi e spalancati, forse un ultimo disperato saluto, poi si chiudono e mai più si riapriranno. Una morte consumata sotto lo sguardo atterrito di turisti, famiglie e bambini. Immagini choc che in pochi minuti via social fanno il giro del mondo e sollevato un nugolo di accese polemiche. La domanda: è giusto, legittimo ancora nel 2020, in piena estate a 50 gradi di temperatura percepita nei parchi, nelle regge monumentali, nei centri storici delle città d’arte, consentire agli animali da traino di trasportare i turisti sulle carrozzelle? Quegli animali obbligati ad andare su e giù, salite, discese, a galoppo e trascinarsi pesanti carrozzelle non è una forma di estrema crudeltà? E’ giusto fermare tutto? E’ plausibile mandare a quel paese una tradizione secolare? (...) Tornando alla Reggia di Caserta si è scoperto che il titolare dell’autorizzazione amministrativa della carrozza circolava abusivamente, infatti, ‘Zio’ era un cavallo diverso da quello comunicato al Comune e all’Asl. La carcassa del cavallo è sotto sequestro e in attesa degli esiti dell’autopsia disposta dal magistrato. Il sindaco di Caserta, Carlo Marino ha attivato tutte le procedure per la revoca delle autorizzazioni amministrative, infatti, il primo regolamento disatteso è proprio quello sul benessere degli animali che l’amministrazione comunale ha approvato negli anni scorsi e che ha dedicato un intero capitolo proprio agli equini. La forza, il clamore e la pietà di quelle immagini adesso interrogano proprio tutti. Gli animali, tutti, hanno dei diritti e le riflessioni e il dibattito lo si potrebbe estendere anche agli zoo e al circhi. Arnaldo Capezzuto
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sciscianonotizie · 7 years
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giuliocavalli · 11 years
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Una bella domanda
La pone Arnaldo partendo dall’enorme patrimonio accumulato dal clan Contini:
Ciò che appare normale, quotidiano, a volte non lo è. Occorre guardare dentro. Mettere le mani su ospedali, gestire supermercati, bar, ristoranti, pizzerie, locali notturni,…
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STATI GENERALI INFORMAZIONE IN CAMPANIA #9
12 Settembre 2011 - Napoli - Hotel Alabardieri - Stati Generali Informazione (Editoria) in Campania Intervento di Arnaldo Capezzuto - Giornalista (Ossigeno per l'Informazione -)
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alegaeta · 13 years
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Quando la Rai torna a inseguire la sua missione, che è quella di fare servizio pubblico radiotelevisivo, a farne parte c'è solo che da esserne soddisfatti. L'ultimo di questi miracoli, sempre più rari a manifestarsi, è avvenuto lunedì 5 settembre quando siamo riusciti (dietro lo schermo c'ero anch'io) a mandare in onda un'intera serata su Raiuno dedicata a Giancarlo Siani. Prima Fortapàsc di Marco Risi che racconta gli ultimi mesi di vita del giovanissimo giornalista precario ucciso a Napoli nel 1985, poi uno "Speciale Fortapàsc" per approfondire sia il film che gli interrogativi che solleva. Un'ora e dieci di buona televisione per parlare di camorra, rifiuti tossici e giornalisti minacciati. Grande assente la politica (ma credo che nessuno ne abbia sentito la mancanza). Il caso ha voluto che nel caricare questo video You Tube abbia automaticamente scelto come identificativo il fotogramma di Fortapàsc nel quale si vede il vero nipote del giornalista ucciso che nel film fa la comparsa. Nella trasmissione Marco Risi spiega perché gli ha fatto recitare un piccolo ruolo nel suo film.
Per vedere la seconda parte cliccate questo link:
http://www.youtube.com/watch?v=GknVWSjpjPw .
Il copyright di Speciale Fortapàsc è della Rai 
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corallorosso · 5 years
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Napoli, la camorra terroristica spara in mezzo alla gente. E il ministro Salvini è inadeguato di Arnaldo Capezzuto L’onda di rabbia, dolore, indignazione, in queste ore difficili e sofferte, travolge Napoli. C’è scoramento, disillusione e senso di sconfitta in chi ogni santo giorno dà il proprio contributo per non far ammainare definitivamente la bandiera della speranza in una città disperata. Una “creatura”, Noemi, di appena 4 anni, combatte a muso duro la battaglia della vita nel reparto di terapia intensiva pediatrico dell’ospedale Santobono. E’ intubata. E’ stata prima stabilizzata e poi nel corso della notte sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico. La pallottola vagante che l’ha centrata alla spalla, le ha fatto collassare un polmone. Pochi millimetri e avrebbe fatto esplodere la vena aorta e il cuore. La nonna le stringeva la mano, la madre era un passo indietro con una amichetta della piccola. Si erano fermate alle giostre del parco comunale di Piazza Nazionale e poi al bar Elite per dissetarsi. All’uscita si sono ritrovate nell’inferno. Il killer in rapida successione ha esploso – in mezzo alla folla – sei colpi di pistola contro l’obiettivo dell’agguato, il pregiudicato Salvatore Nurcaro, 32 anni, vicino al clan Rinaldi di San Giovanni a Teduccio. L’uomo è stato centrato da quattro pallottole all’addome e alla gola. E’ in fin di vita. Proiettili esplosi all’impazzata, incuranti del rischio di fare una strage. E’ camorra terroristica. Azioni di tipo militari portate avanti con la logica dell’Isis. Napoli è sotto assedio. Napoli è in guerra. Napoli è un’emergenza nazionale. La risposta dello Stato, ci sarà. Non grazie al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dimostratosi ampiamente inadeguato, incapace e incompetente sotto il profilo tecnico, politico e d’indirizzo strategico. Di ben altra pasta era – ad esempio – il leghista Roberto Maroni quando è stato capo del Viminale nella lotta ai Casalesi. Salvini non è un interlocutore della lotta alle mafie. Di questo ne sono ben coscienti ormai inquirenti e investigatori, che proprio stamane hanno messo a segno un durissimo colpo contro il potere dei clan. In manette sono finiti luogotenenti e killer dei clan della periferia Est tra loro anche i responsabili dell’omicidio di Luigi Mignano dello scorso 9 aprile. Omicidio avvenuto a pochi passi dalla scuola di frontiera ‘Vittorino Da Feltre’, con la vittima che stringeva la mano del nipotino mentre lo accompagnava all’asilo, fiero del suo zainetto di Spiderman poi abbandonato a pochi passi dal luogo del delitto. Anche in quel caso poteva essere una strage. Napoli conta centinaia di vittime innocenti di camorra. E’ l’unica grande metropoli di un Paese del vecchio continente a maledire questo primato. E nonostante la gravità della situazione per Napoli – a parte la retorica, il mostrare i muscoli a favore di telecamera e le parole roboanti – non c’è nulla. Perfino, ieri sera, nel susseguirsi delle tragiche notizie dell’agguato e del ferimento di Noemi, Napoli nei Tg nazionali è scivolata sui titoli di coda. Napoli non interessa a nessuno. Napoli deve morire. Napoli non è neppure Africa. La città è in disfacimento, il potere della camorra è diventato anche potere culturale: ampi pezzi di Napoli sono controllati, assoggettati, amministrati, gestiti da famiglie emergenti, organizzate in gruppi predatori, nuovi affluenti dei clan storici. Occupano gli spazi che uno Stato dissennato lascia colpevolmente vuoti. Reclutano soldati di camorra e hanno gioco facile. Il salto di qualità s’intreccia con la volontà dello Stato di tenere Napoli in un limbo comatoso e di fame. La ‘criminalità danarosa e stracciona’ si è impossessata di pezzi di borghesia partenopea. Il plebeismo marginalizzato è diventato élite.... C’è una Napoli resistente che non si arrende. Una Napoli che non hai mai smesso di essere partigiana e si mobilita, denuncia, combatte l’invasore. Domani alle 11 si torna in piazza Nazionale con ‘Disarmiamo Napoli‘ e con il pensiero incazzato rivolto alla piccola Noemi che combatte insieme a Annalisa, Genny, Fabio, Maikol, Dario, Attilio, Silvia, Gigi, Paolo, Giancarlo, Antonio, Nicola, Luigi e senza dimenticare mai che “Napule è a voce de’ criature che saglie chianu chianu e tu sai ca nun si sulo”.
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corallorosso · 6 years
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Manganelli e squadracce ‘goliardiche’ nell’Italia dei rigurgiti razzisti pentaleghsiti di Arnaldo Capezzuto E’ un venticello trasformatosi in tempesta. E’ un rigurgito maleodorante fuoriuscito dalla fogne della storia: invade, pervade e ammorba l’aria. Un virus endemico, dormiente. Una micosi ideologica di un Paese che non ha mai fatto i conti con il suo tragico passato. C’è un travestimento ipocrita, una vernice giustificatoria, una sorta di autoassoluzione. E’ stato un “gesto goliardico”, “miravo a un piccione”, “provavo l’arma”, “le uova? Lanciavamo per noia”, “è una ragazzata”. E’, invece, un film dell’orrore, tre mesi di rappresaglie. Al grido ‘Salvini, Salvini’ nel mirino finiscono due ragazzi maliani, feriti a colpi di pistola. C’è l’ex dipendente del Senato – versione cecchino – che dal tetto di casa spara con una carabina modificata ad aria compressa e centra alla vertebra una bambina rom di 15 mesi in braccio alla mamma. Sulla vicenda, le parole dure del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. C’è il disoccupato che punta il suo fucile a piombini contro un operaio di Capo Verde che sta montando delle luminarie. C’è il lancio di uova contro la campionessa Daisy Osakue che per poco non ci rimette un occhio. Poi le scorribande di due 13enni armati di scacciacane che giocano per ‘goliardata’ alla caccia al nero. Ci va di mezzo un migrante gambiano mentre fa jogging inseguito e terrorizzato. A Napoli viene gambizzato un migrante e la cosa si liquida con: “E’ stata la camorra”. E poi ci scappa il morto, si tratta di Hady Zaitouni, marocchino, 43 anni, trucidato ad Aprilia in provincia di Latina perché sospettato di essere un ladro. Gli assalti ai centri d’accoglienza. E’ un’estate calda e nulla c’entra la colonnina di mercurio. Episodi vergognosi, tollerati e digeriti che trovano l’indifferenza di cittadini inerti, disorientati, ipnotizzati, silenti. E’ paradossale discutere se in Italia c’è razzismo: ce n’è tantissimo, più che sotto al fascismo. Non l’ha portato il nuovo governo penta-leghista, diciamo che l’ha incoraggiato a venire a galla come del resto ha fatto il precedente esecutivo con la punta avanzata del ministro Marco Minniti. E’ il conato dell’ideologia populista, semplificatoria narconarcisistica che trova nel ministro dell’Interno Matteo Salvini, il suo naturale condottiero. Senza alcun ombra di dubbio il capo del Viminale con le sue pittoresche uscite ci ha messo un bel bollo istituzionale. E’ una spirale pericolosa, fa accapponare la pelle, neppure fanno più notizia le manifestazione di ferocia verso migranti, rifugiati e rom. E’ un crescendo di attacchi verbali, minacce e aggressioni fisiche. C’è una legittimazione politica-parlamentare degli istinti rancorosi xenofobi che si stratificano nella quotidianità sociale: l’anziana nel bus stringe la borsa non appena vede il ‘negro’ e lo ‘zingaro’ oppure il signore distinto che per principio – impone – alla donna di colore di cedergli il posto a sedere. E’ un mostro che avanza. E’ la continuità con gli anni maledetti del berlusconismo spinto, propulsore di disinteresse, allontanamento e abbandono del civismo. Il problema non è mai stato Silvio Berlusconi ma è il Silvio Berlusconi che è dentro di noi. Questo razzismo – da sempre – cova ed è nascosto negli italiandioti. I social poi sono ormai le ‘agenzie del veleno’. (...) Accade nel corso di una passeggiata serale – in una località calabrese – di fermarsi e sbirciare tra la mercanzia esposta in un emporio. C’è un cartello che pubblicizza la vendita di manganelli a 7 euro. Sono la riproduzione perfetta di quelli adoperati nel ventennio dalle squadracce nere. Strabuzzo gli occhi dalle orbite, arresto il fiato, sudo freddo. Motti e slogan fascisti, come “Boia chi molla”, “Dux Mussolini”, “Credere obbedire combattere”, e anche “Me ne frego”, “Molti nemici molto onore”, twittati di recente dal ministro Salvini. Sulla mazza di legno massiccio, l’effige di Mussolini con elmetto e simboli nazi-fascisti. Non fa scandalo. Anzi, si vendono. In vetrina anche tirapugni di metallo al costo 14,90 euro e coltelli serramanico di varie misure a partire da 5 euro. Sono gadget? Souvenir? Perché sono in commercio? Propagandare simboli fascisti non è un reato? Perché il ministro dell’Interno – tanto solerte con le circolari contro i venditori ambulanti da spiaggia – non emana una direttiva e chiede il sequestro di questo materiale e il perseguimento di chi produce, vende e acquista? Il silenzio del Movimento 5 Stelle, il suo essere supino verso l’alleato di governo, il fornirne l’alibi, lo strizzare l’occhietto al mio paese si chiama collaborazionismo e non esenta per niente dalle responsabilità.
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corallorosso · 6 years
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Napoli, affacciarsi al balcone è un rischio. Se i camorristi fossero migranti Salvini interverrebbe? BLOG di Arnaldo Capezzuto Un nuovo raid armato al rione Forcella, nel cuore antico di Napoli. Questa volta i killer in sella a due potenti scooter hanno seminato il terrore in via Vicaria Vecchia. Non accadeva da 14 anni in quella stradina. Un sacrilegio. Il gruppo di fuoco ha sparato all’impazzata. Raffiche di proiettili calibro 9 esplosi in aria che hanno centrato ad una gamba una donna, Anna Celentano di 51 anni. Era affacciata al suo balcone ed è viva per miracolo. (...) Napoli, è un teatro di guerra. È un inferno a cui ci si abitua. Perfino un agguato con un morto ammazzato non suscita un moto di ribellione. Anzi, rafforza l’endemica omertà. Tutto scorre. Si susseguono gli anniversari, i lutti, le commemorazioni. ...chi accompagna i turisti lungo i Decumani e, fermandosi all’ingresso del rione Forcella, oltre a narrare i luoghi accenna alle storie dei boss, alle loro imprese, al potere della camorra. È la “stesa”, il gesto terroristico di sparare senza un obiettivo, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini da parte di gruppuscoli criminali emergenti, un termine ormai familiare ai partenopei. Ne analizzano la filigrana, ne spiegano la genesi, riflettono sulla logica criminale sottesa. È vero a Napoli, ci si abitua proprio a tutto. È la voce rassegnata di Meg – nel documentario Camorra del regista Francesco Patierno che ha visto la collaborazione dello storico Isaia Sales – a ricordarlo: “Napoli è assuefazione che consente alla città il mantenimento di uno stato di equilibrio rispetto agli squilibri profondissimi presenti tra le classi sociali”. Il presidente della Camera Roberto Fico l’ha ricordato di recente: “Combattere le mafie è la vera emergenza dell’Italia”. La finta speranza, lo sberleffo farlocco, l’augurio sinistro è che al più presto gli 007 scoprano che i boss e gli affiliati dei clan sono migranti, originari dell’Africa. In tal caso avremo la certezza che il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in meno di 24 ore mobiliterebbe uomini, mezzi e inserirebbe la lotta alle mafie nell’agenda di governo.
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corallorosso · 6 years
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Salvini, anche il mio post su lui e la Diciotti è stato rimosso da Facebook di Arnaldo Capezzuto Accade qualcosa di inspiegabile o meglio di inquietante. Le notizie sgradite adesso vengono bloccate, rimosse, cancellate. E’ una sensazione che fa accapponare la pelle e per un attimo – ciò che avevi di scontato – ossia la libertà di pubblicare e quindi di farti leggere scompare in un sol colpo. Non si comprende cosa stia accadendo. E’ una pioggia di lamentele di utenti che si vedono articoli, commenti, post rimossi dai social in automatico. Guarda caso i “pezzi” spazzati via senza tanti complimenti hanno nel titolo e nei tag il cognome Salvini. Sarà solo un caso? E’ l’influenza celestiale di coincidenze astrali? A partire dalle nove di questa mattina, tantissimi utenti dei più importante social, si vedono profili personali e pagine sottosopra. Dalle bacheche sembra passare una falciatrice che disbosca articoli, post, commenti che – in maggioranza – vedono protagonista il vicepremier Salvini. Le roventi polemiche sul mancato sbarco dei profughi dalla nave Diciotti e bloccata al porto di Catania hanno innescato proteste e accuse on line. Ne pago personalmente il prezzo con articoli rimossi all’istante. E non è da escludere che un’organizzata batteria d’attacco cioè gruppi di utenti – in questo caso sostenitori di Salvini – segnalino in massa i post contro il loro leader. Una delle ipotesi della rimozione dei post, potrebbe essere che i social ricevano le prime segnalazioni e mandino in spam i contenuti uno alla volta, se le segnalazioni però si ripetono in continuazione, scatta una rimozione automatica. Dobbiamo pensare quindi che possa trattarsi di una ghigliottina messa in funzione da una sorta di servomeccanismo digitale o diavoleria simile? A rimozione avvenuta, giunge puntuale la notifica, l’effetto è di una intramuscolare del “Volatern” : “Abbiamo rimosso questo post perché ci sembra spam. Se lo hai pubblicato tu e non ritieni che sia spam, puoi farcelo sapere”. A me sembra una formula garbata per dire che non devi più pubblicare nulla su quell’argomento e guarda caso i contenuti degli articoli, i post, i commenti riguardano sempre e solo il pirotecnico e minaccioso capo del Carroccio. E nel mirino è finito anche un gruppo di musicisti partenopei, si sono visti bloccare la loro pagine fan ‘O Rom e il loro ultimo un videoclip, postato con relativa sponsorizzazione per pubblicizzarlo è sparito. E lo stesso cantante si chiede : “A qualcuno ha dato fastidio la frase in cui ci ponevamo in contrasto con le politiche discriminatorie e l’accanimento verso i più deboli di certi piccoli personaggi della politica?”. E’ una vertigine che inquieta. L’Italia come la Corea del Nord? Un brivido percorre e corre lungo la schiena e fa sudare freddo. Per me si chiama censura, stretta, dittatura. Sembra la notte della Repubblica e si spera che nessun contributo sia stato fornito dai vertici del Viminale, altrimenti sarebbe davvero molto grave anzi golpista.
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giuliocavalli · 11 years
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Otto contatori idrici
Il ripristino della legalità è una guerra dura lì dove la regola è l’illegale, l’interesse è sempre particolare e la “normalità” è una minoranza. Otto contatori idrici installati a Casal di Principe (ne dà notizia Arnaldo qui) sono addirittura un presidio…
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giuliocavalli · 11 years
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A Castel Volturno ci si mangia la costa
In meno di dieci anni sono scomparsi oltre duecento metri di costa. Un’emergenza che nasconde dell’altro. Il mare risucchia la sabbia che “qualcuno” abusivamente ha prelevato altrove per costruire mega insediamenti. Parliamo delle grandi speculazioni…
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