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#Cristina Ghetti
dream-and-delirium · 5 years
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Cristina Ghetti
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topcat77 · 6 years
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Christina Ghetti
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spacecamp1 · 6 years
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Cristina Ghetti, Mareas Series, Acrylic on canvas
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thunderstruck9 · 3 years
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Cristina Ghetti (Argentinian, b. 1969), Mareas, 2013. Acrylic on canvas, 71 x 71 in.
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polkadotmotmot · 4 years
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Cristina Ghetti - Red gradient, 2020
#up
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Cristina Ghetti
#cristina ghetti
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nodos3 · 5 years
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Actualmente estamos trabajando en la idea de “interferencias en el paisaje”, un proyecto que será mostrado próximamente en Berlín y Valencia. Como adelanto compartimos este video-resumen con fragmentos registrados durante nuestra estancia en la Isla de Ventotene (Italia) dentro del Festival InsulaLab (mayo 2019).
https://vimeo.com/359837215
NoDOS(3). Cristina Ghetti y Elia Torrecilla
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artatberlin · 6 years
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Neuer Post auf ART@Berlin https://www.artatberlin.com/ausstellung-cristina-ghetti-arnd-kaestner-bermel-von-luxburg-gallery-zeitgenoessische-kunst-in-berlin-contemporary-art-ausstellungen-berlin-galerien-art-at-berlin/
Cristina Ghetti + Arnd Kaestner | Space made by color | Bermel von Luxburg Gallery | 26.01.-09.03.2019
bis 09.03. | #2333ARTatBerlin | Bermel von Luxburg Gallery präsentiert ab 26. Januar 2019 die Doppelausstellung Space made by color der Künstlerin Cristina Ghetti und des Künstlers Arnd Kaestner. Parallel zur Ausstellung wird im Kunstkabinett der Galerie „Die Brücke im Dialog mit afr...
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trankilllo · 7 years
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ROOM 41 | Cristina Ghetti
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persinsala · 7 years
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Il cappuccio d'osso della luna
Il cappuccio d’osso della luna
Al Teatro Argot Studio è in scena fino al 26 novembre Il cappuccio d’osso della luna, un dramma familiare scritto e interpretato da Cristina Cirilli con la regia di Maurizio Panici. (more…)
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pangeanews · 4 years
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“Non solo è una delle più grandi poetesse del nostro Novecento, ma una sorta di Emily Dickinson italiana”. È ora di pubblicare come si deve Fernanda Romagnoli
La dico così, spavaldo, a precipizio. Quarant’anni fa, è il 1980, Garzanti pubblica uno dei libri più importanti della poesia italiana, s’intitola Il tredicesimo invitato. Per difetto di vita – autodidatta, maestra elementare “in disagiate sedi di montagna”, casalinga, una vita priva di clamorosi eventi, claustrale, claustrofobica, pressoché a Roma, con la parentesi di qualche trasferimento a Pinerolo, Caserta, Merano – e talento estremo, l’autrice meriterebbe un abito cinematografico, come Vivian Maier, sarebbe, in altri lidi, una autrice ‘di culto’, come Elizabeth Bishop, come Clarice Lispector, certo, una di quelle che atterri all’aeroporto e trovi, in visione abbagliante, su un muro, l’incipit di una sua poesia. Eppure. Fernanda Romagnoli gioca alla sparizione. Quando l’ho scoperta – era il 2003 e la Libri Scheiwiller aveva ripreso Il tredicesimo invitato insieme a una antologia di “altre poesie”, per cura di Donatella Bisutti, che qui interpello per capire e rilanciare – subii un frastuono elettrico. Chiunque legga la Romagnoli – qualche anno fa l’abbiamo letta, in pubblico, a Santarcangelo, insieme alla cantautrice Maria Antonietta – ne resta folgorato. Ha il potere di intuire di ciascuno, di ogni cosa, il vetro e il punto di frattura. È inesorabile. Spesso crudele. Nell’introduzione a quell’antologia – ora introvabile – la Bisutti scrive che la Romagnoli è “simile forse ad alcune grandi poetesse russe del nostro secolo, come Marina Cvetaeva”; più volte cita “la poetessa americana Emily Dickinson, che amava molto e alla quale per certi versi è affine”, per definirne il talento ferino, extracanonico. Non è un’esagerazione. Leggete come parte Capro espiatorio:
Uggiola alla fessura, cagna-luce. Qualcuno il mio sonno ha legato quattro zampe in un mazzo. All’aurora chi aprirà? Voglio alzarmi. Ho paura. Nel pozzo del cranio – senza uscita –. Nel buio sacrario sconsacrato. (La luce come un’unghia sotto le porte).
Lirica predatoria, questa, di immagini allucinate, a lampi. La Romagnoli, che elesse a maestro Attilio Bertolucci – pubblicò il suo Confiteor per Guanda nel 1973 – e fu premiata da Vittorio Sereni, pare aliena alla tradizione italiana di quegli anni, ha il pregio delle rivelazioni oscure, intoccabili. Al contempo, la Romagnoli è astrale (“Pende fra uno sciame alto di stelle/ dall’abisso notturno la Bilancia:/ sopra il vivere mio lucida, esatta, non turbata dai venti,/ in equilibrio/ fra il cielo già trascorso e quel che resta”) e carnale (“Nei ghetti del mio corpo, certe notti,/ i cinque sensi circolano cupi”), raffinata (“Mia madre la mattina/ stava sola di là, come Dio/ sta sulla terra e sul mare./ Prendeva il giorno nelle sue mani rosse”) e feroce (“Se tu l’ami, lei non ha colpa./ Ma io – la vorrei morta”). Si lacera e ritirandosi, come il pitone, soffoca sé e tutto il resto, fa dell’alveo famigliare nido e tagliola. All’epoca, la onorarono di sontuosi aggettivi. La dilaniò l’oblio, poi – quasi una specie di ansia al massacro, una propensione alla tortura. Ha scritto poesie rapaci e straordinarie; ha avuto legami epistolari con Carlo Betocchi, Andrea Zanzotto, Diego Valeri. Nata nel 1916, morì settant’anni dopo. “Fu feroce/ il dettato di resa. In un minuto/ la tua carne divenne un ectoplasma/ dai gesti icnomprensibili…/ Maturavi/ sola – nella placenta della morte”, scrive in Sola, agghiacciante poesia sulla vecchiaia. Per certo versi, ricorda l’enigma di Cristina Campo – solo che alla Campo è tributato un culto e la Romagnoli fu poetessa eccellente, ben più vertiginosa. (d.b.)
Nel testo in appendice a Il tredicesimo invitato, fai della Romagnoli un caso emblematico della poesia recente. “Il poeta è sempre socialmente poco accettato, almeno finché non è coronato dalla fama: anche allora resta inaccessibile ai più”, scrivi. Come mai è così, cosa è ‘repellente’ o ingiustificabile del poeta?
Credo che dipenda essenzialmente dal fatto che il poeta è un “diverso”. Il diverso, se in posizione di poco conto, suscita diffidenza, irrisione, disprezzo. Se tuttavia questa diversità diviene un valore riconosciuto, come nel caso di un poeta famoso, il rispetto, l’ammirazione, la venerazione rimangono pur sempre forme di allontanamento dal mondo dell’uomo comune: immaginate una statua su un piedestallo e sotto un gruppo di amici che giocano a carte e si scolano allegramente una bottiglia di vino. Situazione che Leopardi nelle sue poesie ci ha reso familiare e che è stata resa bene nel film di Martone Il giovane favoloso. Peraltro, anche quando era già famoso, Leopardi continuava a essere irriso, perfino dai letterati fiorentini. La diversità, anche nel genio, rimane pur sempre una stigmata che condanna alla solitudine, all’incomprensione dei più. Questo succede perché il poeta – parlo del poeta dionisiaco, come lo è stato Leopardi, come lo è stata anche Fernanda Romagnoli – è uno sciamano. Anche lo sciamano era (o, dove ne esistono ancora, è) qualcuno che paga i suoi straordinari poteri con la solitudine e con una sorta di emarginazione. Chi è lo sciamano? Uno che ha rapporti con il mondo dell’Invisibile, ha poteri magici, vede ciò che gli altri non vedono. Una realtà extrasensoriale fa sempre paura, al di là di qualsiasi riconoscimento. Il poeta-sciamano è qualcuno costretto a vivere per necessità di cose contemporaneamente in due mondi: quello del quotidiano e il mondo “altro”. Spesso una situazione sfibrante, sia per l’isolamento che comporta, sia perché egli stesso ha difficoltà a tenersi in equilibrio fra i due. C’è allora chi rifiuta del tutto il mondo del quotidiano, e abbiamo i grandi poeti folli, come Hölderlin, come Dino Campana, e anche Amelia Rosselli. C’è chi, come Rimbaud, a un certo punto decide di smettere di essere un poeta visionario per diventare solo un trafficante d’armi. E chi nell’auto isolamento sposa un quotidiano che si fa segno di un cammino verso l’Invisibile, come la Dickinson. Infine c’è chi, nello sforzo fallimentare di ridurre a un binario parallelo due linee di per sé divergenti, ne muore. È il caso della Romagnoli: incapace di rinchiudersi nello stretto recinto di un quotidiano di casalinga piccolo borghese emblematicamente rivendicato, si direbbe, dalla figlia, che peraltro non accettava lei (ancora oggi si direbbe che questa figlia coltivi nei confronti della madre, scomparsa nel lontano 1986, un inesausto rancore),  ma lei stessa autoesclusasi dal mondo “altro” rappresentato dal riconoscimento della fama letteraria, di cui pure era assetata, e in cui si considerava appunto solo un “Tredicesimo invitato” indegno di essere ammesso (è il titolo del suo libro più famoso, che è in fondo anche il suo unico libro). Presa in questa morsa di una doppia esclusione, di una doppia soggettiva inadeguatezza, Fernanda trovò come unica disperata via d’uscita quella di abbandonarsi a una lunga malattia degenerativa di origine, si può arguire facilmente, psicosomatica, che la condusse non solo alla morte ma anche a un lungo autopunitivo oblio. Spero di aver risposto alla tua domanda. In ogni caso io considero la Romagnoli, ancora oggi troppo dimenticata, troppo poco riconosciuta, non solo una delle più grandi poetesse del nostro Novecento, ma una sorta di Dickinson italiana.  E al contempo un caso psicoanalitico da manuale. E una vittima di una condizione di apartheid femminile ancora oggi, malgrado le apparenze, non del tutto risolta.
E poi scrivi, “Il poeta è sempre un rivoluzionario”. In cosa consiste la ‘rivoluzione’ di Fernanda Romagnoli?
La rivoluzione della Romagnoli è semplicemente quella della grande poesia. L’essenza stessa, la natura stessa della poesia, quando è davvero tale, come nel caso della Romagnoli, è eversiva. Perciò la poesia fa paura al potere. Perciò nel corso del Novecento tanti poeti sono morti, torturati, internati, uccisi, e accade ancora oggi.  Ma non è necessario che il contenuto della poesia sia politico, diciamo rivoluzionario in sé. Anche parlando di un filo d’erba, la poesia grida la nostra aspirazione in quanto esseri umani alla libertà. Perciò il potere, in passato, oltre a reprimerla, ha anche cercato di snaturarla, di darle un passaporto di legalità, di contrabbandarla per una cosa sentimentale per signorine, o al massimo un discorso sui buoni sentimenti, ha cercato di far passare per un poeta sdolcinato da scuola elementare il Pascoli, che è il poeta più europeo del nostro Novecento, il più nevrotico, pieno di torbide pulsioni, ma un grande simbolista che a sua volta ci schiude le porte dell’Invisibile. Anche lui uno sciamano per eccellenza. L’Invisibile: quello al di là della siepe leopardiana, quello anche della Romagnoli in una delle sue poesie più belle, che vorrei riportare qui per intero:
Avvento
Mi scinderò dalla perpetua danza, dal flusso senza fine che mi porta, creatura di lucente libertà – io – che piangete morta. Invaderò la casa: un solo giro come fa il lampo.
In consistenza d’aria, assumerò il colore d’ogni stanza. Senza toccar le cose – non ho mani – Senza lasciare firme sugli specchi – non ho respiro –
Vi stupirà la tenda che ferma taglia un brivido, il vermiglio tumulto dei gerani, lo scompiglio dei libri nell’eremo della scansia. Poi, subito riemersi come statue da un vento: “Che cosa è stato” attoniti vi chiederete. Diletti, non v’offenda se durerà il mio avvento solo l’attimo di rifluire via.
Che cosa sia questo carattere eversivo della poesia avevo cercato di spiegarlo già nel mio saggio La poesia salva la vita in un capitolo intitolato La poesia e la libertà, scrivendo che per la poesia “ciascuno ha nella sua diversità il suo valore e deve realizzare la sua unicità”. Ecco che il discorso è ritornato sul “diverso”, ma ecco anche che la poesia ci dice: la diversità è l’essenza stessa della vita, è un grande pregio, non qualcosa di cui avere paura. Per essere liberi dobbiamo coltivare la diversità. Capovolgere la diversità in valore: ecco la vera rivoluzione. La grande poesia conferisce un valore assoluto a ciò che è unico, all’attimo che cambia di continuo, a ciò che dura un istante come l’Avvento di Fernanda: lo fissa e lo fa entrare  in quella  immortalità che è il regno dello Spirito. E la poesia della Romagnoli ci fa questo proprio straordinario dono. Un dono di cui dovremmo tenere conto specialmente in questo periodo che stiamo infelicemente vivendo, in cui è proprio la diversità – perfino quella dei volti – a venire cancellata.
 Devo dire che quando lessi la Romagnoli, la prima volta, ricevetti una specie di shock. Mi è apparsa, subito, una poetessa di tersa ferocia, verticale. Da dove arriva la Romagnoli, intendo, da quali letture, da quale vita? Come è giunta a quel modo di poetare?
Da dove arriva la Romagnoli? da quali letture? da quale vita? Come la Dickinson, è stata un’isolata, fin quasi all’ultimo lontana dall’ambiente, dalla frequentazione dei poeti. Aveva studiato da maestra, come Ada Negri. Non sappiamo niente della sua preparazione, delle sue letture: non ci ha lasciato scritto niente in proposito, che io sappia. Aveva avuto, prima ancora del suo matrimonio, rapporti epistolari con alcuni letterati. Pubblicato qualche raccoltina. Capitolo poi chiuso col matrimonio e la nascita della figlia, per lungo tempo. Penso che la si possa considerare un’autodidatta. Anche in questo assomiglia alla Dickinson. Della sua vita, al di fuori di quanto possiamo desumere dai suoi versi, non sappiamo niente. Anche perché, quanto ad avvenimenti, non c’è niente da sapere. Una vita che, dall’esterno, chiusa fra le pareti domestiche, appare di una sconcertante banalità, senza avventure, senza guizzi. Ma Fernanda aveva ricevuto le stigmate della poesia, come San Francesco aveva ricevuto le stigmate di Dio. Così assunse Bertolucci come suo Maestro ideale, a un certo punto trovò il coraggio di mettersi in contatto con lui e Bertolucci ebbe il merito di “scoprirla” e di farla uscire da Garzanti nell’80 con Il tredicesimo invitato, che la consacrò. I più grandi poeti e critici scrissero di lei. Poi più nulla. Come una meteora, scomparsa. Un destino singolarissimo, splendente solo per un attimo, poi tragico. Ma tu hai ragione parlando di “ferocia”: questa donna, che si metteva in un canto, quando scriveva aveva la stessa ferocia che contraddistingue la Dickinson: semplicemente entrava in un’altra dimensione.
Come hai conosciuto l’opera della Romagnoli?
La scoprii qualche anno dopo la sua morte, quando era già stata dimenticata, perché da tempo malata, potevano essere gli anni ’90, o forse anche prima: mi diede il suo libro lo scrittore e critico Paolo Lagazzi che sapeva di lei per la sua frequentazione amicale e letteraria con Bertolucci. Ricordo che mi disse: “È la più grande poetessa del Novecento”. Presi in mano il libro a letto la sera, prima di dormire, con un certo scetticismo, ma subito, dopo le prime pagine, pensai che era vero e da quel giorno mi sono battuta per dieci lunghi anni per far ripubblicare la Romagnoli, per farla conoscere a chi ancora non la conosceva, ed erano i più, anche fra i poeti.
Ma lo sforzo che hai fatto per farla emergere dall’oblio pare riuscito a metà; una poetessa tanto grande è di nuovo scomparsa dalla visione editoriale. Come mai?
Sì, la casa editrice Scheiwiller, che l’aveva infine pubblicata, è sparita e insieme ad essa anche il suo catalogo. Il libro di Fernanda è di nuovo introvabile. Certo non può non colpire questo secondo sprofondare della Romagnoli nel silenzio a distanza di pochi anni. Dopo che tanta fatica era costata farla riemergere. Riesce quasi inevitabile pensare che qualcosa di autodistruttivo nel suo spirito era talmente forte che continua ad aleggiare sulla sua opera, come se ci fosse un fantasma di Fernanda Romagnoli, nell’al di là, che seguita a punirsi per il suo non essersi rassegnata a rimanere una semplice casalinga, quale, per un’educazione patriarcale e repressiva, pensava fosse suo dovere accontentarsi di essere, sacrificandosi e annullandosi nelle cure della famiglia. Invece lei si era, almeno in parte, ribellata: aveva avuto l’ardire di inseguire la Voce. Ma, paradossalmente, è proprio dal suo senso di colpa, da quel suo disperato masochismo autopunitivo, dal cozzare dentro il suo animo di un senso di svalutazione di sé con il sentimento nascosto, ma irreprimibile, di essere grande poeta, che ha potuto nascere e librarsi la splendida farfalla della sua poesia.
Dimmi il verso, il crocevia di versi della Romagnoli che ti sembrano straordinari – e perché.
Tutta l’opera della Romagnoli è splendida: per la spiritualità verticale che la anima, per la capacità di sintesi repentine e folgoranti, per certe sue sequenze di versi in cui la tragedia viene fissata con occhio asciutto (la sua “ferocia”) come nell’ultima strofa di Libertà, da cui estrapolo solo alcuni versi: Io sono stanca d’essere tutta pura/…Io qui li attendo./ E bianca come una monaca che abiura/ mi svesto di te, libertà. E poi si tratta di una poesia di altissimo livello stilistico: ho usato alcune poesie della Romagnoli in miei corsi di scrittura: un fittissimo, sapientissimo intrecciarsi di suoni che, richiamandosi fra loro, la percorrono tutta e ne esaltano il significato, lo amplificano in infinite vibrazioni, fa pensare alla trama di uno stupendo tappeto, che ha pochi paragoni anche nella nostra più alta poesia.
*In copertina: una fotografia di Saul Leiter
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topcat77 · 8 years
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Cristina Ghetti
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lospeakerscorner · 4 years
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Attraverso la magia dei fumetti Tavio, Ale e Mary possono intrufolarsi nel Museo e Real Bosco di Capodimonte e…
È sfogliabile gratuitamente on line la graphic novel Non dimenticarti di me di Lorenzo Ghetti, ambientata al Museo e Real Bosco di Capodimonte. La graphic novel è inserita nel progetto Fumetti nei Musei per la campagna #ioleggoacasa | #iorestoacasa fino a sabato 18 aprile sul sito https://issuu.com/coconinopress.
Sinossi. Uno scenario fantasy-storico: Tavio, Ale e Mary devono intrufolarsi nel museo senza dare nell’occhio e portare a termine la propria missione, ma il varco è rimasto aperto troppo a lungo e il viaggio nella dimensione parallela si rivela pieno di insidie ma, alla fine, Mary ritornerà ad essere Maria Cristina di Borbone, ritratta da Elisabeth Vigée Le Brun nel 1790 circa.
Il progetto Fumetti nei Musei, ideato nel 2018 dall’ufficio stampa e comunicazione del Mibact, realizzato in collaborazione con Coconino Press-Fandango e con il supporto di Ales SpA, il Centro per i Servizi educativi del Mibact e della Direzione Generale dei Musei, insieme ai maggiori musei e siti culturali italiani.
Obiettivodell’iniziativa è avvicinare i ragazzi e gli adolescenti al patrimonio museale italiano, attraverso storie di fantasia che hanno preso spunto da elementi storici e artistici veri.
In questi giorni di chiusura forzata dei musei, il Mibact e la casa editrice Coconino Press-Fandango hanno deciso di rendere liberamente consultabili ogni settimana una parte dei 51 albi dedicati ai musei e ai parchi archeologici del Paese e illustrati da alcuni dei migliori fumettisti italiani.
Questa è la volta tocca al Museo e Real Bosco di Capodimonte. Chiunque voglia può liberamente sfogliare e leggere la storia e interagire con il profilo ufficiale dell’iniziativa @fumettineimusei, supportato dai canali istituzionali @mibact, @museitaliani e lasciare un commento sulla graphic novel relativa a Capodimonte sui profili ufficiali del museo utilizzando gli hashtag #iorestoacasa e #ioleggoacasa.
Per consultare la pubblicazione degli albi relativi agli altri musei consultare il sito del Mibact al seguente indirizzo: https://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sitoMiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_950904866.html
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Fumetti nei Musei Attraverso la magia dei fumetti Tavio, Ale e Mary possono intrufolarsi nel Museo e Real Bosco di Capodimonte e...
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tmnotizie · 5 years
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FANO – Dal 24 al 30 giugno scrittori, giornalisti, artisti, attori e poeti a Fano (Pesaro e Urbino) per Passaggi Festival. L’edizione 2019, la settima del festival ideato e diretto da Giovanni Belfiori, si arricchisce di contenuti e rassegne, incentrate sul tema “C’era una volta in Europa”, grazie anche al lavoro del comitato scientifico, presieduto da Nando dalla Chiesa e composto da Marino Sinibaldi, Alessandra Longo, Lorenzo Salvia, Giorgio Santelli, Claudio Novelli.
Dal pomeriggio fino a mezzanotte, la città adriatica tornerà ad essere la capitale dei ‘Libri vista mare’. Dalla piazza XX Settembre al mare, dal Pincio alla chiesa di San Francesco, dalla Mediateca al Teatro della Fortuna, un’invasione di libri e non solo, ma anche teatro, mostre d’arte e di fotografia, incontri con la scienza, workshop, laboratori per i più piccoli, cortometraggi, visite guidate e un festival nel festival, “Fuori Passaggi”, dedicato al pubblico più giovane. Tutto a ingresso gratuito.
I premi del Festival: Iacona e Recalcati
Due gli ospiti di eccezione che saranno premiati quest’anno: l’ideatore e conduttore di Presa Diretta, Riccardo Iacona e lo psicanalista Massimo Recalcati.
Iacona giovedì 27 giugno ritirerà, dalle mani di Ivana Monti Barbato, il Premio Andrea Barbato 2019, patrocinato dall’Ordine giornalisti, mentre domenica 30 giugno Recalcati ritirerà il Premio Passaggi 2019, riconoscimento che viene conferito a una personalità che si è distinta per l’attività di saggistica e per la figura morale.
La rassegna di piazza
Dieci le rassegne librarie, tra cui la rassegna “Grandi Autori”, in piazza XX Settembre dove sarà allestito il palco centrale. Lì saliranno la conduttrice televisiva Rita dalla Chiesa con un libro nel quale racconta la sua vita a partire dal drammatico 3 settembre 1982 quando Cosa Nostra uccise il padre a Palermo, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa; l’attrice Lella Costa che ha scritto un saggio sulla patrona d’Europa Edith Stein; il giornalista francese Bernard Guetta autore di I Sovranisti (Add) insieme al direttore di Reset Giancarlo Bosetti, e poi ancora lo psichiatra Paolo Crepet, il sociologo Nando dalla Chiesa, il giornalista Antonio Padellaro, l’ex premier Paolo Gentiloni, il giornalista e conduttore tv Massimo Giletti, l’ex ministro Giulio Tremonti, il sondaggista Nando Pagnoncelli, l’economista Giulio Sapelli, il direttore delle relazioni internazionali di Eni Lapo Pistelli, la ricercatrice universitaria Federica Cabras, il presidente di Coop Alleanza 3.0 Adriano Turrini, che converseranno con giornalisti delle maggiori testate come Marino Sinibaldi (direttore Rai Radio 3), Antonio Di Bella (direttore di Rainews24), Paolo Del Debbio (Rete 4), Alessandra Longo e Maria Novella De Luca (la Repubblica), Giorgio Santelli (Rainews24), Andrea Purgatori (La 7), Lorenzo Salvia e Jessica Chia (Corriere della Sera).
Destinazione luna, con Rai Teche, ricordando Andrea Barbato
A proposito di Andrea Barbato, e per ricordare il cinquantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna, il festival Passaggi presenterà, in collaborazione Rai Teche, una serie di video dal titolo “Destinazione Luna”. I video, che saranno trasmessi nel maxischermo della piazza centrale, hanno come protagonista Barbato ed altri giornalisti Rai, come Piero Angela, Ruggero Orlando, Gustavo Selva, Tito Stagno… Insomma un interessante e nostalgico tuffo nel passato, come solo Rai Teche sa regalarci.
Le altre rassegne
Ancora tanta saggistica nelle diverse sedi del Festival. Alla chiesa di San Francesco libri al femminile: Flavia Fratello de La 7 e Meri Pop di Repubblica Live incontreranno un’icona della sinistra italiana come Luciana Castellina con il suo “Amori comunisti” (Nottetempo), la food editor del Corriere della Sera Angela Frenda che presenterà “La cena perfetta” (Solferino), la giornalista e sceneggiatrice di tante fiction di successo Maria Venturi con il suo ultimo libro “Cuore Matto” (Solferino), la conduttrice tv Daniela Collu con “Volevo solo camminare” (Vallardi) sul cammino di Santiago.
Sempre alla San Francesco troviamo i libri per stare bene di “Passaggi di Benessere” in collaborazione con Aboca, ospiti Massimo Cirri di Caterpillar Rai Radio 2, Sandro e Maurizio Di Massimo, Alan Wayne Berti.
I “Libri in cortile” di Palazzo de Pili propongono testi di settore di grande qualità, come l’ultimo libro di Francesco Delzio, “La ribellione delle imprese”, presentato dal sottosegretario del ministero per i Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi e dalla conduttrice di Uno Mattina, Benedetta Rinaldi; “La solitudine di Francesco” del vaticanista Marco Politi che dialogherà con il vescovo di Fano Armando Trasarti; la storia del movimento omosessuale marchigiano curata da Jacopo Cesari e infine “Fano – Passaggi in città”, guida turistica curata da Ippolita Bonci Del Bene, che propone itinerari per scoprire storie e luoghi insoliti di Fano.
La Mediateca Montanari ospita gli incontri di Saper Fare, laboratori per scrivere e leggere meglio attraverso i libri, con Francesca Giommi e la sua lezione sulla scrittura creativa, e Leonardo Luccone, autore di “Questione di virgole – Punteggiare rapido e accorto” (Laterza), ed anche la rassegna “Piccoli asSaggi, la saggistica per diventare grandi”, che ospita lo scrittore e sceneggiatore Paolo di Paolo, la fondatrice della Libreria per ragazzi Giannino Stoppani Grazia Gotti, il filosofo Armando Massarenti, la storica Elisabetta Serafini con l’illustratrice Caterina di Paolo.
La narrativa: Albania, Montenegro, Bulgaria
Una grande novità di questa edizione è l’apertura alla narrativa, quella che viene da una parte molto sensibile del nostro continente, tenendo in conto il tema di quest’anno. Alla Chiesa di San Francesco esordisce “Europa/Mediterraneo. Passaggi ad Est”, la nuova rassegna dedicata al romanzo di area balcanica con autori tra i più interessanti, come la bulgara ZdravkaEvtimova, il montenegrino Andrej Nikolaidis e l’albanese Bashkim Shehu, insieme all’italiano Lorenzo Pavolini e a Matteo Mandalà, fra i maggiori esperti di letteratura albanese.
Poesia: ospite d’ onore Milo De Angelis
Tra i generi extra saggistica troviamo la poesia della rassegna Passaggi DiVersi, anch’essa ospitata alla San Francesco, promossa in collaborazione con la rivista “Verso Dove”. Le serate dedicate alla poesia saranno quattro. Ospite d’onore, Milo De Angelis, una delle voci più importanti della poesia italiana intervistato da Roberto Galaverni. Altra serata da segnalare quella con Tommaso Giartosio, mentre negli altri due appuntamenti troviamo i poeti: Franca Mancinelli, Alessandro Anil, Flavia Novelli, Marco Ferri, Vito Bonito, Vincenzo Bagnoli, Fabrizio Lombardo, Enrico Capodaglio.
Fuori passaggi, dentro i giovani
Al Pincio sarà allestita la rassegna Fuori Passaggi, la parte ‘giovane’ del festival, condotta da Matteo B. Bianchi (che presenterà il suo “Yoko Ono, Dichiarazioni d’amore per una donna circondata d’odio”) e Daniela Collu, dove si incontreranno autori di libri provenienti da altri mondi come l’arte, il web, la musica. Tanti ospiti tra i più amati dai giovani, come il rapper Frankie hi-nrg mc, la giovanissima scrittrice Sofia Viscardi e la sua autrice e content strategist Irene Graziosi, i video producer Casa Surace, la critica musicale Giada Cavaliere, il cantautore Dente, la band Lo Stato Sociale che ha debuttato nel mondo dei graphic novel insieme al fumettista Luca Genovese, il dj Lele Sacchi, il conduttore radiofonico Matteo Bordone di Rai Radio 2 e lo youtuber Gordon, al secolo Yuri Sterrore.
Sempre al Pincio Alessio Trabacchini di Fumettologica.it incontrerà gli autori di Passaggi fra le Nuvole, la rassegna dedicata ai graphic novel. Ospite d’onore Mauro Biani, fumettista, illustratore e blogger, dal 2012 vignettista de il Manifesto, e poi un maestro del genere come Vittorio Giardino, il neo premiato ai Comicon 2019 Paolo Bacilieri, il maestro del fumetto argentino Josè Munoz, il Magnifico rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari in un incontro che unisce scienza e fumetto, Lorenzo Ghetti, Mattia Labadessa, e Cristina Portolano e Josephine Yole Signorelli in arte “Fumettibrutti” il nuovo grande fenomeno del fumetto italiano esploso in rete, intervistate dall’editrice Monica Martinelli.
Lino Guanciale e Milena Vukotic sotto le stelle del festival
Ma Passaggi non è solo libri. Tante le iniziative collaterali del Festival. Dal teatro arrivano due bravissimi attori che sono al momento tra i volti più amati e conosciuti anche del piccolo schermo. Protagonisti di “Ad Alta Voce”, il format, curato da Lorenzo Pavolini, che Radio 3 ha portato a Passaggi da qualche anno, saranno Lino Guanciale e Milena Vukotic, i quali leggeranno in notturna brani da due famosi romanzi, “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad e “La Storia” di Elsa Morante, in uno scenario particolarmente suggestivo: la chiesa neoclassica a cielo aperto di San Francesco, nel centro storico fanese.
Workshop gratuiti con i guri del settore digital
Dedicati alle imprese, ai professionisti e agli editori sono i tre workshop su “Intelligenza artificiale per vincere le sfide di mercato” organizzati con tre “guru” del settore: Paolo Dello Vicario, Ceo di By Tek Marketing e uno dei più autorevoli professionisti di Search e Content Marketing a livello europeo; Filippo Trocca di Datrix, il gruppo di società tecnologiche specializzate in applicazioni di intelligenza artificiale; Enrica Menozzi, business development manager di Paperlit, la piattaforma leader nella trasformazione digital del publishing. La partecipazione ai workshop è gratuita con prenotazione obbligatoria.
Calici di scienza
Dopo il successo dello scorso anno, tornano gli aperitivi, offerti da Passaggi, con scienziati e docenti dell’Università di Camerino che si svolgeranno nella sala da tè del centro storico fanese, L’Uccellin Bel Verde. Da non perdere l’aperitivo col Magnifico Rettore Claudio Pettinari, domenica 30 giugno.
Una moltitudine di giochi
Passaggi Festival è anche gioco. Gioco per imparare divertendosi, gioco per conoscere, gioco per sperimentare fuori dai luoghi tradizionali dell’insegnamento. Sono più di 40 i laboratori per bambini e adolescenti, tutti gratuiti (prenotazione obbligatoria sul sito del festival) che Passaggi propone quest’anno. Si va da quelli sulla scienza gettonatissimi curati dall’Università di Camerino a quelli, altrettanto richiesti, di astronomia con le astronome dell’associazione Nane Brune, e poi laboratori creativi di disegno, laboratori con la carta, con i sassi, con i materiali di riciclo.
Le mostre
Evento in anteprima del Festival, l’inaugurazione, lunedì 24 giugno, delle sei mostre in programma quest’anno, collocate in cinque tra i più significativi palazzi e monumenti del centro storico di Fano. Alla Galleria del Monte il fotoreporter Giorgio Bianchi che ha raccontato con le sue immagini le guerre in Siria e in Ucraina, a Palazzo De Pili la giovane fotografa di scena forsempronese Cristina Pergolini, al Teatro della Fortuna la collettiva di Centrale Fotografia e la pittorica dell’artista-libraio Guido Bianconi, allo Spazio Pagani di Palazzo Bracci l’incisore fanese Giordano Perelli e, dulcis in fundo, alla Mediateca Montanari la mostra di illustrazioni e disegni di Mauro Biani.
Passaggi corti
Alla Mediateca Montanari anche “Europa in Shorts!”, rassegna di cortometraggi curata da Fiorangelo Pucci con opere provenienti dal Fano International Film Festival, di cui Pucci è direttore. Sei titoli tra cui alcuni vincitori di premi in importanti rassegne come “Il Mondiale in piazza” di Vito Palmieri, premiato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, e “La giornata” di Pippo Mezzapesa, Nastro d’Argento Sezione Speciale per l’Impegno Sociale 2018.
Visite guidate
Tornano le visite guidate a cura di Manuela Palmucci. Quattro itinerari per scoprire a piedi o in bicicletta i luoghi più belli e gli angoli più suggestivi del centro storico tra arte, architettura, archeologia e vecchie botteghe.
Crediti e sostenitori
Il Festival, promosso dall’associazione Passaggi Cultura in collaborazione con Librerie Coop, usufruisce del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e dell’Università degli Studi di Camerino. È sostenuto dal Comune di Fano e dalla Regione Marche. Ha il contributo di main-sponsor Profilglass, top sponsor Coop Alleanza 3.0, premium sponsor Bcc Fano, Renco, Gibam, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, gold sponsor Banco Marchigiano, Schnell, Pesceazzurro, silver sponsor Aboca, Claudio Pacifici, Allevamenti e Prodotti di Qualità Primamattina Montefelcino, Dago, Earth System, Edil Service, e dei partner organizzativi Casarredo, Studio Bacelli e Baruti, Rondina Auto, ISI Web Agency, By Tek Marketing,  Liceo Nolfi Apolloni di Fano, ReVerde Regini.
Main Media-partner è la Rai, con Rainews24, Rai Cultura, Rai Radio 3 e la collaborazione di Rai Teche. Media partner nazionale sono La Lettura – Corriere della Sera, Ansa e l’agenzia giornalistica Vista. Media partner locali: Radio Fano, Fano TV e Lisippo.
Il programma è su www.passaggifestival.it
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commonsensenerd · 6 years
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#Painting by Cristina Ghetti #art pic.twitter.com/i6TekfykHY
— Nick C. Roberts (@robertsnickc) April 14, 2018
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polkadotmotmot · 5 years
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Cristina Ghetti - Double Wave, 2016
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