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#Scheiwiller
marcogiovenale · 2 years
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bruno munari, da "teoremi sull'arte" (1961)
bruno munari, da “teoremi sull’arte” (1961)
Bruno Munari, (1961), Teoremi sull’arte [art Theorems] [art Théorèmes], English translation by Isobel Butters Caleffi, French translation by Annie Pissard Mirabel, Corraini Edizioni, Mantova, 2003, pp. 15-17 [First published by All’insegna del pesce d’oro, Scheiwiller, Milano, 1961]
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garadinervi · 1 year
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L'impronta blu 1957-1987, Edited by Freddy Battino, Galleria Blu, Libri Scheiwiller, Milano, 1987 [VinylandPrintCollectibles]
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noiselessmusic · 7 months
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Lucy Rose- "Whatever You Want" (vídeo)
Mais um single do próximo álbum de Lucy Rose, This Ain’t The Way You Go Out, foi divulgado. O single “Whatever You Want” saiu ontem e tem mais uma vez um bom piano guiando a canção, além de ter um clipe com várias Lucy Roses, dirigido por Zach Scheiwiller. Com uma ótima mensagem em como a vida pode ter boas e más suspresas, além de ressaltar a importância das pequenas felicidades, no clipe de…
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... e poi ti regalerò un bel libro e lo leggeremo insieme nei prati.
─ Alda Merini (21 marzo 1931 - 1 novembre 2009), "L’altra verità. Diario di una diversa" (Libri Scheiwiller, 1986)
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ulkaralakbarova · 2 months
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A down and out young punk gets a job working with a seasoned repo man, but what awaits him in his new career is a series of outlandish adventures revolving around aliens, the CIA, and a most wanted ’64 Chevy. Credits: TheMovieDb. Film Cast: Otto Maddox: Emilio Estevez Bud: Harry Dean Stanton Miller: Tracey Walter Leila: Olivia Barash Lite: Sy Richardson Agent Rogersz: Susan Barnes J. Frank Parnell: Fox Harris Oly: Tom Finnegan Lagarto: Del Zamora Napo: Eddie Velez Kevin: Zander Schloss Debbi: Jennifer Balgobin Duke: Dick Rude Archie: Miguel Sandoval Marlene: Vonetta McGee Plettschner: Richard Foronjy Reverend Larry: Bruce White Ms. Magruder: Sue Kiel Mrs. Parks: Helen Martin Repo Wife #2: Angelique Pettyjohn Harry Pace: Con Covert Agent B: Biff Yeager Agent E: Ed Pansullo Miner: Jon St. Elwood Sheriff: David Chung U.F.O. Lady: Cynthia Szigeti Otto Dad: Jonathon Hugger Peason: Dale Reynolds Nurse: Dolores DeLuce Mr. Humphries’ Security Guard: Luis Contreras Carwash Attendant: Alex Cox Rabbi: Michael Nesmith Agent S: Steve Mattson Agent T: Thomas Boyd Mr. Humphries: Charles Hopkins Delilah: Kelitta Kelly Motorcycle Cop: Varnum Honey English Dustbin Lady: Dorothy Bartlett Otto Mom: Sharon Gregg Pakman: Jac McAnelly Additional Blond Agent: Jimmy Buffett Additional Blond Agent: Shep Wickham Additional Blond Agent: Gregg Taylor Additional Blond Agent: Jon Fondy Additional Blond Agent: Keith Miley Additional Blond Agent: Michael Bennett Additional Blond Agent: Brad Jamieson Repo Wife #1: Janet Chan Repo Wife #3: Logan Carter Repo Wife #4: Laura Sorrenson First Repo Victim: George Sawaya Repo Victim’s Wife: Connie Ponce Soda Jerk: Bob Ellis Tow Truck Driver: Quentin Gutierrez Liquor Store Clerk #1: Richard Furukawa Liquor Store Clerk #2: ‘Earthquake’ Hesson Nightclub Band Member (as The Circle Jerks): Keith Morris Nightclub Band Member (as The Circle Jerks): Greg Hetson Nightclub Band Member (as The Circle Jerks): Chuck Biscuits Nightclub Band Member (as The Circle Jerks): Earl Liberty Scooter Guys Member (as The Untouchables): Clyde Grimes Scooter Guys Member (as The Untouchables): Chuck Askerneese Scooter Guys Member (as The Untouchables): Kevin Long Scooter Guys Member (as The Untouchables): Jerry Miller Scooter Guys Member (as The Untouchables): Rob Lampron Scooter Guys Member (as The Untouchables): Josh Harris Scooter Guys Member (as The Untouchables): Herman Askerneese Laundry Person: Kim Williams Laundry Person: Michele Person Doctor: Wally Cronin Nurse: Monona Wali Bouncer: Cosmo Mata Club Owner: Rodney Bingenheimer Tennis Player: Jorge Martínez Tennis Player: Melanie Schloss Tennis Player: Nancy Richardson Film Crew: Writer: Alex Cox Producer: Peter McCarthy Executive Producer: Michael Nesmith Producer: Jonathan Wacks Director of Photography: Robby Müller Editor: Dennis Dolan Set Decoration: Cheryl Cutler Original Music Composer: Steven Hufsteter Original Music Composer: Tito Larriva Production Design: Lynda Burbank Art Direction: J. Rae Fox Script Supervisor: Sharron Reynolds-Enriquez Script Supervisor: Brenda Weisman Music Supervisor: Kathy Nelson Stunt Coordinator: Eddie Hice Costume Design: Theda DeRamus Associate Producer: Gerald T. Olson Casting: Victoria Thomas Makeup Artist: Sharon Francis Production Manager: Allen Alsobrook First Assistant Director: Betsy Magruder Second Assistant Director: Rip Murray Construction Coordinator: Douglas Dick Property Master: Douglas Fox Leadman: John Lafia Property Master: Ron Seigel Special Effects: Roger George Songs: Iggy Pop Special Effects: Robbie Knott Stunts: Danny Costa Stunt Double: Thomas Boyd Stunts: Rick Barker Stunts: Fred Scheiwiller Stunts: Rick Seaman Stunts: Michael Sinclair Walter Stunts: Harry Wowchuk Sound Re-Recording Mixer: Richard Beggs Assistant Sound Editor: Christopher Flick Sound Editor: Donald Flick Foley Artist: Kim Fowler Supervising Sound Editor: Warren Hamilton Jr. ADR Editor: Bonnie Koehler Sound Re-Recording Mixer: Michael Minkler Production Sound Mixer: Steve Nelson Foley Artist: John Post Sound Recordist: Philip Rogers Gaffe...
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aldameriniofficial · 4 months
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a Vanni Scheiwiller
Su quel treno di Taranto, infinito,
ove guarirà all'ombra della mia giovinezza
io tornerò un giorno.
Tornerò, Vanni, dall'amore che ho perso
tra gli ulivi gaudenti della terra,
tornerò presso il suo vecchio corpo...
Fin qui, Vanni, non ho vissuto che un anno
di perduto dolore:
e quando il sole mi guariva le tempie,
o Vanni, io pregavo il Signore
che mi facesse morire con lui.
Ma su quel treno di Taranto, grigio
più del martirio più duro,
più dell'ospedale di Affori,
un giorno io tornerò a sentire la salsedine
pura,
le ombre cupe dei morti
le tradizioni dei vinti
l'avallo delle stagioni.
Tornerò, Vanni, a redimere il dolore di sempre
quello che mise radici lontane,
tu sai...
I folli sacramenti
onde si imbandivano feste oscure
negli antri dei manicomi
e il tripode lontano di una bibbia immalinconita
e i sensi che ti davano la profonda vertigine
e il mare cupo come il senso di colpa,
ahimè cosí lontano
e cosí vicino al mio corpo.
Ma io, Vanni, tornerò in quel golfo e per te e per me
e per tutti quanti hanno vestigia divine:
Afrodite d'oro mi rincorre le tempie
nei giorni del mio furore,
ma qui come la ninfa selvaggia che brama le acque
ho messo il piede nello stagno più puro
e invece dell’acqua era sangue,
era sangue di amore,
e ne uscii dormiente nella parola
ne uscii dormiente nei miei lunghi capelli
ne uscii smemorata dell'infelice canto
che aveva chiuso il giglio di Orfeo,
magnifico esecrando padrone
della mia giovinezza.
O Vanni, l'ebbrezza dei sensi
cambia il velo dell'eterna armonia:
tornerò da lui, da te
io tornerò a morire.
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cerentari · 4 months
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Una poesia di Libero De Libero
Libero De Libero (1903 – 1981) Da nulla che ero mi facesti donod’essere uno che ti guardava:e te guardando nella mente me ammiroe tanto mi piace essere teche il distacco poco mi duole. Da Romanzo (Scheiwiller, 1965)
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agrpress-blog · 11 months
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Quarantotto anni fa, nella notte fra il 1° e il 2 novembre 1975, veniva barbaramente assassinato all’Idroscalo di Ostia il grande scrittore, saggista, giornalista, regista, sceneggiatore e intellettuale friulano. Nato a Bologna nel marzo 1922 da madre friulana - Susanna Colussi (1891-1981), insegnante -originaria di Casarsa della Delizia (PN) e padre bolognese - Carlo Alberto Pasolini (1892-1958), ufficiale di fanteria) - ha un’infanzia difficile (vissuta fra Bologna e Casarsa) e teatro di grandi sofferenze: il rapporto conflittuale con il padre, l’uccisione del fratello Guido Alberto (1925-1945) da parte dei partigiani comunisti. Nel ’47 comincia ad insegnare alle scuole elementari di Valvasone (PN), non lontano da Casarsa. Sensibile ai valori dell’ideologia di sinistra, aderisce al Partito Comunista, ma ne viene espulso per omosessualità nell’autunno del 1949. Si tratta del primo di una lunga serie di processi (ne subirà un’altra trentina nei successivi venticinque anni) e dell’inizio di una persecuzione che durerà per il resto della sua vita. Perduto il lavoro da insegnante, nel gennaio 1950 il giovane Pasolini si trasferisce a Roma con la madre. Senza mezzi e con un futuro immediato che dipende esclusivamente dall’aiuto economico di uno zio, si trasferisce in una camera di piazza Costaguti, nel ghetto ebraico. Chiede invano di dare lezioni private e s’iscrive al sindacato comparse di Cinecittà. Lavora come correttore di bozze per un giornale, riesce a far pubblicare qualche articolo su alcuni quotidiani cattolici e di estrema destra («Il Quotidiano», «Il Popolo di Roma», «Libertà d’Italia»), continua a scrivere (o riscrive) le opere cominciate in Friuli nei due anni precedenti (Atti impuri, Amado mio, La meglio gioventù). Scrive anche le poesie raccolte in Roma 1950 – Diario, che un decennio dopo verrà pubblicato da Scheiwiller. Nel ’51 si trasferisce in un modesto appartamento di via Giovanni Tagliere, 3 - in zona Ponte Mammolo, vicinissimo all’attuale carcere di Rebibbia -, dove rimarrà due anni, fino al ’53. Grazie al poeta dialettale abruzzese Vittorio Clementi, ottiene un posto da insegnante presso la scuola media “Francesco Petrarca” a Ciampino. Fra i suoi allievi, il futuro scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami (1940-2013). Nel ’54 collabora con Mario Soldati - insieme all’amico Giorgio Bassani (futuro Premio Strega 1956 con Cinque storie ferraresi) - alla sceneggiatura di La donna del fiume e, con i soldi guadagnati, si trasferisce a Monteverde, quartiere in cui rimarrà per nove anni (dal ’54 al ’59 in via Fonteiana, 86 e poi, dal ’59 al ’63, in via Giacinto Carini, 45 - nello stesso edificio in cui abitava il poeta e critico letterario Attilio Bertolucci, padre dei fratelli Bernardo e Giuseppe). Fra il ’54 e il ’60 svolge un’intensa attività di sceneggiatore - soprattutto in film diretti da Mauro Bolognini (Marisa la civetta, Giovani mariti, La notte brava, La giornata balorda, Il bell’Antonio), ma anche da Federico Fellini (Le notti di Cabiria ), King Vidor (Addio alle armi, tratto dal libro omonimo di Ernest Hemingway), Franco Rossi (Morte di un amico), Leopoldo Savona (Le notti dei teddy boys), Gianni Puccini (Il carro armato dell’8 settembre), Florestano Vancini (La lunga notte del ’43), Luciano Emmer (La ragazza in vetrina) -, che gli permette di fronteggiare le difficoltà economiche e di dedicarsi anche alla letteratura, alla poesia ed alla pittura. La grande crisi politica e ideologica del 1956 (il rapporto Kruscev al XX Congresso del Partito Comunista Sovietico, che segna il rovesciamento dell’epoca staliniana e la speranza di un rinnovamento nel mondo comunista, che stridono con i fatti di Polonia e d’Ungheria) ispira la trama degli scritti di questi anni (le ultime parti di Le ceneri di Gramsci ed il suo nuovo romanzo Una vita violenta). Nel ’60 recita nel ruolo di Leandro - detto “il gobbo” - in Il gobbo di Carlo Lizzani, fornisce alcune idee per La dolce vita di Federico Fellini
e comincia a scrivere la sceneggiatura di La commare secca, progetto che verrà poi abbandonato (il film verrà realizzato due anni dopo e sarà esordio alla regia del giovane Bernardo Bertolucci). Nel ’61 esordisce dietro alla macchina da presa con Accattone, il primo di uno serie di film che si svolgono nel mondo del sottoproletariato delle borgate romane, vissuto attraverso i temi dell’epica, della violenza e della poesia. All’interno di un’ideologia di sinistra, Pasolini cerca di fondere marxismo e spiritualità cristiana, la nostalgia dei valori del mondo rurale precapitalistico con la denuncia della violenza dell’industrializzazione e dell’imborghesimento della società. Il cupo pessimismo delle sue opere riflette la durezza del mondo e la conseguente solitudine che pervade gli esseri umani attraverso una prosa lucida che utilizza lo strumento del paradosso nel tentativo di demistificare ideologie considerate degradanti e repressive. La ricerca del contrasto fra musica ed immagine, la ieratica fissità – di stampo pittorico – di molte inquadrature, sovente di volti presi dalla strada, l’attenzione per le luci naturali e per la fotografia (avvalendosi di direttori della fotografia del calibro di Tonino Delli Colli e Giuseppe Ruzzolini), la scelta di esterni remoti e brulli, la scoperta di attori dallo stile ingenuo e spontaneo (Franco Citti, Ninetto Davoli ed altri) rappresentano le cifre stilistiche di un regista che cerca continuamente una complementarietà fra cinema e scrittura. Dopo l’intenso Mamma Roma (1962), interpretato da Anna Magnani, e La ricotta (1963), episodio di RoGoPaG - gli altri tre episodi sono diretti rispettivamente da Roberto Rossellini (Ro), Jean-Luc Godard (Go), e Ugo Gregoretti (G) -, considerato “blasfemo” e finito sotto processo per vilipendio alla religione di Stato, batte la strada del film religioso realizzando Il Vangelo secondo Matteo (1964), in cui proietta nella figura di Gesù Cristo il suo stesso fervore pedagogico e la sua stessa vocazione alla provocazione ed allo “scandalo”. Nel ’63 lascia il quartiere Monteverde e si trasferisce in zona Eur - in via Eufrate, 9 - , dove rimarrà per i successivi dodici anni. Nello stesso anno esce il film Milano nera, diretto da Gian Rocco e Pino Serpi e tratto (molto liberamente) dalla sceneggiatura La Nebbiosa, da lui scritta a Milano alla fine del ’59. Pasolini annuncia una causa per far togliere il suo nome dai titoli di testa del film. Nel ’66 dirige l’amara fiaba Uccellacci e uccellini, parabola umoristica che affronta, fra i vari temi, la crisi del marxismo, il destino del proletariato ed il ruolo degli intellettuali, ed è supportata dalla ricchezza mimica di un grande fuoriclasse come Totò, spogliato dagli schemi della sua abituale comicità. Affascinato dal mito e da varie esperienze teatrali, porta sul grande schermo i suggestivi Edipo re (1967), Medea (1969), interpretato da Maria Callas, e Appunti per un’Orestiade africana (1970), ma il tema della violenza - esplicita ed implicita - è presente anche in molte altre sue opere cinematografiche, fra cui il metaforico e provocatorio Teorema (1968), tratto dal suo libro omonimo, ed il crudo e grottesco Porcile (1969). All’inizio degli anni Settanta realizza veri e propri “adattamenti erotici” velati di forte pessimismo di classici come Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972) e Il fiore delle Mille e una notte (1974). Il conseguente successo, strumentalizzato da un filone di film volgari e di livello infimo che venivano prodotti a quell’epoca, lo costringerà all’abiura di quella che lui stesso aveva definito come la “Trilogia della vita”. Da tale delusione nascerà il suo ultimo film, il crudo e apocalittico ritratto dell’intolleranza del potere Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), sul genocidio degli antichi valori popolari e sulle forme di dominio che connotano e degradano i rapporti fra gli uomini. Fra gli altri film ricordiamo La rabbia (1962), il film-documentario
Comizi d’amore (1964), Che cosa sono le nuvole? (1967), episodio di Capriccio all’italiana, (gli altri cinque episodi sono diretti da Mario Monicelli, Steno, Mauro Bolognini, Pino Zac e nuovamente M. Bolognini), La terra vista dalla luna (1967), episodio de Le streghe (gli altri quattro episodi sono diretti rispettivamente da Luchino Visconti, Mauro Bolognini, Franco Rossi e Vittorio De Sica), La sequenza del fiore di carta, episodio di Amore e rabbia (gli altri quattro episodi sono diretti rispettivamente da Carlo Lizzani, Bernardo Bertolucci, Jean-Luc Godard e Marco Bellocchio), il documentario Le mura di Sana’a, in forma di appello all’Unesco, girato nello Yemen e prodotto da Franco Rossellini, il documentario su Orte (VT) e Sabaudia (LT) Pasolini e… la forma della città, realizzato insieme a Paolo Brunatto. Teorico arguto e polemista, Pier Paolo Pasolini rappresenta uno fra i casi più originali e riusciti di uso del cinema da parte di un’intellettuale di formazione umanista che trova nella cosiddetta “Settima arte” quella che lui stesso ha definito «la lingua scritta della realtà». Fra i libri di Pasolini ricordiamo Ragazzi di vita, il suo primo romanzo, pubblicato da Garzanti nel 1955; la raccolta di poesie Le ceneri di Gramsci (1957), in cui troviamo anche la celebre Recit; Una vita violenta (Garzanti, 1959); La lunga strada di sabbia (pubblicato da Contrasto – Roma – nel 2014), vasto reportage realizzato nell’estate 1959 per la rivista «Successo» percorrendo le coste italiane al volante della sua Millecento; il già citato Teorema (1967) e Petrolio, cominciato nel 1972, mai portato a termine e che verrà pubblicato per la prima volta solo nel 1992, diciassette anni dopo la sua morte. Nel novembre/dicembre 1959 a bordo della medesima Millecento, va a Milano, dove, nel giro di circa tre settimane, scrive La Nebbiosa, sceneggiatura che avrebbe dovuto trasformarsi in film (diretto da Gian Rocco e Pino Serpi). Alla fine il film non verrà più realizzato a causa del produttore, Renzo Tresoldi, un industriale milanese che non rispetterà gli accordi presi. Lo stesso Pasolini si sforzerà di dimenticare quella sfortunata parentesi e, negli anni successivi, quasi non ne parlerà più. La sceneggiatura originale è stata pubblicata, per la prima volta in versione integrale, da il Saggiatore nel 2013. Nel ’72 comincia a scrivere articoli (i cosiddetti Scritti corsari) per il «Corriere della Sera», all’epoca diretto da Piero Ottone, il quale rimarrà alla guida del quotidiano fino al ’77. In tali articoli prende di mira il Potere - parola che lui scriveva volutamente con la “p” maiuscola - in maniera sempre più caparbia e diretta. A tal proposito, celebre è la lunga lettera Cos’è questo golpe? Io so, che apparirà sul «Corriere della Sera» del 14 novembre 1974. Pier Paolo Pasolini muore barbaramente assassinato all’Idroscalo di Ostia nella notte fra il 1° e il 2 novembre 1975. Aveva cinquantatré anni. Tre giorni dopo, il 5 novembre, ai suoi funerali, Alberto Moravia griderà un sentito elogio funebre: «Abbiamo perso prima di tutto un poeta… e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo. Ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo. Quando questo secolo sarà finito Pasolini sarà fra i pochissimi che conterà come poeta. Il poeta dovrebbe esser sacro». Il biennio 2015-2016, in occasione del quarantennale del delitto Pasolini, è stato un periodo ricco di eventi sul grande intellettuale friulano. Incontri, presentazioni di libri - ricordiamo I tanti Pasolini di Maurizio Riccardi e Giovanni Currado, il coraggioso Pasolini. Massacro di un poeta (Ponte alle Grazie, 2015; nuova edizione 2018) e L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini. Stragi, Vaticano, DC: quel che il poeta sapeva e perché fu ucciso (Ponte alle Grazie, 2020) di Simona Zecchi, Poesie e pensieri per Pasolini (David & Matthaus Edizioni, 2015) di Silvio Parrello, il quale, da più di trent’anni fa, si batte caparbiamente per cercar di arrivare alla verità sull’uccisione
di Pasolini -, dibattiti culturali, proiezioni di film e documentari - fra cui il docufilm Un intellettuale in borgata (2014) di Enzo De Camillis -, mostre fotografiche, fra cui ricordiamo I tanti Pasolini, curata dall’Archivio Fotografico Riccardi e formata da ventisei scatti del grande fotografo Carlo Riccardi (1926-2022) degli anni compresi fra il 1960 e il 1969. La mostra, inaugurata nell’aprile 2015 a Cinecittà nell’ambito della manifestazione “Libri al Centro”, ripresentata presso la libreria Nuova Europa  - nel centro commerciale I Granai, in zona viale Tintoretto -, presso Spazio5 - via Crescenzio 99/d, a pochi metri da piazza del Risorgimento - presso la Sala Presidenziale della Stazione Ostiense, sulla “Nave dei Libri” per Barcellona nel 2016, – a Monterosi (VT), a Palazzo Santa Chiara - in zona via di Torre Argentina -, e al Centro Studi “Pier Paolo Pasolini” di Casarsa (dal settembre al novembre 2017), sarà esposta prossimamente a Spazio5.
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personal-reporter · 1 year
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Tecnologia: le novità in arrivo dal mondo dell'innovazione
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Il mondo della tecnologia è in continua evoluzione, e ogni giorno vengono lanciate nuove innovazioni che hanno il potenziale di cambiare il nostro modo di vivere e lavorare. Ecco alcuni degli ultimi sviluppi tecnologici che sono degni di nota: Realtà aumentata e virtuale La realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) stanno diventando sempre più popolari, grazie ai progressi tecnologici che le rendono più accessibili e coinvolgenti. L'AR consente di sovrapporre immagini e informazioni digitali al mondo reale, mentre la VR consente di immergersi in un ambiente virtuale. Queste tecnologie hanno il potenziale di rivoluzionare una vasta gamma di settori, dalla formazione alla sanità. Intelligenza artificiale e machine learning L'intelligenza artificiale (AI) e il machine learning (ML) stanno diventando sempre più potenti, e vengono utilizzati in una varietà di applicazioni, tra cui la robotica, la medicina e la finanza. L'AI è in grado di imparare e adattarsi da sola, e il ML è in grado di riconoscere schemi e tendenze nei dati. Queste tecnologie hanno il potenziale di automatizzare attività che attualmente vengono svolte dagli esseri umani, e di aiutarci a prendere decisioni migliori. Blockchain La blockchain è una tecnologia di registro distribuito che è alla base delle criptovalute come Bitcoin ed Ethereum. La blockchain è in grado di registrare transazioni in modo sicuro e trasparente, senza la necessità di un'autorità centrale. Questa tecnologia ha il potenziale di rivoluzionare il modo in cui gestiamo il denaro, i dati e la proprietà. Robotica La robotica sta diventando sempre più sofisticata, e i robot vengono utilizzati in una varietà di applicazioni, tra cui la produzione, la logistica e l'assistenza sanitaria. I robot sono in grado di eseguire attività in modo più efficiente e preciso degli esseri umani, e stanno diventando sempre più capaci di interagire con il mondo circostante. 5G Il 5G è la quinta generazione di reti mobili, e offre velocità di trasferimento dati fino a 100 volte superiori rispetto al 4G. Il 5G ha il potenziale di rivoluzionare il modo in cui ci connettiamo a Internet, e di consentire nuove applicazioni come la realtà virtuale e la realtà aumentata in tempo reale. Queste sono solo alcune delle ultime innovazioni tecnologiche che stanno emergendo. Il mondo della tecnologia è in continuo cambiamento, e sarà interessante vedere quali nuove tecnologie emergeranno nei prossimi anni. Foto di Reto Scheiwiller Read the full article
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ussignur · 1 year
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Quando pronuncio la parola futuro,
la prima sillaba già va nel passato.
Quando pronuncio la parola silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
“Le tre parole più strane” di Wisława Szymborska,
in “Attimo” (a cura di Pietro Marchesani, ed Scheiwiller)
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isvicreninsesi · 2 years
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50 yaş üstü çalışanlar işten çıkarılıyor
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SESİ– Düşük işsizlik oranı nedeniyle, isviçreli şirketler artık 50 yaş üstü çalışanları işten çıkarmaktan çekinmiyor. İsviçre işgücü piyasasındaki çok sayıda açık pozisyon, işverenleri 50 yaş üstü daha fazla kişiyi işten çıkarmaya teşvik ediyor. Bunun en önemli nedenlerinden birisi ise eskisinden daha kolay yeni iş bulmaları olarak gösteriliyor. Ama yine de iş bulmaları uzun bir zaman alıyor. Bu zamana kadar 50 yaşın üzerindeki kişileri işten çıkarmanın manşetlere çıkma ve itibarınıza zarar verme riski nedeniyle İsviçre’deki şirketler bu insanların işine son vermiyordu. Ancak kıdemli çalışanlar, işten çıkarma dalgaları söz konusu olduğunda şirketler artık özel bir ahlaki ve vicdani korumaya sahip değiller. Çalışanların işten çıkarıldıktan sonra mesleki açıdan kendilerini yeniden yönlendirmelerine yardımcı olan outplacement şirketi Von Rundstedt’in rakamlarına göre bu yaş grubu için işten çıkarma oranının diğer yaş gruplarına göre önemli ölçüde yüksek olduğunu gösteriyor. Von Rundstedt’in CEO’su Pascal Scheiwiller, 50 yaş üstü kesime duyulan ilginin azalmasını mevcut düşük işsizlik oranına (%2,2) bağlıyor: “Görünüşe göre, çok sayıda boş pozisyon olması, işverenlerin artık söz konusu kişilerle çok fazla ilgilenmediği anlamına geliyor. TREND TERSİNE Mİ DÖNÜYOR? Hesaplamalara göre, tüm işten çıkarmaların ’u 50 yaş üstü kişiler arasında gerçekleşiyor. Bir önceki yıl bu oran yine idi. Pascal Scheiwiller, “göreceli olarak, 50 yaşın üzerinde çok daha fazla insan işten çıkarılıyor” dedi. Buna rağmen vasıflı işgücü açığı, eskiye kıyasla daha yaşlı insanların iş bulmasına ya da bu durumda işten çıkarıldıktan sonra hızla iş bulmasına olanak sağlıyor. Değerlendirmeye göre, 50 yaş üstü bireyler şu anda 6,1 aydır yeni bir iş arıyor. İki yıl öncesine kadar iş arama süreleri ortalama 8,3 aydı. Ancak bu durum, yaşlı çalışanların yeni bir iş bulmakta genç çalışanlara göre hala çok daha zorlandığı gerçeğini gizlemiyor. Tüm yaş gruplarında iş arama süreci ortalama olarak 5,2 ay sürüyor. Ancak değerlendirmeye 2022 yılının tamamı için değil de daha ayrıntılı olarak bakıldığında, eğilimin tersine döndüğü görülüyor: 2022 yılının ikinci yarısında Von Rundstedt daha fazla işten çıkarma ve yeniden yapılanma planı kaydetti. Pascal Scheiwiller, “Yakın gelecekte yine işten çıkarmalar olacak” diye tahmin ederken, bu durum her zaman parlak olmayan ekonomik görünümden kaynaklanıyor. Ancak uzmana göre işsizlikte keskin bir artış değil, aksine işgücü piyasasının normalleşmesi bekleniyor. Read the full article
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marcogiovenale · 2 years
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luciano fabro: "lezioni 1983-1995"
luciano fabro: “lezioni 1983-1995”
Sandro Ricaldone LUCIANO FABROLezioni 1983-1995a cura di Silvia FabroAccademia di Brera / Libri Scheiwiller, 2022 Un’opera completa e inedita che raccoglie interventi e interviste dell’artista dal 1976 al 1996, curata da Silvia Fabro in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera. Luciano Fabro, scultore e scrittore, è stato tra i fondatori del movimento dell’Arte Povera, nel corso…
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garadinervi · 2 years
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Vanni Scheiwiller, Omaggio a Dante, (list of artists, draft), 1965 [Centro Apice (Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale), Università degli studi di Milano, Milano]
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lamilanomagazine · 2 years
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Modena, il Dondolo pubblica in e-book Pasolini
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Modena, il Dondolo pubblica in e-book Pasolini. A cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, il Dondolo, la casa editrice digitale del Comune di Modena diretta da Beppe Cottafavi, raccoglie e pubblica in un unico ebook evento i due testi che Pasolini ha dedicato ad Antonio Delfini: la "Lettera a Guttuso su Delfini e il Premio Viareggio", pubblicato su L’Unità il 4 settembre 1963, e "La dissacrazione e la grazia”, pronunciato a Modena il 27 ottobre 1963. Come commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Modena Andrea Bortolamasi, "il prezioso lavoro del Dondolo è il nostro modo di omaggiare un grande italiano nel centenario della sua nascita. Ricordiamo Pasolini attraverso le sue parole su Delfini, un’altra figura che, come lui, era unica, fuori dagli schemi, patrimonio della cultura del nostro Paese. L’opera inedita che pubblichiamo – prosegue l’assessore – racconta Delfini, proseguendo così il lavoro di valorizzazione della figura dello scrittore modenese con la pubblicazione di ebook che rendono le sue parole e i suoi lavori sempre più fruibili". L’ebook, che ha in copertina un ritratto di Pasolini regalo del pittore Tullio Pericoli, si intitola proprio "La dissacrazione e la grazia", il testo che Pasolini pronunciò a Modena, nella Sala di Cultura, il 27 ottobre 1963 in occasione della commemorazione organizzata dal Comune per onorare la memoria del vincitore del Premio Viareggio del 1963, morto nel febbraio di quello stesso anno. Il discorso di Pasolini su Delfini fu registrato da Mario Molinari, il sindaco di Fiumalbo grande amico di Delfini. Oltre a quello di Pasolini, la registrazione contiene gli interventi del sindaco di Modena Rubes Triva, di Carlo Bo, Alfonso Gatto, Ennio Lauricella, Giambattista Vicari, Vanni Scheiwiller. Alla commemorazione erano presenti anche Giorgio Bassani, Attilio Bertolucci, Guido Cavani, Giansiro Ferrata, Carlo Emilio Gadda, Ugo Guandalini (l’editore Guanda), Mario Tobino, Giuseppe Ungaretti. Il discorso è stato pubblicato per la prima volta in "Antonio Delfini", a cura di Cinzia Pollicelli (Mucchi, 1990). La "Lettera a Guttuso su Delfini e il Premio Viareggio", oggi contenuta nei "Saggi sulla letteratura e sull’arte" (I Meridiani, Mondadori), uscì sull’Unità il 4 settembre 1963, dopo l’assegnazione postuma del Premio Viareggio a Delfini e fu scritta da Pasolini in risposta al pittore siciliano che sullo stesso giornale aveva lamentato la mancata assegnazione del premio a Guido Piovene per motivi politici.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Addio a una vista Non ce l'ho con la primavera perché è tornata. Non la incolpo perché adempie come ogni anno ai suoi doveri. Capisco che la mia tristezza non fermerà il verde. Il filo d'erba, se oscilla, è solo al vento. Non mi fa soffrire che gli isolotti di ontani sull'acqua abbiano di nuovo con che stormire. Prendo atto che la riva d'un certo lago è rimasta – come se tu vivessi ancora – bella com'era. Non ho rancore contro la vista per la vista sulla baia abbacinata dal sole. Riesco perfino ad immaginare che degli altri, non noi, siedano in questo momento su un tronco rovesciato di betulla. Rispetto il loro diritto a sussurrare, a ridere e a tacere felici. Suppongo perfino che li unisca l'amore e che lui la stringa con il suo braccio vivo. Qualche giovane ala fruscia nei giuncheti. Auguro loro sinceramente di sentirla. Non pretendo alcun cambiamento dalle onde vicine alla riva, ora leste, ora pigre e non a me obbedienti. Non pretendo nulla dalle acque fonde accanto al bosco, ora color smeraldo, ora color zaffiro, ora nere. Una cosa soltanto non accetto. Il mio ritorno là. Il privilegio della presenza – ci rinuncio. Ti sono sopravvissuta solo e soltanto quanto basta per pensare da lontano.
Wislawa Szymborska, da “La fine e l’inizio”, Libri Scheiwiller, 2009 - Traduzione di Pietro Marchesani
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laplaylistes · 2 years
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Erbarm dich mein, o Herre Gott, BWV 721 (Arr. S. Scheiwiller for Cello & Orchestra)
Erbarm dich mein, o Herre Gott, BWV 721 (Arr. S. Scheiwiller for Cello & Orchestra) https://laplaylist.es/wp-content/uploads/2022/10/hqdefault-2363.jpg
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